SAN SALVO – PESCARA. BOTTI (FUORI STAGIONE) A SAN SILVESTRO?
Tanti, tantissimi colli punteggiano il tracciato della frazione di Pescara. Quella che, a prima vista, potrebbe essere scambiata per una frazione di trasferimento verso la crono di Saltara, sarà invece una tappa da non sottovalutare assolutamente. L’incessante successione di salite, pur brevi, potrebbe lasciare il segno, soprattutto perché queste si faranno più impegnative man mano che ci avvicinerà al traguardo, presso il quale bisognerà fare i conti con un paio di muri niente male.
Per assistere ai botti di San Silvestro l’anno prossimo non sarà, forse, necessario attendere il 31 dicembre. Ci potrebbe, infatti, esserne una succulenta anticipazione il tardo pomeriggio del 10 maggio quando San Silvestro sarà l’ultimo ostacolo della più nervosa frazione del Giro 2013, a pochi chilometri dall’epilogo pescarese. Sarà la tappa dei muri, particolarmente attesa dai finisseur e soprattutto dallo spagnolo Joaquim Rodríguez, alla vigilia della frazione da lui più temuta, la lunga crono di Saltara. Lo scorso anno la maglia rosa finale gli sfumò sotto il naso per un’inezia nella crono milanese e c’è da scommetterci che stavolta cercherà di sfruttare al massimo quest’occasione, senza però esagerare proprio alla luce del grande sforzo previsto l’indomani. Il finale non sarà duro come quello di Assisi, dove lo spagnolo s’impose nella decima frazione, ma il tracciato lo favorirà ugualmente anche perché i 40 Km che dalla cima della “Salita del Gas” condurranno al traguardo saranno comunque tormentati, come del resto l’intero tracciato di questa frazione, nella quale la pianura rivestirà cinematograficamente il ruolo della comparsa di secondo piano. E se il doppio muro teatino non farà subito male, i suoi effetti potrebbero farsi sentire proprio sulle colline del finale, magari proprio sul breve ma secco strappo di San Silvestro.
Il biglietto da visita questa frazione lo estrarrà sin dalla partenza, che sarà data da San Salvo, la più meridionale località balneare del litorale abruzzese, al confine con il Molise. Sin dai chilometri iniziali, infatti, si parlerà la lingua della salita, puntando con dolci inclinazioni verso il primo entroterra e i centri collinari di Cupello e Monteodorisio, borgo fortificato d’origine medioevale.
Scesi a imboccare la statale adriatica, per una dozzina di chilometri si pedalerà sul velluto della pianura, poi il percorso della settima frazione tornerà a internarsi, andando ad affrontare un’altra asperità pedalabile, diretta ai 235 metri di Paglieta, centro che in passato è stato sede di tappe che “contano” alla Tirreno – Adriatico. Per rendersene conto basta dare una scorta all’albo d’oro della corsa, scoprendo che in questo piccolo comune, abitato da poco più di 4500 anime, hanno lasciato la firma ben tre campioni del mondo, da Moreno Argentin (primo nel 1983, 1987 e 1992) a Freire (2006) passando per Bettini (1999 e 2004).
Scesi a superare il corso del Sangro, il secondo fiume per lunghezza dell’Abruzzo, si riprenderà subito a salire per portarsi nell’importante centro di Lanciano, celebre soprattutto per il primo miracolo eucaristico riconosciuto dalla Chiesa, avvenuto in un anno imprecisato tra il 730 e il 750 quando, durante una messa celebrata da un monaco dubbioso sulla verità della “transustanziazione”, l’ostia e il vino fisicamente si trasformarono in carne e sangue. Le reliquie di quell’evento sono oggi conservate nella chiesa di San Francesco, mentre un altro stimolante richiamo per i turisti è rappresentato dalla gotica chiesa di Santa Maria Maggiore, considerata uno dei principali monumenti della regione.
Uscendo da Lanciano inizierà un tratto in salita lentissimo, spezzato da frequenti contropendenze, con il quale il gruppo si avvicinerà alle prime pendici della Majella, fermandosi alle porte di Guardiagrele, centro iscritto al club dei “borghi più belli d’Italia” e presso il quale si trova un’altra interessante chiesa intitolata a Santa Maria Maggiore, la cui facciata ispirò a Gabriele d’Annunzio il soprannome di “città di pietra” attribuito a questo paese. Raggiunta la giornaliera “Cima Coppi” (484 metri) inizierà la discesa verso il fondovalle del Foro, inizialmente “indecisa” proprio com’era stato il precedente tratto in salita. Assecondando la nervosa orografia delle colline, il tracciato serpeggerà tortuoso andando a toccare alcuni piccoli centri sorti sui culmini come San Martino sulla Marrucina, del quale sono originari i genitori del regista statunitense Gary Marshall (il vero cognome è Masciarelli), principalmente noto per aver diretto Julia Roberts e Richard Gere in “Pretty Woman”.
A un centinaio di chilometri dalla partenza terminerà questa “insalatina” di salite e inizieranno le porzioni più generose. Non è ancora venuto il momento di cimentarsi con i due muri di Chieti, che saranno preceduti dalle ascese antipasto, assolutamente non impegnative, di Villamagna e Ripa Teatina.
La prima scalata all’antica “Teate”, centro fondato dall’antico popolo dei Marrucini nel 1181 a.C. nella stessa posizione nella quale si trova oggi la città, avverrà dalla valle dell’Alento. Superato il tratto più duro di questo versante (2,5 Km al 9,3% con punte del 18%), giunti alla periferia orientale di Chieti s’interromperà la scalata e, allontanatisi temporaneamente dalla città, ci si porterà velocemente ai piedi della verticale successiva, la citata “Salita del Gas”. È il muro vero e proprio, un’autentica spada che punta dritta in direzione del centro, superando 122 metri di dislivello in un chilometro spaccato e incontrando una pendenza media del 12,2%, mentre la massima è del 19%. L’unico vantaggio per i “girini” sarà quello di pedalare su di un tracciato noto a molti perché il Tricalle, com’era altrimenti nota questa strada, è stato inserito nelle ultime due edizioni della Tirreno-Adriatico, proprio in occasione di tappe terminate nel centro storico, poco oltre il culmine del muro, e vinte da Michele Scarponi (2011) e da Peter Sagan (2012).
Nettamente meno acclive si presenterà la successiva discesa, percorrendo la classica “Colonnetta”, principale porta d’accesso alla città e teatro del primo arrivo in salita della corsa rosa, che vi pose il traguardo della seconda tappa della prima edizione, il 16 maggio 1909, vinta da Giovanni Cuniolo davanti a Luigi Ganna, che due settimane più tardi trionferà nella classifica generale finale, ancora non contraddistinta dalla maglia rosa, introdotta nel 1931.
Raggiunta la sottostante “Valle della Rinascita”, come Torriani ribattezzò nel 1962 la piana nella quale sorge Chieti Scalo, il tracciato della frazione confluirà sulla statale tiburtina, ritrovando per circa 7 Km l’agognata pianura. Trascorso l’intervallo si riprenderà l’esercizio della salita, nuovamente tornando a pedalare in direzione di Chieti. Stavolta ci si fermerà lontano dal centro e, soprattutto, incontrando un’ascesa decisamente pedalabile, circa 5 Km al 5,3%, prima di ributtarsi verso la valle del Pescara, il più lungo fiume della regione, una planata interrotta solo dallo strappo di San Giovanni Teatino. Sarà questa la penultima difficoltà di una frazione oramai agli sgoccioli, ma che riserverà ancora la salita verso San Silvestro. Dopo altri quattro chilometri di pianura, alle porte della città l’altimetria tornerà a puntare verso l’alto per poco più di mille metri, non molti ma che potrebbero bastare per far esplodere gli ultimi fuochi d’artificio, magari quelli fatali per chi era riuscito a rimanere con i migliori sui precedenti muri, spendendo però parecchie e importanti energie. Passati quei 1300 metri all’8,9%, chi si troverà in testa dovrà poi stringere i denti (ma non i freni) nei restanti 5 Km che condurranno nel cuore della città natale di Gabriele d’Annunzio, l’ardito. E proprio un pizzico d’ardimento ci vorrà per spremere il massimo risultato da una tappa che potrebbe far piangere qualche grosso nome.
MODIFICHE AL PERCORSO
Effettuati piccoli “interventi” qua e là lungo il percorso. La modifica più sensibile si avrà nel finale: al posto della pedalabile salita che riporterà verso Chieti dopo aver affrontato il muro di Tricalle, si salirà a Santa Maria de Criptis (3,9 Km al 5,9%, massima 18%). Confermato il San Silvestro, ma con meno strada “tranquilla” tra le ultime due ascese rispetto al percorso originario
Mauro Facoltosi
FOTOGALLERY
Foto copertina: uno scorcio della Pineta Dannunziana di Pescara (wikipedia)

