CANNONBALL SUBITO A SEGNO: SUA LA PRIMA ROSA

maggio 4, 2013
Categoria: News

Il britannico si impone nella prima tappa sul circuito di Napoli, beffando al termine di una volata-capolavoro un ottimo Elia Viviani. Terzo posto per il giovanissimo Bouhanni, davanti a Nizzolo e Goss. Finale condizionato da una caduta a 2 km dal traguardo, che ha lasciato a giocarsi il successo un drappello di una dozzina di corridori. Domani primo appuntamento chiave per la classifica generale, con la cronosquadre di Ischia.

Foto copertina: Cavendish alza le braccia dopo aver regolato Viviani e Bouhanni (foto Bettini)

Non si può dire che il Giro 2013 si sia aperto con una sorpresa, avendo incoronato quale prima maglia rosa l’unico ragionevole favorito. Eppure Mark Cavendish, alle soglie delle cento vittorie da professionista, è riuscito a sorprendere anche laddove tutti lo attendevano, in uno sprint che la frattura del gruppo a 2 km dal traguardo, causa caduta, pareva aver reso ancor più scontato. Perché se un conto è essere semplicemente il più forte, altra cosa è vincere dovendo disputare due sprint in 500 metri, partendo per quello decisivo almeno due posizioni più indietro di quanto preventivato, e dovendo rimontare senza usufruire dell’ombra di scia.
A tanto è stato costretto Cannonball per conquistare l’undicesimo successo in carriera al Giro, al termine di una frazione che ha emozionato più per lo scenario (incantevole) che per lo sviluppo, ancor più piatto delle previsioni.
L’illusione di una tappa inaugurale incerta e aperta a più soluzioni, a dire il vero, era svanita già con la scelta dell’organizzazione di ridurre a quattro i passaggi sulla salita di Posillipo, confinati per di più alle prime tornate; ma la fuga promossa al primo chilometro da Cameron Wurf, e appoggiata da Bonnafond, Canola, Mestre, Visconti, Bulgac e Keizer, sembrava abbastanza quantomeno per creare qualche grattacapo alle squadre dei velocisti, apparse a lungo indecise sulla gestione dell’inseguimento.
I sette hanno però faticato più del giusto per trovare un accordo duraturo, finché lo stesso primo fautore del tentativo ha pensato di mettersi in proprio, salutando la compagnia e garantendosi qualche ora di ripetute inquadrature in mondovisione, al prezzo della morte delle comunque esigue speranze di successo.
Riassorbito l’australiano ai diciotto dal traguardo, Omega e Orica hanno agevolmente pilotato il plotone verso l’attesa volata, cui si è giunti non prima del già menzionato capitombolo all’ultima curva, che ha spaccato irrimediabilmente il gruppo e ha lasciato a giocarsi la tappa un drappello di undici uomini: il terzetto Orica composto da Lancaster, Howard e Goss; Viviani alla ruota dell’australiano; Cavendish con l’apripista Steegmans; Blythe e Bouhanni che facevano a spallate per la scia di Cannonball; infine Ventoso e la coppia Radioshack Nizzolo – Hondo.
Quando la tavola sembrava apparecchiata per la classica prova di forza di Cavendish, a rimettere tutto in discussione ha provveduto proprio il suo luogotenente, che ha fugato ogni dubbio sul perché il velocista dell’Isola di Man abbia fatto carte false per provare ad accaparrarsi quale spalla il semi-ritirato Petacchi: con un salto di catena (che a dire il vero, malignità a parte, non è chiaro se sia stato dovuto ad un errore umano o al caso), il belga ha lasciato un buco di una bicicletta fra il suo leader e Viviani, costringendo l’ex campione del mondo ad una volata extra per ritrovare la scia dell’azzurro.
Riuscito nella non difficile ma dispendiosa impresa, Cannonball ha creato da sé il resto della suspense, addormentandosi mentre Hondo e Nizzolo lo sfilavano sulla destra e gli scippavano la ruota appena riconquistata.
Quasi nello stesso momento in cui Goss lanciava lo sprint in testa, il britannico è stato costretto ad uscire a sua volta al vento, svariati metri più indietro, per rimediare alla distrazione. La rimonta è stata immediata e netta, e al suo completamento ha forse contribuito un attimo di esitazione di troppo da parte di Viviani, uscito dalla scia dell’australiano al comando quando già Cavendish lo aveva affiancato, per poi affrontare gli ultimi 50 metri ad una velocità molto vicina a quella del vincitore.
Alle spalle del 24enne nativo di Isola della Scala, ancora una volta costretto alla piazza d’onore in una stagione nella quale non riesce a sbloccarsi, Bouhanni e Nizzolo hanno a loro volta rimontato uno spento Goss, che ha di fatto preceduto i soli Ventoso e Blythe. Alle spalle di Howard, Hondo e Lancaster, che hanno approfittato del finale anomalo per strappare un posto nei dieci, Degenkolb ha anticipato Paolini nella volata dei battuti, incrementando i rimpianti per aver visto sfumare senza reali responsabilità la prima delle non moltissime opportunità concesse ai velocisti.
Ancor peggio è andata tuttavia a tre sprinter nostrani, Belletti, Gavazzi e Chicchi: tutti a terra all’ultima curva, con il primo che ha concluso zoppicando la giornata. Buon per loro che quella di domani non sia frazione da uomini veloci: con i 17 km di cronosquadre tra Ischia e Forio, sarà già tempo di pensare alla generale, spostando l’obiettivo sui pretendenti alla rosa di Brescia.

Matteo Novarini

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