AARHAUS, LA CASA DEI GUARDIN(GH)I

agosto 8, 2014 by Redazione  
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Nella seconda tappa del Giro di Danimarca torna al successo Andrea Guardini (Astana) che nella volata finale precede il tedesco Gerald Ciolek (MTN-Qhubeka) e il danese Matti Breschel (Saxo Bank-Tinkoff).
La classifica generale è sempre comandata dall’atleta di casa Magnus Cort Nielsen (Cult Energy).

Per uno come Andrea Guardini, che è sempre stato abituato a vincere, tornare alla vittoria dopo cinque mesi è come la quiete dopo la tempesta, e lo è ancor di maggiore valore se si guarda a chi è riuscito a precedere, Gerald Ciolek, il vincitore della Milano-Sanremo edizione 2013. Tutti fattori che potrebbero aiutare il giovane veronese a riprendere le serie di successi che lo hanno caratterizzato fino a due anni fa.
In questa seconda tappa del Giro di Danimarca, da Skive ad Aarhaus per un totale di 155 chilometri, i movimenti sono stati intensi fin dall’inizio con tre corridori protagonisti della prima fuga di giornata: John Murphy (UnitedHealthcare), Marco Coledan (Bardiani – CSF) e Jaco Venter (MTN – Qhubeka), ma il terzetto non è riuscito a prendere vantaggio sul gruppo, che nel giro di poco tempo è ritornato su di loro, annullando di fatto il tentativo.
Dopo pochi chilometri è partito un altro gruppetto composto da quattro corridori: Frédérique Robert (Wanty – Groupe Gobert), Kenny de Ketele (Topsport Vlaanderen Baloise), Rolf Nyborg Broge (Denmarck) e Manuele Boaro (Tinkoff – Saxo). Stravolta il gruppo non ha voluto rincorrere immediatamente i fuggitivi lasciandoli sfogare nel limite del possibile.
A lavorare in testa al plotone in favore del ricongiungimento sono state la MTN-Qhubeka e la Bardiani-CSF, aiutate anche dalla Cult Energy del capo classifica Cort Nielsen. Il gruppo ha dovuto sudare le cosiddette sette camicie per riprendere il quartetto al comando, inglobandoli a tre chilometri dal traguardo, dopo che Manuele Boaro aveva erroneamente sbagliato il conteggio dei circuiti finali, andando ad esultare all’ultimo passaggio sotto il traguardo.
Nella volata finale Andrea Guardini ha avuto ragione di Gerald Ciolek e di Matti Breschel, mentre sono finiti fuori dal podio, nell’ordine: Schorn, Ollegaard, Ruffoni, Napolitano, Van Asbroeck,Fortin e Van der Sande.
Per quanto riguarda la classifica generale non c’è stato nessun problema per Magnus Cort Nielsen che andrà a vestire anche domani la maglia di leader, con un vantaggio di 3″ su Jasper De Buyst.

Paolo Terzi

ORDINE D’ARRIVO
1 Andrea Guardini (Ita) Astana Pro Team 4:42:57
2 Gerald Ciolek (Ger) MTN – Qhubeka
3 Matti Breschel (Den) Tinkoff-Saxo
4 Daniel Schorn (Aut) TeamNetApp – Endura
5 Morten Øllegaard (Den) Riwal Cycling Team
6 Nicola Ruffoni (Ita) Bardiani-CSF
7 Danilo Napolitano (Ita) Wanty – Groupe Gobert
8 Tom Van Asbroeck (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
9 Filippo Fortin (Ita) Bardiani-CSF
10 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Belisol
11 Rasmus Guldhammer (Den) Team Trefor – Blue Water
12 Jasper De Buyst (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
13 Jarl Salomein (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
14 Alessandro Bazzana (Ita) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
15 Tim De Troyer (Bel) Wanty – Groupe Gobert
16 Marko Kump (Slo) Tinkoff-Saxo
17 Mark S. Pedersen (Den) Team Trefor – Blue Water
18 Lasse Bochmann (Den) Cult Energy Vital Water
19 Magnus Cort Nielsen (Den) Cult Energy Vital Water
20 Oliver Naesen (Bel) Lotto Belisol
21 Jay Robert Thomson (RSA) MTN – Qhubeka
22 Jonas Aaen Jørgensen (Den) Riwal Cycling Team
23 Martin Mortensen (Den) Cult Energy Vital Water
24 Andreas Stauff (Ger) MTN – Qhubeka
25 Pieter Vanspeybrouck (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
26 Marco Canola (Ita) Bardiani-CSF
27 Nicolai Brøchner (Den) Denmark
28 Tiesj Benoot (Bel) Lotto Belisol
29 Alexey Lutsenko (Kaz) Astana Pro Team
30 Martijn Verschoor (Ned) TeamNovoNordisk
31 Troels R. Vinther (Den) Cult Energy Vital Water
32 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Belisol
33 Gregory Habeaux (Bel) Wanty – Groupe Gobert
34 Martin Reimer (Ger) MTN – Qhubeka
35 Christopher Juul Jensen (Den) Tinkoff-Saxo
36 Andrea Piechele (Ita) Bardiani-CSF
37 Søren Kragh Andersen (Den) Team Trefor – Blue Water
38 Nicola Boem (Ita) Bardiani-CSF
39 Jakob Fuglsang (Den) Astana Pro Team
40 Eliot Lietaer (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
41 Daniel Foder (Den) Team Trefor – Blue Water
42 Valerio Agnoli (Ita) Astana Pro Team
43 Jesper Hansen (Den) Tinkoff-Saxo
44 Sean De Bie (Bel) Lotto Belisol
45 Kasper Klostergaard (Den) Riwal Cycling Team
46 Andreas Schillinger (Ger) TeamNetApp – Endura
47 Rolf Nyborg Broge (Den) Denmark
48 Kevin De Mesmaeker (Bel) TeamNovoNordisk
49 Victor Campenaerts (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
50 Marc De Maar (AHo) UnitedHealthcare Professional Cycling Team

CLASSIFICA GENERALE
1 Magnus Cort Nielsen (Den) Cult Energy Vital Water 8:16:25
2 Jasper De Buyst (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:00:03
3 Gerald Ciolek (Ger) MTN – Qhubeka 0:00:05
4 Valerio Agnoli (Ita) Astana Pro Team 0:00:07
5 Tom Van Asbroeck (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:00:08
6 Sean De Bie (Bel) Lotto Belisol
7 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Belisol 0:00:10
8 Nicola Ruffoni (Ita) Bardiani-CSF 0:00:11
9 Daniel Schorn (Aut) TeamNetApp – Endura
10 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Belisol
11 Marko Kump (Slo) Tinkoff-Saxo
12 Jarl Salomein (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
13 Alessandro Bazzana (Ita) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
14 Rasmus Guldhammer (Den) Team Trefor – Blue Water
15 Jonas Aaen Jørgensen (Den) Riwal Cycling Team
16 Nicolai Brøchner (Den) Denmark
17 Lasse Bochmann (Den) Cult Energy Vital Water
18 Andrea Piechele (Ita) Bardiani-CSF
19 Tiesj Benoot (Bel) Lotto Belisol
20 Gregory Habeaux (Bel) Wanty – Groupe Gobert
21 Pieter Vanspeybrouck (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
22 Alexey Lutsenko (Kaz) Astana Pro Team
23 Tim De Troyer (Bel) Wanty – Groupe Gobert
24 Martin Mortensen (Den) Cult Energy Vital Water
25 Troels R. Vinther (Den) Cult Energy Vital Water
26 Christopher Juul Jensen (Den) Tinkoff-Saxo
27 Eliot Lietaer (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
28 Marco Canola (Ita) Bardiani-CSF
29 Victor Campenaerts (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
30 Jakob Fuglsang (Den) Astana Pro Team
31 Nicola Boem (Ita) Bardiani-CSF
32 Andreas Schillinger (Ger) TeamNetApp – Endura
33 Marc De Maar (AHo) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
34 Michael Valgren Andersen (Den) Tinkoff-Saxo
35 Manuele Boaro (Ita) Tinkoff-Saxo
36 Dennis Vanendert (Bel) Lotto Belisol
37 Rasmus Mygind (Den) Team Trefor – Blue Water
38 Jelle Wallays (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
39 Andrea Guardini (Ita) Astana Pro Team 0:01:10
40 Rasmus Quaade (Den) Team Trefor – Blue Water 0:01:18
41 Jay Robert Thomson (RSA) MTN – Qhubeka 0:01:20
42 Oliver Naesen (Bel) Lotto Belisol
43 Mark S. Pedersen (Den) Team Trefor – Blue Water
44 Daniel Foder (Den) Team Trefor – Blue Water
45 Johann Van Zyl (RSA) MTN – Qhubeka
46 Michael Reihs (Den) Cult Energy Vital Water
47 Kasper Klostergaard (Den) Riwal Cycling Team
48 Martin Wesemann (RSA) MTN – Qhubeka
49 Christopher Lisson (Den) Denmark
50 Ralf Matzka (Ger) TeamNetApp – Endura

