26-07-2013
luglio 27, 2013 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
DOOKOLA MAZOWSKA (Polonia)
Due tappe disputate nel quarto giorno di gara.
Il mattino il team polacco BDC – Marcpol Team si è imposto nella quarta tappa, cronometro a squadre di Nowy Dwór Mazowiecki, percorrendo 30 Km in 29′51″ alla media di 60,301 Km/h. Ha preceduto di 4″ il team polacco CCC Polsat Polkowice e di 17″ il team ucraino ISD Continental. Il polacco Marcin Sapa (BDC – Marcpol Team) è il nuovo leader della classifica, con 1″ sui connazionali Owsian e Radosz.
Il pomeriggio il polacco Grzegorz Stepniak (CCC Polsat Polkowice) si è imposto nella quinta tappa, Modlin – Nowy Dwór Mazowiecki, percorrendo 110 Km in 2h25′40″ alla media di 45,309 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Willwohl e il polacco Smolen. Sapa è ancora leader della classifica, con 2″ su Radosz e 4″ su Owsian.
TOUR ALSACE
L’elvetico Simon Zahner (EKZ Racing Team) si è imposto nella quarta tappa, Dannemarie – Colmar, percorrendo 164,6 Km in 3h53′01″ alla media di 42,383 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Schir e il francese Naulleau. Miglior italiano Eugenio Alafaci (Leopard Trek Continental Team) 31°. Il francese Nicolas David (Brest Iroise) è ancora leader della classifica con 2″ sul colombiano Orjuela Gutiérrez e 4″ sull’elvetico Fuchs. Miglior italiano Alafaci, 19° a 1′16″.
VUELTA CICLISTA A VENEZUELA
L’italiano Stefano Borchi (Vini Fantini – Selle Italia) si è imposto nell’ottava tappa, Nirgua – Valencia, percorrendo 107,4 Km in 2h21′12″ alla media di 45,637 Km/h. Ha preceduto di 12″ i venezuelani Gil Briceño e Larez. Il venezuelano Carlos José Ochoa (Androni Giocattoli – Venezuela) è ancora leader della classifica, con 5″ sul connazionale Murillo e 14″ sul connazionale Camargo. Miglior italiano Borchi, 41° a 14′07″
L’ULTIMA PAROLA A GREG. VAN AVERMAET BRINDA AL VALLONIA
Il belga Greg Van Avermaet (BMC) si aggiudica l’ultima tappa, e con essa la classifica generale del Giro di Vallonia. Il portacolori della BMC spodesta con un attacco sull’ultima cote il russo Alexander Kolobnev (Katusha), che guidava la classifica generale dalla prima tappa.
Foto copertina: Van Avermaet a segno nell’ultima e decisiva tappa (www.telegraaf.nl)
Si può benissimo dire “missione compiuta” agli organizzatori del Giro di Vallonia perché uno degli aspetti positivi della corsa disputata in Belgio è stata l’indecisione riguardante il vincitore della gara, quest’anno rivelatosi solamente nell’ultima tappa.
Già nella prima frazione, vinta da Alexander Kolobnev, con il percorso che prevedeva alcuni tratti salienti della Liegi-Bastogne-Liegi come Stockeu e Haute Levée, il vincitore sembrava già destinato a conservare la maglia gialla fino all’ultima tappa. Nelle tre tappe successive il finale è stato sempre contraddistinto dalla stessa conclusione, lo sprint. Nel primo è riuscito a spuntarla Tom Boonen (Omega-Quick Step), tornato alla vittoria dopo un digiuno che durava da un anno, il quale è riuscito a precedere Tyler Farrar (Garmin-Sharp) e Van Staeyen (Topsport-Vlaanderen). Nel secondo la vittoria è andata incontro ad un altro belga, Greg Van Avermaet (BMC), che ha preceduto un altro connazionale, Van Asbroeck (Topsport Vlaanderen), e il lussemburghese Drucker (Accent-Jobs). Nella quarta frazione, ultima a finire allo sprint, il vincitore è stato di nuovo un altro belga, Kenny De Haes (Lotto-Belisol), che è riuscito a battere due italiani, Giacomo Nizzolo (Radioshack-Trek) e Danilo Napolitano (Accent Jobs). Nella quinta e ultima tappa il percorso si presentava più vallonato, con il culmine nei due passaggi sul Mur di Thuin, strappo di 500 metri al 15% di pendenza media in cima al quale era posto l’arrivo della tappa. Dopo una prima parte di gara segnata dalla classica fuga da lontano, successivamente rintuzzata, il gruppo già si dimezzava sul primo passaggio del Mur de Thuin, mentre sul secondo si decideva la corsa: Greg Van Avermaet, lanciato dal compagno di squadra Daniel Oss, che giungerà poi secondo, riusciva a staccare tutti gli altri, Kolobnev compreso, grazie anche ad un problema meccanico occorso al russo che non è così riuscito a difendere la sua maglia gialla, che passa nelle mani dello stesso Van Avermaet. Dietro al belga si classifica il francese Geslin (FDJ), distanziato di 10”, e Kolobnev, distanziato invece di 12”. Primo degli italiani è Daniel Oss, che chiude quarto a 20”; con lo stesso distacco si classifica Marco Marcato, che si deve accontentare della quinta posizione.
Paolo Terzi
25-07-2013
luglio 26, 2013 by Redazione
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PRUEBA VILLAFRANCA ORDIZIA
L’eritreo Daniel Teklehaymanot (Orica – GreenEDGE) si è imposto nella corsa spagnola, circuito di Ordizia, percorrendo 165,7 Km in 3h55′18″ alla media di 42,252 Km/h. Ha preceduto di 2″ lo spagnolo Madrazo Ruiz e di 8″ lo spagnolo Arroyo Duran. Miglior italiano Alessandro De Marchi (Cannondale Pro Cycling Team), 6° a 8″.
