06-05-2022

maggio 6, 2022 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix) si è imposto nella prima tappa, Budapest – Visegrád, percorrendo 195 Km in 4h35′28″, alla media di 42.473 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’eritreo Biniam Girmay (Intermarché-Wanty-Gobert) e lo spagnolo Pello Bilbao (Bahrain Victorious). Miglior italiano Diego Ulissi (UAE Team Emirates), 8°. Van der Poel è la prima maglia rosa con 4″ su Girmay e 6″ su Bilbao. Miglior italiano Ulissi, 8° a 10″

4 JOURS DE DUNKERQUE – GRAND PRIX DES HAUT DE FRANCE

Il belga Lionel Taminiaux (Alpecin-Fenix) si è imposto nella quarta tappa, Mazingarbe – Aire-sur-la-Lys, percorrendo 174.8 Km in 4h01′54″, alla media di 43.357 Km/h. Ha preceduto allo sprint il polacco Stanislaw Aniolkowski (Bingoal Pauwels Sauces WB) e il connazionale Gerben Thijssen (Intermarché-Wanty-Gobert). Nessun italiano in gara. Il lituano Evaldas Siskevicius (GO Sport-Roubaix Lille Métropole) è tornato leader della classifica con 1″ su Thijssen e sull’olandese Arvid De Kleijn (Human Powered Health)

BRETAGNE LADIES TOUR CERATIZIT

L’italiana Martina Alzini (Cofidis Women Team) si è imposta nella quarta tappa, Loudéac – Pontivy, percorrendo 123.9 Km in 3h22′24″, alla media di 36.729 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Femke Markus (Parkhotel Valkenburg) e la neozelandese Ally Wollaston (AG Insurance-NXTG Team). L’italiana Vittoria Guazzini (FDJ-Nouvelle Aquitaine-Futuroscope) è ancora leader della classifica con 20″ sulla francese Cédrine Kerbaol (Cofidis Women Team) e 28″ sulla Wollaston

TOUR DU BÉNIN

La quarta tappa (Bohicon – Comé, 126.5 Km) è stata vinta dal sudafricano Jonathan Bouwer (nazionale sudafricana), secondo il tedesco Hermann Keller (Team Embrace The World Cycling), terzo il belga Seppe Vangheluwe (Team Flanders). Il tedesco Marcel Peschges (Team Embrace The World) è ancora leader della classifica

VAN DER POEL NON DELUDE. VINCE A VISEGRAD ED E’ LA PRIMA MAGLIA ROSA

maggio 6, 2022 by Redazione  
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Nella prima tappa del Giro 2022, tutta incentrata sulla salita conclusiva verso Visegrad, Mathieu Van der Poel (Team Alpecin Fenix) vince da favorito su un traguardo che gli calza a pennello, recuperando il pur ottimo Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty Gobert) e superandolo a pochi metri dalla linea d’arrivo. Terzo posto per Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious) mentre una caduta in volata frena Caleb Ewan (Team Lotto Soudal). Van der Poel indossa la prima maglia rosa e già domani dovrà difenderla nell’insidiosa cronometro di Budapest.

Il Giro d’Italia 2022 parte dall’Ungheria con le prime tre tappe che stuzzicano già da subito l’interesse di appassionati e addetti ai lavori. Certo manca un GPM di duemila metri da scalare, ma c’è terreno adatto a tutte le categorie di ciclisti, con uomini di classifica, finisseur, cronomen e velocisti tutti impegnati a darsi battaglia già nelle primissime fasi della corsa rosa. La prima tappa parte da Budapest e termina a Visegrad dopo 195 km. I primi 190 km sono quasi completamente pianeggianti e la fuga di giornata dovrebbe essere molto fortunata ad avere le sue chance di successo, visto che la prima maglia rosa la vorranno indossare un po’ tutti. Ecco quindi che il finale in costante salita, quasi 5 km al 5% di pendenza media non dovrebbe lasciare molto spazio alle velleità della fuga. Saranno uomini di classifica, finisseur e velocisti più resistenti a contendersi la prima maglia rosa del Giro 2022. Appena sventolata la bandiera del via al km 0, scattavano immediatamente Mattia Bais e Filippo Tagliani (Team Drone Hopper – Androni Giocattoli). Il gruppo lasciava fare e la coppia di testa raggiungeva il ragguardevole vantaggio di 11 minuti dopo appena 25 km dalla partenza. Tagliani si aggiudicava il primo traguardo volante di Székesfehérvár posto al km 75.3, mentre era già bagarre in previsione maglia ciclamino con Giacomo Nizzolo (Team Israel Premier Tech) che aveva la meglio su Arnaud Demare (Team Groupama FDJ) per il terzo posto . A 90 km dall’arrivo si registrava la prima caduta del Giro 2022. A farne le spese era Nicolas Prodhomme (Team AG2R Citroen). Il gruppo era tirato dagli uomini del Team Intermarchè Wanty Gobert, del Team Alpecin Fenix e del Team EF Education EasyPost. A 50 km dall’arrivo il gruppo aveva recuperato la maggior parte del ritardo che aveva su Bais e Tagliani e adesso il vantaggio della coppia di testa era di solo 1 minuto e mezzo. A 30 km dall’arrivo il vantaggio di Bais e Tagliani era di 1 minuto e 5 secondi sul gruppo. Bais si aggiudicava il secondo traguardo intermedio di Esztergom posto al km 167.5. A 20 km dalla conclusione il vantaggio della coppia di testa era ormai di soli 24 secondi sul gruppo in forte rimonta. La fuga veniva ripresa a 14 km dall’arrivo. Come pronosticato, era nella salita finale che si scatenava la bagarre e i verificavano le cadute più numerose della tappa. Tra i ciclisti che restavano vittima di una caduta si segnalavano Harm Vanhoucke (Team Lotto Soudal), Jan Tratnik (Team Bahrain Victorious) e soprattutto Davide Ballerini (Team Quick Step Alpha Vinyl), uno dei nomi caldi per la vittoria di tappa. Un primo attacco a circa 3 km dall’arrivo veniva portato da Lawrence Naesen (Team AG2R) ma il gruppo chiudeva abbastanza prontamente sul belga. Ci riprovava Lennard Kamna (Team BORA Hansgrohe) a meno di 2 km dall’arrivo. Il tedesco partiva forte ed il Team Intermarchè Wanty Gobert doveva impegnarsi a chiudere proprio nel tratto più duro della salit. Con le pendenze che arrivavano all’8%. Kamna veniva ripreso a circa 600 metri dall’arrivo quando la volata in salita era ormai lanciata. Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty Gobert) prendeva un piccolo margine di vantaggio ma alla sua ruota piombava Mathieu Van der Poel (Team Alpecin Fenix) che riusciva a mettere la ruota davanti al ciclista eritreo sulla linea del traguardo. In terza posizione si classificava Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious), mentre chiudevano la top five Magnus Cort Nielsen (Team EF Education EasyPost) in quarta posizione e Wilco Kelderman (Team BORA Hansgrohe) in quinta posizione. Delusione per Caleb Ewan (Team Lotto Soudal), che cadeva in volata anche se ormai sembrava tagliato fuori per la vittoria di tappa. Nella top ten si segnalavano l’ottavo posto di Diego Ulissi (UAE Team Emirates) ed il nono posto di Andrea Vendrame (Team AG2R Citroen). Van der Poel, alla quarta vittoria stagionale, è la prima maglia rosa del Giro 2022. L’olandese conduce con 4 secondi di vantaggio su Girmay e 10 secondi di vantaggio su Bilbao.Domani è in programma la seconda tappa, la cronometro individuale del circuito di Budapest, lunga 8 km e 600 metri. Sarà una cronometro molto tecnica, con una ventina di curve a 90 gradi e pochi tratti dove spingere grossi rapporti. In più, il finale in salita verso il castello di Buda accentuerà l’incertezza per il vincitore, che potrebbe anche non essere un cronoman.