Larrivo vincente di Andrea Guardini (foto Bettini)

L'arrivo vincente di Andrea Guardini (foto Bettini)

MAJKA NON SI FERMA: TAPPA E MAGLIA

agosto 8, 2014 by Redazione  
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Seconda vittoria consecutiva per il polacco, che stacca tutti sulla salita di Bukowina Tatrzańska e conquista anche la maglia gialla. Majka si presenta così alla cronometro decisiva di domani con 18’’ di vantaggio su Intxausti e 22’’ su Izagirre, il duo Movistar che ha occupato anche il resto del podio di tappa. Nei 10, sia di giornata sia in generale, Caruso e Brambilla.

La prova di superiorità attesa già ieri, quando la facilità estrema della salita finale aveva però appiattito i valori in gioco, Rafal Majka se l’è tenuta per l’ultima ascesa del Giro di Polonia. Salendo a Bukowina Tatrzańska per la quarta ed ultima volta, il beniamino di casa ha salutato tutti a 2 km e mezzo dall’arrivo, dopo l’antipasto offerto una decina di chilometri prima, e si è involato verso la seconda vittoria di tappa consecutiva, la quarta affermazione in tre settimane. Considerando che il ragazzo era ancora a secco fino allo pseudo-tappone alpino di Risoul dell’ultimo Tour de France, la veridicità della filastrocca secondo la quale vincere è facile ma continuare a farlo è difficile sembra in forte discussione.
Le battute iniziali erano bastate a chiarire le intenzioni bellicose di Majka: la sua Tinkoff si è infatti installata subito in testa al gruppo, incaricandosi di tenere a bada un’offensiva a lunga gittata promossa da Paterski, Meier, Damiano Caruso, Chernetskiy, Lagutin e Vuillermoz, con la successiva aggiunta di Frohlinger e Malacarne. Gli otto sono stati riassorbiti poco dopo l’inizio dell’ultimo giro, sulla prima ascesa del circuito sul quale la corsa si è sviluppata per circa 150 dei 174 km previsti, in quattro tornate.
Già sulla seconda e più impegnativa asperità, quando all’arrivo mancavano 13 km circa, Majka si è mosso in prima persona: inizialmente per rintuzzare un allungo di Giampaolo Caruso, quindi rilanciando a sua volta. Proprio il siciliano è stato l’unico ad accodarsi immediatamente, mentre Barguil e Izagirre hanno dovuto ricucire in un secondo momento. Una fase di stallo ha dato modo a Gesink, Nordhaug, Poels e Niemec di rimpolpare un drappello che non ha mai trovato il necessario accordo, vanificando in larga parte la selezione sin lì prodotta.
Lungo la discesa, un secondo e più nutrito gruppetto, comprendente anche la maglia gialla Vakoc, si è infatti ricongiunto al primo, rimettendo in gioco – tra gli altri – Davide Formolo, Gianluca Brambilla e soprattutto Benat Intxausti, che avrebbe di lì a poco recitato un ruolo fondamentale.
Tra i rientrati figurava anche Oliver Zaugg, che ha dapprima neutralizzato un poco convinto e presto abortito allungo di Barguil e poi sgretolato il plotone – tagliando definitivamente fuori Vakoc – fino a 2 km e mezzo dalla conclusione, quando Majka si è messo in proprio. Solo Izagirre ha avuto gambe e prontezza per restargli in scia, ma l’illusione è durata non più di qualche pedalata.
Il successo in solitaria di Majka, l’evidente supremazia in salita rispetto alla concorrenza e la conquista della maglia gialla già sfiorata ieri non bastano comunque a ritenere chiusa la lotta per il successo finale. Intxausti e Izagirre, ritrovatisi nei panni di più diretti inseguitori ad un chilometro e mezzo dalla meta, hanno infatti contenuto il passivo ad appena 10’’, complici le pendenze non proibitive del tratto conclusivo, dando vita ad un podio identico a quello di ventiquattro ore fa. Altri nove corridori (Riblon, Niemec, Poels, Barguil, Gesink, Caruso, Brambilla, Nerz e Rutkiewicz) hanno chiuso con un passivo di 27’’ o meno.
La nuova generale vede così Majka in giallo, ma con soli 18’’ su Intxausti e 22’’ su Izagirre, entrambi (sulla carta) molto più competitivi del polacco in una cronometro di 25 km, quasi del tutto pianeggiante, come quella di domani. I 39’’ su Riblon, i 40’’ su altri quattro corridori (Caruso, Gesink, Barguil e Niemec) e i vantaggi a salire su tutti gli altri sembrano difficili da colmare, anche perché di mostri del cronometro non se ne vedono; il margine su secondo e terzo, tuttavia, autorizza addirittura a pensare che siano i due spagnoli i veri favoriti per la conquista del Giro di Polonia. Alla spinta del pubblico e alla magia della maglia gialla il compito di sovvertire il pronostico.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO
1 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 4:40:58
2 Benat Intxausti Elorriaga (Spa) Movistar Team 0:00:10
3 Jon Izaguirre Insausti (Spa) Movistar Team
4 Christophe Riblon (Fra) AG2R La Mondiale 0:00:19
5 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 0:00:20
6 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
7 Warren Barguil (Fra) Team Giant-Shimano
8 Robert Gesink (Ned) Belkin Pro Cycling Team
9 Giampaolo Caruso (Ita) Team Katusha
10 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:00:26

CLASSIFICA GENERALE
1 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 29:46:17
2 Benat Intxausti Elorriaga (Spa) Movistar Team 0:00:18
3 Jon Izaguirre Insausti (Spa) Movistar Team 0:00:22
4 Christophe Riblon (Fra) AG2R La Mondiale 0:00:39
5 Giampaolo Caruso (Ita) Team Katusha 0:00:40
6 Robert Gesink (Ned) Belkin Pro Cycling Team
7 Warren Barguil (Fra) Team Giant-Shimano
8 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida
9 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:00:46
10 Marek Rutkiewicz (Pol) CCC Polsat Polkowice 0:00:47

Rafal Majka festeggia sul podio il suo successo (foto Bettini)

Rafal Majka festeggia sul podio il suo successo (foto Bettini)

CORT NIELSEN TRIONFA IN CASA

agosto 7, 2014 by Redazione  
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Il danese Magnus Cort Nielsen (Team Cult Energy) coglie in volata la vittoria nella prima tappa del Giro di Danimarca precedendo il belga Jasper De Buyst (Topsport Vlaanderen) e l’italiano Valerio Agnoli (Astana).
Per il ventunenne danese, provvisoriamente primo nella classifica generale, si tratta dell’undicesima affermazione stagionale.

