RODRIGUEZ, UN’ALTRA…PIEDRA SULLA VUELTA

settembre 2, 2012
Categoria: News

Due corse in una nella tappa di Lagos de Covadonga con lo spagnolo della Caja Rural che conquista il successo parziale staccando i nove compagni di fuga sull’ascesa finale mentre la gara dei favoriti vede arrivare assieme al traguardo Valverde, Contador e un Purito apparso inattaccabile malgrado i ripetuti attacchi del madrileno, con Froome che cede altri 35” ai tre iberici e si allontana dalla zona podio.

Foto copertina: Valverde, Rodriguez e Contador giunguno assieme ai laghi di Covadonga (foto EFE)

La 15a tappa della Vuelta, seconda di tre frazioni di alta montagna consecutive dopo quella di Puerto de Ancares, è partita da La Robla e si è conclusa dopo 186,5 km in cima ai Lagos de Covadonga al termine di un’ascesa di 13,5 km al 7% di pendenza media che ha fatto la storia della corsa a tappe iberica in particolare negli anni ‘80 e ‘90 quando era inserita sul percorso con cadenza quasi annuale, e che è stata affrontata per l’ultima volta nel 2010 con il successo di Barredo al termine di una lunga fuga e con Vincenzo Nibali che consolidò la sua maglia rossa per poi mantenerla fino a Madrid. Ancora una volta gli attacchi si sono susseguiti fin dai primi km e nel tratto in leggera ascesa verso il Puerto de Pajares si sono avvantaggiati 17 corridori ridottisi a 10 nella successiva tecnica discesa, lungo la quale il gruppo inseguitore si è spezzato in più tronconi con Valverde (Movistar) rimasto attardato e rientrato in seguito con l’aiuto dei compagni di squadra: per molti km i fuggitivi Seeldrayers e Kashechkin (Astana), Mondory (Ag2r), Piedra e De La Fuente (Caja Rural), Reynes (Lotto-Belisol), Lagutin (Vacansoleil), Perez Moreno (Euskaltel), Lastras (Movistar) e Geschke (Argos-Shimano) sono stati inseguiti con decisione da Rabobank, Bmc, Cofidis e Lampre rimaste fuori dal tentativo ma alla fine il gruppo ha alzato bandiera bianca e gli uomini di testa, tutti molto lontani in classifica generale, hanno potuto guadagnare fino a un quarto d’ora con la maglia rosa Rodriguez (Katusha) ben contento che a prendere gli abbuoni sul traguardo fossero i fuggitivi e Contador (Saxo Bank-Tinkoff) che non ha voluto chiedere un altro grande sforzo ai compagni di squadra dopo quello compiuto nella tappa di Puerto de Ancares; neppure lungo le rampe dell’Alto Mirador del Fito, salita breve ma arcigna la cui vetta era posta a 40 km dal traguardo, la situazione è cambiata e i dieci uomini al comando hanno potuto giocarsi il successo sull’ascesa finale.
Sulla carta i più quotati tra gli uomini al comando erano Kashechkin, terzo in classifica generale alla Vuelta 2006, Seeldrayers, maglia bianca al Giro 2009, il campione uzbeko Lagutin e De La Fuente ma a partire con decisione dopo alcune scaramucce iniziali è stato l’altro atleta della Caja Rural Piedra che ha immediatamente fatto il vuoto dietro di sè: sembrava che l’azione fosse finalizzata a un successivo contrattacco del suo compagno di squadra e invece il 26enne spagnolo, che non si era mai visto nei giorni precedenti e che come miglior risultato in carriera vantava un successo di tappa al Giro del Portogallo 2009, ha continuato a incrementare il suo vantaggio sugli inseguitori tagliando il traguardo con 2′02” su Perez Moreno, Mondory e De La Fuente, 2′07” su Lastras, 2′12” su Geschke, 2′25” e 3′35” sui deludenti Seeldrayers e Kashechkin, 3′49” su Reynes e 6′45” su un Lagutin lontano parente del brillante protagonista della Vuelta di un anno fa che ha inopinatamente perso terreno fin dai primi km di salita.
