25-07-2022
luglio 25, 2022 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE FEMMES
L’olandese Marianne Vos (Team Jumbo-Visma) si è imposta nella seconda tappa, Meaux – Provins, percorrendo 136.4 Km in 3h14′02″, alla media di 42.178 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Silvia Persico (Valcar-Travel & Service) e la polacca Katarzyna Niewiadoma (CANYON//SRAM Racing). La Vos è la nuova maglia gialla con 10″ sulla Persico e 12″ sulla Niewiadoma
ETHIAS – TOUR DE WALLONIE
Il belga Arnaud De Lie (Lotto Soudal) si è imposto nella terza tappa, Visé – Rochefort, percorrendo 195.6 Km in 4h39′22″, alla media di 42.009 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’eritreo Biniam Girmay (Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux) e il francese Axel Laurance (B&B Hotels-KTM). Miglior italiano Matteo Moschetti (Trek-Segafredo). L’australiano Robert Stannard (Alpecin-Deceuninck) è ancora leader della classifica con 4″ sul belga Loic Vliegen (Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux) e 6″ sul danese Mattias Skjelmose Jensen (Trek-Segafredo). Miglior italiano Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux), 4° a 8″
PRUEBA VILLAFRANCA – ORDIZIAKO KLAZIKA
Il britannico Simon Yates (Team BikeExchange-Jayco) si è imposto nella corsa spagnola, circuito di Ordizia, percorrendo 165.7 Km in 3h52′51″, alla media di 42.697 Km/h. Ha preceduto di 10″ il neozelandese Dion Smith (Team BikeExchange-Jayco) e lo spagnolo Xavier Cañellas (JAVA Kiwi Atlántico)
VUELTA CICLISTA A VENEZUELA
Il serbo Dusan Rajovic (Team Corratec) si è imposto nella seconda tappa, San Félix – Ciudad Bolivar, percorrendo 113.2 Km in 2h41′13″, alla media di 42.13 Km/h. Ha preceduto allo sprint i venezuelani Xavier Quevedo (Gobierno Bolivariano de Trujillo-Orbea) e Enrique Luis Diaz (Orgullo Andino). Miglior italiano Stefano Gandin (Team Corratec), 25°. Gandin è ancora leader della classifica con 23″ sul venezuelano Cesar Sanabria (Venezuela Pais Futuro) e 24″ sul colombiano Cristhian Montoya (Team Medellin-EPM)
IL PAGELLONE DEL TOUR 2022. PROMOSSI E BOCCIATI DI UN’EDIZIONE DIVERTENTE
luglio 25, 2022 by Redazione
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Il Tour 2022 ci ha appassionato per tre settimane offrendoci uno spettacolo entusiasmante con il duello tra Vingegaard e Pogacar. Siamo certi che ne rivedremo altri, anche più appassionanti, sempre che lo sloveno calcoli un po’ meglio la tattica tappa per tappa e non si faccia prendere dalla voglia di strafare. Certo, anche se qualche piccolo rinforzo nell’UAE Team Emirates sarebbe lecito chiedere…
Team Jumbo Visma. Dimostra di essere la squadra più forte del Tour 2022 schierando due capitani e il ciclista attualmente più completo in circolazione. Fa sfogare gli avversari nella prima settimana per poi sferrare l’attacco decisivo sui Pirenei che di fatto consegna il Tour a Vingegaard. I ritiri di Roglic e di Kruijswijk alla vigilia dei Pirenei non la impensieriscono minimamente, anzi vince tre tappe consecutive (18, 19 e 20) con Vingegaard, Laporte e Van Aert, che si sommano alle altre tre (due di Van Aert ed una di Vingegaard), risultando la squadra con più vittorie di tappe. Voto 9.5
Team INEOS Grenadiers. Ai nastri di partenza appare la più omogenea e meglio assortita delle ventidue squadre in gara. Eppure si vede poco in testa a tirare nelle tappe che contano. Alla fine possiamo dire che abbia svolto il ‘compitino’, avendo ottenuto una vittoria di tappa con Thomas Pidcock e due ciclisti nella top ten finale (Geraint Thomas terzo ed Adam Yates decimo). Vince la classifica a squadre ma lascia l’impressione che le manca qualcosa. Voto 7.5
UAE Team Emirates. Pur avendo il fenomeno da battere, parte da Copenhagen qualche gradino sotto sia al Team Jumbo Visma che al Team INEOS Grenadiers. Perde abbastanza presto due pedine importanti per Pogacar come Vegard Stake Laengen (tappa e George Bennett (Tappa 10) e si fa sorprendere nella tappa del Col du Granon dai continui attacchi del Team Jumbo Visma. Sui Pirenei, dopo il ritiro di Rafal Majka e Marc Soler, sono Mikkel Bjerg e Brandon McNulty a tirare la carretta ma ormai i giochi sono fatti. Voto 7
Team Bahrain Victorious e Team Movistar. Squadre costruite su Caruso e su Mas, non danno mai l’impressione di poter dire la loro e faticano anche a stare a ruota di UAE Team Emirates e Team Jumbo Visma. Proprio Mas e Caruso sono costretti al ritiro causa covid e si prova allora ad andare in fuga con risultati deludenti. Segnaliamo soltanto qualche top ten con Carlos Verona, Luis Leon Sanchez e Dylan Teuns. Voto 5
Jonas Vingegaard. Dopo una prima settimana corsa in modo accorto, emerge prepotentemente – grazie all’aiuto della squadra – nell’undicesima tappa. Sul Col du Granon stacca Pogacar, caduto nel trappolone, e si invola verso la prima vittoria di tappa indossando la maglia gialla che porterà fino a Parigi. Ciliegina sulla torta la vittoria bis ad Hautacam che decreta definitivamente la sua superiorità nei confronti dell’avversario diretto. Voto 9
Tadej Pogacar. Nella prima settimana sembra poter vincere in scioltezza il terzo Tour consecutivo. Vince con apparente facilità a Longwy e sulla Planche des Belle Filles. Ma la voglia di strafare e di stravincere lo fa cadere nella trappola ordita dal Team Jumbo Visma nella fatidica undicesima tappa, in cui rispondendo in prima persona agli attacchi degli avversari, spompa la sua squadra ed anche se stesso, non riuscendo a tenere le ruote di Vingeggard nell’ascesa del Granon. Ottiene la terza vittoria di tappa a Peyragudes quando ormai non ha più margine per scalfire il primo posto del danese. Voto 8.
Geraint Thomas. Dopo la vittoria nel Giro di Svizzera parte con i gradi di capitano
dell’INEOS. E’ l’unico a mantenere, nello svolgimento del Tour, una distanza non incolmabile da Vingegaard e Pogacar. Quanto meno, è sempre l’ultimo a staccarsi dalla ruota dei due avversari principali. Coglie un podio finale che a conti fatti, e soprattutto a 36 anni suonati, gli va più che bene. Voto 7.5
David Gaudu. Oltre 13 minuti e mezzo di ritardo da Vingegaard sono un’enormità, ma il francese della Groupama FDJ riesce a chiudere al quarto posto in classifica generale ottenendo il miglior risultato alla Grande Boucle della sua carriera. Voto 7.
Yves Lampaert. Sorprende tutti nella cronometro iniziale di Copenhagen ed indossa la prima maglia gialla, consegnando alla Quick Step Alpha Vinyl l’unica vittoria di tappa, in assenza di Julian Alaphilippe. Voto 7.
