FROSINONE – FOLIGNO: L’“UMBRÌA” TUTTE LE FESTE SI PORTA VIA
È la tappa che chiude la prima, facile settimana di Giro. Fin qui, tolta la cronosquadre e le tappe di media montagna di Viggiano e Montecassino, saranno stati i velocisti i grandi protagonisti della corsa rosa, chiamati oggi a esibirsi prima che cali il sipario sulle loro gesta. Da qui a Trieste avranno a disposizione altri 3-4 traguardi per sfogare le loro velleità ed entreranno prepotentemente in scena i grandi favoriti al successo finale, gli scalatori, chiamati l’indomani a esibirsi sul palcoscenico del Carpegna.
È come l’Epifania quest’ultima tappa della prima settimana di Giro. Si chiuderanno qui i primi veloci sette giorni di Giro, fatti dei frizzi e lazzi tra i velocisti, delle prime ascese e, tolta la cronosquadre d’avvio, nulla di più impegnativo. Finisce oggi la cuccagna e già domani si dovrà fare i conti con una tappa molto esigente, quella del Carpegna, per la quale chi punta a vestirsi di rosa a Trieste dovrà obbligatoriamente essere al 100% della condizione. Finora si saranno viste parecchie tappe utili per affinarla, senza spremersi troppo e lasciando la regia della corsa alle formazioni dei velocisti, come accadrà anche in questa frazione dal profilo movimentato, ma che poi lascerà ampi spazi di manovra per inscenare le operazioni di rientro sugli attaccanti di giornata. Questi troveranno, strada facendo, parecchi “trampolini” di lancio, tutti gradevoli nelle inclinazioni, perché gli uomini di RCS Sport, anzichè proporre il solito itinerario tra il Lazio e l’Umbria – la poco movimentata strada che bypassa la capitale sfiorando Tivoli e attraversando la bassa Sabina – hanno previsto un percorso leggermente più montagnoso che debutterà, subito dopo il via da Frosinone, con la lunga ma pedalabile salita che, toccata Alatri (da non perdere il duomo e una delle meglio conservate acropoli d’Italia), in una trentina di chilometri (media del 3,9% negli ultimi 9000 metri) raggiungerà i 1007 metri del Valico di Arcinazzo, porta d’accesso all’omonimo altipiano, conca d’origine carsica frequentata per villeggiatura sin dall’epoca dei romani – come testimoniano i resti di della villa fatta costruire dall’imperatore Traiano – e che sarà attraversata all’inizio della discesa verso Subiaco, una delle culle del monachesimo italiano per la presenza degli importanti monasteri benedettini di Santa Scolastica e del Sacro Speco, costruito quest’ultimo attorno alla grotta dove visse eremita per quasi 30 anni il fondatore dell’ordine, San Benedetto da Norcia, e nel quale è possibile ammirare la più antica raffigurazione di San Francesco, affrescata tre anni prima della morte del “Poverello d’Assisi”.
Raggiunta la valle dell’Aniene, il percorso la abbandonerà per affrontare la seconda ascesa di giornata (6 Km al 5%), nel corso della quale si passerà per Arsoli, borgo dominato dall’imponente Castello Massimo, antico monastero benedettino trasformato in maniero alla fine del ‘500 e che, per la sua presenza scenica, è stato prescelto in diverse occasioni per girarvi dei film. Lambiti i confini con l’Abruzzo – quest’anno la regione di Vito Taccone sarà totalmente dimenticata dal tracciato, ma ci sarà l’occasione di ricordare il “Camoscio” di Avezzano in occasione dell’arrivo a Oropa – si entrerà nel territorio dell’antica Sabina, iniziando la più consistente tra le due porzioni di pianura previste in questa tappa, che si estenderà per una sessantina di chilometri, sino ai confini con l’Umbria. Pur priva di dislivelli, la prima parte di questa fase sarà più impegnativa della successiva perché si snoderà sulla tortuosa strada che percorre la valle del Turano, costeggiando l’omonimo lago artificiale, collegato mediante una galleria lunga quasi 10 Km a quello del Salto, il più vasto della regione tra quelli creati dall’uomo e situato in una valle parallela. Transitati ai piedi del colle sul quale è appollaiato il bel borgo di Rocca Sinibalda, a sua volta dominato dall’imponente Castello Sforza Cesarini, il tracciato confluirà su quello della storica Via Salaria e si farà decisamente più filante approssimandosi a Rieti. La cinta muraria che ancora oggi la racchiude e il duomo intitolato all’Assunta sono i principali monumenti dell’antica Reate, città che i romani definirono “Umbilicus Italiae” ritenendola il centro geografico della penisola, fatto smentito dai tecnici dell’Istituto Geografico Militare di Firenze che, con i moderni strumenti che certamente mancava ai romani, hanno stabilito che il vero “ombelico” si trova presso Narni (Terni), all’altezza del Ponte Cardona. Dunque in Umbria, verso la quale ora si dirigeranno i “girini” percorrendo la strada pianeggiante che si snoda alle pendici del Terminillo, attraversando una plaga denominata “Valle Santa” per la presenza di quattro santuari legati alla figura di San Francesco d’Assisi. Due di essi si trovano proprio sulle prime rampe della “Montagna di Roma” e sono La Foresta, dove il santo fu ospite durante il viaggio verso Fonte Colombo (il monastero dove subì un tremendo e miracolosamente non doloroso intervento agli occhi), e San Giacomo, situato poco sopra Poggio Bustone (il paese natale di Lucio Battisti) e collocato presso uno dei romitori preferiti da San Francesco, che vi si ritirava spesso in eremitaggio e dove ebbe la visione dell’angelo che gli predisse la remissione dei peccati.
Quando le acque di un altro lago si faranno prossime al tracciato (il Piediluco, scelto dalla F.I.C. quale sede del Centro Nazionale Remiero), si cambierà strada e musica poiché con l’ingresso in Umbria, regione prevalentemente collinare, la pianura lascerà lo spazio a tre salite consecutive, un tridente dai vertici decisamente spuntati che impegnerà il gruppo per una trentina di chilometri ma che non costituirà un grosso grattacapo per i velocisti, i favoriti della giornata. Il primo atto di questo triduo sarà la modestissima Forca dell’Arrone (3,5 Km al 3,2%), traguardo della montagna in edizione passate della corsa rosa, seguita dalla planata verso l’omonimo centro, inserito nella lista dei “borghi più belli d’Italia” per la bellezza della parte alta dell’abitato, che conserva ancora l’originale impianto medioevale e che fa da sfondo alle scene del torneo cavalleresco dello spassoso “L’armata Brancaleone”, diretto nel 1966 da Mario Monicelli. Attraversata la Valnerina, una manciata di chilometri in pianura precederà il momento più impegnativo della tappa, il dente di Montefranco, ascesa di 5,5 Km che si presenterà con due volti: risalendo le pendici del Monte Moro, sul quale si trova una piccola area archeologica con i resti di un santuario romano, s’incontrerà una prima metà cattiva (media dell’8,9%) per raggiungere il centro del borgo e poi la strada si farà più benevola (2,6%) nei 2,8 Km che rimarranno per arrivare alla sovrastante casa cantoniera. Si scenderà ora a imboccare un’altra storica via consolare romana, la Via Flaminia, portandosi ai piedi dell’ultima difficoltà di giornata, il Valico della Somma. Dopo 4,5 Km al 6,3%, si scollinerà a 646 metri di quota, qualche metro sotto il passaggio geografico vero e proprio, che fu regolarmente affrontato sino al secondo dopoguerra quando il vecchio tracciato della Flaminia, stretto e scavato nella roccia, fu dismesso e sostituito dall’attuale itinerario, che agevolmente evita il passo con una breve galleria. Tornati alla luce del sole di fronte ai corridori si spalancheranno gli ultimi 42 Km, totalmente sgombri di ostacoli fisici e che saranno introdotti dalla veloce discesa sull’incantevole Spoleto, cittadina che si abbevera d’arte a 360° gradi poiché dal 1958 i suo pregevoli monumenti (tra tutti ricordiamo il Duomo, la Rocca Albornoziana e il Ponte delle Torri, simbolo della città) fanno da suggestive quinte al Festival dei Due Mondi, manifestazione internazionale di musica e spettacolo ideata dal compositore varesino Gian Carlo Menotti.
Divenuto definitivamente pianeggiante il tracciato andrà ora a lambire il luogo dove si trovano le sorgenti del Clitunno, fiume venerato dagli antichi romani al punto di “battezzarlo” con il nome di un dio (Giove Clitumno) e di costruirvi sulle sue sponde un piccolo tempietto, successivamente distrutto e poi ricostruito dai longobardi e dal 2011 iscritto nell’elenco dei “Patrimoni dell’Umanità” dell’UNESCO, in rappresentanza – assieme ad altri luoghi sparsi in tutta Italia – dei luoghi del potere e del culto longobardo.
Sfiorata la città di Trevi, arroccata su un colle dal quale offre spettacolari scorci panoramici, il gruppo punterà di gran carriera verso il settimo traguardo del Giro 2014. Foligno è alle porte e i velocisti cominceranno ad affinare le armi agguerriti, anche perché questa, per qualcuno di loro, potrebbe essere l’ultima occasione. Domani incominceranno le montagne e gli incubi del tempo massimo e, da qui a Trieste, la corsa rosa riserverà al massimo 3-4 possibilità agli sprinter sulle rimanenti 14 frazioni. Per loro è giunto il momento di ritirarsi dietro le quinte, da domani i nomi in cartellone saranno altri.
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Colle Cimetta (1011). Valicato dalla SS 411“Sublacense” tra Guarcino e gli Altipiani di Arcinazzo, sulle cartine del Giro 2014 è chiamato “Valico di Arcinazzo” ed è quotata 1007.
Forca dell’Arrone (509). Valicata dalla SP 4 tra il bivio sulla SS 79 “Ternana” e Arrone, tra il 1987 e il 2004 è stata quattro volte GPM. I vincitori del traguardo della montagna sono sempre stati stranieri: lo scozzese Robert Millar nel 1987 (Terni – Terminillo, vinta dal francese Bagot), il portoghese Acácio da Silva nel 1991 (Rieti – Città di Castello, Cipollini), lo spagnolo Francisco Cabello nel 1993 (Montelibretti – Fabriano, Furlan), lo spagnolo Constantino Zaballa nel 2003 (Rieti – Arezzo, Cipollini) e il tedesco Fabian Wegmann nel 2004 (Spoleto – Valmontone, Petacchi.)
Valico della Cantoniera di Monte Moro. Non segnalato sul testo di riferimento “Valichi stradali d’Italia” (Georges Rossini, Ediciclo), vi transita la strada provinciale che mette in comunicazione Montefranco con la SS 3 “Via Flaminia”. È stato considerato GPM in due occasioni, nel 1991 e nel 1993, nelle tappe sopra citate che prevedevano anche l’ascesa alla Forca dell’Arrone: a conquistare il GPM sono stati l’italiano Gianluca Pierobon e lo spagnolo Francisco Cabello.
Valico della Somma (646). Valicato in galleria dalla SS 3 “Via Flaminia” tra Terni e Spoleto, si trova poche decine di metri più in basso rispetto al valico geografico vero e proprio (circa 670 metri). Dal 1933, anno dell’istituzione della speciale classifica degli scalatori, a oggi è stato coronato in 4 occasioni dal triangolino del GPM. “Battezzata” da Gino Bartali nel 1950 (Perugia – L’Aquila, Astrua), la Somma è stata poi conquistata dall’olandese Wout Wagtmans nel 1957 (Loreto – Terni, vinta dallo stesso corridore), da Antonino Catalano nel 1960 (Terni – Rimini, Baffi) e da Gianni Bugno nel 1986 (Rieti – Pesaro, Bontempi).
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY

Frosinone (www.benessereviaggi.it)

L'acropoli di Alatri (www.tg24.info)

Altipiani di Arcinazzo, resti della villa di Traiano (www.escursioniciociaria.com)

Subiaco, monastero del Sacro Speco (www.sacredsites.com)

Il Castello Massimo di Arsoli come appare nel film 'La casa dell'orco' (www.davinotti.com)

Lago del Turano (www.turano.it)

Rocca Sinibalda, Castello Sforza Cesarini (www.sabinaagricoltura.it)

Rieti, cinta muraria (www.campus.rieti.it)

Poggio Bustone, santuario di San Francesco (www.fotografieitalia.it)

Arrone fa da sfondo alle scene del torne de 'L'armata Brancaleone' (davinotti.com)

Spoleto, rocca albornoziana e Ponte delle Torri (www.123rf.com)