La corsa dei favoriti ha visto la Saxo Bank-Tinkoff entrare finalmente in azione sulle primissime rampe che portavano ai Lagos con un forcing che lasciava presagire un immediato attacco di Contador ma l’atleta di Pinto non si è mosso in prima persona e ha lanciato in avanscoperta uno dopo l’altro i gregari Navarro, Hernandez e Majka insieme ai quali si sono avvantaggiati Quintana (Movistar), che per la prima volta dall’inizio della Vuelta ha mostrato le sue grandi doti di grimpeur, e il duo Euskaltel composto da Verdugo e da un volitivo Anton, a caccia di un posto nella top ten della generale malgrado le sue ambizioni alla partenza di Pamplona fossero ben altre: in ogni caso la Katusha ha sempre tenuto nel mirino questi uomini imponendo con Losada e Moreno un ritmo regolare al quale non hanno retto il 7° della generale Roche (Ag2r) e il 13° Capecchi (Liquigas) mentre Froome (Sky), 3° alla vigilia in coabitazione con Valverde, sia pure soffrendo riusciva grazie al supporto dei compagni Uran ed Henao a rimanere aggrappato al gruppo dei big che oltre a Rodriguez, Contador e al murciano comprendeva anche Gesink e Ten Dam (Rabobank), Marczynski (Vacansoleil), Anacona e Niemiec (Lampre), Talansky (Garmin), Intxausti (Movistar) e De Clercq (Lotto-Belisol). Il primo a rompere gli indugi è stato Valverde che a 7 km dal traguardo si è riportato su Quintana e Anton, che avevano nel frattempo distanziato i compagni d’avventura, immediatamente seguito da Rodriguez e un Contador che finalmente è entrato in azione effettuando di lì al traguardo ben sei scatti che però non hanno in alcun modo fiaccato la resistenza della maglia rossa, un po’ perchè durati tutti non più di un centinaio di metri e un po’ perchè nel finale la salita presentava tratti molto duri alternati però ad altri più pedalabili o addirittura in contropendenza, tanto che anche Valverde e Quintana salendo con il proprio passo sono riusciti in ogni occasione. Al traguardo i tre spagnoli sono arrivati assieme con un ritardo di 9′25” da Piedra seguiti dal colombiano a 9′38”, da Anton a 9′48” e dal gruppo di Gesink, Moreno e Froome, che a più riprese ha perso qualche decina di metri dagli atleti che lo accompagnavano per poi rientrare nel finale, a 10′00”, mentre Roche ha chiuso a 10′55”, preceduto a 10′42” dal compagno Nocentini che ha chiuso a 10′42” risultando il migliore degli italiani di giornata, e Capecchi, che ha vissuto la sua giornata più negativa dall’inizio della Vuelta, ha accusato un distacco di 11′31”.
Il grande sconfitto del giorno è dunque Froome che per la prima volta da diversi giorni scivola fuori dalla zona podio in una classifica generale che vede Rodriguez sempre al comando con 22” su Contador, 1′41” su Valverde, 2′16” sul britannico, 4′51” su Moreno e 5′42” su Gesink mentre Capecchi pur rimanendo il migliore dei nostri è arretrato al 18° posto a 11′24”: i corridori sono ora attesi da quella che è la tappa regina della Vuelta, 183,5 km da Gijón a Cuitu Negru in cui verranno scalati il Puerto de San Lorenzo, l’Alto de la Cobertoria e l’ascesa finale, che altro non è che il Puerto de Pajares, lungo il quale nel 2005 Heras con la più bella impresa della sua carriera strappò la maglia amarillo a Menchov salvo perderla a fine Vuelta in quanto positivo all’EPO, con l’aggiunta di 2,8 tremendi km conclusivi con pendenza media intorno al 15% e punte oltre il 24.

Marco Salonna

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