CESANA TORINESE – COL DU GALIBIER: UN ABBRACCIO LUNGO UNA TAPPA

maggio 19, 2013
Categoria: News

Omaggio del Giro al Tour de France nell’anno della sua centesima edizione, ecco una tappa che sicuramente infiammerà la corsa rosa. Si sconfinerà attraverso il Moncenisio poi, dopo il “Telegrafo”, la gara si accenderà salendo al Galibier dallo stesso versante sul quale, un pomeriggio d’estate del 1998, Marco Pantani firmò una delle ultime grandi imprese della storia del ciclismo, ribaltando gli esiti di un Tour che sembrava irraggiungibile.

Un abbraccio, in tutti i sensi. A guardare la planimetria della prima delle due frazioni “transfrontaliere” del Giro 2013 subito lo s’intuisce, sotto la forma di un arco tracciato sulle Alpe Cozie, a cavallo del confine di stato. Ma l’abbraccio vero e proprio, quest’oggi, sarà quello che unirà il Giro al Tour, un omaggio della corsa rosa alla Grande Boucle nell’anno della sua centesima edizione e anche un atto che, d’incanto, cancellerà la sussurrata “rivalità” tra le due corse. Non lo è mai stato detto apertamente, e mai lo si farà, ma il Giro ha sempre guardato con un pizzico d’invidia al Tour, corsa che lo sopravanza per anzianità, prestigio e livello complessivo dei partecipanti, anche se col tempo la “distanza” tra le due gare si è notevolmente ridotta e, in alcune occasioni, il Giro è pure riuscito a “bagnare il naso” al Tour, come quando fu la prima grande corsa a tappe a proporre le cronometro e i GPM, entrambi introdotti nel 1933.
Per suggellare questo gesto di pace s’è scelta una delle roccaforti storiche del Tour, quel Col du Galibier che fu affrontato in corsa per la prima volta nel 1911 e sul quale i francesi hanno eretto un monumento dedicato al fondatore della corsa, il giornalista Henri Desgrange. Un colle francese al 100%, politicamente e geograficamente, ma con profonde radici italiane e il pensiero non può che andare al pomeriggio del 27 luglio del 1998 quando Marco Pantani pennellò lassù, salendo dallo stesso versante che sarà affrontato in questa tappa, una delle ultime grandi imprese della storia del ciclismo. Un ricordo che fa venire un pochino i brividi anche agli organizzatori, non per le gesta del “Pirata” ma per le difficilissime condizioni meteo con le quali si gareggiò quel giorno e che è più probabile che si ripresentino a maggio, rendendo ancora più dura la 15a frazione del Giro 2013. Già si incrociano le dita per quel giorno, anche se il recente passato e i cambiamenti climatici delle ultime stagioni hanno, di fatto, allontanato nel tempo le ultime nevicate cadute sul Giro, che non si imbianca più dalla tappa del Sestriere del 1994 e che, dopo anni di tentativi andati a vuoto, è riuscito a riappropriarsi dello Stelvio in tre occasioni negli ultimi 20 anni (1994, 2005, 2012).
Pur non essendo estrema, la lunghissima ascesa finale farà emergere i corridori più in palla del momento, mentre cominceranno a tramontare le quotazioni di quei corridori che hanno dato troppo finora e anche di quelli che solitamente soffrono la terza settimana di corsa, quella entrante. Qualcuno tra i big potrebbe tentare il “colpaccio”, anche se molti preferiranno forse appoggiarsi più a una selezione naturale che fisica, in attesa della stretta finale, costituita dalle tre tappe più temute in programma a ridosso della conclusione di Brescia, la cronoscalata alla Polsa e gli arrivi in Val Martello e alle Tre Cime.
Il via sarà dato da Cesana Torinese e, dopo essere ripassati da Oulx, si completerà la traversata della Valsusa con una lunga discesa iniziale di 34 Km, nel corso della quale si lambiranno i confini del Gran Bosco di Salbertrand, area protetta istituita nel 1995, e poi si toccherà il centro di Exilles, dominato da una fortificazione d’origine medioevale nella quale, secondo la tradizione, fu imprigionato il leggendario personaggio conosciuto come “Maschera di Ferro” e che nel 1984 fu scelta dal celebre regista Mario Monicelli per girarvi alcune scene di “Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno”, quelle ambientate nel castello del re longobardo Alboino, impersonato dal simpatico attore napoletano Lello Arena.