San Salvo, chiesa di San Giuseppe (panoramio)

Monteodorisio (www.interscerni.it)

Paglieta (panoramio)

Lanciano, chiesa di Santa Maria Maggiore (lanciano.olx.it)

Guardiagrele, duomo (foto.inabruzzo.it)

Chieti (www.abruzzocitta.it)
09-05-2013
maggio 10, 2013 by Redazione
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GIRO D’ITALIA
Il britannico Mark Cavendish (Omega Pharma – Quick Step) si è imposto nella sesta tappa, Mola di Bari – Margherita di Savoia, percorrendo 169 Km in 3h56′03″ alla media di 42,957 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Elia Viviani (Cannondale Pro Cycling Team) e l’australiano Harley Goss. L’italiano Luca Paolini (Katusha Team) è ancora maglia rosa, con 17″ sul colombiano Urán Urán e 26″ sullo spagnolo Intxausti Elorriaga.
FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)
L’argentino Mauro Abel Richeze (Team Nippo – De Rosa) si è imposto nella seconda tappa, Schifflange – Rumelange, percorrendo 148,3 Km in 3h34′05″ alla media di 41,563 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Kristian Haugaard Jensen (Leopard Trek Continental Team) e l’italiano Eugenio Alafaci (Leopard Trek Continental Team). Haugaard Jensen è ancora leader della classifica, con lo stesso tempo di Richeze e Alafaci.
FIVE RING OF MOSCOW
Lo spagnolo Joaquin Sobrino Martínez (SP Tableware) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito di Mosca, percorrendo 129,6 Km in 2h42′56″ alla media di 47,725 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’ucraino Buts e il tedesco Körber. In classifica si impone il russo Maksim Razumov (Itera – Katusha) con 1″ sull’ucraino Kostyuk e 4″ sul russo Klimov.
RHÔNE-ALPES ISÈRE TOUR (Francia)
Il francese Nicolas Baldo (Atlas Personal – Jakroo) si è imposto nella prima tappa, Les Eparres – Bourgoin-Jallieu, percorrendo 150,7 Km in 3h36′49″ alla media di 41,703 Km/h. Ha preceduto di 2″ il connazionale Vuillermoz e di 4″ il connazionale Vuillermoz
RONDE VAN LIMBURG
Il belga Olivier Chevalier (Wallonie-Bruxelles) si è imposto nella corsa belga, circuito di Tongeren, percorrendo 206 Km in 4h47′30″ alla media di 42,991 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Claeys e l’olandese Duyn. Unico italiano in gara Piero Baffi (Leopard Trek Continental Team), 26° a 14″.
GIRO DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA (open)
L’italiano Nicola Ruffoni (Team Colpack) si è imposto anche nella seconda tappa, Lignano Sabbiadoro – Pordenone, percorrendo 157,8 Km in 3h28′18″ alla media di 45,453 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Geerinckx e l’italiano Paolo Simion (Zalf Euromobil Désirée Fior). Ruffoni è ancora leader della classifica, con lo stesso tempo degli italiani Filippo Baggio (Ceramica Flaminia – Fondriest)* e Simion.
* Professionista
TOUR DE BERLIN (dilettanti)
L’olandese Timo Roosen si è imposto nella prima tappa, circuito di Birkenwerder, percorrendo 164 Km in 3h45′37″ alla media di 43,614 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Møller Nielsen e il norvegese Eiking, distanziati di 5″ e 7″ nella prima classifica generale.
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI MARGHERITA DI SAVOIA
maggio 9, 2013 by Redazione
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Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1963. Seguiteci.
Foto copertina: uno scorcio della sesta tappa visto alla TV (www.outdoorblog.it)
GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO
Italia
Cavendish volata trionfale. Viviani secondo (Gazzetta dello Sport)
Cavendish, un altro sprint vincente (Corriere della Sera)
Regno Unito
Cavendish wins stage six (The Independent)
Mark Cavendish claims second Giro d’Italia stage victory (The Times)
Mark Cavendish prevails in Giro d’Italia stage six sprint finish (The Daily Telegraph)
Francia
Cavendish, encore lui (L’Equipe)
Spagna
Segundo triunfo de Cavendish (AS)
Doblete dedicado a Weylandt (Marca)
Cavendish ya tiene doblete al esprint, Paolini sigue líder (El Mundo Deportivo)
Belgio
Une deuxième victoire pour Cavendish (Le Soir)
“Deze zege is voor Wouter Weylandt” (De Standaard)
Nouvelle victoire de Cavendish lors de la 6e étape (L’Avenir)
Cavendish remporte la 6ème étape au sprint (La Dernière Heure/Les Sports)
La 6e étape remportée au sprint par Mark Cavendish, Paolini garde le maillot rose (Sudinfo.be)
Cavendish wint en valt indrukwekkende gangmaker Steegmans in de armen (Het Nieuwsblad)
Paesi Bassi
Weer zege Cavendish (De Telegraaf)
Germania
Cavendish gewinnt 6. Giro-Etappe – Paolini in Rosa (Berliner Zeitung)
Cavendish holt zweiten Etappensieg (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)
Canada
Cavendish dominates sprint to win sixth stage of Giro d’Italia (The Globe and Mail)
USA
Cavendish Sprints to Second Giro Stage Victory (The New York Times)
Australia
Australian crashes out of Giro (The Age)
Cavendish wins Giro d’Italia sixth stage (Herald Sun)
BOX POPULI
Ogni giorno, a partire dalla prima tappa, qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Mauro Facoltosi: Bis di Cavendish. Maxi caduta all’ingresso del circuito finale. Commenti?
Nebe1980: Tappa di traferimento, quando c’è un gruppo così grande che va a tutta sugli stradoni possono verificarsi cadute. Cavendisch è un copinone scontato, è molto più forte degli altri in volata.
in collaborazione con gli utenti del Forum dello scalatore (www.salite.ch)
DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Sapore di sale (Gino Paoli)
a cura di DJ Jorgens
METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa San Salvo – Pescara
San Salvo: cielo sereno, 21,2°C (percepiti 18°C), venti moderati da NNW (15 Km/h), umidità al 62%
Paglieta (Km 51,1): cielo coperto, 23,7°C, venti deboli da E (5 Km/h), umidità al 58%
Guardiagrele (Km 90,8): pioggia debole (0,1 mm) e schiarite, 21,1°C, venti deboli da E (3 Km/h), umidità al 58%
Chieti – Traguardo volante (Km 141,5) : pioggia debole (0,2 mm), 23,1°C, venti deboli da E (2-3 Km/h), umidità al 58%
Pescara : pioggia debole (0,3 mm) e schiarite, 23,5°C (percepiti 22°C), venti deboli da E (9 Km/h), umidità al 70%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
De Stefano: “Andiamo sul podio di Francesco Pancani” (cosa ha vinto?)
De Luca: “Brezza marina che arriva dal mare” (logico)
De Luca: “Abbiamo appena visto il duomo di Molfetta” (avevano appena inquadrato la cattedrale di Trani)
