MARC SOLER PIU’ FORTE DELLA PIOGGIA. TAPPA E MAGLIA PER LO SPAGNOLO AL ROMANDIA
Corsa bagnata corsa fortunata per Marc Soler che vince in solitaria la terza tappa del Giro di Romandia andando a prendersi anche la testa della classifica generale spodestando Rohan Dennis (Ineos Granadiers) caduto in discesa.
La terza tappa in linea del Giro di Romandia parte sotto una pioggia battente che non lascerà la corsa fino all’arrivo di dopo 168,7 Km. Insidioso il profilo con le ostiche salite in successione di Châbles e Les Granges nel circuito finale da affrontare durante lo sviluppo della tappa per tre volte, l’ultima tornata a 11 Km dal traguardo. Dopo numerosi attacchi in testa al gruppo la fuga buona nasce al km 30 grazie all’azione di otto uomini: Stefan Küng (Groupama-FDJ), Charlie Quarterman (Trek-Segafredo), Mathias Reutimann e Cyrille Thiery (Svizzera), Kobe Goossens (Lotto-Soudal), Johan Jacobs (Movistar Team), Sander Armée (Qhubeka-Assos) e Stefan Bissegger (EF Education-Nippo). Il gruppetto al comando ha guadagnato un vantaggio massimo di 4 minuti fin quando la Ineos Granadiers ha preso in mano le redini della gara andando a ridurre lo svantaggio. Anche oggi la selezione è arrivata da dietro complice il profilo mosso della tappa con le due salite poste in rapida successione, la pioggia e le temperature rigide. Già durante la prima tornata del circuito conclusivo il gruppo maglia gialla si riduceva notevolmente, così come la fuga costretta in pratica a quasi dimezzarsi in vista del penultimo giro, visto che perdevano contatto nell’ordine Armée, Quarterman e Reutimann. Gruppo inseguitore con dentro tutti gli uomini di classifica con un ritardo di circa 2’ e da segnalare la Bora-Hansgrohe a fare una forte andatura in testa. Sull’ultimo passaggio a Châbles l’uomo apparso più fresco e con ancora energie da spendere è stato Stefan Küng che infatti ha provato ad accelerare, azione che ha prodotto la resa di Bissegger e poi di Jacobs. In discesa il primo colpo di scena con la scivolata proprio del campione nazionale svizzero che va a sbattere, per fortuna senza conseguenze, contro un cartello pubblicitario. Al comando si è portato così Goossens con il gruppo sempre più vicino e soli 30” da colmare. Altro colpo di scena al passaggio del plotone quando nella stessa discesa Rohan Dennis (Ineos Granadiers) cade, anche lui senza particolari conseguenze se non qualche escoriazioni sulla parte destra del corpo, lasciando così la leardeship del Romandia. Sull’ultima salita, quella di Les Granges, la fuga viene annullata, in testa al gruppo provano ad attaccare Michael Woods (Israel Start-Up Nation), Ion Izagirre (Astana-Premier Tech) e Fausto Masnada (Deceuninck-Quick Step ma senza successo. A 10 Km dalla fine un allungo molto più serio è stato piazzato da Marc Soler (Movistar Team), l’unico a cercare di ricucire è stato Ion Izagirre (Astana-Premier Tech) ma lo spazio conquistato da Soler è parso subito incolmabile vista anche la difficoltà nell’inseguimento con la strada bagnata ed in costante discesa fino all’arrivo. Il capitano della Movistar arriva così tutto solo al traguardo esultando e portandosi il dito al naso così a “zittire” tutte le critiche ad una vittoria che ormai mancava da oltre un anno. A regolare il gruppo arrivato a 22” di ritardo ci pensa Magnus Cort Nielsen (EF Education – Nippo) che precede Peter Sagan (Bora-Hansgrohe). In classifica generale quindi Marc Soler si porta in testa e guida con 14” sulla coppia Ineos Granadiers formata da Geraint Thomas e Richie Porte; quarto con lo stesso tempo della coppia INEOS si conferma Sonny Colbrelli (Bahrain – Victorious), quinto a 16” Marc Hirschi (UAE-Team Emirates). Domani la frazione più interessante della breve corsa a tappe con l’arrivo in salita a quota 2000 m di Thyon lunga 20 Km con pendenza media del 7,6% destinata a cambiare ancora una volta il volto della classifica generale. Restiamo in attesa di notizie da parte dell’organizzazione visto che è previsto maltempo con addirittura possibilità di nevicate che potrebbero portare anche ad un accorciamento o addirittura all’annullamento della tappa.