Vincere con naturalezza per undici volte durante la stagione a ventuno anni non è cosa da tutti, e dimostra quanto questo ragazzo sia promettente: ad accorgersi prontamente di Magnus Cort Nielsen é stata l’Orica Greenedge, che lo ha messo sotto contratto per tre anni potendo contare su di lui sin dalla prossima stagione.
In questa tappa d’apertura che misurava 155 chilometri, da Hobro a Mariager, si è assistito ad uno sprint a ranghi più o meno compatti, visto che il gruppo constava di una quarantina di unità, ma prima dell’epilogo finale sono stati molti i tentativi di coloro che hanno tentato di evitare la volata.
Nella prima parte di gara sono andati in avanscoperta sei corridori: Mikkel Mortensen (Riwal Platform), John Murphy (Unitedhealthcare), Nico Sijmens (Wanty – Groupe Gobert), Christopher Williams (Team Novo Nordisk), Rasmus Quaade (TreFor – Blue Water) e Martin Toft Madsen (Team Post Danmark), ma il gruppo, dopo averlo fatti sfogare all’inizio, è andato gradualmente ad alzare l’andatura per andarli a riprendere ad una ventina di chilometri dalla conclusione.
Negli ultimi chilometri tuttavia non sono mancati altri tentativi, da sottolineare in maniera particolare il tentativo della coppia danese formata da Micheal Morkov (Saxo Bank-Tinkoff) e Jakob Fuglsang (Astana), ma anche la loro sortita non è andata a buon fine, venendo ben presto raggiunti dal plotone.
Nella volata finale poi Cort Nielsen ha preceduto De Buyst ed un sorprendente Valerio Agnoli, motivato anche dal fatto di essere alla ricerca di un contratto per la prossima stagione. Finiscono invece fuori dal podio Van Asbroeck, Ruffoni, De Bie, Piechele, Kump, Van der Sande e Brochner.
Domani la seconda tappa misura 194 km e porterà i corridori da Skive ad Aarhaus e verosimilmente si concluderà un’altra volta allo sprint.

Paolo Terzi

ORDINE D’ARRIVO
1 Magnus Cort Nielsen (Den) Cult Energy Vital Water 3:33:39
2 Jasper De Buyst (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
3 Valerio Agnoli (Ita) Astana Pro Team
4 Tom Van Asbroeck (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
5 Nicola Ruffoni (Ita) Bardiani-CSF
6 Sean De Bie (Bel) Lotto Belisol
7 Andrea Piechele (Ita) Bardiani-CSF
8 Marko Kump (Slo) Tinkoff-Saxo
9 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Belisol
10 Nicolai Brøchner (Den) Denmark
11 Gregory Habeaux (Bel) Wanty – Groupe Gobert
12 Jonas Aaen Jørgensen (Den) Riwal Cycling Team
13 Victor Campenaerts (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
14 Daniel Schorn (Aut) TeamNetApp – Endura
15 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Belisol
16 Tiesj Benoot (Bel) Lotto Belisol
17 Alessandro Bazzana (Ita) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
18 Jarl Salomein (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
19 Eliot Lietaer (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
20 Alexey Lutsenko (Kaz) Astana Pro Team
21 Rasmus Guldhammer (Den) Team Trefor – Blue Water
22 Lasse Bochmann (Den) Cult Energy Vital Water
23 Christopher Juul Jensen (Den) Tinkoff-Saxo
24 Pieter Vanspeybrouck (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
25 Gerald Ciolek (Ger) MTN – Qhubeka
26 Rasmus Mygind (Den) Team Trefor – Blue Water
27 Troels R. Vinther (Den) Cult Energy Vital Water
28 Michael Valgren Andersen (Den) Tinkoff-Saxo
29 Manuele Boaro (Ita) Tinkoff-Saxo
30 Jakob Fuglsang (Den) Astana Pro Team
31 Marc De Maar (AHo) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
32 Dennis Vanendert (Bel) Lotto Belisol
33 Martin Mortensen (Den) Cult Energy Vital Water
34 Marco Canola (Ita) Bardiani-CSF
35 Andreas Schillinger (Ger) TeamNetApp – Endura
36 Nicola Boem (Ita) Bardiani-CSF
37 Tim De Troyer (Bel) Wanty – Groupe Gobert
38 Cesare Benedetti (Ita) TeamNetApp – Endura
39 Jelle Wallays (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
40 Donato De Iesco (Ita) Bardiani-CSF 0:01:09
41 Daniil Fominykh (Kaz) Astana Pro Team
42 Johann Van Zyl (RSA) MTN – Qhubeka
43 Ignatas Konovalovas (Ltu) MTN – Qhubeka
44 Federico Zurlo (Ita) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
45 Andrea Guardini (Ita) Astana Pro Team
46 Jay Robert Thomson (RSA) MTN – Qhubeka
47 Martin Wesemann (RSA) MTN – Qhubeka
48 Oliver Naesen (Bel) Lotto Belisol
49 Christopher Lisson (Den) Denmark
50 Michael Reihs (Den) Cult Energy Vital Water

CLASSIFICA GENERALE
1 Magnus Cort Nielsen (Den) Cult Energy Vital Water 3:33:29
2 Jasper De Buyst (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:00:02
3 Valerio Agnoli (Ita) Astana Pro Team 0:00:06
4 Tom Van Asbroeck (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:00:07
5 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Belisol 0:00:09
6 Nicola Ruffoni (Ita) Bardiani-CSF 0:00:10
7 Sean De Bie (Bel) Lotto Belisol
8 Andrea Piechele (Ita) Bardiani-CSF
9 Marko Kump (Slo) Tinkoff-Saxo
10 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Belisol
11 Nicolai Brøchner (Den) Denmark
12 Gregory Habeaux (Bel) Wanty – Groupe Gobert
13 Jonas Aaen Jørgensen (Den) Riwal Cycling Team
14 Victor Campenaerts (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
15 Daniel Schorn (Aut) TeamNetApp – Endura
16 Tiesj Benoot (Bel) Lotto Belisol
17 Alessandro Bazzana (Ita) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
18 Jarl Salomein (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
19 Eliot Lietaer (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
20 Alexey Lutsenko (Kaz) Astana Pro Team
21 Rasmus Guldhammer (Den) Team Trefor – Blue Water
22 Lasse Bochmann (Den) Cult Energy Vital Water
23 Christopher Juul Jensen (Den) Tinkoff-Saxo
24 Pieter Vanspeybrouck (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
25 Gerald Ciolek (Ger) MTN – Qhubeka
26 Rasmus Mygind (Den) Team Trefor – Blue Water
27 Troels R. Vinther (Den) Cult Energy Vital Water
28 Michael Valgren Andersen (Den) Tinkoff-Saxo
29 Manuele Boaro (Ita) Tinkoff-Saxo
30 Jakob Fuglsang (Den) Astana Pro Team
31 Marc De Maar (AHo) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
32 Dennis Vanendert (Bel) Lotto Belisol
33 Martin Mortensen (Den) Cult Energy Vital Water
34 Marco Canola (Ita) Bardiani-CSF
35 Andreas Schillinger (Ger) TeamNetApp – Endura
36 Nicola Boem (Ita) Bardiani-CSF
37 Tim De Troyer (Bel) Wanty – Groupe Gobert
38 Cesare Benedetti (Ita) TeamNetApp – Endura
39 Jelle Wallays (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
40 Rasmus Quaade (Den) Team Trefor – Blue Water 0:01:17
41 Donato De Iesco (Ita) Bardiani-CSF 0:01:19
42 Daniil Fominykh (Kaz) Astana Pro Team
43 Johann Van Zyl (RSA) MTN – Qhubeka
44 Ignatas Konovalovas (Ltu) MTN – Qhubeka
45 Federico Zurlo (Ita) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
46 Andrea Guardini (Ita) Astana Pro Team
47 Jay Robert Thomson (RSA) MTN – Qhubeka
48 Martin Wesemann (RSA) MTN – Qhubeka
49 Oliver Naesen (Bel) Lotto Belisol
50 Christopher Lisson (Den) Denmark

Larrivo trionfale di Cort Nielsen (foto Bettini)

L'arrivo trionfale di Cort Nielsen (foto Bettini)

MAJKA SUBITO A SEGNO: SUO IL PRIMO ARRIVO IN SALITA

agosto 7, 2014 by Redazione  
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Sull’arrivo di Strbskie Pleso, Rafal Majka batte tutti nella prima delle tre tappe decisive del Giro di Polonia. Scarsissima, in ogni caso, la selezione: i verdetti sono tutti rimandati alla seconda frazione impegnativa, in programma domani, e alla cronometro di sabato. Buone prove da parte di Brambilla, 4°, e Formolo, 7°. Ancora lontano dalla condizione ottimale Fabio Aru, attardato alla fine di 1’11’’. Vakoc, arrivato con 26’’ di ritardo, conserva per 1’’ la maglia gialla.