Aleksandr Vlasov. Dopo un inizio difficile con la caduta nella sesta tappa che lo condiziona per il resto della corsa, stringe i denti e proprio nella cronometro finale riesce a entrare nella top five della generale. Considerata la condizione pre Tour, poteva ambire alla top 3. Ci riproverà. Voto 7.
Jasper Philipsen. Delle cinque volate a ranghi compatti del Tour 2022, ne vince due, tra cui la passerella finale sugli Champs Elysées. All’attivo anche due secondi posti ed un terzo posto. Voto 7.5.
Wout van Aert. Dimostra di essere il ciclista più completo in circolazione. Vince volate di gruppo, volate ristrette, cronometro. Tre tappe in totale per il fenomeno belga, a cui vanno sommati diversi piazzamenti. Una maglia verde che ipoteca praticamente nella prima settimana di corsa. Con le vittorie della quarta e dell’ottava tappa. E’ d’aiuto a Vingegaard anche nelle tappe più dure, specialmente in quella dell’Hautacam, dove contribuisce alla vittoria del danese andando in fuga e guidandolo per un paio di km sulla salita finale prima dell’attacco del danese. Due giorni dopo, vincerà nettamente la cronometro di Rocamadour. Voto 9.
Primoz Roglic. Parte con i gradi di co-capitano insieme a Jonas Vingegaard ma il ritardo accumulato e le cadute accusate nella sesta tappa lo tagliano fuori dalla lotta per la classifica generale. Si reinventa gregario contribuendo alla tattica aggressiva che vede la Jumbo Visma premiata nella tappa del Col du Granon. Si ritira dopo la quattordicesima tappa e lo rivedremo alla Vuelta dove sarà quasi certamente capitano unico della formazione olandese. Voto 6.5
Alberto Bettiol. Il ciclista che più di tutti ha fatto sperare in una vittoria di tappa italiana al Tour dopo tre anni. Il toscano trova la fuga giusta nella quattordicesima tappa che si conclude a Mende su un muro davvero impegnativo. Bettiol supera il battistrada Matthews e sembra capace di allungare ma l’australiano non demorde e riprende la testa della corsa, andando a vincere e relegando Bettiol alla seconda posizione. Voto 6
Filippo Ganna. Delude nelle cronometro di apertura e di chiusura uscendo in entrambe dal podio. Se nella cronometro di Copenhagen il meteo e la foratura avevano giocato un ruolo importante, nella cronometro di Rocamadour, adatta alle sue caratteristiche, possiamo dire che il piemontese ha deluso nettamente. Si rifarà agli Europei? Vedremo. Per il resto, lavora per l’INEOS dando un costante apporto ai capitani. Voto 5
Luigi Giglio

Il podio finale del Tour 2022 (foto: Michael Steele/Getty Images)
IL TOUR CHE VERRÀ (e altro ancora)
luglio 25, 2022 by Redazione
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Anche l’anno prossimo il Tour de France scatterà fuori dai confini nazionali. L’edizione 2023 della Grande Boucle, infatti, prenderà il via da Bilbao e si fermerà per quasi tre giorni nei Paesi Baschi
Per un Tour che muore ce n’è uno che si appresta a venire al mondo. La data del “parto” non è ancora stata fissata ma sicuramente sarà un giorno del prossimo autunno, verosimilmente ad ottobre; nel frattempo già da parecchio si conoscono i dettagli del “Grand Départ” perchè a gennaio sono state svelate le prime due tappe e mezza dell’edizione 2023 e si tratterà ancora di una partenza dall’estero. Dopo la Danimarca toccherà, per la seconda volta nella storia, alla Spagna e per la precisione ai Paesi Baschi, dai quali la corsa francese era già salpata nel 1992, quando la città di San Sebastián aveva ospitato prologo e prima tappa, rispettivamente conquistate da Miguel Indurain e dal francese Dominique Arnould. Tra dodici mesi sarà Bilbao a tenere a battesimo la 110a edizione del Tour e si tratterà di un battesimo di fuoco perchè la prima tappa, un circuito di 185 Km, proporrà più di 3000 metri di dislivello e una decina di brevi salite, le più interessanti delle quali saranno le ultime due, il muro della Côte de Pike (2 Km al 9.8% con gli ultimi mille metri al 13% medio) e lo strappo di 1 Km al 5.4% in cima al quale sarà collocato il traguardo. I tremila metri di dislivello li sfiorerà anche la seconda frazione, che muoverà dal capoluogo dei Paesi Baschi, Vitoria-Gasteiz, in direzione di San Sebastián, dove si giungerà dopo aver percorso 210 Km ed aver affrontato, tra le altre ascese, il mitico Alto de Jaizkibel (8.2 Km al 5.2% con gli ultimi 3.7 Km al 7.1%). L’indomani la cittadina di Amorebieta ospiterà la partenza della terza tappa, della quale al momento sono stati svelati solo i primi 140 Km, quelli che si dovranno percorrere per arrivare al valico di frontiera di Irun: il resto del tracciato sarà presentato in autunno anche se, con tutta probabilità, questa frazione potrebbe terminare a Bayonne. Quanto alla montagne è molto probabile che stavolta si affrontino prima i Pirenei delle Alpi, che nelle ultime due edizioni del Tour era state scalate nella prima parte della corsa.
RASSEGNA STAMPA
Tour, Vingegaard re a Parigi. Pogacar dà spettacolo, ma l’ultima tappa va a Philipsen
Gazzetta dello Sport – Italia
Philpsenu parada šampionov, Vingegaardu Tour – Poraz je najboljša šola – Tadej Pogačar se bo vrnil po rumeno majico
Delo – Slovenia
Et øjeblik på en parkeringsplads i midten af ingenting sagde mere om Vingegaard end tre ugers interviews – Macron, Kronprinsen og Elkjær: Lykønskningerne vælter ind til Jonas Vingegaard – Hvis det ikke er den største danske idrætspræstation nogensinde, så er det godt nok tæt på – Jubelfesten: Vingegaard taber tid med et stort smil – Officielt: Jonas Vingegaard vinder Tour de France
Politiken – Danimarca
Jonas Vingegaard seals Tour de France after Jasper Philipsen powers to stage win on Champs-Elysees
The Daily Telegraph – Regno Unito
Jonas des as
L’Équipe – Francia
París tiene nuevo rey
AS – Spagna
De Tour is van ons! Jasper Philipsen wint koninklijke spurt op de Champs-Elysées, zesde Belgische ritzege in Parijs – Gele trui Jonas Vingegaard vol lof over Wout van Aert tijdens slotceremonie Tour de France: “Hij is de beste renner ter wereld” – Jumbo-Visma ziet ijzersterke Tour de France bekroond worden met smak prijzengeld: ontdek hier hoeveel elke ploeg verdiende – Wout van Aert blikt tevreden terug op waanzinnig sterke Tour én groene trui: “Onze tactiek heeft goed gewerkt”
Het Nieuwsblad – Belgio
Vingegaard winnaar Tour de France, slotrit gewonnen door Philipsen – Cruciale rol Roglic nauwelijks op waarde geschat
De Telegraaf – Paesi Bassi
Jonas Vingegaard gewinnt die Tour de France
Luxemburger Wort – Lussemburgo
Vingegaards Triumphfahrt in Paris – Philipsen gewinnt den Sprint
Kicker – Germania
Россиянин Власов занял пятое место в общем зачете «Тур де Франс», победил датчанин Винегор
Sport Express – Russia
Jonas Vingegaard wins Tour de France for 1st time
The Globe and Mail – Canada
Jonas Vingegaard Wins Tour de France, Completing His Sudden Ascent to Top
The New York Times – USA
¡Jonas Vingegaard es el nuevo campeón del Tour de Francia!