Antonio Scarfone

La vittoria di Marc Soler ad Estavayer (foto: Getty Images Sport)
30-04-2021
aprile 30, 2021 by Redazione
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TOUR DE ROMANDIE
Lo spagnolo Marc Soler Gimènez (Movistar Team) si è imposto nella terza tappa, circuito di Estavayer-le-Lac, percorrendo 168.7 Km in 3h58′35″, alla media di 42.425 Km/h. Ha preceduto di 22″ il danese Magnus Cort Nielsen (EF Education – Nippo) e lo slovacco Peter Sagan (Bora – Hansgrohe). Miglior italiano Sonny Colbrelli (Bahrain – Victorious), 4°. L’australiano Rohan Dennis (INEOS Grenadiers) è ancora leader della classica con 14″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) e sul connazionale Riche Porte (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Colbrelli, 4° a 14″
VUELTA ASTURIAS JULIO ÁLVAREZ MENDO
Il colombiano Nairo Alexander Quintana Rojas (Team Arkéa Samsic) si è imposto nella prima tappa, Oviedo – Pola de Lena, percorrendo 184.5 Km in 5h03′45″, alla media di 36.444 Km/h. Ha preceduto di 26″ lo spagnolo Antonio Pedrero López (Movistar Team) e di 27″ il francese Pierre-Roger Latour (Team Total Direct Énergie). Miglior italiano Cristian Scaroni (Gazprom – RusVelo), 6° a 49″. Quintana Rojas è il primo leader della classica con 30″ su Pedrero López e 33″ su Latour. Miglior italiano Scaroni, 6° a 59″
CERATIZIT FESTIVAL ELSY JACOBS (Donne – Lussemburgo)
L’olandese Lorena Wiebes (Team DSM) si è imposta nel prologo, circuito a cronometro di Cessange, percorrendo 2.2 Km in 3′12″, alla media di 41.25 Km/h. Ha preceduto di 3″ la canadese Leah Kirchmann (Team DSM) e la connazionale Karlijn Swinkels (Team Jumbo-Visma Women). Miglior italiana Barbara Guarischi (Movistar Team), 13° a 8″. La Wiebes è la prima leader della classifica con 3″ sulla Kirchmann e sulla Swinkels. Miglior italiana la Guarischi, 13° a 8″.
COLBRELLI, VOLATA PERFETTA A SAINT-IMIER. DENNIS RESTA IN MAGLIA GIALLA
Sonny Colbrelli (Team Bahrain Victorious) ottiene la prima vittoria stagionale mettendo tutti in fila in una volata a ranghi ristretti nella terza tappa del Tour de Romandie 2021. Rohan Dennis (Team INEOS Grenadiers) tiene alla grande lungo le salite che costellano la tappa e resta meritatamente in maglia gialla.
Un mini tappone alpino attende oggi i ciclisti al Tour de Romandie 2021. La terza tappa da La Neuveville a Saint-Imier presenta infatti sei GPM di cui i primi cinque di seconda categoria e l’ultimo, quello di La Vue-des-Alpes, a 17 km dall’arrivo. Vedremo se Rohan Dennis (Team INEOS Grenadiers) riuscirà a mantenere la maglia gialla, lui che non ha proprio un rapporto idilliaco con le salite. Ma l’INEOS cadrebbe in piedi visto che alle sue spalle Geraint Thomas e Richie Porte sono pronti a ricevere il testimone. Ala partenza da La Neuveville si registravano Alexey Lutsenko (Team Astana) e Drie Devenyns (Team Deceuninck Quick Step) non partenti. La fuga di giornata iniziava a prendere le mosse sul primo GPM di Preles e si concretizzava su quello successivo di Chaumont. In sei riuscivano ad avvantaggiarsi sul gruppo, ovvero Hermann Pernsteiner (Team Bahrain Victorious), Chris Hamilton (Team DSM), Davide Villella (Team Movistar), Rein Taaramae (Team Intermarchè Wanty Gobert), Antwan Tolhoek (Team Jumbo Visma) e Jonathan Caicedo (Team EF Education Nippo). Tolhoek si aggiudicava il GPM di Preles, mentre Villella quello di Chaumont. Villella transitava in prima posizione anche sul terzo GPM di Le Bugnenets. Il gruppo teneva sotto controlla la fuga con il Team INEOS a imporre un ritmo regolare. Si registrava nel frattempo il ritiro di Sam Bewley (Team Bikeexchange). Villella faceva la sua tripletta personale transitando in prima posizione anche sul quarto GPM di Mont-Crosin. Al primo traguardo volante di La Chaux-de-Fonds, praticamente a metà tappa, il