SAM BENNETT INAUGURA IL WORLD TOUR, SUA LA PRIMA TAPPA DEL TOUR DOWN UNDER

gennaio 21, 2020 by Redazione  
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Nella prima tappa del Tour Down Under 2020, riservata ai velocisti, Sam Bennett (Deceuninck Quick Step) non fa sconti e vince agevolmente sul traguardo di Tanunda lasciandosi alle spalle Jasper Philipsen (UAE Team Emirates) ed Erik Baška (Bora Hansgrohe). Solo quarto e fuori dal podio Elia Viviani (Cofidis). Bennett è anche il primo ciclista ad indossare la maglia ocra, che dovrebbe mantenere anche domani a Stirling.

Gli incendi delle scorse settimane in Australia ci avevavo fatto un po’ penare e temere il peggio, ma per fortuna il Tour Down Under parte regolarmente e con esso la lunga stagione ciclistica 2020, che quest’anno presenta anche l’imperdibile appuntamento con le Olimpiadi di Tokyo. Essendo corsa World Tour, la corsa australiana vede ai nastri di partenza tutte le squadre della massima categoria e a fare gli onori di casa sarà la Mitchelton Scott, che vorrà essere di nuovo protagonista con Daryl Impey. Il campione sudafricano ha vinto sorprendendo tutti nel 2018 e lo scorso hanno ha bissato il successo resistendo strenuamente sulla salita di Willunga Hill, simbolo dela corsa. La tattica sarà la stessa anche quest’anno, con la caccia agli abbuoni al traguardo e agli sprint intermedi delle tappe pianeggianti, che potranno ancora essere decisivi per la vittoria finale. La prima delle sei tappe prevede un circuito di cinque giri da 30 km ciascuno nella località di Tanunda, per un totale di 150 km, al termine del quale i velocisti si giocheranno la vittoria. Le prime fasi della corsa vedevano il gruppo compatto, con la Mitchelton Scott che controllava la situazione almeno fino al km 35, dove era in programma il primo sprint intermedio di Angaston. Era proprio Impey a transitare in prima posizione e ad aggiudicarsi i 3 secondi d’abbuono. A questo punto la fuga di giornata poteva partire ed erano in quattro ad avvantaggiarsi sul gruppo: Joey Rosskopf (Team CCC), Jarrad Drizners (Unisa Australia), Michael Storer (Sunweb) e Dylan Sunderland (NTT Pro Cycling). Alla fine del primo giro il quartetto in testa aveva un vantaggio che sfiorava i 4 minuti. Drizners si aggiudicava il primo GPM di Breakneck Hill, posto al km 46. A condurre l’inseguimento in testa al gruppo erano le squadre dei velocisti, in primo luogo Deceuninck-Quick Step e Cofidis, rispettivamente al servizio di Sam Bennett ed Elia Viviani. A 75 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era sceso a poco più di 2 minuti. Drizners si aggiudicava il successivo sprint intermedio di Angaston, posto al km 75. A 70 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era di 1 minuto e 35 secondi. Con il gruppo che incombeva sempre più, la fuga iniziava a scomporsi e Rosskopf restava da solo in testa quando mancavano circa 50 km al termine. L’americano si aggiudicava il secondo GPM di Breakneck Hill, posto al km 106, mentre anche la Lotto Soudal si faceva vedere in testa al gruppo. Rosskopf veniva infine ripreso a 35 km dal termine. Gli ultimi chilometri vedevano le squadre dei velocisti preparare al meglio le volate per i propri capitani, ma in testa al gruppo erano presenti anche squadre come INEOS e AG2R che erano più interessate a proteggere i propri uomini per la classifica generale. La volata vedeva la Deceuninck a lavorare alla perfezione per Sam Bennett, il quale con una bella progressione a sinistra riusciva ad emergere dalla massa e ad imporsi nettamente sul traguardo di Tanunda. In seconda posizione si piazzava Jasper Philipsen (UAE Team Emirates) mentre terzo era Erik Baška (Bora Hansgrohe). Chiudevano la top five di giornata Elia Viviani (Cofidis) e Andrè Greipel (Israel Start-Up Nation), rispettivamente al quarto ed al quinto posto. Da segnalare nella top ten anche il decimo posto di Alberto Dainese (Sunweb). Bennett conquista la prima vittoria stagionale per sè e per la Deceunincked in classifica generale l’irlandese veste anche la prima maglia ocra con 4 secondi di vantaggio su Philipsen e 6 secondi di vantaggio su Baška. Domani è in programma la seconda tappa da Woodside a Stirling per un totale di 135 km. Il finale appare piuttosto impegnativo dovendo i ciclisti affrontare un circuito di quattro giri abbastanza vallonato. In realtà i velocisti dovrebbero comunque essere in grado di resistere, come già accaduto in passato sul traguardo di Stirling, e dovremmo assistere nuovamente ad una volata a ranghi piuttosto compatti. Bennett dovrebbe così mantenere la maglia ocra senza troppe difficoltà.

