BOASSON HAGEN, GREGARIO VINCENTE
Dopo che nelle precedenti giornate lo si era visto spesso in testa al gruppo a tirare per Wiggins il forte norvegese del Team Sky si aggiudica con una volata di potenza la frazione di La Clayette davanti a Ciolek e Bozic mentre il suo capitano conserva la maglia gialla in attesa di sferrare l’attacco nella crono di Bourg-En-Bresse, Tony Martin ed Evans permettendo.
Foto copertina: il successo di Boasson Hagen a La Clayette (foto AFP)
La terza tappa del Giro del Delfinato, 167 km da Givors a La Clayette, presentava un percorso vallonato nella prima parte con tre gran premi della montagna sia pure di 3a e 4a categoria e diverse altre salitelle ma gli ultimi 80 km erano quasi interamente piatti ed era prevedibile che le squadre dei seppur pochi velocisti in corsa non si sarebbero lasciati sfuggire l’unica occasione loro favorevole nell’intera settimana di gara: i soli Mate (Cofidis) e Martinez (Euskaltel) hanno avuto via libera acquisendo un margine massimo di 4′ e venendo riassorbiti a 15 km dal traguardo dal plotone controllato dalla Fdj di Bouhanni, dalla Lampre del 22enne friulano Cimolai e dall’Argos-Shimano di Degenkolb, probabilmente l’uomo da battere alla luce dei due successi ottenuti in volata nella passata edizione del Critérium du Dauphiné e dei cinque già conquistati in questa stagione tutti in terra francese, ma una foratura quando mancavano meno di 2 km lo hanno costretto a dire addio a ogni speranza di vittoria.
Nel finale ha preso in mano la situazione l’Omega-QuickStep di Ciolek con anche gli uomini di classifica Tony Martin e Chavanel a supportare l’ex campione tedesco ma uno scatto di Gilbert (Bmc), desideroso di riscatto dopo aver mancato l’appuntamento con le prime posizioni nell’arrivo a lui adatto di Saint-Félicien, ha scompaginato i piani della formazione Patrick Lefevere: a incaricarsi di riprendere il fuoriclasse vallone è stato Popovych (RadioShack) e ne è venuto fuori uno sprint piuttosto caotico in cui Kluge (Argos-Shimano) si è lanciato in testa ma nulla ha potuto di fronte alla prepotente rimonta di Boasson Hagen che ha prevalso nettamente su Ciolek, Bozic (Astana) e lo stesso Kluge con Cimolai primo dei nostri al 7° posto. Per il 25enne norvegese, che nelle tappe precedenti, pur essendo in possesso della maglia bianca di miglior giovane e pur avendo i mezzi per giocarsi anche in quei contesti le proprie carte, aveva lavorato in testa al gruppo come gregario di Wiggins, si tratta del quinto successo stagionale e del secondo in carriera al Giro del Delfinato dopo quello di Sallanches nel 2010.
Nulla cambia in classifica generale con Wiggins in giallo con 1” su Evans, 2” su Grivko e Barredo, 4” su Martin e Mertens e 5” su Chavanel ma le quattro prossime tappe saranno quelle decisive, a cominciare dalla maxi-crono di 53,5 km da Villié-Morgon a Bourg-En-Bresse, prova generale di quella che di disputerà nella penultima tappa dell Tour de France a Chartres: prevedibile come avvenuto un anno fa in quel di Grenoble, quando il campione del mondo della specialità precedette il britannico di 11”, che Martin e Wiggins si giocheranno il successo parziale con Evans che dovrà limitare al minimo i danni per ribaltare la situazione sulle montagne e nel contempo guadagnare terreno sui vari Nibali (Liquigas), atteso a miglioramenti contro il tic-tac dopo i lavori specifici compiuti negli scorsi mesi, Van den Broeck (Lotto-Belisol) e Voeckler (Europcar); sono attesi a una buona prova anche gli altri atleti del Team Sky Porte, Froome, Rogers e perchè no lo stesso Boasson Hagen 3° un anno fa a Grenoble, nonchè i giovani Coppel (Saur-Sojasun) e Taaramae (Cofidis) e il vincitore dell’edizione 2010 Brajkovic (Astana) e c’è infine curiosità per la prestazione su una distanza così impegnativa del vincitore del prologo Durbridge (Orica-GreenEdge).
