BAVIERA: GRANDE ROGERS, CRONO E GENERALE (CON TRIS DI PETACCHI)

maggio 28, 2012 by Redazione  
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Nelle ultime due tappe vincono Rogers, come da pronostico nella cronometro, e Petacchi, tre su tre in volata. L’australiano si aggiudica così la generale che già guidava dopo la vittoria nella seconda frazione. Alle sue spalle Coppel, Gusev, Porte e Sivtsov: tre Sky nei primi cinque!

Foto copertina: la premiazione di Rogers (foto Deutsche Presse-Agentur GmbH)

Il giro di Baviera si decide, come previsto, nella cronometro del penultimo giorno di gara: la corsa contro il tempo premia Rogers, già leader dopo la vittoria nella seconda frazione, e mostra al pubblico il Sky una spanna sopra a tutte le altre squadre in questa specialità: ben quattro corridori nei primi dieci, avversari avvisati in vista del Tour!
Alle spalle di Rogers si piazza il compagno Porte, terzo di tappa Coppel, quindi Gusev e Sivtsov (l’altro Sky nei dieci è Knees, settimo). Gli stessi cinque si issano nelle prime cinque posizioni della generale mantenendo l’ordine, con la sola eccezione di Porte che è quarto e non secondo.

Nella frazione conclusiva poi se ne va la solita fuga di giornata controllata agevolmente dalla squadra del leader, negli ultimi chilometri, ripresi i fuggitivi, si mettono al lavoro le squadre dei velocisti, GreenEDGE e Lampre in primis. Sul traguardo arriva poi il tris di Petacchi che proprio qui in Baviera è riuscito a sbloccarsi. Lo spezzino prende la ruota di Davis nell’ultimo chilometro e lo passa di potenza nel finale. L’australiano arriverà secondo precedendo Schulze, Chtioui, Cooke e un Degenkolb dal quale ci aspettavamo molto di più nelle tre volate bavaresi.

Andrea Mastrangelo

Dopo la premiazione di Rogers ecco quella di Petacchi, vincitore dellultima tappa (foto picture alliance)

Dopo la premiazione di Rogers ecco quella di Petacchi, vincitore dell'ultima tappa (foto picture alliance)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI MILANO

maggio 28, 2012 by Redazione  
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Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1953. Seguiteci.

Foto copertina: prime pedalate dell’ultima tappa davanti al Castello Sforzesco (www.ilgiorno.it)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Hesjedal “Ora lasciatemi godere la gioia” – Hesjedal ha vinto il Giro d’Italia
Rodriguez 2° a 16″, De Gendt 3° (Gazzetta dello Sport)

Hesjedal vince il Giro. Beffato Rodriguez (Corriere dello Sport – Stadio)

La crono di Milano va a Pinotti. Il Giro conquistato da Hesjedal (L’Eco di Bergamo)

Canada

Canadian Ryder Hesjedal wins Giro d’Italia (The Globe and Mail)

Victoria’s Ryder Hesjedal becomes first Canadian to win the Giro d’Italia (The Sun)

Lituania

„Giro d’Italia“ nugalėtoju tapo R. Navardausko komandos draugas R. Hesjedalis (Lietuvos Rytas)

Danimarca

Canadier stjal Giro-sejren på sidste etape (Jyllands-Posten)

Hesjedal triumferede i Giroen (Sporten.dk)

Giro-overraskelse: Canadier stjæler sejren på sidstedagen (Politiken)

Regno Unito

Hesjedal wins Giro d’Italia (The Daily Telegraph)

Hesjedal wins one of the closest ever Giro d’Italia races by just 16 seconds (The Independent)

Francia

Hesjedal, un nouveau Monde (L’Equipe)

Spagna

Hesjedal gana el Giro de Italia (AS)

A Purito se le apaga la mecha (Marca)

Hesjedal, vencedor final del Giro (El Mundo Deportivo)

Costa Rica

Amador hizo del Giro su pasaporte a la grandeza (La Nación)

Colombia

Rigoberto Urán, séptimo de la general, fue el mejor joven del Giro – Ryder Hesjedal, campeón del Giro de Italia-2012 (El Espectador)

Ryder Hesjedal ganó el Giro de Italia. Colombianos en los primeros 10 – Rigoberto Urán fue séptimo y Sergio Henao noveno, para una actuación excelente en 2012 (El Tiempo)

Belgio

Thomas De Gendt sur le podium du Giro (Le Soir)

Thomas De Gendt vergezelt Girowinnaar Ryder Hesjedal op podium (De Standaard)

Hesjedal vainqueur final, De Gendt troisième (L’Avenir)

Hesjedal remporte le Giro, De Gendt sur le podium (La Dernière Heure/Les Sports)

Le Canadien Ryder Hesjedal gagne le Giro, Thomas De Gendt se hisse sur le podium (Sudinfo.be)

Thomas De Gendt vergezelt Girowinnaar Ryder Hesjedal op podium (Het Nieuwsblad)

Lussemburgo

Kanadier Hesjedal gewinnt Giro (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Hesjedal erster kanadischer Gewinner (Tageblatt)

Paesi Bassi

Giro-succes met oranje tintje(De Telegraaf)

Repubblica Ceca

Hesjedal je vítězem Gira. Kreuziger skončil patnáctý Lidové noviny

USA

Former Mountain Biker From Canada Wins Giro (The New York Times)

Canada’s Hesjedal overtakes Rodriguez to win Giro d’Italia (Usa Today)

Australia

Canada’s Hesjedal creates cycling history (The Age)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

PRIMA DELLA TAPPA

Mauro Facoltosi: Chi sarà la maglia rosa?
Segnalo una curiosità: nella tappa di ieri Cavendish ha perso la maglia rossa per un punto (il nuovo leader è Rodriguez)

Hotdogbr: percorso non proprio per specialisti, per la maglia rosa diciamo Hesjedal 55% di possibilità, Rodriguez 40 e De Gendt 5, per il terzo posto De Gendt 70 e Scarponi 30, per il quinto Basso 60 e Cunego 40

Howling Wolf14: Classifica finale: 1. Hesjedal 2. Rodriguez 3. De Gendt 4. Scarponi
La previsione tiene conto di un buon recupero di De Gendt dopo lo sforzo di ieri. Se sarà al 100% il belga potrà ambire anche al 2° posto finale. Se invece avrà le gambe incatramate rischia di non superare nemmeno Scarponi. Il successo finale di Hesjedal è fuori discussione: non prenderà 1′41″ da De Gendt e impiegherà poco ad annullare il suo distacco da Purito.