Giuseppe Scarfone

Mathieu Van der Poel vince a Visegrad (foto: Getty Images Sport)

Mathieu Van der Poel vince a Visegrad (foto: Getty Images Sport)

LA ROSA SBOCCIA IN UNGHERIA

maggio 6, 2022 by Redazione  
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Parte dall’Ungheria il Giro d’Italia, con un programma d’apertura differente rispetto a quello che era stato previsto per il 2020, quando il via dalla nazione magiara era saltato a causa della pandemia. Non ci sarà la solita crono d’avvio, in calendario ma spostata al secondo giorno di gara, ma una tappa in linea favorevole ai velocisti, anche se non banale. Gli ultimi 5 Km in salita scremeranno, infatti, il gruppo epurandolo da qualche sprinter e aprendo anche ad altri corridori la possibilità di partecipare alla lotta per la conquista della prima maglia rosa.

Finalmente questo sarà l’anno giusto per vedere spuntare le rose in Ungheria. Il Giro l’aveva già messa in programma per il 2020 la sua quattordicesima partenza fuori dai confini nazionali, saltata dopo che le autorità magiare avevano ritirato la loro disponibilità a causa della pandemia, rimandandola a data da destinarsi. Una data che non poteva essere il 2021, per la quale era già stata opzionata Torino quale sede di partenza, e anche quella del 2022 sembrava essere molto incerta, come aveva lasciato intuire il direttore di corsa Mauro Vegni lo scorso mese di maggio. Ma durante l’ultima edizione del Giro era successo un evento che nessuno avrebbe immaginato, i tre giorni in maglia rosa di Attila Valter che hanno galvanizzato gli ungheresi al punto da tornare a bussare alle porte del Giro per chiedere di anticipare i tempi e organizzare nuovamente la “Grande Partenza”, che altrimenti – stando ai rumors – avrebbe potuto svolgersi nelle Marche. Così Vegni si è rimesso al lavoro per modificare i piani originari del 2020 perché, avendo ottenuto dall’UCI il permesso di anticipare di ventiquattrore la partenza (deroga che viene concessa una volta ogni 4 anni), sarebbe stato impensabile bloccare le strade di Budapest in un giorno feriale per la disputa della prevista crono d’apertura, rinviata al secondo giorno di gara. Sono stati ripensati anche i tracciati delle altre due frazioni in linea previste sul suolo ungherese e, in particolare, si è aggiunto un traguardo in salita per la prima tappa, al termine di un’ascesa breve e poco impegnativa, 5500 metri al 4.2% che non dovrebbero impedire l’arrivo allo sprint. Per fare un paragone, anche la prima frazione del Tour de France 2021 presentava un finale simile, ma in quel caso la rampa era più corta e impegnativa, con un muretto iniziale che mancherà nella tappa della Corsa Rosa e che favorì la vittoria di Julian Alaphilippe. Di certo ne scaturirà una volata atipica, nella quale vedremo gli sprinter più resistenti destreggiarsi al fianco di corridori che solitamente non si gettano nella mischia delle volate e che puntano a più alti traguardi: lo stesso Alaphilippe potrebbe far bene su questo traguardo, ma anche velocisti decisamente dotati (come l’australiano Michael Matthews, che lo scorso anno si piazzò secondo nella tappa d’esordio del Tour) avranno armi pari per competere e lanciarsi alla conquista della prima maglia rosa.
Lasciata Budapest, il tratto iniziale della prima tappa si svolgerà lungo le rive del Danubio, che si lasceranno dopo meno di 10 Km per puntare verso il centro di Érd, cittadina presso la quale è possibile ammirare uno dei tre minareti oggi esistenti in Ungheria, retaggio del periodo dell’occupazione turca. Proseguendo il gruppo giungerà sulle strade di Martonvásár, le stesse che nel 1800 furono solcate dal compositore tedesco Ludwig van Beethoven che, ospite del castello Brunszvik, qui compose uno dei suoi brani più celebri, la “Per Elisa”. Ci sarà anche il tempo per fare un tuffo virtuale in Italia nelle fasi iniziali di questa tappa e accadrà quando si giungerà presso le rive del lago di Velence, il quarto dello stato per dimensioni, sul quale si affaccia l’omonima località balneare. Il suo nome, tradotto in italiano, significa proprio “Venezia” ed è attribuito allo storico Antonio Bonfini, che nel XV secolo era stato assunto dal re ungherese Mattia Corvino come storiografo di corte e che volle con quel toponimo rendere omaggio ai numerosi veneti che erano immigrati in Ungheria, stabilendosi proprio in quella parte del regno. Toccata Lovasberény, dove il tracciato di gara lambirà il classicista castello Cziráky, la prima fase di questa tappa d’apertura si concluderà a circa 75 Km dalla partenza con il primo dei due traguardi volanti, messo in palio in quel di Székesfehérvár, centro il cui nome fa intrecciare la lingua agli stranieri ma che i magiari sanno pronunciare a menadito, anche perché si tratta di una delle città storiche della loro nazione, fino al 1526 sede nella cattedrale di Santo Stefano delle incoronazioni dei sovrani ungheresi.