vantaggio della fuga sul gruppo era di poco superiore ai 3 minuti. Tolhoek si aggiudicava il suddetto sprint. Sul successivo GPM di Les Pontins Taaramae scattava e si lasciava alle spalle gli ex compagni di fuga. Il ciclista estone, dopo essere transitato in prima posizione sul citato GPM di Les Pontins, transitava per primo anche sul secondo traguardo volante di Fontaines. Iniziava così l’ultimo GPM della tappa, La Vue-des-Alpes, con Taaramae che aveva un vantaggio di 1 minuto e 20 secondi sul gruppo maglia gialla tirato proprio da Rohan Dennis. L’impulso dato al gruppo dall’australiano tuttofare dell’INEOS provocava inoltre la riduzione dei ciclisti all’interno del gruppo inseguitore, che riprendeva Taaramae forte di non più di una trentina di unità. Dennis transitava in prima posizione sull’ultimo GPM, dopodiché nella discesa successiva verso l’arrivo di Saint-Imier si faceva vivo il Team Bahrain Victoriuos con Jan Tratnik, che si metteva in testa a tirare in preparazione dello sprint per Sonny Colbrelli, uno dei pochissimi velocisti che era riuscito a gestirsi ed a scollinare sull’ultimo GPM con il gruppo principale. Damiano Caruso e Jack Haig completavano l’opera nell’ultimo km consentendo a Colbrelli di posizionarsi al meglio per sprintare al meglio e questa volta il bresciano non sbagliava come ieri e partiva al momento giusto, vincendo davanti a Patrick Bevin (Team Israel StartUp Nation) e Marc Hirschi (UAE Team Emirates). Chiudevano la top five Clement Champoussin (Team AG2R Citroen) e Diego Ulissi (UAE Team Emirates), rispettivamente quarto e quinto. Colbrelli ottiene la prima vittoria stagionale dopo aver già dimostrato una buona gamba delle classiche del Nord. Gli abbuoni modificano la composizione della classifica generale nelle prime posizione: Dennis resta in maglia gialla con 8 secondi di vantaggio su Bevin, mentre terzo e quarto sono Thomas e Porte a 9 secondi. Infine Colbrelli sale al quinto posto, anche lui a 9 secondi di ritardo da Dennis. A questo punto proprio in ottica classifica generale è molto importante la tappa di domani da Estavayer ad Estavayer, di 168.7 km. Il circuito finale da percorrere tre volte presenta due GPM in rapida successione: Chables e Les Granges: sono corti ma molto ripidi, visto che in alcuni tratti si sfiorerà il 15%. Vedremo se proprio Bevin e Colbrelli riusciranno a tenere ed a sfidarsi in una volata che potrebbe valere la maglia gialla, anche se il finale può portare anche ad attacchi di finisseur, con i pretendenti alla vittoria finale che dovranno comunque tenere gli occhi aperti.
Antonio Scarfone

La vittoria di Sonny Colbrelli a Saint-Imier (foto: Getty Images sport)
29-04-2021
aprile 29, 2021 by Redazione
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TOUR DE ROMANDIE
L’italiano Sonny Colbrelli (Bahrain – Victorious) si è imposto nella seconda tappa, La Neuveville – Saint-Imier, percorrendo 165.7 Km in 4h21′42″, alla media di 37.990 Km/h. Ha preceduto allo sprint il neozelandese Patrick Bevin (Israel Start-Up Nation) e l’elvetico Marc Hirschi (UAE-Team Emirates). L’australiano Rohan Dennis (INEOS Grenadiers) è ancora leader della classica con 8″ su Bevin e 9″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Colbrelli, 5° a 9″
LA PRIMAVERA DI SA(GA)N MARTIGNY, ASPETTANDO L’ESTATE…
Torna a vincere Peter Sagan (Bora – Hansgrohe) e lo fa a modo suo con una volata che non lascia scampo agli avversari, sua la vittoria nella prima tappa in linea al Giro di Romandia, battuto Sonny Colbrelli (Bahrain – Victorious) che anticipa la volata ma che deve arrendersi al talento slovacco che così conquista il secondo successo stagionale. Chiude il podio odierno in terza posizione Patrick Bevin (Israel Start-Up Nation) mentre Rohan Dennis (Team INEOS Grenadiers) resta in maglia gialla.