Giuseppe Scarfone

ORDINE D’ARRIVO

1
Sam Bennett (Irl) Deceuninck-QuickStep 3:28:54
2
Jasper Philipsen (Bel) UAE Team Emirates
3
Erik Ba_ka (Svk) Bora-Hansgrohe
4
Elia Viviani (Ita) Cofidis Solutions Credits
5
André Greipel (Ger) Israel Start-Up Nation
6
Kristoffer Halvorsen (Nor) EF Pro Cycling
7
Caleb Ewan (Aus) Lotto Soudal
8
Marc Sarreau (Fra) Groupama-FDJ
9
Sam Welsford (Aus) UniSA-Australia
10
Alberto Dainese (Ita) Team Sunweb
11
Gabriel Cullaigh (GBr) Movistar Team
12
Chris Lawless (GBr) Team Ineos
13
Daryl Impey (RSA) Mitchelton-Scott
14
Michael Mørkøv (Den) Deceuninck-QuickStep
15
Chris Harper (Aus) Team Jumbo-Visma
16
Andrea Vendrame (Ita) AG2R La Mondiale
17
Diego Ulissi (Ita) UAE Team Emirates
18
Ryan Gibbons (RSA) NTT Pro Cycling
19
Sven Erik Bystrøm (Nor) UAE Team Emirates
20
Rafael Valls (Spa) Bahrain McLaren
21
George Bennett (NZl) Team Jumbo-Visma
22
Szymon Sajnok (Pol) CCC Team
23
Luis León Sánchez (Spa) Astana Pro Team
24
Fabio Sabatini (Ita) Cofidis Solutions Credits
25
Jay McCarthy (Aus) Bora-Hansgrohe
26
Luis Mas (Spa) Movistar Team
27
Jai Hindley (Aus) Team Sunweb
28
Taco van der Hoorn (Ned) Team Jumbo-Visma
29
Jarrad Drizners (Aus) UniSA-Australia
30
Lucas Hamilton (Aus) Mitchelton-Scott
31
Eduard Prades (Spa) Movistar Team
32
Luka Pibernik (Slo) Bahrain McLaren
33
Fabio Felline (Ita) Astana Pro Team
34
Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates
35
Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale
36
Simon Yates (GBr) Mitchelton-Scott
37
Clément Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale
38
Nathan Haas (Aus) Cofidis Solutions Credits
39
Joey Rosskopf (USA) CCC Team
40
James Piccoli (Can) Israel Start-Up Nation
41
Manuele Boaro (Ita) Astana Pro Team
42
Pavel Sivakov (Rus) Team Ineos
43
Laurens De Vreese (Bel) Astana Pro Team
44
Mattia Cattaneo (Ita) Deceuninck-QuickStep
45
Neilson Powless (USA) EF Pro Cycling
46
Simon Geschke (Ger) CCC Team
47
Richie Porte (Aus) Trek-Segafredo
48
Juri Hollmann (Ger) Movistar Team
49
Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale
50
Juraj Sagan (Svk) Bora-Hansgrohe
51
Larry Warbasse (USA) AG2R La Mondiale
52
Guillaume Van Keirsbulck (Bel) CCC Team
53
Jack Bauer (NZl) Mitchelton-Scott
54
Jurgen Roelandts (Bel) Movistar Team
55
Lennard Hofstede (Ned) Team Jumbo-Visma
56
Rob Power (Aus) Team Sunweb
57
Cameron Meyer (Aus) Mitchelton-Scott
58
Bruno Armirail (Fra) Groupama-FDJ
59
Dries Devenyns (Bel) Deceuninck-QuickStep
60
Yukiya Arashiro (Jpn) Bahrain McLaren
61
Dylan Sunderland (Aus) NTT Pro Cycling
62
Stefan De Bod (RSA) NTT Pro Cycling
63
Ben Hermans (Bel) Israel Start-Up Nation
64
Samuele Battistella (Ita) NTT Pro Cycling
65
Dylan van Baarle (Ned) Team Ineos
66
Nicholas White (Aus) UniSA-Australia
67
Tyler Lindorff (Aus) UniSA-Australia
68
Hermann Pernsteiner (Aut) Bahrain McLaren
69
_ukasz Wi_niowski (Pol) CCC Team
70
Kenny Elissonde (Fra) Trek-Segafredo
71
Omar Fraile (Spa) Astana Pro Team
72
Kilian Frankiny (Swi) Groupama-FDJ
73
Miles Scotson (Aus) Groupama-FDJ
74
Danilo Wyss (Swi) NTT Pro Cycling
75
Michael Hepburn (Aus) Mitchelton-Scott
76
Rohan Dennis (Aus) Team Ineos
77
Antwan Tolhoek (Ned) Team Jumbo-Visma
78
Fabian Lienhard (Swi) Groupama-FDJ
79
Matthew Holmes (GBr) Lotto Soudal
80
Jorge Arcas (Spa) Movistar Team
81
Jens Keukeleire (Bel) EF Pro Cycling
82
Omer Goldstein (Isr) Israel Start-Up Nation
83
Timo Roosen (Ned) Team Jumbo-Visma
84
Samuel Jenner (Aus) UniSA-Australia
85
Michel Ries (Lux) Trek-Segafredo
86
Michael Storer (Aus) Team Sunweb
87
Simone Consonni (Ita) Cofidis Solutions Credits
88
Axel Domont (Fra) AG2R La Mondiale
89
Santiago Buitrago Sanchez (Col) Bahrain McLaren
90
Bert-Jan Lindeman (Ned) Team Jumbo-Visma
91
Mikkel Bjerg (Den) UAE Team Emirates
92
Domen Novak (Slo) Bahrain McLaren
93
Daniil Fominykh (Kaz) Astana Pro Team
94
Josef Cerny (Cze) CCC Team
95
Rick Zabel (Ger) Israel Start-Up Nation
96
Vegard Stake Laengen (Nor) UAE Team Emirates
97
Dmitriy Gruzdev (Kaz) Astana Pro Team
98
Juan Pedro Lopez (Spa) Trek-Segafredo
99
Marco Haller (Aut) Bahrain McLaren
100
João Almeida (Por) Deceuninck-QuickStep
101
Adam Hansen (Aus) Lotto Soudal
102
Owain Doull (GBr) Team Ineos
103
Marco Mathis (Ger) Cofidis Solutions Credits
104
Lachlan Morton (Aus) EF Pro Cycling
105
Max Kanter (Ger) Team Sunweb
106
Florian Stork (Ger) Team Sunweb
107
Cameron Scott (Aus) UniSA-Australia
108
Shane Archbold (NZl) Deceuninck-QuickStep
109
Kelland O’Brien (Aus) UniSA-Australia
110
Jonas Rutsch (Ger) EF Pro Cycling
111
Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe
112
Martin Laas (Est) Bora-Hansgrohe
113
Kiel Reijnen (USA) Trek-Segafredo 0:00:20
114
Sergio Samitier Samitier (Spa) Movistar Team 0:00:22
115
Jacopo Guarnieri (Ita) Groupama-FDJ
116
Roger Kluge (Ger) Lotto Soudal 0:00:26
117
Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Soudal 0:00:33
118
Giacomo Nizzolo (Ita) NTT Pro Cycling
119
Rasmus Fossum Tiller (Nor) NTT Pro Cycling
120
Alex Dowsett (GBr) Israel Start-Up Nation 0:00:36
121
Koen de Kort (Ned) Trek-Segafredo 0:00:45
122
Iljo Keisse (Bel) Deceuninck-QuickStep 0:00:57
123
Geoffrey Bouchard (Fra) AG2R La Mondiale 0:00:59
124
Francisco Ventoso (Spa) CCC Team 0:01:10
125
Thomas De Gendt (Bel) Lotto Soudal 0:01:12
126
Tom Scully (NZl) EF Pro Cycling 0:01:14
127
Mitchell Docker (Aus) EF Pro Cycling 0:01:18
128
Mads Pedersen (Den) Trek-Segafredo 0:01:20
129
Jonathan Dibben (GBr) Lotto Soudal 0:01:22
130
Ian Stannard (GBr) Team Ineos
131
Kenneth Van Bilsen (Bel) Cofidis Solutions Credits 0:01:30
132
Mathias Le Turnier (Fra) Cofidis Solutions Credits
133
Ide Schelling (Ned) Bora-Hansgrohe 0:01:33
134
Michael Schwarzmann (Ger) Bora-Hansgrohe
135
Asbjørn Kragh Andersen (Den) Team Sunweb 0:02:11
136
Mickaël Delage (Fra) Groupama-FDJ 0:02:15
137
Luke Rowe (GBr) Team Ineos 0:02:23
138
Luke Durbridge (Aus) Mitchelton-Scott 0:03:25
139
Guillaume Boivin (Can) Israel Start-Up Nation