Qui i “girini” effettueranno il giro di boa del percorso odierno che, dopo esser stato tracciato prevalentemente in direzione sud, ora tornerà a puntare verso nord, mentre l’altimetria proporrà un lieve falsopiano prima di giungere a Csákvár, pure dotato di un imponente castello, oggi sede di un ospedale e costruito in stile rococò prima di essere rifatto in stile neoclassico a causa di una serie di terremoti che colpì queste terre nell’800.
Dopo metà tappa la pianura, fin qui imperante, lascerà temporaneamente il passo a microscopiche collinette che poco si avvertono anche sull’altimetria, come lo strappo di 800 metri al 6,5% che s’incontrerà all’uscita da Bicske mentre leggermente più lunga – un chilometro esatto al 4.3% – sarà la salita che si dovrà affrontare alle porte di Zsámbék, la cui principale attrattiva turistica è rappresentata dai suggestivi ruderi dell’abbazia premonstratense costruita a partire dal 1220 e rovinata a causa di un altro terremoto nel 1736, in seguito al quale si preferì utilizzarne le pietre per ricostruire le case degli abitanti del villaggio.
Usciti da questa fase di leggera “tempesta” il tracciato tornerà a farsi scorrevole sotto le ruote del gruppo procedendo in direzione di Bajna, villaggio di circa 2000 abitanti presso il quale si trova un castello che appartenne alla famiglia Sándor- Metternich, il casato del celebre cancelliere austriaco Klemens von Metternich, tra i principali protagonisti del Congresso di Vienna che nel 1815 ridisegnò il volto dell’Europa politica dopo la fine dell’era napoleonica.
Tornati in pianura, il percorso andrà nuovamente a specchiarsi nelle acque del Danubio nel tratto dove il “bel fiume blu” funge da confine naturale con la Repubblica Slovacca, un’altra nazione che ha dimostrato interesse verso il Giro avendone richiesta la “Grande Partenza” per il 2023, anno nel quale Stefano Allocchio – che nei prossimi mesi prenderà il posto di Vegni alla direzione della Corsa Rosa – avrà l’imbarazzo della scelta perché anche Belgio, Turchia e Marocco hanno avanzato simili proposte. Intanto la storia della prima tappa dell’edizione 2021 entrerà nel vivo perché a 28 Km dall’arrivo saranno per la prima volta distribuiti abbuoni che potrebbero rivelarsi fondamentali per stilare la prima classifica generale e assegnare la prima maglia rosa. Accadrà al passaggio dall’antica Strigonio, l’attuale Esztergom, centro che riveste il ruolo di capitale religiosa dello stato avendo qui sede l’arcivescovo primate d’Ungheria: il principale monumento cittadino è, infatti, un luogo di culto, la neoclassica Cattedrale di Nostra Signora e di Sant’Adalberto, al cui interno è possibile ammirare la più grande pala d’altare al mondo realizzata su un solo pezzo di tela, realizzata nel 1854 dal friulano Michelangelo Grigoletti.
Con l’adrenalina per il gran finale che pian piano monterà si procederà avendo come costante compagno di viaggio il Danubio, nel punto dove il fiume fa una grande ansa per aggirare il promontorio del Juliánus Kilátó e cambiare contemporaneamente la sua direzione. Saranno gli ultimi scampoli di pianura di questa tappa, che si concluderanno con il passaggio nel centro di Visegrád, cittadina nota per aver ospitato gli incontri che hanno portato alla nascita del Gruppo di Visegrád, alleanza culturale e politica che ha rinsaldato i rapporti tra quattro nazioni dell’Europa orientale (oltre alle citate e confinanti Ungheria e Repubblica Slovacca, anche Polonia e Repubblica Ceca) e ha anche ispirato una competizione ciclistica composta da quattro gare in linea organizzate tra le varie nazioni del “gruppo”. E ora un altro gruppo sarà pronto a entrare in scena sulle strade della cittadina ungherese, che vedrà i “girini” affrontare la salita verso la spettacolare fortezza medievale che domina il Danubio, presso la quale si conoscerà il nome del primo corridore che nel 2021 avrà l’onore di vestire la maglia rosa.