El Espectador – Colombia
Vingegaard seals maiden Tour de France victory, Ewan the lanterne rouge
The Sydney Morning Herald – Australia
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della ventunesima ed ultima tappa, Paris La Défense Arena – Parigi (Champs-Élysées)
1° Andreas Kron
2° Mikkel Honore s.t.
3° Jonas Rutsch a 1′20″
4° Maximilian Schachmann s.t.
5° Christopher Juul-Jensen a 2′15″
Miglior italiano Andrea Bagioli, 6° a 2′30″
Classifica generale
1° Caleb Ewan
2° Albert Torres a 4′09″
3° Amund Grøndahl Jansen a 9′15″
4° Reinardt Janse Van Rensburg a 9′17″
5° Frederik Frison a 10′23″
Miglior italiano Luca Mozzato, 33° a 1h21′48″
Maglia nera: Jonas Vingegaard, 135° a 5h40′42″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Pancani: “L’abbraccio tra la maglia bianca di Pogacar e la maglia gialla di Vingegaard”
Garzelli: “Pogacar e Thomas hanno fatto vita dura a Vingegaard”
Garzelli: “Quella vilata fantastica”
Rizzato: “Tre grandi campioni che ci hanno fatto divertire a non posso”
Rizzato: “Estraneità al doping del sé stesso”
Garzelli: “Io ho smesso non tantissimo, nel 2013″
Garzelli: “Questo arco di trionfo che regalerà il successo a Vingegaard”
Rizzato: “Se la sono presa comodi”
Pancani: “Il cerimonale delle premiazioni”
Televideo: “Vicitori di tappa”
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1992
Sono passati 30 anni dall’impresa di Claudio Chiappucci al Tour del 1992. Riviviamo quell’edizione della corsa francese attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
21a TAPPA: LA DÉFENSE – PARIGI (222 Km) – 26 LUGLIO 1992
INDURAIN
Sul podio del Tour ancora lo spagnolo: ai suoi lati il combattivo Chiappucci e Bugno, grande sconfitto
Dopo l’accoppiata in rosa e in giallo gli mancano il mondiale e la Sanremo
DA LA DÉFENSE A LA DÉPENSE: SI CHIUDE IN SHOW UNO SPETTACOLO DI TOUR
Dalla parignia Défense parte una tappa di piccole allegrie da scolaresca in gita per chiudere un Tour generalmente felice, sfavillante, spettacolare, alla faccia del covid. Fra i migliori di questo scampolo di secolo se non il migliore, il prosieguo della Storia gli darà il suo posto.
La cronaca è cronaca in gran parte di uno spettacolo goliardico, roba da criterium! Wout Van Aert che inscena il suo attacco ormai pavloviano dal km zero, a sua volta un riflesso speculare e più o meno condizionato di quanto inscenato da van der Poel al Giro (a questo Tour solo un fantasma l’olandese), ma nel caso di Van Aert con un surplus di efficacia e decisività. Tranne oggi, ovvio. Oggi è tutto teatro, come dimostra l’aggregarsi lesto all’operetta da parte di Vingegaard e Pogacar, così replicando, altro riflesso teatrale, il terzetto allora assai serio dell’Hautacam, e preludendo, va da sé, al gran podio dei vincitori di maglia quando si andrà a posare davanti all’Arco di Trionfo. Oggi, si sa, è tutta scena. E da lì si salta da un photo opportunity all’altra: la combriccola dei danesi, lo squadrone Jumbo coi numeri dei compagni ritiratisi frattanto (un po’ lugubre, come ogni sceneggiata che si rispetti è sempre, sotto sotto). E via dicendo. A proposito di ritiri, perfino oggi se ne vanno – ma perché? – un paio di corridori positivi al covid, i canadesi Woods e Boivin della squadra israeliana. È stato uno stillicidio, come in poche altre corse, fra regole poco chiare e timori della prima ora, che forse hanno inciso anche sul modo di correre di Pogacar quando cominciava a vedere il proprio team decimato dal virus. Comunque sia, più si andava avanti, meno ci si pensava, a metafora della pandemia più in generale. A qualcuno va storta? Poco male. Alla fin fine, la corsa non cambia granché, a ben guardare. Fra l’emblematico e l’esilarante il ritiro di Gorka Izagirre che per poter correre la “corsetta” di casa al suo paese – letteralmente – rinuncia a finire il Tour (e butta i 25 punticini UCI del 33esimo posto in CG, preziosi per il suo Movistar Team in aria di retrocessione).
Dopo una trafila di tentativi di fuga senza storia, segnaliamo solo quello a 6 km dalla fine di Pogacar, parzialmente assecondato da Ganna e Thomas. Paradossalmente si vede solo in extremis all’attacco un Ineos che aveva pure promesso fuoco e fiamme alla vigilia con una squadra da tre capitani e mezzo (due dei quali finiscono pure in top-10 finale, e uno sul podio, mica male… peccato che tale risultato arrivi per via d’irrilevanza). Ma è tutto vero o è solo uno show? Chi lo sa. Non è una patente messinscena come quella al via, ma puzza anche un po’ di boutade senza convinzione. Soddisfatto con la tappa di ieri, non prende sul serio quella di oggi nemmeno Wout Van Aert, che resta indietro in prossimità del traguardo per festeggiare col resto del team, prolungando con un piccolo ritardo verso l’arrivo il godimento di una corsa che ora non vogliono veder finire, dopo averlo probabilmente bramato per giorni e giorni.
Divertimento, spettacolo, ma a volte la sensazione di non capire dove comincia la serietà e dove la sceneggiata. Una postilla che purtroppo tocca apporre al Tour in generale dopo la tappa a cronometro di ieri, dove Vingegaard ha deliziato il pubblico in un finale col freno a meno per regalare la vittoria di tappa al compagno Van Aert, e che Vingegaard coi suoi 60 chiletti debba “regalare” a Wout una tappa contro il tempo di 40 km a oltre 50 km/h, ovvero non proprio da scalatori, già la dice lunga, lunghissima. Non che mancassero elementi di perplessità pregressi, come sempre quando un intero team sfodera prestazioni globalmente da urlo, però si era rimasti comodamente nei limiti della “sospensione dell’incredulità” con cui lo spettatore può godere di un ciclismo, diciamo, realistico. La gomma era stata stiracchiata qui e là, ma tutto sommato senza mai strappi eccessivi, fors’anche grazie al carattere per ora ancora non arrembante e travolgente di Vingegaard, che per attaccare Pogacar sul Granon aveva atteso l’allungo di Bardet (e se Bardet non si fosse mosso, pensa tu!) come su Hautacam aveva delegato a Wout il duro compito di levare lo stesso Pogacar di ruota.
Tuttavia la crono, come spesso capita, è stata un po’ la corsa della verità, e dell’unica verità possibile: cioè, come dice Totò al suo ultimo film, nei panni di Iago per “Che cosa sono le nuvole?” di Pasolini, la verità ciascuno la può sentire, concentrandosi, dentro di sé epperò – “sssh, la verità non bisogna nominarla, perché appena la nomini non c’è più”.