Thiago Motta 89: A questo punto per la vittoria finale vado per il canadese che non credo proprio avrà grossi problemi nel recuperare quella trentina di secondi a Purito, mentre il belga De Gendt nel peggiore dei casi arriverà terzo, a Michele lo scavalca di sicuro, ma secondo me specie se ha recuperato bene può puntare anche al secondo posto mentre per il primo posto per il fiammingo ci vuole una mezza impresa. Una curiosità se tutto andrà come prevedibile con un podio: Purito – Ryder – De Gendt sarebbe la prima volta dal 1995 che alla corsa rosa abbiamo un podio tutto straniero, quella volta vinse Tony Rominger.

Profpivo: Hanno tolto quasi 2 km al percorso della crono, ora lunga 28,2 km. Ma vi sembra un comportamento serio a poche ore dal via? La motivazione ufficiale sono “problemi alla viabilità pubblica riscontrati nell’ultima settimana”. Svegliarsi prima pare brutto, visto che il percorso lo si conosce da mesi? Oltretutto con una classifica così stretta anche 2 km in più o in meno potrebbero incidere sulle posizioni finali.
Cmq il mio podio finale è Hesjedal, De Gendt, Rodriguez. Poi Scarponi e Basso che non dovrebbe farsi scavalcare da Cunego o Uran.

Thiago Motta 89: Proprio grande serietà come la Rai. Per quanto mi riguarda può falsare la classifica finale e se magari qualcuno perde il giro o una posizione per pochi secondi come la mettiamo? Mi riferisco soprattutto a De Gendt.

Howling Wolf14: Beh, è una grossa pagliacciata. Come nel 2011. Quando sapevano che non si poteva fare la discesa del Crostis, però si sono ostinati a proporlo salvo poi toglierlo alla vigilia. E’ una pagliacciata, una vergogna.

Pedale Pazzo: Che beffa per Cavendish..era rimasto al Giro per vincere la tappa di Falzes e per la premiazione a Milano della maglia rossa. Conoscendo il suo carattare sarà incacchiato nero. E Dopo il “caso Guardini” (e un pò anche quello Ferrari) non credo che tornerà tanto volentieri al Giro, anche se ovviamente la verità non la sapremo mai!

DOPO LA TAPPA

Gibosimoni: E’ ufficiale il podio non italiano..
Maglia Rosa Hejedal, Rossa Rodriguez, Azzurra Rabottini..

Salitepuntocià: Sorvoliamo sull’ennesimo accorciamento della crono. E’bastato un normale heisedal a battere il miglior rodiguez a crono, ha perso solo 47″ e mantenuto il scondo posto, perlomeno magra consolazione, ha cmq la maglia rossa, Cavendish non ha scuse, non è colpa dell’oganizzazione se ha fatto meno punti di Rodriguez che ha puntato alla rosa, quindi distratto , se no Cavendish manco arrivava terzo. Ha deluso de gendt, forse stanco, e anche cunego a non battere basso. cmq giro molto scarso, anche se cmq i corridori però si son impegnati e han fatto quel che era nelle loro possibilita’, cioè da una rapa si è tirato fuori tutta la rapa, che non è poco. poi organizzazione e rai voto scarsissimo
C’è da dire che ha cercato di copiare il tour, di fare minimi distacchi e ci son in parte riusciti, ma è il modo in cui ci son arrivati che è stato scarso, cadute evitabili, e siti inetrnet lenti e disinformati

Profpivo: Scusa eh, ma quando mai Cunego è andato più forte di basso a cronometro?

MirkoBL: Oddio… Cavendish ha perso almeno 30 punti perché è stato steso due volte in volata.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Simply The Best (Tina Turner)


a cura di DJ Jorgens

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

La perla finale

Dino Zandegù, ripetendolo più e più volte nelle scorse giornate: “Ivan Basso vincerà per sfinimento degli altri”

1 Ryder Hesjedal
2 Joaquim Rodriguez Oliver a 16″
3 Thomas De Gendt a 1′39″
4 Michele Scarponi a 2′05″
5 Ivan Basso a 3′44″

IL GIRO DEL PRIMO STELVIO

Ecco come il quotidiano l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del 1953, prima edizione della corsa rosa a presentare l’ascesa allo Stelvio (quest’anno meta dell’ultima tappa di montagna) e ultima conquistata da Fausto Coppi. Altimetrie, planimetrie e tabelle di marcia dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

AL VIGORELLI APOTEOSI DI FAUSTO COPPI SUPERBO VINCITORE DEL “GIRO D’ITALIA”
Per la quinta volta vittoria del “Campionissimo” nella grande corsa a tappe italiana
Nell’ultima tappa successo allo sprint di Fiorenzo Magni – A Koblet la maglia verde e a Conterno quella bianca – Alla Ganna il primato a squadre

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ARCHIVIO ALMANACCO
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1a tappa Herning (raduno di partenza)

1a tappa Herning (cronometro)

2a tappa Herning (linea)

3a tappa Horsens

4a tappa Verona (cronosquadre)

5a tappa Modena – Fano

6a tappa Urbino – Porto Sant’Elpidio

7a tappa Recanati – Rocca di Cambio

8a tappa Sulmona – Lago Laceno

9a tappa San Giorgio del Sannio – Frosinone

10a tappa Civitavecchia – Assisi

11a tappa Assisi – Montecatini Terme

12a tappa Seravezza – Sestri Levante

13a tappa Savona – Cervere

14a tappa Cherasco – Cervinia

15a tappa Busto Arsizio – Lecco / Pian dei Resinelli

16a tappa Limone sul Garda – Falzes

17a tappa Falzes – Cortina d’Ampezzo

18a tappa San Vito di Cadore – Vedelago

19a tappa Treviso – Alpe di Pampeago

20a tappa Caldes – Passo dello Stelvio

WHAT A RYDER!

maggio 27, 2012 by Redazione  
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Infliggendo 47’’ secondi a Joaquim Rodriguez nella cronometro conclusiva di Milano, Ryder Hesjedal riconquista definitivamente la maglia rosa, divenendo il primo canadese ad imporsi in una grande corsa a tappe. Salgono sul podio al suo fianco Joaquim Rodriguez, staccato di 16’’, e Thomas De Gendt, che scavalca Michele Scarponi per la terza piazza. L’ultima tappa va a Marco Pinotti, davanti a Geraint Thomas e Jesse Sergent.

