LA ETAPA DEL DÍA: PAMPLONA – LEKUNBERRI
ottobre 21, 2020 by Redazione
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Dopo Arrate ecco un’altra dura salita all’orizzonte: è San Miguel de Aralar, difficile nelle pendenze e resa ancor più selettiva dal fondo stradale in cemento
Un’altro santuario e un’altra salita attendono al varco al corridori dopo il già esigente arrivo della prima tappa ad Arrate. Al secondo giorno di gara arriva il turno della difficile ascesa verso San Miguel de Aralar, lunga quasi il doppio rispetto a quella affrontata poche ore prima e tutta da pedalare su di un poco scorrevole fondo in cemento che aumenterà il grado di difficoltà dei quasi 10 Km al 7.9% di pendenza media che condurrano fino a quota 1215 metri. Il traguardo sarà collocato molto più in basso, a poco più di 500 metri d’altezza, e per raggiungerlo bisognerà percorrere 17 Km, quasi tutti tracciati in discesa. In precedenza si saranno superati altri due Gran Premi della Montagna, poco impegnativi ed entrambi classificati di terza categoria mentre, come della frazione d’apertura, bisognerà fare i conti con il vento, previsto piuttosto forte sia nei chilometri iniziali, sia in dirittura d’arrivo.
METEO
Pamplona : nubi sparse, 20.5°C (percepiti 13°C), vento forte da S (34-43 Km/h), umidità al 50%
Estella (61.4 Km): poco nuvoloso, 18.7°C (percepiti 13°C), vento moderato da S (28-38 Km/h), umidità al 59%
Arbizu (traguardo volante – 118 Km) : nubi sparse, 18°C (percepiti 12°C), vento moderato da S (27-38 Km/h), umidità al 58%
Lekunberri : nubi sparse, 17.7°C (percepiti 11°C), vento forte da S (32-45 Km/h), umidità al 59%
GLI ORARI DELLA VUELTA
Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI
13.49: partenza da Pamplona
14.30: scollinamento Alto de Guirguillano
14.55: inizio diretta su Eurosport Player (a circa 47 Km dalla partenza)
15.50-16.05: scollinamento Puerto de Urbasa
16.30-16.50: traguardo volante di Arbizu
16.40-17.00: inizio salita di San Miguel de Aralar
16.55-17.15: scollinamento San Miguel de Aralar
17.20-17.45: arrivo ad Lekunberri
UN PO’ DI STORIA
Lekunberri è il primo degli otto traguardi inediti della Vuelta 2020 ma si è già “fatto le ossa” accogliendo l’arrivo di alcune frazioni del Giro dei Paesi Baschi, l’ultima nel 2011 quando il bielorusso Vasili Kiryienka fece sua la seconda tappa di quell’edizione precedendo di due secondi il tedesco Andreas Klöden e il lussemburghese Andy Schleck. Quell’anno a imporsi nella classifica finale sarà il citato Klöden, che proprio a Lekunberri levò le insegne del comando allo spagnolo Joaquim Rodríguez, tornato leader della classifica il giorno successivo e definitivamente spodestato dal tedesco l’ultimo giorno nella decisiva cronometro di Zalla. La salita verso San Miguel de Aralar richiama, invece, alla mente la vittoria di Fabio Aru nell’undicesima tappa della Vuelta del 2014, che lo vide tagliare il traguardo presso il santuario con sei secondi di vantaggio sugli spagnoli 6” Alejandro Valverde e Rodríguez

Il santuario di San Miguel de Aralar e, in trasparenza, l'altimetria della seconda tappa della Vuelta 2020 (turismo.navarra.com)
LA TAPPA DEL GIORNO: BASSANO DEL GRAPPA – MADONNA DI CAMPIGLIO
ottobre 21, 2020 by Redazione
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La tappa di Madonna di Campiglio inaugura la serie dei tre tapponi che decideranno le sorti del Giro d’Italia. In programma l’inedita Forcella Valbona, il Monte Bondone da un versante poco tradizionale e il Passo Durone e la non troppo difficile ascesa verso un traguardo che riaprirà nel cuore degli appassionati la ferita apertasi il 5 giugno del 1999
È il primo dei tre tapponi dell’edizione 2020 della Corsa Rosa, una tappa che qualche estimatore delle grandi frazioni di montagna ha fatto mistero di non gradire perché disegnata “al contrario”, inserendo per prime e non vicinissime al traguardo le salite più impegnative e collocando nelle fasi finale quelle più pedalabili. Le ultime due ascese, quelle meno “dotate” sono, però, le stesse che furono affrontate nel 1999 nel finale della tappa che Marco Pantani vinse poche ore prima della sua drammatica espulsione dalla corsa. La fase iniziale di quella frazione era molto più semplice di quella disegnata quest’anno e se, nonostante questo, il “Pirata” riuscì quel giorno a indovinare un’altra impresa – al traguardo si presentò un minuto prima degli altri avversari di classifica – a maggior ragione la tappa di quest’anno potrebbe essere sfruttata dagli scalatori per tentare di sovvertire l’ordine costituitosi in classifica. C’è spazio per un grande numero e cominciamo proprio dalle cifre di questa tappa, che ha in serbo 65 Km di salita e 4144 metri di dislivello, una consistente fetta del quale sarà consumata lungo la prima delle quattro salite in programma, l’inedita Forcella di Valbona (22 Km al 6.6%), giunti in vetta alla quale si saranno percorsi i primi 61 Km di questa frazione e quasi 140 Km ne mancheranno al traguardo. Terminata la successiva discesa si andrà all’attacco del mitico Monte Bondone, che sarà scalato da un versante desueto, quello di Aldeno, 20 Km al 6.8% che al Giro sono stati affrontati solamente nel 1973, quando erano ancora sterrati: a renderla impegnativa è l’alternanza delle pendenze, con tratti pedalabili intercalati ad altri più impegnativi. Dopo lo strappo del “Passo della Morte” (2.3 km al 7.7%) ci si riallaccerà al tracciato della tappa del 1999 scavalcando il Passo del Durone, che non è così “duro” come lascia intendere il nome (10.4 Km al 6%) e quindi percorrendo tutto il fondovalle della Val Rendena prima dell’ascesa finale verso Madonna di Campiglio (12.5 Km al 5.7%).