DOOKOLA MAZOWSKA (Polonia)
Il bielorusso Siarhei Papok si è imposto anche nella terza tappa, Wysokie Mazowieckie – Lomza, percorrendo 160 Km in 3h32′02″ alla media di 46,276 Km/h. Ha preceduto allo sprint i polacchi Owsian e Janiaczyk. Papok è ancora leader della classifica, con 4″ sul polacco Janiaczyk e 11″ sul polacco Smolen.
TOUR ALSACE
Il tedesco Philipp Walsleben (BKCP – Powerplus) si è imposto nella terza tappa, Strasburgo – Bischoffsheim, percorrendo 153,8 Km in 3h53′09″ alla media di 39,579 Km/h. Ha preceduto allo sprint di 3″ il giapponese Shimizu e il francese Mainard. Miglior italiano Eugenio Alafaci (Leopard Trek Continental Team) 17° a 39″. Il francese Nicolas David (Brest Iroise) è il nuovo leader della classifica con 2″ sul colombiano Orjuela Gutiérrez e 4″ sull’elvetico Fuchs. Miglior italiano Alafaci, 22° a 1′16″.
VUELTA CICLISTA A VENEZUELA
Il venezuelano Juan Murillo (Kino Tachira) si è imposto nella settima tappa, Barquisimeto – San Vicente, percorrendo 107,4 Km in 2h45′18″ alla media di 38,983 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Carlos José Ochoa (Androni Giocattoli – Venezuela) e Camargo. Miglior italiano Stefano Borchi (Vini Fantini – Selle Italia), 53° a 5′12″ . Ochoa è il nuovo leader della classifica, con 5″ su Murillo e 14″ su Camargo. Miglior italiano Stefano Borchi (Vini Fantini – Selle Italia), 47° a 19′13″
24-07-2013
luglio 25, 2013 by Redazione
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TOUR DE WALLONIE (Belgio)
Il belga Greg Van Avermaet (BMC Racing Team) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Soignies – Thuin, percorrendo 144,7 Km in 3h27′59″ alla media di 41,744 Km/h. Ha preceduto di 3″ gli italiani Daniel Oss (BMC Racing Team) e Marco Marcato (Vacansoleil – DCM). In classifica si impone Van Avermaet con 10″ sul francese Geslin e 12″ sul russo Kolobnev. Miglior italiano Oss, 4° a 20″.
DOOKOLA MAZOWSKA (Polonia)
Il bielorusso Siarhei Papok si è imposto nella seconda tappa, Wesola – Wysokie Mazowieckie, percorrendo 186 Km in 3h59′35″ alla media di 46,581 Km/h. Ha preceduto allo sprint i polacchi Janiaczyk e Smolen. Papok è il nuovo leader della classifica, con 1″ su Janiaczyk e 3″ su Smolen.
TOUR ALSACE
L’australiano Caleb Ewan (nazionale australiana U23) si è imposto nella seconda tappa, Mulhouse – Huningue, percorrendo 157,6 Km in 3h40′55″ alla media di 42,803 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Lamoisson e il tedesco Meisen. Miglior italiano Eugenio Alafaci (Leopard Trek Continental Team) 14°. Il russo Maxim Pokidov (Itera – Katusha) è ancora leader della classifica con 2″ sullo svedese Wilson e 4″ suk francese Pérez. Miglior italiano Alafaci, 29° a 1′21″.
VUELTA CICLISTA A VENEZUELA
Il venezuelano Jackson Rodriguez (Androni Giocattoli – Venezuela) si è imposto nella sesta tappa, Tinaquillo – Barquisimeto, percorrendo 199,4 Km in 4h39′27″ alla media di 42,812 Km/h. Ha preceduto di 3″ il connazionale Ochoa e di 6″ l’italiano Omar Bertazzo (Androni Giocattoli – Venezuela). Rodriguez è il nuovo leader della classifica, con 1″ sul connazionale Ochoa e 3″ sul connazionale Ralph Monsalve. Miglior italiano Stefano Borchi (Vini Fantini – Selle Italia), 47° a 13′56″
23-07-2013
luglio 24, 2013 by Redazione
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TOUR DE WALLONIE (Belgio)
Il belga Kenny Dehaes (Lotto Belisol Team) si è imposto nella quarta tappa, Andenne – Clabecq, percorrendo 197,1 Km in 4h57′15″ alla media di 39,784 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Giacomo Nizzolo (RadioShack – Leopard) e Danilo Napolitano (Accent Jobs – Wanty). Il russo Alexandr Kolobnev (Katusha Team) è ancora leader della classifica, con 6″ sul francese Geslin e 22″ sul belga Van Avermaet. Miglior italiano Marco Marcato (Vacansoleil – DCM), 9° a 33″.
DOOKOLA MAZOWSKA (Polonia)
Il polacco Grzegorz Stepniak (CCC Polsat Polkowice) si è imposto nella prima tappa, circuito di Kozienice, percorrendo 177 Km in 3h37′12″ alla media di 48,895 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Wadecki e il tedesco Koch. Stepniak è il primo leader della classifica, con 2″ sul connazionale Wadecki e 4″ sul connazionale Zielinski.
TOUR ALSACE
Il russo Maxim Pokidov (Itera – Katusha) si è imposto nella prima tappa, Écomusée – Sausheim, percorrendo 118,8 Km in 2h33′06″ alla media di 46,558 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Pérez e David. Miglior italiano Federico Pozzetto (Tirol Cycling Team) 21° a 1′11″. Pokidov è il primo leader della classifica con 2″ sullo svedese Wilson e 4″ su Pérez. Miglior italiano Pozzetto, 21° a 1′21″.