Marco Salonna
GIRO NOSTRUM – 9a TAPPA: LUCERA – CAMPITELLO MATESE
Finito il Giro 2012 reale inizia l’edizione 2013 virtuale, tracciata da ilciclismo.it. Non ci siamo lasciati tanto condurre dalle indiscrezioni (ma Napoli sede di partenza è una certezza), ma dalla fantasia e da un interessante anniversario che accadrà il prossimo anno, il 150° di fondazione del CAI.
Secondo arrivo in salita. Dopo la novità di Gambarie tocca ora ad una vecchia conoscenza del Giro, la località turistica molisana di Campitello Matese. L’ascesa finale non ha pendenze “mortiroliane” ma non è comunque da sottovalutare perchè ha spesso lasciato il segno sulla corsa rosa, testimoniato anche dal successo di corridori dello spessore del francese Hinault e di Gilberto Simoni. Stavolta “mammà” non la manda sola, facendola precedere dall’inedito GPM della Montagnola (7,4 Km al 5,1%)
Mauro Facoltosi
ARCHIVI GIRO NOSTRUM 2013
1a tappa: Bagnoli (Città della Scienza) – Napoli (cronosquadre)
2a tappa: Agropoli – Santa Maria del Cedro
3a tappa: Belvedere Marittimo – Gambarie Aspromonte
4a tappa: Laghi di Ganzirri – Messina
5a tappa: Gioia Tauro – Camigliatello Silano
6a tappa: Spezzano – Albanese – Pisticci (Marconia)
7a tappa: Maglie – Capo Santa Maria di Leuca (cronometro)
8a tappa: Otranto – Polignano a Mare
05-06-2012
giugno 6, 2012 by Redazione
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CRITÉRIUM DU DAUPHINÉ
Lo spagnolo Daniel Moreno Fernandez (Katusha Team) si è imposto nella seconda tappa, Lamastre – Saint-Félicien, percorrendo 160 Km in 4h02′38″, alla media di 39,566 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Simon e Gallopin. Miglior italiano Rinaldo Nocentini (AG2R La Mondiale), 4°. Il britannico Bradley Wiggins (Sky Procycling) ha conservato la testa della classifica, con 1″ sull’australiano Evans e 2″ sull’ucraino Grivko. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Cannondale), 15° a 9″.
TOUR DE SINGKARAK (Indonesia)
Il cinese Shihhsin Hsiao (Action Cycling Team) si è imposto nella seconda tappa, Muaro Sijunjung – Harau, percorrendo 124 Km in 3h08′43″, alla media di 39,424 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli australiani Edmondson e Smyth. Il giapponese Masakazu Ito (Aisan Racing Team) ha conservato la testa della classifica con 6″ sull’australiano Crawford e 14″ sul cinese Feng.
TOUR DE SLOVAQUIE
L’italiano Enrico Rossi (Meridiana Kamen Team) si è imposto nella prima tappa, circuito di Liptovský Mikuláš, percorrendo 158,1 Km in 3h47′06″, alla media di 41,770 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Prishpetniy e di 3′39″ lo slovacco Kovác, preceduti di 4″ e 3′42″ nella prima classifica generale.
ROMANIAN CYCLING TOUR (gara open)
Il croato Matija Kvasina (Tusnad Cycling Team) si è imposto nella quinta tappa, Siret – Suceava, percorrendo 161 Km in 3h48′56″, alla media di 45,195 Km/h. Ha preceduto allo sprint il rumeno Nechita e l’ucraino Karnulin. Miglior italiano Enrico Franzoi (Cycling Team Friuli), 6°. Kvasina è il nuovo leader della classifica con 2″ su Nechita e 19″ sull’ucraino Vasilyev. Miglior italiano Franzoi, 5° a 28″.