La prima delle tre tappe decisive del Giro di Polonia peserà ben poco sulla graduatoria finale, ma ha quantomeno provveduto a scremare una lista di possibili contendenti che, stamane, si estendeva sostanzialmente a mezzo gruppo. Il nome dell’uomo faro, tuttavia, rimane quello più in voga sin dal primo giorno: si tratta ovviamente di Rafal Majka, uscito con una gamba superlativa dal Tour de Franche, apparentemente conservata nelle quasi due settimane trascorse dalla conclusione della Grande Boucle.
In un finale molto meno selettivo di quanto l’altimetria e le fantomatiche punte di pendenza del 16% lasciassero intendere (punte di cui non si è vista traccia, a meno che non fossero calcolate su tratti di lunghezza inferiore al centimetro), il polacco ha saputo comunque imporsi improvvisandosi sprinter, regolando un drappello di una trentina abbondante di corridori, sfilacciatosi soltanto nell’ultimo chilometro.
Ad animare la prima parte di tappa avevano provveduto Matteo Bono, Sebastian Lander, Yaroslav Popovych, Marco Haller, Jimmy Engoulvent, Pawel Bernas, Maciej Paterski e Gediminas Bagdonas, promotori di una fuga alla quale il gruppo non ha mai concesso più di 3’50’’.
La corsa è entrata nel vivo all’inizio del circuito conclusivo, con la tripla scalata verso Strbskie Pleso. Già al primo passaggio, Paterski e Lander hanno salutato i compagni d’avventura, mentre, alle loro spalle, Adriano Malori e Fabio Felline contribuivano a lanciare un gruppetto che ha costituito per una trentina di chilometri quello dei più diretti inseguitori.
I contrattaccanti hanno fagocitato i fuggitivi della prima ora in occasione del secondo passaggio, lo stesso nel quale Christian Meier si è sbarazzato di Malori e soci per lanciarsi all’avventura in solitaria.
L’azione del canadese si è esaurita ad una decina di chilometri dall’arrivo, annullata da un’efficiente coalizione organizzata in gruppo dalla Tinkoff di Majka e dalla BMC di Velits, che sostituiva oggi il polacco in veste di beniamino di enfant du pays.
Il primo a muoversi, sull’ascesa finale, è stato Kanstantsin Siutsou, ai -5, senza tuttavia riuscire a sopravvivere più di un chilometro e mezzo al vento. La RusVelo, che si era incaricata di finalizzare l’inseguimento al bielorusso, ha spedito allora al contrattacco Zakarin, a sua volta riportato prontamente nei ranghi da un Fabio Aru in formato gregario. Il sardo, atteso protagonista della prossima Vuelta, è sembrato ancora distante dalla condizione dei giorni migliori, benché il caso di Nibali dell’anno passato – fermo in Polonia ma quasi da vittoria in Spagna – obblighi a tenere a freno l’allarmismo.
Dopo un poco convinto allungo di Hesjedal, il primo affondo davvero minaccioso è arrivato da Pieter Weening, campione uscente, ormai in vista dell’arco dell’ultimo chilometro. La Movistar, presente in forze ma incapace di scegliere un uomo su cui puntare, ha faticosamente rintuzzato l’offensiva grazie ad allunghi a turno dei suoi tre alfieri (Intxausti, Amador e Izagirre), riuscendo però in questo modo solo a lanciare la volata altrui.
Brambilla, libero da compiti di gregariato a Vakoc, rimasto indietro ad un chilometro e spiccioli dalla meta, è sembrato ad un tratto poter saltare Intxausti e involarsi verso la seconda vittoria in carriera; la sua rimonta si è però impantanata sul più bello, lasciando via libera a quella decisiva di Majka. Alla Movistar sono rimasti i gradini più bassi del podio, con Intxausti e Izagirre, ma anche il dubbio su cosa sarebbe avvenuto se l’ultimo chilometro fosse stato condotto in maniera meno caotica.
Majka, alla terza vittoria in meno di tre settimane, sembrava essere riuscito ad acciuffare, per questione di piazzamenti, anche la maglia gialla, infliggendo a Vakoc proprio quei 27’’ necessari, insieme all’abbuono, per pareggiarne il tempo. Una revisione dei distacchi da parte dei cronometristi, che hanno accreditato il ceco (40°) dello stesso tempo di Nerz (37°), ha però ridotto lo scarto a 26’’, scongiurando, ancora per un giorno, il cambio di leadership.
Gli 8 GPM in programma domani (in realtà due da ripetere quattro volte), ai quali andrebbe sommato un terzo strappo non classificato (nonostante, dalle poco attendibili altimetrie ufficiali, paia il più ripido di tutti), dovrebbero comunque far sì che il passaggio di consegne sia solo rimandato. Con una graduatoria ancora cortissima (19 corridori in 11’’, 38 entro il minuto), ogni verdetto spetterà alle due frazioni conclusive. Dato il sostanziale equilibrio registrato oggi, la sensazione è che, a decidere, saranno più i 25 km a cronometro di Cracovia che le ultime salite di domani.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO
1 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 4:30:38
2 Benat Intxausti Elorriaga (Spa) Movistar Team
3 Jon Izaguirre Insausti (Spa) Movistar Team
4 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
5 Warren Barguil (Fra) Team Giant-Shimano
6 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team
7 Davide Formolo (Ita) Cannondale
8 Lars Petter Nordhaug (Nor) Belkin Pro Cycling Team
9 Andrey Amador Bakkazakova (CRc) Movistar Team
10 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida

CLASSIFICA GENERALE
1 Petr Vakoc (Cze) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 25:05:28
2 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:00:01
3 Benat Intxausti Elorriaga (Spa) Movistar Team 0:00:05
4 Jon Izaguirre Insausti (Spa) Movistar Team 0:00:07
5 Davide Formolo (Ita) Cannondale 0:00:11
6 Giampaolo Caruso (Ita) Team Katusha
7 Marek Rutkiewicz (Pol) CCC Polsat Polkowice
8 Peter Velits (Svk) BMC Racing Team
9 Andrey Amador Bakkazakova (CRc) Movistar Team
10 Robert Gesink (Ned) Belkin Pro Cycling Team

Rafal Majka ha conquistato la quinta tappa del Giro di Polonia (foto skysports.com)

Rafal Majka ha conquistato la quinta tappa del Giro di Polonia (foto skysports.com)

VAN GENECHTEN, RIMONTA CAPOLAVORO

agosto 6, 2014 by Redazione  
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In una volata caotica, il belga sbuca nel finale beffando Guarnieri, Mezgec e Modolo, che si erano giocati la testa fino agli ultimi 50 metri. Raggiunto all’ultimo chilometro Thor Hushovd. Sempre in giallo Vakoc, con 26’’ su Krizek, che sale in seconda posizione. In programma per domani le prime salite, atto d’apertura le trittico decisivo.

