06-08-2020
agosto 6, 2020 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE POLOGNE
Il danese Mads Pedersen (Trek – Segafredo) si è imposto nella seconda tappa, Opole – Zabrze, percorrendo 151.5 Km in 3h26′02″ alla media di 44.12 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe) e l’italiano Davide Ballerini (Deceuninck – Quick Step). Pedersen è il nuovo leader della classifica con 4″ su Ackermann e sul polacco Kamil Małecki (CCC Team). Miglior italiano Ballerini, 5° a 6″
MONT VENTOUX DÉNIVELÉ CHALLENGE
Il russo Aleksandr Vlasov (Astana Pro Team) si è imposto nella corsa francese, Vaison-la-Romaine – Mont Ventoux, percorrendo 179 Km in 4h56′39″ alla media di 36.20 Km/h. Ha preceduto di 18″ l’australiano Richie Porte (Trek – Segafredo) e di 59″ il francese Guillaume Martin (Cofidis, Solutions Crédits). Miglior italiano Fabio Aru (UAE-Team Emirates), 5° a 1′39″
LE TOUR DE SAVOIE MONT BLANC
Due tappe disputate nel secondo giorno di gara.
Il belga Viktor Verschaeve (Lotto – Soudal U23) si è imposto nella seconda tappa, Moûtiers – Valfréjus, percorrendo 97.4 Km in 2h51′19″ alla media di 34.11 Km/h. Ha preceduto di 15″ lo statunitense Gavin Mannion (Rally Cycling) e il belga Maxim Van Gils (Lotto – Soudal U23). Miglior italiano Simone Ravanelli (Androni Giocattoli – Sidermec), 21° a 53″. Il francese Thomas Champion (Bourg-en-Bresse Ain Cyclisme) è il nuovo leader della classifica con 1′14″ sull’elvetico Joab Schneiter (Swiss Racing Academy) e 2′55″ su Mannion. Miglior italiano Ravanelli, 22° a 4′25″
Il francese Pierre Rolland (B&B Hotels – Vital Concept p/b KTM) si è imposto nella terza tappa, Saint-Michel-de-Maurienne – Valmeinier, percorrendo 37.4 Km in 1h19′06″ alla media di 28.37 Km/h. Ha preceduto di 24″ il connazionale Nicolas Prodhomme (Velo Club Villefranche Beaujolais) e di 30″ Van Gils. Miglior italiano Ravanelli 35° a 10′00″. Rolland è il nuovo leader della classifica con 58″ sull’elvetico Roland Thalmann (Team Vorarlberg Santic) e 1′07″ sul connazionale Alexis Guérin (Team Vorarlberg Santic). Miglior italiano Ravanelli, 26° a 11′25″
CZECH CYCLING TOUR (Repubblica Ceca)
Il team australiano Mitchelton-Scott si è imposto nella prima tappa, cronometro a squadre di Uničov, percorrendo 18.1 Km in 19′49″ alla media di 54.80 Km/h. Ha preceduto di 25″ il danese Uno-X Pro Cycling Team e il tedesco Team Sunweb. Nessuna formazione italiana al via. L’australiano Luke Durbridge (Mitchelton-Scott) è il primo leader della classifica con lo stesso tempo del neozelandese Jack Bauer (Mitchelton-Scott) e del connazionale Lucas Hamilton (Mitchelton-Scott). Miglior italiano Matteo Fabbro (Bora – Hansgrohe), 25° a 31″.
CYCLING TOUR OF SZEKLERLAND (Romania)
Il kazako Yevgeniy Fedorov (Vino – Astana Motors) si è imposto nella prima tappa, circuito di Sfântu Gheorghe, percorrendo 175 Km in 4h01′22″ alla media di 43.50 Km/h. Ha preceduto di 39″ i polacchi Stanisław Aniołkowski (CCC Development Team) e Norbert Banaszek (Mazowsze Serce Polski). Miglior italiano Elia Menegale (Gallina Colosio Eurofeed), 17° a 22″. Fedorov è il nuovo leader della classifica con 25″ sul polacco Adrian Kurek (Mazowsze Serce Polski) e 27″ su Aniołkowski. Miglior italiano Gabriele Porta (Gallina Colosio Eurofeed), 18° a 47″.
UN ARCOBALENO A ZABRZE: PEDERSEN VINCE IN VOLATA ED È LA NUOVA MAGLIA GIALLA
Il campione del mondo Mads Pedersen (Trek Segafredo) si improvvisa velocista di lusso e batte a Zabrze Pascal Ackermann (Bora Hansgrohe) e Davide Ballerini (Deceuninck-Quick Step). Il danese è la nuova maglia gialla e dovrà difenderla domani nella terza tappa che prevede oltre 200 km infarciti di GPM (ben sette).
