26-05-2015

maggio 26, 2015 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

Lo spagnolo Mikel Landa Meana (Astana Pro Team) si è imposto anche nella sedicesima tappa, Pinzolo – Aprica, percorrendo 177 Km in 5h02′51″, alla media di 35,067 Km/h. Ha preceduto di 38″ l’olandese Kruijswijk e lo spagnolo Alberto Contador Velasco (Tinkoff – Saxo). Miglior italiano Fabio Aru (Astana Pro Team), 7° a 2′51″. Contador Velasco è ancora maglia rosa con 4′02″ su Landa e 4′52″ su Aru.

PINZOLO – APRICA: MORTIROLO, LA MONTAGNA DELLE MILLE MALEDIZIONI

maggio 26, 2015 by Redazione  
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È una delle frazione più attese del Giro, quella del Mortirolo. Il passo valtellinese sarà l’unica grande “vedette” del tracciato, che proporrà anche i pedalabili passi Campo Carlo Magno e Tonale subito dopo il via e l’ancor più facile doppia ascesa verso l’Aprica, inasprita dall’inserimento di un muro all’uscita da Edolo che, con il Mortirolo nelle gambe, darà l’ultima “bastonata” di giornata. Una tappa da non perdere, nella quale si giocherà una bella fetta della vittoria finale.

Mortirolo. Chissà quante imprecazioni avranno masticato a fior di labbra i “girini” nell’affrontare il mostro valtellinese. Mai, fortunatamente, giunsero alle nostre delicate orecchie, tranne quella volta che, dopo esser stato in sopralluogo in vista del tappone del Giro del 1996, lo spagnolo Olano mandò a dire che “bisognerebbe impiccare quello che ha costruito la strada”, frase che poi tornerà alla mente, la sua e la nostra, qualche settimana più tardi poiché il corridore della Mapei perderà la corsa rosa proprio nella giornata del Mortirolo. Una fatica disumana, alla quale non ci si è abituati poiché, con una perfetta strategia marketing, i vertici del Giro hanno deciso di non proporcelo spesso, fino alla nausea, ma di centellinarlo negli anni così che, dal 1990 a oggi, si è saliti lassù 11 volte, per farlo vedere e farlo subito dimenticare. Cosicchè tutte le volte è come ricominciare da capo a confrontarsi con i suoi tremendi 12,8 Km al 10,1%, da sempre in grado di spiccare con decisione sulle altimetrie nelle quali è inserito e, al contempo, far letteralmente impallidire le salite che le fanno da compagne di vaggio e ridurle al ruolo di ancelle, sia che esse siano blasonate (Gavia, Stelvio) o meno (Tonale). Con l’Aprica, invece, tradizionale epilogo delle frazioni “mortiroliane”, è accaduto il contrario, con la trasformazione di una salita disarmantemente facile a ostacolo in grado di far dilatare i distacchi accumulati sul passo, in particolare a coloro che avevano creduto di limitare il distacco a una distanza poi facilmente recuperabile. Il matrimonio tra i due valichi, poi, quest’anno potrebbe far ancora più male poiché, come nel 2010, l’Aprica sarà raggiunta percorrendo inizialmente un versante parallelo a quello classico, che presenta un violento e lungo muro all’uscita da Edolo. Ed anche le parti restanti del tracciato, seppur denotate da morbide pendenze, potrebbo ulteriormente incidere anche perché la tappa, che si disputerà dopo il secondo e ultimo giorno di riposo (ecco un’altra incognita da tener conto), debutterà in salita, tornando ad affrontare subito dopo il via da Pinzolo la strada che conduce a Madonna di Campiglio, prolungandone quindi la fatica sino al soprastante Campo Carlo Magno (13 Km al 6,6%), valico presso il quale, secondo una tradizione non supportata da riscontri storici, sostò il celebre sovrano quando scese in Italia nell’anno 800 per farsi incoronare primo imperatore del Sacro Romano Impero nella basilica di San Pietro da papa Leone III. Planando verso la Val di Sole il gruppo lambirà un’altra affermata località di sport invernali, Folgarida, creata nel 1965 e “battezzata” ciclisticamente da un arrivo di tappa del Giro nel 1969: se Madonna rappresentò la chiusura della parabola ascendente di Pantani al Giro, a Folgarida Vittorio Adorni emise il suo “canto del cigno” ottenendo il suo undicesimo e ultimo successo di tappa alla corsa rosa, oramai quasi agli sgoccioli di una carriera che l’aveva visto in particolare vincitore dell’edizione del 1965 (“Il più bel rosa, dopo quello di Fausto Coppi” titolerà nell’occasione la Gazzetta dello Sport) e dei mondiali di ciclismo del 1968 a Imola, ai quali – poche settimane dopo la tappa di Folgarida – affiancherà l’affermazione nella classifica finale del Giro di Svizzera.
Raggiunto a Dimaro la valle intitolata alla dea celtica Sulis – il sole, dunque, non c’entra nulla – si riprenderà a salire, diretti stavolta al Passo del Tonale, al quale il Giro è salito spesso, più per la sua posizione lungo un’importante via di comunicazione che per le sue pendenze, mai cattive e che mai hanno lasciato particolari segni nella storia della corsa, anche se nel 1933 fu l’ultima delle quattro ascese prescelte dall’organizzazione per assegnare la maglia verde della classifica dei GPM, istituita proprio in quell’edizione e conquistata da Alfredo Binda assieme a quella finale del Giro. I suoi 1833 metri di quota, ai quali si giungerà dopo aver affrontato 15,2 Km d’ascesa al 6% medio, costituiscono una meta che, più che dagli scalatori a pedali, è apprezzata dagli appassionati di sci estivo, praticabile sul ghiacciaio Presena, e da quelli di storia, diretti all’ossario costruito negli anni ’30 per accogliere le spoglie di 800 soldati caduti sui campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale.
Entrati in Lombardia, si scenderà verso Ponte di Legno, la principale località turistica della Valcamonica, nella quale effettivamente si può trovare un manufatto ligneo gettato sull’Oglio ma che nulla c’entra con il toponimo, che deriverebbe invece dall’antica denominazione di Dalaunia assegnata a questa terra. Procedendo in discesa meno accentuata ci si porterà quindi a Temù, piccolo centro di villeggiatura che durante la Grande Guerra fu il principale nodo logistico del sistema difensivo italiano del fronte dell’Adamello, motivo per il quale è stato scelto per collocarvi l’interessante Museo della Guerra Bianca in Adamello, aperto al pubblico nel 1984.
Percorsi circa un’ottantina di chilometri dal “Via!” da Pinzolo, sempre nel corso della discesa dal Tonale il gruppo farà l’ingresso nel lunghissimo circuito – complessivamente di 74,8 Km – che caratterizzerà il finale, andando ad affrontare una prima volta l’ascesa verso Aprica, altra importante stazione di sport invernali che deve le sue fortune a un incidente, occorso ad gruppo di turisti che, diretti alla più elitaria Sankt-Moritz, fu costretto a un soggiorno forzato sul passo, nell’attesa che fosse riparata la loro carrozza: la breve vacanza si rivelò piacevole al punto che, poi, ci torneranno stabilmente negli anni successivi. È la più agevole tra le vie d’accesso montane alla Valtellina, verso la quale ci si “tufferà” seguendo una discesa veloce e scorrevole nella prima parte, un po’ più stretta e tortuosa nel finale, quando si abbandonerà la statale per imboccare la provinciale a tornanti che scende sul piccolo centro di Stazzona, notevolmente importante in epoca medioevale e oggi è uno dei pochi del versante meridionale della valle nel quale è praticata la viticoltura, altrove impossibile su questo lato a causa dell’esposizione a nord. A questo punto i corridori si troveranno di fronte uno dei rarissimi tratti di pianura previsto dalla tappa, poco meno di 7 Km scorrevoli in direzione di Tirano, la principale meta di pellegrinaggi della provincia di Sondrio per la presenza del Santuario della Madonna, imponente edificio eretto in stile rinascimentale dopo il 29 settembre del 1504, data dell’apparizione della Vergine al beato Mario Omodei.
Il percorso ora si volgerà verso l’alta valle e il Mortirolo e, in effetti, all’uscita di Tirano la strada tornerà a puntare verso l’alto, ma sarà soltanto un “colpo a salve”, un pedalabile dentello di circa 1500 metri prima che la strada ritorni bella liscia andando incontro a Tovo di Sant’Agata, centro dal quale un tempo partiva la principale strada d’accesso al passo, una mulattiera che nel 1859 fu percorsa anche da Garibaldi e che, asfaltata e sistemata negli anni scorsi conservando un ripido tratto in cemento, fu proposta al Giro del 2012, in occasione del tappone dello Stelvio vinto dal belga De Gendt. Stavolta, invece, la salita sarà approcciata dal versante più classico e conosciuto, che sale fino a 1854 metri di quota superando 1289 metri di dislivello in poco meno di 13 Km e 33 tornanti, incontrando cammin facendo la ghibellina torre di Pedenale, il secentesco oratorio di San Matteo, il picco massimo del 18% e, all’altezza del tornante n°11 (calcolati a ritroso, partendo dallo scollinamento), il semplice monumento realizzato dallo scultore Alberto Pasqual in memoria di Marco Pantani, collocato nel 2006 e voluto dall’ACCPI (Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani) nel luogo che, durante la Merano – Aprica del 5 giugno 1994, consacrò definitivamente Marco Pantani tra le grandi stelle del ciclismo, dopo quanto di buono fatto vedere il giorno prima sul Monte Giovo e, prima ancora, negli anni giovanili, che lo aveva visto vincere alla sua maniera il Giro d’Italia dei dilettanti nel 1992.
Quando si sarà superata la striscia del GPM più temuto e ambito del Giro 2015 si dovranno percorrere ancora 35 Km prima di mettere fine alla giornaliera fatica e, in quei 35 Km, potrà ancora accadere di tutto, anche se la cartina non sembra annunciare più grandissime difficoltà. La discesa verso il sottostante altopiano – teatro nel 1945 di quella che gli storici considerando la principale battaglia della Resistenza Italiana, terminata con la definitiva sconfitta dei nazi-fascisti, che tentavano di riparare verso la vicina Svizzera – si snoda lungo una strada decisamente meno ripida rispetto a quella percorsa poc’anzi e per questo invoglia a lanciarsi a tutta, soprattutto se si ha un gap da recuperare. Ma con il Mortirolo che ha prosciugato energie non solo fisiche ma anche mentali si può correre il rischio, a causa della mancanza di lucidità, di mettere a repentaglio tutto e di ruzzolare a terra. Ne sanno qualcosa Massimo Codol (1999) e Stefano Garzelli (2010), mentre se la cavò Wladimir Belli che, dopo esser scollinato in testa sul passo nel 1997, eviterà per un pelo la collisione con un muraglione di cemento scendendo a rotta di collo verso Edolo. Raggiunta la cittadina camuna – nel cui centro si trova la pieve di Santa Maria Nascente, una delle più antiche della Val Camonica – ci sarà un ultimissimo momento di requie e poi inizierà la seconda ascesa verso Aprica, quella definitiva, malleabile nelle pendenze globali (3,6% su 13%) ma che, come anticipato, debutterà violenta con 1200 metri di strada ancora pesantemente dritti verso il cielo, un vero e proprio scalino nel quale si dovranno superare 133 metri di dislivello affrontando una pendenza media dell’11,1%. Poi la strada tornerà docile e mansueta procedendo in direzione di Corteno Golgi, paese natale del medico Camillo Golgi (Premio Nobel nel 1906 con lo spagnolo Santiago Ramón y Cajal per le loro ricerche sulla struttura del sistema nervoso), situato alle porte delle meravigliose Valli di Sant’Antonio, protette da una riserva naturale regionale. Uno spicchio di paradiso…. a due passi dall’inferno!!!

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo Campo Carlo Magno (1681). È la sella che separa il gruppo della Presanella da quello delle Dolomiti di Brenta. Il Giro l’ha scavalcata come GPM in occasione di quattro frazioni della corsa rosa: la Bolzano – Trento del 1958 (primo in vetta lo spagnolo Bahamontes, primo al traguardo Gastone Nencini), la Trento-Bormio del 1960 (in vetta il belga Van Looy, al traguardo il lussemburghese Gaul), la Cortina d’Ampezzo – Pinzolo del 1977 (in vetta il belga Pollentier, al traguardo Baronchelli) e la Cremona – Pejo Terme del 1986 (in vetta Paganessi, al traguardo il belga Van Der Velde). Saltarono per neve, invece, le scalate previste nei Giri del 1961 (la famosa tappa di Bormio che prevedeva Gavia e Stelvio e che poi propose solo la seconda ascesa) e del 1989 (Trento-Santa Caterina Valfurva). Non ci fu traguardo della montagna, infine, nel 1999, quando si scollinò sul Campo Carlo Magno subito dopo il via della Madonna di Campiglio – Aprica, vinta dallo spagnolo Heras.