Chiudiamo questa parentesi di filosofia estetica tornando in cronaca: ai Campi Elisi finisce in volata di gruppo, e la vince Philipsen, l’anno scorso amareggiatissimo secondo. Happy ending, feel good story. Unico velocista a fare il bis in un Tour debolissimo quanto a velocisti, in un’epoca a propria volta scarsissima in quest’ambito (normale ricambio generazionale), il che ha reso gioco facile per un clamoroso Van Aert la maglia verde incassata con il record di punti di tutti i tempi (ma le scale cambiano). Bravi tutti così.
E allora, detto quel che andava detto, torniamo a rivedere questo Tour per quel che è stato, cioè uno spettacolo raro, una perla, un vertice per la corsa transalpina. Soprattutto un cambio di paradigma speriamo definitivo rispetto al modello ultradifensivo che aveva contraddistinto i Tour dell’era Sky, fin dall’imprinting dell’abominio 2012 in qualche modo imposto delle caratteristiche di Wiggins, ma poi anche con Froome tutto assoggettato alla logica del colpo da ko singolo o quasi, e poi corsa ammazzata in una processione pure lenta, con gli spettatori a propria volta stramazzati di noia. Poi dal 2016 compreso sparì pure il colpo da ko e rimase solo una noia infinita appena infranta dall’attacco (uno solo, pure quello, ma almeno da lontano) del buon Bernal. Pogacar aveva simbolicamente distrutto questo paradigma, che la Jumbo aveva ereditato assieme ad altre licenze di spendere e spandere, strappando a Roglic il Tour 2020.
Dal paradigma della difesa si passa a quello dello sperpero, dello strafare semmai, e non ce ne possiamo davvero lamentare. In questo Tour 2022 anche la difesa si identifica con una profusione magnifica di energie e risorse. Pogacar difende il titolo? Ma morde la strada viscida già nella prima crono, e poi fa il diavolo a quattro sul pavé, e poi litiga su ogni strappo e butta in volata ristretta fra i migliori ogni rampetta cittadina. Ha speso troppo? Probabile. Pensava a non finire a casa per covid a mani vuote? Possibile. Voleva far la voce grossa sentendosi minacciato seriamente? Ce n’è l’aria, basta ripensare alla Superplanche.
Fatto sta che quando la Jumbo imposta il proprio gioco di squadra alle pendici del Galibier, basato stavolta non sul chiudere la corsa e spremere per compressione gli avversari, bensì sull’aprire il gruppo come un melone e ribaltarsi come calzini per crivellare Pogacar in un fuoco incrociato, ecco, la difesa di Pogacar non può che essere ancora una volta in nome del dispendio, della generosità, del rilancio. Ancora una volta, critiche sapute a pioggia col senno di poi. “Ah, non avesse chiuso su Roglic”, “Ah, non avesse fatto lui il passo sul Galibier”. Ma la verità è che con la minaccia di un Van Aert super a far da appoggio davanti, Pogacar ha corso come doveva e poteva. Errori, se ce ne sono stati, sostanzialmente forzati. E comunque, che bel ciclismo. Che bel modo di usare la squadra, quello di usarla nell’unica chiave con cui davvero ci si mettesse in posizione di vantaggio assoluto verso la vittoria. Da scacchisti.
E di lì in poi un corridore unico come Pogacar costretto a inventare per risolvere un rompicapo irresolubile. E le invenzioni non sono mancate, da ogni distanza. Nel finale dell’Alpe o a Mende. Nel penultimo scollinamento cercando la sorpresa. Su tutta la penultima salita salendo Spandelles. Come detto, uno spettacolo. Anche i Tour più memorabili degli ultimi 25 anni contavano al più 2-3 tappe davvero spettacolari per l’alta classifica. Il Tour non è il Giro, altre sono le sue logiche. Qui il Granon è una tappa che resterà nella storia, e Hautacam è stata un capolavoro, ma per altri motivi anche la reazione d’orgoglio UAE in pieni Pirenei resta memorabile, così come la tappa del pavé con un Pogacar in totale padronanza, e poi le molte belle schermaglie sulla mezza montagna, troppo spesso un punto debole della gara transalpina, ma non quest’anno. Fra le vittorie di fuggitivi, incredibile quella di Pidcock con una delle discese da cineteca del ciclismo recente, e magica quella di Matthews contro Bettiol all’arma bianca. E molto altro.
Un Tour del tutti a tutta dando tutto sempre, il cui corridore simbolo è Wout Van Aert, l’uomo che probabilmente l’ha vinto per conto Jumbo deponendolo sulle spalle di chi poteva finalizzare in salita il duello con Pogacar.
Come nel caso di van der Poel al Giro resta un minuscolo tarlo: ma Pogacar davvero davvero davvero ha buttato dentro tutto “per vincere”? Il “salta lui o salto io” pantaniano? A volte il dubbio resta, anche se su Hautacam e Granon lo si è visto giungere davvero devastato, esaurito fino all’ultima goccia. Certamente abbiamo assistito a un duello favoloso, fra due individualità e caratteri, ma anche fra il concetto di fenomeno individuale e quello di monumentalità collettiva.
Come anticipato, sono pochi i Tour a cui possa paragonarsi l’attuale, diciamo dall’era Armstrong compresa in poi. Il 2009 e il 2011 vengono sicuramente in mente, entrambi con forti punti a favore, ma entrambi accomunati da una tensione per la generale cresciuta solo nell’ultima settimana. Per loro gioca la sensazione di un vero e proprio atto di forza animica da parte del vincitore finale, come individuo, per impadronirsi della corsa a fronte di circostanze complicatissime. Qui l’onere è stato assunto dal collettivo, fin dal giorno del pavé apparentemente disastroso per i Jumbo ma in realtà salvato per miracolo e ribaltato in punto di forza. Il 2015 è pienamente in gioco, col punto debole di essere stato gettato al vento dalla Movistar con un erroraccio, che magari per loro non è nemmeno tale, assolutamente non forzato e finanché gratuito. A suo favore c’è la percezione di un possibile ribaltamento concretizzatosi in un’inversione su strada dei rapporti di forza, cosa quest’anno molto meno trasparente. Simile al 2015 fu il 2003, anche se lì fu soprattutto la sorte a entrare in gioco, e un altro fattore extrasportivo come il fasullo fair play kamikaze di Luz Ardiden. Insomma, possiamo discernere un settennio Armstrong, decennio con certi suoi strascichi, entro il quale si diede solo un Tour memorabile, così come accaduto ora nel settennio Sky, i cui strascichi includono il 2020, ove pure si è data una sola occorrenza di alta competizione ciclistica in terra di Francia. Coviamo la speranza che questo 2022 faccia parte di un nuovo ciclo, in cui su tre anni torni a cascare magari una gara bellina, una mediocre, e una straordinaria, invece che dover attendere decennali congiunture astrali per far brillare lo sperpero e la generosità di contro al potere sparagnino di chi gestisce un’esclusiva.