CLASSIFICA GENERALE

1
Sam Bennett (Irl) Deceuninck-QuickStep 3:28:44
2
Jasper Philipsen (Bel) UAE Team Emirates 0:00:04
3
Erik Ba_ka (Svk) Bora-Hansgrohe 0:00:06
4
Daryl Impey (RSA) Mitchelton-Scott 0:00:07
5
Jarrad Drizners (Aus) UniSA-Australia
6
Chris Lawless (GBr) Team Ineos 0:00:08
7
Dylan Sunderland (Aus) NTT Pro Cycling
8
Nathan Haas (Aus) Cofidis Solutions Credits 0:00:09
9
Michael Storer (Aus) Team Sunweb
10
Elia Viviani (Ita) Cofidis Solutions Credits 0:00:10
11
André Greipel (Ger) Israel Start-Up Nation
12
Kristoffer Halvorsen (Nor) EF Pro Cycling
13
Caleb Ewan (Aus) Lotto Soudal
14
Marc Sarreau (Fra) Groupama-FDJ
15
Sam Welsford (Aus) UniSA-Australia
16
Alberto Dainese (Ita) Team Sunweb
17
Gabriel Cullaigh (GBr) Movistar Team
18
Michael Mørkøv (Den) Deceuninck-QuickStep
19
Chris Harper (Aus) Team Jumbo-Visma
20
Andrea Vendrame (Ita) AG2R La Mondiale
21
Diego Ulissi (Ita) UAE Team Emirates
22
Ryan Gibbons (RSA) NTT Pro Cycling
23
Sven Erik Bystrøm (Nor) UAE Team Emirates
24
Rafael Valls (Spa) Bahrain McLaren
25
George Bennett (NZl) Team Jumbo-Visma
26
Szymon Sajnok (Pol) CCC Team
27
Luis León Sánchez (Spa) Astana Pro Team
28
Fabio Sabatini (Ita) Cofidis Solutions Credits
29
Jay McCarthy (Aus) Bora-Hansgrohe
30
Luis Mas (Spa) Movistar Team
31
Jai Hindley (Aus) Team Sunweb
32
Taco van der Hoorn (Ned) Team Jumbo-Visma
33
Lucas Hamilton (Aus) Mitchelton-Scott
34
Eduard Prades (Spa) Movistar Team
35
Luka Pibernik (Slo) Bahrain McLaren
36
Fabio Felline (Ita) Astana Pro Team
37
Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates
38
Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale
39
Simon Yates (GBr) Mitchelton-Scott
40
Clément Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale
41
Joey Rosskopf (USA) CCC Team
42
James Piccoli (Can) Israel Start-Up Nation
43
Manuele Boaro (Ita) Astana Pro Team
44
Pavel Sivakov (Rus) Team Ineos
45
Laurens De Vreese (Bel) Astana Pro Team
46
Mattia Cattaneo (Ita) Deceuninck-QuickStep
47
Neilson Powless (USA) EF Pro Cycling
48
Simon Geschke (Ger) CCC Team
49
Richie Porte (Aus) Trek-Segafredo
50
Juri Hollmann (Ger) Movistar Team
51
Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale
52
Juraj Sagan (Svk) Bora-Hansgrohe
53
Larry Warbasse (USA) AG2R La Mondiale
54
Guillaume Van Keirsbulck (Bel) CCC Team
55
Jack Bauer (NZl) Mitchelton-Scott
56
Jurgen Roelandts (Bel) Movistar Team
57
Lennard Hofstede (Ned) Team Jumbo-Visma
58
Rob Power (Aus) Team Sunweb
59
Cameron Meyer (Aus) Mitchelton-Scott
60
Bruno Armirail (Fra) Groupama-FDJ
61
Dries Devenyns (Bel) Deceuninck-QuickStep
62
Yukiya Arashiro (Jpn) Bahrain McLaren
63
Stefan De Bod (RSA) NTT Pro Cycling
64
Ben Hermans (Bel) Israel Start-Up Nation
65
Samuele Battistella (Ita) NTT Pro Cycling
66
Dylan van Baarle (Ned) Team Ineos
67
Nicholas White (Aus) UniSA-Australia
68
Tyler Lindorff (Aus) UniSA-Australia
69
Hermann Pernsteiner (Aut) Bahrain McLaren
70
_ukasz Wi_niowski (Pol) CCC Team
71
Kenny Elissonde (Fra) Trek-Segafredo
72
Omar Fraile (Spa) Astana Pro Team
73
Kilian Frankiny (Swi) Groupama-FDJ
74
Miles Scotson (Aus) Groupama-FDJ
75
Danilo Wyss (Swi) NTT Pro Cycling
76
Michael Hepburn (Aus) Mitchelton-Scott
77
Rohan Dennis (Aus) Team Ineos
78
Antwan Tolhoek (Ned) Team Jumbo-Visma
79
Fabian Lienhard (Swi) Groupama-FDJ
80
Matthew Holmes (GBr) Lotto Soudal
81
Jorge Arcas (Spa) Movistar Team
82
Jens Keukeleire (Bel) EF Pro Cycling
83
Omer Goldstein (Isr) Israel Start-Up Nation
84
Timo Roosen (Ned) Team Jumbo-Visma
85
Samuel Jenner (Aus) UniSA-Australia
86
Michel Ries (Lux) Trek-Segafredo
87
Simone Consonni (Ita) Cofidis Solutions Credits
88
Axel Domont (Fra) AG2R La Mondiale
89
Santiago Buitrago Sanchez (Col) Bahrain McLaren
90
Bert-Jan Lindeman (Ned) Team Jumbo-Visma
91
Mikkel Bjerg (Den) UAE Team Emirates
92
Domen Novak (Slo) Bahrain McLaren
93
Daniil Fominykh (Kaz) Astana Pro Team
94
Josef Cerny (Cze) CCC Team
95
Rick Zabel (Ger) Israel Start-Up Nation
96
Vegard Stake Laengen (Nor) UAE Team Emirates
97
Dmitriy Gruzdev (Kaz) Astana Pro Team
98
Juan Pedro Lopez (Spa) Trek-Segafredo
99
Marco Haller (Aut) Bahrain McLaren
100
João Almeida (Por) Deceuninck-QuickStep
101
Adam Hansen (Aus) Lotto Soudal
102
Owain Doull (GBr) Team Ineos
103
Marco Mathis (Ger) Cofidis Solutions Credits
104
Lachlan Morton (Aus) EF Pro Cycling
105
Max Kanter (Ger) Team Sunweb
106
Florian Stork (Ger) Team Sunweb
107
Cameron Scott (Aus) UniSA-Australia
108
Shane Archbold (NZl) Deceuninck-QuickStep
109
Kelland O’Brien (Aus) UniSA-Australia
110
Jonas Rutsch (Ger) EF Pro Cycling
111
Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe
112
Martin Laas (Est) Bora-Hansgrohe
113
Kiel Reijnen (USA) Trek-Segafredo 0:00:30
114
Sergio Samitier Samitier (Spa) Movistar Team 0:00:32
115
Jacopo Guarnieri (Ita) Groupama-FDJ
116
Roger Kluge (Ger) Lotto Soudal 0:00:36
117
Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Soudal 0:00:43
118
Giacomo Nizzolo (Ita) NTT Pro Cycling
119
Rasmus Fossum Tiller (Nor) NTT Pro Cycling
120
Alex Dowsett (GBr) Israel Start-Up Nation 0:00:46
121
Koen de Kort (Ned) Trek-Segafredo 0:00:55
122
Iljo Keisse (Bel) Deceuninck-QuickStep 0:01:07
123
Geoffrey Bouchard (Fra) AG2R La Mondiale 0:01:09
124
Francisco Ventoso (Spa) CCC Team 0:01:20
125
Thomas De Gendt (Bel) Lotto Soudal 0:01:22
126
Tom Scully (NZl) EF Pro Cycling 0:01:24
127
Mitchell Docker (Aus) EF Pro Cycling 0:01:28
128
Mads Pedersen (Den) Trek-Segafredo 0:01:30
129
Jonathan Dibben (GBr) Lotto Soudal 0:01:32
130
Ian Stannard (GBr) Team Ineos
131
Kenneth Van Bilsen (Bel) Cofidis Solutions Credits 0:01:40
132
Mathias Le Turnier (Fra) Cofidis Solutions Credits
133
Ide Schelling (Ned) Bora-Hansgrohe 0:01:43
134
Michael Schwarzmann (Ger) Bora-Hansgrohe
135
Asbjørn Kragh Andersen (Den) Team Sunweb 0:02:21
136
Mickaël Delage (Fra) Groupama-FDJ 0:02:25
137
Luke Rowe (GBr) Team Ineos 0:02:33
138
Luke Durbridge (Aus) Mitchelton-Scott 0:03:35
139
Guillaume Boivin (Can) Israel Start-Up Nation

Sam Bennett vince la prima tappa del Santos Tour Down Under (Getty Images Sport)

Sam Bennett vince la prima tappa del Santos Tour Down Under (foto Bettini)

21-01-2020

gennaio 21, 2020 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

SANTOS TOUR DOWN UNDER (Australia)

L’irlandese Sam Bennett (Deceuninck – Quick Steps) si è imposto nella prima tappa, circuito di Tanunda, percorrendo 150 Km in 3h28′54″ alla media di 43.08 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Jasper Philipsen (UAE-Team Emirates) e lo slovacco Erik Baška (Bora – Hansgrohe). Miglior italiano Elia Viviani (Cofidis, Solutions Crédits), 4°. Bennett è il primo leader della classifica con 4″ su Philipsen e 6″ su Baška. Miglior italiano Viviani, 10° a 10″

LA TROPICALE AMISSA BONGO (Gabon)

