LO SQUALO NAUFRAGA NELLE ACQUE DEI LAGOS

settembre 3, 2011
Categoria: News

Il siciliano crolla negli ultimi 3 km della 14a tappa, cedendo oltre 1’ ai diretti avversari, e allontanandosi enormemente dall’obiettivo del secondo successo consecutivo alla Vuelta. La frazione va a Rein Taaramae, capace di resistere al rientro nel finale di Juan José Cobo. Sempre in rosso Bradley Wiggins, che conserva i 7’’ di vantaggio su Froome e i 36’’ su Mollema.

Foto copertina: Rein Taaramae celebra il successo a La Farrapona – Lagos de Somiedo (foto mundodeportivo.com)

Volevamo risposte dal terzultimo arrivo in quota della Vuelta 2011, e risposte abbiamo avuto. Non certo, però, quelle che, da italiani, speravamo di ricevere. Vincenzo Nibali è infatti il grande sconfitto di giornata, in virtù del minuto e 21’’ concesso a Bradley Wiggins, Chris Froome e Bauke Mollema negli ultimi 3 km della scalata ai Lagos de Somiedo, antipasto dell’atteso ritorno sull’Angliru a tre anni di distanza dal trionfo di Alberto Contador. Un crollo, quello del siciliano, per nulla previsto, né tantomeno preannunciato da qualche segnale di debolezza mostrato lungo la salita, che ha anzi visto a tratti gli uomini Liquigas al comando, o sul precedente Puerto de San Lorenzo, dove il messinese aveva fatto corsa parallela a quella della maglia rossa.
Anzi, a 3 km dalla conclusione la situazione pareva piuttosto favorevole a Nibali. Rein Taaramae e David De La Fuente, unici superstiti della fuga del mattino, imbastita in compagnia di Bonnafond, Luis Leon Sanchez, Jorgensen, Mondory, Vanmarcke, Benitez, Kroon, Bagot, Isasi, Azanza, Howard, Kuschynski, Vorganov, Bellotti e Righi, erano a distanza di sicurezza (1’ circa) e non facevano paura in ottica classifica generale, staccati rispettivamente di due ore e di 52’. L’azione di Marzio Bruseghin e Daniel Moreno, evasi separatamente sul San Lorenzo e ricompattatisi nel tratto in discesa, era naufragata a causa della collaborazione nulla offerta al veneto dall’uomo Katusha e dagli ex battistrada raggiunti. Le accelerazioni sul penultimo colle di Rodriguez, Cobo e Menchov non avevano sortito particolari effetti, a parte l’evidenziare le difficoltà di un uomo di classifica comunque non di prima fascia quale Haimar Zubeldia.
A far saltare l’unico italiano che ancora regge nelle zone di alta classifica, dopo le giornate no vissute da Michele Scarponi, culminate quest’oggi in un ritiro nelle battute iniziali, ha provveduto il drastico incremento di andature imposto dallo scatto di Cobo, capace di raggiungere e staccare in poche centinaia di metri Moreno – nuovamente uscito dal gruppo – e Txurruka, e dalla successiva reazione di Froome, ancora una volta straordinario nel suo lavoro di gregariato al servizio di Wiggins. E se “It’s better to burn out/than to fade away” sono due splendidi versi per un brano rock, non costituiscono però una brillante scelta per un corridore, come ha dovuto imparare a sue spese il capitano Liquigas.
Anziché perdere progressivamente terreno, infatti, Vincenzo si è infatti piantato sul lato sinistro della strada, venendo rapidamente sfilato da diversi atleti già attardati, fino ad accusare un passivo di 81 secondi sulla linea bianca. Un macigno sulle speranze – fino a stamane vivissime – di bissare il trionfo spagnolo di dodici mesi fa, e di certo la prospettiva di affrontare tra ventiquattro ore l’Angliru non contribuisce a ritrovare la fiducia.
Non nutre invece ormai da giorni ambizioni di classifica l’eroe di giornata, Rein Taaramae, uno dei corridori più attivi della Vuelta, finalmente premiato oggi con il successo parziale. Un successo frutto solo in parte dell’aver azzeccato la fuga buona, giacché, ai piedi dell’ascesa finale, alla coppia formata dall’estone e da De La Fuente restavano appena due dei quasi otto minuti di vantaggio toccati. Solamente un’ultima scalata all’altezza delle attese che circondano da ormai un paio d’anni il corridore dal Baltico ha infatti scongiurato il rientro dei big, che hanno dal canto loro dato una discreta mano ai battistrada con un atteggiamento tattico non esageratamente aggressivo.
Il più coraggioso tra i favoriti è stato senz’altro Juan José Cobo, meritatamente 2° a dispetto di un certo affanno sulle ultime rampe, staccato di 25’’. Quattro in meno di quelli accusati dal compagno De La Fuente, che ha a sua volta preceduto di 11’’ Wouter Poels e di 16’’ il quartetto composto dal redivivo Menchov, da Mollema e dal duo Sky Wiggins – Froome, con quest’ultimo che si è addirittura lasciato preferire al capitano designato.
La coppia in bianco-nero torna ora ad occupare le prime due piazze della generale, con il tre volte oro olimpico su pista al comando per 7’’. Mantiene i 36’’ di distacco Mollema, che approfitta delle difficoltà di Nibali e Kessiakoff (1’59’’ di ritardo per lui) per salire in terza posizione. Sotto il minuto dal leader anche Cobo (+55’’) e Fuglsang (+58’’), oggi giunto al traguardo 1’24’’ dopo Taaramae. Scivolano al 6° e 7° posto lo svedese e il siciliano, mentre non sembrano in grado di colmare il gap dal capoclassifica Monfort (+1’37’’), Van den Broeck (+2’16’’) e Moreno (+2’24’’), tutti discreti ma attardati rispetto a Wiggins.
A restringere ulteriormente il lotto dei papabili vincitori dovrebbe provvedere domani la frazione più attesa della Vuelta 2011, quella che riporterà il GT spagnolo ai 1557 metri dell’Alto de Angliru. Una tappa che sulla carta dovrebbe essere la più adatta per mettere in difficoltà la maglia rossa, in teoria poco adatta alle pendenze estreme della montagna che per primo seppe domare “El Chava” Jimenez. Chi poi, oltre che sulla carta, possa riuscirci sulla strada, è però questione assai più complessa.

Matteo Novarini

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