VUELTA CICLISTA A VENEZUELA
Il venezuelano Jesús Maria Pérez Silva (Kino Tachira) si è imposto nella quinta tappa, Altagracia de Orituco – Cagua, percorrendo 166,1 Km in 4h11′41″ alla media di 39,597 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Omar Bertazzo (Androni Giocattoli – Venezuela) e il venezuelano Quevedo. Il venezuelano Ralph Monsalve (Gobierno de Barinas) è ancora leader della classifica, con 3″ sul connazionale Torres Durango e 4″ sul connazionale Yonathan Monsalve. Miglior italiano Cristiano Monguzzi (Vini Fantini – Selle Italia), 44° a 10′04″
PAGELLE 2013: PROMOSSI E BOCCIATI DEL TOUR DE FRANCE
luglio 23, 2013 by Redazione
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Come previsto la centesima edizione del Tour de France se l’è aggiudicata Christopher Froome, grazie anche al benestare della giovane rivelazione Quintana. Altra gradita sorpresa della corsa ha riguardato il mondo delle volate che ha visto brillare l’astro emergente di Marcel Kittel su un combattivo ma poco efficace Cavendish. Una Grande Boucle avara di soddisfazioni per l’Italia con l’unica vittoria di tappa di Matteo Trentin a consolarci.
Foto copertina: il podio del Tour 2013 (foto Bettini)
I PROMOSSI
Christopher Froome: abbiamo faticato non poco, la passata stagione, a rimpiazzare, nella nostra mente, la scena di un Froome ciondolante sulle rampe del S. Luca nella Corsa Rosa del 2009 con quella del gregario che doveva frenare in salita per aspettare il proprio capitano Wiggins. Quest’anno, se di sorprese vogliamo parlare, non possiamo che riferirci alle sgraziate accelerazioni che imprimeva al suo mezzo con un effetto boost da formula uno, con le quali spesso ha lasciato sul posto avversari sbigottiti. Personalmente, tuttavia, l’immagine che conserverò a lungo di questo ciclista sarà quella del suo corpo che, madido di sudore durante l’ascesa al Mont Ventoux, ha richiesto una quantità eccezionale di acqua per refrigerarsi. Nonostante i pesanti distacchi inflitti agli avversari, il britannico non ha spadroneggiato come avrebbe desiderato, commettendo talvolta grossolani errori tattici: una prima volta quando è rimasto senza squadra invischiato in un ventaglio creato magistralmente dalla squadra di Contador, poi sulle montagne, in ben due occasioni, in cui la sua smania lo ha portato a staccare i compagni e rimanere quindi alla mercè degli scalatori puri i quali lo hanno bastonato quel tanto da privarlo della Maglia Pois, obbiettivo che pure era nelle sue ambizioni. Voto: 10
Nairo Quintana: dobbiamo ringraziare il famoso ventaglio creato dalla Saxo che ha messo fuori gioco il suo capitano Valverde se abbiamo potuto assistere alle splendide prestazioni in montagna di questo giovane colombiano. Salito alla ribalta già nella scorsa stagione grazie all’impresa al Giro dell’Emilia, dopo aver già conquistato il Tour dell’Avenir tra i dilettanti, nella sua prima partecipazione al Tour si è dimostrato l’unico in grado di togliere di ruota Froome quando la strada si impennava. Con solo un pizzico di cattiveria agonistica in più, e anche una maggiore fiducia della propria squadra, avrebbe senz’altro potuto colmare sulle montagne il divario accumulato nelle tappe a cronometro e giocarsela alla pari col primo in classifica. La Maglia a Pois è finalmente, dopo anni, sulle spalle di un autentico scalatore. Voto: 10
Joaquim Rodriguez: piuttosto opaco sui Pirenei, ha iniziato la rimonta per la conquista del podio a partire dalla seconda cronometro individuale. A 34 anni ha dimostrato un recupero sulle tre settimane come mai gli era riuscito in carriera e, sulle Alpi, è stato il più competitivo in salita assieme a Quintana. Anche se non è riuscito ad aggiudicarsi alcuna frazione può ritenersi più che soddisfatto del terzo posto, traguardo che lo inserisce tra i ciclisti che hanno raggiunto il podio in tutti e tre i GT. Noi appassionati dobbiamo ringraziarlo per avere animato in più occasioni una corsa che, altrimenti, avrebbe rischiato di sottostare troppo anticipatamente al potere della Maglia Gialla e per avere incoraggiato l’inesperto Quintana a fare altrettanto. Voto: 8,5
Marcel Kittel: finalmente si è rotto il monopolio di Cavendish nelle volate. Questo potente velocista tedesco capace di affrontare di testa le volate come ci avevano abituato in passato velocisti come Cipollini e Petacchi, ha saputo vincere anche la tappa sui Campi Elisi, dimostrando di aver digerito meglio di altri sprinter le numerose salite presenti in questa edizione del Tour. Lo scontro con Cavendish finisce sul 4-2 in favore del tedesco. Voto: 10
Peter Sagan: conquista per la seconda volta in carriera la prestigiosa Maglia Verde con tanto di vittoria di tappa annessa. Aldilà dei numerosi piazzamenti ottenuti in volata, è stato meno esuberante rispetto alla passata edizione, provando solo in un paio di occasioni di azzeccare la fuga vincente. Voto: 7,5
Mark Cavendish: trovatosi a rivaleggiare con un avversario più potente di lui ha dovuto ridimensionare le proprie ambizioni, accontentandosi della vittoria in due frazioni anche se, a differenza di Kittel, l’ex Campione del Mondo è stato supportato alla grande dalla squadra ed in particolare da Matteo Trentin (Voto: 8 ). Se è vero che nel mondo delle ruote veloci i successi si contano e non si pesano e se è vero che a 28 anni Mark si trova nel carniere molte più vittorie nei GT di quelle che alla sua età hanno ottenuto in passato blasonati velocisti come Cipollini o Zabel, sarà interessante verificare finalmente le sue prestazioni alla luce delle nuove leve che si sono messe in mostra in questo Tour. Voto: 7,5