METEO
Bassano del Grappa: cielo coperto, 12°C (percepiti 11°C), vento debole da W (7 Km/h), umidità al 96%
Arsiero (39.5 Km): cielo sereno, 12.9°C (percepiti 12°C), vento debole da W (8-14 Km/h), umidità al 88%
Forcella Valbona (GPM – 61.2 Km)* : cielo sereno, 9.8°C (percepiti 8°C), vento moderato da W (10-18 Km/h), umidità al 68%
Nomi (89.2 Km) : poco nuvoloso, 17.8°C (percepiti 17°C), vento debole da WSW (6-7 Km/h), umidità al 73%
Monte Bondone (GPM – 117.5 Km) : nubi sparse, 7.1°C (percepiti 4.5°C), vento debole da WSW (6-7 Km/h), umidità al 73%, vento moderato da WSW (14-22 Km/h), umidità al 69%
Ponte Arche (traguardo volante – 154 Km) : poco nuvoloso, 17.2°C (percepiti 15°C), vento moderato da WSW (11 Km/h), umidità al 72%
Caderzone Terme (traguardo volante – 185.8 Km) : nubi sparse, 14.5°C (percepiti 12°C), vento moderato da WSW (11 Km/h), umidità al 73%
Madonna di Campiglio: nubi sparse, 8.2°C (percepiti 6°C), vento moderato da WSW (13-22 Km/h), umidità al 71%
GLI ORARI DEL GIRO
9.30: inizio collegamento RaiSport (un’ora prima della partenza)
10.30: partenza da Bassano del Grappa
11.20-11.30: passaggio da Arsiero (inizio salita Forcella Valbona)
12.15-12.35: scollinamento Forcella Valbona
12.25: inizio collegamento Eurosport 1 (a circa 61 Km dalla partenza)
13.00-13.20: passaggio da Aldeno (inizio salita Monte Bondone)
13.50-14.20: scollinamento Monte Bondone
14.00: inizio collegamento Rai2 (a circa 115 Km dalla partenza)
14.35-15.10: traguardo volante di Ponte Arche
15.05-15.45: scollinamento Passo Durone
15.30-16.15: traguardo volante di Caderzone Terme
15.35-16.20: passaggio da Pinzolo (inizio salita finale)
16.05-16.55: arrivo a Madonna di Campiglio
UN PO’ DI STORIA
Le vicende del 1999 sono oramai quasi come una “macchia” indelebile sul curriculum di Madonna di Campiglio al Giro d’Italia ed è inevitabile andarci con il pensiero e con le parole tutte le volte che la Corsa Rosa fa ritorno nella nota località di sport invernali delle Dolomiti di Brenta. È successo anche nel 2015 quando il Giro tornò a fissare un traguardo lassù, al termine di una frazione che si concluse con la vittoria dello spagnolo Mikel Landa, primo con un paio di secondi di vantaggio sul russo Jurij Viktorovič Trofimov e poco più sulla maglia rosa, il connazionale Alberto Contador. A tirare idealmente la volata al ritorno del Giro a Madonna era stato due anni prima il Giro di Polonia, la cui edizione 2013 era partita eccezionalmente dall’Italia con due tappe d’alta montagna, la prima disputata tra Rovereto e Madonna di Campiglio e la seconda con traguardo fissato al Passo Pordoi: la prima la vinse il toscano Diego Ulissi, la seconda il francese Christophe Riblon, mentre a vestire la maglia di leader della classifica alla conclusione della due giorni dolomitica fu il polacco Rafał Majka, che non sarà in grado di tenerla fino alla fine perché nel corso della gara gliela porteranno via prima lo spagnolo Ion Izagirre, poi lo stesso Riblon e infine l’olandese Pieter Weening. Tornando al Giro d’Italia Madonna di Campiglio nel 1977 era stata prescelta quale sede di partenza della 19a tappa, arrivata a San Pellegrino Terme e vinta dal faentino Renato Laghi.

Uno scorcio delle Dolomiti di Brenta e, in trasparenza, l'altimetria della 17a tappa del Giro (www.campiglioimperiale.it)
LA VUELTA PARTE NEL SEGNO DI ROGLIČ. TAPPA E MAGLIA PER LO SLOVENO
Dopo l’inaspettato finale del Tour ed una comparsata nelle Ardenne che gli è valsa la vittoria alla Liegi – Bastogne – Liegi, Primož Roglič (Team Jumbo Visma) inizia alla grande la Vuelta 2020 vincendo la prima tappa di Arrate su un percorso spesso utilizzato al Giro dei Paesi Baschi. Il campione sloveno fulmina Richard Carapaz (Team INEOS Grenadiers) e Daniel Martin (Team Israel StartUp Nation) in un finale molto combattuto e si candida come protagonista dichiarato, lui che ha vinto proprio l’edizione 2019 della corsa iberica
Se in Italia oggi inizia la terza ed ultima settimana del Giro 2020 con le Alpi grandi protagoniste, in Spagna prende il via una Vuelta che, per colpa del covid, taglia le tre tappe iniziali originariamente previste nei Paesi Bassi e si riduce a 18 tappe complessive. Sarà il nord della penisola iberica a farla da padrone e la prima tappa si svolge nei Paesi Baschi su un percorso spesso battuto dalla breve corsa a tappe del luogo. Sono 173 i km da Irun ad Arrate che vedono la presenza di quattro GPM posizionati nelle seconda metà del tracciato. La tappa ha visto nelle fasi iniziali un paio di tentativi di fuga. Quella ufficiale, per così dire, si concretizzava dopo 6 km ad opera di Rémi Cavagna (Team Deceuninck-QuickStep), Quentin Jauregui (Team AG2R La Mondiale), Jasha Sutterlin (Team Sunweb), Jetse Bol (Team Burgos BH) e Tim Wellens (Team Lotto Soudal). La fuga riusciva ad accumulare un vantaggio massimo di circa 4 minuti sul gruppo inseguitore, tirato in particolare dagli uomini del Team Movistar e del Team Jumbo Visma. Jauregui transitava in prima posizione sul Puerto de Udana e sull’Alto de Kampazar, primi due GPM in programma posti rispettivamente al km 98 ed al km 120. Col passare del tempo il gruppo si faceva sempre più minaccioso alle spalle della fuga che iniziava a perdere pezzi. L’ultimo ad arrendersi ed ad essere ripreso dal gruppo era Jauregui a circa 25 km dal termine. Sulla salita dell’Alto de Geleta il gruppo, ridotto ad una sessantina di unità, aumentava il ritmo e ne facevano le spese Chris Froome (Team INEOS Grenadiers) e Thibaut Pinot (Team Groupama FDJ). Anche Michael Woods (Team EF Education First) restava attardato a causa di una caduta. Sulla salita finale dell’Alto de Arrate era l’INEOS a dare un nuovo impulso in testa alla corsa, con Richard Carapaz molto attento nelle prime posizioni. Ma anche