Il tempietto delle Fonti del Clitunno (www.marcopolo.tv)

Panoramica sui tetti di Foligno e, in trasparenza, l'altimetria della settima tappa (www.umbriameteo.info)
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI MONTECASSINO
maggio 16, 2014 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Anche quest’anno ilciclismo.it, proporrà, poche ore dopo la conclusione della tappa, l’oramai tradizionale almanacco zeppo di golosità: cominceremo dalla rassegna stampa internazionale, passando poi il parere dei tifosi, la colonna sonora del giorno, le previsione del tempo per la tappa successiva, le “perle” dei telecronisti, il Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e il ricordo di un Giro passato (abbiamo scelto il 1964, l’ultimo dei due Giri vinti da Anquetil).
GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO
Italia
Matthews a Montecassino e rafforza la maglia rosa. Giro, in ospedale Caruso, Rodriguez e Vicioso (Gazzetta dello Sport)
Giro, Matthews vince la volata a Montecassino e resta maglia rosa (Corriere della Sera)
Regno Unito
Crash ends hopes of several Giro d’Italia general classification contenders(The Times)
Giro d’Italia 2014, stage six: Michael Matthews retains maglia rosa as carnage rips through rain-soaked peloton (The Daily Telegraph)
Irlanda
Nicolas Roche Diary: ‘My shorts ripped and there was blood streaming down my left leg’(Irish Independent)
Francia
Le carambolage qui a tout changé (L’Equipe)
Spagna
Purito se retira con un dedo de la mano y tres costillas rotos – Evans golpea en Montecassino y Purito dice adiós al Giro 2014 (AS)
Purito dice adiós al Giro de Italia por una caída (Marca)
‘Purito’ se despide del Giro (El Mundo Deportivo)
Belgio
Giro: victoire de Matthews devant le Belge Wellens (Le Soir)
Zware valpartij gooit Giro op zijn kop (De Standaard)
Giro : Joaquim Rodriguez (Katusha) doit abandonner – Matthews toujours en rose, sévère chute de Caruso (L’Avenir)
Tim Wellens 2ème de la 6ème étape du Giro (La Dernière Heure/Les Sports)
Tour d’Italie: le maillot rose Michael Matthews évite les chutes et s’impose… en montagne, le Belge Wellens 2e (Sudinfo.be)
Paesi Bassi
Chaos na massale val Giro (De Telegraaf)
Lussemburgo
Matthews überrascht (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)
Matthews verteidigt Rosa in den Bergen (Tageblatt)
Germania
Matthews verteidigt Rosa Trikot auch in den Bergen (Berliner Zeitung)
USA
Matthews Wins Stage Six to Retain Giro Lead (The New York Times)
Colombia
Evans les sacó 49 segundos más a Urán y a Quintana en el Giro Italia (El Tiempo)
Giro de Italia, en juego largo hay desquite – Nairo Quintana: “estoy agradecido por no tener nada serio” – La sexta etapa del Giro De Italia fue para Michael Matthews (El Espectador)
Australia
Sprinter Michael Matthews retains Giro d’Italia lead, but Cadel Evans looms
(The Age)
Evans pushes Matthews in Giro (The Australian)
Michael Matthews wins stage to stay ahead in Giro d’Italia as Cadel Evans makes move (Herald Sun)
BOX POPULI
Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Mauro Facoltosi: Sarà una tappa fotocopia di quella di ieri?
MirkoBL: Se la giocherà un gruppo di una ventina di unità, tipo quando si arriva a Montevergine di Mercogliano.
Mauro Facoltosi: Vittoria di Ulissi. Commenti?
Nebe1980: si credo anche io, secondo me ci sarà grande bagarre nel finale per creare buchi e guadagnare secondi ma alla fine le differenze saranno minime
Mauro Facoltosi: Vittoria di Matthews. Il gruppo “esplode” nel finale per una maxi caduta ai piedi della salita. Commenti?
n@po: qualche appunto:
1)Occhio a Pozzovivo (gli anni scorsi era sempre tra i coinvolti ora invece…)
2) Evans non sbaglia un colpo e BMC è fortissima
3) Quintana rimane strafavorito
4) Purito ha fatto la fine di molti di quelli che hanno programmato solo il tour e finiranno così nella tappa del pavè…
5) Cunego ne ha sempre una…
6) metà dei ‘favoriti’ è già saltata
7) Pancani e Martinello che in una tappa così non si concentrano sugli arrivi dei corridori e relativi distacchi fanno la figura dei dilettanti allo sbaraglio (e non è la prima volta…)
8 ) Se aspettavano ancora un pò con l’ambulanza ed il servizio medico, Caruso faceva prima ad andare in ospedale a piedi…
MirkoBL: Matthews si conferma un giovane molto interessante, molto più che un semplice velocista come qualcuno lo ha bollato (è già arrivato 12° all’Amstel).
Purito quest’anno ha una sfiga che farebbe bene ad andare al Tour per fare una deviazione a Lourdes nel giorno di riposo. Ed urge posticipare la partenza del Giro almeno di una settimana, tornando alle date di un decennio fa.
n@po: straquoto. Per me l’anticipo (che non ha minimamente inciso sull’attitudine di qualcuno di correre giro e tour) è un fatto totalmente demenziale. Preciso che il ritorno a un finale verso il 10 giugno non assicura beltempo sulle montagne ma certamente assicura tempo mediamente migliore nelle 3 settimane (e le scuole son chiuse…)
Howling Wolf14: Una deviazione a Lourdes gioverebbe di sicuro anche a Mauro Vegni.
Nebe1980: Evans è molto forte, l’unica incongita è se riuscirà a tenere questa condizione fino alla fine. Intanto una tappa che doveva essere interlocutoria ha regalato quasi un minuto a Evans. Vediamo come uscirà la generale dopo la tappa di domenica
Mauro Facoltosi: Il bollettino di guerra di Montecassino
Quintana: gomito battuto
Uran: caduto
Aru: ferita al braccio (necessita di punti)
Scarponi: “botte” da valutare
Gasparotto: caduto
Brajkovic: braccio rotto
Villella: sospetta frattura della clavicola
Roche: caduto
Majka: caduto
Rodriguez: sospetta frattura della clavicola sinistra
Caruso: sospetta frattura della clavicola destra
Vicioso: sospetta frattura del femore
Katusha: decimata (i tre corridori sopra citati sono di questa squadra)
Niemec: contusioni importanti
Ferrari: problemi al dito di una mano
Cunego: sbucciature assortite
Pirazzi: sospetto di problemi ad una spalla
Basso: caduto
Moser: caduto
Longo Borghin: caduto
Torres: caduto
Tuft: ferite importanti
Howling Wolf14: Ma che ciclismo è diventato. Dai, ragazzi, con una corsa così non ci si diverte nemmeno più.
MirkoBL: A me, dalla posizione, Caruso dava l’impressione di avere una frattura al femore o al bacino, più che alla clavicola
MirkoBL: Majka e Roche dovrebbero essere arrivati coi primi. Almeno una buona notizia in tutto questo c’è perché non abbiamo perso due possibili protagonisti per la classifica. Risultavano in ritardo perché avevano preso la bici di due compagni di squadra.
Profpivo: Premetto che non ho seguito le tra tappe irlandesi, ma finora la qualità del servizio Rai mi sembra ancora più imbarazzante del solito. Regia da mal di testa nei finali, con stacchi insensati sulla coda della corsa proprio durante le fasi calde. Distacchi tra fuggitivi e gruppo una tantum, ieri per sapere il vantaggio di Brambilla hanno dovuto cronometrarlo a mano i telecronisti.
E passando alla telecronaca, Pancani senza Cassani mi sembra in balia degli eventi. Ieri manco si è accorto che Ulissi stava vincendo… Oggi nel finale prima di azzeccare chi c’era nel gruppetto davanti ce n’è voluto di tempo, e lo stesso coi distacchi dei big. Martinello competente, misurato e gradevole però si perde quando la corsa entra nel vivo. Sulla De Stefano no comment personale che dura da anni… Almeno hanno eliminato quel pagliaccio che faceva le interviste all’arrivo di cui manco mi ricordo il nome.
n@po: Straquoto tutto. Il servizio sta peggiorando sensibilmente, rispetto agli scorsi anni, sia in video che nei commenti. Le ‘rubriche’ con Bartoletti sono da asilo mariuccia (l’italiano medio è così rincoglionito da meritare questo?) Non parliamo della DeStefano che se no sclero (invece di ridurle gli spazi, sadicamente la RAI ce la propina sia prima che dopo la tappa). PS: aggiungo che Lelli commentatore sta a Savoldelli come Basso allo stesso Savoldelli in discesa….
trautman80: Ma la rotonda era segnalata bene, con due auto parcheggiate sul lato sinistro? Senza contare l’asfalto improvvisamente scivoloso, mi sembra che l’organizzazione debba studiare bene cos’è successo e dare una spiegazione visto che sono caduti 50 corridori alcuni con ferite gravi.
nisky: Martin……purito……roche……e tanti altri possibili protagonisti spazzati via da pioggia e asfalto decadente!!! Che tristezza…..c è da rivedere qualcosa e in fretta! Non è possibile che al giro la gente cade anche in pianura come fosse su vetro!!! Vorrei vedere attacchi non gente che si auto elimina su asfalti lisci che con due gocce di pioggia diventano impraticabili! Io se fossi straniero non ci verrei più al giro! I comuni che pagano per la tappa devono anche asfaltare e mettere in sicurezza le strade dai…..cosi non è solo uno schifo ma una vergogna! Che immagine si da al mondo dell italia? Che noi si guida su saponette?
geobach: A me sembra si dia un’immagine alquanto veritiera
n@po: Stai scherzando? Al tour per la prima settimana è un bowling continuo anche sull’asciutto. E’ un problema comune. Colpa anche degli organizzatori. Se notate si corre quasi esclusivamente su stradoni (immagino o almeno spero che una motivazione sia che son messi meglio), Sugli stradoni, nei momenti topici, il gruppo fa velocità spaventose (normalmente sono lunghi rettilinei a fronte di strade più piccole e più tortuose) con una prima linea frontale anche di 15 corridori (e quelli dietro copertissimi che fan ancor più velocità). Il primo intoppo e metà gruppo non ha il tempo di frenare e si ritrova a terra (e non è che la strada più larga offra più vie di fuga dato che la sede stradale è tutta occupata dal gruppo). Inoltre, sugli stradoni, ci sono rotonde e spartitraffico a gogo. Ormai è una gincana decisamente pericolosa. In Irlanda si notava come, appena le strade si restringevano, il gruppo si metteva in fila indiana o alpiù a tre o quattro per riga. Morale: rischi di caduta collettivi molto minori (cadono due o tre righe e gli altri frenano e comunque vanno più piano) e assenza di spartitraffico in ogni dove.
DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Crash! (Propellerheads)
a cura di DJ Jorgens
METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Frosinone – Foligno
Frosinone : cielo coperto con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 15,6°C (percepiti 14°C), vento debole da NNW (9-21 Km/h), umidità al 57%
Altipiani di Arcinazzo (Km 33,3): cielo coperto con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 11,5°C (percepiti 7°C), vento debole da N (16-20 Km/h), umidità al 66%
Rieti – T.V. – (Km 122): cielo coperto con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 14,9°C (percepiti 10°C), vento moderato da N (18-22 Km/h), umidità al 58%
Arrone (Km 154,1) : cielo coperto con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 16,4°C (percepiti 12°C), vento moderato da N (18-25 Km/h), umidità al 54%
Foligno : cielo coperto con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 16,2°C (percepiti 12,5°C), vento moderato da N (15-22 Km/h), umidità al 60%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Pancani: “9 minuti dal loro vantaggio sul gruppo”
De Stefano: “Una fiction importantissimo”
Pancani: “Movimento fanoso”
Martinello: “La seconda rifornimento”
Martinello: “Riccardo Zoidil” (Zoidl)
Martinello: “Anche oggi non ci sono pendenze”
De Luca: “Mi sono portato al fianco il dottor Fabio Volontè”
Martinello, commentando gli interventi medici all’ammiraglia del medico di corsa: “Anche un gallo” (callo)
Martinello: “La media della corsa, come si segnala la grafica”
Pancani: “Arashira” (Arashiro)
Martinello: “Sarà importante per Pozzovivo prenderlo nelle prime posizioni”
Pancani: “Ci conforta il volto di Giampaolo Caruso, che abbiamo visto cosciente” (il resto del corpo no)
Garzelli: “L’asfalto non piove, bagna solo la strada”
Martinello: “Edoardo Chavez” (Rubiano Chavez)
Sentita al Processo: “Era uno spartitraffico da evitare in questo punto di partenza” (era nel finale di tappa)
IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!
Ordine d’arrivo della sesta tappa, Sassano – Montecassino
1° Ben Swift
2° Svein Tuft a 42″
3° Rick Flens s.t.
4° Brett Lancaster a 44″
5° Andrey Amador a 3′46″
Miglior italiano: Marco Bandiera, 7° a 4′36″
Classifica generale
1° Ramon Carretero
2° Cameron Meyer a 14′36″
3° Arnaud Courteille a 16′22″
4° Michael Hepburn a 17′18″
5° Tom Stamsnijder a 17′30″
Miglior italiano: Marco Bandiera, 12° a 26′20″
L’ULTIMO GIRO DI ANQUETIL
Tuffo nella storia del Giro del 1964, il secondo e ultimo conquistato dall’asso francese Jacques Anquetil. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it
6a tappa: PARMA – VERONA (100 Km)
BISTICCIO BAILETTI-TACCONE DOPO LA TAPPA VINTA DA BARIVIERA
Da Parma al traguardo cento chilometri senza emozioni
Al termine della tappa del Giro, i due ciclisti si sono accusati reciprocamente di scorrettezze durante lo sprint finale – Anquetil conserva la maglia rosa, nonostante una caduta – Oggi arrivo in salita a Lavarone
Nota sulla planimetria: Al momento di andare in stampa Torriani non aveva ancora stabilito il finale del Giro. Per questo motivo la planimetria propone i due progetti aperti in quel momento.
ARCHIVIO ALMANACCO
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1a tappa: Belfast (cronosquadre)
2a tappa: Belfast (seconda tappa)