COPPA GIUSEPPE ROMITA – GP CITTA’ DEI CAMPIONISSIMI (dilettanti)
L’italiano Mattia Pozzo (Viris Maserati) si è imposto nella corsa piemontese, circuito di Novi Ligure, percorrendo 158,4 Km in 3h29′17″, alla media di 45,412 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano McCarthy e l’italiano Mirko Ulivieri (Team Idea Shoes – M.C.S. – Madras)
UN TOUR DE SUISSE DA TESTA-CODA
giugno 5, 2012 by Redazione
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Saranno concentrati nelle prime due tappe e nelle ultime tre i punti chiave del Tour de Suisse 2012, che scatterà sabato da Lugano con un cronoprologo. Subito dopo un arrivo in salita a Verbier, prima di una fase centrale nervosa, della crono di Gossau e di un finale in quota con i traguardi di Arosa e Sörenberg.
Foto copertina: Una veduta di Sörenberg, dove si concluderà il 76° Tour de Suisse (foto wikipedia)
Ci sarà anche un po’ di Italia al Giro di Svizzera 2012, e non soltanto a livello di partecipanti. Dopo 48 anni, e a 14 dall’ultimo arrivo nel nostro paese (Varese 1998), infatti, la più celebre e prestigiosa corsa a tappe del pianeta all’infuori dei tre GT (perlomeno storicamente; in tempi recenti la concorrenza del Delfinato si è fatta sentire) tornerà a far visita al VCO, all’indomani della terza partenza consecutiva da Lugano. Come nel 1964, la corsa si trasferirà in Italia in serata anziché in corsa, prima di ripartire dalla provincia di Verbania in direzione di un nuovo traguardo in terra elvetica. Allora, nell’edizione che vide il successo finale di Rolf Maurer, toccò a Pallanza ospitare l’avvio della tappa conclusiva, che a Losanna premiò Robert Hagmann; quest’anno sarà invece la volta del capoluogo, da cui la corsa muoverà per valicare il Sempione e raggiungere, appena ventiquattro ore dopo il prologo, il primo arrivo in quota, a Verbier.
Proprio quello di proporre in avvio una delle frazioni chiave – due se vogliamo considerare tale anche la breve crono d’apertura, poco più di 7 km di cui due in salita e altrettanti in discesa – sarà uno degli spunti più interessanti del Tour de Suisse 2012, che vedrà verosimilmente allungarsi da subito la classifica generale. La salita finale sarà la stessa che tre anni fa permise ad Alberto Contador di uccidere il Tour de France, e giungerà al termine della tappa più lunga prevista del menù rossocrociato.
Allo scoppiettante avvio seguirà una fase centrale di TdS sulla carta più tranquilla, anche se i velocisti dovranno guadagnarsi ogni singola chance di successo. Gli epiloghi di Aarberg, Trimbach-Olten, Gansingen e Bischofszell saranno infatti tutti alla portata degli sprinter, ma in nessun caso la volata a ranghi compatti potrà essere data per scontata. Nella terza giornata di gara saranno la salita di 3a categoria di Frienisberg e lo strappo di Imberberg (4a cat.) ad animare il finale, con l’ultimo GPM collocato a meno di 11 km dalla linea bianca, più della metà dei quali in discesa. L’indomani, a causare grattacapi alle ruote veloci sarà, più che lo Scheltenpass, ascesa di 1a categoria da affrontare prima di metà percorso, l’infilata di salite e salitelle che accompagnerà gli atleti dai -40 ai -15, culminando nella rampa di Salhöhe (2a cat.). Ancor più complicati per gli sprinter puri saranno i tracciati delle ultime due frazioni (sulla carta) interlocutorie, che vedranno traguardi posti in cima a brevi rampe: più lunga e pedalabile – ma collocata dopo 6 salite di 3a categoria e svariate altre asperità non segnalate con GPM – quella di Gansingen; più corta e brusca quella di Bischofszell, con l’antipasto dello strappo di Schocherswil a 7 km dall’arrivo.