il Team Jumbo Visma non stava a guardare e imprimeva un ritmo ancora più sostenuto con Sepp Kuss a poco meno di 5 km dall’arrivo. Le trenate del giovane americano facevano danni tali da ridurre il gruppo di testa a poche unità. Negli ultimi due km in discesa, prima dell’arrivo, era proprio Primož Roglič (Team Jumbo Visma) a sferrare l’attacco decisivo. Lo sloveno allungava quel tanto che gli consentiva di vincere sul traguardo di Arrate anticipando di un solo secondo Carapaz ed un redivivo Daniel Martin (Team StartUp Nation). Chiudevano la top five Esteban Chaves (Team Mitchelton Scott) e Felix Grossschartner (Team Bora Hansgrohe). Più attardati, in un gruppetto a 51 secondi di ritardo da Roglič, giungevano i vari Alejandro Valverde (Team Movistar), Tom Dumoulin (Team Jumbo Visma) e David De La Cruz (UAE Team Emirates). I distacchi più rilevanti, tra gli uomini di classifica o presunti tali, li subivano David Gaudu (Team Groupama FDJ) a 2 minuti e 22 secondi, Daniel Martinez (Team EF Education First) a 4 minuti e 29 secondi, Alex Vlasov (Team Astana) a 4 minuti e 31 secondi, Thibaut Pinot a 9 minuti e 56 secondi e Chris Froome a 11 minuti e 12 secondi. Roglič veste la prima maglia rossa della Vuelta 2020 con 5 secondi di vantaggio su Carapaz e 7 secondi di vantaggio su Daniel Martin. Domani la seconda tappa, ancora in zona Paesi Baschi, va da Pamplona a Lekunberri per un totale di oltre 151 km. Sono tre i GPM da affrontare, con l’Alto de San Miguel de Aralar di prima categoria che svetta a 17 km dall’arrivo. Una tappa che strizza l’occhio alla fuga ma che gli uomini di classifica potrebbero animare nel finale.
Antonio Scarfone

La vittoria di Roglič ad Arrate (foto Getty Images)
20-10-2020
ottobre 20, 2020 by Redazione
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GIRO D’ITALIA
Lo sloveno Jan Tratnik (Bahrain – McLaren) si è imposto nella sedicesima tappa, Udine – San Daniele del Friuli, percorrendo 229 Km in 6h04′36″ alla media di 37.69 Km/h. Ha preceduto di 7″ l’australiano Ben O’Connor (NTT Pro Cycling) e di 1′14″ l’italiano Enrico Battaglin (Bahrain – McLaren). Il portoghese João Pedro Gonçalves Almeida (Deceuninck – Quick Step) è ancora in maglia rosa con 17″ sull’olandese Wilco Kelderman (Team Sunweb) e 2′58″ sull’australiano Jai Hindley (Team Sunweb). Miglior italiano Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), 7° a 3′31″
VUELTA A ESPAÑA
Lo sloveno Primož Roglič (Team Jumbo-Visma) si è imposto nella prima tappa, Irún – Arrate (Eibar), percorrendo 173 Km in 4h22′34″ alla media di 39.53 Km/h. Ha preceduto di 1″ l’ecuadoregno Richard António Carapaz Montenegro (INEOS Grenadiers) e l’irlandese Daniel Martin (Israel Start-Up Nation). Miglior italiano Andrea Bagioli (Deceuninck – Quick Step), 10° a 51″. Roglič è la prima maglia rossa con 5″ su Carapaz Montenegro e 7″ su Martin. Miglior italiano Bagioli, 10° a 1′01″
TRATNIK, ARIA DI CASA A SAN DANIELE
Al Giro fuga doveva essere e fuga è stata dopo il secondo giorno di riposo. A San Daniele del Friuli ha la meglio Jan Tratnik (Team Bahrain McLaren) che si impone in una volata a due su Ben O’Connor (Team NTT Pro Cycling). I big di classifica – sempre con Joao Almeida (Team Deceuninck Quick Step) in maglia rosa non si danno battaglia e aspettano l’attesa tappa di domani con arrivo a Madonna di Campiglio
Dopo le fatiche di Piancavallo ed il secondo giorno di riposo, il Giro d’Italia affronta l’ultima settimana con la sedicesima tappa che si percorrerà interamente nella provincia di Udine. La partenza è proprio nel capoluogo friuliano e l’arrivo è a San Daniele del Friuli, dopo 229 km. Sono sei i GPM che in programma, i primi tre posti nella prima metà della tappa e l’ultimo, il Monte di Ragogna, che dovrà essere scalato tre volte in un circuito finale che ha tutte le caratteristiche di una classica del nord, chilometraggio compreso. Dopo la partenza da Udine, da dove non partiva Fernando Gaviria (UAE Team Emirates, trovato positivo al Covid) erano Giovanni Visconti (Team Vini Zabù KTM) e Ruben Guerreiro (Team EF Education First), finora rivali nella classifica GPM, ad animare la corsa. La coppia si dava battaglia lungo l’ascesa della Madonnina del Domm, primo GPM in programma. Era il portoghese che riusciva a scollinare in prima posizione. Nella successiva discesa alla coppia di testa si univa un folto gruppo di 24 ciclisti, tra cui spiccavano i nomi dell’enfant du pays Matteo Fabbro (Team Bora Hansgrohe), Valerio Conti (UAE Team Emirates) e Ben Swift (Team INEOS Grenadiers). A fare la parte da leone erano gli atleti dell’AG2R con ben 4 unità. All’inizio della salita del Monte Spig, seconda difficoltà altimetrica da scalare dopo una settantina di km dalla partenza, il vantaggio della fuga sul gruppo maglia rosa sfiorava i 5 minuti. Visconti si rifaceva su Guerreiro andando a transitare in prima posizione sul Monte Spig. Il vantaggio della fuga sul gruppo superava ormai i 6 minuti e mezzo. A Cividale Del Friuli, primo traguardo volante posto al km 87.8, era Andrea Vendrame (Team AG2R) a transitare in prima posizione. Il gruppo maglia rosa, tirato blandamente dal Team Deceuninck Quick Step, inseguiva ad oltre 6 minuti di ritardo. Visconti si aggiudicava anche il successivo GPM di Monteaperta, approfittando di un problema meccanico occorso a Guerreiro che lasciava il portoghese attardato. Il gruppo maglia rosa era segnalato ad oltre 8 minuti di ritardo. La prima delle tre scalate sul Monte Ragogna vedeva la bella azione di Guerreiro che dopo essere rientrato sulla testa della corsa nella discesa di Monteaperta, attaccava da solo e scollinava in prima posizione. Il gruppo dei fuggitivi si ricompattava prima della seconda scalata verso Monteaperta. Era Jan Tratnik (Team Bahrain McLaren) a