De Luca: “Questo passaggio dal Giro d’Italia” (che altra corsa ci stava passando?)
Pancani: “Più anzano in gruppo”
Pancani: “8 centrimetri”
Cassani: “Siamo all’ultimo chilometro dell’ultimo passaggio” (in quel momento mancava ancora un giro)
Pancani: “Entrata nel circuito di Santa Margherita”
De Stefano: “Ci vediamo tra poco meno di mezz’ora, novanta minuti”
IL GIRO DI GOMEZ
Come al Tour dello scorso anno, in questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!
6a tappa: Mola di Bari – Margherita di Savoia
1° Pablo Lastras Garcia
2° Nathan Haas a 2′01″
3° Jack Bobridge s.t.
4° Grega Bole a 2′19″
5° Ricardo Mestre s.t.
Primo italiano Alessandro Proni, 8° a 2′33″
Classifica generale
1° Pim Ligthart
2° Jack Bobridge a 2′49″
3° Mattia Gavazzi a 4′23″
4° Maxim Belkov a 4′40″
5° Miguel Minguez Ayala a 4′47″
QUELLA VOLTA CHE SI PARTI’ DA NAPOLI
Tuffo nella storia del Giro del 1963, il primo e finora unico partito da Napoli. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it
6a TAPPA: BOLSENA – AREZZO – 24 maggio 1963
BARIVIERA NELLA TAPPA DI AREZZO OTTIENE LA SECONDA VITTORIA CONSECUTIVA
II Giro d’Italia si è animato negli ultimi chilometri
Bariviera nella tappa di Arezzo ottiene la seconda vittoria consecutiva – Il corridore della Carpano aveva già vinto allo sprint a Viterbo – Ieri ha imposto nuovamente le sue doti di velocista – Sfortunata gara di Nencini e Benedetti raggiunti dopo una lunga fuga – La tappa non ha offerto emozioni fino a Siena, poi la lotta è diventata appassionante – Ronchini conserva il primato in classifica
ARCHIVIO ALMANACCO
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2a tappa: Ischia – Forio (cronosquadre)
3a tappa: Sorrento – Marina di Ascea
4a tappa: Policastro Bussentino – Serra San Bruno
CAVENDISH E OMEGA, VITTORIA PER WEYLANDT
Nel secondo anniversario della morte del corridore belga, che militava allora proprio nella formazione di Patrick Lefevère, il campione del mondo di Copenhagen bissa il successo in volata imponendosi nettamente in quel di Margherita di Savoia davanti ad Elia Viviani e Nacer Bouhanni, mentre Luca Paolini conserva senza patemi la maglia rosa. Brutto quarto d’ora per Bradley Wiggins che rimane attardato da una caduta a 32 km dal traguardo ma riesce successivamente a rientrare.
Foto copertina: il bis di Cavendish sulle strade del Giro 2013 (foto Bettini)
La settima tappa del Giro d’Italia, 169 km interamente in territorio pugliese da Mola di Bari a Margherita di Savoia, si presentava insieme a quella inaugurale di Napoli come la frazione più agevole della prima settimana di corsa, con i primi 75 km lungo il litorale adriatico fino a Barletta prima di addentrarsi nell’entroterra, senza comunque affrontare la benchè minima difficoltà altimetrica, e tornare sul mare per un circuito finale di 16,3 km da ripetere per tre volte: l’unica insidia sarebbe potuta essere il vento che però ha spirato quasi costantemente in senso contrario alla marcia dei corridori non creando particolari problemi e la corsa ha avuto pertanto un andamento molto tranquillo con gli australiani Cameron Wurf (Cannondale), già a lungo in fuga nella prima tappa, e Jack Bobridge (Blanco), tre volte campione mondiale su pista, che preso il largo dopo 14 km e sono stati ripresi ai -20 dal traguardo da un gruppo guidato dall’Omega-QuickStep di Marc Cavendish, logico favorito di giornata dopo essersi aggiudicato lo sprint di Napoli, e dalla Fdj del campione francese Nacer Bouhanni, terzo in terra partenopea e già vittorioso 4 volte in stagione, che aveva avuto un ritardo massimo intorno ai 6′. Gli unici ulteriori spunti di cronaca in questa fase sono state le cadute senza conseguenze di Brian Bulgac (Lotto-Belisol) e del vincitore della Vuelta 2011 Juan José Cobo (Movistar), per la terza volta a terra in questo avvio di Giro d’Italia, e una foratura di Bradley Wiggins (Sky) che sarebbe stata insignificante se non fosse che poco dopo, in coincidenza con il primo passaggio sul traguardo di Margherita di Savoia a 32 km dal traguardo, una nuova caduta, questa volta di massa con Danilo Di Luca e Stefano Garzelli (Vini Fantini), Filippo Pozzato (Lampre-Merida) e la maglia azzurra Giovanni Visconti (Movistar) ha spezzato in diversi tronconi il gruppo e il britannico, in quel momento ancora nelle retrovie, si è ritrovato ad avere fino a 1′ di distacco rispetto agli altri uomini di classifica: fortunatamente per lui il gruppo di testa ha proseguito con un’andatura regolare e dopo un inseguimento condotto per una decina di km dal Team Sky, in particolare con un Dario Cataldo in ripresa dopo i problemi gastrointestinali che l’avevano portato sull’orlo del ritiro nei giorni scorsi, Wiggins e gran parte dei corridori rimasti attardati hanno potuto rientrare.
Le grandi manovre per la volata conclusiva hanno visto diverse formazioni alternarsi al comando, annullando rapidamente due velleitari tentativi di Manuele Boaro (Saxo-Tinkoff) e Marco Marcato (Vacansoleil) rispettivamente ai -5 e ai -3 dal traguardo, e lo stesso Wiggins che per evitare di correre rischi si è portato in testa in prima persona facendoli da parte quando mancavano solo 2500 metri. In prossimità del triangolo rosso dell’ultimo km è stata l’Argos-Shimano di John Degenkolb a prendere l’avanguardia del gruppo ma si è immediatamente fatta da parte nel momento in cui il tedesco vincitore a Matera è rimasto intruppato intorno alla 20a posizione e nel finale è venuta fuori prepotentemente, come forse mai era accaduto in questa stagione in cui Cavendish diverse volte aveva lamentato uno scarso supporto dei compagni di squadra nelle fasi finali, l’Omega-QuickStep con Matteo Trentin e Gert Steegmans che hanno portato il britannico davanti a tutti a 150 metri dal traguardo e a quel punto il campione del mondo di Copenhagen non ha avuto difficoltà ad imporsi davanti ad Elia Viviani (Cannondale), alla sua seconda piazza d’onore dopo quella di Napoli, e Matthew Goss (Orica-GreenEdge) che non hanno potuto fare altro che rimanergli a ruota mentre Bouhanni pur autore di una buona rimonta conclusiva si è fermato al 4° posto davanti a Mattia Gavazzi (Androni), Manuel Belletti e Davide Appollonio (Ag2r) e Giacomo Nizzolo (RadioShack): sul palco delle premiazioni Cavendish, che ha conquistato anche la leadership nella classifica a punti, ha dedicato il successo a Wouter Weylandt nel secondo anniversario della scomparsa avvenuta tragicamente in seguito a una caduta nella tappa di Rapallo, quando difendeva i colori proprio dell’allora QuickStep.
