COSENZA – MATERA. TERRA DI SASSI, TERRA DI PASSIONE

maggio 8, 2013
Categoria: News

La risalita della penisola inizia con una tappa dal finale al contempo impegnativo e spettacolare. Nell’incantevole scenario dei Sassi a soffrire saranno, però, solo i velocisti. A loro, infatti, è dedicata questa frazione che riproporrà lo stesso finale delle tappe conquistate da Cipollini nel 2000 e da Baldato nel 2003, caratterizzato da due ascese dure ma non abbastanza da far fuori tutti gli sprinter: a emergere saranno i grandi assi della volata, come testimonia l’albo d’oro delle frazioni materane della corsa rosa.

Non è un caso se Pier Paolo Pasolini prima e Mel Gibson poi abbiano scelto i “Sassi” materani per girare le loro pellicole dedicate a Gesù Cristo. Quelle povere case scavate nella dura roccia ben rappresentavano anni di grama vita di stenti, di autentica passione vissuta sulla carne di genti dedite alla pastorizia, come avveniva ai tempi dell’antica Palestina. Una “durezza” che si rifletterà anche sul finale della quinta frazione della corsa rosa e non solo perché l’occhio della telecamera avrà modo di abbracciare gli stessi scenari che nel 1964 fecero da sfondo a “Il Vangelo secondo Matteo” e nel 2003 a “The Passion of the Christ”. Delle sette frazioni che Mauro Vegni ha pensato per i velocisti proprio questa sarà la più ardua, un palcoscenico destinato ai “Mastroianni” dello sprint come dimostrato dagli ultimi tre arrivi di tappa a Matera, dove s’imposero i primattori della specialità, prima Cipollini (due volte, nel 1998 e nel 2000) e poi Baldato (2003). A respingere tutte le comparse della volata saranno le due ascese che si dovranno superare, una dietro l’altra, a ridosso del traguardo, a sua volta posto in cima a una breve rampetta. L’azione di un uomo solo andrà comunque tenuta in conto, ma i tre citati precedenti illustrano bene come, nel ciclismo moderno, le squadre degli sprinter siano divenute in grado di tenere a bada gli attacchi in finali che un tempo erano considerati proibitivi. Difficilmente, dunque, assisteremo al felice esito di un tentativo nato sulle ultime difficoltà, come quello che nel 1976 riuscì al belga Johan De Muynck, scappato sui sampietrini di un finale che prevedeva lo sdrucciolevole attraversamento dei Sassi, passaggio criticato per la sua pericolosità e mai più riproposto.
Tolti gli ultimi 25 Km, non presenterà altre grosse difficoltà questa frazione, con la quale il Giro inizierà la veloce risalita dello stivale italico (tra cinque giorni saremo già al nord, pronti all’appuntamento con le prime salite alpine). Si partirà da Cosenza, città che può vantare un museo unico nel suo genere, una galleria d’arte all’aperto le cui opere sono esposte lungo il centralissimo Corso Mazzini. Opere d’arte moderna si affiancano così ai più datati monumenti cittadini come il Duomo e la chiesa di San Domenico.
I primi 40 Km si svolgeranno pianeggianti nella valle del Crati, scorrendo paralleli al fiume più importante della Calabria e all’Autostrada del Sole, incontrando prevalentemente insediamenti industriali. In quest’area i centri sono, infatti, scaglionati sulle pendici delle montagne che stringono la valle, da una parte la Catena Costiera, dall’altra due delle tre “Sile”, la Grande e la Greca. Tra questi centri meritevole di una deviazione è Luzzi, nel cui territorio ricadono i resti dell’importante abbazia della Sambucina, fondata dai benedettini nel 1140 e abbandonata in seguito ad una lunga serie di terremoti e smottamenti.
Giunti sulle rive del lago di Tarsia, bacino creato artificialmente nel 1959 sbarrando il corso del Crati, si andrà ad affrontare l’unica salita prevista nei primi 175 Km di gara. Con pendenze modeste (sono 7,7 Km al 3,8%, con i primi 3,5 Km al 6,1% e un picco del 10,4%) si ascenderà a Spezzano Albanese, centro che – come molti altri della zona – fu fondato in seguito all’emigrazione di popolazioni provenienti dall’Albania, avvenuta nel XV secolo dopo un’invasione turca, che portarono in Italia non solo usi e costumi, ma anche la loro religione e, ovviamente, la lingua. Qui si parla, infatti, l’arberesco, dialetto tipico dell’Albania meridionale e, anche se in questa regione non vige amministrativamente il bilinguismo, può capire di incontrare pannelli stradali vergati in due maniere differenti (nello specifico caso, sotto Spezzano Albanese s’incontra l’”arbëreshë” Spixanë). Giù dalla successiva discesa si riguadagnerà la pianura, andando a imboccare la strada che punta verso il litorale jonico, raggiungendolo dopo aver attraversato la piana di Sibari, la più vasta pianura della Calabria (475 Km quadrati), nel cui cuore si trova l’area archeologica di Sybaris, una delle più antiche colonie greche d’Italia, fondata nel 720 a.C. dal condottiero Is di Elice.