L’avvio ultra-piatto del Giro di Polonia, con quattro biliardi di fila in apertura, sembrava ideale perché un velocista potesse recitare la parte del mattatore, inanellando uno di quei filotti di vittorie che si registrano solitamente nelle brevi gare a tappe di inizio stagione. La strada ha prodotto invece esito opposto: non soltanto una delle quattro volate è stata sventata da Petr Vakoc, ma le tre effettivamente disputate hanno visto prevalere prima Hutarovich, poi Bos, infine Jonas Van Genechten, di gran lunga il vincitore più sorprendente (Vakoc a parte, si intende).
Come ieri, le squadre dei velocisti hanno fatto tesoro della lezione delle prime due tappe (una fuga riassorbita in extremis e solo grazie ad un lavoro quasi inspiegabile, nelle proporzioni, della Tinkoff, una non riassorbita affatto): dopo aver annullato il tentativo di Rybakov, Vallée, Cousin, Samoilau e Solomennikov, hanno infatti tenuto sempre a portata di mano anche quello di Krizek, Taciak ed Edmondson, già costretti ad arrangiarsi con poche decine di secondi di vantaggio ad una quarantina di chilometri dall’arrivo. A quel punto, un contrattacco di Cousin e Kaspekiewicz ha permesso ai due di ricongiungersi ai tre fuggitivi e ridare un po’ di linfa all’azione, ma senza riuscire a farla sopravvivere all’inseguimento inscenato soprattutto da Belkin e Giant-Shimano.
Una volta neutralizzato l’attacco più significativo di giornata, il plotone ha comunque dovuto rintuzzare ancora uno scatto a scopo promozionale di Paterski (ai -7), e una più convinta offensiva promossa da Tulik (ai -6), sponsorizzata anche da Felline e Ludvigsson. L’ultimo a cercare di scongiurare lo sprint, dopo il naufragio del terzetto, è stato addirittura Thor Hushovd che, consapevole di essersi lasciato ormai da tempo alle spalle i giorni in cui avrebbe potuto sbaragliare la concorrenza in un classico finale a ranghi compatti, ha giocato la carta dell’anticipo, a 1500 metri dall’arrivo. Tutto inutile, a causa del feroce inseguimento della Orica GreenEDGE, i cui sforzi sarebbero poi stati miseramente ripagati dall’undicesimo posto di Matthews.
Ancora una volta, è stata la Giant-Shimano a prendere il controllo della volata, e ancora una volta il lancio a Mezgec ha lasciato parecchio a desiderare. Niklas Arndt, in particolare, ha fatto tutto il possibile e qualcosa di più per mandare all’aria le chances dello sloveno, ostruendogli la strada nel momento in cui avrebbe dovuto cominciare la sua progressione.
Modolo, come ieri, ha provato ad anticipare tutti e, sempre come ieri, si è dovuto arrendere alla distanza, subendo le rimonte di Guarnieri e dello stesso Mezgec. I tre sono rimasti spalla a spalla, contendendosi la testa, fino a 50 metri dal termine, quando, quasi dal nulla, è sbucato Van Genechten, capace di scavalcare tutti e prendersi un impronosticabile successo. Alla quarta stagione da professionista, infatti, il belga aveva sino ad oggi sempre navigato nelle posizioni di rincalzo, ad eccezione dell’annuale metamorfosi al GP Cerami (un 3°, un 1° e un 2° posto negli ultimi tre anni, l’ultimo alle spalle di Petacchi).
Guarnieri si è dovuto accontentare della piazza d’onore, davanti a Mezgec e Modolo, con Appollonio – 6° alle spalle di Hutarovich – a rimpinguare il buon bottino italiano
La classifica generale non ha ovviamente subito modifiche significative, benché gli abbuoni abbiano dato modo a Krizek di issarsi dalla nona alla seconda posizione. Vakoc potrà così godersi un’altra notte in giallo, prima di una quinta tappa che ridisegnerà la generale. I 190 km da Zakopane a Strbskie Pleso (in Slovacchia; ci dispiacciamo sinceramente che la cronaca scritta non ci offra l’occasione di sfoggiare la nostra perfetta pronuncia) presenteranno infatti un GPM di 2a categoria e uno di 3a prima della tripla scalata verso l’arrivo (completa solo all’ultimo passaggio, decurtata di un chilometro e mezzo nei primi due). Nulla di trascendentale, ma abbastanza per potersi finalmente attendere l’entrata nel vivo di una corsa che, fino ad oggi, volate a parte, ha avuto poco o nulla da dire.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO
1 Jonas Vangenechten (Bel) Lotto Belisol 5:43:29
2 Jacopo Guarnieri (Ita) Astana Pro Team
3 Luka Mezgec (Slo) Team Giant-Shimano
4 Sacha Modolo (Ita) Lampre-Merida
5 Yauheni Hutarovich (Blr) AG2R La Mondiale
6 Davide Appollonio (Ita) AG2R La Mondiale
7 Raymond Kreder (Ned) Garmin Sharp
8 Nikias Arndt (Ger) Team Giant-Shimano
9 Nikolas Maes (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
10 Steele Von Hoff (Aus) Garmin Sharp
11 Michael Matthews (Aus) Orica Greenedge
12 Timofey Kritskiy (Rus) RusVelo
13 Roman Maikin (Rus) RusVelo
14 Oscar Gatto (Ita) Cannondale
15 Sebastian Lander (Den) BMC Racing Team
16 Juan Jose Lobato Del Valle (Spa) Movistar Team
17 Theo Bos (Ned) Belkin Pro Cycling Team
18 Ivan Balykin (Ita) RusVelo
19 Grzegorz Stepniak (Pol) CCC Polsat Polkowice
20 Edvald Boasson Hagen (Nor) Team Sky
21 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
22 Enrico Gasparotto (Ita) Astana Pro Team
23 Sébastien Chavanel (Fra) FDJ.fr
24 Ramon Sinkeldam (Ned) Team Giant-Shimano
25 Fumiyuki Beppu (Jpn) Trek Factory Racing
26 Johan Le Bon (Fra) FDJ.fr
27 Guillaume Boivin (Can) Cannondale
28 Sergey Lagutin (Uzb) RusVelo
29 Kamil Zielinski (Pol) Poland
30 Bartlomiej Matysiak (Pol) CCC Polsat Polkowice
31 Yaroslav Popovych (Ukr) Trek Factory Racing
32 Davide Formolo (Ita) Cannondale
33 Marek Rutkiewicz (Pol) CCC Polsat Polkowice
34 Murilo Antonio Fischer (Bra) FDJ.fr
35 Roberto Ferrari (Ita) Lampre-Merida
36 Damiano Caruso (Ita) Cannondale
37 Francesco Gavazzi (Ita) Astana Pro Team
38 Petr Vakoc (Cze) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
39 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo
40 Kevin De Weert (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
41 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo
42 Oliver Zaugg (Swi) Tinkoff-Saxo
43 Dominik Nerz (Ger) BMC Racing Team
44 Manuele Mori (Ita) Lampre-Merida
45 Giampaolo Caruso (Ita) Team Katusha
46 Eduard Vorganov (Rus) Team Katusha
47 Konrad Dabkowski (Pol) Poland
48 Koldo Fernandez (Spa) Garmin Sharp
49 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar
50 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team