Alberto “Rui Costa”: questo giovane portoghese oltre a gambe e tenuta alla distanza ha dimostrato ancora una volta di saper decifrare magistralmente le varie fasi della corsa, capace di centrare il successo quando decide di inserirsi nella fuga di giornata. Le energie che questo ciclista ha profuso alla ricerca di un successo parziale, nella prossima stagione dovranno però essere impiegate a supporto del futuro capitano designato, Quintana. Voto: 8
I BOCCIATI
Alberto Contador: considerato da tutti il rivale principale di Froome fino alla conclusione della corsa, non ha saputo offrire prestazioni degne di sé né in salita, terreno sulla carta a lui più congeniale, né tantomeno a cronometro, prova in cui in passato ha saputo talvolta stupire. Ha tentato in qualche tappa di sopperire alla mancanza di gambe con attacchi talvolta fantasiosi. Doveva vincere il Tour, non conquista nemmeno il podio. Voto: 5
Roman Kreuziger: partito come luogotenente di Contador, la strada ha evidenziato che la propria condizione era forse superiore a quella del capitano designato. E’ senz’altro migliorato come uomo da corsa a tappe ma, giunto alla sua età, ci si aspettava un salto di qualità ben maggiore per centrare finalmente un podio in un GT. In questa edizione si è dimostrato forte sul passo ma non altrettanto in salita, terreno su cui dovrà necessariamente migliorare. Voto: 5
Tejay Van Garderen: dopo l’ottima prova di cui si era reso protagonista la passata stagione, con tanto di conquista della Maglia Bianca, ci si aspettava da questo valente ciclista una prestazione di ben altro livello. Aldilà dell’ottimo secondo posto sull’Alpe D’Huez, una prova decisamente sottotono. Voto: 4,5
Alejandro Valverde: un corridore del suo calibro e della sua esperienza non può perdere un Tour per un errore di disattenzione da dilettante. Ma soprattutto un ciclista di questo spessore non può, una volta uscito dai giochi per la classifica generale, dichiarare di essere a totale disposizione del proprio compagno Quintana e poi dare l’impressione, in corsa, di fungere da battitore libero. Voto: 4,5
Pierre Rolland: ha corso sin dall’inizio con l’obiettivo di aggiudicarsi una tappa e la Maglia a Pois, non è riuscito in nessuno dei due intenti. Come ciclista ho scritto che mi ricordava Virenque ma questo Tour ha dimostrato che deve migliorare parecchio sia in salita che sul fondo per potersi avvicinare al suo più noto connazionale. Voto: 4,5
Bauke Mollema, Laurens Ten Dam: i due Belkin meritano un’insufficienza non tanto per aver occupato le primissime posizioni in classifica generale fino alle ultime tappe ed essersi poi sciolti come neve al sole, ma per aver dimostrato una miopia tattica infinita. Entrambi in classifica dovevano provare a fare gioco di squadra per tentare di mettere in difficoltà gli uomini di classifica. Voto: 4,5
Thomas Voeckler: ciò che lasciava esterrefatti erano le prestazioni dell’alsaziano nelle due passate edizioni della corsa francese. Quest’anno, finalmente, è ritornato sugli standard che gli sono consoni. Voto: 4
Philippe Gilbert, Damiano Cunego: entrambi reduci da una campagna delle Classiche veramente avara di soddisfazioni, erano alla ricerca di almeno un successo parziale nella corsa transalpina. Sono entrati in qualche fuga ma non sono mai riusciti a concretizzare. Voto: 4
Cadel Evans: spiace davvero dover dare un’insufficienza a questo grintoso e mai domo ciclista australiano ma pensare di ben figurare sia al Giro d’Italia che al Tour de France è un’impresa oggi più che mai ardua, per di più a trentasei anni suonati. Avrebbe fatto meglio a concentrarsi su di un Campionato del Mondo, quello di Firenze, particolarmente adatto ai suoi mezzi. Voto: 4
Francesco Gandolfi
gandolfi.francesco@libero.it
22-07-2013
luglio 23, 2013 by Redazione
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TOUR DE WALLONIE (Belgio)
Il belga Greg Van Avermaet (BMC Racing Team) si è imposto nella terza tappa, Beaufays – Bastogne, percorrendo 168,5 Km in 4h14′53″ alla media di 39,665 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Van Asbroeck e il lussemburghese Drucker. Miglior italiano Daniel Oss (BMC Racing Team), 4°. Il russo Alexandr Kolobnev (Katusha Team) è ancora leader della classifica, con 6″ sul francese Geslin e 18″ sul belga Devolder. Miglior italiano Marco Marcato (Vacansoleil – DCM), 9° a 33″.
VUELTA CICLISTA A VENEZUELA
Il venezuelano Victor Moreno (Gobierno Bolivariano de Carabobo) si è imposto nella quarta tappa, Puerto Piritu – Altagracia de Orituco, percorrendo 169,7 Km in 4h07′28″ alla media di 41,145 Km/h. Ha preceduto di 3′48″ il brasiliano Andriato e l’italiano Omar Bertazzo (Androni Giocattoli – Venezuela). Il venezuelano Raph Monsalve (Gobierno de Barinas) è il nuovo leader della classifica, con 2″ sul connazionale Torres Durango e 4″ sul messicano Magallanes Aranda. Miglior italiano Cristiano Monguzzi (Vini Fantini – Selle Italia), 44° a 10′03″
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI PARIGI
luglio 22, 2013 by Redazione
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Come negli ultimi anni, dopo le cronache del Tour la giornata alla “Grande Boucle” di ilciclismo.it si chiude con il solito baule zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, la presentazione della tappa che verrà, le previsioni del tempo, il “Tour alla rovescia” e il ricordo del Tour del 1938. Seguiteci.