Jó kirándulást Giro d’Italia

Mauro Facoltosi

La fortezza di Visegrád e l’altimetria della prima tappa (www.easybudapest.com)

La fortezza di Visegrád e l’altimetria della prima tappa (www.easybudapest.com)

CIAK SI GIRO

Anche nel 2022 continua la collaborazione con www.davinotti.com, sito che si occupa di cinema e in particolare di mappare le location utilizzate dalle varie produzioni cinematografiche, proponendo poi ai lettori un parallelo tra fotogrammi e foto dei posti dove furono girate le scene. In questo primo capitolo della rubrica vi porteremo alla scoperta dei film italiani girati sulle strade di Budapest (limitandoci a quelli mappati su Davinotti). Dopo l’italo-francese-tedesco “Barbablù” del 1972, firmato dallo statunitense Edward Dmytryk, in ordine di tempo il primo nostro regista ad aver immortalato scorci della capitale ungherese è stato Carlo Verdone che nel 1987 l’ha scelta per girarvi diverse scene de “Io e mia sorella” e in particolare si vedono il Ponte della Libertà e la chiesa di Sant’Anna, che fa una fugace comparsa sullo sfondo nella spassosa scena nella quale Verdone va ad acquistare in farmacia gli assorbenti per la sorella (interpretata da Ornella Muti). L’anno successivo il regista romano Gianfranco Giagni girerà a Budapest un paio di scene del film d’orrore “Il nido del ragno”, seguito dodici mesi più tardi dal maestro del brivido Dario Argento (ma del suo “La chiesa” parleremo nella seconda rubrica). Sempre nel 1989 sarà il turno di Peter Dal Monte, scomparso nel maggio del 2021, che vi girerà con attori prevalentemente stranieri “Étoile”, thriller ambientato nel mondo della danza. Nel nuovo millennio sarà il milanese Fabio Carpi a scegliere Budapest per una scena di “Nobel” (2001), film “on the road” che racconta del viaggio di uno scrittore italiano (interpretato dallo spagnolo d’origini argentine Héctor Alterio) verso la Svezia, dove gli sarà consegnato il premio nobel per la letteratura. Luca Zingaretti nel 2002 smetterà per un attimo i panni del commissario Montalbano per recarsi in terra magiara e girare la fiction RAI “Perlasca, un eroe italiano”, due puntate nel quale il popolare attore interpreterà il ruolo di Giorgio Perlasca, il commerciante italiano che nel 1944 aveva salvato la vita a più di cinquemila ebrei ungheresi destinati ai campi di concentramento. Nel 2016, infine, Ron Howard girerà a Budapest (spacciata per l’americana Harvard e per Istanbul) diverse scene di “Inferno”, coproduzione italo-americana ispirata all’omonimo romanzo di Dan Brown e in gran parte filmata in Italia, tra Venezia e Firenze.

Carlo Verdone a Budapest in una scena di Io e mia sorella (www.davinotti.com)

Carlo Verdone a Budapest in una scena di "Io e mia sorella" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/io-e-mia-sorella/50002553

FOTOGALLERY

Tratto iniziale lungo il Danubio all’uscita da Budapest

Il minareto di Érd

Martonvásár, castello Brunszvik

Bagnanti sulle sponde del Lago di Velence

Lovasberény, castello Cziráky

Székesfehérvár, Cattedrale di Santo Stefano

Il castello di Csesznek a Csákvár

Ruderi dell’abbazia di Zsámbék

Bajna, Castello Sándor- Metternich (www.szepmagyarorszag.hu)

La cattedrale di Esztergom vista dal ponte sul Danubio che collega l’Ungheria alla Repubblica Slovacca

La pala di Michelangelo Grigoletti all’interno della cattedrale di Esztergom

Uno scorcio dell’ansa del Danubio che anticipa l’arrivo a Visegrád

4 GIORNI DI DUNKERQUE, RITORNO AL SUCCESSO PER IL PRINCIPE DI VALLONIA

maggio 5, 2022 by Redazione  
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Philippe Gilbert (Lotto Soudal) ha conquistato il successo battendo in volata sullo strappo finale della terza tappa la maglia di leader Jason Tesson (St Michel – Auber93) e Julien Simon (TotalEnergies). Tesson è stato poi penalizzato di 40” per un dietro macchina con Arvid De Kleijn (Human Powered Health) che è tornato così al comando della generale.

La terza tappa della 4 Giorni di Dunkerque presentava un percorso di 174 chilometri da Péronne a Mont-Saint-Éloi con diversi brevi strappi lungo il percorso, in particolare il finale si disputava in un circuito di 13 chilometri con due strappi, il primo di circa 300 metri al 5% ai -4, mentre gli ultimi 500 metri del circuito presentavano una pendenza media del 5% con punte in doppia cifra.
Una tappa che considerando tutti gli attacchi visti nei primi due giorni poteva permettere degli attacchi interessanti per smuovere la classifica in vista della tappa di Cassel in programma sabato.

Per il terzo giorno consecutivo la maglia di miglior scalatore Alex Colman (Sport Vlaanderen – Baloise) entrava nella fuga di giornata, in compagnia di Samuel Leroux (Go Sport – Roubaix Lille Métropole) e Kevin Besson (Nice Métropole Côte d’Azur) che guadagnavano un vantaggio massimo di cinque minuti sul gruppo.
Ai -34 il leader della generale Jason Tesson (St Michel – Auber93) restava coinvolto in una caduta a causa di uno scoppio della ruota anteriore in un tratto di asfalto con diversi sassi sia nel centro che ai lati della sede stradale, anche Maciej Bodnar (TotalEnergies) restava con una gomma a terra nello stesso punto. Il momento non era sicuramente dei migliori visto che la Alpecin-Fenix era in piena spinta, riducendo il distacco di due minuti a una singola unità nel giro di cinque chilometri. Ai -30 era la coppia formata da Kevin Ledanois (Team Arkea Samsic) e Antoine Raugel (AG2R Citroen Team) a tentare un attacco, che aveva vita breve sotto il lavoro della Groupama – FDJ. A questo punto il gruppo si rialzava permettendo a Tesson la possibilità di rientrare, dopo aver utilizzato un dietro macchina per diversi chilometri.
Nel tratto con la strada più sporca attaccava secco Alexandre Delettre (Cofidis) con alla sua ruota Andreas Kron (Lotto Soudal), mentre Ledanois si univa a loro pochi chilometri più tardi. Questo tentativo resisteva per sei chilometri, con il gruppo che ai -17 si riportava a meno di trenta secondi dalla testa della corsa. Sul penultimo passaggio dello strappo finale avveniva una caduta in gruppo che coinvolgeva una ventina di atleti a centro gruppo tra cui Reinardt Van Rensburg (Lotto Soudal), Gerben Thijssen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), Ayco Bastiaens (Alpecin-Fenix) e Jonas Iversby Hvideberg (Team DSM).