Tutto quanto avverrà prima della terzultima tappa, ad ogni modo, si presterà ad essere ribaltato negli ultimi tre giorni di corsa, in cui si concentreranno una cronometro, due arrivi in salita e tre cime Hors Catégorie. Il trittico decisivo si aprirà, venerdì 15 giugno, con i 34 km contro il tempo con partenza ed arrivo a Gossau, da disputarsi lungo un tracciato impegnativo nella prima parte, fino a Pfannenstiel (km 11), ed assai più filante nella seconda. Nel week-end, invece, torneranno protagonisti gli scalatori, lasciati in panchina da Verbier in avanti.
Il 16 giugno sarà la lunghissima scalata verso Arosa a proporsi come teatro della sfida tra i favoriti, anche se le pendenze, almeno fino ai 5 km dal traguardo, saranno decisamente abbordabili. Ben più intrigante invece il tracciato della frazione Sörenberg, gran finale destinato ad incoronare il trionfatore del TdS 2012. Le rampe che porteranno all’arrivo saranno tutt’altro che proibitive, ma ad offrire terreno fertile per un ultimo assalto alla maglia gialla saranno, dopo un primo passaggio sotto lo striscione del traguardo, le salite di Glaubenbielen (15 km circa di ascesa, piuttosto tenera nella prima metà, ben più arcigna nella seconda) e soprattutto di Glaubenberg, 14 km e mezzo al 7,1% di media, con passaggi abbondantemente in doppia cifra. Certo, da quest’ultimo GPM all’arrivo mancheranno una quarantina di chilometri, ma il fatto che si tratti dell’ultima occasione per attentare alla leadership autorizza ad immaginare che la battaglia possa scoppiare già lì.
Confrontando il tracciato del Giro di Svizzera con quello del Criterium del Delfinato, suo diretto concorrente, si ha in generale l’impressione di un percorso più equilibrato, benché molto meno spettacolare di numerose edizioni passate, in cui le grandi montagne che di questa corsa hanno scritto la storia venivano scalate anziché aggirate. Novena, Furka, Gottardo e compagnia sono insomma altra cosa, ma per la prima volta da anni a questa parte il disegno del TdS si lascia a nostro giudizio preferire all’alternativa francese.
Discorso diverso, invece, per la start list, con al via il solo Gesink tra i corridori che possono legittimamente nutrire ambizioni di maglia gialla al Tour de France, oltre ad un Frank Schleck sulle cui condizioni, dopo la fallimentare spedizione al Giro, aleggiano tuttavia dei dubbi. Un quadro di generale mediocrità che potrebbe fare la fortuna dei colori italiani, che avranno in Damiano Cunego un alfiere che difficilmente, dopo le fatiche del Giro, avrebbe potuto dire la sua contro il lotto partenti del Delfinato, ma che potrebbe invece dare nuovamente l’assalto al podio in Svizzera, dopo l’amaro secondo posto al fotofinish dell’anno passato.