Foto copertina: panorama notturno di Parigi (www.revivalviaggi.com)
TOUR DE FRANCE, GIRO DEL MONDO
Italia
Kittel trionfa a Parigi nel giorno di Froome (Gazzetta dello Sport)
Regno Unito
Two out of three ain’t bad for British sport – Chris Froome crowned Tour de France winner at last (The Independent)
Froome wins the Tour de France (The Times)
Froome wins the Tour de France (The Daily Telegraph)
Francia
Froome, garçon du monde (L’Equipe)
Spagna
Kittel se lleva su cuarta victoria en la última etapa de París (AS)
Froome, el heredero de la corona (Marca)
Froome se corona en París (El Mundo Deportivo)
Belgio
Victoire de Kittel aux Champs-Elysées, Froome remporte le Tour (Le Soir)
Marcel Kittel verpest Parijse droom Cavendish en Greipel (De Standaard)
Un Kittel puissance 4, le roi Froome officiellement couronné (L’Avenir)
Kittel, une dernière pour la route (La Dernière Heure/Les Sports)
Kittel remporte un sprint royal, Froome tient son maillot jaune (Sudinfo.be)
Paesi Bassi
Froome wint jubileum-Tour (De Telegraaf)
Germania
Kittel krönt sich zum Sprinterkönig – Froome siegt (Berliner Zeitung)
Froome gewinnt Tour de France – Kittel triumphiert in Paris (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)
Lussemburgo
100. Tour: Froome und der Verdacht (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)
Froome gewinnt die 100. Tour de France (Tageblatt)
Repubblica Slovacca
Sagan špurtoval v Paríži na 4. mieste. So zelenou bradou i bicyklom (Pravda)
Canada
Britain’s Chris Froome wins Tour de France (The Globe and Mail)
USA
Froome Gives Britain a Second Straight Tour de France Victory (The New York Times)
Colombia
Nairo se llena de gloria en París – Chris Froome consolidó el imperio británico en el Tour de Francia (El Tiempo)
Nairo Quintana hizo historia montado en una bicicleta (El Espectador)
Australia
Chris Froome wins Tour de France as Kittel stuns Cavendish (The Age)
Froome wins Tour de France (Herald Sun)
Froome’s Tour (The Australian)
DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it
“Tutti al mare” (Gabriella Ferri)
LA TAPPA CHE VERRA’ – TOUR DE FRANCE 2014
Abbassata la saracinesca sul Tour de France 2013, subito si comincia a lavorare per allestire il palcoscenico dell’edizione che verrà, che si correrà dal 5 al 27 luglio 2014 e che, questo è già certo perchè annunciato da tempo, scatterà dal Regno Unito, al pari di quanto farà il Giro d’Italia nella prossima stagione, che partirà da Belfast. La “Grande Boucle” si aprirà a Leeds, punto di partenza della prima tappa che, come quest’anno in Corsica, sarà in linea e si concluderà dopo 190 Km ad Harrogate, dove ad imporsi dovrebbe essere un velocista. Il giorno successivo si correrà la York – Sheffield, frazione di 200 Km che presenterà nel finale diverse “côtes” mentre l’indomani il Tour saluterà la Gran Bretagna con una seconda tappa per velocisti che si correrà per 170 Km tra Cambridge e Londra. Finite le voci ufficiale cominciano a parlare le indiscrezioni, che vogliono l’ingresso in Francia attraverso il Tunnel della Manica e le prime tappa “continentali” nella regione del Nord-Pas di Calais, che dovrebbero prevedere alcuni tratti di pavè e una cronosquadre tracciata a cavallo del confine con il Belgio. Il Tour dovrebbe poi scendere a sud per affrontare per prime le Alpi e successivamente i Pirenei, rispettando il quasi tradizionale avvicendamento tra i due gruppi montuosi francesi. Per le prime si sono candidate come sedi di tappa Risoul, Superdevoluy e Val-d’Isère, mentre l’unica certezza per quanto concerne i Pirenei è quella del passaggio sul Tourmalet, confermato in una recente intervista dal direttore del Tour Prudhomme, che le indiscrezioni abbinano ad un arrivo sul Pla d’Adet. Per quanto concerne le cronometro individuali, invece, due le candidature avanzate, per una tappa Limoux – Carcassonne, a ridosso dei Pirenei, e per una tappa Villefranche-de-Rouergue – Rodez, nelle regioni centrali della Francia.
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito del Tour
Pancani: “Tappa di ieri che si è conclusa vicino alla salita di Semnoz” (non proprio vicino, visto che ci sono arrivati sopra)
De Luca: “L’anno scorso, senza gli ordini di scuderia, sarebbe stato lui il vincitore del Giro”
Pancani: “E’ una novità assoluto”
Bulbarelli a Nibali: “Ivan Basso è stato tuo gregario di squadra”
Corridore intervistato all’arrivo: “Oggi è il centenario di questo Tour”
Nibali: “L’obiettivo che andò a porre” (andrò)
Televideo: “Chris Froome si aggiudica il Tour del centenario”
IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!
Ordine d’arrivo ventunesima tappa, Versailles – Parigi
1° Marcus Burghardt
2° Simon Clarke a 15″
3° Svein Tuft s.t.
4° Jesus Hernandez Blazquez s.t.
5° Dmitriy Muravyev s.t.
Primo italiano: Alessandro De Marchi, 18° a 2′48″
Classifica generale
1° Svein Tuft
2° Assan Bazayev a 3′03″
3° Dmitriy Muravyev a 6′09″
4° Marcel Kittel a 17′47″
5° Juan Jose Lobato Del Valle a 19′96″
Primo italiano: Roberto Ferrari, 13° a 25′46″
IL PRIMO TOUR DI GINETTACCIO
Salite sulla macchina del tempo e tornante indietro con noi fino al luglio del 1938, al primo dei due Tour conquistata da Gino Bartali, rivissuto attraverso i titoli de “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it
31 LUGLIO 1938 – 21a TAPPA: LILLA-PARIGI (279 Km)
GINO BARTALI DEGNO ALFIERE DELLO SPORT FASCISTA HA VINTO DA DOMINATORE IL GIRO DI FRANCIA
Una maglia azzurra si è imposta nella più grande corsa a tappe del mondo
Le entusiastiche manifestazioni di Parigi al campione d’Italia.