Dopo le polemiche della prima tappa dovute al tumultuoso finale con la spaventosa caduta in volata di Fabio Jakobsen (Deceuninck-Quick Step) e la successiva inevitabile squalifica del suo carnefice Dylan Groenewegen (Jumbo-Visma), il Giro di Polonia prova a ripartire con la seconda tappa, la più corta dell’edizione 2020. Sono 151.5 i km da percorrere da Opole a Zabrze, con un finale che presenta un circuito di 6 km da percorrere tre volte. Un’altra volata, speriamo più tranquilla di quella di ieri, sembra stagliarsi all’orizzonte di una corsa che riparte senza un leader in classifica generale, visto che Jakobsen si trova in ospedale in gravi condizioni, anche se stabili. Dopo la partenza da Opole si formava la fuga di giornata composta da due ciclisti, già protagonisti della fuga di ieri, ovvero Maciej Paterski (Nazionale Polacca) e Julius van den Berg (Team EF Education First). Dopo 30 km il vantaggio della coppia di testa superava abbondantemente i 5 minuti. Era la Bora Hansgrohe a guidare la testa del gruppo. Van den Berg transitava in prima posizione al GPM di Góra Swiety Anny posto al km 60.6. Era invece Paterski ad aggiudicarsi i due successivi traguardi intermedi, posti rispettivamente al km 74.8 ed al km 93. Il duo di testa iniziava il circuito finale di Zabrze con circa un minuto di vantaggio sul gruppo in forte rimonta. La fuga veniva infine raggiunta a 16 km dal termine. L’ultimo tentativo di contrattacco, peraltro abbastanza velleitario, era portato da Piotr Brozyna (Nazionale Polacca), ma il gruppo lo inghiottiva immediatamente dopo avergli dato meno di un chilometro di vantaggio. La Trek Segafredo preparava la volata per Mads Pedersen, che partiva lungo e manteneva la testa fino alla linea d’arrivo nonostante il disperato tentativo di Pascal Ackermann (Bora Hansgrohe), che doveva arrendersi per meno di mezza ruota. Al terzo posto un buon Davide Ballerin (Deceuninck-Quick Step) chiudeva il podio di giornata, mentre si segnalava nella top ten anche il quinto posto di Alberto Dainese (Sunweb). Una volata a conti fatti molto più tranquilla e lineare di quella di ieri, che vede quindi la prima affermazione stagionale del campione del mondo in carica. Pedersen è la nuova maglia gialla, con 4 secondi di vantaggio da gestire Ackermann e Kamil Małecki (CCC Team). Non è detto che la versatilità del ciclista danese non possa permettergli di mantenere il primato anche nella tappa di domani, che viene riproposta dopo le edizioni del 2018 e del 2019 ed in cui a trionfare furono Michał Kwiatkowski e Luka Mezgec, a dimostrazione che servirà fondo e resistenza per domare gli oltre 200 km ed i sette GPM in programma. Nel dettaglio la tappa di domani da Wadowice a Bielsko Biała è la più lunga del Giro di Polonia 2020 con i suoi 203 km. Sono ben sette i GPM che i ciclisti dovranno affrontare, ai quali si aggiunge un circuito finale di 7 km e 200 metri che dovrà essere affrontato tre volte e che non ha un metro di pianura. Naturalmente sarà un esame importante non solo per i cacciatori di tappe ma anche per coloro i quali il Giro di Polonia lo vogliono vincere.
Giuseppe Scarfone

Pedersen domina in uno sprint più tranquillo rispetto a quello della tappa precedente e si impone nella seconda frazione del Giro di Polonia (Getty Images Sport)
SUL VENTOUX TUONA VLASOV
Una grande azione di forza del russo Alexandre Vlasov consegna all’Astana una netta vittoria confermandosi una delle formazioni più in forma di questo inizio stagione atipico. Sulla celebre salita francesce Vlasov arriva in solitaria mettendosi alle spalle nomi importanti attesi alla vigilia come Nairo Quintana e Richie Porte. Buona prova per il nostro Fabio Aru.
Si è disputata oggi la seconda edizione della Mont Ventoux Dénivelé Challenge, la giovane corsa in linea francese imperniata attorno all’ascesa al mitico “Gigante della Provenza”, da affrontare ben due volte. Dopo una prima scalata fino a Chalet Reynard si deve, infatti, tornare a valle per riaffrontare nuovamente il Ventoux, stavolta arrivando fin poco sotto la sua bianca cima. Pronti via e già nei primissimi chilometri di gara riesce a sganciarsi la fuga di giornata, composta da José Gonçalves (Nippo Delko One Provence), Garikoitz Bravo (Euskaltel – Euskadi), Lewis Askey (Groupama – FDJ), Marlon Gaillard (Total Direct Énergie) e Jacob Scott (Canyon dhb p/b Soreen), ai quali si aggiungeranno dopo pochi chilometri Alessandro Monaco (Bardiani CSF Faizané), Carmelo Urbano (Caja Rural – RGA) e Juan Felipe Osorio (Burgos – BH). Gli otto al comando raggiungerenno il vantaggio massimo di 5’15” al km 60, con dietro ’Astana, Trek Segafredo e Arkéa Samsic a darsi cambi regolari per tenere sotto controllo la fuga.