L’eritreo Natnael Tesfatsion (nazionale eritrea) si è imposto nella seconda tappa, Bitam – Oyem, percorrendo 115 Km in 2h30′42″ alla media di 45.79 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’algerino Youcef Reguigui (nazionale algerina) e il connazionale Henok Mulubrhan (nazionale eritrea). Miglior italiano Attilio Viviani (Cofidis, Solutions Crédits), 51° a 15′32″. Con il ritiro di Leonardo Bonifazio (Team Total Direct Énergie), oltre a Viviani l’unico altro italiano rimasto in gara è Riccardo Minali (NIPPO DELKO One Provence), oggi 60° a 15′32″. Tesfatsion è il nuovo leader della classifica con lo stesso tempo del connazionale Dawit Yemane (nazionale eritrea) e 5″ su Reguigui. Viviani 45° a 15′33″, Minali 52° a 15′43″

20-01-2020

gennaio 20, 2020 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

LA TROPICALE AMISSA BONGO (Gabon)

L’italiano Attilio Viviani (Cofidis, Solutions Crédits) si è imposto nella prima tappa, Bitam – Ebolow, percorrendo 149 Km in 3h33′57″ alla media di 41.79 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Lorrenzo Manzin (Team Total Direct Énergie) e l’eritreo Biniyam Ghirmay (NIPPO DELKO One Provence). Viviani è il primo leader della classifica con 3″ sull’eritreo Dawit Yemane (nazionale eritrea) e 4″ su Manzin

A TU PER TU CON I MURI

gennaio 20, 2020 by Redazione  
Filed under News

È il giorno dei muri, salite brevi ma ripide sulle quali si possono gettare alle ortiche minuti preziosi. Le verticali che si dovranno affrontare negli ultimi 50 Km di gara sono tutte inedite e questo potrebbe costituire un handicap se non si sarà andati in ricognizione in precedenza sulle strade della tappa teramana. E c’è chi potrebbe patire anche la ripartenza dopo il giorno di riposo.

Parlare con il muro, è risaputo, è esercizio inutile…. Ma il muro risponde, eccome se risponde, se lo s’interroga a pedali. E sarà un interrogatorio dai verdetti interessanti quello al quale saranno sottoposti i “girini” al momento di rimettersi in sella dopo il giorno di riposo (e anche quest’ultimo costituirà un handicap da tenere in conto, non sopportando diversi corridori questo improvviso stop). Dai sesti gradi delle grandi pendenze ai terzi gradi di giudizio il passo sarà breve e anche al termine di questa frazione di bassa collina potrebbe esserci qualche corridore che sarà condannato alla rinuncia alle ambizioni più rosee.
Non si supereranno oggi i 318 metri di quota, ma strada facendo dovranno essere superati sei muri, il primo dei quali sarà, però, isolato rispetto a tutti gli altri: dopo il Tricalle chietino, infatti, bisognerà percorrere una settantina di chilometri agevoli prima di arrivare ad affrontare i rimanenti muri, ammassati in un finale di gara che non concederà un attimo di respiro. E poi ci sarà il fattore novità da tenere in conto perché, con l’esclusione del Tricalle, tutti gli altri muri saranno inediti, mai affrontati prima nemmeno alla Tirreno-Adriatico, che spesso transita da quelle parti e non lesina a proporli nel tracciato; va anche detto che solitamente i corridori prediligono andare in preventiva ricognizione sui percorsi delle tappe di montagna e così le ascese di questa giornata per molti rappresenteranno delle autentiche sorprese, anche se qualcuno potrebbe approfittare della conclusione della Tirreno-Adriatico nella vicina San Benedetto del Tronto (quest’anno prevista il 17 marzo) per fermarsi un giorno di più e andare ad effettuare una preziosa perlustrazione sul finale di Tortoreto.
L’intera tappa si dipanerà in territorio abruzzese partendo da San Salvo, località che già nel 2013 fu sede d’avvio di una frazione molto simile a questa, che terminò a Pescara e fece una vittima illustre, il favoritissimo per la vittoria finale Bradley Wiggins, che in una giornata resa ulteriormente insidiosa dalla pioggia arrivò al traguardo con quasi un minuto e mezzo di ritardo da Vincenzo Nibali, che prenderà la maglia rosa il giorno dopo al termine della cronometro di Saltara e poi manterrà le insegne del primato fino alla fine del Giro.
Come in quella tappa subito dopo il via si dovrà affrontare la poco impegnativa salita verso Vasto (2 Km al 5%), uno dei principali centri della cosiddetta “Costa dei Trabocchi”, che prende il nome dalle caratteristiche macchine da pesca montate su palafitte che s’incontrano lungo quello che è anche l’unico tratto della costa abruzzese a presentarsi spigoloso, mentre altrove è costantemente rettilineo.
Procedendo verso nord si transiterà dalla marina di Fossacesia, frazione balneare del paese che diede i natali ad Alessandro Fantini, velocista che corse tra i professionisti dal 1954 fino alla drammatica morte in conseguenza di una caduta allo sprint sul traguardo di Treviri, al Giro di Germania del 1961. Sfiorata la collina sulla quale sta la romano-gotica abbazia di San Giovanni in Venere si proseguirà alla volta di Ortona, la cittadina che il primo ministro inglese Winston Churchill soprannominò la “Stalingrado d’Italia” per le ingenti distruzioni patite durante la battaglia qui combattuta tra alleati e tedeschi nel dicembre del 1943 e che provocò danni anche al patrimonio artistico cittadino.
Dopo Francavilla al Mare si abbandoneranno temporaneamente le coste dell’Adriatico per l’escursione nell’entroterra che porterà il gruppo, dopo aver superato come antipasto la pedalabile ascesa di Torrevecchia Teatina, a misurarsi con il muro del Tricalle. Il nome è quello del quartiere di Chieti attraverso il quale si snoda quest’autentica parete, 800 metri al 12% dei quali gli ultimi 500 metri totalmente in rettilineo che puntano dritti come un fuso verso l’antica Teate, centro che è nella storia del Giro d’Italia per aver ospitato il 16 maggio 1909 l’arrivo della seconda tappa della prima edizione del Giro d’Italia, vinta dal corridore piemontese Giovanni Cuniolo. Si trattò anche del primo arrivo in assoluto della storia della Corsa Rosa, affrontanto dal più agevole versante della Colonnetta, che i “girini” del 2020 percorreranno in discesa verso la valle del fiume Aterno, imboccandola poi in direzione di Pescara. Non si giungerà, però, nella città natale di Gabriele d’Annunzio, che il gruppo eviterà scavalcando la morbida collina di Spoltore (4 Km al 3.8%), il centro del quale è originario Danilo Di Luca, il corridore abruzzese che è stato il vincitore più meridionale del Giro (2007) prima della doppietta di Nibali (2013-2016). Scesi a Montesilvano Marina si tornerà quindi a pedalare sulla statale litoranea e per una quarantina di chilometri le salite diventeranno un ricordo. All’inizio di questo veloce tratto la corsa transiterà per Pineto, dove il gruppo sfilerà accanto alla Torre di Cerrano, situata nel luogo dove nel primo secolo dopo Cristo fu realizzato il porto di Atri (i cui resti sono visibili solo immergendosi nelle acque dell’Adriatico) e che nel 1970 fu la principale location del film thriller di Sergio Bergonzelli “Nelle pieghe della carne”. Si toccheranno quindi Roseto degli Abruzzi e successivamente Giulianova, sede dell’unico porto della provincia di Teramo e cittadina dalla doppia anima, suddivisa tra la popolosa frazione balnerare del Lido e il centro storico situato su di una bassa collina che guarda verso la spiaggia e sulla quale bisogna salire per ammirarne il principale monumento, il rinascimentale Duomo di San Flaviano.
La natura di Giulianova è la stessa della vicina Tortoreto e per prima i “girini” vedranno quella del borgo appollaiato su una collina alta 221 metri, il cui nome fa riferimento al periodo nel quale in questa zona era particolarmente diffusa la presenza di tortore. È, infatti, arrivato il momento di affrontare il secondo muro di giornata, 2 Km al 9% caratterizzati da due balze feroci alternate a due tronconi più pedalabili: si comincerà con mezzo chilometro al 13.2% di media, seguita da 500 metri al 3.7% e da altrettanti nuovamente “cattivi” (13%) prima di incontrare nuovamente inclinazioni più umane in prossimità dello scollinamento. Poi ci sarà ancora spazio per respirare nei successivi 12 Km, nei quali i corridori ritroveranno la statale Adriatica, che si percorrerà fino al confine con le Marche, dove si svolterà bruscamente verso l’entroterra per intraprendere gli ultimi 40 Km di gara, nei quali tratti per tirare il fiato non se ne incontreranno più. Un altro muro si prospetta all’orizzonte ed è quello che in 2.3 Km al 9% conduce al borgo di Colonnella, il cui simbolo è la scalinata che sale verso Piazza del Popolo, sede della chiesa dei Santi Cipriano e Giustina, realizzata tra il 1795 e il 1816 dagli architetti elvetici Pietro e Gaetano Maggi. Appena 6 Km più avanti si dovrà affrontare il successivo muro, che tra quelli odierni sarà il più breve (1 Km al 9%), ma anche quello dotato della pendenza massima più elevata (24%), reso ancor più selettivo dalla ristrettezza della carreggiata che si dovrà percorrere per raggiungere Controguerra, centro che negli ultimi anni si è meritato gli appellativi di “Città dell’olio” e, soprattutto, di “Città del vino” (il Controguerra Bianco e il Controguerra Rosso sono entrambi DOC).
Si planerà quindi nella Val Vibrata, percorsa dall’omonimo torrente che ha le sue sorgenti sui Monti della Laga, il gruppo montuoso che gli appassionati di ciclismo hanno imparato a conoscere grazie alle numerose frazioni della Tirreno-Adriatico che si disputarono tra quelle montagne diversi anni fa, serie di tappe che culminarono con l’arrivo in salita del Giro d’Italia a San Giacomo nel 2002, quando sul quel traguardo si impose lo scalatore messicano Julio Alberto Pérez Cuapio.
Sfiorata la millenaria abbazia di Santa Maria di Mejulano, utilizzata come campo di concentramento durante il secondo conflitto mondiale e oggi sede di una scuola superiore, si attraverserà Corropoli prima di andare incontro all’unica “intrusa” di questo finale di gara perché la facile salita di Valle Luna (2.4 Km al 4%) quasi “stecca” al confronto con le altre ascese. La prossima meta del gruppo sarà ancora Tortoreto, alla quale si salirà dal muro delle Badette, 500 metri al 10.2% e un picco al 20% che costituiscono il tratto iniziale di un’ascesa lunga 1800 metri e la cui pendenza media si attesta al 7.9%. Giunti a poche centinaia di metri dal precedente scollinamento si svolterà nella direzione opposta per scendere di qualche chilometro e ritrovare quindi il versante affrontato quasi cinquanta chilometri prima, imboccandolo leggermente più in quota e quindi percorrendome una versione “ridotta” (1.9 Km al 7.4%), saltando così il tratto più aspro situato a inizio ascesa. Sono gli ultimi “mattoni” di una tappa che avrà l’epilogo 11 Km più avanti, mattoni che potrebbero restare sullo stomaco a qualche pesce grosso della classifica apparso già in affanno nelle tappe della prima settimana e mandarlo ancora più a fondo.