La rotonda 'maledetta" che ha scompaginato le carte del 97" Giro d'Italia (RAI 3)
MASSACRO A MONTECASSINO: LA GUERRA SPORCA DI CAPITAN EVANS
Ritirati e feriti nel bilancio di una catastrofica caduta che ha scompaginato il gruppo nei pochissimi chilometri tra il rientro sulla fuga e l’attacco dell’ascesa a Montecassino. Evans si trova in testa a un drappello ridottissimo di incursori con due compagni, e decide di spingere a tutta per capitalizzare il fattaccio. La corsa è corsa… o per meglio dire, à la guerre comme à la guerre.
Tappa interminabile, di oltre 250km, e altrettanto interminabile è l’epica fuga di Bandiera, Fedi, Torres e Zardini, in rappresentanza delle quattro squadre invitate al Giro, rispettivamente Androni, Neri-Alé, Colombia e Bardiani. Quasi duecentoquaranta i km al vento per loro, animando una corsa che vive di attese, di nuvoloni passeggeri, repentini cambi di tempo o di vento, e ben poco altro. Giusto una schermaglia per rapinare l’ultimo punto rimasto in bilico presso un traguardo volante, dove tra i due litiganti Bouhanni e Viviani spunta a godere il Bardiani Ruffoni, con il francese sorpreso e l’italiano rimasto sulle gambe dopo aver fatto lavorare la squadra.
Intorno ai -11 la fuga è stata riacciuffata, e il gruppo inizia a manovrare per arrivare col gas aperto alle propaggini dell’ascesa conclusiva, quando in prossimità di una rotonda si innesca un grappolo di cadute, diffuse in più punti del peloton, con successive carambole. Il risultato è devastante.
Molti uomini sono al suolo, doloranti, in condizioni visibilmente serie. Le immagini più drammatiche sono quelle di Giampaolo Caruso, immobile su un fianco, e quelle di Brajkovic, seduto a terra con aria stordita dopo aver cozzato contro un parapetto a bordo strada; ma ad aver assaggiato l’asfalto è una gran parte del gruppo, con i più fortunati ad impadronirsi delle biciclette dei propri gregari per rimettersi quanto prima in corsa.
In testa alla gara sono rimasti una dozzina di atleti, tra i quali spiccano i nomi grossi di due australiani, Evans e la maglia rosa Matthews, entrambi scortati da un paio di compagni. Ci sono anche Rabottini (Neri-Alé) e Wellens (Lotto). Oss è il primo a imporre un ritmo martellante sulle rampe di Montecassino, mentre, dietro il primo troncone, quel che resta del gruppo fatica a riorganizzarsi, con gregari che si guardano attorno smarriti per capire dove si trovino i rispettivi capitani, e capitani che, isolati, attendono disperatamente rinforzi.
Prende corpo un inseguimento confuso, una specie di ritirata rovinosa al contrario. Brambilla dà una trenata veemente come un attacco kamikaze, agli ordini di Urán. Poi è Quintana a lanciare i propri soldati alla carica, ma la fatica li falcidia uno dietro l’altro. Rientra intanto Pozzovivo, e a sua volta mobilita qualche sparuta truppa. Il distacco cala fino a una trentina di secondi, ma la situazione è quanto mai caotica: gli “ufficiali” non vogliono mettere il naso fuori dalla trincea, e la traballante compagine si appallottola a più riprese, perdendo spinta.
A dare qualche accelerazione in prima persona sono solo i meno favoriti tra i capitani: Kelderman della Belkin, Duarte per la Colombia, Kiserlovski per la Trek, verso la fine Ulissi nel tentativo disperato di sganciarsi.
Non c’è paragone con la marcia forzata di chi, là davanti, scandisce un passo regolare quanto elevato, con il vantaggio della continuità e dell’organizzazione. Una blitzkrieg fulminante, con Durbridge a dare un bel contributo (Santaromita, invece, addirittura perderà le ruote del gruppetto nel finale), ma soprattutto con Morabito a incaricarsi della parte più avanzata della salita. Matthews si giova senz’altro del passo uniforme, senza brusche fiammate, ma la sua prova – per un giovane battezzato come “ruota veloce” – è di una qualità sorprendente, se pensiamo appunto al fatto che il suo compagno Santaromita perde il passo, o al fatto che Rabottini non riesca nemmeno a mettere il naso fuori nella volata finale.
Sarà Evans a sfoderare la sciabola e lanciare l’assalto finale di cavalleria, tirando senza riserve fino all’ultimo metro possibile per guadagnare quanto più tempo sui rivali di classifica: non stupisce che sulla linea lo passi Wellens, né men che meno che Matthews faccia propria la tappa. A Cadel resta comunque il terzo posto, con il corrispondente abbuono a crivellare ulteriormente gli avversari già bombardati di distacchi pesanti.
Il gruppo più significativo di inseguitori approda all’arrivo con 49” di distacco. Nota di merito per quanti, tra i presenti, non erano stati semplicemente rimasti rallentati dalla frattura del gruppo, ma erano proprio finiti a terra, trovandosi quindi a dover recuperare un certo svantaggio per riunirsi agli altri superstiti attardati (ma non caduti), con l’aggravante, oltretutto, di aver patito danni più o meno seri.
Quintana è finito a terra, e altrettanto Urán. Tante botte e sbucciature, ma null’altro, almeno pare. Una seria ferita al braccio (che richiede diversi punti) per Fabio Aru, e brutti tagli per Bouet. Majka e Basso non han riportato gravi danni, ma entrambi sono caduti e sono stati tra gli ultimi a recuperare, dovendo dunque affrontare l’ascesa contando solo sulle proprie forze e rientrando in extremis.
A questi indomiti che hanno salvato la situazione nonostante le ferite si aggiungono i già nominati Kelderman, Ulissi, Duarte, Pozzovivo, Kiserlovski. Come capitani, ci sono anche Hesjedal e Rolland. Poi, solo seconde punte o atleti che forse capitani lo diverranno da oggi…
Per le vittime illustri, ci vorrebbe una lapide monumentale. Il nome più pesante è quello di Joaquim “Purito” Rodriguez, che taglia il traguardo con oltre sette minuti di svantaggio. Dai primi esami pare che si sia rotto una costola (lo stesso infortunio già patito con la caduta dell’Amstel) e un pollice. Chapeau per aver concluso la prova, alla faccia di chi si ritira per una “febbre”, ma il suo Giro si chiude amarissimamente qui. Non possiamo che augurargli di riuscire a preparare il Tour. Durissimo il bilancio per i suoi compagni Vicioso e Caruso, per i quali si parla rispettivamente di tripla frattura al femore e incrinature a polso e clavicola, oltre all’aggravarsi della già presente frattura dello scafoide con cui correva l’atleta siciliano.
Devastata la Movistar di Quintana, dove, oltre al capitano, sono caduti altri quattro atleti; a parte Malori, gli altri han riportato ferite piuttosto gravi, e ci riferiamo a Castroviejo, Gorka Igazirre (gomito), Amador (profonda ferita al collo).
Duramente colpita l’Astana con un gregario di lusso come Brajkovic fuori gara con un gomito rotto, Scarponi che incassa un pesantissimo distacco in classifica generale (oltre un minuto e mezzo) più molte botte, Gasparotto dolorante, oltre al già segnalato Aru con la sua profonda ferita al braccio.
Spuntato il tridente della Lampre, con Cunego che giunge all’arrivo poco prima di Scarponi, mostrando una brutta sbucciatura al ginocchio, e Niemiec che invece riporta quasi due minuti di distacco e serie contusioni.
Perde uno dei due capitani la Saxo-Tinkoff, visto che Roche riporta abrasioni e contusioni importanti, arrivando a circa sette minuti, così come la Trek vede sfumare le ambizioni di classifica di Arredondo, arrembante ieri, e oggi attardatissimo per la rottura della bici nella caduta.
Altri atleti ormai in procinto di ritirarsi dovrebbero essere Pirazzi, già miglior scalatore l’anno passato, molto sofferente anche se non fratturato, e un giovane promettente della Cannondale, Villella, per il quale si registra una sublussazione dell’omero.
La lista potrebbe continuare, fino a includere suppergiù un atleta su quattro (almeno una cinquantina i caduti).
Tutta la solidarietà possibile ai corridori sofferenti. Il Giro perde un grande protagonista, e vede indeboliti e attardati molti possibili primattori. Una volta assorbito il duro colpo, la situazione potrebbe tradursi in un’esplosione di combattività, con distacchi rilevanti da recuperare, campioni che potrebbero non aver più nulla da perdere, e soprattutto una BMC e un Evans… a cui farla pagare.
L’azione di oggi era pienamente nel diritto e nelle regole di gara, certo. Sarebbe stato semmai il buon senso a evidenziare l’eccezionalità di una caduta a cui sopravvivono una decina di partecipanti, e che viceversa ne coinvolge direttamente più di cinquanta, rispetto alle usuali “dinamiche di corsa”. Soprattutto se pensiamo che giusto l’altroieri è stata proprio la BMC, tra gli altri, a chiedere la patetica neutralizzazione della tappa di Bari: opportunismo degno del buon Cancellara, entrato nella leggenda, oltre che per le sue grandi vittorie, anche per la faccia tosta con cui fermò il gruppo quando erano attardati i suoi capitani, ma si mise ad attaccare quando il giorno dopo a cadere era stato qualcun altro. Siamo da quelle parti. Evidentemente però Evans ha una gran voglia di riscatto e vittoria, quindi possiamo perdonarlo, vista la sua fedina immacolata. Non crediamo che lo perdonerà il resto del gruppo, però: chi infrange le regole non scritte, in genere finisce per aver vita dura. Speriamo che tutto questo porti un po’ di fuoco in un Giro che finora ha sofferto di troppa acqua.
Gabriele Bugada
ORDINE D’ARRIVO
1 Michael Matthews (Aus) Orica Greenedge 6:37:01
2 Tim Wellens (Bel) Lotto Belisol
3 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team
4 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo
5 Ivan Santaromita (Ita) Orica Greenedge 0:00:13
6 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team 0:00:23
7 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:00:49
8 Mauro Finetto (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo
9 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida
10 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia
11 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp
12 Diego Rosa (Ita) Androni Giocattoli
13 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team
14 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
15 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
16 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha
17 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo
18 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar
19 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team
20 Francesco Manuel Bongiorno (Ita) Bardiani-CSF
21 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team
22 Jarlinson Pantano (Col) Colombia
23 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing
24 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr
25 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo
26 WoutPoels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
27 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale
28 Ivan Basso (Ita) Cannondale
29 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar 0:01:01
30 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol
31 Robinson Eduardo Chalapud Gomez (Col) Colombia
32 Tobias Ludvigsson (Swe) Team Giant-Shimano 0:01:05
33 Evgeny Petrov (Rus) Tinkoff-Saxo 0:01:09
34 Dylan Van Baarle (Ned) Garmin Sharp 0:01:26
35 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:01:29
36 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
37 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale
38 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale
39 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team 0:01:37
40 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team
41 Eros Capecchi (Ita) Movistar Team
42 André Cardoso (Por) Garmin Sharp
43 Dario Cataldo (Ita) Team Sky
44 Sander Armee (Bel) Lotto Belisol 0:01:43
45 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 0:01:54
46 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 0:01:57
47 Enrico Battaglin (Ita) Bardiani-CSF
48 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 0:02:17
49 Marc Goos (Ned) Belkin Pro Cycling Team
50 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
CLASSIFICA GENERALE
1 Michael Matthews (Aus) Orica Greenedge 24:18:14
2 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:00:21
3 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:01:18
4 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:01:25
5 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team
6 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo
7 Ivan Santaromita (Ita) Orica Greenedge 0:01:47
8 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:01:51
9 Tim Wellens (Bel) Lotto Belisol 0:01:52
10 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:02:06
11 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 0:02:08
12 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:02:11
13 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale
14 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
15 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida 0:02:22
16 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing 0:02:24
17 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team 0:02:28
18 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:02:34
19 Dario Cataldo (Ita) Team Sky 0:02:36
20 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:02:46
21 Tobias Ludvigsson (Swe) Team Giant-Shimano 0:02:47
22 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:02:48
23 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 0:02:50
24 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:03:01
25 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:03:10
26 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:03:13
27 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 0:03:14
28 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia 0:03:23
29 Mauro Finetto (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:03:28
30 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale
31 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr
32 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 0:03:41
33 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar 0:03:44
34 Diego Rosa (Ita) Androni Giocattoli 0:03:45
35 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:03:48
36 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team
37 Jarlinson Pantano (Col) Colombia 0:03:50
38 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:04:05
39 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:04:39
40 Pieter Weening (Ned) Orica Greenedge 0:04:55
41 Francesco Manuel Bongiorno (Ita) Bardiani-CSF 0:05:00
42 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 0:05:04
43 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:05:08
44 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 0:05:12
45 Enrico Battaglin (Ita) Bardiani-CSF 0:05:24
46 Chris Anker Sörensen (Den) Tinkoff-Saxo 0:05:25
47 Kanstantsin Siutsou (Blr) Team Sky 0:05:43
48 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 0:05:46
49 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo 0:06:13
50 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky 0:06:15