Arrivati ai piedi della prima scalata al Mont Ventoux con poco più di 4’ di vantaggio, il gruppo inizia a fare sul serio grazie al lavoro delle tre squadre sopra citate, che in pratica dimezzano lo svantaggio ai 2’ allo scollinamento. Nel frattempo Bravo aveva salutato i compagni di fuga passando in vetta con un vantaggio di 30” su Monaco, Gonçalves e Gaillard, mentre gli altri saranno riassorbiti dal gruppo.
Lo stesso destino tocca ai tre all’inseguimento del basco, successivamente ripreso ai meno 18 dal termine, e così quando si attacca l’ascesa finale al Ventoux il gruppo dei migliori è compatto. Sulle prime rampe Ventoux si susseguono diversi scatti in testa e il primo a provarci è Julen Amezqueta (Caja Rural – RGA) con a ruota Simone Petilli (Circus – Wanty Gobert), ma l’azione dell’Astana è inesorabile. Il ritmo del team kazako rimane alto per evitare ulteriori attacchi e il loro controllo della corsa è assoluto fino ai meno 12, quando Edward Ravasi (UAE Team Emirates) si propone in un allungo su un plotone ridotto ormai una ventina di uomini. Sull’italiano si riporta Pierre-Roger Latour (Ag2r La Mondiale), che prima lo affianca e poi rilancia l’andatura staccandolo di ruota.
Intanto in testa al gruppo perde contatto uno degli uomini più attesi, il colombiano Miguel Ángel López (Astana), mentre è immediato il rallentamento in testa agli inseguitori fin quando è la Trek – Segafredo a prendere in mano il controllo dell’inseguimento. Latour arriva a guadagnare 15”, mentre dietro è Kenny Elissonde (Trek-Segafredo) a mostrare un cenno di reazione e a evadere dal ciò che resta del gruppo, ormai ridotto ad una decina di unità. Ai 9 Km dall’arrivo il francese è raggiunto dal connazionale Guillaume Martin (Cofidis, Solutions Crédits) sull’impulso inziale del compagno di squadra Fernando Barcelò, saltato Latour ai meno 7 Km nel paesaggio lunare del monte. Lo scatto decisivo arriva ai meno 5 Km: è Alexandre Vlasov (Astana) a partire fulmineo e raggiungere inizialmente Latour con subito dietro Richie Porte (Trek-Segafredo) e Nairo Quintana (Arkéa-Samsic), che hanno tentato di accodarsi al russo.
Ai meno 3500 metri Vlasov lascia la compagnia di Martin portandosi al comando della corsa e rilanciando l’andatura. Dietro è il solo Porte a capire di dover provare il recupero ma ormai l’uomo Astana ha già raggranellato 16” di vantaggio ed è oramai imprendibile. Al traguardo, infatti, è primo il russo con 18″ su un buon Porte, terzo è Martin a 59″, quarto Latour a 1′29″. mentre Fabio Aru (UAE-Team Emirates) chiude in quinta posizione a 1′38″, mentre Quintana – che a febbraio si era imposto sul Ventoux al Tour de la Provence, si piazza ottavo a quasi due minuti.
Antonio Scarfone

L'affermazione di Vlasov nel candido paesaggio del Ventoux (Getty Images)
JAKOBSEN, VITTORIA THRILLING A KATOWICE. È MAGLIA GIALLA MA DOMANI NON RIPARTIRÀ
Alla prima tappa del Giro di Polonia 2020 durante la volata finale di Katowice Dylan Groenewegen (Jumbo Visma) devia la traiettoria e si aiuta col gomito provocando una spaventosa caduta le cui conseguenze più gravi sono riportate da Fabio Jakobsen (Deceuninck Quick Step), che travolge transenne, cartelloni pubblicitari e anche un membro dell’organizzazione. Gronewegen sarà successivamente estromesso dalla corsa e la vittoria assegnata a Jakobsen, il quale però si trova ora in ospedale in gravi condizioni e domani non ripartirà con la maglia del primato
Il Giro di Polonia 2020 è la prima corsa a tappe WT che si disputa dopo ripartenza post Covid19, mantenendo la sua posizione originaria di inizio Agosto ma venendo meno nel numero totale delle tappe, che da sette diventano cinque. Il percorso, sulla carta non durissimo, favorisce gli uomini da classiche ed i finisseur, anche se qualche velocista resistente agli strappi può dire la sua in ottica classifica generale, considerando anche gli abbuoni al traguardo. La prima tappa da Chorzów a Katowice sfiora i 196 km e come da tradizione vedrà i velocisti puri sfidarsi per la vittoria. Prima della partenza è stato toccante il ricordo per lo sfortunato ciclista belga