Il Giro di Romandia riparte da Aigle verso Martigny con la prima tappa in linea di 168 Km dopo il cronoprologo di apertura. Intorno al Km 13 di gara da segnalare il primo scatto in testa al gruppo per portare via la fuga buona ad opera di Filippo Conca (Lotto Soudal) e Joel Suter (Swiss Cycling). La coppia viene subito raggiunta da Manuele Boaro (Astana – Premier Tech), Alexis Gougeard (Ag2r Citroen), Thymen Arensman (Team DSM) e successivamente da Rob Power (Qhubeka-Assos). Si va così a formare un sestetto che caratterizzerà lo sviluppo della tappa con la fuga che arriverà ad avere poco più di 6’ di vantaggio. In testa al plotone l’onere dell’inseguimento è demandato alla Ineos Granadiers del leader Rohan Dennis, i britannici riesco in pratica da soli a dimezzare lo svantaggio prima fino a 60 Km dal traguardo. In testa Joel Suter intanto riusciva a transitare per primo su ben 7 Gpm dei 9 previsti con le brevi ascese in rapida successione di Produit e Chamoson, successive a quella iniziale di La Rasse. Davanti è sempre il giovane svizzero a mettersi in mostra perché dopo l’ultimi GPm allunga e si porta da solo al comando della corsa. Il gruppo da dietro, visto anche il cuore del circuto con le due asperità, è intanto riuscito a guadagnare terreno con un ritardo adesso di 2’:30”. Dallo scollinamento all’arrivo è un lungo rettilineo che non lascia spazio alla fuga, troppi i 21 Km da coprire con le squadre dei velocisti che iniziano a fare capolino in testa e così dar man forte al ricongiungimento grazie al lavoro della Bora – Hansgrohe e del Team BikeExchange che si conclude a 20 Km dall’arrivo. I due strappi sono rimasti indigesti a molti uomini veloci, la selezione è venuta da dietro e a farne le spese segnaliamo soprattutto Elia Viviani (Cofidis) e Matteo Moschetti (Trek-Segafredo). Situazione di gruppo compatto e corsa che cambia scenario con un allungo di Remi Cavagna (Deceuninck-QuickStep) ma che ha vita breve. Il francese riprova a scattare qualche chilometro dopo questa volta con la collaborazione del compagno di squadra Mattia Cattaneo da Stefan Kung e Sebastien Reichenbach (Groupama-FDJ) e Damien Howson (BikeExchange). Si forma così un gruppetto interessante al comando che mette alla frusta il gruppo e guadagna subito 1’ complice anche il vento laterale che ha inizialmente sorpreso il grosso del plotone. Da dietro intanto anche la Bahrain-Victorious, la Lotto Soudal e l’Israel Start-Up Nation davano il proprio contributo al nuovo inseguimento che andava a concludersi a 8,2 Km da Martigny. Bisognava solo aspettare, a questo punto, la volata finale nel lungo rettilineo d’arrivo dove gli uomini di Sonny Colbrelli prendevano la testa della corsa fin dentro l’ultimo chilometro con Jan Tratnik a rilanciare infine l’andatura per il capitano designato che partiva a 250m dalla linea d’arrivo. Ma era troppo presto perché Peter Sagan (Bora – Hansgrohe) prendeva la ruota dell’italiano, affiancandolo e sorpassandolo a centro strada con le braccia alzate subito dopo aver tagliato il traguardo; terzo si piazzava Patrick Bevin (Israel Start-Up Nation), quarto Andrea Pasqualon (Intermarché-Wanty), quinto Alessandro Covi (UAE-Emirates). In classifica generale non cambia nulla con l’australiano Rohan Dennis (Ines Granadiers) al comando con buona guardia dei compagni di squadra Geraint Thomas e Richie Porte. Domani la seconda tappa da La Neuveville a Saint-Imier di 165.7 km, con la salita di La Vue-des-Alpes posta a quota 1281 m s.l.m, pendenza media del 6,8% e massima dell’8,4% a soli 17 km dal traguardo, andrà a ridisegnare la classifica generale chiamando allo scoperto gli uomini che puntano al successo finale.
Antonio Scarfone

La vittoria di Peter Sagan a Martigny (Foto: Getty Images Sport)
28-04-2021
aprile 28, 2021 by Redazione
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TOUR DE ROMANDIE
Lo slovacco Peter Sagan (Bora Hansgrohe) si è imposto nella prima tappa, Aigle – Martigny, percorrendo 168.1 Km in 4h12′40″, alla media di 39.918 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Sonny Colbrelli (Bahrain – Victorious) e il neozelandese Patrick Bevin (Israel Start-Up Nation). L’australiano Rohan Dennis (INEOS Grenadiers) è ancora leader della classica con 9″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) e sul connazionale Richie Porte (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Mattia Cattaneo (Deceuninck-Quick Step), 10° a 15″.
L’INEOS LUCCICA PIU’ DELL’ORON. TAPPA E MAGLIA A DENNIS
Il primo appuntamento del Giro di Romandia 2021 chiamava le squadre in gara a confrontarsi in un cronoprologo di 4 km con nella cittadina di Oron con uno strappo nel km finale. La Ineos Granadiers domina con una tripletta che dimostra la grande prestazione della formazione britannica anche in ottica vittoria finale.