Steve Morabito guida il drappello di Cadel Evans e Michael Matthews lungo la salita di Montecassino (foto Tim de Waele)
15-05-2014
maggio 15, 2014 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
L’australiano Michael Matthews (Orica – GreenEDGE) si è imposto nella sesta tappa, Sassano – Montecassino, percorrendo 257 Km in 6h37′01″, alla media di 38,840 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Wellens e l’australiano Evans. Miglior italiano Matteo Rabottini (Neri Sottoli – Yellow Fluo), 4°. L’australiano Michael Matthews (Orica – GreenEDGE) è ancora maglia rosa, con 21″ su Evans e 1′18″ sul colombiano Urán Urán. Miglior italiano Rabottini, 6° a 1′25″
AMGEN TOUR OF CALIFORNIA
Lo statunitense Taylor Phinney (BMC Racing Team) si è imposto nella quinta tappa, Pismo Beach – Santa Barbara, percorrendo 172,9 Km in 3h59′33″, alla media di 43,306 Km/h. Ha preceduto di 12″ lo slovacco Sagan e l’australiano Harley Goss. Miglior italiano Matteo Trentin (Omega Pharma – Quick Step), 50° a 3′51″. Il britannico Bradley Wiggins (Team Sky) è ancora leader della classifica, con 28″ sull’australiano Dennis e 1′09″ sul portoghese Pinto Machado. Miglior italiano Fabio Sabatini (Cannondale Pro Cycling Team), 69° a 26′15″
ROYAL SMILDE OLYMPIA’S TOUR (Paesi Bassi)
L’olandese Wim Stroetinga (KOGA Cycling Team) si è imposto anche nella quarta tappa, Zoetermeer – Rijswijk, percorrendo 152,4 Km in 3h20′27″, alla media di 45,617 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Ewan e l’olandese Ariesen. Unico italiano in gara Marco Zanotti (Parkhotel Valkenburg CT), 6°. L’olandese Berden De Vries (Cyclingteam Jo Piels) è ancora leader della classifica, con 23″ sul connazionale Asselman e 38″ su Stroetinga. Zanotti 41° a 1′34″
RHÔNE-ALPES ISÈRE TOUR (Francia)
Il francese Quentin Jauregui (Roubaix Lille Métropole) si è imposto nella prima tappa, Eclose – Meyrie, percorrendo 150,8 Km in 3h49′07″, alla media di 39,491 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Guay e il croato Kvasina. Unico italiano in gara Corrado Lampa (Team Differdange – Losch), 4° a 10″.Jauregui è il primo leader della classifica, con 7″ su Guay e 9″ su Kvasina. Lampa 4° a 26″
VISEGRAD 4 BYCICLE RACE – GP CZECH REPUBLIC
Il ceco Josef Cerny (CCC Polsat Polkowice) si è imposto nella corsa ceca, Frydek Mistek – Brno, percorrendo 185 Km in 4h21′45″, alla media di 42,407 Km/h. Ha preceduto di 38″ il polacco Gradek e l’italiano Alessandro Mazzi (Utensilnord Ora24.eu)
CONTROLLA SOLO LA SKY…. E LA FUGA VA
Il programma prestabilito era quello di una tranquilla tappa per velocisti, ma solo la tranquillità è stata mantenuta in questa giornata, che i velocisti si sono visti sfuggire a causa di una non perfetta regia delle loro squadre. Di fatto ha controllato e blandamente la sola Sky, più attenta a non far sprecare troppe energie a Wiggins dopo la non esaltante prestazione del britannico nella tappa del giorno prima. L’Omega di Cavendish s’è svegliata troppo tardi e s’è capito ben presto che non sarebbe stato possibile riprendere il tentativo del mattino, coronato dalla vittoria del leader della classifica dei GPM, il canadese William Routley
Sembrava una tappa dall’esito già scritto: fuga del mattino controllata dal gruppo ed annullata nei chilometri finali, volata di gruppo con Mark Cavendish favorito assoluto. Non è andata in questo modo. La fuga del mattino in effetti c’è stata, ma il gruppo non è stato in grado di riprenderla, nonostante il vantaggio massimo degli attaccanti non sia arrivato a livelli particolarmente preoccupanti, segno che, oltre alla responsabilità del gruppo, l’esito della tappa è stato determinato anche dalla bravura e dalla decisione con la quale gli attaccanti hanno affrontato tutta la frazione, senza cedimenti e senza perdersi d’animo quando hanno visto il vantaggio dimezzato.
L’attacco viene sferrato nella parte iniziale della frazione, poco dopo il via ufficiale, escono dal gruppo William Routley (Optum p/b Kelly Benefit Strategies), leader della classifica degli scalatori, Gregory Daniel della Bissell Development, Christopher Jones e Jonathan Clarke della UnitedHealthcare, Kevin De Masmaeker del Team Novo Nordisk e Matt Cooke della Jamis – Hagens Berman.
La fuga scorre tranquilla, senza grossi colpi di scena: Routley si aggiudica entrambi i traguardi valevoli per la classifica deglio scalatori, mentre il traguardo volante è andato a Jones.
Il vantaggio massimo toccato dalla fuga è di 4 minuti, la Sky conduce le operazioni in gruppo ma non si può certo dire che si impegni in un vero inseguimento. Questa circostanza è certamente spiegabile con il fatto che i fuggitivi avevano un consideravole ritardo in generale e, quindi, non era interesse del leader chiudere su di essi, ma può anche avere una ulteriore chiave di lettura. Nelle fasi finali della tappa di ieri, infatti, Wiggins è rimasto senza squadra per quasi tutta la salita e si è fatto carico di imporre un ritmo elevato per diversi chilometri, con un notevole dispendio di energie. Nella tappa di oggi Wiggins e, soprattutto, i suoi compagni di squadra hanno voluto tirare il fiato perchè si sono resi conto che la leadership dell’inglese non è affatto al sicuro e che lo stesso in salita ha bisogno del supporto della squadra per non correre il rischio di arrivare alle tappe finali senza energie. Questa lettura della condotta di gara della Sky avvalora anche l’interpretazione della tappa di ieri, nel senso di un’insicurezza di Wiggins ed un conseguente tentativo di ritardare il più possibile gli attacchi.
La vera responsabilità dell’esito della corsa di oggi ricadeva così sulle squadre dei velocisti, ma nessuna di esse si è messa in testa per imbastire un inseguimento serio e hanno preferito fare tatticismo cercando di far spendere energie agli altri, senza rendersi conto che il ritmo della Sky non andava certo nella direzione da essi auspicata, ossia quella di ridurre sensibilmente lo svantaggio.
Quando si è messa a tirare in testa la Omega di Cavendish, il vantaggio è sì sceso, ma non in modo vertiginoso. Gli attaccanti, infatti, con grande caparbietà sono riusciti a mantenere un vantaggio di circa un paio di minuti fino al punto in cui il gruppo ha capito che l’inseguimento vero e proprio era partito troppo tardi ed ha quindi desistito.
Negli ultimi chilometri è partito Clarke, tentando di staccare gli altri compagni di fuga e puntando sul ruolo di stopper del compagno di squadra Jones, ma quando si arriva negli ultimi chilometri Jones non riesce a sostenere adeguatamente il ruolo di stopper che gli era stato assegnato. Tutti sono a tutta e contano solo le energie residue. Ci si gioca la vittoria nelle ultime centinaia di metri ed è proprio Routley, con la maglia di leader della montagna sulle spalle, a trovare lo spunto giusto ed a mettere in fila in compagni di avventura.
Dopo l’arrivo dei primi c’è ancora spazio per le emozioni, poichè nel finale si crea un buco che spezza il gruppo in due tronconi e nella seconda parte rimangono intrappolati il secondo e il terzo della generale che devono, quindi, cedere quattro secondi al britannico. Wiggins, da grande qual è, corre sempre nelle prime posizioni del gruppo e non lascia nulla al caso, riuscendo così a volgere a proprio favore ogni situazione imprevista.
La tappa di domani presenta un andamento abbastanza tranquillo fino al chilometro 87, quando inizierà la salita al San Marcos Pass, ascesa non impossibile ma seguita da una discesa lunga e tecnica. Dal termine della discesa al traguardo, mancheranno meno di 10 chilometri. Se gli avversari di “Sir” Wiggins ricordano le sue vicissitudini nelle discese del Giro d’Italia dell’anno scorso, non mancheranno gli attacchi nella parte finale della salita per cercare di staccarlo con lo scatto secco e di guadagnare ulteriori secondi nella successiva planata. L’impresa non è facile ma neppure impossibile e conterà molto l’aiuto della squadra, che oggi si è giustamente risparmiata.
Benedetto Ciccarone
ORDINE D’ARRIVO
1 William Routley (Can) Optum p/b Kelly Benefit Strategies 3:48:37
2 Gregory Daniel (USA) Bissell Development Team
3 Kevin De Masmaeker (Bel) Team Novo Nordisk
4 Christopher Jones (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
5 Matt Cooke (USA) Jamis – Hagens Berman
6 Jonathan Clarke (Aus) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:00:15
7 Mark Cavendish (GBr) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:01:17
8 Peter Sagan (Svk) Cannondale
9 Matthew Harley Goss (Aus) Orica GreenEdge
10 Taylor Phinney (USA) BMC Racing Team
11 John Degenkolb (Ger) Team Giant-Shimano
12 Danny Van Poppel (Ned) Trek Factory Racing
13 Nicolai Brochner (Den) Bissell Development Team
14 John Murphy (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
15 Guillaume Boivin (Can) Cannondale
16 Eric Young (USA) Optum p/b Kelly Benefit Strategies
17 Fred Rodriguez (USA) Jelly Belly p/b Maxxis
18 Bradley Wiggins (GBr) Team Sky
19 Mark Renshaw (Aus) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
20 Moreno Hofland (Ned) Belkin Pro Cycling Team
21 Edward King (USA) Cannondale 0:01:21
22 Scott Thwaites (GBr) Team NetApp-Endura
23 Lawson Craddock (USA) Team Giant-Shimano
24 Jasper Stuyven (Bel) Trek Factory Racing
25 Daniel Summerhill (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
26 Daan Olivier (Ned) Team Giant-Shimano
27 Juan Jose Haedo (Arg) Jamis – Hagens Berman
28 Tiago Machado (Por) Team NetApp-Endura
29 Andreas Schillinger (Ger) Team NetApp-Endura
30 Markel Irizar Aranburu (Spa) Trek Factory Racing
31 Peter Stetina (USA) BMC Racing Team
32 Niki Terpstra (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
33 David De La Cruz Melgarejo (Spa) Team NetApp-Endura
34 Rohan Dennis (Aus) Garmin Sharp
35 Caleb Fairly (USA) Garmin Sharp
36 Joshua Edmondson (GBr) Team Sky
37 Koen De Kort (Ned) Team Giant-Shimano
38 Carter Jones (USA) Optum p/b Kelly Benefit Strategies
39 Martijn Verschoor (Ned) Team Novo Nordisk
40 Clément Chevrier (Fra) Bissell Development Team
41 Kristijan Koren (Slo) Cannondale
42 Adam Yates (GBr) Orica GreenEdge
43 Laurens Ten Dam (Ned) Belkin Pro Cycling Team
44 Javier Alexis Acevedo Colle (Col) Garmin Sharp
45 Johan Esteban Chaves Rubio (Col) Orica GreenEdge
46 Alex Candelario (USA) Optum p/b Kelly Benefit Strategies
47 Jesse Sergent (NZl) Trek Factory Racing
48 Greg Van Avermaet (Bel) BMC Racing Team
49 Haimar Zubeldia Agirre (Spa) Trek Factory Racing
50 Tanner Putt (USA) Bissell Development Team
CLASSIFICA GENERALE
1 Bradley Wiggins (GBr) Team Sky 13:53:51
2 Rohan Dennis (Aus) Garmin Sharp 0:00:28
3 Tiago Machado (Por) Team NetApp-Endura 0:01:09
4 Lawson Craddock (USA) Team Giant-Shimano 0:01:25
5 Adam Yates (GBr) Orica GreenEdge 0:02:14
6 Peter Stetina (USA) BMC Racing Team 0:02:28
7 Matthew Busche (USA) Trek Factory Racing 0:02:29
8 Carter Jones (USA) Optum p/b Kelly Benefit Strategies 0:02:31
9 Laurens Ten Dam (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:02:33
10 Javier Alexis Acevedo Colle (Col) Garmin Sharp 0:02:34
11 Haimar Zubeldia Agirre (Spa) Trek Factory Racing 0:02:49
12 Damien Howson (Aus) Orica GreenEdge 0:02:59
13 Johan Esteban Chaves Rubio (Col) Orica GreenEdge 0:03:32
14 Nathan Brown (USA) Garmin Sharp 0:03:39
15 David De La Cruz Melgarejo (Spa) Team NetApp-Endura 0:03:46
16 George Bennett (NZl) Cannondale 0:03:49
17 Lucas Euser (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:04:12
18 Daan Olivier (Ned) Team Giant-Shimano
19 Tom Danielson (USA) Garmin Sharp 0:04:39
20 Thomas Damuseau (Fra) Team Giant-Shimano 0:05:31
21 Kristijan Koren (Slo) Cannondale 0:06:42
22 Caleb Fairly (USA) Garmin Sharp 0:06:44
23 Gregory Brenes (CRc) Jamis – Hagens Berman 0:06:45
24 Jack Bobridge (Aus) Belkin Pro Cycling Team 0:06:54
25 Clément Chevrier (Fra) Bissell Development Team 0:07:15
26 Luis Romero Amaran (Cub) Jamis – Hagens Berman 0:07:22
27 Jens Voigt (Ger) Trek Factory Racing 0:07:34
28 Edward King (USA) Cannondale 0:07:45
29 Benjamin King (USA) Garmin Sharp 0:07:48
30 Daniel Jaramillo Díez (Col) Jamis – Hagens Berman 0:08:26
31 Javier Megias Leal (Spa) Team Novo Nordisk 0:08:51
32 Carlos Verona Quintanilla (Spa) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:09:15
33 Maarten Wynants (Bel) Belkin Pro Cycling Team 0:09:44
34 Amaël Moinard (Fra) BMC Racing Team 0:09:48
35 Kiel Reijnen (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:10:17
36 Nicky Van Der Lijke (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:11:07
37 Joseph Lloyd Dombrowski (USA) Team Sky 0:11:46
38 Ben Jacques-Maynes (USA) Jamis – Hagens Berman 0:11:54
39 Chad Haga (USA) Team Giant-Shimano 0:12:04
40 Markel Irizar Aranburu (Spa) Trek Factory Racing 0:12:28
41 Gregory Daniel (USA) Bissell Development Team 0:12:39
42 Iker Camano Ortuzar (Spa) Team NetApp-Endura 0:12:49
43 Christopher Jones (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:12:59
44 Jens Keukeleire (Bel) Orica GreenEdge 0:13:10
45 Scott Zwizanski (USA) Optum p/b Kelly Benefit Strategies 0:13:30
46 Paul Voss (Ger) Team NetApp-Endura 0:13:49
47 Joshua Edmondson (GBr) Team Sky 0:14:03
48 Christian Knees (Ger) Team Sky 0:14:05
49 Kirk Carlsen (USA) Jelly Belly p/b Maxxis 0:15:19
50 Ruben Zepuntke (Ger) Bissell Development Team 0:15:21