Bjorg Lambrecht, scomparso durante l’edizione 2019 della corsa polacca. La tappa è stata caratterizzata da una fuga di Kamil Malecki (CCC Team), Julius van den Berg (EF Education First), Samuel Brand (Novo Nordisk) e Maciej Paterski (Nazionale Polacca). Al km 14, dopo il passaggio dallo sprint intermedio di Piekary Śląskie (vinto da Paterski), il vantaggio della fuga sul gruppo era di 4 minuti e 30 secondi. Le squadre dei velocisti non davano però ulteriore spazio ai quattro fuggitivi, che venivano messi nel mirino ed il loro vantaggio iniziava a scendere già dopo 30 km dalla partenza. Dopo 70 km, infatti, il vantaggio della fuga sul gruppo era sceso a 2 minuti e 30 secondi. Paterski si aggiudicava anche il secondo ed il terzo sprint intermedio, posti rispettivamente al km 79.5 ed al km 139.4. A 45 km dall’arrivo alla fuga restavano soltanto 30 secondi di vantaggio su un gruppo in forte rimonta, tirato dalle squadre dei velocisti ed in particolare dalla Bora Hansgrohe per Pascal Ackermann e dalla Deceuninck-Quick Step per Fabio Jakobsen. Nel frattempo due GPM, posti rispettivamente al km 162 ed al km 178.3, se li aggiudicavano Malecki e Van den Berg. La fuga veniva ripresa a meno di 15 km dal termine. La volata, piuttosto confusa e con un rettilineo in leggera discesa, vedeva accendersi un’acerrima lotta tra Dylan Groenewegen (Team Jumbo Visma) e Jakobsen, che emergevano di prepotenza negli ultimi 100 metri. L’olandese, però, infrangeva il regolamento e non manteneva la sua traiettoria spostandosi verso destra e chiudendo Jakobsen alle transenne, gesto ancora più da stigmatizzare anche per il gomito alzato di Groenewegen. Il risultato è una rovinosa caduta che coinvolgeva Jakobsen e che innescava una carambola che mandava a terra altri corridori tra i quali Marc Sarreau (Groupama – FDJ), Luka Mezgec (Mitchelton-Scott), Jasper Philipsen (UAE-Team Emirates), Ryan Gibbons (NTT Pro Cycling), Szymon Sajnok (CCC Team), Damien Touzé (Cofidis, Solutions Crédits), Roger Kluge (Lotto Soudal), Moreno Hofland (EF Pro Cycling), Edward Theuns (Trek – Segafredo) e lo stesso Groenewegen, che scivolava dopo aver tagliato il traguardo in prima posizione. Inevitabile la squalifica dell’olandese dalla corsa polacca, una decisione presa nel concitato post gara dagli organizzatori. La vittoria viene così assegnata a tavolino a Jakobsen su Sarreau e Mezgec. Anche la maglia gialla va all’olandese, il quale ha 4 secondi di vantaggio su Sarreau, ma domani Jakobsen non ripartirà da Opole nella seconda tappa poichè si trova in ospedale in gravi condizioni (i medici parlano di pericolo di vita). L’arrivo a Zabrze dopo 151.5 km sarà ancora una volta favorevole alle ruote veloci.
Giuseppe Scarfone

La caduta innescata da Groenewegen sul traguardo di Katovice (foto EPA)
DÉMARE VINCITORE A TORINO “POUR DÉMARRER LE SANREMO”
La stagione ciclistica 2020 passerà alla storia per gli stravolgimenti imposti dalla pandemia di coronavirus e la 101a edizione della Milano-Torino non si è certamente sottratta a tale regola. Anticipata ai primi di agosto e con un percorso adatto non più agli scalatori ma alle ruote veloci, la classica italana è diventata l’ideale antipasto della Milano-Sanremo che si diputerà sabato prossimo. A spuntarla sul traguardo di Stupinigi è stato Arnaud Démare (Groupama-FDJ) che ha battuto allo sprint Caleb Ewan (Lotto-Soudal) e Wout Van Aert (Jumbo-Visma).
Al via della “corsa più antica del mondo” si sono presentate numerose squadre WT (ben 14) e tanti possibili protagonisti della Classicissima. Tra questi c’erano Wout Van Aert (Jumbo-Visma), recente dominatore della Strade Bianche, Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix), Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), Sam Bennett (Deceuninck-Quick Step), rnaud Démare (Groupama-FDJ), Oliver Naesen (Ag2r La Mondiale), Caleb Ewan (Lotto-Soudal), Fernando Gaviria (UAE-Team Emirates) e Ben Swift (Team Ineos).
Il percorso, 198 km da Mesero a Stupinigi quasi completamente piatti, a parte qualche strappo nella parte centrale, era destinato ad un prevedibile epilogo in volata.