Gabriele Bugada

I corridori della Jumbo-Visma in parata per festeggiare la fine del Tour e la vittoria di Vingegaard (Getty Images)
24-07-2022
luglio 24, 2022 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE
Il belga Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) si è imposto nella ventunesima ed ultima tappa, Paris La Défense Arena – Parigi (Champs-Élysées), percorrendo 115.6 Km in 2h58′32″, alla media di 38.85 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Dylan Groenewegen (Team BikeExchange-Jayco) e il norvegese Alexander Kristoff (Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux). Miglior italiano Luca Mozzato (B&B Hotels-KTM), 11°. Il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) si impone in classifica con 2′43″ sullo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e 7′22″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Simone Velasco (Astana Qazaqstan Team), 31° a 2h04′24″
TOUR DE FRANCE FEMMES
L’olandese Lorena Wiebes (Team DSM) si è imposta nella prima tappa, circuito di Parigi, percorrendo 81.7 Km in 1h54′00″, alla media di 43.000 Km/h. Ha preceduto allo sprint la connazionale Marianne Vos (Team Jumbo-Visma) e la belga Lotte Kopecky (Team SD Worx). Miglior italiana Rachele Barbieri (Liv Racing Xstra), 4°. Wiebes è la prima maglia gialla con 4″ sulla Vos e 6″ sulla Kopecky. Miglior italiana la Barbieri, 4° a 10″
ETHIAS – TOUR DE WALLONIE
Lo spagnolo Oier Lazkano (Movistar Team) si è imposto nella seconda tappa, Verviers – Herve, percorrendo 176.8 Km in 4h12′40″, alla media di 41.984 Km/h. Ha preceduto di 2″ il belga Loic Vliegen (Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux) e di 7″ il connazionale Jesus Herrada (Cofidis). Miglior italiano Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux), 6° a 11″. L’australiano Robert Stannard (Alpecin-Deceuninck) è il nuovo leader della classifica con 7″ sul danese Mattias Skjelmose Jensen (Trek-Segafredo) e 10″ su Rota.
GRAND PRIX DE LA VILLE DE PÉRENCHIES
Il neozelandese Laurence Pithie (Groupama-FDJ Conti) si è imposto nella corsa francese, circuito di Pérenchies, percorrendo 178.4 Km in 3h53′51″, alla media di 45.773 Km/h. Ha preceduto di 5″ l’estone Rait Ärm (Groupama-FDJ Conti) e di 13″ il sudafricano Morne Van Niekerk (St Michel-Auber 93). Nessun italiano in gara.
GP KRANJ
L’italiano Andrea Peron (Team Novo Nordisk) si è imposto nella corsa slovena, circuito di Kranj, percorrendo 159.9 Km in 3h34′45″, alla media di 44.884 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Tomas Barta (ATT Investments) e lo sloveno Tilen Finkst (Adria Mobil).
VISEGRAD 4 RACE – GP SLOVAKIA
L’italiano Thomas Pesenti (Beltrami TSA Tre Colli) si è imposto nella corsa slovacca, Brno – Spielberg, percorrendo 190 Km in 3h40′40″, alla media di 51.662 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Adam Toupalik (Elkov-Kasper) e di 46″ il ceco Jakub Toupalik (Elkov-Kasper)
VISEGRAD 4 LADIES HUNGARY
L’italiana Silvia Zanardi (BePink) si è imposta nella corsa ungherese, circuito di Pannonhalma, percorrendo 93.5 Km in 2h16′18″, alla media di 41.159 Km/h. Ha preceduto di 9″ la polacca Monika Brzezna (ATOM Deweloper Posciellux.pl Wroclaw) e di 14″ la polacca Agnieszka Skalniak-Sójka (ATOM Deweloper Posciellux.pl Wroclaw)
GRAND PRIX KAYSERI
L’ucraino Anatolii Budiak (Terengganu Polygon Cycling Team) si è imposto nella corsa turca percorrendo 131 Km in 3h30′46″, alla media di 37.29 Km/h. Ha preceduto di 57″ l’eritreo Metkel Eyob (Terengganu Polygon Cycling Team) e di 1′25″ l’uzbeko Akramjon Sunnatov (Tashkent City Professional Cycling). Nessun italiano in gara.
VUELTA CICLISTA A VENEZUELA
L’italiano Stefano Gandin (Team Corratec) si è imposto nella prima tappa, circuito di Puerto Ordaz, percorrendo 120 Km in 2h48′49″, alla media di 42.65 Km/h. Ha preceduto allo sprint il venezuelano Anderson Timoteo Paredes (Orgullo Andino) e di 3″ il serbo Veljko Stojnic (Team Corratec). Gandin è il primo leader della classifica con 4″ su Paredes e 9″ su Stojnic
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): PARIS LA DÉFENSE ARENA – PARIGI
luglio 24, 2022 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Al Tour è arrivato il momento dei saluti con l’immancabile passerella sugli Champs-Élysées
Il Tour è arrivato al suo ultimo atto, la tradizionale passerella conclusiva sugli Champs-Élysées. Prima di sbarcare sulla celebre avenue parigina i corridori dovranno percorrere una cinquantina di chilometri sulle strade dell’hiterland della capitale francese, partendo dalla cittadina di Nanterre dove l’ultimo raduno di partenza si svolgerà presso la Paris La Défense Arena, impianto da 17000 posti inaugurato nel 2017 e che in occasione delle Olimpiadi del 2024 ospiterà le gare di nuoto e le finali di pallanuoto. Nella marcia d’avvicinamento alla “Ville Lumière” si andrà a superare, poco prima dell’ingresso in Parigi, l’ultima salita dell’edizione 2022, la breve Côte du Pavé des Gardes, 1300 metri al 6.5% e nessun tratto da percorrere sulle “pietre”, come lascerebbe erroneamente intendere il suo nome. I sampietrini, mischiati all’asfalto, s’incontreranno invece nel tradizionale circuito conclusivo disegnato attorno agli Champs-Élysées, all’Arco di Trionfo e ai giardini delle Tuileries. Otto tornate da 6800 metri cadauna metteranno la parole “FINE” ad una delle edizioni più dure e combattute della Grande Boucle

Il tramonto a Parigi e l’altimetria dell’ultima tappa (Twitter)
METEO TOUR
Paris La Défense Arena: sole e caldo, 31°C, vento moderato da S (12-14 km/h), umidità al 33%
Côte du Pavé des Gardes (GPM – 43.3 Km): sole e caldo, 30.2°C, vento moderato da S (12-15 km/h), umidità al 36%
Parigi: cielo sereno, 29.9°C, vento moderato da S (12-14 km/h), umidità al 37%
GLI ORARI DEL TOUR
16.00: inizio diretta su Eurosport1
16.45: partenza dalla Paris La Défense Arena
17.15: inizio diretta su RAI2
17.45-17.55: GPM della Côte du Pavé des Gardes
17.55-18.00: ingresso in Parigi
18.10-18.20: primo passaggio dal traguardo
18.30-18.40: traguardo volante al terzo passaggio dall’Haut des Champs-Élysées
19.25.19.45: arrivo a Parigi
RASSEGNA STAMPA
Tour, Van Aert trionfa nella crono. Vingegaard, domani passerella a Parigi
Gazzetta dello Sport – Italia
Jonas Vingegaard ostaja v rumenem, Pogačar v belem
Delo – Slovenia
Ustoppelige Vingegaard stormer ind på champagne-etapen i gult
Politiken – Danimarca
Vingegaard all but seals Tour de France after Van Aert wins stage 20 time trial
The Daily Telegraph – Regno Unito
Le chrono pour Van Aert, le Tour pour Vingegaard
L’Équipe – Francia
Vingegaard se corona con susto
AS – Spagna
Wout van Aert vliegt naar nieuwe zege in tijdrit, eindzege Vingegaard komt niet meer in gevaar
Het Nieuwsblad – Belgio
Tranendal bij Vingegaard en Van Aert na Tour-zege
De Telegraaf – Paesi Bassi
Van Aert gelingt der Etappen-Hattrick
Luxemburger Wort – Lussemburgo
Van Aert gewinnt Zeitfahren – Vingegaard fährt in Gelb nach Paris
Kicker – Germania
Бельгиец ван Арт выиграл 20-й этап «Тур де Франс»
Sport Express – Russia
Wout Van Aert ganó la crono final del Tour de Francia 2022
El Espectador – Colombia
Jonas Vingegaard poised to win Tour de France as Wout van Aert claims time trial
The Sydney Morning Herald (Australia)
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della ventesima tappa, Lacapelle-Marival – Rocamadour
1° Franck Bonnamour
2° Amund Grøndahl Jansen a 27″
3° Pierre Rolland a 38″
4° Caleb Ewan a 42″
5° Luca Mozzato a 57″
Classifica generale
1° Caleb Ewan
2° Albert Torres a 4′54″
3° Reinardt Janse Van Rensburg a 9′17″
4° Amund Grøndahl Jansen a 10′46″
5° Frederik Frison a 12′12″
Miglior italiano Luca Mozzato, 33° a 1h21′48″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Rizzato: “Ganna va a mettere i piedi sul miglior tempo”
Garzelli: “Nuovi metodo per recuperare”
Garzelli: “Nelle cronometro lungo si bevi”
Garzelli: “Il gomito sinistra”
Garzelli: “Una cromo molto buona”
Pancani: “Vingengaard” (Vingegaard)
Televideo: “Michael Schachmann” (Maximilian)
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1992
Sono passati 30 anni dall’impresa di Claudio Chiappucci al Tour del 1992. Riviviamo quell’edizione della corsa francese attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
20a TAPPA: BLOIS – NANTERRE (222 Km) – 25 LUGLIO 1992
SI CHIUDE A PARIGI LA PASSEGGIATA GIALLA DI INDURAIN
La penultima tappa del Tour de France al belga De Clerq che batte in volata l’italiano Vanzella e altri sei compagni di fuga
Il francese Jalabert favorito per lo sprint sugli Champs-Élysées – Chiappucci e Bugno chiudono ai posti d’onore, come un anno fa
TRIS DI VAN AERT A ROCAMADOUR. TRIONFO JUMBO: WOUT CONQUISTA LA CRONO, VINGEGAARD IL TOUR.
