BIG MCNULTY SI PAPPA IL TROFEO CALVIA

gennaio 26, 2022 by Redazione  
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Oggi di scena il Trofeo Calvia, gara iniziale del Challenge Mallorca 2022 della durata di cinque giorni, conquistato da Brandon McNulty (UAE Team Emirates) grazie ad un’azione solitaria confezionata a ben 60 Km dall’arrivo, azione irresistibile per un gruppetto di inseguitori arrivato con oltre 1’ di ritardo dallo statunitense, che torna alla vittoria dopo un digiuno lungo quasi tre anni

Lo scenario è quello delle Baleari con un sole che invoglia ad animare le prime fasi della corsa, ed infatti pronti via si accende la lotta per portare via la prima fuga della stagione ciclistica dell’anno 2022, a mettersi subito in evidenza abbiamo Mirco Maestri (Eolo-Kometa), James Piccoli (Israel – Premier Tech) e Pablo Montes (Electro Hiper Europa – Caldas). I tre attaccanti di giornata riescono ad avere fin dai chilometri iniziali un vantaggio di circa 6’ ai piedi del Col des Grau Gpm di seconda categoria posto a 31,5 Km di corsa. Tappa mossa, questa di apertura, con ben 5 Gpm, tre di seconda categoria e due di terza per un totale di 155 Km da percorrere. Dopo lo scollinamento il ritmo del gruppo inseguitore cambia decisamente quando verso il successivo Gpm del Coll de Sòller arrivano davanti Lotto Soudal e Movistar, che decidono di iniziare a fare sul serio, grazie all’impulso di Lotto Saudal e Movistar il vantaggio dei tre uomini di testa scende a 50” per essere definitivamente riassorbito lungo la discesa. Velocità altissima, forza fresche di inizio stagione, e parte subito un contrattacco che sorprende il gruppo, questa volta ad evadere sono Kobe Goossens (Intermarchè-Wanty-Gobert), Brandon McNulty (UAE Team Emirates), Diego Rosa (Eolo-Kometa), Einer Augusto Rubio Reyes (Movistar), Cian Uijtdebroeks (Bora-hansgrohe) e Tim Wellens (Lotto Soudal), bravi ancora Mirco Maestri (Eolo-Kometa) e James Piccoli (Israel – Premier Tech) a ritornare protagonisti in testa alla corsa. La nuova azione di attacco stenta però a crescere in termini di tempo guadagnato, soltanto 26”, complice anche i numerosi “mangia e bevi” con tratti veloci in discesa che favoriscono chi insegue. Quando tutti si aspettavano un nuovo ricongiungimento in testa ecco l’azione a sorpresa, a 63 Km dall’arrivo creata da Brandon McNulty (UAE Team Emirates), in un tratto in salita lo statunitense allunga tutto solo verso l’ascesa al Gpm del Coll den Claret ultima asperità di seconda categoria. A 50Lm dall’arrivo il vantaggio di McNulty è di 50”, intanto dietro un gruppetto numerose prova ad organizzare l’inseguimento con dentro: Vincenzo Albanese (EOK), Warren Barguil (ARK), Emanuel Buchmann (BOH), Simon Clarke (IPT), Kevin Colleoni (BEX), Raul Garcia Pierna (EKP), Elie Gesbert (ARK), Simon Geschke (COF), Kobe Goossens (IWG), Ben Hermans (IPT), Laurens Huys (IWG), Jaakko Hänninen (ACT), Matteo Jorgenson (MOV), Andreas Kron (LTS), Michael Matthews (BEX), Adria Moreno Sala (BBH), Gregor Mühlberger (MOV), Lukasz Owsian (ARK), Aurélien Paret Peintre (ACT), James Piccoli (IPT), Einer Augusto Rubio Reyes (MOV), Joel Suter (UAD), Cian Uijtdebroeks (BOH), Alejandro Valverde (MOV), Harm Vanhoucke (LTS), Davide Villella (COF), Tim Wellens (LTS), Filippo Zana (BCF) e Ben Zwiehoff (BOH). Da questo gruppo evadono successivamente Vincenzo Albanese (EOK), Emanuel Buchmann (BOH), Simon Clarke (IPT), Simon Geschke (COF), Kobe Goossens (IWG), Matteo Jorgenson (MOV), Lukasz Owsian (ARK), Joel Suter (UAD), Alejandro Valverde (MOV), Tim Wellens (LTS) e Ben Zwiehoff (BOH) e questa volta la voglia di prendere la testa della corsa sembra essere più incisiva, il gruppetto a tratti guadagna ma negli ultimi tratti di corsa, quando la strada è intervallata da piccoli strappi, lo statunitense riesce ancora a guadagnare secondi indice di una forma eccezionale. A 25 Km da Palmanova, sede di arrivo, McNulty supera il minuto vi vantaggio con il restante gruppo principale a oltre 2’:40”. Ormai è una passerella trionfale quella che avrà vissuto il 23enne in forza alla UAE Team Emirates che si gusta tutto solo il traguardo volante a 13 Km dalla conclusione e si appresta ad alzare le braccia al cielo. Prova di forza schiacciante per la prima vittoria stagionale, impreziosita dal secondo posto di Joel Suter, nuovo compagno di squadra del vincitore, terzo Vincenzo Albanese (Eolo-Kometa) che perde la volata del secondo gradino del podio. Appuntamento domani con il Trofeo d’Alcudia, seconda prova del Challenge Mallorca 2022.