L'affermazione di Routley sul traguardo di Cambria (foto Jonathan Devich)
SASSANO – MONTECASSINO: E’ L’ORA DELLA REPLICA
È la fotocopia della tappa di Viggiano quella che si concluderà alle soglie della celebre abbazia dopo aver percorso la seconda frazione per lunghezza di questa edizione del Giro. Altimetricamente diversa, sarà, come la precedente, un’altra occasione buona per portar felicemente a termine un tentativo di fuga, mentre i “big” della classifica dovrebbero starsene ancora buoni buoni nella pancia del gruppo. Al massimo, chi punta alla rosa potrebbe tentare una sparata nel finale, per saggiare la forma degli avversari in vista delle vere montagne, che inizieranno due frazioni più avanti, sperando di trovarli appesantiti dai quasi 250 Km percorsi in questa tappa
Maggio è il mese nel quale i programmi televisivi primaverili chiudono i battenti e inizia la stagione delle repliche, un andazzo che, il 15 maggio 2014, andrà in onda anche dal Giro d’Italia. Quel giorno, infatti, sarà replicata la tappa precedente; il percorso non sarà lo stesso ma lo stile sì, quello di una tappa di media montagna che si annuncia come un quasi sicuro porto di un tentativo di fuga da lontano. Altimetricamente la marcia d’avvicinamento al traguardo sarà più leggera e in prevalenza pianeggiante, con l’aggiunta di alcuni strappi nella prima parte e un’ascesa finale un pelo più impegnativa rispetto a quella di Viggiano, di poco più lunga e pendente (8,7 Km al 5,1%, con una punta del 10%). Lì potrebbe esserci la prima “sgasata” di qualche corridore che punta alla vittoria finale e vorrà saggiare la gamba dei rivali a due giorni dalla prima grande tappa di montagna, sperando di cogliere in qualcuno i primi segni d’affanno, provati dalle alte velocità dei primi giorni e dalla distanza da percorrere oggi perché questa sarà la seconda tappa per lunghezza del Giro 2014. 247 i chilometri da percorrere una volta lasciato il raduno di partenza di Sassano, paese del Cilento posto ai margini del Vallo di Diano, il vasto altopiano che in epoca preistorica era un lago lentamente prosciugatosi e sui cui vecchio fondale si snoderanno i primi 25 pianeggianti chilometri di questa tappa, toccando anche l’importante centro di Sala Consilina. L’uscita in discesa dall’area del Vallo, nella zona dove si trova la grotta di Pertosa – una delle principali e più vaste dell’Italia Meridionale, al punto che ne è stata impossibile la mappatura completa – deporrà il gruppo ai piedi del Valico dello Scorzo, passaggio frequentato sin dall’epoca romana quando era chiamato “Nares Lucanae” (letteralmente “narici della Lucania”), la prima delle tre ascese di giornata, 2 Km al 6,9% che non saranno validi per la classifica dei GPM. Si riprenderà poi a scendere, lambendo i territori dell’antica tenuta di caccia borbonica di Persano (oggi convertita in base militare) e continuando in questo assetto sin quasi alle porte di Eboli, la cittadina dal centro storico d’aspetto ancora medioevale che lo scrittore Carlo Levi, narrando gli anni del confino ad Aliano (Matera), presentò come il limite ultimo della società civilizzata. Si prenderà ora la direzione del mare, raggiungendolo a Salerno e subito lasciandoselo alle spalle per doppiare la penisola dei Monti Lattari, una delle più lunghe e incantevoli d’Italia, che si tuffa nel golfo di Salerno con la costiera amalfitana e verso Napoli con l’opposta sorrentina. Uno spettacolo che non sarà offerto ai “girini” che, transitando alla base della penisola, affronteranno la facilissima salita verso Cava de’ Tirreni, comune che sorge ai piedi dell’abbazia della Santissima Trinità di Cava, della quale si è celebrato nel 2011 il millesimo anniversario dalla fondazione per opera di Sant’Alferio Pappacarbone. Da questo punto e fino ai piedi dell’ascesa finale, vale a dire per 135 Km, la pianura sarà l’unica protagonista “fisica” del tracciato che ora s’incanalerà nel corridoio che separa il Vesuvio dal resto della catena appenninica, toccando Sarno e quindi Nola, antica cittadina conosciuta per la popolare “Festa dei Gigli” e della quale fu vescovo Paolino, il santo ritenuto l’inventore delle campane.
Lasciata la provincia di Napoli per il casertano si giungerà a Maddaloni, centro dove il Giro d’Italia può considerarsi di casa per le numerose soste che la carovana vi ha effettuato dal 1985 a oggi, sempre ospite del Villaggio dei Ragazzi, fondato nel 1947 da Don Salvatore D’Angelo per dare assistere l’infanzia abbandonata. Pochi chilometri più avanti il gruppo sfilerà sotto le finestre dell’aulica Reggia di Caserta, che non fu soltanto la più grande residenza reale del mondo (i Borboni vi risedettero dal 1780 al 1860), ma che vanta un ruolo nella storia recente della nostra nazione poiché il 29 aprile del 1945, quattro giorni dopo la Liberazione, fu qui firmata da Germana e Repubblica Sociale Italiana la “resa di Caserta”, l’atto ufficiale che pose fine alla Seconda Guerra Mondiale in Italia. Nel volgere di meno di sette chilometri si farà poi un salto indietro nel tempo di quasi 2000 anni quando la corsa transiterà per Santa Maria Capua Vetere, dove si lambirà l’antico Arco di Adriano, con un certo brivido e un pizzico d’attenzione perché in quel luogo, al Giro del 1988, ci fu una drammatica caduta che coinvolse diversi corridori tra i quali Rodolfo Massi, che si fracassò otto costole, un femore e in più punti le clavicole.
Toccata la Capua “relativamente” moderna (fu fondata nell’856, lo stesso anno nel quale ne fu innalzato il duomo, perla della città assieme alla basilica benedettina di Sant’Angelo in Formis, nell’omonima frazione) il tracciato della sesta tappa abbandonerà la Statale Appia, che si percorreva da Maddaloni, per passare su di un’altra strada derivata da un’antica via consolare romana, la Casilina, così chiamata perché collegava Roma con lo scomparso centro di Casilium, che era il porto della vecchia Capua. Sfiorando al piede il massiccio dei Trebulani, il secondo per altezza della provincia dopo il Matese, il tracciato della tappa incontrerà i resti della colonia di Cales e poi tornerà a viaggiare sulla macchina del tempo perché più avanti si toccherà la Taverna della Catena, il luogo tra Teano e Vairano Patenora dove il 26 ottobre del 1860 la Spedizione dei Mille terminò con l’incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II. Il Lazio bussa alle porte e ci si entrerà dopo aver sfiorato il centro di San Pietro Infine, una delle località tristemente simbolo della Seconda Guerra Mondiale, bombardata e distrutta nel dicembre del 1943, due mesi prima di Montecassino. Mai abbattuti, i resti del vecchio centro costituiscono oggi un vero e proprio teatro di guerra e anche per questo motivo nel 1959 furono scelti per girarvi dall’indimenticato Mario Monicelli alcune scene de “La grande guerra”, film con Sordi a Gassman ambientato sul fronte friulano durante la Prima Guerra Mondiale.
Entrati nella regione della capitale mancheranno 27 Km alla conclusione, pianeggianti fino all’attacco dell’ascesa finale verso l’abbazia. Lassù, dopo le drammatiche ore vissute il 18 febbraio del 1944, ora è tornata la pace… almeno fin quando non calerà sul colle il pacifico trambusto rosa!
Mauro Facoltosi
LAVORI IN CORSO
Modifica dell’ultim’ora a causa di una frana caduta lungo il tratto iniziale della tappa. I corridori dovranno affrontare una variante tra Polla e Serre che porterà ad un allungamento del tracciato di 10 Km, facendo di questa frazione la più lunga del Giro d’Italia (257 Km), e al taglio della salita dello Scorzo
I VALICHI DELLA TAPPA
Valico dello Scorzo (474). Non segnalato sul testo di riferimento “Valichi stradali d’Italia” (Georges Rossini, Ediciclo), è valicato dalla SS 19 “delle Calabrie” tra Zuppino e il bivio per Postiglione e coincide con l’omonima località. Quotato 473 sulle cartine del Giro 2014, è stato spesso attraversato dalla corsa rosa, ma solo una volta fu affrontato come GPM, nel corso della tappa Polla – Napoli del 1996 (primo allo scollinamento Marino Piccoli, primo al traguardo Mario Cipollini.)
Sella di Cava de’ Tirreni (196). Non segnalata sul citato testo di riferimento, è l’insellatura che separa la penisola dei Lattari dal resto della catena appenninica e nel quale sorge l’omonima cittadina. Mai affrontata come GPM, Cava è stata tre volte arrivo di tappa al Giro (nel 1994 partenza da Agropoli e successo del norvegese Dag Erik Pedersen, nel 1997 partenza da Mondragone e vittoria di Mario Manzoni, nel 2010 partenza da Frosinone e volata vincente di Matthew Goss.)
Selletta di Visciano (150). Vi transita la SS 6 “Via Casilina” tra i bivi per Calvi Risorta e Teano, non distante dall’omonima località.
Selletta (152). Vi transita la SS 6 “Via Casilina” tra Mignano Monte Lungo e la località San Cataldo. Nei pressi del valico si trova un sacrario militare nel quale riposano le salme di più di novecento soldati caduti durante la Guerra di Liberazione.
Sella delle Pastinelle (102). Separa i Monti Trocchio e Maio e vi transita la SS 6 “Via Casilina” tra la località Taverna e Cassino e coincide con l’omonima località, situata all’altezza del bivio per Cervaro.
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY

Sassano (comune.sassano.sa.it)

Il casino reale della tenuta di caccia borbonica di Persano (www.incampania.com)

L'abbazia della SS. Trinità di Cava de' Tirreni (www.retestatic.it)

Reggia di Caserta (worldtripsluca.altervista.org)

Capua, basilica di Sant'Angelo in Formis (www.medioevo.org)

L'area archeologica dell'antica Cales (www.incampania.com)

I ruderi di San Pietro Infine set de 'La grande guerra' (www.davinotti.com)

L'abbazia di Montecassino e, in trasparenza, l'altimetria della sesta tappa (www.larosettascauri.com)
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI VIGGIANO
maggio 15, 2014 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Anche quest’anno ilciclismo.it, proporrà, poche ore dopo la conclusione della tappa, l’oramai tradizionale almanacco zeppo di golosità: cominceremo dalla rassegna stampa internazionale, passando poi il parere dei tifosi, la colonna sonora del giorno, le previsione del tempo per la tappa successiva, le “perle” dei telecronisti, il Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e il ricordo di un Giro passato (abbiamo scelto il 1964, l’ultimo dei due Giri vinti da Anquetil).
GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO
Italia
A Viggiano vinci Ulissi. Matthews resta in rosa (Gazzetta dello Sport)
Giro: tappa a Ulissi, l’australiano Matthews resta maglia rosa (Corriere della Sera)
Regno Unito
Swift’s bold break runs out of steam but makes some points (The Independent
Diego Ulissi makes light of an uphill task as Michael Matthews retains Giro lead (The Times)
Ulissi claims stage five at Giro d’Italia (The Daily Telegraph)
Irlanda
Nicolas Roche Giro Diary: ‘The final climb should have suited me well so I’m a bit disappointed’ (Irish Independent)
Francia
L’odyssée d’Ulissi (L’Equipe)
Spagna
Purito se probó, Ulissi remachó y Cadel Evans logró bonificar (AS)
Ulissi baila bajo la lluvia (Marca)
Diego Ulissi vence en la primera llegada en alto (El Mundo Deportivo)
Belgio
Ulissi klopt Evans in sprint bergop in Giro (De Standaard)
Tour d’Italie : une première italienne lors de la 5e étape (L’Avenir)
Giro: Ulissi glane la 5ème étape (La Dernière Heure/Les Sports)
Tour d’Italie: Diego Ulissi surprend les favoris, Matthews reste en rose (Sudinfo.be)
Paesi Bassi
Pieter Weening rukt op in Giro (De Telegraaf)
Lussemburgo
Ulissi mit den stärksten Beinen (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)
Italiener Ulissi gewinnt 5. Etappe (Tageblatt)
Germania
Italiener Ulissi gewinnt 5. Giro-Etappe (Berliner Zeitung)
Canada
Diego Ulissi wins 5th Giro stage with final burst at end of climb (The Globe and Mail)
USA
Matthews Extends Lead in Italy (The New York Times)
Colombia
Rigoberto Urán subió al cuarto lugar en la general del Giro de Italia (El Tiempo)
Julián Arredondo, tercero en la quinta etapa del Giro de Italia (El Espectador)
Australia
Matthews still in front in Giro d’Italia (The Age)
Evans pipped in Giro stage (The Australian)
Matthews plays catch me if you can (Herald Sun)
BOX POPULI
Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Mauro Facoltosi: Che epilogo prevedete per questa tappa?
Nebe1980: Si parla di un possibile attacco di Purito ma io credo che anche volendoci provare sia difficile per lui andar via su queste pendenza anche con la sparata agli ultimi metri che lo contraddistingue. Inoltre non sono neppure sicuro che spariranno tutti i velocisti del gruppo. Sembrerebbe una tappa da outsiders ma dall’esito ampiamente incerto
Mauro Facoltosi: Vittoria di Ulissi. Commenti?
Howling Wolf14: Ulissi ha fatto una corsa molto intelligente. E’ rimasto al coperto per l’intera giornata. Ha sfruttato il lavoro della Katusha e della Sky. E’ uscito al momento giusto. Ha bruciato tutti. Non ha sbagliato una virgola. Speculando, speculando, ha vinto una bella tappa. Era una tappa per astuti. E lui lo è.
Nebe1980: Corsa tatticamente perfetta, era un po’ il nome che circolava di più, non è uomo di classifica. La maglia rosa ha tenuto e anche questo non mi stupisce date le pendenze, Purito ha tentato di alzare il ritmo ma si è accorto che questo tipo di tracciato non esalta le sue caratteristiche di scattista. Vedremo domani ma secondo me il primo vero duello tra big sarà a Montecopiolo
Howling Wolf14: Escono già di classifica Mikel Landa (a 6′18″) e Igor Anton (a 9′19″). Tra gli attardati anche Samu Sanchez (a 1′15″), Dupont (a 58″), Tiralongo (a 1′27″) e Villella (a 3′25″).
n@po: Occhio a Pozzovivo. Invece Zoidl, in discesa, è peggio di Basso!!
trautman80: Deprimente la mancanza di pubblico. Nell’ultima salita a bordo strada ci sono solo gli addetti agli striscioni e la protezione civile. All’ultimo km si vedono centinaia di metri di transenne e dietro nessuno. Ai -200mt al traguardo si comincia a vedere qualcuno e all’arrivo c’è un po’ di folla.
Mauro Facoltosi: Ma Viggiano non è Oropa e nemmeno Montecampione, ed è anche un po’ fuori mano.
DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Ma le gambe (Enzo Aita & Trio Lescano), dedicata alla vittoria di Ulissi “Ho avuto grandi gambe” (www.gazzetta.it)
a cura di DJ Jorgens
METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Sassano – Montecassino
Sassano : cielo sereno, 15,9°C (percepiti 13°C), vento moderato da NNW (14-19 Km/h), umidità al 51%
Serre (Km 52,2): cielo sereno con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 19,3°C (percepiti 18°C), vento debole da W (9-14 Km/h), umidità al 36%
Cava de’ Tirreni – GPM – 196 m (Km 102,8): poco nuvoloso con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 19,1°C (percepiti 17°C), vento moderato da WSW (12-13 Km/h), umidità al 39%
Maddaloni – T.V. (Km 158,4) : pioggia debole (0,2 mm) e schiarite, 19,5°C (percepiti 18°C), vento debole da W (9 Km/h), umidità al 40%
Vairano Scalo (Km 205,4) : pioggia debole (0,1 mm) e schiarite, 19,4°C, vento debole da W (6 Km/h), umidità al 40%
Cassino (Km 238,5): pioggia debole (0,2 mm) e schiarite, 20,2°C, vento debole da W (4-7 Km/h), umidità al 38%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
De Stefano: “Ieri Kittel non è partito per una febbre”
De Stefano: “Un cielo non particolarmente felice” (ma almeno, oggi non “piange”!)
De Stefano: “Qui a Montalbano Jonico” (erano a Viggiano)
Lelli: “Nel tratto pianeggianto”
Lelli: “La salita non è dura, la percentuale è anche meglio”
Martinello: “Le ammiraglie hanno già attivato i tergicristallo”
Pancani: “Mantellina terminata”
Pancani: “Il GPM non è fissato sulla linea del traguardo ma 350 metri più avanti” (c’era 1 Km tra il primo passaggio e il GPM)
Lelli: “I ragazzi stanno ascoltando l’elicottero”
Martinello: “Nel calcio, se un giocatore si permette di applaudire un arbritro viene estromesso dalla corsa”
Enrico Fagnani (responsabile di Radiocorsa): “Il vento non dovrebbe essere molto influente su questa situazione di orografica e di altimetria” (cioè, si temeva una folata micidiale che spazzasse via tutte le montagne, per la gioia dei velocisti?)
Pancani: “Difficoltà per la maglia azzurra, indossata da…” (una scucitura?)
Conti: “Ha trovato la giornata giosta”
De Stefano: “Pellizotti ci trova” (viene a trovarci)
Viberti: “Vorrei fare gli auguri a mia figlia che due anni fa ha compiuto gli anni…. mi correggo, due mesi fa ha compiuto gli anni” (sempre ritardo è….)
Televideo: “Rafa Majka” (Rafal)
IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!
Ordine d’arrivo della quinta tappa, Taranto – Viggiano
1° Tom Stamsnijder
2° Arnaud Courteille s.t.
3° Ramon Carretero s.t.
4° Nathan Haas a 8′41″
5° Cameron Meyer a 9′40″
Miglior italiano: Davide Appollonio, 9° a 11′17″
Classifica generale
1° Ramon Carretero
2° Michael Epburns a 14′22″
3° Tom Stamsnijder a 14′34″
4° Arnaud Courteille a 16′28″
5° Cameron Meyer a 20′14″
Miglior italiano: Giorgio Cecchinel, 10° a 29′51″
L’ULTIMO GIRO DI ANQUETIL
Tuffo nella storia del Giro del 1964, il secondo e ultimo conquistato dall’asso francese Jacques Anquetil. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it
5a TAPPA: PARMA – BUSSETO (cronometro individuale – 50 Km)
ANQUETIL, ALLA MEDIA DI OLTRE 48 ALL’ORA, VINCE LA TAPPA A CRONOMETRO DEL GIRO D’ITALIA
Il ciclista francese è già Maglia rosa dopo cinque giornate di corsa
Sui cinquanta chilometri della Parma-Busseto ha battuto ogni record delle gare contro il tempo – Baldini secondo a 1’23” e Adorni 3° a 1’48” – Zilioli decimo a 2’36” – Oggi percorso pianeggiante fino a Verona
Nota sulla planimetria: Al momento di andare in stampa Torriani non aveva ancora stabilito il finale del Giro. Per questo motivo la planimetria propone i due progetti aperti in quel momento.
ARCHIVIO ALMANACCO
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1a tappa: Belfast (cronosquadre)
2a tappa: Belfast (seconda tappa)