La cronometro di Rocamadour esalta nuovamente lo smisurato talento di Wout Van Aert (Jumbo-Visma) che conquista anche la prova contro il tempo grazie ad una prova in crescendo. Alle sue spalle, staccato di 19″, Jonas Vingegaard accolto oltre la linea del traguardo proprio dal compagno di squadra per celebrare l’ennesima giornata trionfale per gli uomini della Jumbo-Visma. Terzo posto per Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) giunto a 27″, pochi sencondi meglio dell’inossidabile Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) che ha chiuso con un ritardo di 32″. Si deve accontentare di un modesto 5° posto Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), giunto a 42″ dal vincitore. Per i calabroni si tratta della sesta vittoria di tappa (terza consecutiva dopo i trionfi di Vingegaard ad Hautacam e Laporte a Cahors), mentre per il fuoriclasse di Herentals è il terzo sigillo in una Grand Boucle che lo consacra come ciclista totale.
Poche variazioni in classifica generale. Alla vigilia della passerella finale Vingegaard guida con 3′34″ su Pogacar e 8′13″ su Thomas. Si ferma ai piedi del podio David Gaudu (Groupama-FDJ) con un ritardo di 13′56″, mentre Alexander Vlasov (Bora-Hansgrohe) risale in 5a posizione (a 16′37″).
La penultima tappa di questo spettacolare Tour de France era una prova contro il tempo di 40,7 km con partenza da Lacapelle-Marival e arrivo nello splendido borgo di Rocamadaour, nel dipartimento del Lot. I primi 35 km, nonostante qualche tratto vallonato, erano in prevalenza piatti ma proponevano un andamento planimetrico non del tutto banale. Negli ultimi 6 km la musica cambiava grazie alla presenza di due strappetti intervallati da una breve discesa: la Cote de Mages (1,6 km al 4,7%), la cui cima era posta a poco meno di 5 km dall’arrivo, e la Cote de l’Hospitalet (1.8 km al 6,2%) che culminava proprio in prossimità del traguardo.
Il primo corridore a prendere il via alle ore 13.05 è stato Caleb Ewan (Lotto-Soudal), reduce da un Tour che non lo ha mai visto protagonista se non per episodi sfortunati. La prima prestazione degna di cronaca è stata invece quella prodotta da Mikkel Bjerg, tre volte campione del mondo a cronometro tra gli under 23. Il corridore dell’UAE Team Emirates è passato in testa ai tre intermedi posti rispettivamente ai km 10, 22 e 33, chiudendo con un tempo finale di 50′22″. Il danese è rimasto in testa per quasi un’ora, prima d’essere battuto nettamente dal campione del mondo della specialità, Filippo Ganna (INEOS Grenadiers). Il piemontese è passato in testa già al primo intermedio con 14″ sul danese e ha poi allargato il margine a 36″ ed 1′09″ ai due intermedi successivi. Ganna ha quindi chiuso con un tempo di 48′41″ (media di 50,2 km/h) ben 1′41″ in meno rispetto a quanto fatto registrare da Bjerg. Nel frattempo, proprio alle spalle di Ganna, Mattia Cattaneo (Quick Step Alpha Vinyl) si rendeva protagonista di un’altra crono d’altissimo livello. Il bergamasco al primo intermedio era in svantaggio di soli 6″, poi diventati 13″ al km 22 e a 27″ al km 33, e ha chiusto al secondo posto provvisorio con 43″ di ritardo da Ganna.
Giornata no invece per Stefan Bissegger (EF Education-EasyPost) che ha forato dopo pochissimi km e si è rialzato una volta preso atto che non sarebbe giunto tra i primi.
Discreta prestazione da parte di Jan Tratnik (Bahrain-Victorius). Lo sloveno al primo intermedio aveva lo stesso tempo di Cattaneo, ma non ha poi mantenuto il passo dell’italiano e si è dovuto acconentare del terzo posto momentaneo a 1′06″ da Ganna.
I primi brividi per Ganna sono arrivati dopo circa un’ora, quando un altro corridore della Bahrain-Victorius, Fred Wright, è passato in testa al primo rilevamento anche se con poco meno di un secondo di vantaggio. Il britannico è poi calato alla distanza pagando già 21″ di ritardo al secondo in intermedio e 43″ al terzo, ma si è ripreso nel tratto finale chiudendo a soli 50″ da Ganna. Buona anche la prestazione di Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe) che ha completato la prova con un ritardo di 55″ dal corridore della INEOS, quarto tempo provvisorio.
La corsa non ha riservato ulteriori emozioni fino alla partenza di Bauke Mollema (Trek-Segafredo). Il campione olandese delle prove contro il tempo è partito fortissimo, passando con ben 9″ di vantaggio al primo intertempo, per poi cedere nei tratti successivi (4″ di ritardo al secondo intermedio e 28″ al terzo) concludendo la sua ottima prova davanti a Cattaneo, con un passivo di 40 secondi da Ganna. Nel frattempo, quattro minuti dopo l’olandese, aveva preso il via il grande favorito della vigilia, Wout Van Aert (Jumbo-Visma). Il belga ha fatto subito capire che avrebbe battuto il tempo del Campione del Mondo, transitando con 14″ di vantaggio al km 10, gap che si è successivamente dilatato a 24″ al secondo intermedio. Van Aert ha leggermente rifiatato nel tratto successivo (vantaggio di 23″ al terzo rilevamento) per poi scatenarsi nuovamente nel finale, tagliando il taguardo in 47′59″, 41 secondi in meno rispetto a Ganna (media di 50,877).