Antonio Scarfone

Brandon NcNulty vince il Trofeo Calvia (foto: Getty Images)

Brandon NcNulty vince il Trofeo Calvia (foto: Getty Images)

26-01-2022

gennaio 26, 2022 by Redazione  
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CHALLENGE CICLISTA MALLORCA – TROFEO CALVIÀ

Lo statunitense Brandon McNulty (UAE Team Emirates) si è imposto nella corsa spagnola, Peguera – Palmanova, percorrendo 154.7 Km in 3h57′37″, alla media di 39.062 Km/h. Ha preceduto di 1′17″ l’elvetico Joël Suter (UAE Team Emirates) e l’italiano Vincenzo Albanese (EOLO-Kometa Cycling Team)

TUTTI IN SELLA, SI RICOMINCIA

gennaio 26, 2022 by Redazione  
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Dopo il lungo digiuno invernale è ora di tornare in sella. A fine gennaio i cinque giorni di gara della Challenge Ciclista a Mallorca daranno il via al calendario “grandi firme” per la stagione 2022, che a febbraio proporrà una lunga serie di brevi e interessanti corse a tappe. La prima sarà il Saudi Tour, l’ultima l’UAE Tour, gara d’esordio del calendario World Tour, entrambe in terra araba. In mezzo corse in Francia, Spagna e Portogallo, mentre per vedere i corridori in azione sulle strade italiane bisognerà attendere il 2 marzo, quando andrà in scena il Trofeo Laigueglia.

Sono passati tre mesi dall’ultima corsa professionistica di un certo rilievo – la Veneto Classic vinta da Samuele Battistella il 17 ottobre scorso – e tutti non vedono l’ora che si ricominci, dai corridori giù giù fino ai semplici appassionati. Come nel 2021, anche quest’anno la ripartenza arriverà in ritardo rispetto al solito perché la pandemia ha già costretto a depennare dal calendario le due gare che avrebbero fatto da “apripista” ai circuiti World Tour (il Santos Tour Down Under in Australia) e ProSeries (la Vuelta a San Juan in Argentina). Già alcune gare si sono svolte nella prima parte di gennaio, in Nuova Zelanda e in Venezuela, ma la prima corsa di un certo spessore si disputerà alla fine del mese in Spagna quando, tra il 26 e il 30 gennaio andrà in scena la Challenge Ciclista a Mallorca, prova costituita da 5 “trofei” in linea che non può essere considerata gara a tappe perché non è prevista una classifica finale e ai corridori è lasciato l’imbarazzo della scelta a quale e quante gare partecipare. Il primo in ordine cronologico sarà il Trofeo Calvià del 26 gennaio, 155 Km collinari disegnati tra Peguera e Palmanova, al quale seguirà il Trofeo Port d’Alcúdia – Port d’Alcúdia, il primo dei due che dovrebbe essere appannaggio dei velocisti, almeno di quelli che riusciranno a rimanere agganciati al gruppo sulla salita del Coll de Sa Batalla (8.7 Km al 5%), da scavalcare a circa 36 Km dal traguardo. Si disputerà a questo punto la gara più impegnativa della corsa iberica, il Trofeo Serra de Tramuntana, circa 160 Km che vedranno i partecipanti superare poco meno di 6500 metri di dislivello e affrontare sette salite prima di far ritorno al traguardo di Lloseta, sulle quali spiccano i quasi 900 metri del Coll de Puig Maior (14.6 Km al 6%), in cima ai quali si scollinerà a 33 Km dall’arrivo. Il giorno successivo si tornerà sul Puig Maior (ma dal più pedalabile versante opposto) nei chilometri iniziali del Trofeo Pollença – Port d’Andratx, che vivrà le fasi decisive sulla salita di 2.5 Km all’8.4% che condurrà al traguardo di Andratx. L’atto conclusivo della corsa maiorchina sarà costituto dalla tradizionale passerella del Trofeo Playa de Palma – Palma, con pianeggiante circuito finale disegnato sul lungomare di Palma di Maiorca.