Passo del Tonale (1883). Ampio valico prativo aperto tra il Monticello e la Cima di Cadì, costituisce anche il punto di separazione tra i massicci dell’Adamello e dell’Ortles-Cevedale. Sede della principale stazione di sport invernali della provincia di Trento, è valicato dalla SS 42 “del Tonale e della Mendola”, tra Vermiglio e Ponte di Legno. Vi transita il confine tra Lombardia e Trentino-Alto Adige. Dal 1933, anno dell’istituzione dei GPM, è stato inserito 28 volte nel tracciato del Giro, contando anche la tappa alternativa che avrebbe dovuto sostituire la Ponte di Legno – Val Martello nel 2013 e sulla quale neppure si potè gareggiare. Il primo a conquistare questa storica vetta fu Binda nel 1933, nel corso della conclusiva Bolzano – Milano, pure vinta dall’asso varesino. L’ultima scalata avvenne nel 2012 durante la citata tappa Caldes – Passo dello Stelvio, con Matteo Rabottini primo in vetta e il belga De Gendt in trionfo sulla “Cima Coppi”. Il Tonale è stato teatro anche di due arrivi di tappa, conquistati dal colombiano José Jaime González Pico nel 1997 e dall’elvetico Johann Tschopp nel 2010.

Passo di Aprica (1113). Ampia sella pianeggiante, lunga quasi 3 Km, che mette in comunicazione la Valtellina con la Valcamonica tramite la Valle di Corteno. È valicato dalla SS 39 “dell’Aprica” e vi sorge l’omonima stazione di sport invernali, costituita dai tre nuclei di Madonna, Mavigna e San Pietro. Quotata 1173 sulle cartine del Giro 2015, è stata affrontata alla corsa rosa 11 volte come GPM, una come traguardo volante Intergiro (nel 1992, tappa Palazzolo sull’Oglio – Aprica vinta da Marco Saligari) e due come traguardo di tappa senza gran premio (nel 2006, quando Ivan Basso s’impose in rosa nella Trento – Aprica, e al termine della Brescia – Aprica del 2010, vinta da Scarponi). Il primo a transitare in testa sotto lo striscione GPM è stato Fausto Coppi, nel corso della tappa Locarno – Brescia del Giro del 1950, vinta da Luciano Maggini. In seguito hanno conquistato questo traguardo Vittorio Adorni nel 1962 (tappa Moena – Aprica), Bruno Vicino nel 1979 (Trento – Barzio, vinta da Amilcare Sgalbazzi), lo svizzero Stefan Joho nel 1988 (la mitica tappa del Gavia, Chiesa Valmalenco – Bormio, vinta dall’olandese Erik Breukink), il venezuelano Leonardo Sierra nel 1990 (Moena – Aprica), Ivan Gotti nel 1996 (Cavalese – Aprica), Mariano Piccoli nel 2000 (Bormio – Brescia, vinta da Biagio Conte) , Emanuele Sella nel 2008 (Rovetta – Tirano), lo spagnolo Pablo Lastras Garcia nel 2011 (tappa Feltre – Tirano, vinta da Diego Ulissi) e Matteo Rabottini nel 2012, nel corso della citata tappa dello Stelvio

Passo della Foppa (1852m). È il valico comunemente identificato come Mortirolo, attraversato dalla strada provinciale che mette in comunicazione Mazzo di Valtellina con Monno. Sulle cartine del Giro è quotato 1854 metri. In realtà, il vero Mortirolo si trova altrove. Anzi, ne esistono due, il Passo del Mortirolo-Nord e il Passo del Mortirolo-Sud, entrambi alti 1896 metri. Il primo si trova a nord est della Foppa ed è raggiunto da una strada sterrata a fondo cieco, che si stacca dal tratto terminale del versante Edolo / Monno – Foppa; il valico sud, invece, è toccato da una strada di cresta asfaltata che permette di raggiungere la Foppa direttamente dall’Aprica, passando per Trivigno. Dall’anno della scoperta “ciclistica” è stato finora proposto 11 volte, anche se nell’ultima occasione non si è arrivati in vetta ma al bivio sottostante, per poi discendere il versante di Grosio. Gli eroi del Mortirolo sono stati, in rigoroso ordine d’apparizione, il venezuelano Leonardo Sierra nel 1990 (tappa Moena – Aprica, vinta dallo stesso Sierra), Franco Chioccioli nel 1991 (Morbegno – Aprica, identico vincitore), Marco Pantani nel 1994 (Merano – Aprica, idem), Ivan Gotti nel 1996 (Cavalese – Aprica, idem), Wladimir Belli nel 1997 (Malè – Edolo, primo il russo Pavel Tonkov), ancora Gotti nel 1999 (Madonna di Campiglio – Aprica, primo al traguardo lo spagnolo Roberto Heras), Raffaele Illiano nel 2004 (Bormio – Presolana, primo Stefano Garzelli), Ivan Basso nel 2006 (Trento – Aprica, idem), lo spagnolo Antonio Colom nel 2008 (Rovetta – Tirano, vinta da Emanuele Sella), nuovamente Basso nel 2010 (Brescia – Aprica, vinta da Michele Scarponi) e infine l’elvetico Olivier Zaugg nella citata tappa dello Stelvio del 2012.

FOTOGALLERY


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Campo Carlo Magno


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Il sacrario del Tonale


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Una delle piste che scende del Presena


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Edolo, Pieve di Santa Maria Nascente


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Uno dei tornanti della discesa dell’Aprica


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Santuario della Madonna di Tirano


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Bivio a sinistra, inizia il Mortirolo


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La torre di Pedenale sorveglia il tratto iniziale del Mortirolo


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La chiesa di San Matteo vista scendendo dal passo verso Mazzo


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Monumento a Marco Pantani

Il lago Picol, una delle meraviglie celate dalle Valli di SantAntonio, sopra Corteno Golgi (www.montagnedivalcamonica.it)

Il lago Picol, una delle meraviglie celate dalle Valli di Sant'Antonio, sopra Corteno Golgi (www.montagnedivalcamonica.it)


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Benvenuti all’Aprica

I tornanti sommitali del Mortirolo e, in trasparenza, l’altimetria della sedicesima tappa del Giro 2015 (brucefamilyinprovence.files.wordpress.com)

I tornanti sommitali del Mortirolo e, in trasparenza, l’altimetria della sedicesima tappa del Giro 2015 (brucefamilyinprovence.files.wordpress.com)

25-05-2015

maggio 26, 2015 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

Giorno di riposo

CAMPIONATI NAZIONALI USA

Matthew Busche (Trek Factory Racing) si è imposto nella prova su strada professionisti, circuito di Chattanooga, percorrendo 165 Km in 4h35′21″, alla media di 35,954 Km/h. Ha preceduto di 5″ Dombrowski e di 19″ Reijnen

UN GIRO GIA’ DECISO?

maggio 25, 2015 by Redazione  
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Dopo la grande prestazione a cronometro e la convincente difesa di Madonna di Campiglio, Contador sembra aver messo le mani sul Giro d’Italia. Solo la Astana, forte di due uomini nelle zone alte della classifica, sembra poter rimettere in discussione la maglia rosa, approfittando delle quattro tappe di montagna ancora da disputare. A cominciare da domani, quando la corsa si arrampicherà sul Mortirolo.

Dopo un week-end come quello appena trascorso, è facile cedere alla tentazione di dare per deciso il Giro d’Italia e di celebrare anzitempo il terzo trionfo rosa di Alberto Contador. Con un corridore superiore per gambe e testa alla concorrenza, forte di un margine di oltre due minuti e mezzo sul più diretto inseguitore, nemmeno le quattro tappe di montagna all’orizzonte di una terza settimana tutta in quota sembrano sufficienti a rovesciare le gerarchie della corsa. Eppure, all’alba del secondo giorno di riposo, non è difficile trovare validi motivi per convincersi che il Giro ha senz’altro trovato un padrone, ma non ancora un vincitore.
In primo luogo – è banale ma doveroso ricordarlo -, il Giro in corso ha già provveduto più volte a ricordare come l’inconveniente sia sempre dietro ogni curva, e né la maglia rosa né una sala trofei stracolma sono sufficienti a proteggere dalle bizze della dea bendata. Una lezione imparata nel più diretto dei modi dal capoclassifica, che in due tra le tappe più insignificanti del percorso ha lasciato una maglia rosa e (quasi) una spalla.
E se anche la fortuna – come ci auguriamo – rinuncerà a dire la sua, lo stesso week-end che ha fatto prendere il largo a Contador non ha mancato di suggerire chi e come potrà provare a scardinare il monopolio dello spagnolo.
Il “chi” è scontato: Fabio Aru e Mikel Landa, 2° e 4° in classifica generale, che fanno della Astana l’unica formazione in grado di presentarsi all’ultima settimana ancora con due punte. Il “come” è affare assai più complesso, ma è certo che l’eventuale tentativo di ribaltare il Giro passerà dalla netta superiorità messa in mostra dalla corazzata kazaka nei confronti delle squadre rivali. Una supremazia già netta sugli Appennini, che molti si aspettavano di veder ridimensionata sulle Alpi, e che invece si è riproposta ancora più marcatamente a Campiglio, quando quattro compagni di squadra si sono presentati insieme ad Aru alle pendici dell’ascesa conclusiva, contro un Contador del tutto isolato. Roman Kreuziger, che alla partenza pareva il miglior vice del lotto, atteso al riscatto dopo una prima parte di Giro deludente, è invece naufragato sul Passo Daone, perdendo le ruote di un gruppo ancora forte di una trentina di unità, quasi in contemporanea con un Basso forse in ripresa, ma di certo non abbastanza velocemente da tornare utile al capitano nelle fasi calde. Il solo Rogers, ieri tagliato fuori da una caduta, sembra poca cosa per fronteggiare una squadra che, quando il plotone si riduce a venti elementi, ne costituisce almeno un quarto.
Il terreno per provarci non mancherà, e la scelta di Mauro Vegni – che condividiamo in toto – è stata quella di suggerire ai corridori l’attacco da lontano, proponendo le salite più impegnative (Mortirolo, Saint-Pantaléon, Finestre) come penultime di giornata, seguite da ascese più pedalabili verso l’arrivo (Aprica, Cervinia, Sestriere). Proprio quella dell’azione a lunga gittata, per quanto rischiosa, sembra essere l’unica opzione in grado di mettere seriamente in difficoltà Contador, perlomeno da un punto di vista tattico: appurato a Campiglio che un forcing di squadra seguito dallo scatto dei leader nel finale non è sufficiente a mettere in croce le gambe della maglia rosa, non resta che provare ad anticipare i tempi, creando nel leader un dilemma sul da farsi. Se Landa – apparso ieri il più brillante avversario di Alberto – dovesse muoversi a 30 o 40 km dal traguardo, la maglia rosa dovrà decidere se aspettare o inseguire, sapendo in tal caso di dover fare con ogni probabilità tutto da solo, e di esporsi a possibili contrattacchi del più vicino avversario.
Se l’inattesa brillantezza di Landa rende gli scenari tattici dell’ultima settimana vari ed intriganti, è pur vero che il basco, nella prima tappa alpina, è parso ambire a qualcosa di più del semplice ruolo di seconda punta. Un desiderio che rischia forse di compromettere la compattezza della squadra, ma del tutto legittimo, visto che, se Contador non ha avuto sin qui alcuna difficoltà a rintuzzare gli affondi di Aru, le stoccate di Landa salendo a Campiglio hanno dato la sensazione di impegnarlo ben più a fondo. A parole, il sardo resta capitano unico, ma forse sono troppe le montagne che separano i girini da Milano per dare più peso al distacco in classifica tra i due che ai valori in campo in questo momento.
Se fino a qui non abbiamo parlato d’altro che di Contador e della Astana, è perché il Giro 2015 offre assai poco in fatto di classe media. La tappa di Madonna di Campiglio ha definitivamente eliminato dai giochi gli altri due supposti pesi massimi al via, Porte e Uran: l’australiano, storicamente incline ad incappare in almeno una giornata nera e ormai con il morale a terra, ha abbandonato il suo motorhome dopo i 27 minuti rimediati sulle Dolomiti di Brenta, mentre il colombiano, arrivato ad otto primi da Landa, naviga ora in quindicesima posizione, ad oltre dodici minuti dalla maglia rosa. A fare da cornice alla sfida tra il capoclassifica e gli azzurri di Beppe Martinelli resta così una schiera di corridori di indubbio valore, ma che paiono lontani dal gotha della corsa.
Il più vicino, 3° a 4’19’’, è Andrey Amador, che ancora culla il sogno di regalare al Costa Rica il primo podio al Giro d’Italia (e in qualunque corsa di primo piano). Le sue speranze dipenderanno in larga parte da ciò che la Astana deciderà di fare di Landa, ora 4° a soli 27’’ dal podio; gli altri, a cominciare da König (5° a 6’36’’), ritrovatosi capitano Sky dopo la débacle di Porte, sono per ora distanti, anche se il Trofimov di ieri, 2° al traguardo e capace di lottare quasi ad armi pari con i migliori, minaccia di portarsi più su dell’attuale 6° posto, staccato di 6’58’’. Da Caruso e Monfort, 7° e 8°, ci si aspetta un’ultima settimana all’insegna della regolarità, mentre Visconti, 9°, dovrà forse scegliere definitivamente tra i propositi di classifica e le ambizioni di successo parziale. Più che da Geniez e da un deludente Van den Broeck, 10° e 11°, o da un Kreuziger sottotono (12°) che sarà soprattutto dedito alla causa di Contador, ci si aspetta una terza settimana garibaldina da Hesjedal e Kruijswijk, i cui attuali piazzamenti (13° e 14°) potrebbero migliorare sensibilmente, a patto di azzeccare qualche altra fuga.
Tra una salita e l’altra, l’ultimo scampolo di Giro offrirà ai velocisti ancora due occasioni, anche se la tappa di Lugano, stretta nell’abbuffata alpina, rischia di essere preda di una fuga. In palio, oltre ai due traguardi, ci sarà anche la maglia rossa, contesa fra Viviani e Nizzolo, appaiati a 119 punti. Sarà quello il principale motivo di interesse della passerella milanese; la strada per arrivarci è ancora poca, ma terribilmente dura.