Nell’ultimo giro la TotalEnergies controllava la fuga con un ritmo regolare rientrando su di loro ai -6, mentre la Alpecin-Fenix decideva di accelerare il ritmo ai -4, ma negli ultimi tre chilometri uscivano tutti i treni delle squadre per provare a trovarsi davanti nello strappo finale. La Go Sport – Roubaix Lille Métropole a sorpresa si metteva a gestire l’ultimo chilometro, venendo però sopravvanzata negli ultimi 500 metri da Lorrenzo Manzin (TotalEnergies) che lanciava lo sprint secco per il suo capitano Julien Simon, il quale veniva scavalcato però in maniera secca da Philppe Gilbert (Lotto Soudal) che tornava così al successo a distanza di 967 giorni dall’ultimo sigillo avvenuto nella Vuelta 2019. Tesson riusciva a vincere lo sprint per il secondo posto davanti a Simon.

Inizialmente Tesson sembrava quindi mantenere la maglia di leader aumentando il suo margine sugli avversari grazie agli abbuoni, ma la giuria decideva di punirlo con 40 secondi di penalità per il dietro macchina.
Arvid De Kleijn (Human Powered Health) tornava così leader della classifica con lo stesso tempo su Gilbert e 1” su Leroux che sfruttava gli abbuoni guadagnati durante la sua fuga.

La tappa di domani presenta un percorso per velocisti di 179 chilometri da Mazingarbe a Aire-sur-la-Lys.

Carlo Toniatti.

Il successo di Philippe Gilbert (Luc Claessen/Getty Images)

Il successo di Philippe Gilbert (Luc Claessen/Getty Images)

05-05-2022

maggio 5, 2022 by Redazione  
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4 JOURS DE DUNKERQUE – GRAND PRIX DES HAUT DE FRANCE

Il belga Philippe Gilbert (Lotto Soudal) si è imposto nella terza tappa, Péronne – Mont-Saint-Éloi, percorrendo 170 Km in 4h22′14″, alla media di 38.9 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Jason Tesson (St Michel-Auber 93) e Julien Simon (TotalEnergies). Nessun italiano in gara. L’olandese Arvid De Kleijn (Human Powered Health) è tornato leader della classifica con lo stesso tempo di Gilbert e 1″ sul francese Samuel Leroux (GO Sport-Roubaix Lille Métropole)

VUELTA CICLISTA ANDALUCÍA RUTA DEL SOL DONNE

La serba Jelena Eric (Movistar Team) si è imposta nella terza ed ultima tappa, Fuengirola – Castellar de la Frontera, percorrendo 81.8 Km in 2h19′58″, alla media di 35.07 Km/h. Ha preceduto allo sprint la cubana Arlenis Sierra (Movistar Team) e la tedesca Ricarda Bauernfeind (CANYON//SRAM Generation). Miglior italiana Erica Magnaldi (UAE Team ADQ), 4° a 2″. La Sierra si impone in classifica con 4″ sulla spagnola Margarita Victoria García (UAE Team ADQ) e 15″ sulla Bauernfeind. Miglior italiana la Magnaldi, 9° a 1′44″

BRETAGNE LADIES TOUR CERATIZIT

La russa Alena Ivanchenko (UAE Team ADQ) si è imposta nella terza tappa, Quimperlé – Inzinzac-Lochrist, percorrendo 122.6 Km in 29′20″, alla media di 39.886 Km/h. Ha preceduto di 5″ l’italiana Vittoria Guazzini (FDJ-Nouvelle Aquitaine-Futuroscope) e di 23″ la neozelandese Ally Wollaston (AG Insurance-NXTG Team). La Guazzini è la nuova leader della classifica con 40″ sulla francese Cédrine Kerbaol (Cofidis Women Team) e 52″ sulla Wollaston

TOUR DU BÉNIN

Il tedesco Marcel Peschges (Team Embrace The World Cycling) si è imposto nella terza tappa, Savalou – Bohicon, percorrendo 127.7 Km in 3h17′23″, alla media di 38.818 Km/h. Ha preceduto di 1′13″ l’olandese Jarri Stravers (Global Cycling Team) e il francese Mathieu Troude (France Defense). Nessun italiano in gara. Peschges è il nuovo leader della classifica

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI BUDAPEST (GRANDE PARTENZA)

maggio 5, 2022 by Redazione  
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Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1962 a 60 anni dalla prima delle due vittorie consecutive di Franco Balmamion)

SALA STAMPA

Italia

Da Carapaz a Nibal e Van der Poel: ecco perché sarà il Giro di…

Gazzetta dello Sport

Ungheria

Óriási tapsvihar fogadta a magyarokat a Hősök terén

Magyar Nemzet

GRAN BRETAGNA

Cavendish ‘excited’ at chance to add to Giro d’Italia stage win tally

The Independent

FRANCIA

Bardet: «J’ai été trop loin dans l’introspection»