La classifica generale rimane invariata con Luca Paolini (Katusha) sempre in maglia rosa con 17” su Rigoberto Urán (Sky), 26” su Beñat Intxausti (Movistar), 31” su Vincenzo Nibali (Astana) e 34” su Ryder Hesjedal (Garmin) e su Wiggins alla vigilia dell’8a tappa, 176 km che rappresentano un primo banco di prova per gli uomini di classifica: sebbene l’altitudine massima non superi i 500 metri la seconda metà del tracciato è disseminata di strappi con pendenze ben oltre la doppia cifra, ultimo dei quali quello di San Silvestro a 7 km dal traguardo e, specie se dovesse esserci maltempo come avvenuto nella frazione di Porto Sant’Elpidio alla Tirreno-Adriatico che presentava un profilo altimetrico analogo, potrebbe esserci grande selezione anche se lo spauracchio della maxi-crono di Saltara in programma il giorno dopo rischia di suggerire ai big di risparmiare energie e rimandare la battaglia alle grandi montagne.
Marco Salonna
08-05-2013
maggio 9, 2013 by Redazione
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GIRO D’ITALIA
Il tedesco John Degenkolb (Team Argos – Shimano) si è imposto nella quinta tappa, Cosenza – Matera, percorrendo 203 Km in 4h37′48″ alla media di 43,844 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Vicioso Arcos e il tedesco Martens. Miglior italiano Matteo Trentin (Omega Pharma – Quick Step), 5°. L’italiano Luca Paolini (Katusha Team) è ancora maglia rosa, con 17″ sul colombiano Urán Urán e 26″ sullo spagnolo Intxausti Elorriaga.
FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)
Il danese Kristian Haugaard Jensen (Leopard Trek Continental Team) si è imposto nella prima tappa, circuito di Roeser, percorrendo 81,6 Km in 1h47′18″ alla media di 45,629 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo statunitense Darville e l’argentino Mauro Abel Richeze. Miglior italiano Federico Pozzetto (Tirol Cycling Team), 4°.
FIVE RING OF MOSCOW
Il russo Serguei Klimov (RusVelo) si è imposto nella terza tappa, circuito di Mosca, percorrendo 163,2 Km in 4h16′53″ alla media di 38,118 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli ucraini Martynenko e Kostyuk. Il russo Maksim Razumov (Itera – Katusha) è il nuovo leader della classifica, con 3″ su Klimov e 5″ su Kostyuk.
GIRO DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA (open)
L’italiano Nicola Ruffoni (Team Colpack) si è imposto nella prima tappa, Cervignano del Friuli – Mereto di Tomba, percorrendo 177,5 Km in 3h41′09″ alla media di 48,157 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Filippo Baggio* (Ceramica Flaminia – Fondriest) e Davide Gomirato (G.S. Podenzano).
* Professionista
MOLA DI BARI – MARGHERITA DI SAVOIA. UNA FRIZZANTE TAPPA AL SALE
Sarà una delle più facili frazioni del Giro 2013. Tantissima pianura, interminabili rettilinei, qualche falsopiano quando la corsa abbandonerà temporaneamente le rive dell’Adriatico saranno gli ingredienti di una tappa “speziata” dagli abbuoni ai traguardi volanti e dal circuito finale, spettacolarmente tracciato attorno alle saline di Margherita di Savoia. Oggi per i velocisti non ci saranno “scusanti”: se falliranno l’obiettivo sarà solo colpa loro e non potranno appellarsi alle difficoltà del tracciato.
Abbiamo un po’ tutti l’anima del marchese De Sade e vorremmo assaporare tutti i giorni il gusto della difficoltà, sotto la forma ciclistica della salita. Ma non se ne possono pretendere ogni ventiquattrore, di tanto in tanto è giusto che ci siano tappe di pianura totale, oramai “perle rare” nelle corse a tappe e un tempo più frequenti e decisamente tediose. Ne capitavano anche di chilometriche, talvolta superiori ai 250 Km, e il gruppo le affrontava quasi come giornate di riposo straordinarie, partendo in sordina e accelerando quando si approssimava la conclusione. Il ciclismo moderno ha trasformato queste frazioni di trasferimento in gare più snelle e scattanti, nelle quali, in mancanza di ostacoli altimetrici, si scongiura la noia ricorrendo a distanze contenute – che invogliano a partenze a ritmo elevato – e all’introduzione di circuiti finali, come accadrà a Margherita di Savoia. E’ il giusto “sale” – e non solo per le saline che sono il vanto della città sede di tappa quest’oggi – profuso a condire frazioni come queste poiché, quando la conclusione prevede un anello da ripetere anche una sola volta, i corridori percepiscono ancor più il calore del pubblico e i suoi applausi, finendo per “darci dentro” ancora più motivati. La velocità si alza vorticosamente in questo tipo di finali, cavalcando l’onda dell’adrenalina, e si sprecano i tentativi di far secco il gruppo, tutti destinati a fallire perché la volata è la conclusione predestinata. Ad aumentare la caratura agonistica di questa tappa “inutile” interverranno i due traguardi volanti ad abbuoni previsti lungo l’itinerario, novità introdotta in questa edizione della corsa rosa (fino al 2012 ne era previsto solo uno) imitando quanto avveniva un tempo al Tour, dove oggi sono state abolite le bonificazioni in secondi. Poiché siamo ancora a inizio Giro e le difficoltà finora affrontate non sono state eccessive, potrebbero anche contribuire a un avvicendamento in testa alla classifica, con la premiazione al traguardo di una maglia rosa differente rispetto a quella schieratasi al via da Mola di Bari, centro fondato nel 1277 dal re di Napoli Carlo I d’Angiò e divenuto uno dei principali porti pescherecci della Puglia. Il mare, tra l’altro, sarà il filo conduttore di questa tappa, salvo quando il tracciato devierà per una sessantina di chilometri nell’entroterra, proponendo un dolcissimo falsopiano che spezzerà l’egemonia della pianura senza intaccare la “natura” della frazione.