Matteo Novarini

Landa, Contador, Aru e Trofimov salgono verso Madonna di Campiglio (foto Tim De Waele/TDWSport.com)

Landa, Contador, Aru e Trofimov salgono verso Madonna di Campiglio (foto Tim De Waele/TDWSport.com)

TINKOFF SENZA LIMITI, VINCE ANCHE IN NORVEGIA

maggio 25, 2015 by Redazione  
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Il Giro di Norvegia incorona il danese Jesper Hansen (Tinkoff-Saxo) quale vincitore della classifica generale, che succede a Maciej Paterski nell’albo d’oro della corsa.

Le soddisfazioni che Contador sta regalando al Giro d’Italia evidentemente non bastano alla squadra di Oleg Tinkov, che in Norvegia ha lanciato un Hansen in condizioni eccellenti, il quale non ha mancato l’occasione. Ma in cinque giorni di corsa non è stato l’unico protagonista della gara a tappe scandinava.
Nella tappa inaugurale da Arnes a Sarpsborg la volata finale vede la vittoria di Alexander Kristoff (Katusha) che, motivato dal fatto di correre in casa, batte l’australiano Caleb Ewan (Orica-Greenedge) e il connazionale Edvald Boasson Hagen (MTN-Qhubeka).
Nella seconda tappa, la più lunga con 199 chilometri da percorrere tra Drammen a Langesund, si ripete il norvegese Kristoff, il quale raggiunge a quota 13, pareggiandolo, il primatista delle vittorie stagionali Mark Cavendish, precedendo allo sprint ancora Caleb Ewan e l’inglese Andrew Fenn (Team Sky).
È la terza frazione quella che decide i giochi della generale. La corsa, partita da Skien con temperature vicine allo 0, sorride al danese Hansen, che fugge in prossimità dell’ultimo GPM, posto ai meno dieci dal traguardo di Rjukan, per poi alzare le mani in solitaria staccando Edvald Boasson Hagen di 38″ e di 1′05″ un gruppetto regolato da Ivan Santaromita (Orica GreenEdge). Oltre alla tappa, Hansen conquista anche la leadership della gara.
La quarta tappa, 167 Km da Rjukan a Geilo, non ha fatto altro che legittimare la prima posizione nella generale di Hensen, mentre la vittoria è andata al basco Amets Txurruka (Cajarural), che sulla rampetta finale ha fatto valere la sua esplosività a danno di Lopez (Team Sky) e dell’eterno Davide Rebellin (CCC Sprandi).
Nella quinta, ultima e altimetricamente più impegnativa frazione (175 Km da Flå ad Hønefoss, con uno strappo a ridosso del traguardo da ripetere 4 volte) vince per distacco il norvegese Andreas Vangstad (Sparenbanken) che precede di 11″ al connazionale Frederik Galta (Team Oopster) e di 14″ il più noto Alexander Kristoff, il quale regola la volata del gruppo davanti a Lightart e Guldhammer.
Tirando le conclusioni, nella classifica generale Hensen precede di 47″ Boasson Hagen e di 1′05″ Lopez e vince la quinta edizione del Giro di Norvegia. Migliore degli italiani è il citato Santaromita, che chiude in sesta posizione a 1′33″ dal danese capoclassifica.

Paolo Terzi

CLASSIFICA GENERALE

1 Jesper Hansen (Den) Tinkoff-Saxo 23:14:57
2 Edvald Boasson Hagen (Nor) MTN – Qhubeka 0:00:47
3 David Lopez (Spa) Team Sky 0:01:05
4 Frederik Galta (Nor) Team Coop-Oster Hus 0:01:31
5 Andreas Vangstad (Nor) Team Sparebanken Sør 0:01:32
6 Ivan Santaromita (Ita) Orica GreenEdge 0:01:33
7 Davide Rebellin (Ita) CCC Sprandi Polkowice 0:01:36
8 Alexander Kristoff (Nor) Team Katusha 0:01:43
9 Gustav Larsson (Swe) Cult Energy Pro Cycling 0:01:46
10 Lars Petter Nordhaug (Nor) Team Sky 0:01:51
11 Vegard Stake Laengen (Nor) Team Joker 0:01:53
12 Odd Christian Eiking (Nor) Team Joker 0:01:56
13 Rasmus Guldhammer (Den) Cult Energy Pro Cycling 0:01:59
14 Pello Bilbao (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:02:08
15 Fabian Wegmann (Ger) Cult Energy Pro Cycling 0:02:11
16 Chris Anker Sörensen (Den) Tinkoff-Saxo
17 Francis De Greef (Bel) Wanty – Groupe Gobert
18 Ricardo Vilela (Por) Caja Rural-Seguros RGA 0:02:15
19 August Jensen (Nor) Team Coop-Oster Hus 0:02:23
20 Bjørn Tore Nilsen Hoem (Nor) Team Joker
21 Carl Fredrik Hagen (Nor) Team Sparebanken Sør 0:02:35
22 Michel Kreder (Ned) Team Roompot 0:02:40
23 Thomas Sprengers (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:02:46
24 Marco Minnaard (Ned) Wanty – Groupe Gobert 0:02:59
25 Frank Schleck (Lux) Trek Factory Racing 0:03:06
26 Alexander Wetterhall (Swe) Team Tre Berg-Bianchi 0:03:08
27 Anders Skaarseth (Nor) Team Joker 0:03:16
28 Amets Txurruka (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:04:59
29 Sven Erik Bystrøm (Nor) Team Katusha 0:05:37
30 Antonio Molina (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:06:15
31 Jens Keukeleire (Bel) Orica GreenEdge 0:06:46
32 Linus Gerdemann (Ger) Cult Energy Pro Cycling 0:07:01
33 Serge Pauwels (Bel) MTN – Qhubeka 0:07:08
34 Jan Hirt (Cze) CCC Sprandi Polkowice 0:07:30
35 Kenny De Ketele (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:08:52
36 Marco Haller (Aut) Team Katusha 0:09:16
37 Yannick Eijssen (Bel) Wanty – Groupe Gobert 0:09:31
38 Ole Andre Austevoll (Nor) Team Fixit.no 0:10:20
39 Johnny Hoogerland (Ned) Team Roompot 0:10:27
40 Angel Madrazo Ruiz (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:10:28
41 Sean De Bie (Bel) Lotto Soudal 0:10:36
42 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Soudal 0:11:31
43 Lucas Eriksson (Swe) Team Tre Berg-Bianchi 0:11:47
44 Mathew Hayman (Aus) Orica GreenEdge 0:13:20
45 Øyvind Lukkedal (Nor) Team Ringeriks – Kraft 0:13:47
46 Jarl Salomein (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:15:24
47 Karel Hnik (Cze) Cult Energy Pro Cycling 0:16:21
48 Markus Hoelgaard (Nor) Team Coop-Oster Hus 0:18:11
49 Bauke Mollema (Ned) Trek Factory Racing 0:19:07
50 Sander Helven (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:19:28
51 Pavel Brutt (Rus) Tinkoff-Saxo 0:19:32
52 Caleb Ewan (Aus) Orica GreenEdge 0:19:51
53 Pim Ligthart (Ned) Lotto Soudal 0:20:41
54 Boris Vallee (Bel) Lotto Soudal 0:21:04
55 Evgeny Petrov (Rus) Tinkoff-Saxo 0:21:12
56 Arthur Van Overberghe (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:21:34
57 Sindre Skjostad Lunke (Nor) Team Joker 0:22:11
58 Grégory Rast (Swi) Trek Factory Racing 0:22:13
59 Vegard Breen (Nor) Lotto Soudal 0:22:15
60 Andrew Fenn (GBr) Team Sky 0:22:49
61 Kim Magnusson (Swe) Team Tre Berg-Bianchi 0:23:26
62 Rasmus Mygind (Den) Riwal Platform Cycling Team 0:24:18
63 Kristian Aasvold (Nor) Team Sparebanken Sør 0:24:25
64 Andreas Erland (Nor) Team Sparebanken Sør 0:25:04
65 Emil Baekhoj Halvorsen (Den) Riwal Platform Cycling Team 0:25:11
66 Jacopo Guarnieri (Ita) Team Katusha 0:27:23
67 Mitchell Docker (Aus) Orica GreenEdge 0:28:31
68 Yaroslav Popovych (Ukr) Trek Factory Racing 0:29:14
69 Jaco Venter (RSA) MTN – Qhubeka 0:29:35
70 Njal Eivind Kleiven (Nor) Team Ringeriks – Kraft 0:30:24
71 Jay Robert Thomson (RSA) MTN – Qhubeka 0:30:50
72 Pieter Jacobs (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:35:21
73 Ole Forfang (Nor) Team Ringeriks – Kraft 0:36:22
74 Marius Hafsas (Nor) Team Fixit.no 0:39:01
75 Amund Groendahl Jansen (Nor) Team Joker 0:39:07
76 Juraj Sagan (Svk) Tinkoff-Saxo 0:40:41
77 André Looij (Ned) Team Roompot 0:40:48
78 Marcus Faglum Karlsson (Swe) Team Tre Berg-Bianchi
79 Vegard Robinson Bugge (Nor) Team Sparebanken Sør 0:41:51
80 Max Emil Kørner (Nor) Team Ringeriks – Kraft 0:43:28
81 Stephen Clancy (Irl) Team Novo Nordisk 0:44:13
82 Nicolai Brochner (Den) Riwal Platform Cycling Team 0:47:29
83 Songezo Jim (RSA) MTN – Qhubeka 0:52:00
84 Nick Dougall (RSA) MTN – Qhubeka 0:53:12
85 Christopher Williams (Aus) Team Novo Nordisk 0:53:51
86 James Glasspool (Aus) Team Novo Nordisk 1:00:12

Il danese Hansen si impone nella frazione di Rjukan, tappa decisiva del Tour of Norway 2015 (foto im de Waele/TDWSport.com)

Il danese Hansen si impone nella frazione di Rjukan, tappa decisiva del Tour of Norway 2015 (foto im de Waele/TDWSport.com)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI MADONNA DI CAMPIGLIO

maggio 25, 2015 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Anche quest’anno ilciclismo.it, proporrà, poche ore dopo la conclusione della tappa, l’oramai tradizionale almanacco zeppo di golosità: cominceremo dalla rassegna stampa internazionale, passando poi il parere dei tifosi, la colonna sonora del giorno, le previsioni del tempo per la tappa successiva, le “perle” dei telecronisti, il Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e il ricordo di un Giro passato (abbiamo scelto il 1975, nel 40° anniversario della vittoria di Fausto Bertoglio).

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

A Campiglio trionfa Landa. Prova di forza di Contador (Gazzetta dello Sport)

Giro d’Italia, a Campiglio vince Landa. Aru rimane a ruota di Contador (Corriere della Sera)

Francia

Contador: «Landa plus fort qu’Aru» – Landa s’impose, Contador contrôle – Landa (Astana): «Hiérarchie inchangée» (L’Equipe)

Spagna

Landa vence en Madonna y Contador mete 7″ más a Aru – Mikel Landa: “Estamos en Italia y aquí mi capitán es Fabio Aru” (AS)

Madonna di Landa – Contador amplía su liderato (Marca)

Landa gana en Madonna – Contador: “Pantani era una inspiración para mí” – Mikel Landa: “Esta victoria no se podía escapar”(El Mundo Deportivo)

Belgio

Kristof Vandewalle verlaat Giro met gebroken vinger – Astana wint rit maar Contador kraakt niet (De Standaard)

Landa triomphe au sommet lors de la 15e étape du Giro . Abandon de Tom Boonen au Giro – Giro : Contador reprend les commandes, Jurgen Van den Broeck dans le top 5 (La Dernière Heure/Les Sports)

Tour d’Italie: l’Espagnol Mikel Landa gagne la 15e étape en montagne, Contador reste en rose, Monfort 8e du général! (Sudinfo.be)

Paesi Bassi

Kruijswijk nadert top 10 in Giro (De Telegraaf)

Germania

Landa gewinnt Bergetappe – Contador demonstriert Stärke – (Berliner Zeitung)

Slovenia

Giro: Astana dobila etapo, a Contador je zadržal prednost (Delo)

Stati Uniti

Contador Retains Pink Jersey After Controlling Aru (The New York Times)

Costa Rica

Noticia Andrey Amador se defiende en una etapa reina y es la sensación del Giro de Italia (La Nación)

Colombia

Urán salió de los 10 y Contador sigue de líder (El Tiempo)

Rigoberto Urán pierde terreno en el Giro (El Espectador)

Australia

Contador in control of Giro d’Italia (The Age)

Contador repels Astana to extend Giro lead (Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

PRIMA DELLA TAPPA

Mauro Facoltosi: Previsioni sulla tappa? Dove attaccherà Aru?