Matteo Novarini
MORENO, STOCCATA ALLA “PURITO”
Con uno sprint degno del suo capitano Rodriguez assente in questo Criterium du Dauphinè lo spagnolo, uscito molto bene dal Giro d’Italia, conquista il traguardo in leggera salita di Saint-Felicien davanti ai francesi Simon e Gallopin e al nostro Nocentini buon 4° con Wiggins sempre in giallo con 1” su Evans
Foto copertina: “esplode” Moreno sul traguaredo di Saint-Felicien (foto Bettini)
La seconda tappa del Giro del Delfinato, 160 km da Lamastre a Saint-Felicien, era con i suoi sei gpm, tra cui il Col de Montivernoux, il Col de Claviere e il Col de Lalouvesc tutti di 2a categoria, una di quelle frazioni che se affrontata nella seconda metà di un grande Giro con la classifica già delineata avrebbe certamente visto prendere il largo una fuga, anche in considerazione del fatto che dalla vetta dell’ultima salita mancavano meno di 40 km al traguardo e che quest’ultimo era posto in cima a uno strappo di 2,5 km al 4,4% fuori portata per i velocisti: effettivamente in tantissimi hanno provato ad andarsene nelle prime fasi ma la fuga buona è stata quella nata lungo le rampe del Col de Montivernoux con Moncoutiè (Cofidis), Kern (Europcar), Kadri (Ag2r) e Sarmiento (Liquigas), tutti atleti molto forti in salita ma che essendo solo in quattro hanno facilitato il compito di una formazione peraltro fortissima come il Team Sky della maglia gialla Wiggins, che ha concesso non più di 4′ ai battistrada andando poi a chiudere il gap a poco meno di 10 km dal traguardo con la collaborazione dell’Omega-QuickStep di Chavanel e Tony Martin e della Saur-Sojasun di Coppel e Simon, senza lasciarsi impressionare neppure dal tentativo di contrattacco di Roux (Fdj) che per un breve tratto si era riportato sugli uomini di testa.
Tutto si è deciso quindi sullo strappo finale affrontato ad altissima velocità dalla Liquigas di Nibali e dalla Bmc di Evans e Gilbert, che però pur trovando un terreno ideale per i propri mezzi si è mantenuto a centro gruppo lasciando che fosse l’australiano a fare la corsa e tentare di bissare il successo di Saint-Vallier. Il campione del mondo di Mendrisio è rimasto però troppo presto allo scoperto e così come Nibali che si trovava alla sua ruota si è fatto sorprendere dallo scatto di Tony Martin alla ruota del quale si sono portati Van den Broeck (Lotto-Belisol) e Moreno (Katusha) che ha dimostrato una marcia in più negli ultimi 150 metri andando a vincere quasi per distacco: per il 30enne madrileno, uscito evidentemente con una grande condizione dal Giro d’Italia in cui pure non aveva brillato chiudendo al 20° posto in classifica generale senza offrire un grande contributo al suo capitano Rodriguez, si tratta del terzo successo stagione dopo una tappa alla Vuelta Andalucia e il Gp Miguel Indurain. Alle spalle dello spagnolo hanno concluso Simon, Gallopin (RadioShack) e l’aretino Nocentini (Ag2r) autore di una buona rimonta nel finale che gli ha consentito di precedere Van den Broeck, Luis Leon Sanchez (Rabobank), Evans, Brajkovic (Astana) e Wiggins mentre tra gli uomini di classifica oltre ad Andy Schleck (RadioShack) e Vinokourov (Astana) già staccati a Saint-Vallier ha perso 27” Menchov (Katusha): discorso a parte per Samuel Sanchez (Euskaltel) che data l’assenza di fratture alle costole dopo la caduta della prima tappa ha scelto di prendere il via per non compromettere la preparazione in vista del Tour de France e ha concluso la tappa sia pure con 2′05” di ritardo. La classifica generale rimane pressochè immutata con Wiggins che precede di 1” Evans, di 2” Grivko e Barredo, di 4” Tony Martin e Martens e di 5” Chavanel e non dovrebbe cambiare neppure al termine della terza tappa, l’unica dedicata ai velocisti con i suoi 167 km vallonati solo nella prima parte da Givors a La Clayette.
Marco Salonna
GIRO NOSTRUM – 8a TAPPA: OTRANTO – POLIGNANO A MARE
Finito il Giro 2012 reale inizia l’edizione 2013 virtuale, tracciata da ilciclismo.it. Non ci siamo lasciati tanto condurre dalle indiscrezioni (ma Napoli sede di partenza è una certezza), ma dalla fantasia e da un interessante anniversario che accadrà il prossimo anno, il 150° di fondazione del CAI.
Ad una delle tappe più difficili e delicate del Giro Nostrum ne seguirà una delle più facile. La strada che condurrà il gruppo da Otranto a Polignano a Mare non proporrà difficoltà altimetriche, se non la facilissima ascesa verso la “città bianca” di Ostuni, dove sarà messo in palio un GPM di 4a categoria.
