GATTEO, TERRA DI FELLINE E DI KATUSHA

marzo 21, 2013
Categoria: News

Nella prima semitappa della Settimana Coppi e Bartali il 23enne di Torino, in testa per tirare la volata al compagno Mattia Gavazzi, prende il largo su una rotonda a 700 metri dal traguardo e si impone per distacco nella cittadina romagnola davanti allo sprinter di Iseo, ad Alessandro Bazzana e a Filippo Baggio. Nella cronosquadre del pomeriggio, disputata con un’inedita formula, il successo va alla Katusha davanti a Cannondale, NetApp-Endura e Lampre-Merida con il russo Maxim Belkov che conquista la maglia rossa di leader.

Foto copertina: la Katusha in azione nella crono pomeridiana (foto Giuseppe De Socio)

Si è aperta con due semitappe, la prima in linea di 99,5 km con partenza e arrivo a Gatteo e la seconda una cronosquadre di 11,2 km da Sant’Angelo a Gatteo Mare, la 27a edizione della Settimana Internazionale Coppi e Bartali, corsa a tappe di cinque giorni che a partire dal 2001 ha assunto questa denominazione e che si disputa sulle strade dell’Emilia Romagna. Tra i protagonisti al via il vincitore uscente Jan Barta (NetApp Endura) che dovrà difendere il titolo dall’assalto dalla coppia della Lampre-Merida composta da Damiano Cunego, che si è imposto nel 2006 e nel 2009 ed è l’unico ad aver centrato la doppietta, e da un Diego Ulissi terzo un anno fa e in grande evidenza alla Parigi-Nizza, e da quelli dal trio della Cannondale formato da Ivan Basso, Damiano Caruso e Moreno Moser, tutti a caccia di un riscatto dopo un inizio di marzo non esaltante, degli esperti atleti dell’Androni Franco Pellizotti ed Emanuele Sella, vincitori rispettivamente nel 2005 e nel 2011, del cronoman svedese Fredrik Kessiakoff (Astana), dello scalatore spagnolo Sergio Pardilla (Mtn Qhubeka) e del 41enne ma ancora competitivo Davide Rebellin (Ccc Polsat) anche se dopo quanto fatto alla Tirreno-Adriatico in cui ha lottato alla pari con atleti del calibro di Vincenzo Nibali, Chris Froome, Alberto Contador e Joaquim Rodriguez l’uomo da battere per la classifica generale potrebbe essere Mauro Santambrogio (Farnese Vini), che potrà contare su un gregario di lusso come Stefano Garzelli: altri nomi di spicco nella start list sono Roberto Ferrari e Adriano Malori (Lampre-Merida), Simone Ponzi (Astana), Mikhail Ignatiev (Katusha), Enrico Battaglin e Stefano Pirazzi (Bardiani-CSF), Matteo Rabottini (Vini Fantini), Fabio Felline e Mattia Gavazzi (Androni), Artem Ovechkin (RusVelo), Marec Rutkiewicz (CCC Polsat), Marc De Maar (UnitedHealtCare), Jurgen Van Goolen (Accent Jobs), Fabio Duarte e Leonardo Duque (Colombia) e Dominique Cornu (Topsport Vlaanderen).
La prima semitappa si è disputata lungo lo stesso percorso che vide un anno fa il successo di Elia Viviani, caratterizzato dalle ascese in rapida successione di Sogliano al Rubicone e Passo delle Siepi prima degli ultimi 35 km in discesa e pianura verso il traguardo, ed è vissuta sulla fuga del neoprofessionista veronese Alessandro Mazzi (Utensilnord) che ha acquisito fino a 5′ di margine ma a 11 km dal traguardo ha dovuto arrendersi di fronte al ritorno del gruppo dal quale, sotto la spinta degli uomini dell’Androni, hanno perso contatto in salita un’ottantina di atleti tra cui piuttosto sorprendemente Duarte mentre Ferrari, probabilmente il favorito in caso di arrivo allo sprint, ha scollinato con i migliori ma è rimasto vittima di una