L’Équipe

SPAGNA

Landa: “Lo intentaré siempre aunque sepa que me voy a dar de morros contra una pared”

El País

PORTOGALLO

João Almeida: “O líder no Giro sou eu, só temos uma carta para jogar”

Público

BELGIO

Nieuwe roze mijlpaal? Mathieu van der Poel wil in Giro indrukwekkende bucketlist verder aanvullen

Het Nieuwsblad

PAESI BASSI

Giro-opperhoofd Bellino vol lof over Nederlands superduo

De Telegraaf

GERMANIA

Mit Dreierspitze um Emanuel Buchmann: Bora peilt das Giro-Podest an

Berliner Zeitung

COLOMBIA

Miguel ‘Supermán López: lo que piensa Joao Almeida, rival en el Giro

El Tiempo

ECUADOR

Carapaz, ‘el candidato’ entre los opcionados al título del Giro

El Universo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Buon Viaggio (Share The Love) (Cesare Cremonini)

METEOGIRO

Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa del giorno dopo

Budapest : nubi sparse, 23.8°C, vento moderato da SE (12-14 km/h), umidità al 39%
Martonvásár (25.4 Km): nubi sparse, 24.3°C, vento moderato da SE (14-17 km/h), umidità al 38%
Székesfehérvár – Traguardo Volante (75.3 Km): cielo coperto, 23.7°C, vento moderato da SE (14-17 km/h), umidità al 37%
Esztergom – Traguardo Volante (167.5 Km): cielo coperto, 23.8°C, vento moderato da SSE (10-12 km/h), umidità al 35%
Visegrád : temporale con pioggia modesta (0.7 mm), 22.2°C, vento moderato da ESE (11-17 km/h), umidità al 69%

GLI ORARI DEL GIRO

12.10: inizio diretta su Eurosport1
12.20: partenza da Budapest
12.20: inizio diretta su RaiSport
14.00: inizio diretta su Rai2
14.15-14.25: traguardo volante di Székesfehérvár
16.20-16.45: traguardo volante di Esztergom
17.00-17.25: arrivo a Visegrád

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

a partire dalla prima tappa

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

L’anno scorso è finita così:

1° Riccardo Minali
2° Attilio Viviani a 6′09″
3° Matteo Moschetti a 6′28″
4° Alexander Krieger a 10′47″
5° Umberto Marengo a 16′43″

Maglia nera: Egan Bernal, 143° a 5h35′49″

IL GIRO DI 60 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1962 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

RADUNO DI PARTENZA (MILANO) – 18 MAGGIO 1962

ANCHE RIK VAN LOOY AL VIA DEL GIRO D’ITALIA CHE SI INIZIA OGGI CON LA MILANO-TABIANO
La squadra del campione del mondo si è accordata ieri con gli organizzatori
Tredici formazioni partecipano alla corsa a tappe – Gli scalatori Massignan, Gaul e Taccone favoriti dai pronostici durante le operazioni di punzonatura – La tappa odierna si svolge in pianura: si attende una folta volata per l’assegnazione della prima maglia rosa

Il timer che scandisce le ore mancanti alla partenza del Giro da Budapest (cyclingpro.net)

Il timer che scandisce le ore mancanti alla partenza del Giro da Budapest (cyclingpro.net)

GIRO 2022 – I FAVORITI

maggio 5, 2022 by Redazione  
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Ecco i favoriti per la vittoria nella 105a edizione del Giro d’Italia che scatterà domani da Budapest. Buon Giro a tutti, corridori, membri delle squadre, organizzatori, giornalisti e semplici appassionati!

RICHARD CARAPAZ: L’ecuadoriano, fermo da fine marzo per presentarsi ai nastri di partenza in forma smagliante, è il principale favorito per questa edizione del Giro d’Italia. Un percorso a lui congeniale e un team altamente competitivo su ogni tipo di terreno lo potranno proiettare verso la conquista della seconda Maglia Rosa in carriera. BORSINO: 30%

SIMON YATES: Il fuoriclasse del Team BikeExchange-Jayco non ha corso molto in questo inizio di stagione ma farà di tutto per chiudere il conto col Giro d’Italia, conto in sospeso da più di due anni. Non parte come favorito numero uno a causa di un team che non è all’altezza della Ineos e della Bahrain. BORSINO: 25%

JOAO ALMEIDA: Il giovane ciclista portoghese della UAE Team Emirates avrà ha disposizione un team di tutto rispetto che cercherà di aiutarlo ad arrivare il più in alto possibile. I pochi chilometri di percorso a cronometro lo penalizzano rispetto ai diretti rivali. BORSINO: 10%

MIGUEL ANGEL LOPEZ: Il corridore colombiano è rientrato alla base in cerca di riscatto dopo un anno negativo. All’Astana avrà tutti dalla sua parte, compreso Nibali, ma il pericolo maggiore proviene sempre dalla sua disattenzione in corsa. BORSINO 10%

MIKEL LANDA: Il basco è da sempre un grosso punto interrogativo. Uno scalatore con doti eccelse, percorso favorevole e un team pieno zeppo di talento non potrebbero bastare al cospetto delle sue disavventure croniche. BORSINO: 5%

WILCO KELDERMAN: Il corridore olandese della BORA-Hansgrohe avrebbe preferito più chilometri a cronometro, cercherà di approfittare con la sua regolarità di qualche défaillance dei rivali. BORSINO: 5%

PELLO BILBAO: Il ciclista della Bahrain-Victorius è nel pieno della maturità psico-fisica, sarà sicuramente un osso duro per chi vorrà vincere la Corsa Rosa. BORSINO: 5%

RICHIE PORTE: Il tasmaniano sarà il vice-capitano della INEOS Grenadiers, le sue annate migliori sono alle spalle, ma mai dire mai. Vincere un Grande Giro sarebbe, però, il coronamento di una carriera che lo ha visto vincere troppo poco per le sue qualità. BORSINO: 5%