Il percorso del cronoprologo seppur con uno sviluppo di solo 4050 m chiamava subito gli atleti in gara ad una prova importante perché se la prima parte, molto veloce ed adatta agli specialisti, con l’intermedio posto dopo 2400m, la seconda parte è stata caratterizzata dalla salita di 850m con una pendenza media del 7,3% e punta massima del 9,5%. Da non sottovalutare quindi l’impegno in questa prima frazione per gli uomini che puntano alla vittoria finale della breve corsa della Svizzera romanda. All’intermedio il tempo migliore è stato registrato al passaggio dello specialista francese Rémi Cavagna (Deceuninck-QuickStep) con 2’:45”, lo sarà fino alla fine. Infatti in seconda posizione fermava il cronometro Rohan Dennis a 3″e Stefan Bissegger, bravissimo giovane in forza alla EF Education – Nippo, a 4″. L’australiano ha costruito il suo successo nella seconda parte, quella più impegnativa, spingendo la bici ad una media finale di 44.724 km/h ed il tempo di 5’:26”. Stesso discorso per Richie Porte passato in ritardo all’intermedio ma poi capace di recuperare terreno e chiudere in terza posizione a 9”, in pratica stesso tempo, questione di centesimi, per Geraint Thomas secondo classificato. I tre della Ineos Granadiers fanno scivolare al quarto posto Rémi Cavagna, in quinta posizione Stefan Bissegger con il suo tempo finale che ha resistito in testa per gran parte del pomeriggio. Il campione del mondo, Filippo Ganna, chiude soltanto in decima posizione a 15” dai suoi compagni di squadra. In ottica dei pretendenti alla vittoria finale buona la prova di Jesus Herrada (Cofidis, Solutions Crédits) settimo a 14” dall’australiano, chiude in undicesima posizione a 16” Wilco Kelderman (BORA – Hansgrohe); più indietro Miguel Ángel Lopez (Movistar Team) e Jack Haig (Bahrain – Victorious) entrambi a 19”. Infine tra i capitani più attesi a darsi battaglia per la vittoria finale da segnalare Ion Izagirre (Astana – Premier Tech) a 21” e Fausto Masnada (Deceuninck-QuickStep) a 23”. Domani prima tappa in linea da Aigle a Martigny con un circuito ondulato caratterizzato dagli strappi di Produit e Chamoson trampolini di lancio per uomini coraggiosi a lasciare il segno anche in ottica classifica generale.
Antonio Scarfone

Rohan Dennis impegnato nel cronoprologo di Oron (foto: Getty Images Sport)
27-04-2021
aprile 27, 2021 by Redazione
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TOUR DE ROMANDIE
L’australiano Rohan Dennis (INEOS Grenadiers) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Oron, percorrendo 4.05 Km in 5′26″, alla media di 44.724 Km/h. Ha preceduto di 5″ il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) e il connazionale Richie Porte (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Mattia Cattaneo (Deceuninck-Quick Step), 9° a 15″. Dennis è il primo leader della classica con 9″ su Thomas e Porte. Miglior italiano Cattaneo, 9° a 15″.
LIEGI 2021: LE PAGELLE
aprile 26, 2021 by Redazione
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Ecco le pagelle della Liegi-Bastogne-Liegi 2021, gara conclusiva della stagione delle classiche del nord
TADEJ POGACAR: Non smette di stupire il corridore sloveno della UAE – Team Emirates. Dopo aver vinto a soli 20 anni il Tour de France 2020, Pogacar trionfa anche alla Liegi-Bastogne-Liegi 2021. Il successo lo porta di diritto nell’olimpo dei grandi corridori, dove sono solo in pochi quelli riusciti a vincere sia un Grande Giro di tre settimane sia una Classica Monumento, il tutto considerando la sua giovanissima età. Corre con intelligenza e sangue freddo tenendo il ritmo sulla Redoute e accelerando sulla Roche aux Faucons. Fa lavorare bene i gregari ed è spietato in volata, un fenomeno assoluto. VOTO: 10 E LODE
ALEJANDRO VALVERDE: Il murciano della Movistar termina al quarto posto una Liegi-Bastogne-Liegi dura e combattuta. A 41 anni suonati trova ancora la forza fisica e mentale per lottare con ciclisti che hanno la metà dei suoi anni. Sulla Roche aux Faucons sgambetta come un cerbiatto, un esempio. VOTO: 9
JULIAN ALAPHILIPPE: Dopo la beffa dello scorso anno, la voglia di rivalsa era tanta. Il corridore della Deceuninck-Quick Step non appare tra i più in forma nella parte centrale della corsa, specie sulla Redoute, ma non molla. Pronto e dinamico nei chilometri finali, arriva allo sprint finale nel migliore dei modi, tutto perfetto tranne il fatto che nel gruppetto col francese ci fosse anche Pogacar. VOTO: 8
DAVID GAUDU: Ha il merito di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Mantiene le prime posizioni quando la corsa esplode, prova un timido tentativo da finisseur nel chilometro finale ma il terzo posto finale è più che buono per l’ordigno Gaudu. VOTO: 8