Nel rimanente tratto da percorrere sul suolo calabro, poco meno di 50 Km privi di asperità, il compagno di viaggio sarà il mare, mentre il gruppo attraverserà sei località balneari, tutte figlie di centri appollaiati sulle prime pendici del massiccio del Pollino. Doppiato il Capo Spulico, il promontorio che separa il golfo di Corigliano da quello di Taranto, e rasentato il pittoresco castello della Pietra di Roseto, il tracciato varcherà il confine con la Basilicata, discostandosi leggermente dalla linea di costa. Si punterà ora su Policoro, importante centro agricolo che nel 2004 fu sede di tappa al Giro d’Italia, al termine della quarta delle nove frazioni conquistate quell’anno da Alessandro Petacchi, record per quanto concerne il secondo mezzo secolo di vita della corsa rosa. Meglio di lui fece solo Alfredo Binda nel 1927, quando vinse 12 delle 15 tappe previste, pari all’80% dell’intera corsa, la stessa percentuale di vittorie conseguita da Costante Girardengo al Giro del 1923, che però prevedeva solo 10 tappe.
Attraversata Scanzano Jonico, nel 2010 set delle scene finali di “Basilicata coast to coast” (il primo film lucano al 100%, scritto, diretto e interpretato dal lauriota Rocco Papaleo), il percorso lambirà il tormentato colle sul quale sorge Pisticci, borgo arroccato che vide spesso i suoi quartieri spazzati via dalle frane. Per questo motivo negli anni 70 molti cittadini, stufi delle continue rovine, traslocarono nella moderna frazione di Marconia, creata come luogo di confino dei dissidenti politici durante il periodo fascista, che nel 1984 fu teatro di uno dei più rocamboleschi finali di tappa al Giro d’Italia. Quel giorno il gruppo decise di scioperare per lamentarsi di alcune pecche dell’organizzazione e, nella fattispecie, di tagliare il traguardo a piedi. All’ultimo momento, però, Franco Cribiori, ds dell’Atala, ci ripensò e impose a Urs Freuler di fare la volata: nella sorpresa generale l’elvetico partì di scatto a cento metri dall’arrivo e, cogliendo gli avversari del tutto impreparati, fece facilmente sua una tappa che fu omologata per l’ordine d’arrivo ma non per le tasche del corridore, in seguito alla decisione della giuria di confiscare i premi di tappa per spirito antisportivo.
Alle porte di Metaponto, altra importante località archeologica (il principale reperto dell’antica Metapontion è costituito dai resti del tempio di Hera, noto come “Tavole Palatine”), il tracciato abbandonerà la statale litoranea per addentrarsi in direzione di Matera. Ancora per una buona ventina di chilometri, però, il tracciato rimarrà pianeggiante, sino ai piedi del colle su cui sorge Montescaglioso, centro che dal 2004 può fregiarsi del titolo di città e che è dominato dalla vetusta abbazia benedettina di San Michele Arcangelo, recentemente riaperta dopo un lungo periodo di abbandono e che nel 1963 fu sede delle riprese di un film horror, “Il demonio”, girato anche nella vicina Matera e nella un po’ più distante Miglionico. In quanto alla salita, non farà certo vedere i demoni al gruppo, ma non sarà facilissima perché, come nel 2003, non si salirà dalla vecchia strada a tornanti percorsa nel 2000, ma da una moderna variante che decolla con un ripido drittone lungo poco più di 2 Km (media del 9,5%, massima del 14%) per poi riallacciarsi al percorso classico e addolcirsi di schianto in prossimità dello scollinamento. Quattro chilometri di discesa, altrettanti di falsopiano e poi si riprenderà a salire alla volta di Matera, rasentando i confini del Parco Regionale delle Chiese Rupestri, iscritto con la città nell’elenco dei patrimoni mondiali dell’UNESCO e istituito nel 1990 per preservare l’intero territorio della “Murgia materana”, nella quale si trovavo ben 150 chiesette scavate nella roccia e talvolta affrescate. È in quest’area, specificatamente presso il belvedere della Murgia Timone, che Gibson scelse di girare le più celebri e drammatiche scene del suo film, quelle della crocefissione. Stavolta la “passione” sarà più lieve perché la salita non sarà impegnativa come la precedente e, dopo aver affrontato 5,4 Km di strada inclinata al 4,5% (massima dell’8,4%), avrà il suo epilogo alle spalle del “Caveoso”, uno dei due quartieri nei quali è suddivisa l’area dei Sassi, al cui centro si trova la chiesa barocca di San Pietro Caveoso. All’arrivo mancheranno ancora 7 Km circa, su strade scorrevoli che sfiorano pianeggianti il centro storico di Matera per poi scendere attraverso i quartieri moderni e quindi risalire verso la città, dove la tappa si concluderà con 1600 metri di strada lievemente ascendente (media del 2,4%).
Se Via Crucis deve essere che lo sia fino in fondo, fino all’ultima stazione.