GIULIO CICCONE: Per l’abruzzese di treni ne stanno passando parecchi, tocca a lui prenderli e dimostrare a tutti che è capace di lottare fino alla fine per la Maglia Rosa. BORSINO: 1%

TOM DUMOULIN: La speranza che possa tornare ai livelli che gli competono c’è, anche se realisticamente di possibilità per vederlo lottare solo per il podio sono molto basse. BORSINO: 1%

ROMAIN BARDET: Il francese nelle ultime stagioni sembrerebbe aver perso lo smalto per lottare nelle posizioni che contano nelle corse di tre settimane. Un colpo di coda, però, sarebbe romanticissimo per un corridore generoso come lui ma che non è mai riuscito a vincere un Grande Giro. BORSINO: 1%

PAVEL SIVAKOV: Il passista-scalatore della INEOS Grenadiers è pronto in caso di forfait della prima punta Carapaz. Nelle ultime stagioni ha abbandonato l’idea di puntare alla classifica generale, cosa della quale è capace, come dimostrato ampiamente nel 2019. BORSINO: 1%

Luigi Giglio

Richard Carapaz (Getty Images Sport)

Richard Carapaz (Getty Images Sport)

TAPPA E MAGLIA A TESSON A MAUBEUGE

maggio 5, 2022 by Redazione  
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Jason Tesson (St Michel – Auber93) ha vinto in volata la seconda tappa della 4 Giorni di Dunkerque su Gerben Thijssen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux) e Thomas Boudat (Go Sport – Roubaix Lille Métropole). Per l’atleta francese anche la conquista della maglia di leader.

La seconda frazione della 4 Giorni di Dunkerque prevedeva un percorso relativamente pianeggiante con un percorso quasi mai piatto, ma senza grandi pendenze, di 185 chilometri da Bethune a Maubeuge adatto ancora alle ruote veloci, con un finale che presentava un leggero strappo nel finale.
Nella fuga di giornata si inserivano Samuel Watson (Groupama – FDJ), Ludovic Robeet (Bingoal Pauwels Sauces WB), Angel Fuentes Paniego (Burgos-BH), Alex Colman (Sport Vlaanderen – Baloise) e Evaldas Šiškevičius (Go Sport – Roubaix Lille Métropole).
Il gruppo controllava facilmente la fuga, ma restava poco coeso con tantissimi attacchi tra i -55 e i -50, erano diversi i gruppetti di atleti che riuscivano ad avvantaggiarsi per qualche metro riuscendo a rientrare a 30 secondi di ritardo dalla fuga, per poi fermarsi e lasciare il distacco risalire a un minuto e mezzo. Era quindi il Team DSM a incaricarsi dell’inseguimento riducendo progressivamente il distacco, ai -13 era Philippe Gilbert (Lotto Soudal) ad attaccare insieme a Chris Lawless (TotalEnergies) riprendendo velocemente il resto della fuga ad eccezione di Watson a seguito di un dritto in un tratto di discesa per tutti i restanti componenti della fuga. Il gruppo rientrava ad altissima velocità rientrando su tutti gli attaccanti ad eccezione del britannico che provava a resistere al ritorno del gruppo, nel quale continuavano gli attacchi con Brent Van Moer (Lotto Soudal) e Baptiste Planckaert (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux) che venivano velocemente stoppati, con Benjamin Thomas (Cofidis) che sfruttava il momento per contrattaccare in solitaria. Il Team Arkéa Samsic e la TotalEnergies si incaricavano dell’inseguimento di entrambi gli attaccanti che ai -6 si ricompattavano con un margine di appena sei secondi resistendo per altri due chilometri con tante squadre che collaboravano nell’inseguimento. In un tratto stradale molto confuso con varie formazioni che cercavano di avere la meglio, era Stéphane Rossetto (St Michel – Auber93) a gestire il tratto conclusivo che portava al breve strappo, con alla sua ruota il suo capitano Jason Tesson. Appena la strada iniziava a salire era Hugo Hofstetter (Team Arkéa Samsic) ad accelerare, allungando il gruppo, ma una volta arrivati negli ultimi 150 metri pianeggianti era Tesson a lanciare la volata con successo riuscendo a precedere di un soffio Gerben Thijssen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux) che sembrava avere una gamba migliore, ma pagava il posizionamento nel finale, mentre Thomas Boudat (Go Sport – Roubaix Lille Métropole) era terzo.
Grazie agli abbuoni conquistati ieri Tesson ha preso anche il comando della generale con 9” su De Kleijn e 13” su Thijssen.
Nella terza tappa in programma questo pomeriggio da Péronne a Mont-Saint-Éloi di 174 chilometri ci si aspetta un segnale più chiaro di chi potrebbe giocarsi la classifica finale grazie al finale in salita, meno adatto a velocisti puri.

Carlo Toniatti.

Jason Tesson nel suo sprint finale di ieri (Luc Claessen/Getty Images)

Jason Tesson nel suo sprint finale di ieri (Luc Claessen/Getty Images)

04-05-2022

maggio 4, 2022 by Redazione  
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4 JOURS DE DUNKERQUE – GRAND PRIX DES HAUT DE FRANCE

Il francese Jason Tesson (St Michel-Auber 93) si è imposto nella seconda tappa, Béthune – Maubeuge, percorrendo 181.5 Km in 4h04′25″, alla media di 44.555 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Gerben Thijssen (Intermarché-Wanty-Gobert) e il connazionale Thomas Boudat (GO Sport-Roubaix Lille Métropole). Nessun italiano in gara. Tesson è il nuovo leader della classifica con 9″ sull’olandese Arvid De Kleijn (Human Powered Health) e 13″ su Thijssen