Jack.ciclista: Pronostico: Aru attacca sul Daone ma il suo vantaggio sarà risicato. Contador rientra in discesa, controllo sull’ultima salita e magari piazza lo scatto ai -2, e mettere la parola fine alla classifica generale. Lasciano andare via una fuga, ma non escluderei il rientro dei big nell’ultima salita.

Nisky: Spero ci sia il sole! Senno visti gli ultimi anni. …..chi vede il giro piu che il paese del sole crede che l italia sia il paese della pioggia

Salitepuntocià: L’Italia non è mai stato il paese del sole a Maggio e anche inizio Giugno, tutti gli anni ai Giri d’Italia capita la solita neve in montagna o se va bene la pioggia in pianura…. Sulla corsa, l’unico che puo far saltare il banco, sia nel bene che nel male, ma ci proverà, è il lunatico Heisedal. Può arrivare poi a un ora, ma conoscnedolo è l’unico che potrebbe scopigliare le carte, e Aru deve seguirlo, ma non solo oggi, fino al Sestriere, oggi non penso a grossi cambiamenti

DOPO LA TAPPA

Vittorio P: Faccio notare che fa più selezione un finale a “Madonna di Campiglio” che sullo “Zoncolan”. La regola della penultima salita “tosta” vince sempre!

Howling Wolf14: Bravo, Vittorio. Ma, sai, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Chi è fissato con il Nortirolo e il Minestre non sarà mai obiettivo. Avrà sempre una visione faziosa. Non obiettiva.

Salitepuntocià: Nulla di che per la generale ma almeno la tappa si è salvata, l’han fatta a tutta, e ha provocato distacchi impensabili. Probabilmente Uran e Porte avranno avuto anche guai fisici per le cadute, non è possibile crollare cosi, ok il fuori classifica, ma se le gambe erano buone, avrebbero puntato almeno al traguardo di tappa, morale alto o basso. DI Uran su rai sport han detto che ha avuto si problemi di dolore e di posizione nella crono. Di Porte non si sa nulla, non parla mai sia quando va bene che quando va male che quando avrbbe giustificazioni. Però il colmo Contador non sta dominando perchè non ha ancora vinto una tappa, ma sta vincendo per manifesta inferiorità altrui. Spero ci voglia regalare un impresa o perlomeno una vittoria di tappa, perchè si nota che è piu forte di Aru, ma non lo ha ancora staccato di fatto e idem Landa

Nebe1980: Ci sono ancora molte tappe per fare attacchi da lontano però oggi l’Astana ha corso oltre che per la tappa come era ovvio anche per il secondo posto. In chiave giro d’italia quegli scatti combinati di Landa e Aru all’ultimo chilometro dovevano farli su Passo Daone. E’ giusto sfruttare la superiorità numerica se Contador risponde a 6 scatti signfica che i due Astana han fatto 3 scatti per uno e quindi speso meno di uno che ha risposto a 6. Allora per logorare il leader quella combinazione di scatti doveva iniziare sul Daone. Vediamo se cercano di fare qualcosa sul Mortirolo.

Howling Wolf14: Sarei d’accordo con te se la realtà dicesse che quelli dell’Astana ne hanno. Invece mi pare che a parte Landa siano tutti al gancio. Aru sta attaccato con lo sputo. La teoria sugli scatti dell’Astana e quelli di Contador sarebbe giusta, solo che le gambe di Contador non sono quelle di Aru e di Landa né tantomeno di Kangert, di Tiralongo e dell’esausto Cataldo. Giustissimo attaccare sul Passo Daone, che era più duro, però occorrono le gambe per scattare. Ma se per ogni scatto accumuli quell’acido lattico che poi il tuo organismo non è in grado di metabolizzare fai la fine del topo. Mortirolo? Non credo. L’unico in grado di attaccare Contador è Landa. Ma il Pistolero gli risponderà facilmente, senza neanche troppo dannarsi. Se dovessero attaccare Cataldo, Tiralongo e Kangert non credo che né Contador né la Saxo si spremeranno per inseguirli. Gli unici veri avversari sono ormai Aru e Landa. Ma se l’Astana ne vuole due sul podio, e magari vincere qualche altra tappa, non può usare tattiche scriteriate.

Salitepuntocià: Contador se vuole il Giro meritatmente e non solo grazie alla cronometro stacchi Aru. Invece mi pare voglia solo amministrare. E’ deludente questo e non è un Aru stellare, per ora. Percorso come si sapeva, una crono troppo lunga sbilancia i valori

Howling Wolf14: Percorso … ingiusto? Ma adesso ci sono i percorsi giusti e quelli ingiusti? Occorrerà una giuria per classificarli?

Salitepuntocià: ingiusto perchè sbilancia i valori, troppo lunga la crono, piu giusta la scelta del tour ,non deve stravolgere la classifica… dipendesse da me , nemmeno un km a crono, che è un altra specialità, come il pavè, la pista, la MB, il ciclocross…

Howling Wolf14: Ma chi ti ha detto che voglia dominare? Per quale ragione dovrebbe dominare. Vuole vincere. Gli basta. Se ha in mente il Tour fa benissimo a non andare oltre le righe. Va bene così.

Salitepuntocià:Ma appunto non è il massimo per lo spettatore. Dimostri se non di dominare almeno di staccare Aru,o vincere una tappa. In passato l’ha sempre fatto. Ha dichiarato alla partenza che voleva la tappa, per ricordare Pntani. Non è che appunto non è cosi’ forte e che quindi si amministra? Ovvio che se è cosi per lui fa bene, ma da spettatore e ammiratore suo, mi aspetterei di piu in montagna. Non dico di fare l’impresa, ma staccare di 20″ gli altri se ce la fa. Non è che sprecherebbe chissa’ cosa, il Tour è fra un mese. Se no allora, fossi Aru, ci penserei anche io al Tour, visto che la maxi crono non c’è e contador non lo stacca.

Nebe1980: Secondo me sul percorso una riflessione seria è doverosa.
Tanto per cominciare 60 Km a cronometro non sono assolutamente troppi. Per esempio l’hanno scorso erano di più. Forse fare una sola crono così lunga ha favorito gli uomini di esperienza e quelli di fondo ed Aru non è tra questi. Kiryenka è invece esattamente uno di fondo e uno di esperienza pur non essendo specialista. Dopodichè come si fa a dire che ha sbilanciato i valori? Aru ha preso tre minuti da Contador che è anche lui uno scalatore, uno che stacca tutti in salita, uno che ha vinto i GT con attacchi in montagna non uno alla Indurain che vinceva le crono con 5 minuti sul secondo e poi controllava la corsa.
Se riflettiamo 3 minuti in una crono non sono cbissà che. Pantani quando vinse il giro aveva 4 minuti e mezzo da Zulle prima della montagne, quando vinse il Tour aveva 5 minuti da Ullrich dopo la crono di Correze. Nel 94 Pantani prese quasi 6 minuti da Berzin nella Grosseto Follonica di 44 Km. Allora non è che la crono sbilancia i valori è che Contador è più forte quindi la crono al limite accentua le differenze.
Puntocià dice Contador stacchi Aru… ma cosa credi se vuole lo stacca tranquillamente?
Quel che manca sono un paio di tapponi veri di oltre 200 Km con cinque salite dure una in fila all’altra. Lì può venire una crisi a chiunque da un momento all’altro come ad Ullrich a Les deux alpes o a Indurain sul Santa Cristina a Zulle sul Sella ecc. Con queste tappe la corsa si accende nel finale e non si riesce ad impostare un vero attacco da lontano efficace. Si può attaccare a 40 Km dal traguardo solo se prima ci sono state altre montagne serie che hanno già decimato le energie ed è allora che le differenze vengono fuori più accentuate.
Detto ciò credo che in tal caso la superiorità di Contador sarebbe stata ancor più schiacciante ma penso. Questo non significa che Aru e Landa non debbano comunque tentare di stringere Contador in una morsa

Nebe1980: Guarda che però se parte Landa Contador lo segue e come lo raggiunge subito riparte Aru con Landa che si riposa in modo che quando Contador raggiunge Aru riparte Landa, questo senza un secondo di pausa costringe Contador a stare sempre sotto sfrozo mentre gli altri si riprendono mentre c’è l’azione del compagno. Quindi anche avendo meno energie si può sfruttare la superiorità moltiplicando gli sforzi che l’avversario deve fare per rispondere a due. Dai e dai può anche cedere. Aru il podio lo ha già conquistato, ha dimostrato di essere in grado di arriverci, ora deve tantare di vincere, Landa potrebbe anche accontentarsi del podio ma visto che è in squadra con Aru perchè non provarci?

Nisky: A me….e sottolineo a me…..pare che albertone ispanico stia passeggiando! Chi va in bici losa……se vai con uno più forte a fare una salita ti sembra un calvario…..se vai a fare la.stessa salita con uno piu debole e vai a 3/4 di gas arrivi al finale che ti pare di non aver nemmeno fatto fatica……aru mi pare nella prima situazione…..contador nella seconda! Crono o non crono contador se voleva staccava aru e landa gia in diverse occasioni a partire dall abetone! Ma contador vuole vincere si il terzo giro….ma ha in mente la doppietta col tour e allora ecco che fa benissimo a correre cosi! Il che non so se sia un bene per il giro che di glorioso si ritroverà solo il nome del vincitore!

Howling Wolf14: Ti ho già detto, in passato, che a me dello spettatore tipo Uomini&Donne o dei fans della premiata coppia Sgarbozza&Bartoletti non me ne frega niente. Io sono un cultore del ciclismo e mi ritengo un palato fine. Ma penso anche di non essere l’unico. Qui, in questo forum, i veri appassionati, quelli che colgono l’essenza di questo sport, sono tantissimi, la stragrande maggioranza. A loro non interessa un fico delle dimostrazioni esteriori e spettacolari di forza e di superiorità. Il ciclismo è uno sport nei quali le gerarchie si stabiliscono con il passare dei chilometri, senza necessità di forzare né tantomeno di fare sortite circensi. Non è quello che voglio, non è questo che mi aspetto. Chi le vuole, a partire dai buffoni della Rai (tranne Martinello e Garzelli, beninteso), per me può andare a remengo. Per quanto riguarda Aru, invece, concordo. Per il sardo il Tour potrebbe essere un grande banco di prova, la prova del fuoco. O dentro o fuori. Gimondi l’ha vinto a 23 anni. Se la stoffa c’è, al Tour viene fuori.

Nebe1980: Adesso al di là di tutto il percorso non è granchè nel senso che mancano i tapponi come quelli di una volta con cinque colli di 250 Km, quelli spaccagambe, quelli da 7 ore di gara, quelli in cui le differenze vengono fuori. Si è deciso di fare un percorso facile per stimolare i grandi a tentare la doppietta giro tour proprio mettendo un giro facile in modo che la cosa apparisse fattibile. ma come si è visto non è addolcendo i percorsi che porti i campioni. E non sono salite come Mortirolo e Finestre che cambiano la cosa. Ad esempio la tappa del Finestre a me non piace perchè ci sono solo quelle due difficoltà nel finale. se si voleva sperare in un rimescolamento di carte si doveva fare una tappa più duro in modo che una defaillances sul finestre potesse diventare una questione di minuti.
Si poteva fare dalla Val d’Aosta San Carlo, Piccolo San Bernardo, Iseran, Moncenisio, Finestre, Sestriere, allora sì che poteva succedere di tutto

Nisky: stridacchio un pò…..in realtà penso comunque che aru possa in salita giocarsela con contador….perdendo 8 volte su 10 ma pur vincendo due!lo ha dimostrato l altro anno alla vuelta scattando nel pieno della battaglia froome contador!però ci vuole quella condizione…..se c è aru ma non è lo stesso dell altro anno significa che va più piano e quindi contador passeggia….beato lui

Salitepuntocià: Ma infatti il percorso è facile, non basta la tappa di Aprica e del Sestriere. Bastava non mettere la crono e c’era il duello Aru Contador assicurato. Quanto a facilitare la doppietta è vero, solo che nibali frooome e quintana non hanno il coraggio di contador. Ed è ovvio che se deono scegliere , scelgono quello piu remunerativo e con piu audience di GT. Poi per chi perde sia giro che tour c’è sempre la vuelta di espana, a fare da “coppa italia”… il giro è il campionato e il tour la champions …

In collaborazione con il Forum dello Scalatore

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

“Duel” (Propaganda)