La maglia rossa Nacer Bouhanni al foglio firma del raduno di partenza di Taranto (http://www.quotidianodipuglia.it)
GIRO 2014, LA PRIMA VITTORIA ITALIANA E’ GRIFFATA ULISSI
Nel primo arrivo in salita il corridore della Lampre precede allo sprint Evans e Arredondo, mentre Matthews difende con relativa facilità la maglia rosa. Grande numero di Brambilla, che fa il vuoto nell’ultima discesa ma viene ripreso poco prima dell’arrivo. Nessuna differenza tra i big della classifica generale.
Diego Ulissi era tra i favoriti di giornata e non ha deluso, scegliendo ottimamente il tempo in cui sferrare il suo attacco vincente sulle facili rampe di Viggiano. Nonostante il primo arrivo in salita di questo Giro d’Italia, la tappa non ha avuto particolari sussulti e nessuno dei capitani che ambiscono alla classifica generale ha pagato ritardi all’arrivo, spostando così l’attesa alle prossime tappe.
La quinta frazione, da Taranto a Viggiano per un totale di 203 Km, è stata caratterizzata dalla lunga fuga di undici uomini, evasi dal gruppo dopo circa venti chilometri: Marco Frapporti (Androni Giocattoli – Venezuela), Elia Viviani (Cannondale), Miguel Angel Rubiano Chavez (Colombia), Tyler Farrar e Fabian Wegmann (Garmin Sharp), Kenny Dehaes e Tosh Van Der Sande (Lotto Belisol), Jonathan Monsalve (Neri Sottoli), Ben Swift (Sky), Tony Hurel e Bjorn Thurau (Europcar). La presenza di numerosi velocisti si spiega con la volontà di aggiudicarsi il traguardo volante di Montalbano Jonico (Km 70,7), dove Swift ha preceduto Viviani e Farrar. Il corridore veneto della Cannondale è comunque riuscito nell’obiettivo di strappare la maglia rossa dalle spalle di Bouhanni, rimasto coperto nel gruppo.
La fuga ha toccato un vantaggio massimo di 5’30”, ma la Orica GreenEdge non ha concesso troppo spazio, impostando con capacità l’inseguimento, forti della speranza di conservare la maglia rosa. Al Valico della Serra di San Chirico (Km 138,4), GPM di 3a categoria molto pedalabile, si è accesa la bagarre tra i fuggitivi, con Rubiano Chavez che ha anticipato in volata Monsalve e Wegmann, mentre il gruppo transitava con ancora 3’ di ritardo. Durante la lunga fase interlocutoria prima delle ultime asperità i battistrada hanno perso l’accordo e più volte i due atleti della Lotto Belisol hanno provato a portar via un gruppetto più ristretto e determinato, senza tuttavia riuscire nell’intento.
Quando ormai mancavano una trentina di chilometri al traguardo sono rimasti al comando i soli Monsalve, Thurau, Frapporti e Van Der Sande, ma diverse squadre si sono organizzate per proteggere i propri capitani e hanno alzato notevolmente il ritmo, azzerando definitivamente le chances degli attaccanti. A Villa d’Agri (Km 181) è iniziata la salita di Viggiano (4a cat.), che i corridori dovevano affrontare due volte, la prima interamente (8,1 Km al 4,7%) e la seconda parzialmente (4 Km al 4,6%). Le pendenze non sembravano bastare a fare grande selezione ma una caduta a metà gruppo, favorita probabilmente dalla pioggia che aveva iniziato a scendere poco prima, lo ha rotto in due tronconi, lasciando davanti una cinquantina di atleti e costringendo alcuni big – tra cui il beniamino di casa Domenico Pozzovivo – a inseguire.
Il passaggio al secondo GPM vedeva ancora un gruppo compatto tirato da BMC e Katusha, ma è stata la discesa, insidiosa e bagnata, a fare molta più selezione della salita. Gianluca Brambilla (OmegaPharma – Quick-Step), con un attacco deciso e coraggioso, ha preso il largo, arrivando a guadagnare una trentina di secondi approfittando dell’indecisione alle sue spalle, in attesa che le squadre si ricompattassero dopo i numerosi buchi creati dalla discesa. Ci hanno provato anche due uomini della Europcar, prima Davide Malacarne e poi Pierre Rolland, ma senza fare la differenza e venendo presto riassorbiti dal drappello dei migliori tirato dagli uomini Sky e, soprattutto, Katusha.
Ricominciati a salire, nel finale l’azione di Brambilla ha perso di incisività ed è stato ripreso a soli 1300m dal traguardo, mentre una progressione devastante di Daniel Moreno in favore di Joaquin Rodriguez (Katusha) spezzava il gruppo. I soli Julian Arredondo (Trek) e Edvald Boasson Hagen (Sky) sono stati in grado di tenere la ruota dei due spagnoli, ma nel momento di rilanciare l’andatura Rodriguez non ha avuto la forza delle sue giornate migliori ed è stato recuperato da un’eccezionale performance della maglia rosa Michael Mattews, che ha preferito sacrificare le proprie chances di vittoria pur di difendere il segno del primato. Così ad approfittarne sono stati tutti gli altri, con Diego Ulissi (Lampre – Merida) che ha saltato Arredondo e si è involato di forza verso la vittoria a braccia alzate. Un brillante Cadel Evans (BMC) ha chiuso secondo, guadagnando 6” di abbuono rispetto agli altri contendenti della classifica generale e precedendo Arredondo, Rigoberto Uran (OmegaPharma – Quick-Step), Rafal Majka (Tinkoff – SaxoBank) e l’ottimo Matthews. Tutti i migliori hanno pagato solamente 1” di distacco da Ulissi, decretando una sostanziale parità in questa prima occasione per allungare la classifica. In particolare, lo sconfitto di giornata è senz’altro Rodriguez, che non ha saputo finalizzare l’ottimo lavoro della propria squadra e si porta ancora sulle spalle il pesante ritardo accumulato nell’avvio irlandese di questo Giro d’Italia.
La classifica generale, ancora guidata da Matthews con 14” sul compagno di squadra Peter Weening, vede ora i big risaliti prepotentemente nelle prime posizioni: Evans è terzo a 15”, davanti a Uran e Majka; seguono Scarponi a 41”, Basso a 1’07”, Quintana a 1’09”, Rodriguez a 1’47”.
Domani il Giro d’Italia affronterà una tappa molto lunga e simile a quella odierna. La sesta frazione, da Sassano a Montecassino per un totale di 247 Km, punterà il golfo di Salerno per poi risalire l’entroterra campano. Le uniche asperità saranno quelle di Cava de’ Tirreni (GPM di 4a cat. al Km 102) e l’arrivo in salita a Montecassino (GPM di 2a cat.), le cui caratteristiche tecniche (8,6 Km al 5,1% di pendenza media) dovrebbero ridurre a una ventina di unità il lotto degli atleti che si contenderanno la vittoria.
Giorgio Vedovati
ORDINE D’ARRIVO
1 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida 5:12:39
2 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:00:01
3 Julian David Arredondo Moreno (Col) Trek Factory Racing
4 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
5 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo
6 Michael Matthews (Aus) Orica Greenedge
7 Joaquin Rodriguez Oliver (Spa) Team Katusha
8 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team
9 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
10 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team
11 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar
12 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team
13 Dario Cataldo (Ita) Team Sky
14 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida
15 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo
16 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano
17 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo
18 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale
19 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team
20 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli
21 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol
22 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr
23 Pieter Weening (Ned) Orica Greenedge
24 Ivan Basso (Ita) Cannondale
25 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp
26 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida
27 Steven Kruijswijk (Ned) Belkin Pro Cycling Team
28 Tim Wellens (Bel) Lotto Belisol
29 Edvald Boasson Hagen (Nor) Team Sky
30 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team 0:00:19
31 Tobias Ludvigsson (Swe) Team Giant-Shimano 0:00:23
32 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing
33 Simon Geschke (Ger) Team Giant-Shimano 0:00:27
34 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team 0:00:32
35 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar
36 Janez Brajkovic (Slo) Astana Pro Team 0:00:34
37 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 0:00:38
38 Romain Sicard (Fra) Team Europcar
39 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale
40 Sonny Colbrelli (Ita) Bardiani-CSF 0:00:40
41 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia 0:00:48
42 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:00:49
43 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky 0:00:51
44 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo 0:00:56
45 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff-Saxo 0:00:58
46 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr
47 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale
48 Bjorn Thurau (Ger) Team Europcar 0:01:09
49 Pieter Serry (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:01:11
50 Ivan Santaromita (Ita) Orica Greenedge
CLASSIFICA GENERALE
1 Michael Matthews (Aus) Orica Greenedge 17:41:23
2 Pieter Weening (Ned) Orica Greenedge 0:00:14
3 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:00:15
4 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:00:19
5 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:00:26
6 Edvald Boasson Hagen (Nor) Team Sky 0:00:35
7 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo 0:00:37
8 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team 0:00:41
9 Dario Cataldo (Ita) Team Sky 0:00:49
10 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:00:52
11 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team
12 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:01:07
13 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
14 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 0:01:09
15 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 0:01:10
16 Julian David Arredondo Moreno (Col) Trek Factory Racing
17 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:01:12
18 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale
19 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
20 Steven Kruijswijk (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:01:15
21 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo
22 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida 0:01:23
23 Ivan Santaromita (Ita) Orica Greenedge 0:01:24
24 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing 0:01:25
25 Janez Brajkovic (Slo) Astana Pro Team
26 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:01:28
27 Pieter Serry (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:01:29
28 Tobias Ludvigsson (Swe) Team Giant-Shimano 0:01:32
29 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo
30 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr
31 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:01:34
32 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff-Saxo
33 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida
34 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:01:35
35 Simon Geschke (Ger) Team Giant-Shimano 0:01:36
36 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:01:37
37 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:01:38
38 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky 0:01:39
39 Sonny Colbrelli (Ita) Bardiani-CSF 0:01:46
40 Joaquin Rodriguez Oliver (Spa) Team Katusha 0:01:47
41 Tim Wellens (Bel) Lotto Belisol 0:01:48
42 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:01:49
43 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 0:01:51
44 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team 0:02:01
45 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:02:02
46 Kanstantsin Siutsou (Blr) Team Sky 0:02:03
47 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:02:09
48 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:02:11
49 Chris Anker Sörensen (Den) Tinkoff-Saxo 0:02:18
50 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team