La corsa è stata movimentata da una lunga fuga, partita dopo una quindicina di chilometria dal via e animata da Manuele Boaro (Astana Pro Team), Gijs Van Hoecke (CCC Team), Davide Villella (Movistar), Alessandro Tonelli (Bardiani-CSF), Andrea Garosio (Vini Zabù-KTM) e Samuele Rivi (Nazionale Italiana). I 6 battistrada hanno raggiunto un vantaggio massimo di circa 7 minuti prima che le formazioni dei velocisti iniziassero a lavorare per ridurre il gap. Lotto-Soudal, Bora-Hansgrohe, Groupama-FDJ, UAE-Team Emirates e Trek-Segafredo sono state tra le squadre più attive e hanno portato lo svantaggio a 3 minuti quando si attraversavano le colline del Monferrato.
Il primo dei fuggitivi a mollare è stato Andrea Garosio, staccatosi a circa 35 km dall’arrivo, quando il gruppo aveva già ridotto il distacco al di sotto del minuto e mezzo. Ai -14 è stato Samuele Rivi, corridore in forza alla continental Austriaca Tirol-KTM ma oggi in gara con la maglia azzurra della nazionale italiana, a provare l’allungo con Manuele Boaro a ruota. Poco dopo (ai -12) il corridore vicentino dell’Astana ha attaccato in solitaria, provando nei successivi 6 km a difendere disperatamente i 30” di vantaggio che lo seperavano dal gruppo. Ma il destino della corsa era già scritto e le squadre dei velocisti non hanno lasciato a Boaro l’opportunità di sovvertirlo.
Ai -8, poco prima del ricongiungimento con il corriodore dell’Astana, una caduta ha spezzato il gruppo: Yves Lampaert (Deceuninck-Quick Step) non è riuscito ad evitare uno spartitraffico ed è finito per terra trascinando con sè numerosi altri corridori. Il fiammingo si è rapidamente alzato, ma non altrettanto bene è andata ad altri atleti. Tra i corridori rimasti a terra doloranti il più malconcio è sembrato Luca Pacioni (Androni Giocattoli).
Davanti sono così rimasti una cinquantina di corridori, compresi tutti i velocisti che al momento della caduta occupavano già le posizioni di testa del gruppo.
Negli ultimi chilometri la maggior parte del lavoro è stata svolta dalla Lotto-Soudal di Caleb Ewan e dalla Bora-Hansgrohe di Peter Sagan, ma sotto lo striscione dell’ultimo chilometro è stata la Groupama-FDJ ad prendere prepotentemente la testa del gruppo grazie ad un treno praticamente perfetto.
Ai -300 dall’arrivo, con Jacopo Guarnieri in testa pronto a lanciare Démare, Sagan ha provato ad anticipare gli avversari con una lunghissima volata. Lo slovacco si è però spento nel finale, finendo per lanciare lo sprint ad un attentissimo Démare, che ha agevolmente battuto Ewan e Wout Van Aert.
Lo slovacco ha chiuso ai piedi del podio, davanti a Danny Van Poppel (Circus-Wanty Gobert), Nacer Bouhanni (Arkéa-Samsic) e Fernando Gaviria (UAE-Team Emirates). Chiudono la top ten Manuel Belletti (Androni Giocattoli), Dion Smith (Mitchelton-Scott) e Ben Swift (Ineos).
Fuori dai 10 un deludente Van der Poel, Naesen e soprattutto Bennett, rimasto orfano di Lampaerts e Michael Mørkøv nel finale.
Per Démare, alla prima vittoria stagionale dopo due secondi posti conquistati alla recente Vuelta a Burgos, si tratta di una grande iniezione di fiducia in vista della Classicissima che lo ha visto trionfare già nel 2016.
Buone in ottica Sanremo anche le prestazioni di Ewan, che rientrava alle corse dopo oltre 5 mesi, e di Van Aert, reduce dal trionfo di sabato scorso a le Strade Bianche. Entrambi saranno tra i favoriti sabato.
Più enigmatica la prestazione di Sagan, che ha provato a soprendere gli avversari con uno sprint troppo lungo che non lascia intedere quale sia la sua reale condizione. Chi è sembrato non al meglio è, invece, Van der Poel, già poco brillante sabato scorso in Toscana.
Pierpaolo Gnisci
Post scriptum: per chi non avesse capito il titolo, la traduzione della seconda parte – gioco di parole tra il cognome del vincitore, tra i favoriti per la vittoria della Classicissima, e il verbo francese démarrer – suona “per avviare la Sanremo”

Arnaud Démare vincente sul traguardo di Stupinigi (Getty Images)
05-08-2020
agosto 5, 2020 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE POLOGNE
L’ordine d’arrivo della prima tappa Stadion Śląski (Chorzów) – Katowice (195.8 Km percorsi in 4h31′50″ alla media di 43.21 Km/h) è stato dciso a tavolino dalla giuria in seguito alla caduta innescata dall’olandese Dylan Groenewegen (Team Jumbo-Visma), primo a tagliare il traguardo e squalificato. Il primo posto è stato assegnato al suo connazionale Fabio Jakobsen (Deceuninck-Quick Step), stretto contro le transenne da Groenewegen e ricoverato in gravi condizioni all’ospedale; al secondo e terzo posto sono stati classificati altri due corridori coinvolti nella caduta, il francese Marc Sarreau (Groupama-FDJ), pure ricoverato in ospedale, e lo sloveno Luka Mezgec (Mitchelton-Scott). Il primo italiano è Diego Ulissi (UAE Team Emirates), 11°. Pur essendo certo il suo ritiro, non avendo per forza di cosa tagliato il traguardo, Jakobsen indossa anche la prima maglia di leader della classifca con lo stesso tempo del polacco Kamil Małecki (CCC Team) e con 2″ su Sarreau. Ulissi è 12° a 6″.