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Pinzolo – Aprica

Pinzolo: pioggia debole (0,4 mm), 15,6°C, vento debole da ENE (3 Km/h), umidità al 74%
Passo del Tonale – GPM (Km 55,2) : pioggia debole (0,2 mm) e schiarite, 9,7°C (percepiti 8°C), vento moderato da N (13-16 Km/h), umidità al 66%
Aprica – GPM – 1° passaggio (Km 102,2) : pioggia debole (0,4 mm) e schiarite, 15,4°C, assenza di vento, umidità al 60%
Mazzo di Valtellina (Km 129,8) : pioggia debole (0,2 mm) e schiarite, 20,8°C, vento debole da N (6-17 Km/h), umidità al 54%
Aprica : pioggia debole (0,4 mm) e schiarite, 14,9°C, assenza di vento, umidità al 62%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Gerhard Vanzi: “Si circumvaga”
Simoni: “Per arrivare un po’ qui” (arriveranno a pezzi i corridori al traguardo?)
Martinello: “Il gruppo è cronometato”
Lelli: “La Tinkoff sono un po’ nervosi”
Iader Fabbri: “Pubblicato su una rivista autorizzata” (autorevole)
De Luca: “Bisogna aspettare il Passo Daone per le prime mosse di questa tappa”
Simoni: “Questi ultimi 2 Km segneranno questa salita”
Lelli: “Sono sul quartetto sulla testa della corsa”
Pancani: “Questa tappa sta per affrontare la seconda salita”
Martinello: “Costantun Siutsou” (Kanstantsin Siutsou)
Grafica RAI (sull’altimetria del Passo Daone): “Abetone”
De Stefano: “Contador maglia rosa con 2′35″ da Fabio Aru”
De Stefano: “Il Mortirolo è una discesa che tu conosci molto bene”
Garzelli: “Una giornata di crisa”

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo della quindicesima tappa, Marostica – Madonna di Campiglio

1° Alessandro Petacchi
2° Maximiliano Ariel Richeze a 9″
3° Nikias Arndt a 55″
4° Roger Kluge s.t.
5° Bert De Backer s.t

Classifica generale

1° Aleksejs Saramotins
2° Marco Coledan a 11″
3° Roger Kluge a 11′21″
4° Ji Cheng a 12′08″
5° Michael Hepburn a 14′21″

IL GIRO DI BERTOGLIO
Tuffo nella storia del Giro del 1975, nel quarantesimo anniversario della vittoria di Fausto Bertoglio e della fantastica conclusione dell’ultima tappa al Passo dello Stelvio. Ci condurranno indietro di 40 anni i titoli del quotidiano “L’Unità”

1 GIUGNO 1975 – 15a TAPPA: IL CIOCCO – ARENZANO

COALIZZATI I “BIG”: BATTAGLIN K.O.
Il Giro mette in scena a sorpresa una tappa drammatica che «cancella» uno dei protagonisti più attesI – In volata la spunta poi Bitossi ma Bertoglio conserva la rosa
Baronchellì, Gimondi e De Vlaeminck capeggiano l’attacco all’alfiere della Jollyceramica che giunge ad Arenzano con 9′41” di ritardo – Lotta scatenata subito in partenza: il corridore veneto resta solo, naviga a lungo in difficoltà tra gente che non gli concede cambi, si difende disperatamente, poi crolla – Propositi di abbandono e di … vendetta – Il Giro affronta il conto alla rovescia – La GBC è rimasta con un solo corridore – La ribellione del “vecchio” – Gimondi protagonista di una rivincita

ARCHIVIO ALMANACCO
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Raduno di partenza
1a tappa: San Lorenzo al Mare – Sanremo
2a tappa: Albenga – Genova
3a tappa: Rapallo – Sestri Levante
4a tappa: Chiavari – La Spezia
5a tappa: La Spezia – Abetone
6a tappa: Montecatini Terme – Castiglione della Pescaia
7a tappa: Grosseto – Fiuggi
8a tappa: Fiuggi – Campitello Matese
9a tappa: Benevento – San Giorgio del Sannio
10a tappa: Civitanova Marche – Forlì
11a tappa: Forlì – Imola (Autodromo Enzo e Dino Ferrari)
12a tappa: Imola – Vicenza (Monte Berico)
13a tappa: Montecchio Maggiore – Jesolo
14a tappa: cronometro Treviso – Valdobbiadene

In questo sguardo tra Contador e Aru cè il succo della grande sfida del Giro 2015 (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

In questo sguardo tra Contador e Aru c'è il succo della grande sfida del Giro 2015 (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

24-05-2015

maggio 24, 2015 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Lo spagnolo Mikel Landa Meana (Astana Pro Team) si è imposto nella quindicesima tappa, Marostica – Madonna di Campiglio, percorrendo 165 Km in 4h22′35″, alla media di 37,702 Km/h. Ha preceduto di 2″ il russo Trofimov e di 5″ lo spagnolo Alberto Contador Velasco (Tinkoff – Saxo). Miglior italiano Fabio Aru (Astana Pro Team), 4° a 6″. Contador Velasco è ancora maglia rosa con 2′35″ su Aru e 4′19″ sul costaricano Amador.

TOUR OF NORWAY

Il norvegese Andreas Vangstad (Team Sparebanken Sør) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Flå – Hønefoss, percorrendo 175 Km in 4h10′29″, alla media di 41,919 Km/h. Ha preceduto di 11″ il connazionale Galta e di 14″ il connazionale Kristoff. Miglior italiano Ivan Santaromita (Orica GreenEDGE), 13° a 14″. Il danese Jesper Hansen (Tinkoff – Saxo) si impone in classifica con 47″ sul norvegese Boasson Hagen e 1′05″ sullo spagnolo Lopez García. Miglior italiano Ivan Santaromita (Orica GreenEDGE), 6° a 1′33″.

WORLD PORTS CLASSIC (Paesi Bassi / Belgio)

Il belga Kris Boeckmans (Lotto Soudal) si è imposto nella seconda ed ultima tappa, Anversa – Rotterdam, percorrendo 164 Km in 3h29′54″, alla media di 46,879 Km/h. Ha preceduto gli italiani Danilo Napolitano (Wanty – Groupe Gobert) e Alessandro Bazzana (UnitedHealthcare). Boeckmans si impone in classifica con 11″ su Napolitano e sul bielorusso Hutarovich.

RONDE DE L’ISARD (Francia)

Il francese Léo Vincent (C.C.Etupes) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Foix – St. Girons, percorrendo 130,4 Km in 3h46′36″, alla media di 34,528 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Van Gestel e di 6″ il francese Bouchereau. Miglior italiano Marco Tecchio (Unieuro Wilier Trevigiani), 6° a 52″. L’italiano Simone Petilli (Unieuro Wilier Trevigiani) si impone in classifica con distanziati di 10″ sul belga De Plus e 23″ sul francese Maison

PARIS-ARRAS TOUR

Il danese Asbjørn Kragh Andersen (Team Trefor – Blue Water) si è imposto nella terza ed ultima tappa, circuito di Arras, percorrendo 164,1 Km in 3h56′13″, alla media di 41,682 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Janorschke e il francese Maldonado. Il belga Joeri Calleeuw (Verandas Willems Cycling Team) si impone in classifica, con 1″ sul connazionale Bille e 3″ sul connazionale Pardini.

AN POST RÁS (Irlanda)

Il lituano Aidis Kruopis (An Post – Chain Reaction) si è imposto nell’ottava ed ultima tappa, Drogheda – Skerries, percorrendo 132,6 Km in 2h53′27″, alla media di 45,869 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Davide Viganò (Team Idea 2010 ASD) e l’irlandese Shaw. L’austriaco Lukas Pöstlberger (Tirol Cycling Team) si impone in classifica con 1′05″ sul britannico Edmondson e 2′19″ sull’irlandese Mullen. Miglior italiano Viganò, 13° a 12′34″

BAŁTYK – KARKONOSZE TOUR (Polonia)

Due tappe disputate nell’ultimo giorno di gara.
Il mattino, il polacco Mateusz Taciak (CCC Sprandi Polkowice) si è imposto nella quinta tappa, cronoscalata Kowary – Przel. Okraj, percorrendo 11,6 Km in 25′18″, alla media di 27,510 Km/h. Ha preceduto di 36″ il connazionale Leszek Plucinski (CCC Sprandi Polkowice) e di 1′10″ il kazako Gatskiy. Plucinski è il nuovo leader della classifica con 25″ su Taciak e 53″ sul britannico Williams.
Il pomeriggio, il polacco Kamil Zieliński (Domin Sport) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, Piechowice – Karpacz, percorrendo 82 Km in 2h07′33″, alla media di 38,573 Km/h. Ha preceduto allo sprint il kazako Nikitin e l’ucraino Budyak. Invariate le prime tre della classifica, con successo finale di Plucinski.

VISEGRAD 4 BICYCLE RACE – GP SLOVAKIA

Il ceco Alois Kankovsky (Whirlpool Author) si è imposto nella corsa slovacca, circuito di Bratislava, percorrendo 151,8 Km in 3h15′43″, alla media di 46,537 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Baška e il ceco Hochmann. Unico italiano in gara, Renzo Zanelli (Kemo Dukla Trencin), 28°.

TOUR OF JAPAN

L’italiano Niccolo Bonifazio (Lampre – Merida) si è imposto nella settima ed ultima tappa, circuito di Tokyo, percorrendo 112,7 Km in 2h17′14″, alla media di 49,273 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Jones e l’italiano Nicolas Marini (Nippo – Vini Fantini). L’iraniano Mirsamad Poorseyedigolakhour (Tabriz Petrochemical Team) si impone in classifica con 24″ sul connazionale Emami e 52″ sul connazionale Askari. Miglior italiano Valerio Conti (Lampre – Merida), 21° a 7′14″

INTERNATIONALE JUNIOREN DRIEDAAGSE VAN AXEL (Paesi Bassi)

Il belga Bjorg Lambrech (AVIA W CUP C.T.) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito di Velzeke, percorrendo 93,2 Km in 2h22′57″, alla media di 39,118 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Olieslagers e il britannico Draper. Il tedesco Max Kanter (nazionale tedesca) si impone in classifica con 29″ sull’elvetico Spengler e sul britannico Bostock.

TROPHÉE CENTRE MORBIHAN (Francia)

Due tappe disputate nell’ultimo giorno di gara.
Il mattino, l’irlandese Michael O’ Loughlin si è imposto nella seconda tappa, cronometro Réguiny – Naizin, percorrendo 7,5 Km in 9′10″, alla media di 49,091 Km/h. Ha preceduto di 1″ il russo Iliichev e di 3″ il francese Louvet. Miglior italiano Tommaso Fiaschi, 29° a 27″. Il danese Anthon Charmig è il nuovo leader della classifica con 6″ su O’ Loughlin e 7″ sul danese Honore. Miglior italiano Fiaschi, 21° a 33″.
Il pomeriggio, il francese Clément Betouigt-Suire si è imposto nella terza ed ultima tappa, Noyal-Pontivy – Locminé, percorrendo 102,2 Km in 2h29′05″, alla media di 41,131 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Philipsen e il russo Rostovcev. Miglior italiano Ottavio Dotti, 9°. Il danese Anthon Charmig si impone in classifica con 6″ su O’ Loughlin e 7″ su Honore. Miglior italiano Fiaschi, 20° a 33″.

SOLO SPAGNA A CAMPIGLIO: VINCE LANDA, CONTADOR PADRONE

maggio 24, 2015 by Redazione  
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Il basco approfitta del marcamento tra Contador e Aru per allungare all’ultimo chilometro e scavalcare Trofimov, regalando alla squadra kazaka il secondo successo di tappa al Giro. Il madrileno, capace di rintuzzare tutti gli attacchi della Astana, allunga leggermente in classifica, grazie anche agli abbuoni raccolti al traguardo volante e all’arrivo. Amador difende il terzo posto provvisorio, ma Landa si porta vicinissimo al podio. Esce di classifica Uran, arrivato a 8’ dal vincitore.