Al termine della discesa si attraverserà Susa – l’antica cittadina romana di Segusium, della quale conserva interessanti tracce – e subito si volgerà lo sguardo alla salita, prendendo di petto la prima delle tre grandi ascese di giornata, diretta al Colle del Moncenisio. Nonostante si tratti di uno dei valichi più celebri e storicamente frequentati dell’arco alpino – vi transitava l’antica Via Francigena – non ha un grande “curriculum” ciclistico, nel quale finora non compare il nome del Giro, mentre il Tour l’ha scalato appena cinque volte, nulla in confronto ai 58 passaggi finora effettuati sul Galibier. Si tratta di un passo che, pur non presentando grandissime inclinazioni, si annuncia parecchio esigente a causa dei quasi 30 Km di distanza che separano Susa dal valico, non tutti in salita perché questa terminerà quasi 4 Km prima, in vista delle rive dell’omonimo lago artificiale, presso il quale si scollinerà dopo aver “digerito” un dislivello di 1612 metri e una pendenza media del 6,5%. Entrati in Francia e raggiunto il colle, che deriva il nome dalle ceneri di un vasto incendio passato (ne furono rinvenute tracce in epoca napoleonica, quando fu tracciata l’attuale strada), in una decina di chilometri scarsi di discesa (media del 6,8%), movimentata da una manciata di tornanti, si planerà nella Moriana, antica regione francese scomparsa dopo l’istituzione dei dipartimenti e corrispondente alla vallata percorsa dal fiume Arc, le cui sorgenti si trovano sul gruppo delle Levanne, massiccio montuoso posto al confine con l’Italia. Prendendo a destra si andrebbe subito all’attacco di uno degli altri “giganti” delle Alpi, il colle dell’Iseran, mentre il gruppo imboccherà la direzione opposta, percorrendo solo per un breve tratto la strada di fondovalle. Per spezzare la “fame” di salita tra Moncenisio e Galibier, infatti, gli organizzatori hanno predisposto un leggero stuzzichino, introducendo la pedalabile ascesa verso Aussois (4,7 Km al 4,8%, max 13%), piccola stazione sciistica nei cui pressi si trova la Barriera dell’Esseillon, complesso di cinque fortificazioni fatte costruire tra il 1819 e il 1834, quando la Maurienne apparteneva al Regno di Sardegna e occorreva difendere il confine con la Francia, alla quale sarà ceduta, con Nizza e tutta la Savoia, dopo la seconda guerra d’indipendenza italiana.
Si riprenderà il fondovalle alle porte di Modane, uno dei principali centri della Val Moriana, situato presso gli sbocchi francesi dei due trafori del Frejus, scavati a quasi cent’anni di distanza l’uno dall’altro (nel 1871 quello ferroviario, nel 1980 quello stradale) sotto l’omonimo monte. Si tornerà quindi a pedalare in compagnia del fiume Arc per poco meno di venti chilometri, sino a Saint-Michel-de-Maurienne, la località di villeggiatura che per l’appassionato rappresenta la porta nord del Galibier. In realtà, non è ancora venuto il momento di misurarsi con le sue pendenze poiché prima bisognerà superare il Colle del Telegrafo, sua tradizionale e inevitabile ancella. Difficilmente qualcuno proverà ad andarsene su queste rampe, consapevoli di quello che troveranno più avanti, ma certamente rimarrà nelle gambe dei corridori la sua dozzina di chilometri d’ascesa al 7,2%, con un picco dell’11% nelle fasi iniziali. Raggiunti i 1566 metri del valico, che prende il nome da un telegrafo innalzato nel 1807 e che un tempo era superato in galleria, si scenderà per circa 5 Km verso Valloire, la località di sport invernali che poche ore più tardi accoglierà le operazioni di partenza della 16° tappa, e subito si riprenderà a puntare verso l’alto, per confrontarsi con il quinto colle per altezza delle Alpi Francesi, percorrendo una strada che fu tracciata tra il 1880 e il 1891, anno dell’apertura del tunnel posto poco sotto il valico, mentre solo dopo il 1976 sarà realizzato il tratto che sale sino ai 2642 metri del passo geografico, dove sarà steso lo striscione del traguardo. All’arrivo mancano 18 chilometri e 1237 metri di dislivello, ma non sarà ancora arrivato il momento di scorgere il volto “cattivo” del Galibier, quello che 15 anni fa affascinò Pantani, partito dopo l’attraversamento del Plan Lachat, dove si giungerà dopo 10,3 Km inclinati al 5,6%. Da quel punto la strada s’inerpicherà con deciso piglio e sul palcoscenico “dei grandi” degli ultimi 7800 metri, pendenti all’8,4%, i “forzati del Giro” avranno la possibilità di ricalcare le stesse assi sulle quali, in oltre cent’anni di Tour, si sono esaltati i grandi campioni della storia della corsa francese, buon ultimo il lussemburghese Andy Schleck, applaudito doppio conquistatore del Galibier nell’edizione 2011 della Grande Boucle.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Col du Mont Cenis (2081m). Costituito dalla Punta di Ronce e dalla Punta Clairy, è attraversato dalla “Route départementale 1006” (fino al 2006 classificata come Route nationale 6) tra Lanslebourg-Mont-Cenis e il confine con l’Italia. Separa le Alpi Graie dalle Cozie. Mai scalato al Giro, dal Moncenisio è transitato 5 volte il Tour de France: l’unico italiano a conquistarlo è stato Claudio Chiappucci, durante la storica tappa Saint-Gervais – Sestriere del 1992, il primo a scollinarvi in testa fu il francese Pierre Tacca nel 1949 (tappa Briançon – Aosta vinta da Coppi), l’ultimo il russo Konyshev nel 1999 (tappa Sestriere – Alpe d’Huez vinta da Guerini)