rompere gli indugi ed ad attaccare con decisione lungo la seconda ascesa di Monteaperta. Lo sloveno scollinava in prima posizione seguito da un gruppetto di sette ciclisti compreso da Enrico Battaglin (Team Bahrain McLaren), Alessandro Tonelli (Team Vini Zabù KTM), Kamil Malecki (Team CCC), Ben O’Connor (Team NTT Pro Cycling), Ben Swift (Team INEOS Grenadiers), Geoffrey Bouchard (Team AG2R) e Manuele Boaro (Team Astana). A 15 km dall’arrivo Tratnik conservava 30 secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore. Sull’ultima scalata di Monteaperta l’azione di Tratnik si faceva più pesante; lo sloveno riusciva a scollinare in prima posizione ma O’Connor era subito dietro di lui. A 10 km dal termine la coppia di testa aveva 45 secondi di vantaggio su un terzetto formato da Swift, Maleki e Battaglin. La coppia in testa manteneva un ritmo tale che gli inseguitori non riuscivano a rientrare e si giocavano così la vittoria di tappa. Era O’Connor ad attaccare a circa 200 metri dall’arrivo ma Tratnik riusciva a tenere testa all’australiano ed a superarlo a circa 50 metri dalla linea d’arrivo, andando così ad alzare le braccia per la prima vittoria in stagione ed in un Grande Giro. O’Connor concludeva al secondo posto con 7 secondi di ritardo dallo sloveno mentre sul gradino più basso in terza posizione si classificava Enrico Battaglin a 1 minuto e 14 secondi dallo sloveno. Relativo no contest tra i big della classifica con la maglia rosa Joao Almeida (Team Deceuninck Quick Step) che taglia il traguardo del gruppetto dei big – recuperando qualche secondo in classifica generale – con 12 minuti e 54 secondi di ritardo su Tratnik. In classifica generale il portoghese conduce con 17 secondi di vantaggio su Wilco Kelderman (Team Sunweb) e 2 minuti e 58 secondi di vantaggio su Jay Hindley (Team Sunweb).Domani nella diciassettesima tappa da Bassano del Grappa a Madonna di Campiglio, lunga 203 km, tornano di scena le grandi montagne con Forcella Valbona e Monte Bondone nella prima metà del tracciato. Infine il Passo Durone e la scalata di Madonna di Campiglio da Pinzolo completeranno il tutto per una tappa che promette spettacolo.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Tratnik a San Daniele del Friuli (foto Getty Images)
LA ETAPA DEL DÍA: IRUN – ARRATE
ottobre 20, 2020 by Redazione
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Partenza in salita per il Giro di Spagna, che il primo giorno di gara presenterà il tosto arrivo in quota al Santuario della Virgen de Arrate e che anche nelle tappe successive ha in serbo difficile ascese. Tutta colpa del Covid che ha costretto gli organizzatori a cancellare il “grand départ” dai Paesi Bassi.
Partenza con il botto per la Vuelta che prende le mosse con una tappa che propone fin da subito salite impegnative e altre ce ne se saranno da affrontare domani e dopo. Non si tratta di una precisa scelta degli organizzatori questa perchè, dopo esser stati costretti a rinunciare a causa dell’emergenza sanitaria al previsto “grand départ” dai Paesi Passi, si è stabilito di non modificare di una virgola le prime tappe previste in terra spagnola, che era state progettate in altura. Si comincerà così con l’approdo al Santuario della Virgen de Arrate, tradizionale ascesa del Giro dei Paesi Baschi affrontata dal versante meno impegnativo, che comunque tenerissimo non è perchè la pendenza media che si deve “subire” nei suoi 5 Km è dell’8.5%. Non si tratta di un arrivo in salita vero e proprio, perchè dopo esser transitati sotto lo striscione del GPM bisognerà percorrere 2 Km e mezzo in leggera discesa per raggiungere il traguardo, punto d’arrivo di una frazione che presenta altre tre ascese, tra le quali si segnala l’Alto de Elgeta (4.6 Km al 7.7%) a 17 Km dalla conclusione.
METEO
Irun : pioggia debole (0.1 mm), 16.4°C (percepiti 9°C), vento forte da S (36-44 Km/h), umidità al 85%
Zarauz (40 Km): pioggia debole (0.2 mm), 15.9°C (percepiti 8°C), vento molto forte da S (41-53 Km/h), umidità al 87%
Zumarraga (88.3 Km) : pioggia debole (0.1 mm), 13.9°C (percepiti 5°C), vento molto forte da SSE (40-61 Km/h), umidità al 91%
Bergara (traguardo volante – 149.4 Km) : pioggia debole (0.4 mm), 13.9°C (percepiti 4°C), vento molto forte da SSE (41-67 Km/h), umidità al 91%
Arrate: previsioni non disponibili
GLI ORARI DELLA VUELTA
Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI
13.11: partenza da Irun
14.55: inizio diretta su Eurosport Player (a circa 70 Km dalla partenza)
15.30-15.45: scollinamento Puerto de Udana
16.00-16.20: scollinamento Alto de Kampazar
16.45-17.05: traguardo volante di Bergara
16.50-17.20: scollinamento Alto de Elgeta
17.15-17.40: scollinamento Alto de Arrate
17.20-17.45: arrivo ad Arrate
UN PO’ DI STORIA
I Paesi Baschi sono tornati a far parte del percorso della Vuelta nel 2011, dopo un allontamento trentennale iniziato dopo la conclusione dell’edizione del 1978, l’ultima organizzata dal quotidiano basco El Correo, che lasciò la mano in seguito una serie di incidenti avvenuti in occasione della tappa conclusiva. L’anno del ritorno furono organizzati arrivi a Bilbao e Vitoria-Gasteiz (dove si imposero rispettivamente lo spagnolo Igor Antón e l’italiano Daniele Bennati) mentre bisognerà attendere dodici mesi per vedere un traguardo al Santuario di Arrate, a tutt’oggi uno precedente della Vuelta in questo luogo simbolo del ciclismo basco: a tagliare per primo la linea d’arrivo fu lo spagnolo Alejandro Valverde al termine di una volatina a quattro voci che lo vide mettere la propria ruota davanti a quella del connazionale Joaquim Rodríguez, del britannico Chris Froome e all’altro iberico Alberto Contador, che alla fine risulterà il vincitore di quell’edizione della Vuelta precedendo di 1′16″ proprio Valverde.

