GILBERT TINGE D’IRIDE LA VUELTA
Si avvicina sempre di più il Mondiale di Firenze e finalmente il detentore del titolo rompe il ghiaccio con la vittoria, anticipando sul traguardo il campione norvegese dopo una bellissima azione sulla leggerissima salita che portava a Tarragona. Un volitivo Basso rosica 3” d’abbuono, in attesa della battaglia vera dei Pirenei.
Foto copertina: Gilbert tinge d’iride il traguardo di Tarragona (foto AFP)
All’indomani della cronometro che ha allungato la classifica generale e nell’attesa generale dei primi veri tapponi pirenaici, era prevedibile che l’undicesima tappa della Vuelta si trasformasse in un tranquillo pellegrinaggio del gruppo verso la Catalunya, all’inseguimento – molto calmo – dell’ovvia fuga. I 164,2 Km da Maella a Tarragona, d’altra parte, prevedevano solamente un unico GPM a metà del percorso: il pedalabilissimo Alto del Collet (terza categoria). Forse sospettando l’andazzo generale, gli organizzatori avevano provato a giocare la carta dell’originalità, posizionando in modo veramente insolito il rifornimento ufficiale lungo l’unica salita e i due sprint intermedi, ravvicinati, negli ultimi 25 Km (al Km 139 e 149), ma non è servito a molto.
I protagonisti di giornata sono stati tre corridori andati in fuga fin dalla partenza: il belga Romain Zingle (Cofidis), l’uruguaiano Fabricio Ferrari (Caja Rural-Seguros) e il francese Cédric Pineau (FDJ). Questi unici ardimentosi sono arrivati subito a possedere un vantaggio massimo di 6’42” al Km 28, ma, nonostante una media complessiva quasi da giornata di riposo (ancora 37 Km/h dopo 3 ore), sono stati agevolmente controllati dal gruppo principale, tirato in alternanza dalle squadre più ambiziose di imporre il proprio sprinter (Belkin, Argos-Shimano, Garmin-Sharp, Lampre-Merida e Orica GreenEdge).
Tutto si è trascinato senza sussulti finché, come spesso succede in questi casi, è arrivata una caduta al Km 114. Si ritrovano a terra Maxim Iglinskiy (Astana), David De La Cruz (Netapp Endura) e Imanol Erviti (Movistar), ma fortunatamente sono riusciti tutti a ripartire senza gravi conseguenze. La fuga nel frattempo è andata esaurendosi progressivamente, venendo ripresa a Km 18 dall’arrivo. La notizia più interessante viene dall’ultimo sprint intermedio, dove Ivan Basso (Cannondale) ha sorpreso tutti e ha conquistato i 3” secondi di abbuono, seguito da Nicolas Roche (AG2R La Mondiale, per lui -2”). Subito dopo è stato Tony Martin (OmegaPharma QuickStep) a provare l’azione solitaria, con la BMC che ha completato in poco tempo l’inseguimento, in favore di un Philippe Gilbert stuzzicato dall’arrivo in leggerissima salita.
Il finale di tappa, tra rotonde e curve, era piuttosto insidioso, tanto che la giuria aveva anticipato a 5 Km il tratto neutralizzato rispetto ai canonici 3 Km. Ne ha beneficiato Domenico Pozzovivo (AG2R La Mondiale), che ha forato all’interno dei 5 Km e ha scampato una disfatta il giorno dopo la sua straordinaria prestazione nella cronometro. Non ci sono stati, invece, particolari problemi per il gruppo, lanciato in lunghissima fila indiana. Ha sfruttato la leggera salita negli ultimi 500 metri Edvald Boasson Hagen (Sky), che è riuscito a prendere un leggero vantaggio e sembrava lanciato verso la vittoria, ma un ottimo Gilbert ha trovato uno spunto eccezionale e ha saltato il corridore norvegese negli ultimi metri, conquistando finalmente la prima vittoria con indosso la maglia di campione del mondo. Al terzo posto è arrivato il sempre piazzato Maximilliano Richeze (Lampre-Merida), seguito poi da Luca Paolini (Katusha), Gianni Meersman (OmegaPharma QuickStep) e Francesco Lasca (Caja Rural-Seguros). Nella classifica generale, abbuoni conquistati a parte, non è cambiato nulla, con Nibali che difende la maglia roja. L’assenza di Alejandro Valverde tra i primi arrivati parrebbe tuttavia confermare le sensazioni di una condizione non così esplosiva per lo spagnolo, che dovrà certo faticare parecchio per difendere il podio di questa Vuelta.
Domani attende i corridori una tredicesima tappa piuttosto insidiosa, per quanto non particolarmente dura. Da Valls a Castelldefels ci saranno 169 Km e due salite: una di terza categoria in partenza e una di prima categoria (breve ma molto ripida) al Km 119, sulla carta troppo lontana dal traguardo ma non è mai detto, soprattutto sulle strade di Spagna. Se non vorranno aspettare fino alla diciassettesima tappa per giocarsi le proprie carte, le ruote veloci dovranno mettere a lavorare duramente le proprie squadre, dopo aver sprecato già diverse delle pochissime opportunità concessegli in questa Vuelta.
Giorgio Vedovati