CLASSIFICA GENERALE
1 Petr Vakoc (Cze) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 20:34:24
2 Matthias Krizek (Aut) Cannondale 0:00:26
3 Yauheni Hutarovich (Blr) AG2R La Mondiale 0:00:27
4 Theo Bos (Ned) Belkin Pro Cycling Team
5 Luka Mezgec (Slo) Team Giant-Shimano
6 Jonas Vangenechten (Bel) Lotto Belisol
7 Roman Maikin (Rus) RusVelo 0:00:31
8 Boris Vallee (Bel) Lotto Belisol 0:00:33
9 Manuele Mori (Ita) Lampre-Merida
10 Maciej Paterski (Pol) CCC Polsat Polkowice 0:00:35
11 Grzegorz Stepniak (Pol) CCC Polsat Polkowice 0:00:37
12 Ramon Sinkeldam (Ned) Team Giant-Shimano
13 Nikolas Maes (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
14 Enrico Gasparotto (Ita) Astana Pro Team
15 Marco Haller (Aut) Team Katusha
16 Davide Formolo (Ita) Cannondale
17 Damiano Caruso (Ita) Cannondale
18 Dominik Nerz (Ger) BMC Racing Team
19 Timofey Kritskiy (Rus) RusVelo
20 Giampaolo Caruso (Ita) Team Katusha
21 Kamil Zielinski (Pol) Poland
22 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo
23 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano
24 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo
25 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team
26 Marek Rutkiewicz (Pol) CCC Polsat Polkowice
27 Oliver Zaugg (Swi) Tinkoff-Saxo
28 Peter Velits (Svk) BMC Racing Team
29 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr
30 Kevin De Weert (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
31 Guillaume Boivin (Can) Cannondale
32 Konrad Dabkowski (Pol) Poland
33 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol
34 Martin Velits (Svk) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
35 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale
36 Robert Gesink (Ned) Belkin Pro Cycling Team
37 Sebastian Lander (Den) BMC Racing Team
38 Andrey Amador Bakkazakova (CRc) Movistar Team
39 Pieter Weening (Ned) Orica Greenedge
40 Cayetano José Sarmiento Tunarrosa (Col) Cannondale
41 Tomasz Marczynski (Pol) CCC Polsat Polkowice
42 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team
43 Artem Ovechkin (Rus) RusVelo
44 Warren Barguil (Fra) Team Giant-Shimano
45 Jon Izaguirre Insausti (Spa) Movistar Team
46 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida
47 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
48 Davide Villella (Ita) Cannondale
49 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida
50 Christophe Riblon (Fra) AG2R La Mondiale

Jonas Van Genechten, vincitore di giornata (foto lesoir.be)

Jonas Van Genechten, vincitore di giornata (foto lesoir.be)

THEO, BOS(S) DEL POLONIA

agosto 5, 2014 by Redazione  
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Piegando Mezgec con una grande progressione finale, Theo Bos si impone nella terza tappa del Giro di Polonia, da Kielce a Rzeszow. Quarto posto per Sacha Modolo, rimasto al vento troppo presto. Domani ancora pianura verso Katowice, prima di approdare, finalmente, ai piedi delle prime montagne, in programma giovedì.

Alla prima volata, dopo due giorni nei quali aveva vanificato il lavoro dei compagni restando escluso dallo sprint, Theo Bos va a segno nella terza frazione del Giro di Polonia, sul traguardo di Rzeszow. A nulla sono serviti il tentativo di anticipo di Modolo, rimasto al vento già ai 250 metri, e l’eccellente lancio offerto dal treno Giant-Shimano a Luka Mezgec, che ha trovato il tempo giusto, ma non le gambe. L’olandese, partito dalla terza posizione, si è limitato a sfruttare il traino dello sloveno fino ai 100 metri conclusivi, quando ha provato e compiuto il sorpasso decisivo, malgrado la traiettoria esterna nella semicurva finale.
Forse scottate dalla beffa di ieri, quando Vakoc era riuscito a conservare una ventina di secondi di margine al termine di una fuga inseguita con colpevole ritardo, le squadre dei velocisti, quest’oggi, non hanno voluto correre rischi: Thurau, Puccio, Taciak e Franczak sono stati autorizzati a partire, ma al loro margine non è mai stato consentito di raggiungere i quattro minuti. Già ad una trentina di chilometri dal termine, il gruppo aveva riportato il divario intorno al minuto, guadagnandosi il lusso di scegliere quando riportare nei ranghi i quattro battistrada.
La scelta è stata quella di attendere i -10, minimizzando così i rischi di colpi di mano lungo le strade di Rzeszow, teatro di un circuito cittadino comunque meno tortuoso di quello di ieri. Bewley ha tentato la fortuna a 6 km dal traguardo, all’inizio dell’ultimo giro, ma sono bastate poche pedalate agli uomini Belkin, Lotto e Giant per riassorbirlo.
Pur in una giornata nel complesso molto tranquilla, non è mancata la caduta quotidiana, che ha spaccato il gruppo all’imbocco dell’ultimo chilometro, selezionando una quindicina di atleti ancora teoricamente in posizione per giocarsi la tappa. La sfida, in realtà, è stata a due: Modolo non ha mai dato la sensazione di poter essere più di un apripista, lasciando ben presto a Mezgec e Bos il proscenio. La vittoria dell’olandese, a conti fatti piuttosto netta (tre quarti di bicicletta di vantaggio), è la settima nel 2014, e lo tiene ancora in corsa per eguagliare il record personale di dodici, stabilito nella passata stagione. Cifre considerevoli per un ragazzo passato professionista soltanto nel 2010, anche se i trionfi in pista (5 titoli mondiali e un amaro argento ad Atene, subendo la rimonta di Bailey) lasciavano immaginare un potenziale ancora maggiore, ad oggi mai espresso in corse di primo piano.
Alle spalle di Mezgec, Modolo ha dovuto cedere il gradino più basso del podio a Michael Matthews, tenendo alle spalle un redivivo Hushovd. Piazzamenti nei dieci anche per Appollonio (9°) e Ferrari (10°), mentre Vakoc non ha avuto problemi a conservare la maglia gialla e i 27’’ di vantaggio su Hutarovich (7° al traguardo, dietro Farrar e davanti a Van Genechten).
Bos avrà l’occasione di rimpinguare ulteriormente il suo bottino stagionale già domani, quando il Giro di Polonia farà tappa a Katowice, al termine della frazione più lunga (236 km). Il tracciato sarà leggermente meno monotono di quello odierno, ma non a sufficienza da far apparire ragionevole qualsiasi epilogo diverso da una volata di gruppo. Benché il menù delle ultime tre giornate si presenti, al contrario, molto interessante, sarebbe forse il caso di ripensare la distribuzione delle difficoltà in una corsa che, su sette complessivi, ne propone quest’anno ben quattro quasi superflui in ottica classifica finale.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO
1 Theo Bos (Ned) Belkin Pro Cycling Team
2 Luka Mezgec (Slo) Team Giant-Shimano
3 Michael Matthews (Aus) Orica Greenedge
4 Sacha Modolo (Ita) Lampre-Merida
5 Thor Hushovd (Nor) BMC Racing Team
6 Tyler Farrar (USA) Garmin Sharp
7 Yauheni Hutarovich (Blr) AG2R La Mondiale
8 Jonas Vangenechten (Bel) Lotto Belisol
9 Davide Appollonio (Ita) AG2R La Mondiale
10 Roberto Ferrari (Ita) Lampre-Merida

CLASSIFICA GENERALE
1 Petr Vakoc (Cze) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
2 Yauheni Hutarovich (Blr) AG2R La Mondiale
3 Theo Bos (Ned) Belkin Pro Cycling Team
4 Roman Maikin (Rus) RusVelo
5 Luka Mezgec (Slo) Team Giant-Shimano
6 Boris Vallee (Bel) Lotto Belisol
7 Manuele Mori (Ita) Lampre-Merida
8 Maciej Paterski (Pol) CCC Polsat Polkowice
9 Grzegorz Stepniak (Pol) CCC Polsat Polkowice
10 Marco Haller (Aut) Team Katusha

Theo Bos festeggiato da un compagno (foto Bettini)

Theo Bos festeggiato da un compagno (foto Bettini)

VAKOC BEFFA TUTTI A VARSAVIA

agosto 4, 2014 by Redazione  
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Il giovanissimo ceco della Omega Pharma – Quickstep resiste al ritorno del gruppo e corona una lunga fuga con la seconda tappa del Giro di Polonia, conquistando anche la maglia gialla di leader. Valido solo per il secondo posto lo sprint, di Matthews, arrivato al traguardo convinto della vittoria. Domani e mercoledì altri due sprint, prima delle salite.