ARCHIVIO ALMANACCO
Selezionare la voce “Tour de France″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)
UN SALUTO DA… PARIGI
CAVENDISH ABDICA A SUPER-KITTEL NEL GIORNO DI FROOME
Si interrompe il regno del campione del mondo di Copenhagen che, dopo aver trionfato ininterrottamente sul traguardo dei Campi Elisi dal 2009, è solo terzo alle spalle del tedesco dell’Argos-Shimano, che ottiene il suo quarto successo in questo Tour imponendo il suo ruolo di nuovo dominatore dello sprint, e dell’ex compagno Andrè Greipel, con la maglia verde Peter Sagan 4°, un positivo Roberto Ferrari 5° e Daniele Bennati 9°. La maglia gialla rimane in casa Sky con l’anglo-keniano che succede a Bradley Wiggins e precede l’astro nascente Nairo Quintana e il veterano Joaquim Rodrìguez, salito sul podio in tutti e tre i grandi Giri.
Foto copertina: Kittel fa poker sugli Champs-Elysées (foto Bettini)
Come da una tradizione che nella storia della Grande Boucle è stata spezzata in rarissime occasioni, ultima delle quali nel 1989 con la crono del famoso sorpasso di Greg Lemond su Laurent Fignon per soli 8 secondi, il Tour de France si è concluso con la passerella dei Campi Elisi, resa nella sua edizione numero 100 ancor più speciale dalla partenza dalla reggia di Versailles, da dove aveva già preso il via proprio la prova contro il tempo di 24 anni fa, e dal fatto che l’arrivo sia avvenuto intorno alle ore 21.30, anche se non si può parlare di notturna dal momento che il sole a Parigi nel mese di luglio tramonta molto tardi e le condizioni di luminosità erano pertanto quasi ideali. Come di consueto l’atmosfera è stata da ultimo giorno di scuola nel tratto di trasferimento verso il circuito finale, leggermente modificato rispetto al passato per permettere ai corridori di transitare ancora più vicini all’Arco di Trionfo, all’ingresso del quale è iniziata la corsa vera con Lars Boom (Belkin) come primo attaccante e il connazionale Lieuwe Westra (Vacansoleil), malato da diversi giorni, che ha perso contatto dal gruppo ed è stato costretto al ritiro a soli 38 km dal traguardo. Ci hanno provato in seguito Juan Antonio Flecha (Vacansoleil), spessissimo in avanscoperta in questo Tour ma sempre con poco costrutto, David Millar (Garmin-Sharp), Jérémy Roy (Fdj) e per ultimi Bram Tankink (Belkin), un Manuel Quinziato (Bmc) che si è visto poco lungo le tre settimane di corsa in cui ha svolto un lavoro oscuro per i capitani Cadel Evans, Tejay Van Garderen e Philippe Gilbert che hanno però reso tutti ben al di sotto delle aspettative, e addirittura Alejandro Valverde (Movistar) ma, come avvenuto in tutte le tappe pianeggianti di questo Tour, il controllo dell’Argos-Shimano per Marcel Kittel, della Lotto-Belisol per Andrè Greipel e dell’Omega-QuickStep per Mark Cavendish, che si è imposto ininterrottamente sui Campi Elisi dal 2009 al 2012, è stato ferreo e ad esse si sono aggiunte il Team Sky – per evitare ogni problema alla la maglia gialla Chris Froome, che si è mantenuta davanti fino ai -3 dal traguardo dando anche una trenata in prima persona – e la Saxo-Tinkoff di Daniele Bennati, ultimo italiano a imporsi a Parigi nel 2007 quando correva per la Lampre-Fondital, a cui disposizione si è messo anche un Alberto Contador che lungo le tre settimane di corsa ha avuto nell’aretino un gregario fondamentale, soprattutto nella tappa di Saint-Amand-Montrond in cui il madrileno aveva potuto guadagnare del terreno sui rivali che, però, non si è rivelato sufficiente per portarlo sul podio della generale.
La lotta per portare il proprio velocista nella miglior posizione possibile è stata furiosa con l’Omega-QuickStep che ha anticipato troppo i tempi dando modo all’Argos-Shimano di portare Kittel in posizione ideale e il 25enne tedesco non si è lasciato sfuggire l’occasione, producendo un’accelerazione fulminante che gli ha consentito di guadagnare diversi metri sui rivali e resistendo senza problemi al ritorno del connazionale Greipel, che ha conquistato la piazza d’onore, e di un Cavendish che è quasi riuscito a superare l’ex compagno di squadra ma nulla ha potuto di fronte a colui che si è dimostrato il nuovo re dello sprint, imponendosi in ben 4 volate sulle 5 che ha potuto disputare. Dal canto loro, il campione del mondo di Copenhagen, in condizioni non ottimali dopo le fatiche del Giro e una bronchite accusata nelle prime tappe in Corsica, si è fermato a quota 2 successi e Greipel a quello della frazione di Montpellier. Quarto ha chiuso Peter Sagan (Cannondale) che, complice un percorso non molto adatto alle sue caratteristiche, ha a sua volta portato a casa solo la tappa di Albi al termine di un gran lavoro di squadra ma si è dimostrato più che mai un corridore completo dominando per il secondo anno consecutivo la classifica a punti che assegna la maglia verde. Gli italiani si sono piazzati con Roberto Ferrari (Lampre-Merida) 5° e Bennati 9° alle spalle di Alexander Kristoff (Katusha) e Kévin Reza e Yoann Gene (Europcar). In particolare il bresciano, che poco ha potuto contro i primi quattro anche negli altri arrivi allo sprint, è stato comunque uno tra gli azzurri più positivi in gara alla pari del compagno Davide Cimolai, anche se la palma del migliore non può che spettare a Matteo Trentin (Omega-QuickStep), vincitore a Lione e prezioso per Cavendish in diverse occasioni, mentre a luci e ombre è stata la Grande Boucle di Moreno Moser e Alessandro De Marchi (Cannondale), mai in evidenza per due settimane e venuti fuori sulle Alpi con il trentino che si è piazzato 3° sul prestigioso traguardo dell’Alpe d’Huez. Decisamente fallimentare è stato il Tour di Damiano Cunego (Lampre-Merida), che si è presentato al via per ripetere il brillante 6° posto del 2011 ma già sui Pirenei è uscito di classifica e, nel prosieguo, non è stato neppure in grado di lottare per una vittoria di tappa.
