IL MODO(LO) GIUSTO PER BATTERE CAV

gennaio 23, 2013
Categoria: News

Il 25enne di Conegliano dopo il secondo posto della frazione inaugurale si prende la rivincita sul campione del mondo di Copenhagen facendo valere la maggiore attitudine a un traguardo in leggera ascesa come quello di Terrazas del Portezuelo, saltando il rivale negli ultimi metri e conquistando la leadership nella generale. Nella top ten gli altri azzurri Petacchi, Chicchi, Belletti e Lasca

Foto copertina: Modolo “schizza” sopra tutti al Tour de San Luis (foto Bettini)

Per la prima volta nella sua breve storia il Tour de San Luis è approdato in quel di Terrazas del Portezuelo al termine di una tappa di 171,4 km con partenza da Tilisarao senza particolari asperità ma con le ultime centinaia di metri in leggera ascesa e pertanto non adattissime agli sprinter puri, a partire da Mark Cavendish (Omega-QuickStep) che dopo il successo nella frazione inaugurale di Villa Mercedes si presentava comunque con il ruolo di grande favorito. Ancora una volta sono stati i corridori argentini a smuovere le acque nelle prime fasi di corsa e in particolare quelli della formazione di casa San Luis-Somos Todos che ha mandato in avanscoperta Emmanuel Guevara, quasi sempre all’attacco anche nell’edizione 2012, e Leandro Messineo insieie ai quali si sono aggregati l’altro argentino Julian Gaday (Buenos Aires Provincia), lo statunitense Ben Jacques-Maynes (Jamis-Hagens Berman) e il ceco Martin Hacecky (Dukla Praha), già in fuga nella prima tappa: similmente a quanto accaduto ieri l’Omega-QuickStep ha in ogni caso controllato la situazione e con la collaborazione dell’Orica-GreenEdge di Leigh Howard e della Cannondale di Peter Sagan e Lucas Sebastian Haedo non ha avuto difficoltà a riprendere a circa 10 km dal traguardo i fuggitivi, che avevano raggiunto un vantaggio massimo di 8 minuti, con Messineo, Guevara e Jacques-Maynes ultimi ad arrendersi. Gli ultimi km sono stati condotti dalla corazzata di Patrick Lefevere con il 23enne di Borgo Valsugana Matteo Trentin in funzione di ultimo uomo per Cavendish che ha lanciato lo sprint dalla prima posizione; la strada che tirava leggermente ha però tagliato le gambe al fuoriclasse dell’isola di Man che non è riuscito ad esprimere tutta la sua potenza a differenza del trevigiano Sacha Modolo (Bardiani) che, dopo essere stato ben pilotato nelle prime posizioni dai compagni di squadra, è uscito di prepotenza dalla ruota del britannico e lo ha saltato nettamente aggiudicandosi il primo successo di una stagione che, dopo l’ottimo esordio tra i pro nel 2011 e un 2012 non all’altezza delle aspettative in cui è stato protagonista solo in corse di secondo piano, potrebbe rappresentare quella del salto di qualità per un atleta che resta tra i giovani più promettenti del nostro ciclismo. Cavendish ha quantomeno salvato la piazza d’onore dalla rimonta di Howard con il belga Jens Debusschere (Lotto-Belisol) 4°, Peter Sagan 5° e i nostri Alessandro Petacchi (Lampre-Merida), Francesco Chicchi (Vini Fantini), Manuel Belletti (Ag2r) e Francesco Lasca (Caja Rural) che hanno chiuso nell’ordine dal 6° al 9° posto. La classifica generale vede Modolo balzare in testa per il gioco dei
piazzamenti davanti a Cavendish, Howard, Petacchi, Sagan e Belletti ma sono ben
118 gli atleti ancora con lo stesso tempo, tra i quali non c’è però Joaquin Rodriguez (Katusha) che è giunto a Terraza del Portezuelo con un ritardo di 2′43” e che probabilmente interpreta questo Tour de San Luis esclusivamente come un allenamento in vista dei prossimi più importanti appuntamenti. Delle reali condizioni di forma di Purito e degli altri big a partire da Vincenzo Nibali (Astana) e Alberto Contador (Saxo-Tinkoff) ne capiremo comunque di più al termine della terza tappa, 173,1 km da La Punta ai 1270 metri di Mirador del Potrero al termine di un’ascesa di 5 km lungo la quale il madrileno ha già fatto la differenza nel 2012 anche se, in seguito alla squalifica per il caso clenbuterolo, la vittoria fu poi attribuita a Levi Leipheimer mentre nelle edizioni precedenti si sono imposti Josè Serpa e Rafael Valls.

Marco Salonna

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