Il mese di febbraio debutterà con il Saudi Tour (1-5 febbraio), il Giro dell’Arabia Saudita allestito dallo stesso team del Tour de France, il quale ha disegnato per la seconda edizione riservata ai professionisti un tracciato più impegnativo rispetto a quello sul quale nel 2020 s’impose lo sprinter tedesco Phil Bauhaus e le cui cinque tappe terminarono tutte in volata. S’è cambiata anche la sede di gara, spostandola dalla capitale Riad al governatorato di AlUla, nella regione di Medina, e i velocisti saranno ancora protagonisti avendo dalla loro parte tre delle cinque frazioni in programma, partendo da quella d’apertura, 198 Km con partenza e arrivo fissate presso il Winter Park di AlUla e un lungo e insidioso tratto sterrato di quasi 7 Km da superare nel finale, quando al traguardo mancheranno 14 Km. Si cambierà musica il giorno successivo con l’arrivo presso le spettacolari Mushroom Rock di Abu Rakah, formazioni rocciose a forma di fungo che si raggiungeranno al termine di un’ascesa di 1.7 Km al 9% che fa gola ai finisseur, poi i velocisti troveranno nuovamente pane per i loro denti nella terza frazione, che terminerà sulle strade della vecchia AlUla. Ventiquattrore più tardi disputerà la tappa decisiva, che vedrà i corridori affrontare a 8.5 km dal traguardo del belvedere dell’Harrat Uwayrid un vero e proprio muro, una micidiale verticale di 3 Km al 12% di pendenza media, con un picco al 27% che ha fatto scomodare da parte gli organizzatori locali il paragone un po’ forzato con il tremendo Angliru. Per l’ultimo giorno si tornerà quindi ad AlUla per una classica passerella finale riservata ai velocisti (sempre che il vento, spesso in agguato nelle lande desertiche, non ci metta lo zampino).

Dopo la cancellazione della Vuelta a San Juan la corsa che aprirà il calendario ProSeries sarà la Volta a la Comunitat Valenciana (2-6 febbraio), quest’anno caratterizzata da un tracciato più impegnativo rispetto a quello della scorsa edizione che, nonostante una cronometro di 14 Km e una tappa di collina non durissima, finì comunque nel palmarès di uno scalatore, lo spagnolo Enric Mas. Depennata la tappa contro il tempo per il 2022, si partirà con una frazione collinare di 167 Km che collegherà Les Alqueries a Torralba del Pinar, superando lungo il cammino tre ascese di 2a categoria, la più difficile delle quali sarà l’ultima (4.6 Km al 6.9%), collocata a poco più di 3 Km dal traguardo. Spazio per i velocisti il giorno successivo sul traguardo della Bétera – Torrent prima d’affrontare la tappa regina, che proporrà l’inedito arrivo in salita alle Antenas del Maigmó, percorsa un’ascesa finale di 10 Km al 7.5% (ultimi 5.5 Km al 10.2%) che presenta un troncone sterrato intermedio lungo quasi 2 Km e il tratto iniziale in comune con la strada che conduce al Balcon d’Alicante, che il 20 agosto dello scorso anno ha ospitato l’arrivo della settima frazione del Giro di Spagna, conquistata dall’australiano Michael Storer e al termine della quale s’impossessò della maglia di leader lo sloveno Primoz Roglic, che la levò proprio dalle spalle di Mas, il vincitore della Valenciana 2021. Nelle ultime due tappe – traguardi rispettivamente fissati a Torrevieja e Valencia – torneranno protagonisti i velocisti, anche se pure gli uomini di classifica dovranno tenere comunque gli occhi bene aperti perché si correrà in zone spesso battute dal vento.