Il santuario della Virgen de Arrate e in trasparenza l'altimetria della prima tappa della Vuelta 2020 (presttocome.com)
LA TAPPA DEL GIORNO: UDINE – SAN DANIELE DEL FRIULI
ottobre 20, 2020 by Redazione
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Il Giro si ferma in Friuli per un’indisiosa frazione di mezza montagna disegnate sulle strette strade delle Prealpi Giulie che avrà il suo clou nella triplice ascesa al Muro di Ragogna, muro di 3 Km al 10.4% che al campionato nazionale del 1991, quando doveva essere affrontato una sola volta, permise a Gianni Bugno di conquistare la maglia tricolore con quasi un minuto di vantaggio sugli avversari che più gli arrivarono vicini
Gli organizzatori del Giro l’hanno giustamente considerata come tappa di media montagna (oggi non si supereranno i 950 metri di quota) e gli hanno attribuito quattro stelle come grado di classificazione, un passo sotto le frazioni decisive della Corsa Rosa. Ma quella stella in più se la merita tutta la tappa che terminerà a San Daniele del Friuli perché mettendo assieme le sei ascese scaglionate lungo il tracciato e collocate distanti l’una dall’altra verrebbe fuori un’ascesa “monstre” di quasi 29 Km (lo Stelvio è più corto, per fare un paragone), forte di un dislivello di 2334 metri e di una pendenza media globale del 7,9%. Ecco una tappa che i corridori che puntano alla vittoria finale non dovranno prendere assolutamente sottogamba e considerare solo come una normale “vigilia” ai due tapponi di Madonna di Campiglio e dei Laghi di Cancano, insidiosa anche solo per il fatto d’essere collocata subito dopo il giorno di riposo. Si comincerà a salire a una ventina di chilometri dal via, quando si imboccherà l’ascesa più lunga di giornata, che in circa 11 Km inclinati al 7.1% condurrà al “tetto” della tappa, i 949 del valico noto con il soprannome di “Madonnina del Domm”. 46 Km più avanti ci si arrampicherà sul Monte Spig (6.4 Km al 7%), scollinando non distanti dal celebre santuario di Castelmonte, poi si affronterà l’ascesa di Monteaperta (3.7 Km al 7.4%) una trentina di chilometri prima dell’ingresso nell’impegnativo circuito che caratterizzerà il finale di tappa. In questo anello si dovrà ripetere per tre volte il Monte di Ragogna, muro lungo meno di 3 Km che picchia fino al 16%, mentre la pendenza media è del 10.4%: quando si sarà superata per l’ultima volta questa arcigna salita mancheranno 13 Km al traguardo dove, dulcis in fundus, nel corso dei mille metri conclusi la strada tornerà a prendere violentemente quota proponendo un ultimo muretto al 20%. Cosa potrebbe succedere in corsa? Per farvi un’idea vi invitiamo a leggere l’odierna puntata della rubrica “Un po’ di storia”
METEO
Udine : cielo coperto, 13.3°C, vento debole da SSW (4 Km/h), umidità al 91%
Cividale del Friuli – 1° passaggio (47.4 Km): cielo coperto, 13.9°C, vento debole da SSW (4 Km/h), umidità al 90%
Cividale del Friuli – 2° passaggio (traguardo volante – 87.8 Km) : cielo coperto, 14.2°C, vento debole da SSW (5 Km/h), umidità al 90%
Tarcento (138.2 Km) : cielo coperto, 14.4°C, vento debole da SSW (6 Km/h), umidità al 90%
Monte di Ragogna – 1° passaggio (162.1 Km) : cielo coperto con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 14.5°C, vento debole da SSW (6 Km/h), umidità al 90%
San Daniele del Friuli: cielo coperto con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 14.5°C, vento debole da SSW (7 Km/h), umidità al 91%
GLI ORARI DEL GIRO
9.20: inizio collegamento RaiSport (un’ora e 5 minuti prima della partenza)
10.25: partenza da Udine
11.20-11.30: scollinamento Madonnina del Domm
12.25: inizio collegamento Eurosport 1 (a circa 70 Km dalla partenza)
12.30-12.45: scollinamento Monte Spig
12.40-13.00: traguardo volante di Cividale del Friuli
13.30-13.55: scollinamento Monteaperta
14.00: inizio collegamento Rai2 (a circa 130 Km dalla partenza)
14.10-14.35: ingresso nel circuito finale
14.30-15.00: primo scollinamento Monte di Ragogna
14.45-15.20: primo passaggio da San Daniele del Friuli
14.50-15.25: traguardo volante di Castello di Susans
15.10-15.45: secondo scollinamento Monte di Ragogna
15.25-16.05: secondo passaggio da San Daniele del Friuli
15.50-16.30: terzo scollinamento Monte di Ragogna
16.05-16.50: arrivo a San Daniele del Friuli
UN PO’ DI STORIA
Il Giro non ha mai fatto tappa a San Daniele del Friuli ma c’è un precedente nella cittadina friulana famosa per il suo prosciutto DOP che fa capire quanto non bisogni sottovalutare il percorso della 16a tappa della Corsa Rosa. Era il 30 giugno del 1991 e quell’anno la federazione scelse il Giro del Friuli quale prova unica del campionato nazionale, disegnato su di un percorso che fece storcere il naso a molti, ritenuto poco impegnativo perché i 250 Km del tracciato erano effettivamente pedalabil e privi di grandi difficoltà. Tutto questo fino ad una quindicina di chilometri dal traguardo, quando la strada proponeva il Monte di Ragogna, una sola ascesa rispetto alle tre del Giro 2020 ma che bastò al corridore che quell’anno conquistò la maglia tricolore per sbaragliare la concorrenza: quell’uomo solo al comando era il futuro due volte campione del mondo Gianni Bugno, che scollinò con 25” di vantaggio, poi portati a 49” sul traguardo di San Daniele dove la volata per il secondo posto fu conquistata da Franco Chioccioli, vincitore uscente del Giro d’Italia, su Claudio Chiappucci e l’attuale commissario tecnico della nazionale Davide Cassani.