MARC HIRSCHI: Si mette a disposizione del capitano Pogacar lavorando con Formolo nelle fasi finali della corsa. Nonostante le energie spese riesce a terminare la sua corsa al sesto posto di giornata. VOTO: 7,5
DAVIDE FORMOLO: C’è anche del suo nella vittoria Pogacar. Si mette a disposizione del capitano di giornata allungando e tirando il gruppo. Quando Pogacar parte all’attacco, il fido Davide si mette a spezzare i cambi aiutando il gruppetto avanti a prendere margine. VOTO: 7
MICHAEL WOODS: Il canadese le prova tutte per centrare la vittoria, attaccando sulla Roche aux Faucons e sul falsopiano seguente; si arrende solo in prossimità della linea d’arrivo, quando ormai era ovvio che la vittoria sarebbe andata ad uno tra Alaphilippe e Pogacar. VOTO: 7
TAO GEOGHEGAN HART: Si mette a disposizione di Kwiatkowski, il capitano di giornata in casa Ineos. Infiamma la corsa sulla Redoute e lo fa come al solito con gran classe. VOTO: 6,5
ESTEBAN CHAVES: Il colombiano termina la Liegi al quattordicesimo posto, un buon segnale dopo qualche stagione sottotono. VOTO: 6
TIESJ BENOOT: Per il belga un’ennesimo piazzamento in top ten. Negli ultimi anni si ritrova piazzato in classiche e semiclassiche, che siano sul pavé o sulle Ardenne poco importa. Un consiglio: non converrebbe concentrarsi di più su una singola tipologia di corsa per specializzarsi ancor di più invece di rincorrere una top ten in più corse? VOTO: 6
MICHAŁ KWIATKOWSKI: Mette i suoi compagni di squadra ad infiammare la corsa per una sua azione che non avverrà mai. Ottiene un undicesimo posto che non può essere un risultato sufficiente per un corridore della sua classe. VOTO: 5,5
PRIMOZ ROGLIC: Lo sloveno è uno dei grandi sconfitti di giornata. Chiude in tredicesima posizione dopo essere crollato sulla Roche aux Faucons. Una prestazione sottoton la sua, soprattutto alla luce della sua vittoria dello scorso anno e delle buone prestazioni, ma sfortunate, all’Amstel e alla Freccia Vallone. VOTO: 5
JAKOB FUGLSANG: Un trittico delle Ardenne da dimenticare per il danese dell’Astana. Raccoglie un dodicesimo posto che non salva la prima parte della sua stagione. VOTO: 5
Luigi Giglio
LIEGI FEUDO SLOVENO ANCHE NEL 2021: POGACAR SUCCEDE A ROGLIC
aprile 25, 2021 by Redazione
Filed under 7) LIEGI - BASTOGNE - LIEGI, News
Aveva già rischiato di vincerla l’anno scorso, ma nello sprint finale fu messo fuori giocao dalla manovra irregolare di Julian Alaphilippe. Dopo poco più di sei mesi Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) si è ripreso la più dolce delle rinvincite conquistando la Liegi-Bastogne-Liegi al termine di uno sprint ristretto proprio davanti a quel Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step) che lo aveva ostacolato nello scorso autunno. Il giovane fuoriclasse sloveno, alla prima affermazione in una classica monumento, succede nell’albo d’oro al connazione Primoz Roglic (Jumbo-Visma) apparso oggi in affanno. Sul terzo gradino del podio, alle spalle di Pogacar e Alaphilippe, David Gaudu (Groupama-FDJ) che ha preceduto l’eterno Alejandro Valverde (Movistar Team) e Michael Woods (Israel Start-Up Nation).
Il percorso della 107a edizione della Liegi-Bastogne-Liegi ricalcava quasi completamente quello della passata edizione. I corridori erano attesi da 259,1 km induriti dalla presenza di 11 cotes e da numerosi altri strappetti non segnalati ufficialmente. L’unica eccezione rispetto al 2020 era rappresentata dall’introduzione della Cote de Desniè (km 210,8), posta tra il Col du Rosier e la Cote de la Redoute in sostituzione del più noto Col du Maquisard.
Appena dato il via ufficiale alla corsa, sei corridori sono riusciti ad avvantaggiarsi sul gruppo: Tomasz Marczynski (Lotto-Soudal), Lorenzo Rota e Loic Vliegen (Intermarché Wanty Gobert), Sergei Chernetski (Gazprom-RusVelo), Laurens Huys (Bingoal-Pauwels Sauzen BW) e Aaron Van Poucke (Sport Vlaanderen Baloise). Poco dopo, sul gruppetto di testa è rientrato un altro corridore della Bingoal, il neerlandese Matthijs Paasschens, mentre il gruppo si è completamente rialzato, lasciando il via libera ai fuggitivi. Dopo appena 10 km dalla partenza il vantaggio dei 7 battistrada si aggirava intorno ai 5 minuti, mentre al km 20 il margine era salito a 9′50”. Poco dopo, in testa al plotone sono apparse prima le maglie della Jumbo-Visma e poi quelle della Deceuninck-Quick Step, evidentemente intenzionate a non lasciare dilagare il vantaggio dei battistrada. Il gap, dopo aver toccato un massimo di 10′35”, si è stabilizzato intorno ai 10 minuti e la corsa ha proseguito a lungo senza sussulti.
