MARTIN E FROOME IMPLACABILI, MALORI TRA I GRANDI

aprile 29, 2013
Categoria: News

Il tedesco dell’Omega-QuickStep mantiene l’imbattibilità stagionale nelle lunghe prove contro il tempo dominando la crono di Ginevra e il britannico del Team Sky chiude 3° di tappa mettendo il sigillo definitivo a un Tour de Romandie dominato davanti a Simon Spilak e Rui Alberto Faria da Costa ma in mezzo a loro si inserisce il 25enne di Traversetolo che chiude 2° con un distacco di 16” ed è una delle note più liete del ciclismo azzurro in questa prima parte di 2013.

Foto copertina: le mani e le gambe di Tony Martin lanciate verso l’obiettivo della crono (foto AFP)

Per il secondo anno consecutivo, riprendendo una tradizione che si era consolidata a partire dagli anni ‘90 ma che si era interrotta tra il 2008 e il 2011, è stata una prova contro il tempo a concludere il Giro di Romandia ma a differenza della passata edizione, in cui la crono di Crans-Montana presentava caratteristiche che la rendevano assimilabile a una cronoscalata, il 18,7 km della Ginevra-Ginevra erano completamente pianeggianti, con gli organizzatori che hanno scelto probabilmente di dare una chance agli specialisti che non avevano potuto dare il meglio nell’impegnativo prologo di Bruson. In un simile scenario il grande favorito di giornata non poteva che essere Tony Martin (Omega-QuickStep), che in stagione si è già imposto nelle crono della Volta ao Algarve, della Tirreno-Adriatico e del Giro dei Paesi Baschi ed è imbattuto quando la distanza ha superato i 10 km, e il due volte campione mondiale di specialità non ha deluso le attese facendo segnare nettamente il miglior tempo nell’intermedio di metà percorso e incrementando il vantaggio fino al traguardo, e dopo questa prova si pentirà probabilmente ancor più dell’attacco suicida nella tappa di Les Diablerets che potrebbe avergli precluso un piazzamento da podio nella generale. L’unico atleta riuscito a impensierire in parte Martin, con il quale aveva già dato vita a un duello a distanza nella tappa di Payerne in cui era rimasto in avanscoperta fino a 400 metri dal traguardo prima di venire ripreso dalle trenate del tedesco in funzione del compagno Gianni Meersman poi vincitore in volata, è stato un grande Adriano Malori (Lampre), che già a metà gara ha fatto segnare il secondo tempo con 13” di ritardo e di lì al traguardo ha ulteriormente incrementato il proprio ritmo chiudendo con un distacco di 16” dimostrando ancora una volta, dopo il secondo posto nella crono di San Benedetto del Tronto alla Tirreno e il successo in quella di Crevalcore alla Settimana Coppi&Bartali, di aver compiuto il definitivo salto di qualità nelle prove contro il tempo: alle spalle del parmense ha chiuso con un distacco di 34” Chris Froome (Team Sky), che predilige naturalmente percorsi più duri come quello che lo ha visto trionfare a Bruzon ma che ha comunque sfoderato l’ennesima prova di alto livello e non ha avuto problemi a portare a casa un Giro di Romandia già ipotecato nelle tappe precedenti incrementando il vantaggio su Simon Spilak (Katusha), a sua volta brillante 5° di tappa a 41” preceduto da Lieuwe Westra (Vacansoleil) e seguito da Stef Clement (Blanco) 6° a 50”, da Richie Porte (Team Sky), comprensibilmente in calo di condizione dopo le grandissime prestazioni del mese di marzo ma comunque determinante per il successo di Froome, 7° a 52” nonchè 8° nella generale e dai sorprendenti Mads Christensen (Saxo-Tinkoff), Rohan Dennis (Garmin-Sharp) e Tobias Ludvingsson (Argos-Shimano) che hanno chiuso la top ten di giornata con distacchi rispettivamente di 55”, 56” e 1′01” da Martin.
Il principale spunto d’interesse della crono, con i piazzamenti di Froome e Spilak ormai consolidati, era comunque la lotta per il terzo posto nella generale, che alla vigilia vedeva sette corridori nello spazio di altrettanti secondi: ad avere la meglio è stato Rui Alberto Faria da Costa (Movistar), che già un anno fa aveva mostrato grande feeling con le strade elvetiche imponendosi nella classifica generale del Tour de Suisse, che ha chiuso 14° a 1′02” a pari merito con Tom Danielson (Garmin-Sharp) conservando i 5” di margine che sull’americano risalito al 4° posto davanti a Wilco Kelderman, la cui 23a piazza parziale a 1′10” gli ha consentito balzare in 5a posizione nella generale e di conquistare la maglia bianca di miglior giovane, che sarà il suo grande obiettivo anche al Giro d’Italia: alle spalle dell’astro nascente olandese si sono piazzati grazie a una buona prova contro il tempo Jean-Christophe Péraud (Ag2r) e Jurgen Van den Broeck (Lotto-Belisol), entrambi piuttosto anonimi nelle tappe precedenti, mentre gli sconfitti di giornata sono stati Alejandro Valverde (Movistar), Thibaut Pinot (Fdj) e soprattutto Robert Kiserlovski (RadioShack), precipitati rispettivamente al 9°, 12° e 14° posto finale mentre l’atleta di casa Marcel Wyss (Iam Cycling) è risalito fino alla 10a posizione. Per quanto riguarda gli italiani ci si attendeva un’ottima prova oltre che da Malori anche da Manuele Boaro (Saxo-Tinkoff) che però ha deluso chiudendo 25° a 1′11” da Martin e venendo preceduto anche da Marco Pinotti (Bmc), che malgrado una condizione ancora precaria si è piazzato 18° a 1′06”, mentre nella generale il migliore dei nostri è stato Alessandro De Marchi (Cannondale) 25° a 4′49” davanti a Damiano Cunego (Lampre-Merida) 27° a 5′04” con Ivan Basso (Cannondale) che non ha preso il via nella crono: in generale gli azzurri si sono fatti vedere raccogliendo ben quattro secondi posti di tappa con Malori, Enrico Gasparotto e Francesco Gavazzi (Astana) e Giacomo Nizzolo (RadioShack) ma rimane il dato di fondo per cui il solo azzurro a imporsi in una prova World Tour in stagione sia stato Vincenzo Nibali e vedremo se la tendenza verrà invertita al Giro d’Italia in partenza sabato 4 maggio da Napoli, con il messinese pronto a dare l’assalto al grande favorito Bradley Wiggins.

Mauro Facoltosi

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