Mauro Facoltosi

RINGRAZIAMENTI

Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

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San Salvo, chiesa di San Giuseppe

Vasto, Piazza Rossetti

Ortona, trabocco Mucchiola

Chieti, muro del Tricalle

Pineto, la Torre di Cerrano vista nel film “Nelle pieghe della carne” (www.davinotti.com)

Pineto, la Torre di Cerrano vista nel film “Nelle pieghe della carne” (www.davinotti.com)

Giulianova, Duomo di San Floriano

Tratto iniziale del muro di Tortoreto

La scalinata che sale verso il centro storico di Colonnella

L’imbocco del muro di Controguerra

Corropoli, abbazia di Santa Maria di Mejulano (www.cityrumors.it)

Corropoli, abbazia di Santa Maria di Mejulano (www.cityrumors.it)

Il muro delle Badette, all’inizio della seconda ascesa verso Tortoreto

Il borgo di Tortoreto Alto e, in trasparenza, l’altimetria della decima tappa del Giro 2020 (tripadvisor.com)

Il borgo di Tortoreto Alto e, in trasparenza, l’altimetria della decima tappa del Giro 2020 (tripadvisor.com)

TRA LE GRINFIE DEL GARGANO

gennaio 19, 2020 by Redazione  
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Caratteristica del Giro 2020 sarà la massiccia presenza di tappe trabocchetto, frazioni bastarde nelle quali si può perdere la corsa rosa in un amen malgrado non presentino altimetrie da “urlo”. Ne sono state previste quattro e la prima fra queste vedrà i “girini” pedalare tra gli incantevoli scenari naturali del Gargano, panorami che non si avrà certo il tempo per ammirare. Gli ultimi 70 Km particolarmente tortuosi, infatti, costringeranno massima attenzione da parte dei corridori e il muretto finale tra le campagne di Vieste potrebbe far male a più d’uno.