Negli ultimi metri Froome si è rialzato chiudendo in parata con tutti i compagni di squadra – ad eccezione di Edvald Boasson Hagen e Vasil Kiryienka, costretti al ritiro nella seconda settimana – perdendo 53” comunque ininfluenti per la classifica generale. Il 28enne nativo di Nairobi, strafavorito della vigilia dopo aver dominato tutte le corse a tappe disputate in stagione ad eccezione della Tirreno-Adriatico in cui era stato battuto da Vincenzo Nibali, ha inferto mazzate pesantissime ai rivali negli arrivi in salita di Ax 3 Domaines e del Mont Ventoux e nella crono di Mont-Saint-Michel, chiusa al 2° posto alle spalle di Tony Martin (Omega-QuickStep), e solo nell’ultima settimana, affrontata comunque con un vantaggio già molto consistente, è apparso più umano aggiudicandosi di stretta misura la crono di Chorges e non riuscendo sulle salite alpine a tenere il ritmo di Nairo Quintana (Movistar) e Joaquim Rodrìguez (Katusha), che l’hanno accompagnato sul podio con distacchi rispettivamente di 4′20” e di 5′04”. Il 23enne colombiano, che ha portato a casa anche l’ultimo arrivo in salita di Annecy-Semnoz, la maglia bianca di miglior giovane e quella a pois di miglior scalatore, ha pagato nella prima parte di Tour la convivenza con Valverde e una condizione non ancora al top dopo la scelta di allenarsi in altura in patria piuttosto che disputare Giro di Svizzera o Delfinato ma nell’ultima settimana il suo talento cristallino in montagna è venuto fuori in maniera impetuosa. Discorso analogo anche per “Purito” che ha pagato dazio sui Pirenei e nella crono di Mont-Saint-Michel ma è cresciuto in maniera esponenziale sulle Alpi fino ad andare a prendersi il 3° posto e raggiungere così il traguardo di essere salito sul podio di tutte e tre le grandi corse a tappe, dopo averlo fatto al Giro e alla Vuelta nel 2012.
Il grande sconfitto di questa edizione – sebbene tanti altri abbiano deluso come i già citati leader della Bmc, un Andy Schleck (RadioShack) che ha pagato gli ultimi due anni di quasi inattività non andando oltre il 20° posto della generale e non riuscendo mai a lottare per un successo parziale e i francesi di punta con Thomas Voeckler (Europcar) quasi del tutto anonimo, Thibaut Pinot (Fdj) che ha perso terreno in discesa nella tappa di Ax 3 Domaines e di lì è andato in crisi più mentale che fisica fino ad abbandonare il Tour e Pierre Rolland (Europcar), che invece ha provato più volte ad andare all’attacco in montagna ma non è riuscito a conquistare un successo nè a competere per un piazzamento nella generale o per la maglia a pois, che strada facendo è divenuta il suo principale obiettivo – è stato Alberto Contador che fino all’Alpe d’Huez ha tentato in tutti i modi di attaccare Froome non solo in salita ma anche e soprattutto in discesa e in pianura, ma ha avuto una condizione mai all’altezza di quella dei giorni migliori e ad Annecy-Semnoz ha perso anche la sua posizione sul podio chiudendo 4° a 6′27” davanti a un ottimo Roman Kreuziger, che si è piazzato 5° a 7′27” svolgendo lungo tutte le tre settimane un ruolo di luogotenente di lusso per il madrileno; con ogni probabilità l’avrebbe preceduto nella generale se avesse potuto gareggiare libero da ordini di scuderia. Più distanziati gli altri con Bauke Mollema (Belkin) grande protagonista nelle prime due settimane in cui ha viaggiato anche al 2° posto nella generale e in calo nella terza ma comunque buon 6° a 11′42”, il regolarista Jacob Fuglsang (Astana) 7° a 12′17”, un brillantissimo Valverde – che non ha potuto giocarsi il podio solo per una foratura nella tappa dei ventagli di Saint-Amand-Montrond che gli è costata quasi 10 minuti – 8° a 15′26” e a chiudere la top ten Daniel Navarro (Cofidis), bravo a guadagnare diverso terreno grazie a due fughe, 9° a 15′52” e il promettente americano Andrew Talansky (Garmin-Sharp), che nell’ultima occasione utile ha scalzato un altro giovane emergente come Michal Kwiatkowski (Omega-QuickStep) chiudendo 10° a 17′39”.