Negli stessi giorni si correrà la prima corsa a tappe del calendario francese, l’Étoile de Bessèges (2-6 febbraio), che quest’anno tornerà a proporre il difficile arrivo in salita al Mont Bouquet, affrontato per la prima volta nel 2020 per celebrare la cinquantesima edizione e che costituirà il primo dei due momenti chiave della corsa assieme alla tradizionale cronometro dell’ultimo giorno. Non bisognerà prendere sottogamba, però, nemmeno le facili tappe di “contorno”, come può sembrare per esempio la frazione d’apertura di Bellegarde, un pianeggiante circuito di 161 Km (a parte lo strappo finale della Côte de la Tour, 600 metri al 6.5%) che è già stato proposto negli ultimi anni e che nella citata edizione del 2020 fu percorso in una giornata di forte vento che causò un vero e proprio sbriciolamento del gruppo, con diversi corridori che furono da subito esclusi dai giochi per la vittoria finale. Il secondo giorno si disputerà una tappa abbastanza simile alla prima, 145 Km per andare da Saint-Christol-lèz-Alès a Rousson, dove il traguardo sarà nuovamente posto al termine di una breve ascesa che non dovrebbe impedire ai velocisti di disputarsi il successo. Dal piccolo comune di Bessèges, “titolare” della corsa, scatterà la terza frazione, che terminerà nel medesimo luogo 155 Km più avanti, al termine di tappa dal tracciato collinare, meglio disegnata rispetto a quelle proposte negli anni più recenti perché le facili ascese che la movimentano non sono state “ammucchiate” nella prima fare ma dislocate lungo tutto il percorso. Al penultimo giorno è stata collocata la tappa con l’arrivo sul Mont Bouquet (4.6 Km al 9.1% che due anni fa videro imporsi il corridore vincitore della classifica generale, il francese Benoît Cosnefroy), antipasto alla cronometro conclusiva sulle strade di Alès, 10 Km e 600 metri di gara e una rampa finale di 2.6 Km al 5.8% che dodici mesi fa non ha frenato la marcia trionfale di Filippo Ganna.

Si rimane in Francia con la settima edizione del Tour de la Provence (10-13 febbraio), che prenderà le mosse quattro giorni dopo la conclusione dell’Étoile con un tradizionale prologo, una cronometro “mignon” lunga poco meno di 8 Km – la massima distanza consentita per questo tipo di prove – e disegnata presso le rive della laguna di Berre-l’Étang. L’unica occasione ai velocisti sarà offerta dalla prima tappa in linea, che dal raduno di partenza di Istres condurrà verso la località balneare di Saintes-Maries-de-la-Mer, dove si giungerà dopo aver attraversato la celebre Camargue, terra famigeratamente nota ai corridori per il vento che sovente la spazza e che potrebbe portare a numerose fratture in seno al gruppo. A una frazione quasi totalmente piatta ne seguirà una altimetricamente più mossa diretta a Manosque, anche se il tracciato quest’anno sarà meno accidentato rispetto alla tappa giunta in questo stesso centro nel 2021, terminata con la volata di una quarantina di corridori regolati dal nostro Davide Ballerini, che così bissò il successo ottenuto il giorno prima nella frazione d’apertura. All’ultimo giorno, infine, si correrà la tappa più attesa, che stavolta non proporrà il temuto arrivo in salita al Mont Ventoux, inserito nel tracciato delle ultime due edizioni, ma riserverà comunque un finale ideale per gli scalatori con l’ascesa verso i 1570 metri della Montagne de Lure, gemellina minore del “Gigante della Provenza” i cui 15 Km al 6.4% nel 2009 alla Parigi-Nizza furono teatro di un’impresa dello spagnolo Contador, che giunse al traguardo con quasi un minuto di vantaggio sui rivali che più gli arrivarono vicini. Quella vittoria, però, gli costerà caro l’indomani, quando anche a causa dello sforzo compiuto lasciò per strada quasi tre minuti sulle strade della famosa frazione di Fayence, perdendo quella maglia di leader che aveva faticosamente conquistato poche ore prima.