A 22 Km dal via il Giro giungerà nel capoluogo regionale, dove si contornerà la città vecchia, stretta attorno alla romanica basilica nella quale si venerano le spoglie di… Babbo Natale! La leggenda del barbuto personaggio atteso la notte del 25 dicembre da milioni di bambini di tutto il mondo nasce, infatti, da San Nicola di Bari che, quando era vescovo della città turca di Myra, chiese ai suoi sacerdoti di girare casa per casa nel periodo invernale, quando la neve impediva alla gente di uscire per recarsi in chiesa, per diffondere il cristianesimo. Per coinvolgere anche i bambini disse loro di presentarsi con dei regali, che erano stipati in grossi sacchi sistemati su slitte trainate da cani, che poi la leggenda trasformò in renne. I rossi paramenti vescovili di Nicola avrebbero poi ispirato la sgargiante divisa rossa di Babbo Natale, mentre il nome con il quale è noto nei paesi di lingua inglese, Santa Claus, secondo alcuni deriverebbe proprio da quello del santo (Nicholas), secondo altri dalla festa olandese di Sinterklaas (compleanno del santo).
Lasciata Bari, che ci ricorda anche la partenza del Giro del 1990 (vinto da Bugno che s’impose nella crono d’apertura e portò ininterrottamente la maglia rosa sino a Milano), il tracciato dell’ultima tappa meridionale del Giro 2013 andrà a toccare cinque note località turistiche dove si coniugano le strutture ricettive e di divertimento tipiche delle località balneari a interessanti pagine artistiche. Il primo di questi centri è Giovinazzo che, tra gli altri monumenti, offre al turista la concattedrale di Santa Maria Assunta, nata romanica ma poi trasformata in stile barocco. Un altro edificio religioso da non tralasciare è il vecchio duomo della vicina Molfetta, costruito in prossimità del porto, mentre gli amanti della natura non dovranno perdere l’escursione al Pulo, dolina carsica formatasi per sprofondamento e che un tempo era utilizzata per allestirvi un suggestivo presepe vivente. La successiva Bisceglie permette d’ingannare l’attesa del passaggio dei “girini” visitando una delle chiese cittadine oppure compiendo escursioni archeologiche alla scoperta dei dolmen dell’entroterra, sui quali spicca quello della Chianca, uno dei più importanti monumenti megalitici d’Europa, tomba risalente all’età del bronzo, scoperta nel 1909 e iscritta da pochi mesi nella lista dei patrimoni dell’umanità stilata dell’UNESCO. Nel decorso di questa giornata il Giro giungerà poi nella bellissima Trani. Questo “sogno di città”, così la definì il noto scrittore Giorgio Bocca, propone uno dei monumenti più fotografati della regione ed anche in questo caso è un edificio di culto: ci stiamo riferendo la bianca cattedrale di San Nicola Pellegrino, affacciata sul mare e costruita in stile romanico pugliese tra il 1097 e il 1200, spesso quinta di concerti tenuti sull’antistante piazza. Trani ha, inoltre, fatto da sfondo a ben sei pellicole del cosiddetto filone della “commedia sexy all’italiana”, quando questo centro fu prescelto non solo per la sua bellezza ma anche per la presenza nel cast della “gloria locale” Lino Banfi, originario della non lontana Canosa.
Seguitando sulla litoranea, dritta con fuso, si giungerà quindi a Barletta dove, oltre all’immancabile Duomo, si può visitare la basilica di San Sepolcro, un tempo meta dei pellegrinaggi diretti alla Terra Santa e dei crociati, che attendevano d’imbarcarsi al vicino porto. Fu strategica la posizione questa cittadina, come ben rammentano i due storici combattimenti che si svolsero in zona, la “Disfida di Barletta” del 13 febbraio 1503 e la Battaglia di Canne del 2 agosto 216 a.C. La prima tenzone contrappose tredici cavalieri italiani (al soldo dell’esercito spagnolo) e un egual numero di francesi, che ebbero la peggio, pur senza perdite umane; l’altra battaglia fu uno dei principali episodi della seconda guerra punica, svoltasi presso la colonia romana di Cannae (se ne può visitare l’area archeologica) e che terminò con la seconda più grande sconfitta della storia patita dall’esercito romano, sconfitto dal numericamente meno nutrite truppe cartaginesi di Annibale.
Se si rimanesse sulla litoranea, basterebbero ora al gruppo una quindicina di chilometri per raggiungere Margherita di Savoia ma, a questo punto, il tracciato lascerà il mare per effettuare una lunga escursione nell’entroterra, spingendosi sino ai piedi della catena delle Murge. La salita che si dovrà superare tra Barletta e Andria sarà, però, decisamente pedalabile e, di fatto, si tradurrà in un lungo falsopiano di una decina di chilometri (poco meno di 150 metri di dislivello), con un cuore di circa mille metri al 4%. Attraversata la città della “Fidelis” (ex formazione calcistica che partecipò a sei campionati di serie B e che prende il nome dal termine con la quale fu citata da Federico II di Svevia), inizierà un tratto a morbidi “mangia e bevi” verso Canosa di Puglia, centro interessante per i suoi resti archeologici e per la basilica di San Sabino, che conserva all’interno il mausoleo di Boemondo d’Altavilla, il principe di Taranto che prese parte come comandante alla storica Prima Crociata (1096 – 1099).
Ripresa la strada del mare, superato un altro lieve falsopiano si attraverserà San Ferdinando di Puglia, paese natale di Emanuele Bombini, ex corridore che lascerà più segni al Giro da direttore sportivo che da ciclista (una sola vittoria di tappa, conseguita a tavolino nel 1985 a Vittorio Veneto in seguito al declassamento per scorrettezza di Roberto Pagnin), vincendo l’edizione 1994 della corsa rosa con Berzin e piazzando suoi corridori sul podio nel 1993 (Ugrumov 2°) e nel 1995 (Berzin 2°, Ugrumov 3°).
Una dozzina di chilometri più avanti si raggiungerà per la prima volta la città sede di tappa, dove inizierà la prima delle due tornate del circuito finale, un quadrato quasi perfetto di circa 16 Km. Nella prima parte si tornerà a pedalare sulla litoranea, in direzione della penisola garganica, poi si lascerà il mare per affrontare il primo dei due rettifili che taglia nel mezzo l’area delle saline, la più vasta d’Europa, sfruttata sin dalla notte dei tempi e che attribuirono a questo centro il vecchio toponimo di Saline di Barletta, mandato in archivio nel 1879 quando la cittadina fu intitolata alla regina Margherita, consorte di Umberto I, divenuto re d’Italia l’anno precedente.
Giunti a Trinitapoli, località agricola posta al confine tra le saline e la vasta piana del Tavoliere, ci si riallaccerà al tratto di strada già precedentemente affrontato e con il secondo rettilineo tra i bianchi covoni si porrà termine a una delle più semplici frazioni del Giro 2013, l’ultima per gli sprinter prima di un digiuno che si protrarrà per una settima esatta.
Mauro Facoltosi
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Foto copertina: una panoramica delle saline di Margherita di Savoia ( www.snalcc.it)