Foto copertina: Ryder Hesjedal stringe il trofeo riservato al vincitore del Giro 2012 (foto Bettini)

Era atteso al varco sulle prime grandi montagne. Dopo aver addirittura staccato tutti a Cervinia e ritrovato per un giorno la maglia rosa già indossata a Rocca di Cambio e svestita ad Assisi, la prova del nove era diventata la cavalcata alpina di Cortina. “Vedremo se reggerà sulle pendenze estreme”, si diceva dopo che la sua sagoma vagamente goffa e sempre un po’ scomposta era rimasta incollata a quelle dei ben più attesi avversari sulle rampe del Giau. Dopo aver messo in croce gli scalatori sulle rampe dell’Alpe di Pampeago, si erano gettati dubbi sulla sua capacità di reggere due tapponi consecutivi. Dubbi ancora una volta fugati con una prestazione maiuscola, cedendo appena una manciata di secondi sui tornanti della Cima Coppi. Alla fine, contro tutti i pronostici che fino a ieri lo volevano perennemente sull’orlo della crisi, Ryder Hesjedal ha conquistato il suo Giro d’Italia. Un Giro senz’altro dal lotto partenti tutt’altro che stellare, un Giro spesso poco spettacolare; un Giro, però, che il canadese si è meritato fino in fondo, contenendo i danni dove sapeva di doversi difendere, facendo valere la maggiore attitudine alle cronometro, approfittando del poco credito di cui godeva per rosicchiare qua e là – pensiamo in particolare a Cervinia – pugni di secondi risultati alla fine decisivi.
È stata a conti fatti indolore, in effeti, la riduzione del chilometraggio della cronometro milanese, passata a poche ore dal via, per presunti motivi di viabilità, da 31 km a 28, nemmeno si trattasse di una biciclettata benefica. Hesjedal si è fatto bastare la distanza a disposizione per colmare i 31’’ che lo separavano sulla rampa di partenza da Joaquim Rodriguez, scavalcandolo nella graduatoria virtuale già poco dopo il primo intermedio. Uno sforzo – quello prodotto nella prima parte, probabilmente per evitare che Purito potesse prendere morale – pagato in parte nella seconda metà di gara, quando il divario tra i due si è stabilizzato intorno ai 45’’, comunque più che sufficienti per portare la maglia rosa oltre oceano.
JRo, i cui sogni rosa si sono spenti ben prima di tagliare il traguardo di Piazza Duomo, si è complessivamente difeso meglio del previsto, lasciando 1’56’’ a Marco Pinotti, dominatore di giornata (39’’ rifilati a Thomas, secondo), e soprattutto 47’’ a Hesjedal. Una prestazione non sufficiente a salvare la rosa, ma buona per tenere a distanza Thomas De Gendt, MVP dell’ultimo week-end di corsa, capace di completare senza particolari patemi l’operazione sorpasso ai danni di Michele Scarponi, nell’aria già dall’arrivo dello Stelvio. Il marchigiano è rimasto giù dal podio per 26’’, con Basso, Cunego, Uran, Pozzovivo, Henao e Nieve a completare, nell’ordine, la top 10.
Sono trascorsi diciassette anni da quando Rominger, Berzin e Ugrumov estromettevano i corridori di casa dal podio del Giro 1995; per la prima volta da allora, la Corsa Rosa ha ritrovato una top 3 finale completamente straniera. Un podio senz’altro sorprendente e che molti considereranno modesto, ma che premia corridori che hanno almeno tatticamente portato a scuola i ben più blasonati atleti di casa. Ad eccezione di Cunego, tanto coraggioso quanto a corto di energie nei frangenti decisivi, giustamente premiato da un 6° posto che va al di là della condizione messa in mostra, nessuno ha mai provato a deviare dal copione dello scattino ai -3 dal’arrivo, sperando che gli Hesjedal e i Rodriguez saltassero per aria da soli; nessuno ha fatto un uso della squadra diverso da quello di schierarla compatta in testa per decine di chilometri, da padrone riconosciuto della corsa, salvo poi dimostrare di andare esattamente come gli altri; nessuno ha avuto il coraggio di rischiare di ritrovarsi con niente per provare a prendersi tutto.
Hesjedal, Rodriguez e De Gendt non si erano mai dimostrati fenomeni, e probabilmente non lo sono. Hanno però avuto l’immenso merito di saper cogliere il loro attimo e – cosa ancor più importante e lodevole – di andarselo a cercare dove le pieghe della corsa potevano offrirlo. Quell’attimo che altri – tanto per non fare i nomi di Basso e Scarponi, i primi che vengono alla mente – hanno sperato si materializzasse magicamente da solo.

Matteo Novarini

26-05-2012

maggio 27, 2012 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA
Il belga Thomas De Gendt (Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team) si è imposto nella ventesima tappa, Caldes/Val di Sole – Passo dello Stelvio, percorrendo 219 Km in 6h54”41″, alla media di 31,686 Km/h. Ha preceduto di 56″ l’italiano Damiano Cunego (Lampre – ISD) e di 2′50″ lo spagnolo Nieve Ituralde. Lo spagnolo Joaquim Rodriguez Oliver (Katusha Team) ha conservato la maglia rosa, con 31″ suL canadese Hesjedal e 1′51″ sull’italiano Michele Scarponi (Lampre – ISD).

TOUR OF BELGIUM
Il tedesco Tony Martin (Omega Pharma-Quickstep) si è imposto nella quarta tappa, cronometro Turnhout – Arendonk, percorrendo 20,5 Km in 24′04″, alla media di 51,108 Km/h. Ha preceduto di 46″ e 52″ gli olandesi Westra e Terpstra. Miglior italiano Francesco Reda (Acqua & Sapone), 11° a 1′27″. Martin è il nuovo leader della classifica, con 46″ su Westra e 52″ su Terpstra. Miglior italiano Reda, 11° a 1′27″.

BAYERN RUNDFAHRT
L’australiano Michael Rogers (Sky Procycling) si è imposto nella quarta tappa, circuito a cronometro di Feuchtwangen, percorrendo 26,4 Km in 31′15″, alla media di 50,688 Km/h. Ha preceduto di 4″ il connazionale Porte e di 16″ il francese Coppel. Miglior italiano Manuele Mori (Lampre – ISD), 63° a 2′47″. Rogers ha conservato la testa della classifica, con 25″ su Coppel e 30″ sul russo Gusev. Miglior italiano Mori, 47° a 3′23″.

TOUR OF JAPAN
Il cinese Kam-Po Wong si è imposto nella quinta tappa, circuito di Izu, percorrendo 146,4 Km in 4h32′10″, alla media di 32,274 Km/h. Ha preceduto di 2″ e 4″ i connazionali Jiao e Xu. Due italiani in gara: Fortunato Baliani (Team Nippo) è 6° a 1′07″, Marino Palandri (Amore & Vita), 19° a 1′42″ Baliani ha conservato la testa della classifica, con 22″ sul colombiano Arredondo Moreno e 3′23″ sul polacco Dabrowski. Palandri 14° a 12′58″.

AN POST RÁS (Irlanda)
Il danese Lasse Norman Hansen (Blue Water Cycling) si è imposto nella settima tappa, Donegal – Cootehill, percorrendo 161,4 Km in 4h13’21″, alla media di 38,224 Km/h. Ha preceduto di 7″ il tedesco Exner e di 12″ l’irlandese Bennett. Il francese Nicolas Baldo (Atlas Personal – Jakroo) ha conservato la testa della classifica, con 13″ sul connazionale Rostollan e 17″ sul ceco Hunal.