Dopo due anni d’assenza negli stessi giorni tornerà a fare capolino il calendario il Tour of Oman (10-15 febbraio), saltato lo scorso anno per la pandemia e nel 2020 per la morte del sultano Qābūs, avvenuta pochi giorni prima della presentazione di quella che sarebbe stata l’undicesima edizione della corsa araba. Al momento in cui scriviamo ancora non si conosce il tracciato, ma quasi certamente dovrebbe far ancora parte del percorso il tradizionale arrivo in salita alla “Green Montain”, quasi 6 Km al 10.5% in vetta ai quali nel 2012 e nel 2016 si è imposto Vincenzo Nibali.

A metà mese i riflettori torneranno ad accendersi sulla penisola iberica con la tradizionale sfida nella sfida andaluso-lusitana. Nelle stesse date (16-20 febbraio) si disputeranno in Spagna la Vuelta a Andalucía – della quale al momento ancora non se conoscono i dettagli – e in Portogallo la Volta ao Algarve em Bicicleta, il cui tracciato proporrà gli ingredienti oramai abituali – una tappa a cronometro e gli immancabili arrivi in salita agli “alti” di Fóia e Malhão – pur se con qualche novità. Il primo corridore a vestire la maglia di leader sarà quasi certamente un velocista perché, vento e saliscendi a parte, grosse sorprese non dovrebbe fornirne la Portimão – Lagos, poi gli sprinter dovranno lasciare il palcoscenico ai favoriti per la vittoria finale che si esibiranno per la prima volta sull’arrivo in quota a Fóia dove, primo dei due cambiamenti apportati al tracciato tradizionale, è stata inserita l’inedita salita di Picota (10.3 Km al 5.3%) immediatamente prima di quella di 7.7 km al 6.1% che condurrà al traguardo, luogo dove nel recente passato hanno lasciato la loro impronta corridori del calibro di Remco Evenepoel (2020) e Tadej Pogacar (2019). L’altra novità – dopo l’intermedia tappa di Faro, seconda occasione riservata ai velocisti – sarà rappresentata dal sensibile allungamento della prova contro il tempo, che passerà dai 20 km standard delle edizioni più recenti ai 32 che si dovranno percorrere tra Vila Real de Santo António e Tavira, una distanza che alla Volta non si vede dal 2013, quando il forte cronoman tedesco Tony Martin s’impose nella Castro Marim – Tavira di 35 Km, precedendo di oltre un minuto il corridore arrivato secondo e imponendosi nettamente in classifica generale. Va detto che all’epoca la corsa portoghese non aveva ancora scoperto l’arrivo di Fóia, introdotto nel tracciato solo l’anno successivo, e l’unica tappa di un certo impegno oltre alla crono era quella che proponeva l’arrivo in vetta alla salita simbolo della corsa, quell’Alto de Malhão che come puntualmente avviene dal 2016 anche quest’anno ospiterà il traguardo della tappa conclusiva, affrontata per due volte negli ultimi 24 Km una salita breve ma tosta, 2500 metri al 9.8% che per ben tre volte sono stati domati e dominati da Contador.