Saranno tra le cifre identificative della 103a edizione del Giro d’Italia. Stiamo parlando delle tappe trabocchetto, frazioni insidiose nelle quali si corre il rischio di giocarsi le possibilità di vittoria finale al Giro nonostante non siano classificabili d’alta montagna. Solitamente se ne incontrano una o due al massimo ma quest’anno gli organizzatori hanno scialato in tal senso e ne hanno disegnate ben quattro di queste delicate tappe, dove occorrerà elevate dosi d’attenzione per evitare di lasciar per strada l’occasione di imporsi in classifica: la prima sarà questa del Gargano, poi s’incontreranno la tappa dei muri del teramano, quella tracciata sulle rotte della Nove Colli e, infine, la più dura tra queste quattro, quella di San Daniele del Friuli. La tappa in questione presenterà due volti ben distinti, con i primi 100 Km definiti dalla “scioglievolezza” della pianura e della strada litoranea mentre i restanti 70 saranno strutturati nel susseguirsi delle tortuosità della penisola garganica, introdotte dalla lunga ma non difficile salita verso Monte Sant’Angelo. L’ipotesi più probabile è che oggi vada in porto la fuga da lontano, come accadde nel 2017 nella non distante Peschici, al termine di una tappa che percorreva le stesse strade e che vide imporsi lo spagnolo Gorka Izagirre mentre protagonista sfortunato di quella frazione fu Valerio Conti che, mentre si trovava in testa al gruppetto in fuga, cadde nell’affrontare un tornante all’ultimo chilometro e vide lì sfurmarsi tutte le possibilità di vittoria, sfortuna che sarà ripagata lo scorso anno con la conquista della maglia rosa nella tappa che terminava a San Giovanni Rotondo, sempre da queste parti. Tra i big non dovrebbero esserci grosse sorprese – ma, ripetiamo, questa è tappa trabocchetto – e, nel caso la fuga si spenga prima del finale, potrebbe esserci uno sprint ristretto in quel di Vieste con la possibilità di vedere qualche grosso nome sgomitare per arraffare qualche secondo d’abbuono: in caso di volata un corridore che potrebbe far bene è Sagan, anche perché nel palmares ha diverse classiche del nord e il circuito finale presenta una salita breve ma ripida che ricorda certi strappi che s’incontrano nei meandri delle colline fiamminghe.
La bandierina dal via sarà abbassata in quel di Giovinazzo e poi si punterà filanti verso Molfetta, tra i cui monumenti principali spiccano i due duomi, quello romanico di San Corrado e quello barocco dell’Assunta. Ancor più spettacolare è la cattedrale della vicina Trani, tra le più ammirate della regione, innalzata utilizzando un particolare tipo di tufo calcareo originario della zona e per questo motivo noto con il semplice nome di “pietra di Trani”. La Corsa Rosa farà poi visita a Barletta, che non è soltanto la città della celebre disfida, ma che fu teatro anche della storica battaglia di Canne, combattuta durante la Seconda Guerra Punica tra l’esercito della Repubblica Romana e quello cartaginese comandato da Annibale, che ottenne una “schiacciante” vittoria: se gli studiosi non sono mai riusciti a derimere definitivamente la questione sul luogo dove si svolse fisicamente il combattimento, gli appassionati di storia e archeologia possono “consolarsi” visitando i resti dell’antica Canne, centro sorto tra il VI e il IV secolo a.C. e situato nell’immediato entroterra, ad una decina di chilometri da Barletta.
Si giungerà quindi a Margherita di Savoia, centro conosciuto per la presenza delle saline più estese d’Europa, area umida preservata da una riserva naturale istituita nel 1977 e ai cui margini si staglia il Capannone Nervi, magazzino del sale così chiamato perché progettato da Pier Luigi Nervi (l’ingegnere celebre per aver disegnato il Grattacielo Pirelli di Milano e l’Aula delle Udienze Pontificie in Vaticano) e che sarà destinato a ospitare una sezione del già esistente Museo del Sale.
Seguirà un lunghissimo tratto da pedalare lontano dai centri abitati e con l’unica, costante compagnia dell’Adriatico, che in questo tratto bagna le spiagge del Tavoliere, la più vasta pianura d’Italia dopo di quella padana, in epoca preistorica fondale marino. Sempre più vicina al gruppo si farà la penisola del Gargano, ai cui piedi si giungerà al passaggio da Manfredonia, comune che deriva il nome da quello dell’ultimo sovrano svevo del Regno di Sicilia, Manfredi, che nel XIII secolo fondò questo centro impreziosito da monumenti di notevole pregio come l’Abbazia di San Leonardo in Lama Volara e la basilica romanica di Santa Maria Maggiore di Siponto, realizzata sul luogo dove in precedenza si trovava una scomparsa chiesa paleocristiana, i cui resti sono oggi sormontati da una struttura metallica realizzata dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia e che ne riproduce le fattezze.
Usciti da Manfredonia ci sarà un ultimo scampolo di pianura prima d’intraprendere la lunga salita – poco meno di 10 Km al 6.2% – verso Monte Sant’Angelo, antica capitale religiosa del Gargano che vedeva i pellegrini diretti fin dal VI secolo al Santuario di San Michele Arcangelo, consacrato nel 493 d.C. nel luogo dove era apparso l’Arcangelo Michele e tappa di un itinerario di fede che lo collegava alla Sacra di San Michele in Piemonte e alla celebre abbazia francese di Mont-Saint-Michel. È stato anche set cinematografico questo centro appollaiato su uno sperone del Gargano, quando nel 1972 fu scelto da Lucio Fulci per girare gran parte di “Non si sevizia un paperino”, thriller considerato come il capolavoro del regista romano e che trattava lo scottante tema della violenza sui minori.
I “girini” dovranno ora riprendere la strada verso il mare, che ritroveranno al termine di una discesa di circa 12 Km movimentata da una dozzina di tornanti. Stavolta, però, non troverà ad attenderli una strada litoranea comoda come quella percorsa in precedenza, perché il tracciato di gara d’ora in avanti andrà ad assecondare l’andamento tortuoso della costa proponendo una serie di saliscendi, che inizieranno dopo il passaggio da Mattinata, località balneare che più volte si è vista assegnare il riconoscimento della “Bandiera Blu” e che è nota anche con l’appellativo di “città delle orchidee spontanee” per la presenza di ben 54 specie di questo fiore, alcune delle quale esclusive di questo luogo. Sfiorata l’incantevole Baia della Zagare, dalle cui acque emergono i faraglioni dell’“Arco di Diomede” e delle “Forbici”, il percorso tornerà a puntare verso il cielo con la salita della Coppa Santa Tecla, discretamente impegnativa nei primi 3 Km (media del 6.3%) e nettamente più pedalabile nel tratto finale di una salita che nel complesso è lunga 8 Km e presenta una pendenza media di poco inferiore al 4%. Da Santa Tecla si transitò anche nella citata tappa del 2017, ma poi si percorreva in discesa un versante diverso, più veloce rispetto a quello, più tortuoso e spettacolare, che quest’anno farà planare la corsa su Pugnochiuso, incantevole località presso la quale si trova l’omonima torre costiera, i cui lavori di costruzione iniziarono nel 1568 e che fu per lungo tempo utilizzata come faro. Riprenderanno immediatamente i “mangia e bevi” con lo strappo di 500 metri all’8% di Portopiatto e quello successivo di 700 metri al 5.6% con il quale si andrà a doppiare la Testa del Gargano, massima estremità orientale della penisola, dove si trova un’altra antica torre costiera, questa intitolata a San Felice. Un altro acuminato dentello – 300 metri al 7% – anticiperà l’ingresso del gruppo in Vieste, che sarà raggiunta costeggiando la spiaggia del Pizzomunno, svettante faraglione che emerge dall’acqua del mare ma che si può comodamente toccare con mano dal bagnasciuga. Non si andrà subito al traguardo perché prima si dovrà superare l’esame “Saragat”, affrontando la salita che percorrere l’omonima via, 1000 metri al 9% che mettertanno in fila indiana il gruppo non solo per le sue inclinazioni ma anche per la sede stradale stretta. Superato questo scoglio mancheranno poco più di 8 Km al traguardo, ma a quel punto non sarà ancora finita perché, iniziato il circuito finale, ci sarà un ulteriore esame sull’infida rampa viestana e il rischio d’esser bocciati sarà dietro l’angolo…

Mauro Facoltosi

RINGRAZIAMENTI

Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

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Il porto di Giovinazzo

Molfetta, Duomo di San Corrado

Trani, Cattedrale di San Nicola

Barletta, area archeologica di Canne della Battaglia

Margherita di Savoia, Magazzino Nervi

Manfredonia, basilica romanica di Santa Maria Maggiore di Siponto

In salita verso Monte Sant’Angelo

Monte Sant’Angelo, Santuario di San Michele Arcangelo

Scena di “Non si sevizia un paperino” girata a Monte Sant’Angelo (www.davinotti.com) src="https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images49/paperik18.jpg" width="424" height="180" />

Scena di “Non si sevizia un paperino” girata a Monte Sant’Angelo (www.davinotti.com)

Baia delle Zagare

La Torre San Felice presso la Testa del Gargano

Il Pizzomunno di Vieste e, in trasparenza, l’altimetria della nona tappa del Giro 2020 (viaggianza.com)

Il Pizzomunno di Vieste e, in trasparenza, l’altimetria della nona tappa del Giro 2020 (viaggianza.com)

19-01-2020

gennaio 19, 2020 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

VUELTA AL TÁCHIRA (Venezuela)

Il venezuelano Leonel Alexander Quintero Arteaga (Venezuela País Futuro Fina Arroz NR Osorio) si è imposto nell’ottava ed ultima tappa, circuito di San Cristóbal, percorrendo 115.2 Km in 2h58′39″ alla media di 38.69 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Jhonatan Restrepo Valencia (Androni Giocattoli – Sidermec) e di 4″ connazionale Germán Rincón (Triple TáchiraHotel Venecia Feriad). Due italiani in gara: Nicola Venchiarutti (Androni Giocattoli – Sidermec) 17° a 12″, Luca Pacioni (Androni Giocattoli – Sidermec) 25° a 37″. Il venezuelano Roniel Campos Lucena (Deportivo Táchira) si impone in classifica con 9″ sul connazionale Juan Carlos Ruiz Garzón (Deportivo Táchira) e 55″ sul costaricense Kevin Manuel Rivera Serrano (Androni Giocattoli – Sidermec). Pacioni 32° a 1h00′49″, Venchiarutti 42° a 1h12′23″