Mauro Facoltosi
ARCHIVI GIRO NOSTRUM 2013
1a tappa: Bagnoli (Città della Scienza) – Napoli (cronosquadre)
2a tappa: Agropoli – Santa Maria del Cedro
3a tappa: Belvedere Marittimo – Gambarie Aspromonte
4a tappa: Laghi di Ganzirri – Messina
5a tappa: Gioia Tauro – Camigliatello Silano
6a tappa: Spezzano – Albanese – Pisticci (Marconia)
7a tappa: Maglie – Capo Santa Maria di Leuca (cronometro)
04-06-2012
giugno 5, 2012 by Redazione
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CRITÉRIUM DU DAUPHINÉ
L’australiano Cadel Evans (BMC Racing Team) si è imposto nella prima tappa, Seyssins – Saint-Vallier, percorrendo 187 Km in 4h36′21″, alla media di 40,600 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Coppel e il kazako Kashechkin. Miglior italiano Daniele Ratto (Liquigas-Cannondale), 9° a 4″. Il britannico Bradley Wiggins (Sky Procycling) è il nuovo leader della classifica, con 1″ su Evans e 2″ sull’ucraino Grivko. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Cannondale), 19° a 9″.
TOUR DE SINGKARAK (Indonesia)
Il giapponese Masakazu Ito (Aisan Racing Team) si è imposto nella prima tappa, circuito di Sawahlunto, percorrendo 77 Km in 1h51′17″, alla media di 41,515 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’australiano Crawford e di 8″ il cinese Feng, distanziati di 6″ e 14″ nella prima classifica generale.
ROMANIAN CYCLING TOUR (gara open)
L’ucraino Andriy Kulyk si è imposto nella quarta tappa, Iasi – Botosani, percorrendo 118 Km in 2h36′28″, alla media di 45,249Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Vasilyev e Martynenko. Miglior italiano Manuel Fedele (Miche – Guerciotti). Il greco Ioannis Tamouridis (SP Tableware Cycling Team), ha conservato la testa della classifica con 13″ sul rumeno Nechita e 15″ sul croato Kvasina. Miglior italiano Enrico Franzoi (Cycling Team Friuli), 10° a 33″.
SPETTACOLO EVANS, E’ GIA’ DUELLO CON WIGGINS
Il campione del mondo di Mendrisio si rende autore in compagnia di Coppel e Kashechkin di una magnifica azione nella discesa conclusiva verso Saint-Vallier e batte i compagni di fuga in volata portandosi a 1” dal britannico che strappa la maglia gialla a Durbridge. In ritardo Andy Schleck, brutta caduta per Samuel Sanchez la cui partecipazione al Tour de France è a rischio
Foto copertina: è un Evans già in forma Tour quello visto sulle strade del Delfinato (foto AFP)
La prima tappa del Giro del Delfinato, 187 km da Seyssins a Saint-Vallier con sei gran premi della montagna non troppo impegnativi l’ultimo dei quali, la Côte de la Sizeranne, era però posto a soli 9 km dal traguardo, è vissuta sulla fuga partita al km 4 di Bernaudeau (Europcar), Irizar (RadioShack), Vanmarcke (Garmin) e Tjallingii (Rabobank), cui si sono aggiunti poco dopo Edet (Cofidis) e Doi (Argos-Shimano), che hanno acquisito in breve oltre 13′ di vantaggio, con l’Orica-GreenEdge della maglia gialla Durbridge che ha scelto di non controllare la corsa e nessun’altra squadra che si è presa la responsabilità di andare in testa a tirare, dal momento che un po’ l’assenza di grandi velocisti in gara e un po’ l’ultima salita rendevano difficile identificare un chiaro favorito: il rischio era quello di una fuga bidone che avrebbe potuto decidere l’intera settimana di gara come avvenuto nel 2005 con il successo di Landaluze ma intorno a metà percorso il Team Sky di Wiggins ha preso il comando e l’Orica-GreenEdge, la Saur-Sojasun di Coppel, la Lotto-Belisol di Van den Broeck e la Bmc di Evans hanno a loro volta collaborato all’inseguimento di un gruppo del quale non faceva però più parte il campione olimpico Samuel Sanchez (Euskaltel), che in seguito a una brutta caduta insieme a Fedrigo (Fdj) al km 47 è riuscito comunque scortato da due gregari a concludere la tappa con 24′ di ritardo ma ha riportato la sospetta frattura a una costola che rischia di escluderlo non solo dal Giro del Delfinato ma anche e soprattutto dal prossimo Tour de France.