MILANO – TORINO
Il francese Arnaud Démare (Groupama – FDJ) si è imposto nella classica italiana, Mesero – Stupinigi, percorrendo 198 Km in 4h18′57″ alla media di 45.88 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Caleb Ewan (Lotto Soudal) e il belga Wout Van Aert (Team Jumbo – Visma). Miglior italiano Manuel Belletti (Androni Giocattoli – Sidermec), 8°.
LE TOUR DE SAVOIE MONT BLANC
L’elvetico Joab Schneiter (Swiss Racing Academy) si è imposto nella prima tappa, Annemasse – Praz-sur-Arly, percorrendo 109 Km in 2h52′56″ alla media di 37.82 Km/h. Ha preceduto di 2″ il francese Thomas Champion (Bourg-en-Bresse Ain Cyclisme) e di 49″ il connazionale Antoine Debons (Akros – Excelsior – Thömus). Miglior italiano Alessandro Bisolti (Androni Giocattoli – Sidermec), 21° a 5′11″. Schneiter è il primo leader della classifica con 8″ su Champion e 56″ sul francese Florent Castellarnau (Team Pro Immo Nicolas Roux). Miglior italiano Bisolti, 21° a 5′23″
CYCLING TOUR OF SZEKLERLAND (Romania)
Il polacco Adrian Kurek (Mazowsze Serce Polski) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Sfântu Gheorghe, percorrendo 5.51 Km in 6′45″ alla media di 48.98 Km/h. Ha preceduto di 8″ il rumeno Serghei Țvetcov (nazionale rumena) e di 11″ il connazionale Stanisław Aniołkowski (CCC Development Team). Miglior italiano Gabriele Porta (Gallina Colosio Eurofeed), 17° a 22″. Kurek è il primo leader della classifica con 8″ su Țvetcov e 11″ su Aniołkowski. Miglior italiano Porta, 17° a 22″.
BERNAL RE DELL’OCCITANIA, IL COLOMBIANO È GIÀ IN FORMA PER IL TOUR
Sulle strade della Route d’Occitanie si è visto un Bernal già lanciatissimo verso il Tour de France che prenderà il via il 29 agosto. Il vincitore della scorsa edizione della Grande Boucle ha portato a casa la corsa transalpina imponendosi nel tappone pirenaico, difendendosi sul ripido muro finale della frazione conclusiva e guadagnando anche nella prima tappa destinata ai velocisti
La prima tappa da Saint-Affrique a Cazouls-lès-Béziers è stata vinta da Bryan Coquard, il velocista della B&B Hotels-Vital Concept che ha preceduto di un soffio gli italiani Elia Viviani (Deceuninck – QuickStep), Sonny Colbrelli (Team Bahrain-McLaren) e Andrea Pasqualon (Circus – Wanty Gobert). A sorpresa nei primi 10 ci sono anche Egan Bernal (Ineos) e Romain Bardet (Ag2r) che, grazie ad un buco, guadagnano 10” sugli altri rivali per la classifica generale (Miguel Ángel López, Thibaut Pinot, Chris Froome, Richie Porte, Bauke Mollema), che verosimilmente si deciderà nella dura tappa pirenaica del terzo giorno.
Il giorno seguente al termie di una tappa mossa di 174,5 km da Carcassonne a Cap’Découverte, ancora adatta ai velocisti, il nostro Colbrelli si prende la rivincita battendo Coquard e Niccolò Bonifazio (Team Total Direct Énergie). Nei dieci ancora tanti italiani con Pasqualon, Matteo Malucelli (Caja Rural – Seguros RGA) e Viviani, rispettivamente dal sesto, settimo e ottavo.
La terza, impegnativa tapp, è quella decisiva per la vittoria finale. Il percorso si svolge sui Pirenei da Saint-Gaudens ai 1441 metri del Col de Beyrède (9,5 Km all’8,1%) passando per le scalate intermedie del Port de Balès e del Peyresourde.