Prelibate forme di Prosciutto di San Daniele D.O.P. in camera di stagionatura e, in trasparenza, l'altimetria della sedicesima tappa (food.firstonline.info)
GIRO DELLE FIANDRE: IL RITORNO DEI VAN DER POEL
ottobre 19, 2020 by Redazione
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Vittoria di Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix) dopo il successo di 34 anni fa del padre Adrie. Volata a due vinta contro il rivale di sempre Wout Van Aert (Jumbo-Visma). Caduta per un sorprendente Julian Alaphilippe(Deceunick-QuickStep).
—IN CALCE ALL’ARTICOLO TROVERETE LE PAGELLE DEL FIANDRE—
Edizione 2020 vinta da un bravissimo Mathieu Van der Poel, il quale sempre attento nelle fasi cruciali della corsa, si avvantaggiava con Julian Alaphilippe (deceunicnk-quickstep) e Wout Van Aert sul Koppenberg staccando i rivali. Dopo la caduta del francese causata dal rallentamento brusco di una moto, il duo Van der Poel-van Aert, si ritrovava a giocarsi la vittoria finale in un testa a testa emozionante tra due rivali di sempre. Duello vinto dall’olandese in volata per soli 3 centimetri.
Corsa unica con i suoi muri e le sue cotes leggendarie dal fascino irresistibile, il Giro delle Fiandre è da sempre una delle gare più importanti del panorama ciclistico internazionale. Anche quest’anno, nonostante i vari problemi dovuti al covid-19, la corsa ha espresso il meglio del ciclismo. Partenza tirata dal gruppo che creava non poche difficoltà alla creazione di una fuga. Dopo vari tentativi, solamente dopo 25 chilometri di corsa si assisteva al primo attacco di giornata con una fuga composta da sei ciclisti, tra i quali l’esordiente Samuele Battistella (Ntt Pro Cycling), Gregor Mühlberger (Bora Hansgrohe), Danny Van Poppel (Circus – Wanty), Gijs Van Hoecke (CCC Team), Dimitri Peyskens (Bingoal – Wallonie Bruxelles) e Fabio Van Den Bossche (Sport Vlandereen – Baloise). Buon segnale da parte di Battistella, giovane corridore che nel futuro potrà ben figurare in corse di questo genere. Per gli attaccanti, un vantaggio massimo che arriverà a 8’20” dopo 75 km, e che andrà piano piano a scemare a causa del lavoro, prima della Trek-Segafredo di Mads Pedersen, vincitore qualche giorno fa della Gent-Wevelgem, e poi della Deceuninck-QuickStep, oggi in formato Elegant-QuickStep grazie al nuovo sponsor, che si presentava al via con una roster di altissimo livello: Julian Alaphilippe, Kasper Asgreen, Yves Lampaert, Zdenek Stybar e Florian Sénéchal, tutti possibili capitani unici in molte altre squadre World Tour. Prima parte di corsa dove si registrava una caduta per fortuna senza gravi conseguenze di Wout Van Aert e una NTT agguerrita che faceva attaccare di volta in volta uno dei propri ciclisti. Ci provava anche la Ineos con Michel Kwiatkowski lanciato da Luke Rowe, ma il polacco non riusciva a sorprendere i big dove Alberto Bettiol (Ef) e soprattutto Matteo Trentin (CCC Team) faticavano.
La corsa esplodeva definitivamente sul Koppenberg, dove già si notava l’assenze di Stephen Kung (Groupama-Fdj) e dove Mads Pedersen (Trek-Segafredo) rimbalzava terribilmente indietro staccandosi in malo modo. A 45 chilometri dalla conclusione, sulla mitica cote, l’attacco di Alaphilippe. frantumava il gruppo allungato in più tronconi. Il francese, non contento, attaccava nuovamente 6 chilometri più tardi quando rispondeva e rilanciava all’attacco di un buon Anthony Turgis (Direct). che ha frantumato letteralmente il gruppo. Alle spalle di Alaphilippe si accodavano solamente Van der Poel e Van Aert. Alle loro spalle nel primo gruppo inseguitore si trovavano una decina di ciclisti tra cui Lampaert, Naesen (Ag2r-LaMondiale), Bettiol, John Degenkolb (lotto soudal) e Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates). Gruppo inseguitori che non trovava l’accordo per organizzare l’inseguimento consegnando così la vittoria ai tre davanti.
Ai meno 35 chilometri dall’arrivo, un brutto colpo di scena riduce la sfida a tre ad una sfida a due. In un tratto in discesa, una moto della giuria rallenta pericolosamente sulla destra della carreggiata. Van der Poel riesce ad evitare l’impatto con la moto per un soffio, mentre Alaphilippe che è immediatamente dietro la vede all’ultimo momento centrandola in pieno. Il campione del mondo in carica cadeva a terra e doveva dire ai suoi sogni di vincere il Fiandre alla prima partecipazione. Restavano così 34 chilometri di strada dove si assisteva al testa a testa fra i due campioni più attesi di giornata, Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert. I due ciclisti, entrambi i maggiori indiziati alla vigilia come vincitori del Fiandre, collaboravano incessantemente fino al momento della volata. Una volata compiuta a sangue freddo da entrambi, i quali con molta attenzione e grinta davano il tutto per tutto per tagliare per primi il traguardo. Due ciclisti che si conoscevamo bene e che da anni lottavano con alterni successi nel ciclocross. Lanciata la volata, tatticamente molto bella, Van der Poel riusciva ad anticipare il rivale per pochissimi centimetri, riuscendo a vincere il Giro delle Fiandre 34 dopo il successo del padre Adrie. Terzo posto per Alexander Kristoff cheregolava allo sprint il gruppetto degli inseguitori. Quarto un ottimo Turgis. Miglior italiano di giornata Alberto Bettiol, sedicesimo e ultimo posto del gruppetto giunto alle spalle dei due di testa. Male Trentin a oltre 10 minuti dal vincitore Van der Poel, mentre un generoso Andrea Pasqualon (Wanty) terminava ventiquattresimo.