Dopo la prova di forza della cronometro di Valdobbiadene, Alberto Contador ne ha offerta una altrettanto convincente nella prima tappa alpina, da Marostica a Madonna di Campiglio, pur al cospetto di una Astana forse ancor più dominante rispetto alla prima settimana. A poco sono valsi il forcing della corazzata kazaka iniziato sul Passo Daone e la manovra a tenaglia orchestrata da Landa e Aru nell’ultimo tratto dell’ascesa finale, se non a conquistare, grazie al basco, il secondo successo di tappa al Giro, dopo quello di Paolo Tiralongo una settimana fa. Una vittoria che Landa ha riscosso anche grazie al marcamento tra la maglia rosa e il sardo, che stava addirittura per favorire un Trofimov inaspettatamente affermatosi come quarta forza in salita, ma che si è soprattutto meritato sul campo, dimostrando un passo in salita comparabile a quello del più illustre connazionale e di certo superiore a quello del capitano. Un risultato – quello del successo parziale – non secondario in presenza di un avversario parso sin qui quasi inscalfibile, accompagnato peraltro da un significativo balzo in avanti in classifica proprio dell’iberico, salito dal settimo al quarto posto, a meno di mezzo minuto dal podio provvisorio di Amador.
Malgrado il primo appuntamento con le Alpi fosse sulla carta il più agevole, il bilancio della giornata parla di una classifica generale rivoluzionata, con distacchi significativi già alle spalle del quartetto di testa e pesantissimi appena fuori dalla top 10, con il 12°, Ryder Hesjedal, già ad oltre 3 minuti. Merito anche di una serie di cadute ed errori che hanno spaccato il drappello dei migliori nella discesa del Passo Daone, e soprattutto dell’andatura forsennata che ha contrassegnato i primi 50 km abbondanti di corsa, passati alla ricerca della fuga di giornata.
Ci è infatti voluta più di un’ora perché la Tinkoff desse il suo beneplacito ad un tentativo, compiendo fino ad allora uno sforzo che non ha mancato di pagare nell’ultima fase di gara. A ricevere il semaforo verde, ormai a metà della salita di La Fricca, sono stati Giovanni Visconti, Ilnur Zakarin e Beñat Intxausti, raggiunti poi in discesa prima da Sergio Paulinho, quindi da Hubert Dupont, Diego Rosa, Matteo Montaguti, Kanstantsin Siutsou, e infine da Brent Bookwalter e Francesco Gavazzi.
I dieci così riunitisi hanno raggiunto un vantaggio massimo di tre minuti e mezzo, quando la collaborazione, precaria sin dall’inizio e minata dalla presenza di un uomo Astana e un uomo Tinkoff, intenti a controllarsi fra loro, è saltata definitivamente, provocando prima un rallentamento e poi la spaccatura del drappello. I primi a salutare la comitiva sono stati Visconti e Siutsou, raggiunti poco più tardi da Bookwalter e Dupont, mentre Gavazzi ha atteso un istante di troppo a lanciarsi all’inseguimento, restando a lungo nella terra di nessuno, prima di essere riassorbito dal plotone ai piedi del Daone, come poco prima era toccato agli altri ex battistrada.
Bookwalter si è arreso già sulle prime rampe, mentre il margine dei superstiti, di poco superiore ai due minuti all’imbocco dell’ascesa, veniva lentamente eroso prima dall’azione della Tinkoff, poi da quella della Astana. Ed è stato proprio l’avvento in testa degli uomini di Aru ad accendere la tappa, portando alla formazione di un drappello di 20-25 unità, nel quale le maglie azzurre al fianco del leader erano ben cinque, mentre Contador pedalava affiancato dal solo Rogers, con Kreuziger e Basso già attardati.
La situazione, già critica per il madrileno, si è aggravata nella tecnicissima discesa seguente, lungo la quale l’australiano è stato fra le vittime del buco provocato in gruppo dall’abbondanza di errori e cadute, insieme – tra gli altri – a Jurgen Van den Broeck. In fondo alla picchiata, ben cinque Astana attorniavano così una maglia rosa isolata, in un gruppo di appena quattordici elementi, tra i quali non figuravano né un Richie Porte ormai fuori corsa, né un Uran piantatosi non appena la corsa si è accesa.
In una situazione di non semplice gestione, Contador ha dato prova di personalità e lucidità trovando il tempo di sprintare al traguardo volante di Pinzolo, cogliendo un 2° posto (davanti resisteva ancora Dupont con un pugno di secondi di margine), mentre una Astana distratta non spediva neppure Aru a limitare i danni con la terza piazza.
Sperando di fiaccare la resistenza del capoclassifica, il trenino azzurro – pur orfano di un Cataldo inopinatamente saltato sulle ultime rampe del Daone – ha monopolizzato larga parte della salita finale, con Rosa, Tiralongo e Kangert a scandire un passo che ha ridotto il drappello dei migliori ai soli Landa, Aru, Contador, Amador, König, Trofimov e Kruijswijk. Soltanto nel centro di Madonna di Campiglio, a 3 km dall’arrivo, approfittando delle prime rampe degne di nota, i due leader della formazione di Beppe Martinelli sono entrati in azione, con il primo affondo di Landa. Un attacco prontamente rintuzzato da Contador e invece molto indigesto ad Aru, che ha avuto bisogno di diverse centinaia di metri per riportarsi sotto, dopo che la maglia rosa era sembrata tentata dall’idea di prendere in mano la situazione. Il sardo, per non lasciare nulla di intentato, ha piazzato ugualmente un allungo ai -2, ma il paragone con il secondo scatto di Landa, arrivato poco dopo con esito analogo al primo, è risultato impietoso.
Le fasi di stallo tra un’accelerazione e l’altro hanno permesso a Trofimov di riportarsi sempre sulla testa della gara, approfittando quindi del marcamento fra i tre migliori scalatori del Giro per allungare in sordina all’ultimo chilometro. Contador è parso indeciso sul da farsi, ora dando la sensazione di voler andare in caccia della tappa, ora guardando in faccia i due Astana con l’aria di chi non ha alcuna intenzione di farsi carico dell’inseguimento, e a 700 metri dal termine l’azione del russo sembrava destinata al successo. Il terzo scatto di Landa, però, ha finalmente ottenuto il via libera della maglia rosa, che ha così dato modo al basco di saltare agilmente Trofimov e di cogliere un più che meritato successo di tappa, mentre i primi due della generale si accontentavano dello sprint per la terza piazza, dominato da Contador.
Con l’eccezione di Kruijswijk e Amador, giunti a 38 e 42 secondi rispettivamente, per tutti gli altri i distacchi si sono misurati in minuti: 1’ netto per König, 1’10’’ per Kangert, 1′49’’ per Geniez, 2’13’’ per Caruso, 2’18’’ per Monfort, e oltre 3’ per tutti gli altri, con Van den Broeck a 5’47’’ e Uran a 8’.
L’inevitabile conseguenza è stato lo sconvolgimento, perlomeno nelle posizioni alle spalle del podio, di una generale che vede ora Contador condurre con 2’35’’ su Aru e 4’19’’ su Amador, incalzato ora da Landa (+4’46’’). König, ormai definitivamente libero da qualsiasi dovere nei confronti di Richie Porte (oggi attardato di 27’), si issa in quinta posizione, a 6’36’’, davanti a Trofimov (+6’58’’) e Caruso (+7’10’’). Monfort, ora 8° a 8’20’’, si candida a scalzare Van den Broeck (11° a 10’05’’) come leader Lotto, mentre la top 10 viene completata da Visconti (+9’53’’) e Geniez (+10’03’’).
Prima di proseguire nella scorpacciata alpina, il Giro si concederà domani il secondo ed ultimo giorno di riposo. La testa sarà già al Mortirolo, sul quale, martedì, si capirà forse definitivamente se questo Giro può ancora dirsi aperto, o se l’interesse si dovrà concentrare soltanto su chi apparirà al fianco di Contador sul podio di Milano.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO
1 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 4:22:35
2 Yury Trofimov (Rus) Team Katusha 0:00:02
3 Alberto Contador (Spa) Tinkoff-Saxo 0:00:05
4 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:00:06
5 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNL-Jumbo 0:00:38
6 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:00:42
7 Leopold Konig (Cze) Team Sky 0:01:00
8 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team 0:01:10
9 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:01:49
10 Damiano Caruso (Ita) BMC Racing Team 0:02:13
11 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:02:18
12 Ryder Hesjedal (Can) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:03:11
13 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team 0:03:48
14 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 0:03:50
15 Carlos Betancur (Col) AG2R La Mondiale 0:04:46
16 Sébastien Reichenbach (Swi) IAM Cycling 0:05:05
17 Sylwester Szmyd (Pol) CCC Sprandi Polkowice 0:05:10
18 Mikel Nieve (Spa) Team Sky 0:05:11
19 Amaël Moinard (Fra) BMC Racing Team 0:05:14
20 Igor Anton (Spa) Movistar Team
21 Ion Izagirre (Spa) Movistar Team
22 Jonathan Monsalve (Ven) Southeast Pro Cycling 0:05:20
23 Roman Kreuziger (Cze) Tinkoff-Saxo 0:05:33
24 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Lotto Soudal 0:05:47
25 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:06:17
26 Kanstantsin Siutsou (Blr) Team Sky 0:06:32
27 Sebastian Henao (Col) Team Sky
28 Darwin Atapuma Hurtado (Col) BMC Racing Team 0:06:55
29 Diego Rosa (Ita) Astana Pro Team 0:07:21
30 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 0:07:50
31 Fabio Felline (Ita) TrekRacing
32 David De La Cruz (Spa) Etixx – Quick-Step 0:08:00
33 Damiano Cunego (Ita) Nippo – Vini Fantini
34 Rigoberto Uran (Col) Etixx – Quick-Step
35 Grega Bole (Slo) CCC Sprandi Polkowice
36 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team
37 Mauro Finetto (Ita) Southeast Pro Cycling
38 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani CSF
39 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr
40 Andre Cardoso (Por) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:08:55
41 Edoardo Zardini (Ita) Bardiani CSF 0:09:36
42 Benat Intxausti (Spa) Movistar Team 0:11:18
43 Brent Bookwalter (USA) BMC Racing Team 0:12:05
44 Luca Chirico (Ita) Bardiani CSF 0:14:02
45 Alessandro Bisolti (Ita) Nippo – Vini Fantini
46 Ivan Basso (Ita) Tinkoff-Saxo
47 Axel Domont (Fra) AG2R La Mondiale
48 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team
49 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo
50 Sergey Lagutin (Rus) Team Katusha

CLASSIFICA GENERALE
1 Alberto Contador (Spa) Tinkoff-Saxo 60:01:34
2 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:02:35
3 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:04:19
4 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 0:04:46
5 Leopold Konig (Cze) Team Sky 0:06:36
6 Yury Trofimov (Rus) Team Katusha 0:06:58
7 Damiano Caruso (Ita) BMC Racing Team 0:07:10
8 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:08:20
9 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team 0:09:53
10 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:10:03
11 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Lotto Soudal 0:10:05
12 Roman Kreuziger (Cze) Tinkoff-Saxo 0:10:31
13 Ryder Hesjedal (Can) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:11:17
14 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNL-Jumbo 0:11:42
15 Rigoberto Uran (Col) Etixx – Quick-Step 0:12:15
16 Ion Izagirre (Spa) Movistar Team 0:14:10
17 Damiano Cunego (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:15:48
18 Amaël Moinard (Fra) BMC Racing Team 0:16:07
19 Mikel Nieve (Spa) Team Sky 0:16:33
20 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team 0:17:01
21 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:17:06
22 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team 0:18:53
23 Darwin Atapuma Hurtado (Col) BMC Racing Team 0:19:41
24 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 0:23:56
25 Carlos Betancur (Col) AG2R La Mondiale 0:29:48
26 Diego Rosa (Ita) Astana Pro Team 0:30:53
27 Richie Porte (Aus) Team Sky 0:35:57
28 Sébastien Reichenbach (Swi) IAM Cycling 0:43:53
29 Andre Cardoso (Por) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:46:56
30 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 0:52:04
31 Benat Intxausti (Spa) Movistar Team 0:53:46
32 Jonathan Monsalve (Ven) Southeast Pro Cycling 0:57:17
33 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 0:57:54
34 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani CSF 1:04:26
35 Pavel Kochetkov (Rus) Team Katusha 1:14:26
36 Luis Leon Sanchez (Spa) Astana Pro Team 1:00:33
37 Philippe Gilbert (Bel) BMC Racing Team 1:08:03
38 Fabio Felline (Ita) TrekRacing 1:10:24
39 Mauro Finetto (Ita) Southeast Pro Cycling 1:10:34
40 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 1:11:00
41 Martijn Keizer (Ned) Team LottoNL-Jumbo 1:11:19
42 Kanstantsin Siutsou (Blr) Team Sky 1:13:47
43 Grega Bole (Slo) CCC Sprandi Polkowice 1:20:48
44 Igor Anton (Spa) Movistar Team 1:22:47
45 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team 1:23:24
46 Esteban Chaves (Col) Orica GreenEdge 1:23:53
47 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 1:24:14
48 Sergey Lagutin (Rus) Team Katusha 1:25:29
49 Jan Polanc (Slo) Lampre-Merida 1:27:00
50 David De La Cruz (Spa) Etixx – Quick-Step 1:27:26

Mikel Landa alza le braccia sul traguardo di Madonna di Campiglio (foto Getty Images Sport)

Mikel Landa alza le braccia sul traguardo di Madonna di Campiglio (foto Getty Images Sport)

MAROSTICA – MADONNA DI CAMPIGLIO: IL GIRO RITROVA LA SALITA DOLENTE

maggio 24, 2015 by Redazione  
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Neanche il tempo di digerire l’interminabile crono di Valdobbiadene e andrà subito in scena il primo atto alpino del Giro 2015. La vicinanza di due degli appuntamenti “cardine” della corsa rosa sicuramente influenzerà gli esiti di una tappa che vedrà i momenti più palpitanti sulla durissima salita del Passo Daone, primo piatto di una frazione che offrirà la seconda portata lungo l’ascesa finale, più pedalabile della precedente e, anche per questo motivo, resa più saporita dagli organizzatori inserendo un’inedita appendice finale che, dal luogo dove Pantani colse il suo ultimo successo in rosa, condurrà sino ai 1715 metri del Rifugio Patascoss.