NEW ZELAND CYCLE CLASSIC

Il neozelandese Dylan Kennett (St George Continental Cycling Team) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito di Masterton, percorrendo 120 Km in 2h41′09″ alla media di 44.68 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Jensen Plowright (Team BridgeLane) e il connazionale Corbin Strong (nazionale neozelandese). Due italiani in gara: Pierpaolo Ficara (Team Sapura Cycling) 28°, Danilo Celano (Team Sapura Cycling) 76° a 9″. L’australiano Rylee Field (Team BridgeLane) si impone in classifica con 25″ sul neozelandese Aaron Gate (Black Spoke Pro Cycling Academy) e 41″ su Strong. Celano 11° a 1′06″, Ficara 24° a 2′30″

18-01-2020

gennaio 18, 2020 by Redazione  
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VUELTA AL TÁCHIRA (Venezuela)

Il costaricense Kevin Manuel Rivera Serrano (Androni Giocattoli – Sidermec) si è imposto anche nella settima tappa, Ureña – Cerro del Cristo Rey, percorrendo 117 Km in 3h17′06″ alla media di 35.62 Km/h. Ha preceduto di 38″ il venezuelano Roniel Campos Lucena (Deportivo Táchira) e di 43″ il venezuelano Juan Carlos Ruiz Garzón (Deportivo Táchira). Due italiani in gara: Nicola Venchiarutti (Androni Giocattoli – Sidermec) 42° a a 20′42″, Luca Pacioni (Androni Giocattoli – Sidermec) 52° a 21′08″. Campos Lucena è ancora leader della classifica con 9″ su Ruiz Garzón e 55″ su Rivera Serrano. Pacioni 37° a 1h00′16″, Venchiarutti 48° a 1h12′15″

NEW ZELAND CYCLE CLASSIC

L’australiano Rylee Field (Team BridgeLane) si è imposto nella quarta tappa, Masterton – Admiral Hill, percorrendo 178.9 Km in 4h31′03″ alla media di 39.60 Km/h. Ha preceduto di 53″ i neozelandesi Kees Duyvesteyn (Team BridgeLane) e Aaron Gate (Black Spoke Pro Cycling Academy). Due italiani in gara: Pierpaolo Ficara (Team Sapura Cycling) 9° a 55″, Danilo Celano (Team Sapura Cycling) 24° a 2′20″. Field è il nuovo leader della classifica con 26″ su Gate e 45″ sul neozelandese Corbin Strong (nazionale neozelandese). Celano 10° a 57″, Ficara 24° a 2′30″

17-01-2020

gennaio 18, 2020 by Redazione  
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VUELTA AL TÁCHIRA (Venezuela)

Il costaricense Kevin Manuel Rivera Serrano (Androni Giocattoli – Sidermec) si è imposto nella sesta tappa, cronometro individuale San Cristóbal – Palmira, percorrendo 16.1 Km in 26′19″ alla media di 36.71 Km/h. Ha preceduto di 13″ il venezuelano Carlos Johan Gálviz García (Deportivo Táchira) e di 16″ l’ecuadoregno Jefferson Alexander Cepeda Ortiz (Androni Giocattoli – Sidermec). Due italiani in gara: Luca Pacioni (Androni Giocattoli – Sidermec) 33° a 3′03″, Nicola Venchiarutti (Androni Giocattoli – Sidermec) 48° a a 3′58″. Il venezuelano Roniel Campos Lucena (Deportivo Táchira) è ancora leader della classifica con 2″ sul connazionale Juan Carlos Ruiz Garzón (Deportivo Táchira) e 54″ su Cepeda Ortiz. Pacioni 39° a 39′40″, Venchiarutti 48° a 52′05″

NEW ZELAND CYCLE CLASSIC

L’australiano Jensen Plowright (Team BridgeLane) si è imposto nella terza tappa, Masterton – Martinborough, percorrendo 126.3 Km in 2h39′51″ alla media di 47.41 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Blake Quick (St George Continental Cycling Team) e il neozelandese Aaron Gate ( Black Spoke Pro Cycling Academy). Due italiani in gara: Pierpaolo Ficara (Team Sapura Cycling) 16, Danilo Celano (Team Sapura Cycling) 77°. Plowright è ancora leader della classifica con 6″ su Gate e 11″ sul neozelandese Dylan Kennett (St George Continental Cycling Team). Celano 32° a 31″, Ficara 39° a 39″

STAGIONE 2020, SI RICOMINCIA

gennaio 17, 2020 by Redazione  
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Come avviene da diversi anni riparte dall’Australia la stagione di corse “grandi firme” del ciclismo. Il Santos Tour Down Under aprirà il circuito del “World Tour”, la serie A delle corse ciclistiche; l’attenzione degli appassionati si sposterà successivamente in Argentina per la Vuelta a San Juan Internacional mentre, a fine mese, la Challenge Ciclista a Mallorca sarà la prima gara europea del calendario.

Un’altra stagione di corse è ai nastri di partenza e recherà con sé alcune novità, a cominciare dalla creazione del circuito “Pro Series”, che si affiancherà all’UCI World Tour (la “serie A” delle corse ciclistiche), per poi arrivare all’autentico terremoto che sarà causato in calendario dalle Olimpiadi di Tokyo, che provocheranno diversi “traslochi” e lo slittamento indietro di una settimana di tutte le corse dal Giro in giù, con la Corsa Rosa che andrà a sovrapporsi, anche se per sole ventiquattrore, con il Delfinato. Ci saranno anche lieti eventi come la nascita del Giro dell’Arabia Saudita e temporanei arrivederci perché quest’anno il Giro se si “scontrerà” con il Delfinato non dovrà patire la concorrenza con il Tour of California.

Il mese di gennaio, invece, non proporrà novità e così, come avviene puntualmente dal 2008, anche l’edizione 2020 del World Tour si aprirà con il Santos Tour Down Under. La breve corsa a tappe disegnata sulle strade dell’Australia Meridionale quest’anno scatterà il 21 gennaio con una tappa di 150 Km tracciata attorno alla cittadina di Tanunda e costituita da un circuito di 30 Km da ripetere cinque volte che vedrà in scena i velocisti, favoriti da un percorso che proporrà quale unica difficoltà uno strappo di 600 metri al 4% da superarsi l’ultima volta a 13.5 Km dal traguardo. Anche il giorno successivo, al termine dei 136 Km della Woodside – Stirling, l’epilogo più probabile sarà un arrivo allo sprint, nonostante questa frazione abbia un tracciato più articolato rispetto a quello della tappa d’apertura e i chilometri conclusivi presentino una leggera pendenza all’insù che in passato non hai mai impedito l’arrivo in volata in questo centro (l’ultima volta, nel 2018, qui s’impose il corridore di casa Caleb Ewan). I corridori che punteranno al successo finale – che nelle ultime due edizioni ha arriso al sudafricano Daryl Impey – metteranno per la prima volta il naso fuori dalla finestra nel finale della Unley – Paracombe (131 Km), che terminerà in vetta a una breve ma ripida ascesa lunga un chilometro e 200 metri, caratterizzata da una pendenza media del 9.3% e in cima alla quale sono già terminate due frazioni della corsa australiani, nelle quali si erano rispettivamente imposti Rohan Dennis (2015) e Richie Porte (2017). Torneranno successivamente protagonisti i velocisti, ai quali strizza l’occhio il percorso della Norwood – Murray Bridge (153 Km dei quali gli ultimi cinquanta pianeggianti) mentre leggermente più complicata per loro sarà la Glenelg – Victor Harbor (149 Km), il cui finale prevede alcuni tratti lungo le ventose coste dell’oceano e la salita di Kerby Hill (paragonabile a Paracombe, sono 1600 metri al 9%) a 20 Km dal traguardo, a sua volta preceduto di circa 6 Km da uno zampelotto di 1400 metri al 4.1%. L’ultimo giorno sarà quello decisivo essendo in programma il traguardo sulla salita simbolo della corsa, Willunga Hill, ascesa di 3.6 Km al 7.1% che dovrà essere affrontata due volte negli ultimi 25 Km della frazione conclusiva di 151 Km, che scatterà da McLaren Vale e che dal 2014 è sempre “espugnata” dal medesimo corridore, il già citato Richie Porte.