Mola di Bari (panoramio)

Bari, Basilica di San Nicola (www.mcaevents.org)

Giovinazzo, concattedrale (http://it.123rf.com)

Molfetta, Duomo (www.ilfatto.net)

Bisceglie, Dolmen della Chianca (www.rivistasitiunesco.it)

La superba cattedrale di Trani fa da sfondo a <<La liceale seduce i professori>> uno dei film del filone della commedia sexy all'italiana qui girati (www.davinotti.com)

La stessa visuale del fotogramma ripresa oggi (www.davinotti.com)

Barletta, Basilica del Santo Sepolcro (www.prolocobarletta.it)

Barletta, scavi di Canne (www.prolocobarletta.it)

Canosa di Puglia, Mausoleo di Boemondo d’Altavilla (panoramio)
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI MATERA
maggio 9, 2013 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1963. Seguiteci.
Foto copertina: il nubifragio che ha colpito Matera poche ore prima l’arrivo della tappa (www.suipedali.it)
GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO
Italia
Caduta all’ultimo chilometro. A Matera spunta Degenkolb (Gazzetta dello Sport)
Gli avversari rotolano e il tedesco Degenkolb vince a Matera (Corriere della Sera)
Regno Unito
Sir Bradley Wiggins fails to make up ground as John Degenkolb wins stage five (The Independent)
John Degenkolb avoids crash to win stage five of Giro d’Italia (The Times)
Germany’s Degenkolb takes stage five as Wiggins loses time (The Daily Telegraph)
Francia
Degenkolb en opportuniste (L’Equipe)
Spagna
Estreno de Degenkolb en el Giro por el caos del tramo final (AS)
Degenkolb se estrena en el Giro (Marca)
Una montonera condiciona el sprint (El Mundo Deportivo)
Belgio
Degenkolb remporte la 5e étape, Paolini reste en rose (Le Soir)
Degenkolb wint chaotische Giro-etappe (De Standaard)
Degenkolb renoue avec la victoire, Paolini reste en rose (L’Avenir)
Degenkolb s’adjuge la 5ème étape, Paolini reste leader (La Dernière Heure/Les Sports)
La 5e étape remportée par l’Allemand John Degenkolb, Paolini reste en rose (Sudinfo.be)
Beresterke Degenkolb wint chaotische etappe in Giro (Het Nieuwsblad)
Paesi Bassi
Massale val, zege Degenkolb (De Telegraaf)
Germania
Degenkolb holt ersten Giro-Etappensieg seiner Karriere (Berliner Zeitung)
Degenkolb gewinnt fünfte Etappe, Martens Dritter (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)
Canada
Degenkolb wins fifth stage of Giro d’Italia (The Globe and Mail)
Australia
Crash hinders Goss, but Evans escapes (The Age)
Crash mars stage five of Giro d’Italia (The Australian)
Sluggish Evans benefits from crash (Herald Sun)
BOX POPULI
Ogni giorno, a partire dalla prima tappa, qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Mauro Facoltosi: Vittoria di Degenkolb, caduta nel finale. Commenti?
Howling Wolf14: Belle strisce pedonali all’ultima curva. Insaponate, poi, sarebbero state ancor più belle. Visconti, in tv, ha detto che bisognerebbe andare più piano. Ma che messaggio è?
Howling Wolf14: Ma l’ordine d’arrivo? Sono le 17:35 e non arriva ancora. Adesso uso il Chrome. Evidentemente non è quello il problema. Forse dobbiamo tornare a prenderci gli OdA a mano, come facevano una volta gli ufficiali di gara! Ma come mai al Tour e alla Vuelta dopo 25 secondi l’ordine d’arrivo è già online?
Mauro Facoltosi: L’altro ieri erano online un’oretta dopo la fine della corsa.
Per la caduta, più che le strisce l’hanno provocata sia la velocità, sia l’asfalto bagnato. Howling hai visto le immagini del nubrifagio che si è abbattuto sul traguardo tra le 14 e le 15? Lì hanno rischiato grosso i tecnici della RAI, con i cavi elettrici letteralmente finiti a mollo. Se la tappa fosse finita a quell’ora sarebbe stato un disastro.
Jack.ciclista: Strada bagnata, non ha senso recriminare sulle strisce scivolose, altrimenti facciamo pedalare tutti sui simulatori così non c’è più alcun rischio.
Classifiche ? Non capisco, ormai anche alcune GF o le maratone consentono di vedere online ed in tempo reale i tempi di tutti i concorrenti (anche 10.000 , non 220 !!!)
Howling Wolf14: Ma nelle granfondo i collaboratori delle organizzazioni hanno professionalità e serietà, all’RCS sono tutti precari, cococo, contratti a termine. Massimo rispetto per tutti, ci mancherebbe, ma magari fino a ieri hanno lavorato in un’erboristeria o hanno fatto i baby-sitter. L’ordine d’arrivo dovrebbe essere online in tempo reale. Il corridore passa con il suo trasponder la linea d’arrivo e sul sito compare il nome col suo tempo. E’ poi specificato che si tratta sempre e comunque di un ordine d’arrivo ufficioso. Quindi non ci sono scuse di cadute, temporali o balle varie.
Howling Wolf14: Ho visto, ho visto. Ma è per questo che sostengo sempre che per gli arrivi delle tappe vanno sempre privilegiate le zone di una città che garantiscono la massima sicurezza, non quelle che offrono il paesaggio migliore. Anche perché poi il paesaggio all’arrivo è sempre regolarmente ignorato. Magari durante la tappa c’è modo di ammirare le bellezze della natura e della storia, ma all’arrivo gli occhi sono solo per la corsa. Tu parli di velocità, Mauro. E ne parla anche Visconti. Ma non capisco molto il messaggio. Qual è la proposta? Far rallentare i corridori fino all’ultima curva? Non sono 5, sono 200. Dotare le bici di un limitatore? Multare chi supera certe velocità? E’ ovvio che la velocità è sempre un’insidia. Se uno è in fuga da solo quella curva la prende a 12 km l’ora. Ma tu sei in testa e dietro di te ci sono 80 lupi scatenati che cercano di superarti è ovvio che tieni la massima velocità possibile. Il ciclismo, dl’altra parte, sta nell’andare più forte dell’altro. Non ci sono limiti di velocità. Io credo di aver visto ciò che avete visto voi, però non capisco se la caduta di oggi sia imputabile alla fatalità o ad altro. Illuminatemi. Poi, ripeto, non mi è chiara l’osservazione di Visconti. Mi piacerebbe avere una spiegazione.
in collaborazione con gli utenti del Forum dello scalatore (www.salite.ch)
DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Piove (Jovanotti)
a cura di DJ Jorgens
METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Mola di Bari – Margherita di Savoia
Mola di Bari: nuvole sparse con possibilità di deboli e isolate piogge, 20,6°C (percepiti 15°C), venti moderati da NNW (21-26 Km/h), umidità al 66%
Trani – Traguardo volante (Km 64,8): poco nuvoloso con possibilità di deboli e isolate piogge, 23,5°C (percepiti 21,5°C), venti moderati da NNE (12-18 Km/h), umidità al 50%
Canosa di Puglia (Km 109,3): poco nuvoloso con possibilità di deboli e isolate piogge, 23,1°C, venti deboli da N (7-13 Km/h), umidità al 55%
Margherita di Savoia: cielo sereno con possibilità di deboli e isolate piogge, 23,4°C (percepiti 21°C), venti moderati da NNE (12-17 Km/h), umidità al 52%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Nibali: “Cronometro di Gabicce Saltara” (gemelleggio in vista della tappa?)
Martinello: “Dagli storici che ci ha proposto Beppe Conti” (manca video)
De Stefano: “Qua con me sul podio” (palco)
De Stefano: “Sta piovendo sul nostro traguardo” (perchè? ne fanno uno apposta per la RAI?)
De Luca: “Ha cominciato a piogere” (imitando Adriano De Zan quella volta che disse “Sul traguardo di Innsbruck sta cominando a pioggere”)
De Luca: “La tacca cambia volto”
De Luca: “Direstori sportivi”
De Luca: “Luca Scinto è una carta da giocarsi con Oscar Gatto”
Scinto: “Ieri ho visto a mezzanotte e mezzo…” (allora era già oggi)
Mariuzzo (ds Liquigas): “Buongiorno a tutto, innanzitutti”
De Luca, commentando il fatto che aveva smesso di piovere: “Il futuro è davanti a noi” (e che c’entra!!!)
Cassani, parlando dei genitori di Alan Marangoni: “Saranno presenti nella cronometro di Saltara” (si faranno clonare lungo l’intero percorso?)
Pancani: “Sentiamo Fabrizio Bontempi, insieme a De Luca nella motocronaca” (no, pazzi, in tre sulla moto no!!!)
Cassani: “Perderà nuovamente contratto”
Martinello: “Le immagini del primo ritirato del Giro d’Italia, Perez Urtasun” (Perez Urtasun si è effettivamente ritirato oggi, ma il primo ritirato del Giro è stato Sandy Casar)
Televideo: “Pellizzotti” (Pellizotti)
IL GIRO DI GOMEZ