Madonna di Campiglio. È un nome intriso di dolore per gli appassionati di ciclismo che, tra il 4 e il 5 giugno 1999, assistettero al rapido declino di Pantani, precipitato dalle stelle dell’ennesima tappa conquistata in quell’edizione, proprio in Campiglio, alle stalle dell’allontanamento dal Giro per la storia dell’ematocrito fuori norma e per tutto quello che quel fatto si trascinò dietro, sospetti e accuse, giù giù fino alla drammatica morte del “Pirata”. Ed è anche per questo che, per un quindicennio buono, la corsa rosa è girata al largo da quella località “maledetta”, troppo il carico di dolore anche per portarvi una tappa dell’edizione dello scorso anno, quella nella quale si celebrava il 10° anniversario della scomparsa di Pantani. Ma nel frattempo qualcosa era cambiato, era tornato a sbocciare l’amore tra la “perla delle Dolomiti di Brenta” e il ciclismo e la scintilla era scaturita nel mese di luglio di due anni fa quando, sbarcato in Italia per festeggiare la sua 70a edizione, il Giro di Polonia aveva scelto di far concludere la prima tappa proprio lassù. Il ponte verso il Giro d’Italia era, dunque, lanciato e la corsa rosa l’ha colto, con un anno di ritardo proprio per non far riaprire ancor di più una ferita sempre sanguinante e con una tappa che sarebbe piaciuta parecchio allo scalatore di Cesenatico che, come detto, a Madonna colse l’ultimo dei suoi otto traguardi di tappa al Giro. Ricordiamoli tutti, è sempre un piacere, partendo dal duetto Merano-Aprica dell’anno della consacrazione, il 1994, passando poi per le frazioni di Piancavallo e Plan di Montecampione del Giro che conquistò nel 1998, due mesi prima della storica doppietta del Tour de France; poi, nel drammatico 1999, ecco le cinque affermazioni a raffica al Gran Sasso d’Italia, a Oropa, all’Alpe di Pampeago e, infine, a Madonna di Campiglio, giunta al termine di quella che sembrava la frazione meno adatta alle caratteristiche del “Pirata”, con i facili passi di Ballino e del Durone a far da antipasti alla non certo impegnativa salita finale, presa dal lato di Pinzolo. Quest’anno si arriverà dalla medesima direzione ma, come anticipato, per solennizzare il ritorno del Giro in Campiglio e non far rimpiangere troppo il ricordo di Pantani s’è optato per un tracciato più accattivante… anzi, decisamente più cattivo poiché al posto del morbido Durone si salirà sull’arcigno Daone e la stessa ascesa finale sarà più selettiva poichè si arriverà più in alto rispetto al 1999, addizionandola di un’appendice finale inedita. Ci attende, dunque, un’altra giornata di grande ciclismo, una frazione che potrebbe rivelarsi più selettiva del previsto alla luce degli effetti provocati dalla cronometro individuale di ventiquattrore prima e delle sue conseguenze, che potrebbero essere amare per chi avrà fatto ottimi tempi fra Treviso e Valdobbiadene, sprecando però troppe e preziose energie.
La prima giornata alpina si aprirà a Marostica, la città della famosa partita a schacchi giocata in Piazza Castello con pedine viventi, che per il mondo del ciclismo e il Giro rappresenta la patria di Giovanni Battaglin – vincitore dell’edizione 1981 della corsa rosa, che conseguì appena un mese dopo essersi imposto nella Vuelta – e della “Rosina”, conosciutissima salitella che è sempre stata inserita nel tracciato del Giro quando si trova a transitare da queste parti, come quella volta (2005) che la tappa di Zoldo Alto scattò proprio da Marostica e si salì sulla Rosina subito dopo il via. Non sarà così quest’anno poiché la tappa decollerà in pianura e nessuna difficoltà altimetrica incontreranno i “girini” nei primi 50 Km, tracciati ai piedi dell’Altopiano d’Asiago, muovendo inizialmente in direzione di Thiene, dove si trova l’interessante Villa Da Porto Colleoni, popolarmente detta “Il Castello”, che è stata set cinematografico in due occasioni, nel 1971 con “La notte che Evelyn uscì dalla tomba” e nel 2004 con “Il mercante di Venezia”, coproduzione che vide l’attore britannico Jeremy Irons aggirarsi tra gli ambienti della nobile dimora.
Lasciata Thiene il tracciato s’incanalerà nella Val d’Astico, portandosi lentamente ai piedi della prima salita prevista dal tracciato, il facile Passo della Fricca (11,4 Km al 5,6%, massima del 14,4%), al quale si giungerà dopo esser entrati nel territorio del Trentino e aver lambito l’altopiano di Lavarone, nel quale si trova uno dei più antichi laghi delle alpi e che conserva ancora parti delle fortificazioni erette dagli austro-ungarici in occasione della Prima Guerra Mondiale, come il Forte Belvedere Gschwent, l’unico rimasto intatto. Una tra le discese più lunghe di questa edizione, poco più di 20 Km, proietterà il gruppo tra le strade di Trento, dove si sfreccerà ai piedi dell’antico colle del Malconsey, ribattezzato nel 1300 nel più beneaugurante Buonconsiglio e sul quale troneggia il monumento simbolo della città, l’omonimo castello che fu la residenza dei principi-vescovi che ressero il Principato vescovile di Trento dal 1027 al 1801, anno nel quale il piccolo stato fu secolarizzato e annesso al filo-napoleonico Regno di Baviera. È anche la città dove si svolsero in gran parte le sessioni dello storico concilio che, tra il 1545 e il 1563, riformò la Chiesa Cattolica nel tentativo di conciliare cattolici e protestanti e che vide la congregazione generale del concilio radunarsi nella rinascimentale chiesa di Santa Maria Maggiore, elevata nel 1973 da Papa Paolo VI alla dignità di basilica minore.
Terminata la discesa sul capoluogo trentino subito si riprenderà il discorso con la salita, andando ad affrontare i cinque pedalabili chilometri al 5,4% (max del 13%) del Passo di Cadine – piccolo ma importante valico poiché rappresenta lo spartiacque tra l’Adige e il Sarca, due tra i più importanti fiumi della regione – planando poi verso i piccoli laghi di Santa Massenza e di Toblino, nelle cui acque si specchia l’omonimo castello, oggi sede di un ristorante, in passato appartenuto alla potente famiglia Madruzzo e teatro della leggendaria “liaison” peccaminosa tra il principe-vescovo di Trento Carlo Emanuele Madruzzo e la sua amante Claudia Particella, divenuta celebre anche grazie a Benito Mussolini che, prima di entrare in politica, fu anche giornalista e, su incarico di Cesare Battisti, scrisse per il quotidiano socialista “Il Popolo” un romanzo a puntate sulla vicenda, pubblicato tra il 20 gennaio e l’11 maggio 1910.
Tocca ora alla terza ascesa di giornata, l’ultima tra quelle facili, che con tre lunghe gallerie va a superare la suggestiva gola del Limarò, un tempo percorribile esclusivamente tramite una mulattiera che si arrampicava con 22 tornanti sino al Passo della Morte, in epoca mediovale teatro dell’omicidio di Aliprando di Castel Toblino, promesso sposo di Ginevra di Stenico, che fu pugnalato a morte dal rivale in amore Graziadeo di Castel Campo. La leggenda racconta che l’omicida poi impazzirà e che il suo fantasma vaghi ancora in queste zone nelle notti di luna piena, assieme allo spirito del monaco al quale i suoi familiari chiesero ripetutamente una supplica perché lo guarisse dalla follia.
Sbucati dal canyon, i “girini” giungeranno alle Terme di Comano, località di cura già nota in epoca medioevale e che in passato ha ospitato due tappe del Giro, vinte da Luciano Conati (1976) e dallo spagnolo Iban Mayo (2007). Sono gli ultimi scampoli di tranquillità di questa tappa, ma tra i migliori comincerà a serpeggiare un certo nervosismo perché, di lì a breve, si attaccherà il tremendo Passo Daone, novità della corsa rosa già sperimentata in passato al Giro del Trentino che nel 2001 pose addirittura un traguardo di tappa in vetta, dove s’impose Francesco Casagrande al termine degli impegnativi 8,4 Km della scalata, caratterizzata da una pendenza media del 9,2%, da un muro iniziale di 2,2 Km all’11,3% e da un picco del 14%. Non meno impegnativa si presenterà la successiva picchiata all’8,8% (su 7,3 Km), nel corso della quale gli staccati molto difficilmente riusciranno a recuperare a causa della sede stradale piuttosto stretta, a meno di non essere dei funamboli alla Savoldelli. La strada tornerà morbida sotto le ruote per poco meno di 4 Km, pedalando in lieve falsopiano sul fondovalle della Val Rendena in direzione di Pinzolo, il centro principale, situato nel punto dove confluiscono due dei tre torrenti che danno vita al fiume Sarca e presso ll quale si trova l’interessante chiesetta cimiteriale di San Vigilio, famosa per la danza macabra affrescata all’esterno da Simone II Baschenis nel 1539. Un altro luogo di culto affrescato esternamente da un altro esponente dei Baschenis – si pensa Cristoforo, il padre di Simone – si trova a Sant’Antonio di Mavignola, antico alpeggio dei pinzolesi oggi divenuto una piccola località di villeggiatura situata nel tratto iniziale dell’ascesa verso Madonna di Campiglio. Corrisponde con gli ultimi 15,5 Km di questa prima frazione alpina, in gran parte pedalabili (la media complessiva è del 5,9%) ma è oramai arcinoto che l’abbinamento tra una salita dura, il Daone, e una decisamente più morbida come quella che conduce in Campiglio solitamente fa più sfracelli del previsto, finendo per far dilatare i distacchi accusati in precedenza. Ancor più stavolta che, come anticipato, ci sarà un tratto conclusivo inedito e che, per giunta, sarà il più impegnativo sotto l’aspetto delle pendenze, con un picco del 12% pedalando verso il Rifugio Patascoss, oltre il cielo solleticato dalle braccia levate di Pantani il 4 giugno 1999.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella di Carbonare (1074). Quotata 1080 sulle cartine del Giro 2015, coincide con l’omonima frazione di Folgaria, situata all’incrocio tra la SS 349 “di Val d’Assa e Pedemontana Costo” e la SS 350 “di Folgaria e di Val d’Astico”. Costituisce una delle porte d’accesso all’altopiano di Lavarone.

Passo della Fricca (1110). Quotato 1096 sulle cartine del Giro 2015, dove è semplicemente chiamato “La Fricca”, è attraversato in galleria dalla SS 349 “di Val d’Assa e Pedemontana Costo” tra Carbonare e Centa San Nicolò. È stato traguardo GPM in due occasioni, nel 1970 nel corso della Rovereto – Bassano del Grappa, vinta dal belga Walter Godefroot, e nel 1972 durante la Solda – Asiago vinta dal connazionale Roger De Vlaeminck: a scollinare in testa furono rispettivamente il belga Emile Cambré e lo spagnolo Santiago Lazcano.

Sella di Vigolo-Vattaro (725). Coincide con l’omonimo abitato, toccato dalla SS 349 “di Val D’Assa e Pedemontana Costo”, lungo la discesa dal Passo della Fricca a Trento. Quotata 708 sulle cartine del Giro 2015. Vigolo Vattaro è stato sede di un GPM nel 1990, conquistato dal francese Gérard Rué durante la tappa Brescia – Baselga di Pinè (vinta dal connazionale Eric Boyer)

Passo di Cadine (494). Spartiacque tra i bacini dell’Adige e del Sarca, vi transita la SS 45 bis “Gardesana Occidentale” tra il bivio per il Monte Bondone e l’omonima località.

Sella del Gaidos (495m). Vi transita la SS 45 bis “Gardesana Occidentale”, tra Vigolo Baselga e Vezzano.

Passo della Morte (510). Superato in galleria dalla SS 237 “del Caffaro”, tra Sarche e Terme di Comano.

Passo Daone (1292). Quotato 1298 sulle cartine del Giro 2015 è attraversato dalla strada che mette in comunicazione Preore con Spiazzo, evitando il passaggio da Tione di Trento.

RINGRAZIAMENTI

Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY


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Marostica, Piazza degli Scacchi

Villa Da Porto Colleoni di Thiene vista nel film La notte che Evelyn uscì dalla tomba (www.davinotti.com)

Villa Da Porto Colleoni di Thiene vista nel film ''La notte che Evelyn uscì dalla tomba'' (www.davinotti.com)

Forte Belvedere Gschwent (www.visitvalsugana.it)

Forte Belvedere Gschwent (www.visitvalsugana.it)


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Trento, Castello del Buonconsiglio


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Trento, Basilica di Santa Maria Maggiore

Castel Toblino


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Castello di Stenico

La salita a tornanti verso il Passo Daone (www.trentinoexperience.net)

La salita a tornanti verso il Passo Daone (www.trentinoexperience.net)

Passo Daone (www.kijiji.it)

Passo Daone (www.kijiji.it)


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Un tratto dell’impegnativa discesa dal Passo Daone


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Pinzolo, chiesa di San Vigilio


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La chiesetta affrescata dal Baschenis a Sant’Antonio di Mavignola


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Il viale di Madonna di Campiglio dove Marco Pantani colse la sua ultima vittoria di tappa al Giro

Una delle piste da sci di Madonna di Campiglio e, in trasparenza, l’altimetria della quindicesima tappa del Giro 2015 (news.mondoneve.it)

Una delle piste da sci di Madonna di Campiglio e, in trasparenza, l’altimetria della quindicesima tappa del Giro 2015 (news.mondoneve.it)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI VALDOBBIADENE

maggio 24, 2015 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Anche quest’anno ilciclismo.it, proporrà, poche ore dopo la conclusione della tappa, l’oramai tradizionale almanacco zeppo di golosità: cominceremo dalla rassegna stampa internazionale, passando poi il parere dei tifosi, la colonna sonora del giorno, le previsioni del tempo per la tappa successiva, le “perle” dei telecronisti, il Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e il ricordo di un Giro passato (abbiamo scelto il 1975, nel 40° anniversario della vittoria di Fausto Bertoglio).

