GLI AZZURRI VOGLIONO IMPARARE A SALTARE COME CANGURI

ottobre 3, 2011
Categoria: Giro di pista, News

Qualcosa cambia davvero! Dopo tanti annunci e tante speranze, spesso cadute nel nulla, i campionati italiani disputatisi la scorsa settimana a Montichiari hanno mostrato che forse questa è la volta buona per dire che qualcosa sta cambiando e in positivo per la pista italiana.

Foto copertina: la formazione Androni Giocattoli in azione nel vittorioso inseguimento a squadre (foto Bettini)

Dopo troppo tempo, finalmente i campionati italiani di ciclismo su pista tornano a disputarsi in un impianto al coperto e con le misure internazionali. Senza nulla togliere ai velodromi scoperti che in questi anni hanno dato e continuano a dare tantissimo al ciclismo, era però una carenza notevole far disputare le prove nazionali su velodromi che non hanno le caratteristiche che si trovano in giro per il mondo.
Questa però è stata solo la prima e più evidente delle novità che sono emerse agli italiani. Un’altra bella notizia è stata la risposta sia del pubblico, accorso sempre numerosissimo a vedere le gare, che degli atleti, i quali nonostante questo italiano sia stato disputato solo una settimana dopo i campionati del mondo su strada, non hanno voluto rinunciare all’occasione di poter vincere la maglia tricolore. E allora ecco che tanti protagonisti azzurri della settimana iridata sono stati protagonisti anche a Montichiari, su tutti la campionessa del mondo su strada Giorgia Bronzini e la speranza, sempre più certezza, Elia Viviani, senza dimenticare una bella schiera di atleti juniores già azzurri a Copenaghen.
L’ultima novità di cui si è parlato molto nel parterre di Montichiari, dove tutte le maggiori cariche della FCI sono passate almeno per una mezza giornata, è la decisione presa dalla federazione che prevede. a partire dalla stagione 2012, di vietare una Domenica al mese alle categorie giovanili di correre su strada, consentendo però l’attività su pista, ciclocross, MTB, BMX o cronometro.
La scuola australiana che da anni dimostra come la polivalenza degli atleti dia una marcia in più al movimento tutto, ha finalmente fatto svegliare le coscienze dei nostri dirigenti che giustamente hanno deciso di copiare quanto di buono altre federazioni stanno facendo. Il risultato di questa decisione, ancora da definire nei particolari e che certamente sarà accettata con molte difficoltà dai più tradizionalisti, avrà almeno due effetti positivi: evitare un’attività troppo intensa per i più giovani e permettere a ciascuno di cimentarsi nelle diverse discipline, imparando ciò che ciascuna ha di specifico e potenziando alcune attitudini che solo facendo attività diverse dalla strada sono incrementabili.

Entrando nelle specifico della rassegna tricolore, non analizziamo prova per prova i risultati, lavoro che risulterebbe lungo e di poco interesse. Cerchiamo invece di far emergere anche attraverso essi, ciò che sta cambiando.
Il movimento juniores già da un po’ di tempo mostra di avere grandi potenzialità, sia in ambito maschile che in ambito femminile. Abbiamo atleti molto validi sia per le prove endurance che per le prove veloci e l’aver visto la Confalonieri vincere il titolo italiano con la maglia iridata addosso dopo una prova combattutissima dimostra che atlete di alto livello ne abbiamo molte. Merito di questo risultato è sicuramente da attribuirsi oltre che agli atleti anche alle società: tra queste segnaliamo la cicli Fiorin Despar, società che ha fatto incetta di tricolori e che da sempre fa della polivalenza una sua caratteristica.
In ambito professionistico, il movimento femminile si basa ancora troppo sulle atlete stradiste prestate alla pista. Ben vengano tutte queste campionesse, che ci permettono anche a livello interazionale di ottenere ottimi risultati, ma non bastano, il settore velocità che non può basarsi sulle stradiste è apparso ancora in affanno e la solita Frisoni ha incrementato ancora la sua collezione di titoli non avendo avversarie in grado di metterla in difficoltà.
Gli uomini, invece, dopo anni di letargo hanno dimostrato qualche progresso, non solo con il solito Elia Viviani, mattatore della manifestazione e beniamino del pubblico, ma anche con altri professionisti che hanno deciso di cimentarsi nelle prove su pista a loro più congeniali. I portacolori della Androni, ad esempio, erano presenti in molti e hanno partecipato a tante prove, ottenendo anche belle vittorie, la più prestigiosa delle quali è stata forse quella ottenuta nella prova olimpica dell’inseguimento a squadre.
Anche nelle prove veloci, si è visto qualche segnale di ripresa. Dopo il doloroso e forzato addio alle competizioni di Roberto Chiappa, che si è infortunato durante le qualificazioni della velocità, il Team Ceci ha dimostrato tutto il proprio valore. Luca Ceci, dopo un periodo di inattività si è ripresentato in pista con una forma mai vista in precedenza e questo gli ha permesso di vincere la velocità a squadre, la velocità individuale e di stabilire il record italiano sul km da fermo (risultato, però, subito migliorato dal cugino Francesco Ceci, che ha fatto segnare un tempo che avrebbe permesso ad entrambi di entrare fra i primi 10 in una manifestazione internazionale). Anche fra gli juniores il team Ceci ha dimostrato di essere il miglior team italiano nel settore veloce.
La speranza che stavolta qualcosa stia cambiando davvero è fondata, ma è sbagliato cantare vittoria troppo presto. C’è ancora molta strada da fare da parte di tutti: atleti, sponsor, organizzatori, federazione e società. Siamo certi che investire sulla pista sia una cosa giusta e fruttuosa, speriamo che anche altri la pensino come noi e che finalmente la pista italiana possa tornare ai livelli che le competono.

Tutti i risultati dei campionati italiani si trovano all’indirizzo uffiacile del velodromo di Montichiari http://www.velodromofassabortolo.com/

Matteo Colosio

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