Tra il 18 e il 20 febbraio in concomitanza con gli ultimi giorni di gara delle due corse iberiche sarà in cartellone anche il Tour Cycliste International du Haut-Var, gara che lo scorso anno fu conquistata dall’italiano Gianluca Brambilla e che riproporrà anche in questa edizione il traguardo della frazione conclusiva a Blausasc, dove il corridore lecchese s’impose portandosi al vertice della classifica generale. Come nel 2021 nessuna delle tre tappe pare favorevole ai velocisti, che al massimo potrebbero stringere i denti e cercare la vittoria sul traguardo della frazione d’apertura di La Seyne-sur-Mer, il cui finale è una versione edulcorata di quello della Milano-Sanremo con la facilissima Côte du Mai da scavalcare a 12 Km dalla linea d’arrivo. L’indomani sarà in programma l’arrivo a La Turbie, alle porte del Principato di Monaco, alla quale si giungerà subito dopo aver affrontato l’ascesa al Col d’Èze (5.8 Km al 7.1%), salita simbolo della Parigi-Nizza, mentre il tracciato della conclusiva frazione di Blausasc è stato alleggerito rispetto a quello della tappa vinta da Brambilla, accorciandolo e conservando di fatto la sola salita al Col Saint-Roch (6.5 Km al 6.3%).

Arriverà a questo punto della stagione il momento della “Serie A” delle corse ciclistiche, il circuito del World Tour al quale devono per regolamento partecipare tutte le principali formazioni del panorama mondiale. La gara che darà il via alle danze sarà l’UAE Tour (20-26 febbraio), la cui quarta edizione sarà la fotocopia di quella dello scorso anno dal punto di vista tecnico poiché anche stavolta faranno parte del canovaccio e saranno determinanti i due arrivi in salita al Jebel Jais e al Jebel Hafeet, invertiti nell’ordine cronologico di effettuazione e scarsamente controbilanciati dalla tappa a cronometro, lunga 9 Km appena. Bisognerà comunque tenere alta la guardia anche nelle tappe apparentemente più facili, in parte tracciate lungo le ventose coste del Golfo Persico e a tratti disegnate nell’insidioso scenario del deserto, dove il vento potrebbe scatenare tempeste di sabbia. In particolare, quest’ultimo sarà il caso della prima tappa, un circuito di 185 durante il quale i corridori si spingeranno fino alla Moreeb Dune, una delle dune più alte degli Emirati Arabi Uniti (300 metri sul livello del mare), prima di far ritorno al “campo base” di Madinat Zayed. Il tradizionale traguardo sul “break water” di Abu Dhabi, lo scorso anno sede d’arrivo della frazione conclusiva, sarà proposto al secondo giorno di gara, prima del trasferimento del gruppo nel nord della nazione dove ad Ajman, capitale del più piccolo tra i sette stati che compongono gli Emirati, una breve e velocissima crono di 9 Km darà la stura alla fase decisiva della corsa. Il giorno successivo è, infatti, programmato l’arrivo sulle pendici del Jebel Jais, la montagna più alta dello stato, la cui vetta raggiunge i 1934 metri: i corridori si fermeranno a quota 1490, percorsa una salita più impegnativa per la lunghezza di quasi 20 Km che per la pendenza media (5.7%) e che non sia comuque una passeggiata lo dimostra la caratura dei corridori che si sono imposti nei precedenti due arrivi in questo luogo, il tre volte vincitore della Vuelta Primož Roglič nel 2019 e l’astro nascente del ciclismo danese Jonas Vingegaard lo scorso anno, consacrato al Tour da un inatteso secondo posto alle spalle di Pogacar. Torneranno quindi protagonisti i velocisti nelle due giornate successive, la prima con epilogo fissato sulle strade dell’artificiale Al Marjan Island, la seconda disegnata tra i grattacieli di Dubai prima di raggiungere il traguardo presso la sede dell’Expo 2020, dove a novembre s’è disputato il criterium del Giro d’Italia vinto da Peter Sagan. Per ultima si correrà la tappa più impegnativa, con il deserto di Al Ain da attraversare per arrivare ai piedi della decisiva salita verso la Jebel Hafeet, l’elevazione il cui nome letteralmente significa “montagna vuota”, ma che vuota di pendenze non lo è affatto perché per raggiungere i 1031 metri del traguardo bisogna affrontare un’ascesa di 11 Km al 6.7% che fa parte di questa corsa sin dalla prima edizione dell’Abu Dhabi Tour, successivamente fusosi con il Dubai Tour nell’attuale competizione, e che ha sempre visto tagliare il traguardo corridori di peso: si ricordano in particolare il colombiano Esteban Chaves nel 2015, l’intramontabile spagnolo Alejandro Valverde nel 2017 nel 2019 e il britannico Adam Yates nel 2020, anno nel quale fu proposto un secondo arrivo di tappa in questo luogo, conquistato da Pogacar, che poi farà il bis nel 2021.