Dopo aver annullato in extremis la fuga di Paterski nella prima tappa, i velocisti sono invece stati beffati, nella seconda, da Petr Vakoc, 22enne ceco della Omega Pharma – Quickstep. Per il talento di Hlavni Mesto si tratta del primo successo in carriera tra i professionisti, dopo averlo soltanto sfiorato al campionato nazionale di giugno (secondo alle spalle di Jan Barta, davanti ad un atleta ben più quotato quale Stybar). Molto probabilmente, non sarà l’ultimo, e l’affermazione non è dovuta soltanto alla verdissima età.
Come ieri, il gruppo ha peccato di presunzione, sottovalutando il pericolo portato dallo stesso Vakoc e dai padroni di casa Matysiak e Kasperkiewicz. Se nella prima frazione il peccato era stato quello di concedere un vantaggio massimo di un quarto d’ora, oggi è stato quello di rimandare troppo l’inizio della caccia ai battistrada, presentatisi ancora forti di sette minuti di vantaggio a 50 km dal traguardo.
Ancora una volta, le formazioni degli sprinter hanno quasi del tutto delegato l’inseguimento alla Tinkoff-Saxo, interessata però soltanto a non concedere vantaggi extra-large ai fuggitivi dei primi giorni, e non a pilotare le ruote veloci fino alla volata. Se ieri le maglie giallo-blu dei Tinkoff si sono fatte da parte ad appena 3 km dal termine, quando Paterski, ultimo reduce dell’offensiva della prima ora, distava soltanto pochi secondi, quest’oggi gli uomini di Majka si sono ritenuti soddisfatti già ad una ventina di chilometri dall’arrivo, quando Vakoc, sbarazzatosi nel mentre dei due compagni di viaggio, vantava ancora un margine superiore ai due minuti.
Una coalizione di Belkin, Giant-Shimano e Lotto non è stata sufficiente a completare l’opera di ricongiungimento, complice la tortuosità dei 4800 metri (da ripetere 3 volte) del circuito conclusivo. Pur pagando una lieve e comprensibilissima flessione nel finale, Vakoc è così riuscito a salvaguardare 21’’ nei confronti di un gruppo nel quale lo sprint ha avuto ben poco a che spartire con quello di ieri.
Forse anche per via delle diverse condizioni meteo, che hanno reso gli ultimi chilometri assai più lineari rispetto a quelli di ieri, flagellati dal maltempo e innervositi dalle cadute, i valori in gioco si sono ribaltati: Hutarovich e Maikin, arrivati a giocarsi all’ultimo metro la prima frazione, si sono dovuti accontentare di un 5° e un 11° posto; Mori, terzo a Bydgoszcz , ha chiuso addirittura 13°. La parte recitata ventiquattro ore fa dal bielorusso è andata a Michael Matthews, capace di piegare Boris Vallée e Ramon Sinkeldam, prima di alzare le braccia in segno di trionfo, ignorando evidentemente la presenza di Vakoc più avanti. Le bandierine italiane, dopo aver colonizzato tre piazze della top 10 di ieri, si sono invece dissolte dalle zone di testa, con Mori ancora migliore degli azzurri, malgrado il peggioramento di 8 posizioni.
La tappa di domani, 174 km da Kielce a Rzeszow, offrirà ancora una volta – nemmeno a dirlo – terreno favorevole ai velocisti, evitando accuratamente qualsiasi asperità degna di nota (l’unico Gran Premio della Montagna è posto in pianura, e non è un’iperbole). Basterà, a loro e alle loro squadre, evitare di dormire per qualche chilometro di troppo. Sempre che, dopo una giornata di vacanza, a scombinare di nuovo la corsa non intervenga la pioggia, attesa al ritorno in scena già domani, in un’estate che non accenna a diventare tale neppure in Polonia.

Matteo Novarini

Petr Vakoc si avvia a vincere la seconda tappa del Giro di Polonia (foto tourdepologne.pl)

Petr Vakoc si avvia a vincere la seconda tappa del Giro di Polonia (foto tourdepologne.pl)

NELLA GRANDINE SFRECCIA HUTAROVICH

agosto 3, 2014 by Redazione  
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Il bielorusso conquista la prima tappa del Giro di Polonia, regolando Maikin e Mori allo sprint, al termine di una giornata martoriata dal maltempo. Grandine e vento forte hanno provocato cadute a ripetizione e cadute di alberi lungo il percorso nell’ultima ora di gara, facendo temere per la regolarità della tappa. Raggiunto in extremis Paterski, ultimo reduce della fuga del mattino.

Non ce ne voglia Yauheni Hutarovich, vincitore della prima tappa grazie ad una volata “d’esperienza” (eufemismo per non accennare a come i limiti del regolamento siano stati pericolosamente lambiti), ma se la frazione d’apertura del Giro di Polonia resterà nella memoria di qualche appassionato, non sarà certo per il suo sprint, o per qualsiasi altro aspetto strettamente tecnico o sportivo. A segnare la giornata, invece, sono state le condizioni meteo, che hanno a tratti messo a rischio il regolare svolgimento della gara e spedito a terra quasi metà gruppo, distribuendo capitomboli lungo gli ultimi 60 km.
E dire che, per 160 km circa, la tappa era filata via senza l’ombra di un brivido, con una lunga fuga di cinque (Krizek, Vorobyev, Engoulvent, Gradek e Paterski) lasciata scappare ad un quarto d’ora di vantaggio, prima della scontata rimonta del plotone. Ormai quasi entrati nell’ultima ora di corsa, però, i corridori si sono trovati nel bel mezzo di una tempesta di vento e grandine, che ha addirittura provocato il crollo di alcuni alberi a bordo strada, andati ad ostruire la marcia degli atleti. I fuggitivi, che hanno dovuto fare i conti con le fasi di massima furia del temporale, hanno dato a tratti la sensazione di pedalare su rampe al 20%, anche laddove il profilo altimetrico mostrava in realtà nient’altro che pianura.
A rallentare maggiormente, tuttavia, a causa di una raffica di cadute, è stato il gruppo, il cui recupero si è improvvisamente arrestato. Malgrado una momentanea frattura ad una cinquantina di chilometri dal traguardo, anch’essa attribuibile alle condizioni meteo estreme, i fuggitivi si sono infatti ritrovati con un margine superiore ai 6’ e meno di 45 km da percorrere. Troppi, all’apparenza, per un plotone più preoccupato di contare i superstiti che di dare la caccia agli attaccanti.
Gli uomini della Tinkoff, pur non interessati al successo di tappa, hanno però deciso di sobbarcarsi il lavoro che normalmente, in giornate simili, dovrebbe gravare sulle spalle delle formazioni dei velocisti, cedendo la testa solo quando, 3 km dalla conclusione, avevano ormai messo nel mirino Paterski e riassorbito tutti gli altri fuggitivi.
Una volta neutralizzato definitivamente il tentativo, è stato Velits a provare ad approfittare del caos con un allungo all’ultimo chilometro, senza però mettere granché in allarme la Giant-Shimano, installatasi al comando delle operazioni.
Il treno olandese è deragliato non appena lo sprint è entrato nel vivo, con Hutarovich a lanciarsi quasi subito in testa, preoccupandosi poi di contenere la rimonta di Roman Maikin. Operazione riuscita, sia pur costringendo quasi contro le transenne il russo, che ha comunque riconosciuto per primo, non accennando a protestare, la legittimità della manovra del vincitore. Manuele Mori ha strappato il terzo gradino del podio, davanti a Boivin e Haller. Il tutto mentre, nella pancia del gruppo, l’ennesima caduta ribadiva una volta di più il leitmotiv della giornata.
A tutti coloro che oggi hanno avuto modo di incontrare molto da vicino l’asfalto polacco, la corsa offre per fortuna tre giornate di relativa tranquillità per riprendersi, in una gara che concentrerà tutte le difficoltà nelle tre tappe conclusive. In particolare, la tappa di domani, un altro lunghissimo biliardo verso Varsavia, si propone come teatro ideale per la rivincita tra i protagonisti di oggi.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO
1 Yauheni Hutarovich (Blr) AG2R La Mondiale 5:47:50
2 Roman Maikin (Rus) RusVelo
3 Manuele Mori (Ita) Lampre-Merida
4 Guillaume Boivin (Can) Cannondale
5 Marco Haller (Aut) Team Katusha
6 Nikolas Maes (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
7 Boris Vallee (Bel) Lotto Belisol
8 Sebastian Lander (Den) BMC Racing Team
9 Davide Formolo (Ita) Cannondale
10 Enrico Gasparotto (Ita) Astana Pro Team