Col du Télégraph (1566m). Attraversato dalla Route départementale 902 (“Route des Grandes Alpes”) tra Saint-Michel-de-Maurienne e Valloire, non è mai stato affrontato dal Giro. Il Tour l’ha affrontato 28 volte come GPM. Il primo a transitare sotto lo striscione è stato il francese Émile Georget nel 1911, che poi scollinò in testa anche sul vicino Galibier e s’impose nella Chamonix – Grenoble; ultima gloria per lo spagnolo Gorka Izagirre nella tappa Modane – Alpe d’Huez, conquistata dal francese Pier Rolland. Gli italiani che sono transitati in testa sul Télégraph sono stati sette (contando anche Camellini, che prenderà la cittadinanza francese l’anno successivo): Bartolomeo Aymo nel 1924, Francesco Camusso nel 1935, Fermo Camellini nel 1947, Gastone Nencini nel 1957, Pietro Campagnari nel 1972, Giovanni Battaglin nel 1979 e Rodolfo Massi nel 1998.

Col du Galibier (2642m). Separa il Massiccio dei Cerces da quello d’Arvan-Villards ed è attraversato dalla Route départementale 902 (“Route des Grandes Alpes”) tra Valloire e il Col du Lautaret. Non è mai stato affrontato dal Giro, mentre vanta 58 passaggi del Tour tra il 1911 e il 2011, quando il centenario fu festeggiato con due scalate, proposte in due giorni differenti e da due versanti differenti. Il primo a conquistarlo fu il francese Émile Georget, l’ultimo il lussemburghese Andy Schleck, che mise il suo sigillo su entrambi i passaggi del 2011. In mezzo si contano 9 passaggi “tricolori”: Bartolomeo Aymo nel 1924, Francesco Camusso nel 1932, Gino Bartali nel 1937, Mario Vicini nel 1938, Fermo Camellini nel 1947, Fausto Coppi nel 1952, Franco Chioccioli nel 1992, Marco Pantani nel 1998 e Stefano Garzelli nel 2003.

RINGRAZIAMENTI

Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Foto copertina: il monumento ad Henry Desgrange sul Col du Galibier (flickr)

Scorcio di Cesana Torinese (www.affitto.it)

Scorcio di Cesana Torinese (www.affitto.it)

Il Forte di Exilles visto in Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno (www.davinotti.com)

Il Forte di Exilles visto in <<Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno>> (www.davinotti.com)

Susa, Arco di Augusto (www.virtualtourist.com)

Susa, Arco di Augusto (www.virtualtourist.com)

Lago del Moncenisio (panoramio)

Lago del Moncenisio (panoramio)

Aussois, uno dei forti della Barriera dellEsseillon (www.tripadvisor.com)

Aussois, uno dei forti della Barriera dell'Esseillon (www.tripadvisor.com)

Modane, il vecchio traforo ferroviario del Frejus (www.mit.gov.it)

Modane, il vecchio traforo ferroviario del Frejus (www.mit.gov.it)

Salendo al Galibier (marc.liaudon.pagesperso-orange.fr)

Salendo al Galibier (marc.liaudon.pagesperso-orange.fr)

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