Per vedere per la prima volta i corridori in azione in Italia bisognerà, invece, attendere il 2 marzo quando sulle strade liguri si correrà il Trofeo Laigueglia, tradizionale gara d’esordio del calendario italiano.

Mauro Facoltosi

I SITI WEB DELLA CORSE

Challenge Ciclista a Mallorca

https://vueltamallorca.com/challenge-mallorca/

Saudi Tour

https://www.thesauditour.com/en

Volta a la Comunitat Valenciana

https://vueltacv.com/en/

Etoile de Bessèges – Tour du Gard

https://www.etoiledebesseges.com/

Tour de la Provence

https://www.tourdelaprovence.fr/

Tour of Oman

https://www.tour-of-oman.com/en

Volta ao Algarve em Bicicleta

http://voltaaoalgarve.com/en/

Vuelta a Andalucía Ruta Ciclista Del Sol

http://vueltaandalucia.es/

Tour des Alpes Maritimes et du Var

https://www.tour06-83.com/

UAE Tour

https://www.theuaetour.com/

Uno scorcio dellisola di Maiorca, teatro del Grand Départ della stagione 2022 (www.10cose.it)

Uno scorcio dell'isola di Maiorca, teatro del "Grand Départ" della stagione 2022 (www.10cose.it)

23-01-2022

gennaio 23, 2022 by Redazione  
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CLÀSSICA COMUNITAT VALENCIANA 1969 – GRAN PREMI VALÈNCIA

L’italiano Giovanni Lonardi (EOLO-Kometa Cycling Team) si è imposto nella corsa spagnola, La Nucia – Valencia, percorrendo 175 Km in 4h02′34″, alla media di 43.287 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Amaury Capiot (Team Arkéa-Samsic) e il britannico Christopher Lawless (TotalEnergies).

VUELTA AL TÁCHIRA EN BICICLETA (Venezuela)

Il colombiano Didier Merchan (Drone Hopper-Androni Giocattoli) si è imposto nell’ottava ed ultima tappa, circuito di San Cristóbal, percorrendo 116.4 Km in 2h52′28″, alla media di 40.495 Km/h. Ha preceduto di 11″ il colombiano Johan Antonio Colon (Idea Indeportes Antioquia) e il venezuelano Jorge Abreu (Venezuela Pais Futuro). Unico italiano rimasto in gara Stefano Gandin (Team Corratec), 8° a 24″. Il venezuelano Roniel Campos (Deportivo Tachira-JHS) si impone in classifica con 1′03″ sul connazionale Eduin Becerra (Fundacion Angeles Hernandez) e 1′44″ su Merchan. Miglior italiano Gandin, 35° a 44′58″

22-01-2022

gennaio 23, 2022 by Redazione  
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VUELTA AL TÁCHIRA EN BICICLETA (Venezuela)

Il venezuelano José Alarcon (Gran Misión Transporte Venezuela) si è imposto nella settima tappa, Ureña – Cerro Del Cristo Rey, percorrendo 117 Km in 3h10′33″, alla media di 36.841 Km/h. Ha preceduto di 1′39″ il connazionale Roniel Campos (Deportivo Tachira-JHS) e di 1′41″ il connazionale Eduin Becerra (Fundacion Angeles Hernandez). Miglior italiano Stefano Gandin (Team Corratec), 60° a 20′28″. Campos è ancora leader classifica con 1′03″ su Becerra e 1′54″ sul connazionale Jorge Abreu (Venezuela Pais Futuro). Miglior italiano Gandin, 42° a 44′45″

21-01-2022

gennaio 22, 2022 by Redazione  
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VUELTA AL TÁCHIRA EN BICICLETA (Venezuela)

