GLI AZZURRI LOTTANO MA E’ STRAPOTERE FRANCIA

settembre 23, 2011
Categoria: News

I nostri atleti under 23 corrono da protagonisti in tutte le fasi della gara e Fortin è ben posizionato per la volata finale ma negli ultimi 500 metri in leggera salita deve arrendersi ai transalpini Demare e Petit che conquistano oro e argento mentre il bronzo va al britannico Fenn.

Foto copertina: Arnaud Demare portato in trionfo dal connazionale Petit e dal britannico Fenn, rispettivamente 2° e 3° (foto Bettini)

La prova mondiale degli under 23, riservata anche ai professionisti che corrono in squadre non del World Tour, si è disputata lungo 12 giri di 14 dell’obiettivamente poco selettivo circuito di Copenhagen per un totale di 168 km: sulla carta i grandi favoriti erano l’australiano Hepburn, bronzo nella prova a cronometro e recente vincitore di due tappe del Tour de l’Avenir, e il francese Demare, 5° un anno fa a Melbourne e da agosto stagista con la FDJ, con l’altro australiano Durbridge, vincitore della crono, l’olandese Bol, il russo Tsatevich e il nostro Colbrelli come possibili outsider: accanto al bresciano, che si è preparato per questa prova disputando il Giro di Padania come stagista con la maglia della CSF, il ct azzurro Amadori ha schierato anche i veneti Fortin e Boem, il comasco Alafaci, il milanese Delle Stelle e il trentino Leonardi.
Proprio Leonardi è stato protagonista della fuga che ha caratterizzato gran parte della corsa, evadendo dal gruppo all’inizio del terzo giro e andando a riprendere il brasiliano Manarelli che aveva attaccato fin dalle prime fasi: la coppia al comando ha acquisito un vantaggio massimo di 4′46” all’inizio del secondo giro ma malgrado il gruppo procedesse a scatti e non ci fosse una nazionale a condurre un vero e proprio inseguimento, ha dovuto arrendersi al ritorno del plotone a 3 giri dal termine: da segnalare in queste fasi la continua presenza nelle prime posizioni degli altri azzurri sempre pronti a replicare ai contrattaccanti per favorire la fuga del compagno di squadra.
Una volta ripresi i due battistrada è stata ancora l’Italia ad accendere la miccia con Alafaci sul quale si è riportato dapprima il danese Juul Jensen e poi il kazako Ayazbayev, lo svedese Landau, il sudafricano Meintjes e addirittura l’eritreo Behrane, a dimostrazione dell’estrema facilità del tracciato. Il vantaggio massimo di questo gruppetto è stato di 34” ma non c’è stato nulla da fare nè per loro nè per il colombiano Betancourt, protagonista nella tappa del Sestriere all’ultimo Giro d’Italia, nè per un inesauribile Boem che ci hanno provato nel corso della penultima tornata.
La volata è stata dunque inevitabile e Italia, Francia, Australia e Gran Bretagna si sono date battaglia negli ultimi km per portare nelle migliori condizioni i propri sprinter: l’inglese Palmer ha imboccato il rettilineo finale in testa con a ruota il compagno Fenn che è stato il primo a lanciarsi ma dalla loro scia sono usciti con un’accelerazione impressionante i francesi Petit, già professionista con la Cofidis, e Demarè che negli ultimi metri ha saltato anche il compagno di squadra andando a conquistare la medaglia d’oro; mentre Colbrelli è rimasto tagliato fuori il nostro Fortin ha per un attimo affiancato Fenn facendo sperare nel terzo posto ma negli ultimi metri ha dovuto arrendersi al britannico che ha conquistato la medaglia di bronzo e si è dovuto accontentare di un comunque positivo 6° posto, superato anche dal tedesco Selig e dall’austriaco Haller.
Nel quadro di una prova comunque convincente da parte degli azzurri sarebbe comunque forse il caso di riflettere sull’opportunità di schierare atleti professionisti come già fanno altre nazioni per le quali la scelta si è rivelata vincente, vedi la Francia con Petit: si conferma comunque al di là di questo la rinascita del ciclismo d’Oltralpe che conquista il suo secondo alloro iridato in 3 anni dopo quello di Sicard a Mendrisio. Del tracciato per nulla selettivo si è già detto ma la gara degli under 23 ci ha dimostrato che gli ultimi 500 metri sono comunque impegnativi, forse troppo per gente come Cavendish e Farrar e decisamente più adatti ad atleti come Sagan, Hushovd, Boasson Hagen o addirittura Gilbert: una riprova l’avremo dunque nella giornata di domani con le prove degli juniores uomini e delle donne èlite, dove Giorgia Bronzini cercherà di difendere il titolo conquistato a Melbourne.

Marco Salonna

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