Ulissi è il primo vincitore italiano al Giro 2014 (foto Bettini)
14-05-2014
maggio 14, 2014 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
L’italiano Diego Ulissi (Lampre – Merida) si è imposto nella quinta tappa, Taranto – Viggiano, percorrendo 203 Km in 5h12′39″, alla media di 38,957 Km/h. Ha preceduto di 1″ l’australiano Evans e il colombiano Arredondo Moreno. L’australiano Michael Matthews (Orica – GreenEDGE) è ancora maglia rosa, con 14″ sull’olandese Weening e 15″ su Evans. Miglior italiano Michele Scarponi (Astana Pro Team), 8° a 41″
AMGEN TOUR OF CALIFORNIA
Il canadese Will Routley (Optum presented by Kelly Benefit Strategies), si è imposto nella quarta tappa, Monterey – Cambria, percorrendo 165,1 Km in 3h48′37″, alla media di 43,330 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo statunitense Daniel e il belga De Mesmaeker. Miglior italiano Matteo Trentin (Omega Pharma – Quick Step), 88° a 1′21″. Il britannico Bradley Wiggins (Team Sky) è ancora leader della classifica, con 28″ sull’australiano Dennis e 1′09″ sul portoghese Pinto Machado. Miglior italiano Fabio Sabatini (Cannondale Pro Cycling Team), 71° a 22′36″
ROYAL SMILDE OLYMPIA’S TOUR (Paesi Bassi)
L’olandese Wim Stroetinga (KOGA Cycling Team) si è imposto nella terza tappa, circuito di Hoorn, percorrendo 170,9 Km in 3h50′37″, alla media di 44,463 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Ariesen e Havik. Unico italiano in gara Marco Zanotti (Parkhotel Valkenburg CT), 4°. L’olandese Berden De Vries (Cyclingteam Jo Piels) è ancora leader della classifica, con 21″ sul connazionale Asselman e 36″ su Stroetinga. Zanotti 41° a 1′36″
SULLE RAMPE DEL MOUNT DIABLO WIGGINS SI DIFENDE CON IL RITMO
Nella tappa di oggi, il leader delle generale non si è risparmiato ed ha tirato in prima persona il gruppetto dei migliori per buona parte della salita finale, mantenendo un ritmo molto alto che ha consigliato agli avversari di soprassedere da attacchi a lunga gittata. Gli scatti ci sono stati nell’ultimo chilometro e l’inglese, che non li digerisce, ha lasciato fare perdendo una ventina di secondi da Dennis che, a questo punto ,diventa il principale concorrente dell’inglese per la vittoria finale. Bene anche Machado, terzo all’arrivo, che rosicchia 14” e si porta a 1′05” dalla testa della classifica.
Gran parte degli opinionisti e dei giornalisti sportivi considerano la prova odierna di Wiggins come estremamente positiva, tanto da far passare in secondo piano la vittoria di Dennis, secondo della generale portatosi ora a soli 24 secondi dal primato. In realtà, ad una analisi attenta, la prestazione di Wiggins dovrebbe insinuare qualche dubbio sulla sicurezza dell’inglese che, solo apparentemente, ha corso da padrone. Una simile conclusione può facilmente trarsi dalla cronaca della frazione odierna.
In apertura parte la fuga di giornata composta da Ruben Zepuntke della Bissell Development Team, Maarten Wynants della Belkin, Jonathan Clarke della UnitedHealthCare, Paul Voss del Team NetApp Endura, Robbie Squire della Jamis-Hagens Berman, Will Routley della Optum, Luis Davila della Jelly Belly e David Lozano del Team Novo Nordisk. Lozano, però, si rialza dopo una cinquantina di chilometri e si lascia riassorbire, mentre gli altri attaccanti continuano nell’azione.
Il vantaggio massimo dei fuggitivi è stato di 6 minuti e 50 secondi allo scollinamento del primo GPM di giornata, il Monte Hamilton. Per primo scollina Routley a caccia di punti per la classifica degli scalatori, tanto che, ad un certo punto, abbandona la compagnia dei fuggitivi aspettando il gruppo.
Sulla salita finale, la fuga si rompe; se ne vanno Davila e Squire con Voss, lasciando sui pedali gli altri tre compagni di avventura; ma il gruppo – che, dopo il lavoro di Cannondale e BMC, è ora guidato dagli uomini del leader – si avvicina piuttosto velocemente, tanto che il destino dei tre di testa appare segnato.
Ai meno 7 i compagni di squadra di Wiggins si staccano quando i fuggitivi hanno ancora una trentina di secondi di vantaggio e a questo punto è Wiggins in prima persona a prendere in mano le operazioni, andando a riprendere prima Squire e poi Davila, che avevano staccato Voss ed avevano iniziato a scattarsi in faccia.
Un simile comportamento è difficilmente spiegabile per un corridore con la maglia di leader sulle spalle che non ha ambizioni di vittoria di tappa. La spiegazione più logica è che Wiggins, rimasto senza squadra, abbia avuto il timore di attacchi degli scalatori puri sulle rampe più ripide, con punte che toccano anche il 18%, e quindi abbia voluto scoraggiare i tentativi mantenendo un ritmo elevato. La condotta di gara di Wiggins ha comunque sortito i propri effetti in quanto nessuno si è seriamente mosso fino all’ultimo chilometro. In realtà, ai meno 4 ci ha provato Carter Jones ma la sua azione non è apparsa sufficientemente brillante, tanto che Wiggins è riuscito a ricucire semplicemente continuando a imporre quel ritmo regolare che lo contraddistingue. Gli attacchi più attesi, come prevedibile, ci sono stati nell’ultimo chilometro. Poco prima del triangolo rosso si muove Acevedo, ma non riesce a fare il vuoto e viene ripreso dal gruppetto dei migliori; ai 500 metri invece se ne vanno via con decisione Yates e Dennis, mentre Wiggins preferisce non rispondere.
Nella bagarre finale si rimescolano un po’ le posizioni di testa e arrivano un po’ tutti alla spicciolata con Machado ottimo secondo e Craddock terzo. Wiggins giunge nono a 20” da Dennis, cedendo 14 secondi a Machado, 9 ad Acevedo e 6 a Stetina.
In definitiva, Wiggins ha tirato il gruppo in prima persona per circa 7 chilometri in salita, imponendo un ritmo molto elevato. Questa azione gli ha certamente fatto spendere parecchie energie, mentre gli altri dietro, che avrebbero dovuto attaccare e scoprirsi, si sono potuti relativamente risparmiare per poi comunque rosicchiare dei secondi con la sparata finale. A ben vedere, si può concludere che Wiggins abbia avuto paura di un attacco deciso sulle ripide pendenze ed abbia cercato di ritardare il più possibile il momento dello scatto secco, che lui patisce non poco. Tuttavia, una tale tattica poteva essere efficace nei confronti di uomini come Stetina e Acevedo, che hanno accumulato un ritardo considerevole nella cronometro, ma ha un valore diverso nei confronti di Machado e, soprattutto, nei confronti di Dennis che era secondo delle generale a 44 secondi. Gli arrivi in salita non sono finiti e se Dennis riesce a guadagnare ancora come oggi si riporterebbe sull’inglese senza problemi.
Probabilmente, se Wiggins avesse lasciato tirare qualcun altro, avrebbe verosimilmente accusato un distacco molto simile, risparmiando però notevoli energie che potrebbero poi essergli utili nel prosieguo della corsa.
Si potrebbe poi ipotizzare che Wiggins stia cercando di allenarsi a tirare per restituire a Chris Froome il favore del 2012, ma tutto ciò apparirà più chiaro continuando a seguire la corsa che a questo punto si propone come davvero interessante e che domani ha in programma una frazione di per velocisti di 165 Km, tracciata tra Monterey e Cambria.
Benedetto Ciccarone
ORDINE D’ARRIVO
1 Rohan Dennis (Aus) Garmin Sharp 4:56:02
2 Tiago Machado (Por) Team NetApp-Endura 0:00:06
3 Lawson Craddock (USA) Team Giant-Shimano 0:00:08
4 Adam Yates (GBr) Orica GreenEdge 0:00:11
5 Javier Alexis Acevedo Colle (Col) Garmin Sharp
6 Carter Jones (USA) Optum p/b Kelly Benefit Strategies 0:00:14
7 Peter Stetina (USA) BMC Racing Team
8 Johan Esteban Chaves Rubio (Col) Orica GreenEdge
9 Bradley Wiggins (GBr) Team Sky 0:00:20
10 Matthew Busche (USA) Trek Factory Racing 0:00:29
11 Laurens Ten Dam (Ned) Belkin Pro Cycling Team
12 Haimar Zubeldia Agirre (Spa) Trek Factory Racing 0:00:55
13 Lucas Euser (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:01:16
14 George Bennett (NZl) Cannondale 0:01:21
15 Thomas Damuseau (Fra) Team Giant-Shimano 0:01:23
16 Damien Howson (Aus) Orica GreenEdge 0:01:29
17 Nathan Brown (USA) Garmin Sharp 0:02:01
18 Daan Olivier (Ned) Team Giant-Shimano 0:02:19
19 David De La Cruz Melgarejo (Spa) Team NetApp-Endura 0:02:28
20 Daniel Jaramillo Díez (Col) Jamis – Hagens Berman 0:02:34
21 Tom Danielson (USA) Garmin Sharp
22 Luis Lemus (Mex) Jelly Belly p/b Maxxis 0:03:24
23 Gregory Brenes (CRc) Jamis – Hagens Berman 0:04:11
24 Jack Bobridge (Aus) Belkin Pro Cycling Team 0:04:54
25 Kristijan Koren (Slo) Cannondale
26 Edward King (USA) Cannondale
27 Caleb Fairly (USA) Garmin Sharp
28 Clément Chevrier (Fra) Bissell Development Team
29 Luis Romero Amaran (Cub) Jamis – Hagens Berman
30 Robert Víctor Squire (USA) Jamis – Hagens Berman 0:05:48
31 Javier Megias Leal (Spa) Team Novo Nordisk 0:06:04
32 Kiel Reijnen (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:06:19
33 Benjamin King (USA) Garmin Sharp 0:06:26
34 Jens Voigt (Ger) Trek Factory Racing
35 Carlos Verona Quintanilla (Spa) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
36 Maarten Wynants (Bel) Belkin Pro Cycling Team 0:07:09
37 Ben Jacques-Maynes (USA) Jamis – Hagens Berman 0:07:29
38 Amaël Moinard (Fra) BMC Racing Team 0:07:37
39 Nicky Van Der Lijke (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:08:00
40 Chad Haga (USA) Team Giant-Shimano 0:08:18
41 Paul Voss (Ger) Team NetApp-Endura 0:08:48
42 Joseph Lloyd Dombrowski (USA) Team Sky 0:08:51
43 José Joao Pimenta Costa (Por) Team NetApp-Endura 0:09:16
44 David Lozano Riba (Spa) Team Novo Nordisk 0:10:29
45 Kirk Carlsen (USA) Jelly Belly p/b Maxxis 0:11:05
46 Christopher Jones (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:11:23
47 Markel Irizar Aranburu (Spa) Trek Factory Racing
48 Gregory Daniel (USA) Bissell Development Team
49 Iker Camano Ortuzar (Spa) Team NetApp-Endura
50 Jens Keukeleire (Bel) Orica GreenEdge 0:11:30
CLASSIFICA GENERALE
1 Bradley Wiggins (GBr) Team Sky 10:03:57
2 Rohan Dennis (Aus) Garmin Sharp 0:00:24
3 Tiago Machado (Por) Team NetApp-Endura 0:01:05
4 Lawson Craddock (USA) Team Giant-Shimano 0:01:21
5 Adam Yates (GBr) Orica GreenEdge 0:02:10
6 Peter Stetina (USA) BMC Racing Team 0:02:24
7 Matthew Busche (USA) Trek Factory Racing 0:02:25
8 Carter Jones (USA) Optum p/b Kelly Benefit Strategies 0:02:27
9 Laurens Ten Dam (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:02:29
10 Javier Alexis Acevedo Colle (Col) Garmin Sharp 0:02:30
11 Haimar Zubeldia Agirre (Spa) Trek Factory Racing 0:02:45
12 Damien Howson (Aus) Orica GreenEdge 0:02:55
13 Johan Esteban Chaves Rubio (Col) Orica GreenEdge 0:03:28
14 Nathan Brown (USA) Garmin Sharp 0:03:35
15 David De La Cruz Melgarejo (Spa) Team NetApp-Endura 0:03:42
16 George Bennett (NZl) Cannondale 0:03:45
17 Lucas Euser (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:04:08
18 Daan Olivier (Ned) Team Giant-Shimano
19 Tom Danielson (USA) Garmin Sharp 0:04:35
20 Thomas Damuseau (Fra) Team Giant-Shimano 0:05:27
21 Daniel Jaramillo Díez (Col) Jamis – Hagens Berman 0:05:45
22 Jack Bobridge (Aus) Belkin Pro Cycling Team 0:06:27
23 Kristijan Koren (Slo) Cannondale 0:06:38
24 Caleb Fairly (USA) Garmin Sharp 0:06:40
25 Gregory Brenes (CRc) Jamis – Hagens Berman 0:06:41
26 Clément Chevrier (Fra) Bissell Development Team 0:07:11
27 Luis Romero Amaran (Cub) Jamis – Hagens Berman 0:07:18
28 Jens Voigt (Ger) Trek Factory Racing 0:07:30
29 Edward King (USA) Cannondale 0:07:41
30 Benjamin King (USA) Garmin Sharp 0:07:44
31 Javier Megias Leal (Spa) Team Novo Nordisk 0:08:47
32 Carlos Verona Quintanilla (Spa) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:08:55
33 Ben Jacques-Maynes (USA) Jamis – Hagens Berman 0:09:13
34 Chad Haga (USA) Team Giant-Shimano 0:09:23
35 Maarten Wynants (Bel) Belkin Pro Cycling Team 0:09:40
36 Amaël Moinard (Fra) BMC Racing Team 0:09:44
37 Kiel Reijnen (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:10:13
38 Nicky Van Der Lijke (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:11:03
39 Joseph Lloyd Dombrowski (USA) Team Sky 0:11:42
40 Markel Irizar Aranburu (Spa) Trek Factory Racing 0:12:24
41 Kirk Carlsen (USA) Jelly Belly p/b Maxxis 0:12:38
42 Iker Camano Ortuzar (Spa) Team NetApp-Endura 0:12:45
43 Jens Keukeleire (Bel) Orica GreenEdge 0:13:06
44 Scott Zwizanski (USA) Optum p/b Kelly Benefit Strategies 0:13:26
45 Paul Voss (Ger) Team NetApp-Endura 0:13:45
46 Joshua Edmondson (GBr) Team Sky 0:13:59
47 Christian Knees (Ger) Team Sky 0:14:01
48 Gregory Daniel (USA) Bissell Development Team 0:14:02
49 Christopher Jones (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:14:19
50 Ruben Zepuntke (Ger) Bissell Development Team 0:15:17

La sagoma di Dennis spunta da dietro la cima del Mount Diablo (foto Jonathan Devich)