VUELTA CICLISTA ANDALUCÍA RUTA DEL SOL DONNE

La cubana Arlenis Sierra (Movistar Team) si è imposta anche nella seconda tappa, Málaga – Mijas, percorrendo 118 Km in 3h22′57″, alla media di 34.885 Km/h. Ha preceduto allo sprint la tedesca Ricarda Bauernfeind (CANYON//SRAM Generation) e la spagnola Margarita Victoria García (UAE Team ADQ). Miglior italiana Erica Magnaldi (UAE Team ADQ), 6°. La Sierra è ancora leader della classifica con lo stesso tempo della García e 15″ sulla Bauernfeind. Miglior italiana la Magnaldi, 14° a 1′42″

BRETAGNE LADIES TOUR CERATIZIT

L’italiana Marta Bastianelli (UAE Team ADQ) si è imposta anche nella seconda tappa, Quimperlé – Inzinzac-Lochrist, percorrendo 122.6 Km in 3h14′40″, alla media di 37.788 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’olandese Nicole Steigenga (Team Coop-Hitec Products) e la canadese Simone Boilard (St Michel-Auber 93). La Bastianelli ancora leader della classifica con 13″ sull’italiana Vittoria Guazzini (FDJ-Nouvelle Aquitaine-Futuroscope) e 14″ sulla polacca Marta Lach (Ceratizit-WNT Pro Cycling)

TOUR DU BÉNIN

Seconda tappa (Djougou – Parakou, 133.3 Km) vinta dal belga Seppe Vangheluwe (Team Flanders), secondo il sudafricano Jonathan Bouwer (nazionale sudafricana), terzo il tedesco Hermann Keller (Team Embrace The World Cycling). l belga Bjorn De Decker (Team Flanders) è ancora leader della classifica

4 GIORNI DI DUNKERQUE, SUCCESSO INIZIALE DI DE KLEIJN CON MAXI-CADUTA

maggio 3, 2022 by Redazione  
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Arvid De Kleijn (Human Powered Health) ha vinto la prima tappa della 4 giorni di Dunkerque a seguito del declassamento di Sam Welsford (Team DSM) che aveva inizialmente tagliato il traguardo per primo, reo di aver causato una caduta negli ultimi metri. Al secondo posto è arrivato Jason Tesson (St Michel – Auber93), mentre al terzo Nils Eekhoff (Team DSM).

La sessantaseiesima edizione della 4 giorni di Dunkerque prevedeva sei tappe in linea, delle quali quattro pianeggianti, mentre la terza tappa avrà delle brevi salite con un arrivo sulla cima di uno strappo. In particolare però, è la tappa in programma sabato a Cassel che rappresenterà la tappa regina che dovrebbe decidere la classifica generale.
I principali corridori alla partenza erano Philippe Gilbert e Arnaud De Lie (Lotto Soudal), Oliver Naesen e Marc Sarreau (AG2R Citroen Team), Benjamin Thomas (Cofidis), Jake Stewart (Groupama – FDJ), Nils Eekhoff (Team DSM), Michael Gogl (Alpecin-Fenix), Hugo Hofstetter e Daniel McLay (Team Arkea Samsic) e Niki Terpstra (TotalEnergies).

La tappa iniziale della 4 giorni di Dunkerque prevedeva un percorso pianeggiante di 162 chilometri da Dunkerque a Aniche con un circuito di dieci chilometri da ripetere due volte che vedeva come favorito De Lie.
Dopo una ventina di chilometri prendeva il largo un tentativo di fuga formato da Cyril Barthe (B&B Hotels – KTM), Milan Fretin (Sport Vlaanderen – Baloise) e Evaldas Šiškevičius (Go Sport – Roubaix Lille Métropole) che resisteva al comando della corsa soltanto fino ai -73.
Da questo momento in poi erano tantissimi i tentativi di attacchi, ma tutti chiusi in breve tempo dal gruppo che marciava compatto fino a circa quarantasei chilometri dall’arrivo quando Gijs Van Hoecke (AG2R Citroen Team), Alex Colman (Sport Vlaanderen – Baloise) e Lionel Taminiaux (Alpecin-Fenix) riuscivano a creare nuovamente una fuga di giornata. Questi atleti venivano controllati con un distacco massimo di cinquanta secondi da Team DSM e Lotto Soudal, andando a recuperare terreno all’interno degli ultimi quindici chilometri. La St Michel – Auber93 collaborava nell’inseguimento all’interno degli ultimi dieci chilometri riprendendo Colman ai -6.5, mentre Van Hoecke si arrendeva ai -4, e Taminiau, ultimo ad arrendersi, resisteva per un altro chilometri. Nell’ultimo chilometro era la Groupama – FDJ a prendere il comando del gruppo, anche se Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux e Team DSM riuscivano a posizionarsi meglio nel finale, costringendo De Lie a una volata da dietro, il quale trovandosi chiuso tra McLay e Sam Welsford (Team DSM) rischiava una manovra pericolosa andando a cadere insieme a McLay e causando diversi caduti. Welsford riusciva a restare in piedi transitando al traguardo in prima posizione davanti a Arvid De Kleijn (Human Powered Health), Jason Tesson (St Michel – Auber93) e Nils Eekhoff (Team DSM).
La giuria decideva in seguito di squalificare Welsford, il quale è stato probabilmente colpevole di mantenere i gomiti troppo larghi e chiudendo leggermente sul belga ha causato la caduta, la vittoria è quindi stata assegnata a De Kleijn che partirà quindi domani con la maglia di leader.
De Lie non ha riscontrato fratture, ma una commozione cerebrale che non gli consentirà domani di essere al via.

Carlo Toniatti.

Sam Welsford evita la caduta seguito da Arvid De Kleijn (Getty Images Sport)

Sam Welsford evita la caduta seguito da Arvid De Kleijn (Getty Images Sport)

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