CLASSIFICA GENERALE
1 Yauheni Hutarovich (Blr) AG2R La Mondiale 5:47:50
2 Roman Maikin (Rus) RusVelo 0:00:04
3 Manuele Mori (Ita) Lampre-Merida 0:00:06
4 Maciej Paterski (Pol) CCC Polsat Polkowice 0:00:08
5 Matthias Krizek (Aut) Cannondale
6 Guillaume Boivin (Can) Cannondale 0:00:10
7 Marco Haller (Aut) Team Katusha
8 Nikolas Maes (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
9 Boris Vallee (Bel) Lotto Belisol
10 Sebastian Lander (Den) BMC Racing Team

Yauheni Hutarovich, vincitore della prima tappa del Giro di Polonia (foto Bettini)

Yauheni Hutarovich, vincitore della prima tappa del Giro di Polonia (foto Bettini)

A SAN SEBASTIAN RISORGE VALVERDE

agosto 2, 2014 by Redazione  
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Il murciano riscatta la delusione del 4° posto al Tour nella corsa basca, andandosene da solo nell’ultima discesa e bissando il successo del 2008. Decisiva la nuova salita di Bordako Tontorra. Piazza d’onore a Mollema, che regola Rodriguez e Nieve in uno sprint a tre. Buone prove di Visconti e De Marchi, attivi sul Jaizkibel e sull’ascesa conclusiva.

Non basterà a cancellare l’amarezza per il mancato podio al Tour de France, ma l’assolo con cui Alejandro Valverde ha messo la firma sulla seconda Clásica San Sebastian in carriera può quantomeno restituire il sorriso al grande sconfitto dell’ultima Grande Boucle, ritirati a parte. Una vittoria figlia della grande condizione lasciata in eredità dal Tour, ma anche di uno di quegli slanci di intraprendenza che di tanto in tanto l’ex Embatido si concede, raccogliendo quasi sempre più di quanto non gli regalino le ormai celeberrime condotte ultra-attendiste.
Certo, l’attacco di Valverde non passerà alla storia come un atto di follia sportiva: rimasto al coperto fino all’ultima scalata, il murciano si è mosso soltanto su sollecitazione di Joaquim Rodriguez, perdendo dopo qualche centinaio di metri la scia del connazionale, ma riacciuffandola giusto in cima, quando un replay degli ultimi Lombardia sembrava ormai imminente. La personalità con la quale il vincitore dell’edizione 2008 ha rinunciato ad aspettare la volata, magari facendosi poi uccellare da un tentativo all’ultimo chilometro, ignorato a favore della solita ricerca di una ruota da succhiare, ha lasciato però spiazzati.
Per la Movistar, formazione tante volte criticata per carenza di audacia, al pari del suo capitano, si è trattato di un successo ampiamente meritato, giacché è stata proprio la squadra di Unzue ad imporsi al comando del gruppo nelle battute iniziali, e ad accendere la corsa già in occasione del secondo ed ultimo passaggio sull’Alto de Jaizkibel. Ormai relegata al ruolo di terzultima salita, ad oltre 50 km dal termine, l’ascesa simbolo della Clásica ha visto entrare in azione Giovanni Visconti, evaso dal gruppo quando in testa, con pochi metri di vantaggio, pedalava David Lopez Garcia, a sua volta scattato poco dopo la neutralizzazione della lunga fuga solitaria di Txurruka, in avanscoperta dall’inizio.
Al siciliano si sono accodati altri due azzurri, Montaguti e De Marchi, e il terzetto non ha avuto difficoltà a riportarsi sul battistrada, scollinando con 14’’ su un neonato trio di contrattaccanti (Bakelants, Losada e Ten Dam) e 26’’ sul plotone.
I due drappelli all’attacco si sono fusi nella susseguente discesa, riuscendo ad accumulare anche un vantaggio massimo superiore ai 40’’, ma l’assenza di uomini Orica e Trek è risultata fatale alle sorti del tentativo. Una coalizione delle due compagini ha infatti vanificato l’azione alle pendici dell’Alto de Arkale, quando Gerrans ha lanciato una decisa ma infruttuosa offensiva di Albasini, raggiunto prima della cima.
Con Gilbert e Sagan saliti in ammiraglia attorno a metà gara, e la nuova ascesa di Bordako Tontorra a pochi chilometri dal traguardo (la classica rampa al 20% che sembra ormai essere obbligatoria in ogni corsa su suolo iberico, benché il risultato sia quasi sempre quello di neutralizzare la gara fino al muro), Purito Rodriguez ha sniffato l’occasione, ordinando ai suoi di mettere in fila il gruppo e riportare nei ranghi Grivko, firmatario di un tentativo senza speranza nella discesa dell’Arkale.
All’imbocco dell’erta finale, è stato in realtà Kolobnev, la seconda punta Katusha, il primo a muoversi, trovando la risposta prima di Albasini, poi di Nieve, infine di un quintetto composto da Slagter, Van Avermaet, Mollema e i soliti Visconti e de Marchi. Il basco della Sky è parso subito il più brillante, riuscendo a prendere il comando solitario della gara a 700 metri circa dall’ultimo scollinamento. Nel tratto più duro, però, è arrivato l’atteso attacco di Purito, seguito all’istante da Valverde. Il murciano – come detto in apertura – ha perso per un istante il treno di Rodriguez, ma l’ultimo sforzo, in vista della vetta, gli è valso il rientro sul catalano e la conquista dei galloni di naturale favorito della gara.
Come i trascorsi non idilliaci tra i due spagnoli lasciavano immaginare, la collaborazione nella coppia di testa non è stata ottimale, tanto da consentire a Simon Yates, Nieve e Mollema di rifarsi sotto, minacciando di scompaginare i piani di Valverde. È stato allora, a 4 km dal termine, che il murciano ha raccolto il coraggio a due mani e ha fatto la sua mossa, cogliendo impreparato Rodriguez, e approfittando di un rallentamento tra gli inseguitori, provocato dalla rovinosa scivolata di Yates.
La superiorità numerica non è bastata agli altri tre a ricucire, e anzi è stato proprio Valverde a guadagnare nel brevissimo tratto pianeggiante finale, potendosi così concedere quell’arrivo in parata al quale aveva dovuto rinunciare nel 2008 (vittoria in volata su Kolobnev e Rebellin).
14’’ dopo l’arrivo del vincitore, Mollema ha regolato Rodriguez e Nieve nello sprint dei più immediati inseguitori, mentre Tony Gallopin è andato a completare la top 5, dopo ulteriori 12’’, anticipando Vanendert e Zubeldia, incredibilmente riuscito anche in una gara di un giorno nel suo marchio di fabbrica: un piazzamento nei 10 senza mai offrire alle telecamere un pretesto per inquadrarlo.
Benché da San Sebastian in avanti, abitualmente, ogni considerazione tenga conto dell’avvicinarsi dell’appuntamento mondiale, la gara odierna sembra aver fornito indicazioni utili soprattutto in chiave Vuelta. In tal senso, è la prova di Joaquim Rodriguez a risultare particolarmente interessante, forse ancor più di quella di un Valverde che sfrutta i benefici del Tour. La condizione di Purito, che alla Grande Boucle ha pagato le ovvie conseguenze della caduta al Giro, appare in costante miglioramento, e il tracciato dell’ultimo GT stagionale si presenta, sulla carta, ideale per esaltare le qualità del catalano. Pur in presenza di Froome e Quintana, la chance di interrompere la catena di piazzamenti sulle tre settimane e cogliere un risultato pieno sembra ghiotta. A 35 anni, forse, sarà anche l’ultima.

Matteo Novarini

Alejandro Valverde conquista la seconda vittoria in carriera a San Sebastian (foto Tim De Waele)

Alejandro Valverde conquista la seconda vittoria in carriera a San Sebastian (foto Tim De Waele)

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