GIRO DELLE PESCHE NETTARINE (dilettanti)
L’italiano Davide Villella (Team Colpack) si è imposto nella terza tappa, Faenza – Punta Marina Terme, percorrendo 146 Km in 3h26′21″, alla media di 42,452 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’australiano Sheppard e di 4″ l’italiano Mirko Trosino (Team Hopplà Wega Truck Italia Valdarno). L’italiano Niccolò Bonifazio (Viris Maserati) ha conservato la testa della classifica, con 13″ sull’ucraino Zmorka e 15″ sull’italiano Simone Baldissera (Team Brilla Bike).

TOUR OF TRAKYA (Turchia)
Il turco Ali Riza Tanriverdi si è imposto nella terza tappa, Lüleburgaz – Edirne, percorrendo 116 Km in 2h42′36″, alla media di 42,804 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’ucraino Yuri Metlushenko (Konya Torku Seker Spor) e il rumeno Grosu. Metlushenko conserva la testa della corsa con 10″ su Grosu e 12″ su Tanriverdi.

CAMPIONATI NAZIONALI USA
David Zabriskie (Garmin-Barracuda) si è imposto nella prova a cronometro, circuito di Greenville, percorrendo 33,3 Km in 40′41″, alla media di 49,111 Km/h. Ha preceduto di 6″ Van Garderen e di 27″ Bookwalter.

GP DE PLUMELEC – MORBIHAN
Il francese Julien Simon (Saur – Sojasun) si è imposto nella corsa francese, circuito di Plumelec, percorrendo 181 Km in 4h28′48″, alla media di 40,401 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Dumoulin e lo spagnolo Mejías Leal. Unico italiano Marcello Pavarin (Vacansoleil Pro Cycling Team), 25° a 13″.

SEB TARTU GRAND PRIX
L’estone Rene Mandri (Endura Racing) si è imposto nella corsa estone, circuito di Tartu, percorrendo 187 Km in 4h17′44″, alla media di 43,533 Km/h. Ha preceduto di 2″ lo sloveno Furdi e di 14″ il tedesco Voss. Unico italiano Marcello Pavarin (Vacansoleil Pro Cycling Team), 25° a 13″.

TOUR DE GIRONDE
L’olandese Nicky Van Der Lijke (Rabobank Continental Team) si è imposto nella prima tappa, Targues-St-Hilaire – Cenon, percorrendo 159,8 Km in 4h00′29″, alla media di 39,869 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Olivier e di 15″ il francese Fraissignes, distanziati di 7″ e 21″ nella prima classifica generale.

MILANO CASTELLO – MILANO DUOMO. E’ ANCORA “MORTIROLO”

maggio 27, 2012 by Redazione  
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È la salita più dura di tutte per gli scalatori. Stiamo parlando della crono di 30 Km spaccati che porrà i sigilli all’edizione numero 95 del Giro d’Italia. Per chi di loro vestirà la rosa questa sarà una giornata da trascorrere a denti stretti per difendere il vantaggio accumulato sulle montagne. Sempre che queste siano risultate pesantemente decisive e si lotti solo per un comunque prestigioso podio.