Proprio mentre Van Aert completatava la sua magnifica prova, i primi tre della generale si apprestavano a prendere il via e a dare vita ad un finale di corsa a dir poco emozionante. Geraint Thomas (INEOS Grenadiers), 3° della generale, è transitato al primo rilevamento con appena 1″ di ritardo da Van Aert, lasciando intendere che la vittoria del fiammingo non era affatto scontata. Meglio ancora sono riusciti a fare Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e la maglia gialla Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma): lo sloveno è transitato con 1″ di vantaggio su Van Aert mentre Vingegaard è riuscito a fare meglio di addirittura 7″.
Thomas e Pogacar hanno iniziato a perdere qualche secondo nel tratto successivo, passando rispettivamente con 6″ e 12″ di ritardo da Van Aert al secondo intermedio. Chi invece sembrava non voler cedere era proprio Vingegaard che è riuscito a conservare i 7″ di vantaggio sul compagno di squadra.
La situazione si è ulteriormente evoluta al terzo intermedio, rendendo ancora più incerta la lotta per la vittoria di tappa: Thomas è transitato con appena 3″ di ritardo da Van Aert mentre Pogacar sembrava ormai fuori dai giochi visto che il suo svantaggio dal Belga aveva raggiunto i 20″. Il più veloce restava però Jonas Vingegaard, anche se il suo vantaggio si era ridotto a poco meno di 2″ su Van Aert.
La corsa si è quindi decisa nel tratto finale, caratterizzato da due strappi. Proprio sulla cote finale (1,8 km al 6,2%) Thomas si è piantato andando a chiudere con un tempo di 48′31″ ad addirittura 32″ da Van Aert, dietro anche a Tadej Pogacar che ha invece chiuso con un ritardo di 27″ dal Belga. A questo punto la vittoria di tappa era diventata una questione tutta interna alla Jumbo-Visma. Vingegaard che già in cima al primo strappo pagava qualche secondo di ritardo da Van Aert, si è preso un rischio tremendo lungo la successiva discesina quando ha perso per un istante il controllo della bici. Dopo il grosso spavento, il danese ha un pò tirato i remi in barca, godendosi le ultime centinaia di metri prima di completare la sua prova in 48′18″, 19 secondi in più rispetto al fiammingo.
Van Aert vince quindi la sua terza tappa in questa edizione della Grand Boucle (sono 9 in totale) con 19″ su Vingegaard, 27″ su Pogacar, 32″ su Thomas e 42″ su Ganna. Seguono un ottimo Mollema a 1′22″, Cattaneo a 1′25″, Wright a 1′32″, Schachmann a 1′37″ e Jan Tratnik a 1′48″. Fuori dai 10 un deludente Stefan Kung (Groupama-FDJ) arrivato 11° ad 2′02″ da Van Aert, davanti a Nils Politt (Bora-Hansgrohe), 12° a 2′03″ e Mikkel Bjerg, 13° a 2′23″. Completano la top-15 di giornata Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost) a 2′25″ e Dylan Van Baarle (INEOS Grenadiers) a 2′30″.
Resta praticamente immutata la parte più nobile della classifica generale. Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) si avvia a vincere il suo primo Tour de France con un margine di 3′34″ su Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e ben 8′13″ su Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Ai piedi del podio resta il francese David Gaudu (Groupama-FDJ), 4° con un ritardo di 13′56″ dal Danese. Alexandre Vlasov (Bora-Hansgrohe) grazie alla crono odierna (18° a 2′46″) scala ben due posizioni ed ore è 5° a 16′37″. Sende al 6° posto Nairo Quintana (Team Arkea-Samsic) con un gap di 17′24″, mentre Romain Bardet (Team DSM) sale al 7° posto a 19′02″. Chi perde di più è invece Louis Meintjes (Intermarchè-Wanty-Gobert Materiaux), scivolato in 8a piazza a 19′02″ al termine di una crono abbastanza disastrosa (71° a 5′48″). Completano la top ten Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team) a 23′47″ e Adam Yates (INEOS Grenadiers) a 25′43″.
Domani è in programma la classica passerella conclusiva. La 21a tappa, appena 115 km, partirà da La Defense Arena di Nanterre, alle porte di Parigi, e poi condurrà i corridori all’interno della capitale Francese, dove dovranno affrontare per ben 8 volte l’ormai solito circuito cittadino. Il traguardo, posto davanti ai Campi Elisi, darà un’ultima chance ai velocisti, reduci da un’edizione del Tour in cui hanno avuto pochissime occasioni per mettersi in mostra.
Pierpaolo Gnisci

Tris di Wout a Rocamadour (fonte:Getty Images)
23-07-2022
luglio 23, 2022 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE
Il belga Wout Van Aert (Jumbo-Visma) si è imposto nella ventesima tappa, cronometro individuale Lacapelle-Marival -Rocamadour, percorrendo 40.7 Km in 47′59″, alla media di 50.893 Km/h. Ha preceduto di 19″ il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) e di 27″ lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates). Miglior italiano Filippo Ganna ( INEOS Grenadiers), 5° a 42″. Vingegaard è ancora maglia gialla con 3′34″ su Pogacar (UAE Team Emirates) e 8′13″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Simone Velasco (Astana Qazaqstan Team), 31° a 2h05′15″
ETHIAS – TOUR DE WALLONIE
Il francese Julian Alaphilippe (Quick-Step Alpha Vinyl Team) si è imposto nella prima tappa, Temploux – Huy, percorrendo 174.4 Km in 4h06′11″, alla media di 42.505 Km/h. Ha preceduto di 1″ lo spagnolo Alex Aranburu (Movistar Team) e l’australiano Robert Stannard (Alpecin-Deceuninck). Miglior italiano Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux), 6° a 5″. Alaphilippe è il primo leader della classifica con 5″ su Aranburu e 7″ su Stannard. Miglior italiano Rota, 6° a 15″
VISEGRAD 4 KEREKPARVERSENY
Il ceco Adam Toupalik (Elkov-Kasper) si è imposto nella corsa ungherese, Budapest – Pannonhalma, percorrendo 157.3 Km in 3h43′10″, alla media di 42.291 Km/h. Ha preceduto di 15″ l’italiano Thomas Pesenti (Beltrami TSA Tre Colli) e di 22″ l’ungherese Barnabas Peak (Hungary)
VISEGRAD 4 LADIES SLOVAKIA
La tedesca Ricarda Bauernfeind (CANYON//SRAM Generation) si è imposta nella corsa slovacca, circuito di Nová Baňa, percorrendo 90.1 Km in 2h41′40″, alla media di 33.439 Km/h. Ha preceduto di 1′45″ la polacca Dominika Wlodarczyk (ATOM Deweloper Posciellux.pl Wroclaw) e l’italiana Silvia Zanardi (BePink)
GRAND PRIX ERCIYES
L’olandese Jeroen Meijers (Terengganu Polygon Cycling Team) si è imposto nella corsa turca percorrendo 141.2 Km in 3h17′29″, alla media di 42.9 Km/h. Ha preceduto di 56″ l’ucraino Mykhaylo Kononenko (Sakarya BB Pro Team) e di 57″ l’ucraino Oleksandr Prevar (Spor Toto Cycling Team). Nessun italiano in gara.