Durante la parte centrale della corsa, il gruppo ha iniziato ad aumentare il ritmo, principalmente grazie al lavoro svolto dagli uomini di Jumbo-Visma, Deceuninck-Quick Step e Movistar. Di conseguenza, il distacco è lentamente calato raggiungendo gli 8′40” in prossimità della Cote de La Roche-en-Ardenne (km 76), per poi scendere sotto i 7 minuti in cima alla seconda asperità di giornata, la Cote de Saint-Roch (km 123,5).
Entrati negli ultimi 100 km, i corridori erano attesi da una prima sequenza di strappi ravvicinati: la Cote de Mont-le-Soie (ai -95), la Cote de Wanne (-85), la Cote de Stockeau (-80) e la Cote de l’Haute-Levée (-76). In questa fase si sono registrate le prime azioni in testa al gruppo principale: la prima brusca accelerazione è stata impressa da Luis Leon Sanchez (Astana Premiertech) lungo la Cote de Wanne. Qualche chilometro dopo, in cima all Cote de l’Haute-Levée, è stato il campione Olimpico Greg Van Avermaet (Ag2r Citroen Team) a provare l’allungo, ma la reazione del gruppo è stata immediata e nel giro di 200 metri il tentativo è stato neutralizzato.
Si è così giunti ai piedi della Cote du Rosier (-62) con i 7 battistrada che potevano vantare un vantaggio di poco superiore ai 4 minuti. Proprio lungo il Rosier (4,5 km al 5,7% di pendenza media) si è assistito ad un nuovo aumento dell’andatura del gruppo, questa volta ad opera di Remy Rochas (Cofidis), alla cui ruota si sono immediatamente portati Mikkel Honorè (Deceuninck-Quick Step) e Matteo Jorgenson (Movistar Team). Di lì a poco i tre contrattaccanti sono stati raggiunti da altri corridori, tra cui il basco Alex Aranburu (Astana Premiertech) che a sua volta ha provato ad allungare in contropiede. Il rimescolamento in testa al gruppo è andato avanti finchè si sono avvantaggiati Harm Vanhoucke (Lotto-Soudal), Mark Donovan (Team DSM) e Mark Padun (Bahrain-Victorius). I tre contrattancanti, transitati in cima alla cote du Rosier con 2′15” di ritardo dai 7 battistrada ed una quindicina di secondi di vantaggio sul gruppo principale, lungo la successiva discesa hanno definitivamente preso il largo: a 50 chilometri dall’arrivo il loro distacco dai fuggitivi era ormai inferiore ai 2 minuti mentre il gruppo, completamente rilassato, era scivolato a quasi 4 minuti dalla testa della corsa.
Sulla successiva salita, l’inedita Cote de Desnié (1,7 km al 7,3 %) posta a 48,3 km dal traguardo, il gruppo è tornato ad aumentare l’andatura sotto l’impulso degli uomini di Deceuninck-Quick Step (lodevole il lavoro di Peter Serry) e Bora-Hansgrohe. Il distacco dai battistrada è così tornato sotto i 3 minuti, mentre i tre contrattaccanti si sono ulteriomente avvicinati alla testa della corsa, portando il gap a poco più di un minuto.
La corsa è definitivamente esplosa lunga la terzultima cote di giornata, la famigerata Col de la Redoute (2 km al 8,6%). Nel gruppo di testa Lorenzo Rota ha immediatametne alzato il ritmo, facendo staccare prima Matthijs Paasschens e poi Sergey Chernetski. Nel giro di poche centinaia di metri Rota è riuscito a liberarsi anche degli altri ex compagni di fuga, restando in compagnia del solo Laurens Huys. Nel gruppo principale è stata invece l’Ineos a prendere il comando delle operazioni. La squadra britannica ha imposto un ritmo decisamente alto culminato con la violenta progressione di Tao Geoghegan che ha letteralmente sgretolato il plotone. Tra gli uomini rimasti inizialmente attardati anche Julian Alaphilippe (Deceunick-Quick Step), poi rientrato nel tratto successivo insieme a molti altri corridori.
Nel frattempo Marczynski e Vliegen erano rinvenuti su Rota e Huys, andando a ricomporre un quartetto di testa a cui restavano ormai solo 45” secondi di vantaggio sul gruppo. A questo punto è stato Vliegen a provare l’azione solitaria, staccando gli altri 3 compagni di fuga nel tratto di saliscendi posto a valle della Redoute. Il belga però lungo le prime rampe della Cote de Forges (-23,5) si è dovuto arrendere ai crampi ed è stato rapidamente ripreso e superato da Marczynski e Rota.