LE PAGELLE
Mathieu Van der Poel: Vittoria cercata e finalmente trovata. 34 anni dopo la vittoria del padre Adrie, tocca al figlio riportare la Ronde a casa Van der Poel. Lancia l’attacco decisivo ai meno 39 km, e da lì, a causa della caduta di Alaphilippe, sarà un duello a due contro il rivale di sempre Van Aert. Ultimi chilometri da sangue freddo e volata perfetta. Chapeau. Voto 10
Wout Van Aert: Parte col piede sbagliato quando si ritrova coinvolto in una caduta nelle primissime fasi della corsa. Sempre attento, deve fare i conti con un Van der Poel in grande spolvero. Un testa a testa finale bellissimo e volata a due persa per 3 cm. Unica pecca, non aver messo più pressione a Van der Poel sui muri, sapendo che l’olandese è più forte in volata. Voto: 8
Julian Alaphilippe: ha una squadra fortissima e la fa muovere bene. Dopo la beffa della Liegi corre un Fiandre stupendo, attacca, rilancia e contrattacca, purtroppo la sfortuna lo perseguita. Cade a causa di una moto che aveva rallentato troppo a 35 km dall’arrivo. Sfortunato. Voto: 7
Alexander Kristoff: non ha la gamba degli scorsi anni, ma c’è sempre. Il norvegese arriva terzo dopo i mostri Van der Poel e Van Aert. Sempre attento, una garanzia. Voto: 7
Anthony Turgis: l’olandese è la sorpresa del Fiandre. Un peperino, sempre saldo nel primo troncone del gruppo. Attacca sul koppenberg e da il via all’azione che lancerà Alaphilippe, Van Aert e Van der Poel. Purtroppo per lui non riuscirà a reggere il contrattacco dei tre. Chiude comunque quarto. Voto: 7
Yves Lampaert: uno dei capitani della Deceunicnk-QuickStep, dove rimane nel gruppo alle spalle di Alaphilippe. Una volta caduto Julian si mette a collaborare con gli altri inseguitori, ma il duo Van der Poel-van Aert è ormai troppo lontano. Chiude al quinto posto. Voto: 6.5
Oliver Naesen: il corridore dell’Ag2r-LaMondiale è un eterno piazzato, arriva sesto Ma gli va dato atto di aver provato da solo sull’oude Kwaremont a staccare il resto del gruppo inseguitore per il terzo posto invece di giocarsi il gradino più basso del podio in volata dove Kristoff e Lampaert erano più forti. Voto:6
Alberto Bettiol: un sedicesimo posto che purtroppo ci sta. Il corridore italiano della Ef Pro Cycling già sui primi muri mostra una gamba non eccelsa e lontana dal Fiandre del 2019. Quando la corsa esplode rimane indietro sorpreso. Voto:5
Stefan Küng: 102° a oltre 10 minuti da Van der Poel. Si arrende subito quando la corsa si inizia ad infiammare. Una delle più grosse delusioni di giornata. Voto: 5
Matteo Trentin: Capitano unico della ccc-team, sparisce subito dai radar. Aveva fatto ben sperare alla Gent-Wevelgen, ma al Fiandre crolla subito. Voto: 5
Mads Pedersen: Erano molte le attese per il corridore danese della Trek-Segafredo dopo la vittoria della Gent-Wevelgen. Sul Koppenberg viene respinto brutalmente. Voto:5
Luigi Giglio

Lo sprint tra Van der Poel e Van Aert sul rettilineo d'arrivo del Giro delle Fiandre (Getty Images Sport)
SUL PIANCAVALLO LA STRENUA DIFESA DI ALMEIDA
Sulla salita friulana, il ritmo della Sunweb manda tutti in crisi. Pesanti ritardi per Nibali, Fuglsang, Pozzovivo, Majka e Pello Bilbao. Si salva Almeida con un’ottima difesa, davvero lodevole. Hindley, che ha tirato per Kelderman su tutta la seconda parte della salita, balza sul podio e il vincitore Tao Geoghegan Hart si inserisce al quarto posto.
Il primo arrivo in salita nel quale si aspettavano i big ha fatto male a molti. Sulle rampe che portano a Piancavallo, è stato il ritmo della Sunweb di Wilko Kelderman a creare la selezione da dietro. Uno ad uno si sono staccati tutti gli uomini di classifica. L’ultimo a cedere è stata la maglia rosa Joao Almeida, che ha continuato a dare il massimo sin dopo il traguardo, quando si è buttato in terra per recuperare il respiro. Con la sua caparbietà, Almeida è riuscito a salvare la maglia rosa, seppur per pochi secondi e questa è la dimostrazione del grande morale che il simbolo del primato infonde nella testa e nelle gambe di chi lo indossa.
Wilko Kelderman ha fatto valere la forza e la compattezza della sua squadra, era quello che si è trovato con il maggior numero di uomini sulla salita, ma obbiettivamente la squadra è utile se il capitano è in grado di seguire il ritmo. Oggi il lavoro di Hindley è stato fondamentale per staccare gli avversari di Kelderman ma questo è stato possibile in quanto Kelderman è stato in grado di mantenere un ritmo più elevato rispetto agli avversari.
L’importanza della squadra è sicuramente da non sottovalutare, ma non bisogna fare l’errore di pensare che senza squadra non si vada da nessuna parte. La verità è che Nibali, Pozzivivo, Pello Bilbao, Majka e Fuglsang non sono stati in grado di reggere il ritmo di Hindley, mentre Kelderman, che ha ordinato a Hindley di tenere quella andatura, è stato in grado di farlo. Quindi, in definitiva, Kelderman ha inflitto distacchi agli altri semplicemente perché ne aveva di più e non perché aveva la squadra come alcuni commentatori hanno suggerito.
Se infatti Nibali o Pozzovivo fossero stati più forti, avrebbero potuto sfruttare il lavoro di Hindley e poi piazzare la rasoiata che è una cosa che Kelderman non gradisce affatto.
Quello che invece è vero è che una squadra forte come la Sunweb può essere determinante in una tappa come quella prevista per martedì prossimo. Con l’ultimo scollinamento del Ragogna a 13 Km dalla conclusione, una squadra forte può essere quella che ti salva se uno scalatore puro, che ha la rasoiata sulle pendenze estreme, riesce ad involarsi. In quel caso, ritrovarsi senza squadra può significare perdere molti secondi, mentre avere una squadra attrezzata può significare riuscire a rientrare.
Questo ovviamente non significa che i giochi siano già fatti. Come non ci si stancherà mai di ripetere, l’ultima settimana con i tapponi di montagna con chilometraggi importanti può causare crisi, specialmente se le temperature in quota saranno rigide come è normale nella seconda metà di ottobre. Kelderman è in realtà un regolarista, molto scrupoloso che va anche bene con il freddo quindi è difficile pensare che possa avere delle defaillances più dei suoi avversari, tuttavia il corpo umano non è una macchina perfetta e non si può mai sapere cosa accadrà. La giornata no può capitare a chiunque.