Si capisce che Bernal vuole far bene quando la Ineos mette in scena il classico copione, frantumando il gruppo anche grazie ad una tirata breve ma convinta di Froome, che poi arriva al traguardo con oltre 5 minuti di ritardo. È troppo presto per dare giudizi ma verosimilmente sarà un Tour de France difficile per il britannico, al rientro da un grave infortunio, ormai trentacinquenne e soprattutto con un Bernal già su livelli altissimi che non nasconde di voler (giustamente) guadagnarsi sulla strada la leadership unica dello squadrone inglese alla Grande Boucle, anche se il kenyano bianco afferma convinto di mirare al quinto successo. I vari gregari aumentano l’andatura ma quando viene il momento del turno in testa di Pavel Sivakov è subito notte fonda per i pochissimi che non si erano già staccati: cede un impegnato Pinot e con i due Ineos rimane a sorpresa il giovane campione russo Aleksandr Vlasov dell’Astana, anche se Bernal e il suo scudiere Sivakov mostrano un altro ritmo sulla dura rampa finale, dove il colombiano scatta deciso con una bella e proficua pedalata facendo immediatamente la differenza ed andando a vincere di forza. Come altre volte, la Ineos fa doppietta con un super Sivakov secondo a 10’’ che precede un sorprendente Vlasov, terzo a 17’’. Quarto è Pinot a 31’’ mentre si registrano distacchi oltre il minuto e più per tutti gli altri pretendenti: per molti è una bella batosta morale a poco meno di un mese dalla partenza di un Tour de France impegnativo già dalla prima settimana.
L’ultima tappa di 195 km da Lectoure a Rocamadour viene vinta dal francese Benoît Cosnefroy (Ag2r La Mondiale), che sul ripido muro finale anticipa i big di classifica di 2’’ e va a riprendere uno stoico Fausto Masnada (Team CCC), ultimo a cedere tra gli 11 fuggitivi di giornata e che è stato per alcuni chilometri leader virtuale. Da segnalare anche l’attacco degli Astana Omar Fraile e López, senza però riuscire nel tentativo.
Matteo Conz

La vittoria di Bernal nel tappone pirenaico (Getty Images Sport)
04-08-2020
agosto 4, 2020 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
LA ROUTE D’OCCITANIE – LA DÉPÊCHE DU MIDI
Il francese Benoît Cosnefroy (AG2R La Mondiale) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Lectoure – Rocamadour, percorrendo 195 Km in 4h23′28″ alla media di 44.41 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’olandese Bauke Mollema (Trek – Segafredo) e il connazionale Thibaut Pinot (Groupama – FDJ). Miglior italiano Andrea Pasqualon (Circus – Wanty Gobert), 18° a 31″. Il colombiano Egan Arley Bernal Gómez (Team INEOS) si impone in classifica con 19″ sul russo Pavel Sivakov (Team INEOS) e 23″ sul russo Aleksandr Vlasov (Astana Pro Team). Miglior italiano Simone Petilli (Circus – Wanty Gobert), 16° a 3′25″
GORKA IZAGIRRE SGUAZZA NELL’ACQUAZZONE, SUO IL GRANDE TRITTICO LOMBARDO
Vittoria spagnola nell’unica edizione del Grande Trittico Lombardo, corsa concepita esclusivamente per questa stramba stagione dalla fusione di Coppa Bernocchi, Coppa Agostoni e Tre Valli Varesine. È Gorka Izagirre a staccare gli avversari sotto l’acquazzone e ha presentarsi in beata solitudine sul traguardo di Varese.
Dopo le Strade Bianche, l’appuntamento sul suolo italiano nel calendario post-Covid19 prevede lo svolgimento del Grande Trittico Lombardo, creatura a tre teste che fonde in un’unica gara Coppa Bernocchi (partenza da Legnano), Coppa Agostoni (parte centrale nel circuito di Lissone) e Tre Valli Varesine. Proprio il finale nella città giardino sarà quello che presenta il percorso più esigente, con il circuito che ospitò i mondiali del 2008 da ripetere quattro volte, le cui salite – Montello e Ronchi – decideranno presumibilmente le sorti della corsa. Sono 22 le squadre alla partenza di cui 8 World Tour, 7 Pro Team, 6 Continental e la nazionale italiana. Tra i reduci delle Strade Bianche ritroviamo ciclisti di livello come Greg Van Avermaet (CCC), Alexey Lutsenko (Astana), Michał Kwiatkowski (Ineos) e Vincenzo Nibali (Trek Segafredo), anche se quest’ultimo deve fare i conti con la botta alla mano patita sugli sterrati senesi. Dopo la partenza da Legnano erano numerosi i tentativi di attacco e la fuga buona si formava in torno al decimo chilometro grazie all’azione di Oscar Riesebeek (Alpecin-Fenix), Anton Kuzmin (Gazprom Rusvelo), Raffaele Radice (Sangemini-Trevigiani Mg.Kvis), Quinten Hermans (Circus-Wanty Gobert) e Davide Baldacchini (Colpack