MODIFICHE AL PERCORSO
Tolta la salita di Spezzano Albanese, sostituita con quella di Cipolletto (3,9 Km al 3,3%, max 8%)

Mauro Facoltosi

RINGRAZIAMENTI

Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Foto copertina: i Sassi di Matera fanno da sfondo alle drammatiche sequenze della crocifissione (fotogramma tratto da “La Passione di Cristo”, Mel Gibson, 2004)

Cosenza, il museo allaperto di Corso Mazzini (www.calabriaonline.com)

Cosenza, il museo all'aperto di Corso Mazzini (www.calabriaonline.com)

Luzzi, abbazia della Sambucina (www.comunediluzzi.it)

Luzzi, abbazia della Sambucina (www.comunediluzzi.it)

Gli scavi di Sibari (www.agriturismoarmentano.it)

Gli scavi di Sibari (www.agriturismoarmentano.it)

Il castello della Pietra di Roseto (www.bebladimora.it)

Il castello della Pietra di Roseto (www.bebladimora.it)

Pisticci (www.wikimatera.it)

Pisticci (www.wikimatera.it)

Le scene finali di Basilicata coast to coast.... (www.davinotti.com)

Le scene finali di <<Basilicata coast to coast>>.... (www.davinotti.com)

... girate in Piazza Gramsci a Scanzano Jonico (www.davinotti.com)

... girate in Piazza Gramsci a Scanzano Jonico (www.davinotti.com)

Scavi di Metaponto, tempio di Hera (flickr.com)

Scavi di Metaponto, tempio di Hera (flickr.com)

Scene de Il demonio.... (www.davinotti.com)

Scene de <<Il demonio>>.... (www.davinotti.com)

... girate allabbazia di San Michele a Montescaglioso (www.davinotti.com)

... girate all'abbazia di San Michele a Montescaglioso (www.davinotti.com)

Matera, una delle 150 chiese rupestri (www.aptbasilicata.it)

Matera, una delle 150 chiese rupestri (www.aptbasilicata.it)

Matera, San Pietro Caveoso (www.fotoeweb.it)

Matera, San Pietro Caveoso (www.fotoeweb.it)

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