EROICO BELKOV, BARCOLLA HESJEDAL

maggio 13, 2013
Categoria: News

Impresa del 28enne russo della Katusha che va in fuga con altri 11 uomini nelle prime battute e percorre in solitudine sotto la pioggia gli ultimi 60 km imponendosi sul traguardo di Firenze davanti a Carlos Betancur, evaso nel finale dal gruppo dei migliori di cui non faceva parte il canadese campione uscente, che ha ceduto sulla salita di Fiesole accusando 1′06” di ritardo. Brutta giornata anche per un Bradley Wiggins ancora impietrito lungo le discese sul bagnato ma grazie al supporto della squadra riesce a concludere insieme ai big.

Foto copertina: Belkov trionfa a Firenze (foto AP)

La nona tappa del Giro d’Italia, 170 km da Sansepolcro a Firenze, si presentava come una frazione ideale per le fughe da lontano sia per la conformazione del percorso, con le ascese piuttosto lunghe e impegnative di Passo della Consuma e Vallombrosa, teatro nel 1990 di un’impresa di Gianni Bugno, poste nella parte centrale e quelle più brevi ma arcigne di Vetta Le Croci e Fiesole negli ultimi 30 km, sia per via di una classifica generale che si è allungata molto dopo la maxi-crono di Saltara in cui Vincenzo Nibali (Astana) ha conquistato la maglia rosa. Tra gli uomini più attesi vi era Giovanni Visconti (Movistar), che su queste strade si è formato dal punto di vista agonistico al di là delle origini siciliane, e il leader della classifica degli scalatori è stato tra gli animatori della fuga di giornata comprendente anche Stefano Pirazzi (Bardiani-Csf), Fabio Felline (Androni), Robinson Chalapud e Jarlinson Pantano (Colombia), Ricardo Mestre (Euskaltel), Maxim Belkov (Katusha), Michal Golas (Omega Pharma), Tobias Ludvigsson (Argos Shimano), Evgeni Petrov (Saxo-Tinkoff), Alessandro Proni (Vini Fantini) e un Juan Manuel Garate (Blanco) ormai lontano dai fasti della prima metà dello scorso decennio in cui più volte sfiorò il podio nella corsa rosa ma comunque atleta non da sottovalutare in virtù di una classifica generale che lo vedeva alla vigilia 27° a 5′42” da Nibali: l’Astana ha pertanto dato via libera ai fuggitivi ma non ha mai concesso loro oltre 6′ di margine con il chiaro intento di conservare la maglia rosa. Sul Passo della Consuma ha iniziato a cadere una pioggia battente che non accompagnerà i corridori fino al traguardo si è accesa la bagarre tra gli uomini al comando con Chalapud, già in fuga a Serra San Bruno insieme a Danilo Di Luca prima di essere ripreso a 1 km dal traguardo, che ha attaccato in prossimità della vetta seguito da Pirazzi in quella che sembrava un’azione finalizzata esclusivamente alla lotta per la maglia azzurra, nella quale non ce l’ha fatta a inserirsi un Visconti in giornata no che è stato il primo a perdere contatto e venire ben presto ripreso dal gruppo: una volta in cima, in cui il laziale ha preceduto il colombiano, i due hanno però tirato dritto e hanno continuato a scattarsi in faccia anche sull’ascesa di Vallombrosa, con la volata per il gpm ancora appannaggio di Pirazzi, allungando sugli ex compagni d’avventura ad eccezione di Belkov, già in grande evidenza alle Strade Bianche con una lunghissima fuga, che intelligentemente ha lasciato sfogare gli altri due in salita per poi far valere le sue eccellenti doti di discesista e rimanere solo al comando con un vantaggio sempre crescente su Pirazzi e Chalapud che sono stati raggiunti da Felline, Garate, Pantano, Golas, Ludvigsson e Petrov ma anche in otto nulla hanno potuto di fronte allo scatenato russo, che ha acquisito fino a oltre 3′ di margine e ha proseguito in solitudine fino al traguardo al termine di una galoppata di circa 60 km, cogliendo il suo primo successo in assoluto alla sua quinta stagione da professionista.
Quella che per gli uomini di classifica sembrava una tappa tranquilla si è improvvisamente accesa sulla discesa di Vallombrosa, in cui Bradley Wiggins (Team Sky) ha nuovamente dimostrato la sua idiosincrasia con le discese bagnate perdendo contatto dagli altri big e arrivando ad avere 1′ di ritardo ma i rivali non hanno colto l’attimo fuggente con la Bmc di Cadel Evans, la Garmin di Ryder Hesjedal e la Vini Fantini di Mauro Santambrogio che hanno atteso qualche km di troppo nel collaborare con l’Astana in testa al gruppo consentendo al britannico, supportato da tutto il Team Sky a partire dai luogotenenti Sergio Henao e Rigoberto Uran, di rientrare ai piedi della Vetta Le Croci e di lì fino al traguardo il vincitore del Tour 2012, seppur mantenenendosi sempre nelle posizioni di coda e dando l’impressione di soffrire parecchio, riuscirà a rimanere con i migliori a differenza dell’11° della generale Pieter Weening, che ha ceduto di schianto perdendo oltre 7′, e soprattutto di un Hesjedal che, confermando i segnali negativi emersi nella cronometro di Saltara, ha ceduto a 2 km dalla vetta di Fiesole sotto la spinta di Josè Serpa (Lampre) e a poco è valso il supporto di Tom Danielson, peraltro unico atleta in grado di rimanergli al fianco all’interno di una Garmin molto al di sotto delle aspettative in questo Giro, mentre chi ha fatto la differenza è stato Carlos Betancur (Ag2r) che, complice uno scarso marcamento da parte degli altri big, ha fatto il vuoto in prossimità dello scollinamento raggiungendo Pantano e Ludvigsson, unici rimasti all’inseguimento di Belkov, e staccandoli in vista del traguardo che il colombiano ha tagliato con 44” dal russo seguito dal connazionale a 46” e dallo svedese a 54” mentre un Evans apparso nuovamente molto brillante ha regolato il gruppo dei migliori, comprendente una trentina di atleti, chiudendo 5° a 1′03” all’ex maglia rosa Beñat Intxausti (Movistar), a Di Luca, a Santambrogio a Damiano Caruso (Cannondale) e a Nibali mentre Hesjedal ha accusato un distacco di 2′09”.
La nuova classifica generale vede pertanto il canadese campione uscente scivolare all’11° posto a 3′11” che alla vigilia del primo giorno di riposo comanda con 29” su Evans, 1′15” su Robert Gesink (Blanco), 1′16” su Wiggins e 1′24” su Michele Scarponi (Lampre-Merida): la lotta per la maglia rosa di Brescia sembra già circoscritta a questi cinque atleti ma indicazioni ben più precise le avremo nella decima tappa, 167 km Cordenons ad Altopiano del Montasio con la dura ascesa di Passo Cason di Lanza ai -50 dal traguardo e soprattutto una scalata finale di 15 km inizialmente molto dolce ma che diventa via via sempre più impegnativa fino a presentare pendenze che sfiorano anche il 20% negli ultimi 4 km.

Marco Salonnna

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