Come al Tour dello scorso anno, in questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!
5a tappa: Cosenza – Matera
1° Rafael Andriato
2° Robert Hunter a 3′25″
3° Mattia Gavazzi s.t.
4° Jack Bobridge a 3′35″
5° Maarten Tjallingii s.t.
Classifica generale
1° Mattia Gavazzi
2° Miguel Minguez Ayala a 24″
3° Pim Ligthart a 2′38″
4° Dario Cataldo a 3′10″
5° Rafael Andriato a 4′08″
QUELLA VOLTA CHE SI PARTI’ DA NAPOLI
Tuffo nella storia del Giro del 1963, il primo e finora unico partito da Napoli. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it
5a TAPPA: PESCARA – VITERBO – 23 maggio 1963
IL 46° GIRO D’ITALIA E’ LEGALE
Nella drammatica riunione del CONI si è deciso per il proseguimento – La vittoria di Vendramino Bariviera prima soddisfazione per Giacotto – Nella tappa di ieri in evidenza Battistini e Chiappano
Battistini, che è un corridore dalle spiccate caratteristiche di « regolarista » è ora tredicesimo a 9′06″, ma potrebbe risalire ancora – Chiappano, è undicesimo, e attua la medesima tattica di Battistini – La frazione di quest’oggi, da Bolsena ad Arezzo in 192 km
ARCHIVIO ALMANACCO
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2a tappa: Ischia – Forio (cronosquadre)
3a tappa: Sorrento – Marina di Ascea
4a tappa: Policastro Bussentino – Serra San Bruno
DEGENKOLB BATTE UN COLPO A MATERA
La quinta tappa da Cosenza a Matera vede la rocambolesca vittoria del tedesco dell’Argos-Shimano, abile ad evitare una caduta nell’ultima curva e ad involarsi così verso la sua prima vittoria al Giro. Paolini conserva la maglia rosa in una tappa che ha offerto le maggiori emozioni nei venti km finali.
Foto copertina: il successo di Degenkolb a Matera (foto Bettini)
Al Giro nessuna tappa è scontata ed anche quella odierna, la Cosenza – Matera di 203 km, ha offerto forti emozioni soprattutto nel finale di corsa. Pronti via e subito riesce a involarsi una fuga composta da Tomas Gil, Ricardo Mestre, Rafael Andriato, Alan Marangoni, Brian Bulgac e Stefano Pirazzi. Quest’ultimo passa per primo il facile GPM di Cipolletto dopo 35 km dopodiché si lascia sfilare anche per dare alla fuga una maggiore speranza di riuscita, dal momento che il corridore laziale della Bardiani era quello messo meglio in classifica generale a poco più di tre minuti dalla maglia rosa Paolini. La corsa continua così ad un ritmo regolare imposto al gruppo dalle squadre dei velocisti: Movistar, Omega, Argos-Shimano e Orica Greenedge in particolare si alternano a in testa e concedono agli uomini in fuga un vantaggio massimo poco superiore ai 10 minuti. L’alternanza di improvvisi scrosci di pioggia e miti schiarite caratterizzano la fase centrale della corsa mentre il gruppo progressivamente erode il vantaggio dei fuggitivi. Arriviamo così agli ultimi 25 km di corsa, quelli più avvincenti. Una curva a destra immette il gruppo nel secondo GPM di giornata, una salita di circa 3 km che porta a Montescaglioso. In particolare la Movistar imprime un ritmo molto sostenuto che fa le prime vittime tra i velocisti: Blythe, Chicchi, Gavazzi, Cavendish sono infatti i primi ad alzare bandiera bianca mentre alcuni ciclisti in testa al gruppo, una volta raggiunta la fuga, cercano di emergere con scatti decisi. Dopo lo scollinamento – a proposito, Visconti mantiene la maglia azzurra di leader della clasifica GPM – provano Gastauer, Vrecer e Bak a involarsi in discesa, ma il gruppo controlla la loro azione e non lascia spazio. Il finale vede quindi un gruppo compatto, composto da un’ottantina di corridori, che affronta la salita verso Matera, leggera ma costante. L’ultima curva, posta a circa 600 metri dal traguardo, racchiude così in una volta sola le emozioni vissute in una tappa che risale lungo lo Stivale in questa fresca giornata di Maggio: la strada, ancora umida per la pioggia caduta abbondante alcune ore prima, e le strisce pedonali giocano infatti un brutto scherzo a Mezgec, ultimo uomo di Degenkolb in seconda posizione dietro Canola (al lavoro per Modolo) , che scivola e innesca una caduta-rallentamento generale in testa al gruppo, dal quale proprio il tedescone dell’Argos riesce abilmente a districarsi, andando a raggiungere e superare Canola negli ultimi 300 metri e trionfando a braccia alzate sul traguardo lucano. In seconda posizione Vicioso precede il tedesco Martens, ultimo sul gradino del podio di giornata. Poco a poco alla spicciolata arriveranno tutti gli altri ciclisti, tra i quali gli uomini di classifica. Classifica generale che resta immutata rispetto a ieri. La prossima tappa verrà disputata interamente in Puglia e sarà certamente appannaggio dei velocisti, dal momento che tra Mola di Bari e Margherita di Savoia non c’è ombra di salita.
Antonio Scarfone
07-05-2013
maggio 8, 2013 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
L’italiano Enrico Battaglin (Bardiani Valvole – CSF Inox) si è imposto nella quarta tappa, Policastro Bussentino – Serra San Bruno, percorrendo 246 Km in 6h14′19″ alla media di 39,341 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Fabio Felline (Androni Giocattoli – Venezuela) e Giovanni Visconti (Movistar Team). L’italiano Luca Paolini (Katusha Team) è ancora maglia rosa, con 17″ sul colombiano Urán Urán e 26″ sullo spagnolo Intxausti Elorriaga.
FIVE RING OF MOSCOW
Il russo Maxim Pokidov (Itera-Katusha) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Mosca, percorrendo 166,4 Km in 3h55′50″ alla media di 42,333 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Nikolaev e l’ucraino Kulyk. Il russo Ivan Kovalev (RusVelo) è ancora leader della classifica, con 3″ sull’ucraino Vasylyuk e 4″ su Pokidov.
COSENZA – MATERA. TERRA DI SASSI, TERRA DI PASSIONE
La risalita della penisola inizia con una tappa dal finale al contempo impegnativo e spettacolare. Nell’incantevole scenario dei Sassi a soffrire saranno, però, solo i velocisti. A loro, infatti, è dedicata questa frazione che riproporrà lo stesso finale delle tappe conquistate da Cipollini nel 2000 e da Baldato nel 2003, caratterizzato da due ascese dure ma non abbastanza da far fuori tutti gli sprinter: a emergere saranno i grandi assi della volata, come testimonia l’albo d’oro delle frazioni materane della corsa rosa.
Non è un caso se Pier Paolo Pasolini prima e Mel Gibson poi abbiano scelto i “Sassi” materani per girare le loro pellicole dedicate a Gesù Cristo. Quelle povere case scavate nella dura roccia ben rappresentavano anni di grama vita di stenti, di autentica passione vissuta sulla carne di genti dedite alla pastorizia, come avveniva ai tempi dell’antica Palestina. Una “durezza” che si rifletterà anche sul finale della quinta frazione della corsa rosa e non solo perché l’occhio della telecamera avrà modo di abbracciare gli stessi scenari che nel 1964 fecero da sfondo a “Il Vangelo secondo Matteo” e nel 2003 a “The Passion of the Christ”. Delle sette frazioni che Mauro Vegni ha pensato per i velocisti proprio questa sarà la più ardua, un palcoscenico destinato ai “Mastroianni” dello sprint come dimostrato dagli ultimi tre arrivi di tappa a Matera, dove s’imposero i primattori della specialità, prima Cipollini (due volte, nel 1998 e nel 2000) e poi Baldato (2003). A respingere tutte le comparse della volata saranno le due ascese che si dovranno superare, una dietro l’altra, a ridosso del traguardo, a sua volta posto in cima a una breve rampetta. L’azione di un uomo solo andrà comunque tenuta in conto, ma i tre citati precedenti illustrano bene come, nel ciclismo moderno, le squadre degli sprinter siano divenute in grado di tenere a bada gli attacchi in finali che un tempo erano considerati proibitivi. Difficilmente, dunque, assisteremo al felice esito di un tentativo nato sulle ultime difficoltà, come quello che nel 1976 riuscì al belga Johan De Muynck, scappato sui sampietrini di un finale che prevedeva lo sdrucciolevole attraversamento dei Sassi, passaggio criticato per la sua pericolosità e mai più riproposto.