Occhio anche a dare per spacciato Almeida che oggi ha sì ceduto, ma meno di uomini più esperti e sulla carta più forti di lui. Ha speso molto e bisognerà vedere come riuscirà a recuperare domani, ma guai a sottovalutarlo, anche perché l’ultima tappa a cronometro potrebbe favorirlo.
Hindley è stato fortissimo, ha pilotato Kelderman fino al traguardo e quindi, nonostante il lavoro svolto, non ha ceduto ed è stato più forte di tutti gli altri uomini di classifica, conquistando il terzo gradino del podio provvisorio. Il suo grado di luogotenente potrebbe ovviamente portare a sacrificarlo, ma se il suo stato di forma sarà come quello di oggi, Hindley rappresenterà un bruttissimo cliente per il podio.
Anche il vincitore di tappa Tao Geoghegan Hart è ora quarto ed è rientrato nei giochi per il podio.
Deitro ad Almeida e Kelderman ci sono diversi uomini di classifica in un fazzoletto inferiore al minuto che, con le tappe che ci aspettano non è molto, tuttavia le tendenze danno l’uomo Ineos in salita, mentre gli altri oggi non sono sembrati all’altezza.
Dopo la partenza, tentano la fuga Andrea Vendrame (AG2R La Mondiale), Luca Chirico (Androni – Sidermec), Manuele Boaro (Astana Pro Team), Mark Padun (Bahrain – McLaren), Nathan Haas (Cofidis, Solutions Crédits), Daniel Navarro (Israel Start-Up Nation), Thomas De Gendt (Lotto Soudal), Matthew Holmes (Lotto Soudal), Davide Villella (Movistar Team), Rohan Dennis (Ineos Grenadiers), Giovanni Visconti (Vini Zabù – KTM) ed Edoardo Zardini (Vini Zabù – KTM).
Il gruppo però, tirato dalla CCC di Zakarin, non sembra intenzionato a lasciare andare il tentativo che viaggia a lungo con un vantaggio venti secondi, finché il gruppo dopo cerca 40 Km, si rialza e lascia che la fuga prenda il largo.
Haas e Zardini perdono contatto ai piedi della salita verso Sella Chianzutan sulle cui rampe partono al contrattacco Giovanni Carboni (Bardiani CSF Faizanè), Sergio Samitier (Movistar) e Ruben Guerreiro (EF Pro Cycling). L’unico che riesce a riportarsi sui battistrada è Samitier che viene aiutato a completare l’inseguimento dal compagno di squadra Villella.
Il vantaggio della fuga arriva intorno ai sette minuti e Visconti, andando a conquistare il GPM di Sella Chiazutan, sfila la maglia azzurra a Guerrero.
Quando il vantaggio è massimo, si portano in testa le squadre di Kelderman e Pozzovivo che fanno contrarre il vantaggio e lo tengono sotto controllo nella fasi centrali della corsa.
Nei pressi del traguardo volante, allungano De Gendt, Dennis, Villella e Visconti, ma in breve Dennis resta solo in testa al corsa, continuando ad incrementare il vantaggio sul gruppo inseguitore.
Il gruppo maglia rosa però continua ad aumentare il ritmo ed annullerà l’azione dell’australiano sulle prime rampe della salita verso Piancavallo.
Sono gli uomini di Fuglsang ad iniziare in testa la salita, ma poco dopo sale in cattedra la Sunweb con Denz, Oomen ed Hamilton che sfoltiscono sensibilmente il gruppo. E’ però l’ultimo uomo di Kelderman a fare male. Il ritmo di Hindley fa fuori uno ad uno tutti gli uomini di classifica. Saltano Fuglsang Pozzovivo, Pello Bilbao, Majka e Nibali che formano man mano gruppetti che poi si ricompatteranno o arriveranno comunque molto vicini al traguardo con un distacco intorno ad 1 minuto e mezzo dal vincitore.
Più avanti cede anche il capoclassifica ma lui, al contrario degli altri, riesce a limitare i danni molto bene, continua al massimo ritmo possibile senza fare fuori giri e riuscendo molto bene a contenere il distacco ed a mantenere la maglia rosa.
Con i due della Sunweb, resta solo Geoghegan Hart che è anche il più veloce del terzetto. Kelderman non tenta lo scatto che non è proprio la sua specialità e si accontenta del secondo posto dietro all’uomo Ineos, squadra che, dopo il ritiro del capitano, sta dando un grande senso al suo giro con cinque vittorie di tappa.
Domani giorno di riposo, mentre lunedì la tappa con la triplice scalata al Monte Ragogna, breve con pendenze severissime. L’ultimo passaggio è posto a tredici chilometri dall’arrivo e questo non invita ad attacchi contro un uomo come Kelderman dotato di una buona squadra, ma nei tapponi successivi ci sarà lo spazio per inventare qualcosa.
Una cosa è certa, se qualcuno vuole vincere e non accontentarsi di un piazzamento deve attaccare da lontano, magari cercando alleati che vogliono la vittoria di tappa con i quali fare il classico gentlemen’s agreement.
Benedetto Ciccarone

Il momento nel quale Almeida perde le ruote del gruppetto con Kelderman (foto Bettini)
18-10-2020
ottobre 18, 2020 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il britannico Tao Geoghegan Hart (INEOS Grenadiers) si è imposto nella quindicesima tappa, Base Aerea Rivolto (Frecce Tricolore) – Piancavallo, percorrendo 185 Km in 4h58′52″ alla media di 37.14 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’olandese Wilco Kelderman (Team Sunweb) e di 4″ l’australiano Jai Hindley (Team Sunweb). Miglior italiano Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), 10° a 1′36″. Il portoghese João Pedro Gonçalves Almeida (Deceuninck – Quick Step) è ancora in maglia rosa con 15″ su Kelderman e 2′56″ su Hindley. Miglior italiano Nibali, 7° a 3′29″
GIRO DELLE FIANDRE
L’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix) si è imposto nella classica belga, Anversa – Oudenaarde, percorrendo 243.3 Km in 5h43′17″ alla media di 42.52 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Wout van Aert (Team Jumbo-Visma) e di 8″ il norvegese Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates). Miglior italiano Alberto Bettiol (EF Pro Cycling), 16° a 8″.