foratura nella discesa del Passo delle Siepi e non è più riuscito a rientrare malgrado il supporto dei compagni Matteo Bono e Luca Wackermann. Negli ultimi km è sempre stata la formazione di Gianni Savio a condurre il plotone per Mattia Gavazzi, già vincitore in stagione di una tappa al Tour de San Luis, con Fabio Felline deputato a lanciargli la volata, ma ai 700 metri dall’arrivo il 23enne torinese si è portato in testa e ha approcciato una rotonda talmente velocemente da guadagnare diversi metri nel confronti del resto del gruppo e ha quel punto ha tirato dritto fino al traguardo dove si è imposto con 1” su Gavazzi che a sua volta ha regolato nettamente il bergamasco Alessandro Bazzana (UnitedHealtCare), il padovano Filippo Baggio (Ceramica Flaminia), il belga Thomas Sprengers (Topsport Vlaanderen) e il campione mondiale under 23 kazako Alexey Lutsenko (Astana): nel finale una caduta che ha coinvolto Christopher Jones (UnitedHealtCare) e Iker Camaño (NetApp-Endura) ha spezzato in diversi tronconi il plotone ma tutti gli uomini di classifica hanno chiuso assieme con un distacco di 19” da Felline.
La cronosquadre del pomeriggio si è disputata con pioggia a intermittenza e una formula del tutto inedita, fortemente voluta dall’organizzatore Adriano Amici: ciascuna delle 25 squadre in gara è stata infatti suddivisa in due gruppi da 4 corridori e a ciascun gruppo è stato assegnato il tempo effettivo al traguardo, come se a gareggiare ci fossero 50 formazioni differenti, che veniva preso nel momento in cui il secondo atleta tagliava la linea bianca. Una simile formula ha fatto sì che le squadre con ambizioni di classifica generale abbiano schierato i loro big insieme ai migliori passisti, come ad esempio hanno fatto la Lampre-Merida con Malori ad affiancare Cunego, Ulissi e Pietropolli e la Cannondale con Paolo Longo Borghini insieme a Basso, Caruso e Moser, lasciando gli atleti meno dotati nel secondo quartetto: questo scenario ha avvantaggiato le formazioni che potevano contare su più specialisti a partire dalla Katusha, che ha schierato Maxim Belkov, Alexander Porsev, Sergey Chernetskiy e l’iridato under 23 a cronometro Anton Vorobev e si è imposta con 5” sulla Cannondale, 8” sulla NetApp-Endura (Barta, Camaño, Huzarski, Pimenta), che si era imposta un anno fa a Crevalcore in una cronosquadre tradizionale, 11” sulla Lampre-Merida e sulla Lokosphinx (Shilov, Sokolov, Shpilevsky, Argueyles) e 17” sulla RusVelo (Solomennikov, Zakarin, Ovechin, Firsanov) mentre l’Astana di Kessiakoff ha chiuso a 21”, la Vini Fantini di Santambrogio a 23”, la CCC Polsat di Rebellin a 26” ed entrambi i quartetti dell’Androni a 31”, facendo sì che Felline dovesse immediatamente cedere la leadership della generale a Belkov, che guida ora con 2” sul compagno Chernetskiy, 5” su Caruso, Basso e Moser, 6” su Longo Borghini e 8” su Barta e Huzarski: difficilmente però il 28enne russo potrà conservare la maglia rossa al termine della seconda tappa, 162,3 km da Gatteo Mare a Sogliano al Rubicone che prevede un circuito di 22,1 km da affrontare per cinque volte con la scalata di Ville di Monte Tiffi, 3 km al 7% di pendenza media con punte al 16 e ultimo scollinamento a 9 km dal traguardo, in vista del quale è posto un ulteriore muro al 17% prima degli ultimi 100 metri ancora in salita al 6%.

Marco Salonna

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