Proprio lungo la Cote de Forges si è assistito ad una nuova e impetuosa accelerazione di Tao Geoghegan Hart. Il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia in men che non si dica si è riportato sulle ruote di Rota e Marczynski, trascinando con se il compagno di squadra Adam Yates e altri 9 corridori: Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma), Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), Richard Carapaz (Ineos Grenadiers), Esteban Chaves (Team BikeExchange), David Gaudu (Groupama-FDJ), Jack Haig (Bahrain-Victorius), Mauri Vansevenant (Deceuninck-Quick Step), Sergio Higuita (EF Education-Nippo) e Krists Neilands (Israel Start-Up Nations).
Poco dopo lo scollinamento, gli uomini della Ineos hanno provato approfittare della superiorità numerica grazie all’attacco di Richard Carapaz (-21). L’azione dell’Ecuadoriano ha trovato impreparati i compagni di fuga che si sono letteralmente rialzati venendo poi ripresi dal resto del gruppo. Carapaz si è quindi ritrovato in testa con circa 25” di vantaggio quando ormai mancava solo una salita prima del traguardo di Liegi, la temibile Cote de la Roche aux Faucons (1,3 km al 10,5%).
A guidare l’inseguimento del gruppo lungo le prime rampe dello strappo è stato James Knox (Deceuninck-Quick Step). Il britannico ha consentito al plotone di riavvicinarsi notevolmente a Carapaz che è stato infine ripreso a circa 200 metri dall’arrivo, quando è giunto lo scatto di Davide Formolo (UAE Team Emirates) che ha ulteriomente selezionato il già ridotto gruppo di testa.
L’azione decisiva è arrivata poche centinaia di metri dopo, lungo lo strappetto che seguiva la Roche-Aux-Faucons: Michael Woods (Israel Start-Up Nation) è partito secco nel tratto più duro provocando una decisa selezione. A resistere all’attacco del canadese sono stati solo in 4: Julien Alaphilippe, Tadej Pogacar, David Gaudu e Alejandro Valverde, che proprio oggi festeggiava le 41 primavere. Alle loro spalle si è ritrovato un quartetto formato da Jakob Fuglsang (Astana PremierTech), Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e dal duo della UAE composto da Marc Hirschi e Davide Formolo. Proprio a causa della presenza di due compagni di Pogacar, gli inseguitori non hanno trovato un accordo e sono stati ripresi poco dopo dal gruppo.
In cinque battistrada hanno invece collaborato alla perfezione e ai -11 potevano vantare un margine di circa 15 secondi sul gruppo inseguitore in cui tra gli altri erano presenti Primoz Roglic, Bauke Mollema (Trek-Segafredo), Michal Kwiatkowski (Ineos Grenadiers), Esteban Chaves (Team BikeExchange), Tiesj Benoot (Team DSM) e Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe). Il margine è continuato a crescere nei chilomentri successivi, arrivando a 35” ai -5.
I battistrada hanno proseguito di comune accordo fino ai -2, quando sono iniziati i primi tatticismi. Ai 1300 metri dall’arrivo Woods ha provato l’allungo in solitaria ma è stato prontamente riacciuffato dai 4 compagni di fuga. Giunti sotto lo striscione dell’ultimo chilomentro con Valverde in testa al drappello, i 5 battistrada hanno iniziato a controllarsi, riducendo notevolmente l’andatura, mentre da dietro Hirschi, Mollema e Benoot tentavano disperatamente di rientrare.
Lo stallo è continuato fino ai 250 metri quando Valverde ha lanciato il suo sprint con a ruota Woods e Gaudu. Proprio dalla scia del corridore della Groupama ai 150 metri è uscito a velocità doppia Alaphilippe, ma il transalpino nulla ha potuto di fronte alla rimonta poderosa di Pogacar che ha tagliato il traguardo a braccia alzate, davanti allo stesso Alaphilippe, Gaudu, Valverde e Woods. La volata per il sesto posto è andata a Marc Hirschi (giunto a 7”) che ha battuto Benoot e Mollema. Poco dopo, a 9” da Pogacar, è arrivato un altro drappello regolato da Schachmann davanti a Matej Mohoric (Bahrain-Victorius), Michal Kwiatkowski, Jakob Fuglsang e Primoz Roglic.
Per Pogacar l’ennesima conferma di un talento che non si limita solo alle corse a tappe, ma può ambire alla vittoria anche nelle corse di un giorno. Da sottolineare anche l’8o podio alla Doyenne per l’intramontabile Alejandro Valverde il cui ritiro a fine anno sembra sempre meno probabile. Giornata no invece per il vincitore uscente Primoz Roglic che non è riuscito a tenere le ruote dei migliori sull’ultimo strappetto, mentre per Alaphilippe continua la maledizione della Liegi che nelle ultime stagioni lo ha già visto per ben 4 volte nei primi 5, ma mai vincitore.
Pierpaolo Gnisci