Il 26 gennaio, stesso giorno della frazione conclusiva del Down Under, sarà tenuto a battesimo il circuito delle gare “Pro Series”, costituito dalle gare che fino allo scorso anno appartenevano allo scomparso circuito “H.C.” e da altre promosse da categorie inferiori, com’è il caso dell’argentina Vuelta a San Juan Internacional, che era di categoria 2.1 ma che aveva visto al via campioni di spessore, richiamati in Sudamerica dalla possibilità di correre con un clima caldo e di affrontare in corsa le prime salite impegnative della stagione. Lo scorso anno, per esempio, si schierarono al via corridori del calibro di Peter Sagan, Julian Alaphilippe e Nairo Quintana e i primi due dovrebbero far campo dei partenti anche nel 2020, quando la corsa sudamericana proporrà un tracciato leggermente più impegnativo rispetto al recente passato. Come in Australia il giorno d’apertura sarà riservato ai velocisti, anche se i 163 Km del circuito di San Juan presenteranno un tracciato di media montagna e dovrà essere superata per quattro volte – l’ultima a 37 Km dal traguardo – la salita dell’Alto Punta Negra (1.1 Km al 7.5%), che i corridori in gara scruteranno con attenzione perché due giorni più tardi sarà affrontata anche nel corso della cronometro, preceduta da una seconda frazione destinata ai velocisti disegnata sul piatto circuito di Pocito (169 Km). La prova contro il tempo si disputerà sulla distanza di 15 Km, partendo dal dipartimento di Ullum per arrivare sulle sponde del lago artificiale di Punta Negra, sulle quali si approderà dopo aver superato la salita che termina presso la diga del bacino, la medesima della tappa d’apertura e che si concluderà quando mancheranno circa 2500 metri al traguardo, nello stesso luogo dove lo scorso anno – ma in quell’occasione l’arrivo era in linea – si era imposto Alaphilippe. L’indomani si affronterà la prima salita di una certa consistenza chilometrica, ma la facilità delle pendenze che s’incontreranno nei 14.5 Km al 3.5% (suddivisi in tre GPM distinti) da pedalare verso il parco naturale di Ischigualasto non turberà più di tanto i sonni dei velocisti, che sempre si sono imposti nella San José de Jáchal – Villa San Agustín (186 Km), presenza fissa nella corsa argentina nelle ultime edizioni (vittoria di Maximiliano Richeze nel 2017 e di Fernando Gaviria nel 2018). Gli scalatori dovranno così attendere 48 ore per dare sfogo alle loro velleità di vittoria quando, dopo il giorno di riposo, si affronterà la frazione regina della corsa argentina, che scatterà da Caucete per concludersi dopo 175 Km ai 2565 metri dell’Alto Colorado. La quota suscita un po’ di timore mentre non si può dire la stessa cosa delle pendenze, ma affrontare una salita di quasi 20 Km al 4.4% a queste altitudini e all’inizio della stagione sicuramente innescherà una selezione degna di un salitone alpino, come testimoniato dagli ordini d’arrivo stilati lassù gli scorsi anni: dodici mesi fa sull’Alto Colorado s’impose il colombiano Winner Anacona, che riuscì a strappare per 41 secondi la maglia di leader ad Alaphilippe. Del tutto inutili ai fini della classifica saranno le rimanenti due frazioni, con la penultima – un circuito di 155 Km con partenza e arrivo fissate sulla pista dell’autodromo El Villicum – che offre qualche chanche ai finisseur mentre la conclusiva tappa di San Juan (144 Km), totalmente disegnata sulle piatte strade del capoluogo dell’omonima provincia argentina, costituirà la classica passerella di fine corsa.

Per vedere le prime pedalate del gruppo in Europa bisognerà attendere la fine del mese, quando sull’isola di Maiorca (Spagna) andrà in scena dal 30 gennaio la 29a edizione della Challenge Ciclista a Mallorca, che terminerà il 2 febbraio ma che non può essere considerata come una vera e propria corsa a tappe. Si compone, infatti, di quattro gare “indipendenti” l’una dall’altra non esistendo né una classifica generale finale, né l’obbligo della partecipazione a tutti e quattro i “trofei” dei quali si compone questa challenge. Il primo sarà il Trofeo Ses Salines – Felanitx (171 Km), che prende nome dai due comuni tra i quali è disegnato il tracciato, favorevole ai velocisti che non si faranno certo spaventare dal facilissimo Coll Es Monjos (1.6 Km al 4.1%) da scavalcare a 18 Km dalla conclusione. Il secondo giorno si disputerà la più impegnativa tra le quattro competizioni, il tradizionale Trofeo Serra de Tramuntana, la più ostica anche per gli organizzatori che talvolta in passato, a causa del maltempo, si sono visti costretti a tagliare parte del tracciato: il percorso di 140 Km – partenza da Sóller e arrivo a Deià – vedrà i partecipanti superare sei salite sulle quali spiccano il Puig Major, “Cima Coppi” dell’isola delle Baleari (881 metri, 4.8 Km al 5.4%), e il Coll den Bleda (4.4 Km al 5%), ultima difficoltà di gara collocata a soli 4 Km dal traguardo. Le due ascese saranno riproposte il giorno dopo nel corso del movimentato Trofeo Pollença – Port d’Andratx, quasi 170 Km che prevedono il traguardo finale al culmine di una salita di 2.3 Km all’8.9%. A chiudere il “cartellone” sarà un altro appuntamento immancabile della corsa iberica, il Trofeo Playa de Palma – Palma, 160 Km privi di grosse difficoltà per giungere sul lungomare di Palma di Maiorca dove andrà in scena il secondo volatone della challenge.

Mauro Facoltosi

I SITI DELLA CORSE

Santos Tour Down Under

https://tourdownunder.com.au/

Vuelta a San Juan Internacional

https://vueltaasanjuan.org/

Challenge Ciclista a Mallorca

http://vueltamallorca.com/challenge-mallorca/

Uno scorcio dellisola di Maiorca (visitmaiorca.com)

Uno scorcio dell'isola di Maiorca (visitmaiorca.com)

16-01-2020

gennaio 17, 2020 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

VUELTA AL TÁCHIRA (Venezuela)

Il colombiano Jhonatan Restrepo Valencia (Androni Giocattoli – Sidermec) si è imposto nella quinta tappa, San Juan de Colón – Borota, percorrendo 106.7 Km in 3h00′00″ alla media di 35.57 Km/h. Ha preceduto allo sprint il venezuelano Jhonatan Alexis Camargo Mendoza ( Lotería del Táchira) e il colombiano Daniel Felipe Muñoz Giraldo (Androni Giocattoli – Sidermec). Due italiani in gara: Luca Pacioni (Androni Giocattoli – Sidermec) 39° a 14′32″, Nicola Venchiarutti (Androni Giocattoli – Sidermec) 40° a a 14′32″. Il venezuelano Roniel Campos Lucena (Deportivo Táchira) è il nuovo leader della classifica con 12″ su Camargo Mendoza e 13″ sul connazionale Juan Carlos Ruiz Garzón (Deportivo Táchira). Pacioni 39° a 37′26″, Venchiarutti 47° a 48′56″

NEW ZELAND CYCLE CLASSIC

Il neozelandese Campbell Stewart (nazionale neozelandese) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Masterton, percorrendo 121 Km in 2h36′15″ alla media di 46.46 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Nick Kergozou (Coupland’s Bakeries Team) e l’australiano Jensen Plowright (Team BridgeLane). Due italiani in gara: Pierpaolo Ficara (Team Sapura Cycling) 41°, Danilo Celano (Team Sapura Cycling) 80°. Plowright è il nuovo leader della classifica con lo stesso tempo del neozelandese Aaron Gate (Black Spoke Pro Cycling Academy) e 1″ sul neozelandese Dylan Kennett (St George Continental Cycling Team). Celano 32° a 21″, Ficara 43° a 29″

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