No, non abbiamo le traveggole e non siamo nemmeno in preda ad una sbornia acuta di salite dopo i due tapponi sorbiti nelle ultime ventiquattrore. Anche oggi ci sarà da superare il quotidiano “Mortirolo”, destinatari gli scalatori che, dopo due giornate nelle quali avranno potuto fregarsi ben bene le mani, dovranno ora fare i conti con la loro salita più dura, la cronometro di Milano. Non una tappa contro il tempo qualsiasi, si badi bene, ma una delle peggiori che si potesse servire alla categoria dei grimpeur, con quel percorso tutto piatto e tutto o quasi dritto, nel quale i passisti avranno la possibilità di lanciarsi a tutta e infliggere distacchi pesantissimi agli avversari meno quotati. Questi ultimi dovranno sperare di esser riusciti a scavare ampi margini di sicurezza nelle giornate precedenti, utili allo scalatore maglia rosa di turno – perché al 90% sarà uno di loro a vestirla – per affrontare questa tappa senza troppi patemi. I capovolgimenti di fronte sono rari nelle crono dell’ultimo dì, ma non si sa mai e, anche se il primo posto fosse oramai “congelato”, sicuramente ci si batterà fino all’ultima scintilla d’energia per un piazzamento nella top ten o per i gradini inferiori del podio. È proprio quel che avvenne dodici mesi fa nella tappa meneghina, che vide alle spalle di Contador la lotta tutta italiana tra Scarponi e Nibali, vinta dal secondo per l’inezia di 10”, insufficienti per superare il marchigiano che poi, in seguito alla squalifica di Contador, sarà ufficialmente proclamato vincitore del Giro 2011.
Quella tappa scattò dalla nuova fiera di Pero, mentre stavolta la rampa di lancio sarà collocata nel cuore della metropoli lombarda, in quella Piazza Castello sulla quale svetta la Torre del Filarete, innalzata nel 1905 da Luca Beltrami in sostituzione dell’originale quattrocentesca, opera dell’architetto fiorentino Antonio di Pietro Averlino (detto il “Filarete”) andata distrutta nel 1522 in seguito ad un’esplosione. Costeggiando il Castello Sforzesco, si andrà poi a sfiorare il Parco Sempione, polmone verde realizzato alla fine del XIX secolo sul luogo dove si trovava la vasta e sterrata piazza d’armi adiacente al castello. A circa 1000 metri dal via si affronterà la strada più insolita di Milano, un tornante in discesa (in realtà sono due gemelli, uno di fronte all’altro) che, uscendo dal sovrappassaggio della linea delle Nord, lancerà i corridori nel quartiere Magenta, realizzato nel ‘800 e tra i prediletti dall’alta borghesia milanese, situato quasi a ridosso della basilica di Santa Maria delle Grazie e dell’adiacente monastero, nel cui refettorio è conservato il celeberrimo “Cenacolo” di Leonardo Da Vinci.
Giunti in Piazza Conciliazione il percorso s’innesterà per poche centinaia di metri sul tracciato della crono dell’anno scorso, lasciandolo poco più avanti, dopo aver sfiorato le strutture del carcere di San Vittore, così chiamato perché situato sul terreno dove un tempo sorgeva il convento cappuccino di San Vittore agli Olmi. Lambito il Parco Don Giussani (nuova denominazione, dal 2006, del Parco Solari), inizieranno i tratti veloci di questa frazione che inizialmente condurranno i “girini” verso la vecchia Fiera Campionaria, area destinata a essere riqualificata dal progetto CityLife, i cui lavori sono iniziati nel 2007 e si concluderanno nel 2015, quando Milano accoglierà l’Expo. Costeggiandola sulla destra si transiterà a fianco del glorioso Vigorelli, passaggio particolarmente carico di significati sportivi e non solo, perché quest’anno ricorre il 70° anniversario del record dell’ora di Fausto Coppi, conquistato dal “campionissimo” sulla pista meneghina in un periodo particolarmente difficile per Milano e l’Italia intera. Era il periodo dei bombardamenti che, tra l’altro, pochi mesi dopo l’impresa di Coppi distrussero il velodromo, poi ricostruito e inaugurato nel 1946, a guerra conclusa.
A questo punto inizierà un tratto a doppio senso di marcia poiché i successivi 9 Km si snoderanno quasi costantemente sulle medesime strade, suddivise in due corse da una fila di birilli, consentendo a chi andrà a vedere il Giro in “presa diretta” in quelle zone di assistere a oltre 300 passaggi. È qui che gli scalatori si troveranno dinanzi quello che, per loro, sarà forse il momento più ostico, un rettifilo quasi perfetto di 2,8 Km (ovviamente, da affrontare due volte) che principierà in Via Scarampo costeggiando il QT8, quartiere progettato nel secondo dopoguerra in previsione dell’ottava Triennale di Milano, esposizione dedicata al tema dell’abitazione e svoltasi nel 1947. Da queste parti, pure lambito dal tracciato di gara, c’è anche il Monte Stella, modesta altura venutasi a formare in seguito all’accumulo delle macerie della guerra e che oggi consente, nelle giornate più limpide, di abbracciare con lo sguardo la catena alpina e anche l’Appennino Emiliano. Attraversando il Gallaratese, altro popolato e vasto quartiere milanese, il percorso raggiungerà il suo primo giro di boa, la rotatoria dove si farà una svolta a U per andare a ripercorrere la strada solcata pocanzi, nel quartiere di Musocco, antico comune aggregato a Milano nel 1923 dove si trova il più grande cimitero della metropoli lombarda, il Maggiore appunto. Proprio da queste parti, sullo stesso viale che ora staranno percorrendo uno per volta i “girini”, all’altezza della Trattoria Isolino alle 15.25 del 30 maggio 1909 si concluse l’ultima tappa del primo Giro della storia, vinta dal romano Dario Beni, colui che aveva “battezzato” la corsa rosa imponendosi anche nella frazione d’apertura a Bologna.
Tornati in area fiera, il percorso andrà poi a confluire su Corso Sempione, viale progettato in età napoleonica come tratto iniziale della “strada del Sempione”, voluta dallo stesso imperatore, e ispirato ai Champs-Elysées. Il risultato non è stato lo stesso, l’avenue parigina “asfalta” decisamente il corso milanese per prestigio e stile, anche se il Giro ha contribuito a rafforzarne la similitudine facendone oggetto del circuito dell’ultima tappa, proposto dal 1990 al 2002, inizialmente con traguardo in Piazzale del Cannone e poi sul corso stesso, all’altezza dell’incrocio della fiera. Un progetto dell’architetto portoghese Alvaro Siza, proposto per l’Expo del 2015, mira a pedonalizzare gran parte dell’arteria, trasformandola in un giardino.
Con la prospettiva dell’Arco della Pace sullo sfondo, altra opera eretta su sprone di Napoleone anche se sarà completata dopo la caduta dell’imperatore francese, si punterà nuovamente verso il Parco Sempione, per la precisione verso la porzione nella quale campeggia l’Arena Civica, il primo stadio di Milano, progettato da Luigi Cagnola, inaugurato il 18 agosto 1807 e utilizzato come tale fino alla partita Inter – Lione (7-0) della Coppa delle Fiere, disputata il 10 dicembre 1958. Di lì a breve, dopo aver imboccato un breve tratto di Via della Moscova (con i suoi 1,3 Km è la più lunga del centro storico di Milano), i corridori sfileranno sotto le finestre del Palazzo del Corriere della Sera, progettato all’inizio del secolo scorso dal Beltrami (lo stesso autore della “nuova” torre del Filarete) con cognizione di causa essendo stato non solo architetto ma anche giornalista e avendo amministrato proprio il “Corsera” dal maggio al novembre del 1896, con l’incarico di “direttore politico”. Negli anni ’60 lo stabile fu ampliato sul retro con l’ala che all’epoca ospitava le rotative e oggi è divenuta la sede della “Gazzetta dello Sport”, assorbita dal gruppo Rizzoli-Corriere della Sera (oggi RCS MediaGroup) nel 1976. Il destino ha così voluto riuniti sotto lo stesso tetto il quotidiano che per primo accarezzò l’idea di organizzare il Giro (il Corriere) e quello che, in seguito ad una soffiata, gli ruberà l’iniziativa nella calda estate del 1908, bruciandolo sui tempi mediante un annuncio ufficiale a sorpresa sulle pagine della “rosea”. Usciti da un tratto particolarmente spigoloso (piuttosto stretta, in particolare, la curva che immetterà sulla lastricata Via Solferino, la strada del Corriere), si tornerà a sfilare per ampi e filanti e viali a partire dai Bastioni di Porta Nuova, seguendo quello che era il periplo della cinta muraria, oggi in gran parte scomparsa. Giunti nella moderna Piazza della Repubblica, la più vasta di Milano, all’ombra della Torre Breda (117 metri), quinto grattacielo per altezza del capoluogo lombardo, inizierà il secondo dei tre tratti da percorrere due volte, poco meno di due chilometri per arrivare in Piazza Duca d’Aosta, compiere il giro di boa davanti alla Stazione Centrale (forse unico esemplare di edificio eretto in uno stile che è stato definito “assiro-fascista”, opera di Ulisse Stacchini) e far quindi ritorno al punto di partenza, dal quale si riprenderà a sfilare lungo l’asse stradale che orbita attorno al centro di Milano.
Giunti all’insolita Porta Venezia (abolito l’arco, fu ripensata in epoca neoclassica sotto la forma di due caselli daziari posti ai lati della strada), inizierà l’ultimo tratto “doppio”, con andata verso Porta Vittoria, svolta per imboccare l’altra carreggiata di Viale Banca Maria e poi ritorno ai “caselli” in capo a 2,5 Km. Da qui inizieranno gli ultimi 2 Km del Giro 2012, ricalcando grosso modo quello che fu il finale della crono vinta dallo scozzese David Millar dodici mesi fa. Seguendo in senso opposto il viale che ha accolto l’approdo del Giro tra il 2004 e il 2007 si giungerà in Piazza San Babila, sulla quale prospetta l’omonima chiesa, eretta tra il IV e il IX secolo sul luogo dove si trovava un precedente edificio chiamato “Concilio dei Santi” perché vi furono sepolti i primi cristiani di Milano e che aveva, a sua volta, occupato il posto di un tempio pagano dedicato al sole. Successivamente si giungerà all’informe slargo conosciuto come il “Verziere” perché un tempo ospitava il principale mercato ortofrutticolo della città, che era stato qui traslocato prima da Piazza Duomo e poi dall’adiacente Piazza Fontana, tragicamente famosa per l’attentato che vi fu perpetrato il 12 dicembre 1969. Fin qui scorrevole, il finale si farà spigoloso nei cinquecento metri conclusivi, frammentati da quattro brevi rettilinei lastricati collegati da curve ad angolo retto: la “via stretta” che conduce al paradiso di Piazza Duomo, luogo di gloria per il vincitore del 95° Giro d’Italia.