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Contador vola e torna rosa! Adesso Aru insegue a 2′28″ (Gazzetta dello Sport)

Giro d’Italia: Contador stacca Aru nella cronometro e si riprende la maglia rosa (Corriere della Sera)

Gran Bretagna

Contador regains pink jersey in Giro (The Times)

Francia

Contador met les choses au point (L’Equipe)

Spagna

Festival de Contador en la crono y recupera el rosa – Contador: “A veces la mejor defensa es un buen ataque” (AS)

Contador enfila el Giro – Recupera el liderato (Marca)

Contador recupera la ‘maglia’ rosa – Contador: “La mejor defensa, un buen ataque” – Aru: “No estoy contento, felicitaciones a Alberto” (El Mundo Deportivo)

Belgio

Giro : Contador reprend le maillot rose (Le Soir)

Alberto Contador overklast Fabio Aru in Giro (De Standaard)

Giro : Contador reprend les commandes, Jurgen Van den Broeck dans le top 5 (L’Avenir)

14e étape du Tour d’Italie: Contador reprend le maillot rose de leader après le CLM, Jurgen Van den Broeck dans le top 5 (Sudinfo.be)

Paesi Bassi

Contador slaat keihard toe (De Telegraaf)

Germania

Giro: Contador holt sich Rosa Trikot zurück (Berliner Zeitung)

Slovenia

Giro d’Italia: Contador si je v kronometru povrnil rožnato majico (Delo)

Stati Uniti

Contador Back in Pink With Sparkling Time Trial (The New York Times)

Costa Rica

Andrey Amador es tercero en la general del Giro en día histórico para el ciclismo costarricense (La Nación)

Colombia

Urán ya es cuarto en el Giro de Italia; Contador recuperó el liderato – ‘No tuve las mejores piernas’: Rigoberto Urán (El Tiempo)

Rigoberto Urán, cuarto en la general del Giro (El Espectador)

Australia

I’ve just been unlucky: Porte may quit Giro (The Age)

’It might make sense to just get out of here’(Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

PRIMA DELLA TAPPA

Mauro Facoltosi: Previsioni sulla tappa? Quanto influirà la pioggia?

Jack.ciclista: Il percorso è per cronoman puri, le salite sono molto agevoli e gli strappi più impegnativi sono poche centinaia di metri. Secondo me vista anche la lunghezza e i primi 40km in leggera salita oggi fioccano minuti. (poi magari mi sbaglio)

Nebe1980: la pioggia influirà molto, specialmente per la lunghezza del tracciato con la concreta possibilità che alcuni trovino il bagnato su punti diversi rispetto ad altri. Le crono hanno il problema che i corridori si trovano a gareggiare in condizioni che possono essere differenti. Se ad esempio si mette a piovere quando parte l’ultimo oppure la strada si asciuga ecco che i valori sono falsati

Profpivo: Distacchi abissali secondo me, anche le salite sono pedalabili, da cronomen. E le strade non presentano grosse difficoltà tecniche nemmeno col bagnato. Vedo bene Uran e Cataldo (sempre se la fa a tutta).

DOPO LA TAPPA

Mauro Facoltosi: Vittoria di Kiryienka, Contador (3° a 14″) stacca di 2′47″ ad Aru (quasi 3 secondi al chilometro) e torna in rosa con 2′28″ sul corridore sardo. Commenti?

Howling Wolf14: Difesa dignitosa di Aru, in linea con le previsioni. Purtroppo per il 1° posto finale non c’è più gara. Ora Movistar, Astana, Sky, Bmc ecc. dovranno cercare di attaccare Contador con qualche attacco da lontano con le seconde punte. E’ l’unica possibilità per logorare la Saxo. Resta il fatto che è un Giro comunque povero di protagonisti. E’ vero che tra Contador e quasi tutti gli altri c’è una grande differenza. Però sarebbe stato un Giro diverso se al via, oltre allo spagnolo, ci fossero stati anche Quintana, Nibali e Froome.

Jack.ciclista: Salvo imprevisti colpi di scena Contador ha ora la possibilità di dosare gli sforzi per arrivare meno logoro al tour. Dove, con buona pace degli avversari, si porterà a casa la maglia gialla

Howling Wolf14: Beh, lì non sarà una passeggiata come al Giro, dove effettivamente non deve nemmeno dar fondo a tutte le sue energie per imporsi. Al Giro non ha avversari. Proprio zero. Al TdF ci sarà per lo meno Quintana. Ma anche Nibali. E pure Froome. Di sicuro ci sarà più spettacolo.

Nebe1980: Comunque Kiryenka è un fortissimo, a me è sempre piaciuto. Nel 2011 nella tappa delle finestre si è sciroppato gli ultimi 40 Km da solo e oggi ha corso una crono formidabile. Ora ha anche la suà età ma in effetti la tappa di oggi favoriva gli uomini con esperienza. Spero solo che Aru e compagnia non decidano di correre per il secondo posto

Howling Wolf14: Da come li ho visti negli ultimi giorni, temo che Aru più che per il 2° posto a questo punto abbia più interesse a correre per qualche vittoria di tappa. Se poi riesce a rimanere sul podio, tanto meglio. Sennò l’Astana può puntare su Landa, che sembra più brillante del sardo. In qualche tappa giocheranno la carta Cataldo, facendolo partire da lontano, ma alla Saxo basterà controllare.

Nisky: il povero Porte per il quale simpatizzo ma non mi esaltavo tanto che a inizio giro trovavo assurdo la sua quota scommesse…..ha dimostrato oggi tutti i suoi limiti!di corridori buoni ce n è in giro ma per i GT serve soprattutto la testa e lui ha commesso tanti errori!il giro non è poi povero di protagonisti!è contador che è troppo forte per questi protagonisti!Aru l altro anno alla vuelta se la giocava col madrileno e se non sbaglio l ha pure staccato qualche volta! Froome che viene nominato alla vuelta dell altro anno ha fatto la fine dell uran o aru di turno!chiaro che ad oggi è meglio ma è contador che ha testa cuore e gambe migliori!se al posto di porte ci fosse stato contador, oggi non avrebbe preso 4 minuti e da domani iniziava ad attaccare gia sul daone…porte invece medita il ritiro!

Vittorio P: Bisogna ammettere che questo Giro è un fallimento.
Puoi mettere tutte le montagne del mondo, ma se non ci sono i campioni a correre, diventa la serie B. Contador è l’unico di seria A (tanto di cappello, spero nella doppietta), ma l’adrenalina di vedere al – VIA! – gente come Quintana, Nibali, Froome e Contador (e tutti gli latri!) non pul vincerla né il Mortorolo (Nortirolo per l’amico puntocià), né il Finestre, né alcuna salita. A me basterebbe Campitello Matese e Madonna di Campiglio, ma con TUTTI I BIG. Rimpiango da sempre Zomegnan che, da questo punto di vista, sapeva il fatto suo. Con buona pace di Aru e Uran Uran (Porte nemmeno lo cito) è questo un Giro di comprimari. A meno di cadute o cose strane, la maglia rosa sarà di Contador, che almeno spera che vinca! per il blasone e il prestigio del Giro stesso. (Quando è un corridore a portare blasone a una corsa e non viceversa, vuol dire che la gestione della stessa è fallimentare).

Salitepuntocià: Contador è di un altro pianeta. Aru mi aspettavo perdesse meno di 2′. Porte ho sempre detto che era solo un gregario e che al Giro (quello vero duro) non avrebbe portato lustro. Pensavo che a un Giro facile potesse entrare nel podio, anche ho sepre fatto notare che è piu adatto per brevi gare a tappe e non sulle 3 settimane. Ebbene, FA PIU SCHIFO DI QUEL CHE GIA DICEVO. Da buon gregario a normale gregario. Aspettiamo dopo i fallimenti sky:di Wiggin’s e Porte , anche quello nel futuro di Froome al Giro, se verrà… Uran totalmente fuori forma o è finito. L’anno scorso dominava la crono su Quintana perdendo il giro per le moto, quest’anno pare la controfigura. Voto 1 agli organizzatori per avere fatto un Giro facile, con il solo Nortirolo e Finestre a salvarlo in parte. Senza la maxi crono, il giro era forse piu aperto. Il tour insegna, Contador la non ha la maxi crono a disposizione, avrebbe fatto doppietta, mentre con pochi km, se la dovrà sudare e non lo ritengo unico favorito.

In collaborazione con il Forum dello Scalatore

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Bang Bang (Nancy Sinatra)

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Marostica – Madonna di Campiglio

Marostica : cielo coperto con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 18,7°C, vento debole da NE (8-10 Km/h), umidità al 63%
La Fricca – GPM (Km 60,1) : pioggia debole (0,2 mm), 13°C, vento debole da ENE (3-5 Km/h), umidità al 64%
Ponte Arche – traguardo volante (Km 114,2) : pioggia debole (0,2 mm) e schiarite, 18,2°C, vento debole da E (2 Km/h), umidità al 63%
Pinzolo – traguardo volante (Km 148,7) : pioggia debole (0,4 mm) e schiarite, 15,6°C, vento debole da SE (2 Km/h), umidità al 65%
Madonna di Campiglio : pioggia debole (0,1 mm), 8,9°C, vento debole da NNE (8-12 Km/h), umidità al 88%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Giro Mattina: “Quale tipo di tracciato sarà adatto alle fatiche di Fabio Aru”
Bartoletti: “Possiamo vedere com’era Gigi (Sgarbozza) da vivo?”
De Stefano: “Ogni anno invita a Maurizio a qui”
Martinello: “Potrebbe aprirsi un miglioramento”
Pancani: “Ponte sulla Priula” (Ponte della Priula sul Piave)
Martinello: “A oltre 5 minuti dal ritardo”
Martinello: “Questa prima parte di 10 Km finali”
De Stefano: “Torniamo per dare gli ospiti”
Guidolin: “La penso le stesse frasi”
Garzelli: “I tre colli delle Finestre”
Televideo: “Kiryenka” (Kiryienka)

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo della quattordicesima tappa, cronometro Treviso – Valdobbiadene

1° Luka Mezgec
2° Bernhard Eisel a 1′41″
3° Nicola Ruffoni a 1′55″
4° Kenny Elissonde a 2′08″
5° Aleksejs Saramotins a 2′33″

Classifica generale

1° Aleksejs Saramotins
2° Marco Coledan a 11″
3° Roger Kluge a 11′54″
4° Ji Cheng a 12′08″
5° Michael Hepburn a 14′21″

IL GIRO DI BERTOGLIO
Tuffo nella storia del Giro del 1975, nel quarantesimo anniversario della vittoria di Fausto Bertoglio e della fantastica conclusione dell’ultima tappa al Passo dello Stelvio. Ci condurranno indietro di 40 anni i titoli del quotidiano “L’Unità”

30 MAGGIO 1975 – GIORNO DI RIPOSO A FORTE DEI MARMI

CON BATTAGLIN IN ROSA GIRO FINITO SUL CIOCCO?
È solo una ipotesi, ma alla luce dei fatti una ipotesi valida – Panizza polemico accusa il “leader”
La vittoria clamorosa di Forte dei Marmi equivale ad una ipoteca – Restano però buone chances a Gimondi, Baronchelli e al luogotenente Bertoglio – Oggi la “terribile” cronoscalata – Non per tutti ieri è stato riposo

31 MAGGIO 1975 – 14a TAPPA: CRONOSCALATA DEL CIOCCO

BERTOGLIO TRIONFA SUL CIOCCO ED È LA NUOVA MAGLIA ROSA
Al Giro d’Italia capitan Battaglin detronizzato dal suo gregario
Perletto secondo a 43” – Baronchelli terzo a 59” – Gimondi terzo a 1’22” – Battaglin nono a 1’48” ha perduto il comando della classifica per 6”

ARCHIVIO ALMANACCO
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Raduno di partenza
1a tappa: San Lorenzo al Mare – Sanremo
2a tappa: Albenga – Genova
3a tappa: Rapallo – Sestri Levante
4a tappa: Chiavari – La Spezia
5a tappa: La Spezia – Abetone
6a tappa: Montecatini Terme – Castiglione della Pescaia
7a tappa: Grosseto – Fiuggi
8a tappa: Fiuggi – Campitello Matese
9a tappa: Benevento – San Giorgio del Sannio
10a tappa: Civitanova Marche – Forlì
11a tappa: Forlì – Imola (Autodromo Enzo e Dino Ferrari)
12a tappa: Imola – Vicenza (Monte Berico)
13a tappa: Montecchio Maggiore – Jesolo

Anche la ammiraglie al seguito si preparano per la crono (foto RCS Sport)

Anche la ammiraglie al seguito si preparano per la crono (foto RCS Sport)

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