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): LACAPELLE-MARIVAL – ROCAMADOUR
luglio 23, 2022 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Seconda e ultima tappa a cronometro per il Tour de France 2022. Alla vigilia della passerella conclusiva di Parigi si dovranno percorrere 41 Km contro il tempo su di un tracciato favorevole agli specialisti sul piano altimetrico, ma le fatiche di un Tour corso a tutta sin dal via di Copenaghen potrebbe costituire per loro un handicap di non poco conto
Ieri a Cahors il francese Christophe Laporte ha interrotto un digiuno di vittorie per i corridori transalpini nella corsa di casa che durava dal 26 giugno dell’anno scorso, quando Julian Alaphilippe si era imposto sul traguardo di Landerneau, prima tappa del Tour 2021. Adesso potrebbe finalmente arrivare l’occasione per un corridore italiano per un successo che ci manca dal 27 luglio del 2019, giorno della vittoria di Vincenzo Nibali a Val Thorens. E quel corridore ha un nome ben preciso: Filippo Ganna. La penultima tappa del Tour sarà, infatti, una cronometro di 41 Km – una distanza, tra l’altro, divenuta poco abituale nelle stagioni più recenti – e il piemontese è una delle eccellenze della specialità, anche se si troverà a fare i conti con due avversari di non poco conto: il belga Wout Van Aert – che gli è arrivato vicinissimo nella crono dell’ultimo Delfinato e lo ha preceduto di poco nella tappa che ha dato il via al Tour sulle strade di Copenaghen – e la fatica accumulata nelle tre settimane di un corsa che mai come quest’anno è stata condotta a fortissima andatura, tutti i giorni. Non è un caso che le cronometro inserite nei finali delle grandi corse a tappe presentino un livellamento dei valori e gli specialisti come Ganna non riescano ad esprimersi al massimo delle loro potenzialità. Il tracciato della crono di Rocamadour, poi, non è proprio così scorrevole come lascerebbe suggerire l’altimetria, quasi costantemente pianeggiante nei primi 35 Km, perchè quel tratto sarà movimentato da un’infinita successione di curve che andranno a comporre un mosaico piuttosto tortuoso e poco adatto alle cilindrate di Ganna e soci. Ci sarà, dunque, la possibilità che i tempi dei migliori siano piuttosto ravvicinati al passaggio dall’ultimo dei due punti di cronometraggio e che la crono si decida negli ultimi 5 Km, i più difficili e meno adatti ad un corridore come Filippo. Nei 5000 metri conclusivi si dovranno, infatti, superare in rapida successione due brevi ascese, prima la pedalabile Côte de Magès (1600 metri al 4.7%) e immediatamente dopo quella più impegnativa dell’Hospitalet (1500 metri al 7.8%), che terminerà a soli 300 metri dal traguardo, alle porte dello pittoresco borgo di Rocamadour.

Il borgo di Rocamadour e l’altimetria della ventesima tappa (siviaggia.it)
METEO TOUR
Lacapelle-Marival – partenza primo corridore: cielo sereno, 22.9°C, vento debole da NW (7-8 km/h), umidità al 60%
Lacapelle-Marival – partenza maglia gialla: cielo sereno, 26.6°C, vento debole da NW (10-11 km/h), umidità al 56%
Rocamadour – arrivo primo corridore:: cielo sereno, 22.7°C, vento debole da NW (4 km/h), umidità al 47%
Rocamadour – arrivo maglia gialla::cielo sereno, 25.9°C, vento debole da NNW (10-11 km/h), umidità al 58%
GLI ORARI DEL TOUR
12.55: inizio diretta su Eurosport1
13.05: partenza del primo corridore (Caleb Ewan) da Lacapalle-Marival
14.05: partenza di Filippo Ganna
14.06: partenza di Mattia Cattaneo
14.45: inizio diretta su RAI2
16.16: partenza di Wout Van Aert
16.56: partenza di Geraint Thomas
16.58: partenza di Tadej Pogacar
17.00: partenza di Jonas Vingegaard
17.50: arrivo di Jonas Vingegaard a Rocamadour
RASSEGNA STAMPA
Laporte beffa i velocisti, finisce il digiuno francese. La Jumbo-Visma domina la corsa
Gazzetta dello Sport – Italia
Laporte je jumbovcem pridirkal še eno zmago
Delo – Slovenia
Succesrig livvagt vinder etapen: Alt gjaldt om at få Jonas sikkert i mål
Politiken – Danimarca
Laporte delivers long-awaited home win on stage 19 of Tour de France
The Daily Telegraph – Regno Unito
Laporte sauve l’honneur
L’Équipe – Francia
Laporte alarga la fiesta
AS – Spagna
Snelle overgangsetappe eindigt in nieuwe ritzege voor Jumbo-Visma, Christophe Laporte verrast peloton
Het Nieuwsblad – Belgio
Weer succes Jumbo-Visma in Tour: Laporte wint 19e etappe
De Telegraaf – Paesi Bassi
Laporte erlöst die französischen Fans
Luxemburger Wort – Lussemburgo
Erster Heimsieg: Laporte lässt Frankreich jubeln
Kicker – Germania
Laporte wins Tour Stage 19 and ends drought for France
The Washington Post – USA
Christophe Laporte ganó la etapa 19 del Tour de Francia 2022
El Espectador – Colombia
The day Vingegaard won the Tour
The Sydney Morning Herald (Australia)
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della diciannovesima tappa, Castelnau-Magnoac – Cahors
1° Franck Bonnamour
2° Albert Torres a 11′08″
3° Taco van der Hoorn s.t.
4° Pierre Rolland s.t.
5° Chris Hamilton s.t.
Miglior italiano: Giulio Ciccone, 23° a 13′57″
Classifica generale
1° Caleb Ewan
2° Albert Torres a 3′49″
3° Reinardt Janse Van Rensburg a 6′22″
4° Frederik Frison a 10′20″
5° Amund Grøndahl Jansen a 11′01″
Miglior italiano Luca Mozzato, 34° a 1h21′33″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Pancani: “Abbiamo visto di tutti”
Pasqualon: “Bisogna prendere la testa a 5-6 Km dall’arrivo”
Garzelli: “Impostazione della testa della gestione di corsa”
Pancani: “Sei mesi fa, quando siamo partiti da Copenaghen” (il Tour dura tre settimane)
Garzelli: “Trenta chilometri il vantaggio dei tre”
Garzelli: “Le rotonde sono tanti”
Garzelli: “Fantastici il lavoro fatto dai compagni di Laporte”
Garzelli: “6 watt per chilo erano numeri molto dubbiosi”
Garzelli: “Si fa voler bene dall’interno del gruppo”
Televideo: “Rocamadours” (Rocamadour)
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1992
Sono passati 30 anni dall’impresa di Claudio Chiappucci al Tour del 1992. Riviviamo quell’edizione della corsa francese attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
19a TAPPA: TOURS – BLOIS (cronometro individuale, 64 Km) – 24 LUGLIO 1992
INDURAIN, SEMPRE LUI. MA BUGNO RIEMERGE
Tour: dopo la cronometro l’italiano è terzo
Chiappucci: “Non è riuscito a doppiarmi” – L’iridato supera Hampsten e Lino
22-07-2022
luglio 22, 2022 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE
Il francese Christophe Laporte (Jumbo-Visma) si è imposto nella diciannovesima tappa, Castelnau-Magnoac – Cahors, percorrendo 188.3 Km in 3h52′04″, alla media di 48.684 Km/h. Ha preceduto di 1″ il belga Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) e l’italiano Alberto Dainese (Team DSM). Il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) è ancora maglia gialla con 3′21″ sullo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e 8′00″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Simone Velasco (Astana Qazaqstan Team), 31° a 2h01′40″