Ballan). Dopo 40 km di corsa il quintetto aveva 9 minuti e 40 secondi di vantaggio sul gruppo. All’entrata nel circuito di Lissone la fuga aveva ancora oltre 9 minuti di vantaggio. Nelle prime posizioni del gruppo inseguitore si facevano notare le divise arancioni del Team CCC. Una seconda parte di corsa segnata da una pioggia insistente abbassava la temperatura ma non raffreddava di sicuro gli animi dei ciclisti che si davano battaglia nell’avvicinamento a Varese. Era la Trek Segafredo a prendere in mano le redini della corsa con Gianluca Brambilla e Giulio Ciccone che si impegnavano strenuamente a ricucire sulla fuga. Il primo passaggio dal traguardo vedeva il gruppo tirato dall’Astana transitare con un ritardo di 5’49”, ma grazie al contributo in testa degli uomini della CCC al passaggio successivo il vantaggio scendeva a 4’16”. A far accelerare in modo decisivo gli inseguitori ci pensava ancora la Trek – Segafredo, prima con Jacopo Mosca e poi con un pimpante Nibali, che riusciavano a dimezzare il vantaggio dei cinque al comando. Sul Montello era Brambilla a far saltare letteralmente il gruppo; alla sua ruota si portavano Kwiatkowski, Nibali, Gorka Izagirre (Astana) e Filippo Fiorelli (Bardiani CSF Faizanè); poco più dietro a ricucire ci provavano Gianni Moscon (Ineos) e Van Avermaet. Intanto in testa alla corsa perdevano contatto Baldaccini e Kuzmin, riassorbiti dal gruppo inseguitore nel quale si alternano a tirare Astana, Trek-Segafredo e Ineos con la chiara intenzione di voler far propria la corsa. In vista del successivo passaggio Alessandro De Marchi (CCC) provava un attacco, ma sull’italiano rientrano agevolmente Izagirre, Alex Aranburu (Astana), Jan Polanc (UAE Team Emirates), Kwiatkowski, Jhonatan Narváez (Ineos), Louis Vervaeke (Alpecin-Fenix), Nicola Bagioli (Androni-Sidermec) e Nibali. Qui si spegneva la fuga del mattino venendo ripresi dal gruppo anche Hermans e Riesebeek, ultimi due rimasti in avascoperta dopo che poco prima era stati raggiunti anche Radice, Baldaccini e Kuzmin. Nell’ultimo passaggio, in discesa, con un acquazzone in corso, Izagirre era abilissimo a lanciarsi all’attacco sfruttando un momentol d’indecisione in testa alla corsa; la reazione di Nibali e Kwiatkowski arrivava infatti troppo tardi perchè erano ben sette i secondi guadagnati in un attimo dal basco, che diventeranno 37” all’attacco della salita dei Ronchi. Alle sue spalle le polveri erano bagnate anche per la presenza del compagno di squadra Aranburu che faceva da stopper: così Izagirre andava tutto solo ad alzare le braccia al cielo sul traguardo di Varese. La volata per il secondo posto andava, non a caso, ad Aranburu mentre terzo si piazzava Van Avermaet, in quarta Kwiatkowski e in quinta Nibali, che sembra non aver accusato troppo l’inconveniente patito alle Strade Bianche. Tra gli italiani chiudevano al settimo posto Bagioli ed al nono De Marchi.
Ora il calendario italiano proseguirà con la Milano – Torino di mercoledì che, in vista della Sanremo di sabato, è stata modificata rispetto al tracciato tradizionale e, anzichè poprorre il difficile arrivo in salita sul colle di Superga, permetterà agli sprinter di preparare al meglio la classicissima: al termine di un tracciato quasi completamente pianeggiante si attende un arrivo allo sprint ai piedi della Palazzina di Caccia di Stupinigi.
Antonio Scarfone

Il maggiore dei fratelli Izagirre si impone nell'unica edizione del Grande Trittico Lombardo (foto Bettini)
03-08-2020
agosto 3, 2020 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GRANDE TRITTICO LOMBARDO
Lo spagnolo Gorka Izagirre Insausti (Astana Pro Team) si è imposto nella corsa italiana, Legnano – Varese, percorrendo 199.7 Km in 4h41′02″ alla media di 42.64 Km/h. Ha preceduto di 27″ il connazionale Alexander Aranburu Deba (Astana Pro Team) e il belga Greg Van Avermaet (CCC Team). Miglior italiano Vincenzo Nibali (Trek – Segafredo), 5° a 27″.
LA ROUTE D’OCCITANIE – LA DÉPÊCHE DU MIDI
Il colombiano Egan Arley Bernal Gómez (Team INEOS) si è imposto nella terza tappa, Saint-Gaudens – Col de Beyrède, percorrendo 163.5 Km in 4h36′44″ alla media di 35.45 Km/h. Ha preceduto di 10″ il russo Pavel Sivakov (Team INEOS) e di 17″ il russo Aleksandr Vlasov (Astana Pro Team). Miglior italiano Simone Petilli (Circus – Wanty Gobert), 19° a 2′38″. Bernal Gómez è il nuovo leader della classifica con 14″ su Sivakov e 23″ su Vlasov. Miglior italiano Petilli, 19° a 2′48″