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: Corso Sempione (geolocation.ws)

Castello Sforzesco, Torre del Filarete (tripadvisor.com)

Castello Sforzesco, Torre del Filarete (tripadvisor.com)

Parco Sempione con il castello sullo sfondo (blog.best-bookings.com)

Parco Sempione con il castello sullo sfondo (blog.best-bookings.com)

Basilica di Santa Maria delle Grazie (milano.repubblica.it)

Basilica di Santa Maria delle Grazie (milano.repubblica.it)

Velodromo Vigorelli (panoramio)

Velodromo Vigorelli (panoramio)

Monte Stella (flickr)

Monte Stella (flickr)

Arco della Pace (www.aviewoncities.com)

Arco della Pace (www.aviewoncities.com)

Arena Civica (panoramio)

Arena Civica (panoramio)

Palazzo del Corriere della Sera (panoramio)

Palazzo del Corriere della Sera (panoramio)

Stazione Centrale (www.cronacamilano.it)

Stazione Centrale (www.cronacamilano.it)

I caselli di Porta Venezia (www.bed-breakfast-milano.net)

I caselli di Porta Venezia (www.bed-breakfast-milano.net)

Chiesa di San Babila (www.italy-tourism.info)

Chiesa di San Babila (www.italy-tourism.info)

Duomo (www.valentinamarulli.it)

Duomo (www.valentinamarulli.it)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI PASSO DELLO STELVIO

maggio 27, 2012 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1953. Seguiteci.

Foto copertina: Fausto Coppi in azione sullo Stelvio, Giro del 1953 (sykkelblogg.no)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

De Gendt fa il pirata sullo Stelvio. Rodriguez rosa, si decide domani (Gazzetta dello Sport)

De Gendt vince sullo Stelvio. Rodriguez ancora in rosa (Corriere dello Sport – Stadio)

Canada

Hesjedal in striking distance heading into final stage (The Globe and Mail)

Canadian Ryder Hesjedal in striking distance at Giro d’Italia (The Sun)

Lituania
R. Navardauskas „Giro d’Italia“ dviratininkų lenktynių 20-ąjį etapą baigė 91-as(Lietuvos Rytas)

Danimarca

Storslået drama på Giroens sidste bjergetape (Jyllands-Posten)

Kæmpe drama i Giroen (Sporten.dk)

Storslået drama på Giroens sidste bjergetape (Politiken)

Regno Unito

Cavendish loses out as De Gendt takes epic win (The Daily Telegraph)

Francia

De Gendt leur a fait peur (L’Equipe)

Spagna

Purito arranca 14 segundos a Hesjedal en su ataque final(AS)

Purito coge aire para la última etapa (Marca)

De Gendt se exhibe, Purito resiste (El Mundo Deportivo)

Costa Rica

Andrey Amador concluyó a 11 minutos del líder en el Giro (La Nación)

Colombia

Thomas De Gendt ganó la etapa 20 del Giro (El Espectador)

Rigoberto Urán terminó de octavo en la etapa 20 del Giro de Italia (El Tiempo)

Belgio

Thomas De Gendt remporte en solitaire l’étape reine du Giro (Le Soir)

Beresterke Thomas De Gendt wint op de Stelvio (De Standaard)

Thomas De Gendt gagne la vingtième étape du giro et peut songer au podium (L’Avenir)

Thomas De Gendt triomphe au sommet du mythique Stelvio (La Dernière Heure/Les Sports)

Thomas De Gendt, vainqueur sur le Giro: “Génial de gagner dans “mes” montagnes”(Sudinfo.be)

Beresterke Thomas De Gendt verrast favorieten in koninginnenrit Giro (Het Nieuwsblad)

Lussemburgo

Hesjedal trotz Sekundenverlust zuversichtlich (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Hesjedal verpasst VorentscheidungHesjedal verpasst Vorentscheidung (Tageblatt)

Paesi Bassi

Giro-sensatie Vacansoleil (De Telegraaf)

Repubblica Ceca

Ve 20. etapě Gira byl po úniku nejrychlejší De Gendt Lidové noviny

USA

De Gendt Takes Spectacular Solo Win in Giro (The New York Times)

De Gendt wins penultimate Giro stage; Rodriguez retains lead (Usa Today)

Australia

Bobridge happy up back (The Age)

UNO SGUARDO GIOVANE SUL GIRO
Quest’anno abbiamo affidato l’incarico di commentare le tappe di montagna non ad un campione del passato, bensì ad uno del futuro, il promettente Daniele Dall’Oste, scalatore affiliato alla UC Trevigiani Dynamon Bottoli e che, tra i successi conseguiti nella categoria U23, vanta il Trofeo Monte Bondone nel 2010 e il Giro del Belvedere in questa stagione.

Oggi ho ammirato Rodriguez che ha provato sin dal Mortirolo ad attaccare Hejsedal, Di sicuro era anche l’unico ad avere un pó di gamba per farlo perché comunque sullo Stelvio Basso, Pozzovivo e Uran hanno dimostato di non avere tante energie. Scarponi ha provato ad attaccare ma purtroppo sul traguardo ha guadagnato solo 2″ su Hejsedal.
Una grande dimostrazione di talento e di grinta l’ha data De Gendt che nell’ultimo km del Mortirolo ha staccato di forza Hejsedal ed è riuscito ad arrivare facendo una grande fuga; tra l’altro ha guadagnato molti minuti e guardando la crono di domani potrebbe anche salire sul podio della classifica finale.
Il mio favorito per la vittoria del giro è Hejsedal perché in crono è nettamente favorito rispetto a Rodriguez e Scarponi… peró mai dire mai. In questi 2 giorni i corridori sono arrivati stremati quindi bisogna anche vedere quante energie hanno da spendere!
Guardando la crono di domani mi piacerebbe vedere Malori sul podio insieme a Boaro perché sono molto forti a crono e penso abbiano le carte in regola per entrare nei primi 3.

Daniele Dall’Oste

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

PRIMA DELLA TAPPA

Mauro Facoltosi: Cosa succederà oggi?