Il vantaggio dei sei battistrada dopo essere rapidamente calato fino a 4′ si è stabilizzato finchè non si sono portati in testa gli uomini dell’Omega-QuickStep che, in vista di una possibile volata di Ciolek, hanno ridotto il gap a meno di 1′ ai piedi dell’ultima salita finale, 2,9 km al 6,6% lungo i quali hanno perso contatto uomini importanti come Westra (Vacansoleil), il rientrante Vinokourov (Astana) e soprattutto Andy Schleck (RadioShack), che come spesso accade è irriconoscibile in corse che non siano la Liegi-Bastogne-Liegi piuttosto il Tour de France. Davanti Irizar ha staccato i compagni d’avventura e scollinato con ancora qualche secondo di vantaggio su un gruppo dal quale nessuno si è mosso fino a poche centinaia di metri dalla vetta, quando Rolland (Europcar) ha operato uno scatto telefonato che ha però fatto sì che l’Omega-QuickStep si sfaldasse e nessun’altra squadra riuscisse più a prendere in mano la situazione: la bagarre è proseguita nella successiva tecnica discesa con Amador (Movistar), Luis Leon Sanchez (Rabobank) e Gilbert (Bmc) a provarci ma l’azione vincente è nata a 5 km dalla conclusione ad opera di Coppel, cui si sono accodati Kashechkin (Astana), ritrovato con il rientro in patria dopo l’infelice esperienza alla Lampre, e soprattutto Evans che ha dato una dimostrazione di forza impressionante tirando dritto fino al traguardo e, malgrado i pochissimi cambi ricevuti dai due compagni d’avventura, ha resistito al ritorno di un gruppo in testa al quale si erano portati prima Siutsou (Sky) in funzione di Wiggins e poi il campione mondiale a cronometro Tony Martin (Omega-QuickStep) e ha trovato anche la forza di battere Coppel e Kashechkin in volata. Lo sprint del gruppo giunto a 4” di distacco è stato vinto da Bouhanni (Fdj) davanti a Gallopin (RadioShack) e Bozic (Vacansoleil), con il bergamasco Ratto (Liquigas) che si è piazzato 9°, mentre a causa di un buco creatosi nell’ultima discesa hanno perso 27” Kern (Europcar), il vincitore della Liegi Iglinskiy (Astana) e il leader Durbridge: il ritardo di Andy Schleck e Vinokourov è stato invece di 3′10” e quello di Daniel Martin (Garmin), coinvolto a sua volta in una caduta a crca 20 km dal traguardo, di oltre 17′.
Con questo successo, il terzo stagionale dopo una tappa e la classifica generale del Criterium International, Evans balza al 2° posto in classifica a 1” dal nuovo leader Wiggins, con il quale si giocherà probabilmente non solo il Giro del Delfinato come già avvenuto un anno fa quando conquistò la piazza d’onore dietro al britannico, ma anche il Tour de France che presenta un percorso ideale per le caratteristiche di entrambi: alle loro spalle troviamo Grivko e Barredo a 2”, Tony Martin e Martens a 4” e Chavanel a 5” mentre Nibali, sempre attento nelle prime posizioni anche se forse non ha colto l’attimo quando è scattato Coppel, è salito al 19° posto con un distacco di 9”. La seconda tappa, 160 km da Lamastre a Saint-Felicien, sarà molto difficile da interpretare con la lunga seppur pedalabile salita verso il Col de Montivernoux nelle fasi iniziali e altri due gran premi della montagna di seconda categoria prima degli ultimi 40 km quasi tutti in discesa e pianura: l’arrivo è però posto in cima a uno strappo di 2,5 km al 4,4% che potrebbe esaltare le caratteristiche di Gilbert e dello stesso Evans, sempre che non prenda corpo una fuga da lontano data la difficoltà che avranno le squadre nel controllare la corsa.