Tra i protagonisti in positivo di questo Tour vanno segnalati anche Christophe Riblon (Ag2r), che ha salvato il bilancio francese conquistando l’Alpe d’Huez con una spettacolare rimonta finale ai danni di Tejay Van Garderen e con essa anche il numero rosso di atleta più combattivo, Rui Alberto Faria da Costa (Movistar) che al pari di Valverde è uscito di classifica per via dei ventagli ma ha dominato le tappe di Gap e Le Grand Bornand, Mikel Nieve (Euskaltel) sempre vicino ai migliori in montagna, Laurens Ten Dam (Belkin) che ha fatto corsa parallela con Mollema per due settimane anche se ha pagato pesantemente dazio sulle Alpi, Jan Bakelants (RadioShack) autore di una spettacolare azione da finisseur ad Ajaccio e sempre nel vivo della corsa anche in seguito e Daniel Martin (Garmin-Sharp), vittorioso a Bagnères de Bigorre al termine di una grande azione di squadra lungo tutta la tappa, mentre non hanno potuto giocarsi le proprie carte Jurgen Van den Broeck (Lotto-Belisol) e Jean-Christophe Pèraud (Ag2r), costretti al ritiro per una caduta, e il vincitore del Giro 2012 Ryder Hesjedal (Garmin-Sharp) che ha corso quasi tutta la Grande Boucle con una costola rotta e non ha potuto rendere al meglio, pur essendo andato all’attacco in diverse occasioni. Nel 2014 il Tour partirà da Leeds e a lottare per la maglia gialla ci sarà anche Vincenzo Nibali, che nel frattempo punterà a conquistare per la seconda volta la Vuelta dopo il successo nel 2010 e a dire la sua nel durissimo Mondiale di Firenze.
Marco Salonna
21-07-2013
luglio 21, 2013 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE
Il tedesco Marcel Kittel (Team Argos – Shimano) si è imposto nella ventunesima ed ultima tappa, Versailles – Parigi, percorrendo 133,5 Km in 3h06′14″ alla media di 43,010 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Greipel e il britannico Cavendish. Miglior italiano Roberto Ferrari (Lampre – Merida) 5°. In classifica si impone il britannico Christopher Froome (Sky ProCycling) con 4′20″ sul colombiano Quintana Rojas e 5′04″ sullo spagnolo Rodríguez Oliver. Miglior italiano Davide Malacarne (Team Europcar), 49° a 1h44′50″.
TOUR DE WALLONIE (Belgio)
Il belga Tom Boonen (Omega Pharma – Quick Step) si è imposto nella seconda tappa, Verviers – Engis, percorrendo 174,4 Km in 4h23′33″ alla media di 39,704 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo statunitense Farrar e il belga Van Staeyen. Miglior italiano Danilo Napolitano (Accent Jobs – Wanty), 5°. Il russo Alexandr Kolobnev (Katusha Team) è ancora leader della classifica, con 6″ sul francese Geslin e 9″ sul francese Berard. Miglior italiano Marco Marcato (Vacansoleil – DCM), 9° a 33″.
GP INTERNACIONAL TORRES VEDRAS – TROFÉU JOAQUIM AGOSTINHO (Portogallo)
Lo spagnolo Eduard Prades (OFM – Quinta da Lixa) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Manique do Intendente – Carvoeira, percorrendo 177 Km in 4h42′47″ alla media di 37,555 Km/h. Ha preceduto di 1″ i portoghesi Lemos Pinto e Madeira Casimiro . Miglior italiano Antonio Santoro (Ceramica Flaminia – Fondriest), 7° a 14″. In classifica si impone Prades con 5″ su Lemos Pinto e 7″ su Madeira Casimiro . Miglior italiano Matteo Fedi (Ceramica Flaminia – Fondriest), 8° a 24″.
CENTRAL EUROPEAN TOUR BUDAPEST GP (dilettanti)
L’ungherese Krisztian Lovassy (Utensilnord – ora24.eu) si è imposto nella corsa ungherese, circuito di Budapest, percorrendo 127,1 Km in 2h49′43″ alla media di 44,934 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo sloveno Hocevar e il bielorusso Papok. Miglior italiano Christian Grazian (Cycling Team Friuli), 8°
VUELTA CICLISTA A VENEZUELA
L’italiano Mattia Gavazzi (Androni Giocattoli – Venezuela) si è imposto nella terza tappa, Guanaguana – Puerto La Cruz, percorrendo 197,1 Km in 4h45′39″ alla media di 41,400 Km/h. Ha preceduto allo sprint il brasiliano Andriato e il venezuelano Machado. Il venezuelano Yosvangs Rojas (Kino Tachira) è ancora leader della classifica, con 4″ sul connazionale Monsalve e 6″ sul connazionale Torres Durango. Miglior italiano Cristiano Monguzzi (Vini Fantini – Selle Italia), 40° a 7′16″
CAMPIONATI EUROPEI
Disputate le gara su strada U23 e junior donne.
Nella prima (Olomouc – Svatý Kopeček) si è imposto il belga Sean de Bie (Leopard – Trek Continental Team) che ha percorso 165 Km in 4h19′02″, alla media di 38,219 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Vakoc e il lettone Skujiņš. Due italiani in gara: Alberto Bettiol (Mastromarco Sensi Dover Benedetti) 7° a 7″, Davide Villella (Team Colpack), 10° a 1′03″.
Nella seconda (circuito di Olomouc) si è imposta la francese Greta Richioud che ha percorso 77 Km in 2h16′46″, alla media di 33,780 Km/h. Ha preceduto di 3″ la francese Eraud e la bielorussa Tuhai. Migliore italiana Arianna Fidanza (Eurotarget TX Active Still Bike), 6° a 3″.
COPPA BOLOGNA (dilettanti)
L’italiano Pierre Paolo Penasa (Zalf Euromobil Désirée Fior) si è imposto nella terza ed ultima tappa, circuito di Montallese, percorrendo 163,3 Km in 4h18′00″ alla media di 37,976 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Alessio Taliani (Futura Team Matricardi) e il polacco Mrozek.
FRECCIA DEI VINI (dilettanti)
L’eritreo Merhawi Kudus si è imposto nella terza ed ultima tappa, circuito di Montallese, percorrendo 155,4 Km in 3h48′20″ alla media di 40,835 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Gianfranco Zilioli (Team Colpack) e di 6″ l’italiano Giacomo Gallio (Team Delio Gallina Colosio Eurofeed).