Hotdogbr: allora, prima di Tovo non succederà granchè ma bisognerà vedere se nella fuga iniziale ci saranno compagni degli uomini di classifica visto che a differenza di Cortina e Pampeago la squadra sarà fondamentale nel tratto che dalla vetta del Mortirolo porta a Bormio, tra l’altro il Mortirolo è di durezza tale che anche ottimi corridori come per esempio Damiano Caruso o non sono in grado di stare con Basso a meno di non affrontarlo a ritmo blando: tra i primi quattro in classifica quello più a rischio di saltare è Rodriguez e visto che se così non fosse solo uno tra Scarponi e Basso finirà sul podio questo vuol dire che sia il marchigiano che il varesino dovranno provare qualcosa, mentre Hesjedal sembra inattaccabile e sullo Stelvio potrebbe nuovamente fare la differenza

DURANTE LA TAPPA

Salitepuntocià: il gruppo dei migliori ha passeggiato, solo 2 scattini di rodriguez e finita li’… mediocrita’, poco coraggio ma anche percorso errato come io e pochi altri avevamo gia scritto alla persentazione, l’unica tappa dura era pampeago e un po’ cortina, ma questa è mal disegnata e lo dissi subito. Era meno peggio un arrivo a Bormio piuttosto, cosi invece han avuto paura di attaccare sul Mortirolo, che giro di serie b quest’anno, tipo il 2001 e senza nemmeno un simoni a fare qualcosa. son mancate le imprese quest’anno, indipendentemente dal livello degli avversari, almeno simoni, che mi è antipatico, la fece sul mottarone nel 2001… quest’anno il giretto degli scattini

trautman80: Bello il nuovo Mortirolo. Strada strettissima, hanno fatto salire le ammiraglie anche sul cementato, in un punto si è piantata l’ammiraglia Lampre e poi per fortuna è ripartita a spinta, altrimenti tutta la coda di auto sarebbe rimasta bloccata. Oltre alla leggerezza degli organizzatori, questo anno si è sentita la mancanza di certi personaggi che l’anno scorso hanno fatto ricognizioni,polemiche per mesi fino a chiamare l’uci. Quest’anno tutti tranquilli, si puo’ fare tutto, io le immagini non le avevo viste della nuova salita. Rimane il fatto che il concetto di “sicurezza sportiva” è un po’ a chiamata: se nessuno dice niente allora va bene si risolve tutto. Bravi anche quelli della Rai che hanno messo tre minuti di pubblicita’ su raisport2 proprio nell’ultimo km del cementato del Mortirolo, con 4-5 ore di trasmissione non potevano trovare un altro momento.

gibosimoni: trautman, purtroppo è vero ciò che dici, ma se avessero messo la pubblicità in un punto morto della tappa mi sa che pochi l’avrebbero seguita con la stessa attenzione..

DOPO LA TAPPA

Salitepuntocià: Fra i primi gli scattini ancora… piccola impresa di De Gendt, era grande impresa fino a 3km dall’arrivo, era maglia rosa virtuale, poi è crollato ha perso ben 2′ !!!!!!! Era l’unico modo di imprensiere heisedal partendo da lontano, l’han lasciato andare, e solo il suo crollo nel finale gli ha impedito la magliarosaHeisedal è sufficente faccia una crono normale . Dura per De gendt dare 1′48″ a Heisedal in appena 30km ,son 3″e mezzo a KM! Discreto Cunego, puo entrare nei primi 5 se supera basso domani

Profpivo: Sinceramente speravo che De Gendt arrivasse con più distacco: bellissima azione che ha premiato il coraggio di osare, ben orchestata dalla squadra. Non credo che ora domani riuscirà a dare quasi 2 minuti a Hesjedal, che si è salvato con grande intelligenza e penso che domani riuscirà a portare a casa il Giro. Non capisco le polemiche che stanno facendo sul fatto che Cunego non abbia aspettato Scarponi. Che senso avrebbe avuto farlo fermare a due chilometri dalla fine? Che aiuto avrebbe dato a uno Scarponi che aveva non più di 10” di vantaggio su Rodriguez e Hesjedal? Ormai non cambiava nulla per la classifica generale, meglio per la Lampre fare il secondo posto di tappa e portare Cunego più avanti in classifica.

Howling Wolf14: Ha ragione Troutman. Ho avuto la stessa sensazione, ho dato lo stesso giudizio durante la cronaca. E sono fermamente convinto che l’inserimento di quegli spot pubblicitari proprio mentre il gruppo dei migliori affrontava il tratto cementato non sia frutto di una precisa volontà, ma soltanto di estrema incompetenza. Oppure, nel migliore di casi, di una svista.

Pedale Pazzo: Tappa perfettamente in linea con tutte le altre. Grande numero di De Gendt, peccato che Hejsedal ha trovato 2 compagni di squadra con Stetina che ha tirato in falsopiano e Vandevelde che è riuscito a mantenre un ritmo regolare nei primi 12 km dello Stelvio. Senza questi due gregari, data la collaborazione nulla di Rodriguez (che corre come se la maglia rosa fosse già di Hejsedal…ma lo spagonolo deve stare molto tranquillo, perchè domani questo suo pensiero diventerà realtà) e Scarponi…De Gendt avrebbe potuto guadagnare anche 1 o 2 minuti in più Non sarebbe stato male avere un De Gendt a meno di un minuto domani, dato che a crono va forte. Sarebbe stato il colmo dopo tutte queste migliaia e migliaia di metri di dislivello che a far saltare il banco di questo Giro fosse stata una crono piatta di 30 km… Per la Rai: non è la prima volta che fanno la pubblicità durante l’arrivo dei GPM, infatti in tutto il giro non sono riuscito a prendere i tempi delle salite grazie a questo. Facessero almeno pubblicità capierei vista la crisi, ma loro fanno 3 minuti di sigla che ti dice prima “arrivederci dal Giro” e poi “Benvenuti al Giro”. Siamo a livelli indecenti, LA RAI è SCANDALOSA..soprattutto per quel che riguarda le trasmissioni prima e dopo la tappa, con gente davvero assurda..per fortuna che almeno durante la diretta qualche personaggio competente c’è ancora.

Howling Wolf14 (commentando Profpivo): Hesjedal ha salvato il suo Giro, ha ragione Pivo. Sarei stato contento anch’io se De Gendt avesse guadagnato almeno un minuto di più, perché la sua offensiva è stata veramente ammirevole. Oggi il belga ha fatto uno sforzo immane, sarà dura che domani possa prendere anche un solo minuto al canadese, pur se è un ottimo specialista.
La svampita della De Stefano ha montato questa polemica sul mancato aiuto di Cunego a Scarponi. L’errore inizialmente è stato di Savoldelli (”Non capisco perché non fermino Cunego ad aspettare Scarponi”), ma poi il Falco, al Processo alla tappa, ha ammesso di aver detto una stupidata e ha fatto dietrofront. Motivando anche la sua rilettura: quando Scarponi è stato superato da Rodriguez non è stato in grado di prendergli la ruota; a che cosa sarebbe servito fermare Cunego (oltretutto perdendo il 2° posto di tappa e il 6° in classifica) per tirare Scarponi? Scarponi avrebbe continuato ad andar su alla sua velocità perché non era in grado di aumentarla. Nella migliore delle ipotesi avrebbe guadagnato 3-4″. A che pro? La Lampre, invece, ha colto con Cunego un onorevole 2° posto. Gli imbecilli sono duri a morire. E Saronni ha fatto capire alla De Stefano che a volte sarebbe meglio che stesse zitta.