Marco Salonna
LUSSEMBURGO, VITTORIA “BAGNATA” PER ROELANDTS
Jurgen Roelandts vince l’ultima tappa del Giro del Lussemburgo neutralizzata al primo passaggio sotto il traguardo dalla giuria per condizioni meteo avverse e pericolose. Il gruppo in classifica è giunto a 25” per la neutralizzazione, mentre “nei fatti” la volata per la piazza d’onore è stata vinta da Ben Swift su Davide Apollonio. Fuglsang mantiene la maglia e vince la classifica finale
Foto copertina: il podio dello Skoda Tour de Luxembourg 2012 (foto Serge Waldbillig)
Tappa molto insidiosa e densa di pericoli per il plotone l’ultima in programma a questo Giro del Lussemburgo, giunto all’epilogo. In programma era la Mersch-Luxembourg, 153.5 km, che prevedeva un finale con il circuito cittadino in città da ripetere 8 volte. Niente di eccezionale o di impegnativo, ma le condizioni atmosferiche hanno reso una tappa abbastanza semplice un gara di acquaplaning, da veri equilibristi: fin troppo, tanto che la giuria ha deciso al primo passaggio nel circuito cittadino, di neutralizzare i tempi. Se ne va quindi incurante delle avversità, Jurgen Roelandts, facendo il vuoto.
La vittoria di tappa va così al belga della Lotto-Belisol, mentre dietro parte la volata per la piazza d’onore: è Ben Swift a conquistare il secondo gradino del podio davanti al nostro Davide Apollonio, comunque autore di un’ottima prova. Essendo Roelandts ben lontano dalla vetta della generale, Jacob Fuglsang (RadioShack-Nissan) mantiene anche in quest’ultima giornata la maglia di leader, conquistando così la classifica finale davanti a Wouter Poels (vincitore della quarta tappa) e al compagno di squadra Frank Schleck.
Lorenzo Alessandri
Twitter @LorenzoAleLS7
LA TYPE1 DOMINA A PHILADELPHIA
Si decide in volata la ‘classica’ statunitense con la vittoria del russo Serebryakov. Seconda piazza per Ilesic, terzo il favorito Fred Rodriguez. Conclude il trionfo della Type1- Sanofi l’italiano Colli con il suo quarto posto.
Foto copertina: la volata che ha deciso l’edizione 2012 del TD Bank Philadelphia International Cycling Championship (foto Jonathan Devich/epicimages.us)
Bottino (quasi) pieno per la Type1- Sanofi che, nel TD Bank Philadelphia International Cycling Championship, conquista primo, secondo e quarto posto. La corsa statunitense, sebbene iscritta a calendario come 1.HC, non vede nessuna World Tour al via, i favoriti escono così dalle squadre Professionale presenti, tra loro spicca il nome di Fred Rodriguez, buon velocista dei primi anni del ventunesimo secolo entrato ora nella fase calante della carriera. Allo statunitense non riesce però di succedere ad Alex Rasmussen nell’albo d’oro, nella volata che ha deciso la ‘classica’ statunitense il padrone di casa si è visto battuto da Serebryakov e Ilesic, coppia della Type1-Sanofi, piazzandosi al terzo posto.
Dominio della Type1 completato dall’italiano Colli giunto quarto davanti a John Murphy. Molto bene anche un altro italiano, Luca Damiani, molto attivo nelle corse americane.
Andrea Mastrangelo