Il venezuelano Roniel Campos (Deportivo Tachira-JHS) si è imposto nella sesta tappa, Plata de Concafé – Casa del Padre, percorrendo 114.1 Km in 3h28′37″, alla media di 32.816 Km/h. Ha preceduto di 31″ il colombiano Jahir Perez (Team Raul Saavedra) e di 35″ il colombiano Didier Merchan (Drone Hopper-Androni Giocattoli). Miglior italiano Stefano Gandin (Team Corratec), 22° a 8′29″. Campos è il nuovo leader classifica con 40″ su Merchan e 42″ su Perez. Miglior italiano Gandin, 40° a 25′50″

20-01-2022

gennaio 21, 2022 by Redazione  
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VUELTA AL TÁCHIRA EN BICICLETA (Venezuela)

Il venezuelano Eduin Becerra (Fundación Ángeles Hernandez) si è imposto nella quinta tappa, La Tendida – La Grita, percorrendo 101.4 Km in 2h46′27″, alla media di 36.552 Km/h. Ha preceduto di 1″ il connazionale Roniel Campos (Deportivo Tachira-JHS) e di 5″ il connazionale Anderson Timoteo Paredes (Fundación Ángeles Hernandez). Miglior italiano Stefano Gandin (Team Corratec), 74° a 13′33″. Il colombiano Juan Alcides Espinel (JB/Calzado Power/Arroz Zulia) è ancora leader classifica con 44″ su Becerra e 55″ su Paredes. Miglior italiano Gandin, 55° a 18′12″

19-01-2022

gennaio 20, 2022 by Redazione  
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VUELTA AL TÁCHIRA EN BICICLETA (Venezuela)

Il colombiano Marco Tulio Suesca (Idea Indeportes Antioquia) si è imposto nella quarta tappa, Lagunillas – Mérida, percorrendo 104.6 Km in 2h45′27″, alla media di 37.933 Km/h. Ha preceduto di 4″ il connazionale Kevin Jhojan Cano (Idea Indeportes Antioquia) e di 8″ il colombiano Didier Merchan (Drone Hopper-Androni Giocattoli). Miglior italiano Stefano Gandin (Team Corratec), 31° a 1′17″. Il colombiano Juan Alcides Espinel (JB/Calzado Power/Arroz Zulia) è il nuovo leader classifica con 43″ sul connazionale Daniel Abreu (JHS Grupo Moya) e 1′42″ sul venezuelano Jhonny Alexander Araujo (Venezuela Pais Futuro). Miglior italiano Gandin, 52° a 6′08″

18-01-2022

gennaio 19, 2022 by Redazione  
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VUELTA AL TÁCHIRA EN BICICLETA (Venezuela)

Il venezuelano Xavier Antonio Quevedo (Venezuela Pais Futuro) si è imposto nella terza tappa, Socopó – Barinitas, percorrendo 131.8 Km in 3h13′39″, alla media di 40.907 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Daniel Abreu (JHS Grupo Moya) e il colombiano Juan Alcides Espinel (JB/Calzado Power/Arroz Zulia). Miglior italiano Stefano Gandin (Team Corratec), 14° a 2′45″. Quevedo è il nuovo leader classifica con 18″ su Abreu e 20″ su Espinel. Miglior italiano Gandin, 83° a 5′47″

17-01-2022

gennaio 18, 2022 by Redazione  
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VUELTA AL TÁCHIRA EN BICICLETA (Venezuela)

Il serbo Dušan Rajović (Team Corratec) si è imposto nella seconda tappa, Hacienda Los Almendros – Ciudad Bolivia, percorrendo 149.9 Km in 3h44′30″, alla media di 40.062 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Johan Colon (Equipe Continental Orgullo Paisa) e il venezuelano Xavier Antonio Quevedo (Venezuela Pais Futuro). Miglior italiano Leonardo Marchiori (Drone Hopper – Androni Giocattoli), 81°. Rajović è il nuovo leader classifica con lo stesso tempo di Colon e 8″ su Quevedo. Miglior italiano Filippo Tagliani (Drone Hopper – Androni Giocattoli), 57° a 16″

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