Tolti gli ultimi 25 Km, non presenterà altre grosse difficoltà questa frazione, con la quale il Giro inizierà la veloce risalita dello stivale italico (tra cinque giorni saremo già al nord, pronti all’appuntamento con le prime salite alpine). Si partirà da Cosenza, città che può vantare un museo unico nel suo genere, una galleria d’arte all’aperto le cui opere sono esposte lungo il centralissimo Corso Mazzini. Opere d’arte moderna si affiancano così ai più datati monumenti cittadini come il Duomo e la chiesa di San Domenico.
I primi 40 Km si svolgeranno pianeggianti nella valle del Crati, scorrendo paralleli al fiume più importante della Calabria e all’Autostrada del Sole, incontrando prevalentemente insediamenti industriali. In quest’area i centri sono, infatti, scaglionati sulle pendici delle montagne che stringono la valle, da una parte la Catena Costiera, dall’altra due delle tre “Sile”, la Grande e la Greca. Tra questi centri meritevole di una deviazione è Luzzi, nel cui territorio ricadono i resti dell’importante abbazia della Sambucina, fondata dai benedettini nel 1140 e abbandonata in seguito ad una lunga serie di terremoti e smottamenti.
Giunti sulle rive del lago di Tarsia, bacino creato artificialmente nel 1959 sbarrando il corso del Crati, si andrà ad affrontare l’unica salita prevista nei primi 175 Km di gara. Con pendenze modeste (sono 7,7 Km al 3,8%, con i primi 3,5 Km al 6,1% e un picco del 10,4%) si ascenderà a Spezzano Albanese, centro che – come molti altri della zona – fu fondato in seguito all’emigrazione di popolazioni provenienti dall’Albania, avvenuta nel XV secolo dopo un’invasione turca, che portarono in Italia non solo usi e costumi, ma anche la loro religione e, ovviamente, la lingua. Qui si parla, infatti, l’arberesco, dialetto tipico dell’Albania meridionale e, anche se in questa regione non vige amministrativamente il bilinguismo, può capire di incontrare pannelli stradali vergati in due maniere differenti (nello specifico caso, sotto Spezzano Albanese s’incontra l’”arbëreshë” Spixanë). Giù dalla successiva discesa si riguadagnerà la pianura, andando a imboccare la strada che punta verso il litorale jonico, raggiungendolo dopo aver attraversato la piana di Sibari, la più vasta pianura della Calabria (475 Km quadrati), nel cui cuore si trova l’area archeologica di Sybaris, una delle più antiche colonie greche d’Italia, fondata nel 720 a.C. dal condottiero Is di Elice.
Nel rimanente tratto da percorrere sul suolo calabro, poco meno di 50 Km privi di asperità, il compagno di viaggio sarà il mare, mentre il gruppo attraverserà sei località balneari, tutte figlie di centri appollaiati sulle prime pendici del massiccio del Pollino. Doppiato il Capo Spulico, il promontorio che separa il golfo di Corigliano da quello di Taranto, e rasentato il pittoresco castello della Pietra di Roseto, il tracciato varcherà il confine con la Basilicata, discostandosi leggermente dalla linea di costa. Si punterà ora su Policoro, importante centro agricolo che nel 2004 fu sede di tappa al Giro d’Italia, al termine della quarta delle nove frazioni conquistate quell’anno da Alessandro Petacchi, record per quanto concerne il secondo mezzo secolo di vita della corsa rosa. Meglio di lui fece solo Alfredo Binda nel 1927, quando vinse 12 delle 15 tappe previste, pari all’80% dell’intera corsa, la stessa percentuale di vittorie conseguita da Costante Girardengo al Giro del 1923, che però prevedeva solo 10 tappe.
Attraversata Scanzano Jonico, nel 2010 set delle scene finali di “Basilicata coast to coast” (il primo film lucano al 100%, scritto, diretto e interpretato dal lauriota Rocco Papaleo), il percorso lambirà il tormentato colle sul quale sorge Pisticci, borgo arroccato che vide spesso i suoi quartieri spazzati via dalle frane. Per questo motivo negli anni 70 molti cittadini, stufi delle continue rovine, traslocarono nella moderna frazione di Marconia, creata come luogo di confino dei dissidenti politici durante il periodo fascista, che nel 1984 fu teatro di uno dei più rocamboleschi finali di tappa al Giro d’Italia. Quel giorno il gruppo decise di scioperare per lamentarsi di alcune pecche dell’organizzazione e, nella fattispecie, di tagliare il traguardo a piedi. All’ultimo momento, però, Franco Cribiori, ds dell’Atala, ci ripensò e impose a Urs Freuler di fare la volata: nella sorpresa generale l’elvetico partì di scatto a cento metri dall’arrivo e, cogliendo gli avversari del tutto impreparati, fece facilmente sua una tappa che fu omologata per l’ordine d’arrivo ma non per le tasche del corridore, in seguito alla decisione della giuria di confiscare i premi di tappa per spirito antisportivo.
Alle porte di Metaponto, altra importante località archeologica (il principale reperto dell’antica Metapontion è costituito dai resti del tempio di Hera, noto come “Tavole Palatine”), il tracciato abbandonerà la statale litoranea per addentrarsi in direzione di Matera. Ancora per una buona ventina di chilometri, però, il tracciato rimarrà pianeggiante, sino ai piedi del colle su cui sorge Montescaglioso, centro che dal 2004 può fregiarsi del titolo di città e che è dominato dalla vetusta abbazia benedettina di San Michele Arcangelo, recentemente riaperta dopo un lungo periodo di abbandono e che nel 1963 fu sede delle riprese di un film horror, “Il demonio”, girato anche nella vicina Matera e nella un po’ più distante Miglionico. In quanto alla salita, non farà certo vedere i demoni al gruppo, ma non sarà facilissima perché, come nel 2003, non si salirà dalla vecchia strada a tornanti percorsa nel 2000, ma da una moderna variante che decolla con un ripido drittone lungo poco più di 2 Km (media del 9,5%, massima del 14%) per poi riallacciarsi al percorso classico e addolcirsi di schianto in prossimità dello scollinamento. Quattro chilometri di discesa, altrettanti di falsopiano e poi si riprenderà a salire alla volta di Matera, rasentando i confini del Parco Regionale delle Chiese Rupestri, iscritto con la città nell’elenco dei patrimoni mondiali dell’UNESCO e istituito nel 1990 per preservare l’intero territorio della “Murgia materana”, nella quale si trovavo ben 150 chiesette scavate nella roccia e talvolta affrescate. È in quest’area, specificatamente presso il belvedere della Murgia Timone, che Gibson scelse di girare le più celebri e drammatiche scene del suo film, quelle della crocefissione. Stavolta la “passione” sarà più lieve perché la salita non sarà impegnativa come la precedente e, dopo aver affrontato 5,4 Km di strada inclinata al 4,5% (massima dell’8,4%), avrà il suo epilogo alle spalle del “Caveoso”, uno dei due quartieri nei quali è suddivisa l’area dei Sassi, al cui centro si trova la chiesa barocca di San Pietro Caveoso. All’arrivo mancheranno ancora 7 Km circa, su strade scorrevoli che sfiorano pianeggianti il centro storico di Matera per poi scendere attraverso i quartieri moderni e quindi risalire verso la città, dove la tappa si concluderà con 1600 metri di strada lievemente ascendente (media del 2,4%).
Se Via Crucis deve essere che lo sia fino in fondo, fino all’ultima stazione.
MODIFICHE AL PERCORSO
Tolta la salita di Spezzano Albanese, sostituita con quella di Cipolletto (3,9 Km al 3,3%, max 8%)
Mauro Facoltosi
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Foto copertina: i Sassi di Matera fanno da sfondo alle drammatiche sequenze della crocifissione (fotogramma tratto da “La Passione di Cristo”, Mel Gibson, 2004)

Cosenza, il museo all'aperto di Corso Mazzini (www.calabriaonline.com)

Luzzi, abbazia della Sambucina (www.comunediluzzi.it)

Gli scavi di Sibari (www.agriturismoarmentano.it)

Il castello della Pietra di Roseto (www.bebladimora.it)

Pisticci (www.wikimatera.it)

Le scene finali di <<Basilicata coast to coast>>.... (www.davinotti.com)

... girate in Piazza Gramsci a Scanzano Jonico (www.davinotti.com)

Scavi di Metaponto, tempio di Hera (flickr.com)

Scene de <<Il demonio>>.... (www.davinotti.com)

... girate all'abbazia di San Michele a Montescaglioso (www.davinotti.com)

Matera, una delle 150 chiese rupestri (www.aptbasilicata.it)

Matera, San Pietro Caveoso (www.fotoeweb.it)