Howling Wolf14 (sulle sigle RAI): Queste sigle sono odiose. Servono solo per mantenere chi le inventa e chi le canta. Orribili. E inopportune. Vergogna!

Salitepuntocià: Per quotare te Saronni, significa che la De Stefano ha ormai superato il limite. I voti piu bassi vanno a rai e gazza in sto giro. I corridori pur mediocri perlomeno si son impegnati piu e meglio, degli svampiti organizzatori e della tv. Di questo passo, il giro sparira’, la gazza perde sempre piu audinece, prima o poi i soldi mancheranno… E non per colpa dei percorsi…

Pedale Pazzo: La De Stefano era convinta che Cunego ai -1,5 km dovesse girare la bici, scendere e raggiugnere Scarponi. Tra l’altro ditemi voi quanto vantaggio c’è a stare in scia su una salita all’8%. Mah, cosa possiamo pretendere da una che ha passato la prima parte di Giro a fare la corte al piccolo principe Phinney, per poi improvvisare un “uomini e donne” al Processo, cercando una fidanzata a Pozzovivo. Tornando un attimo seri, Pozzovivo un pò mi ha un pò deluso: mi semrba che faccia sempre molta fatica quando ci sono 2 o 3 salite di fila. Gli manca un pò di fondo quando si affrontano dislivelli importanti forse.

Patagonia63: Senza che nessuno si offenda, ho grande rispetto per le fatiche di tutti i corridori, credo che quello che terminerà domani sia uno dei più “grigi” Giri degli ultimi anni. Talmente livellato da annoiare a morte. Le colpe sono anche dell’organizzazione che lo ha disegnato provando a imitare il Tour, ma senza riuscirci…..Speriamo bene per il prossimo anno…
Per quanto riguarda i nostri ho visto poca luce; Basso decisamente fuori condizione (se pure consideriamo il livello non alto degli altri partecipanti)causa gli incidenti di fine inverno, Scarponi ha fatto del suo meglio e se avesse avuto lo squadrone di Ivan forse poteva aspirare a qualcosa di più rispetto al “probabile” quarto posto, Cunego molto meglio delle previsioni, Pozzovivo come sempre non riesce a mantenere una condizione ottimale nelle corse a tappe lunghe; un grande applauso a Caruso, Tiralongo e Brambilla: tutti molto bravi, specie il secondo.

Vittorio P: Bella tappa. Mi è piaciuta. Perché lo Stelvio è sempre lo Stelvio. Vedere passare i corridori tra la neve (Nieve tra la neve!) e a un’andatura infima… vuol dire che sono al limite delle forze. ERGO, non si possono incolpare i corridori se mancano le “grandi differenze”. Sono tutti al massimo, vuol dire che si equivalgono (non che prendono meno doping; magari sì, prendono meno doping, ma meno doping non equivale a livellamento, anzi). Io ricordo (ciclisticamente parlando) l’ultimo km dello STelvio è qualcosa di spettacolare. Non c’è Zoncolan o Mortirolo che tenga. E infatti, i corridori andavano talmente piano che sembrano essere su un muro del fiandre piuttosto che su un 8,5%. Il livellamento dei valori ha prodotto questo tipo di corsa: “controllata” (noiosa è esagerato). L’unica tappa che forse ha deluso è stata proprio Pampeago che, per la difficoltà, forse avrebbe meritato più spettacolo. Ma è anche vero che Pampeago ha “consumato” i fisici e ha contribuito, oggi, ad amplificare le difefrenze. COSA BUONA: alla fine è stato un successo. Trilling finale a cronometro e tre possibili (anzi: 2,5 possibili) vincitori. Se un grande Giro ha la suspance fino all’ultimo, lo scopo è riuscito. E sarei contento se il podio fosse tutto straniero! Ne guadagnerebbe l’internazionalità della corsa rosa. La NOTA DOLENTE (anzi, DOLENTISSIMA) la mancanza dei veri BIG: CONTADOR (squalificato ma comunque non ci sarebbe stato), EVANS, ANDY SCHLECK.
Con questi tre avremmo Purito Rodriguez in testa?
E con questa domanda da 1 milione di dollari chiudo e dico: DOMANI VINCA IL MIGLIORE!

Hotdogbr: -veramente pazzesco il numero di De Gendt ma si era già visto sul Mortirolo che era in condizione strepitosa, va detto che parliamo di un corridore che già prima veniva descritto come un talento eccezionale, e lo abbiamo visto fare grandissime azioni alla Parigi-Nizza in questi anni, ma molto discontinuo, ora viste le sue qualità a cronometro e visto ch non credo abbia speso più degli altri ha addirittura qualche chance di vincere il Giro
-Cunego in questo Giro aveva un ottimo fondo ma gli mancava qualcosa in salita, e si è visto anche sul Mortirolo, a causa della preparazione non specifica per la corsa rosa, che dovesse fermarsi nel finale è ovviamente un’idiozia: lui è andato in fuga con De Gendt immaginando che fosse lui e non il belga a essere la minaccia per Rodriguez ed Hesjedal ma come già detto non è stato Damiano ad andare piano ma De Gendt ad andare ”fortissimissimo” per dirla come ha fatto Scarponi ieri. Ovviamente il marchigiano non poteva neppure mettere a tirare la squadra anche perchè sullo Stelvio non aveva più nessuno ma avrebbe potuto attaccare un po’ prima il non averlo fatto probabilmente gli costerà il podio
-se non ci fossero stati De Gendt e Cunego oggi parleremmo di quella di Nieve come l’impresa più bella del Giro e questo fa capire quanto forte siano andati gli altri due, comunque lo abbiamo visto più volte provarci in questi giorni e merita la top ten che rischiava di sfuggirgli a causa della cronosquadre
-Rodriguez ha corso come doveva se si eccettuano quegli inutili scatti sul Mortirolo e ha più chances di ieri di chiudere in rosa visto che Hesjedal comunque non è un fulmine a cronometro, ma perchè non ha fatto tirare neppure un metro Losada e Moreno?
-Hesjedal invece ha fatto tirare troppo Vandevelde anche quando il compagno non ne aveva ormai più e avrebbe dovuto entrare in azione prima come fece Evans sul Galibier malgrado le pendenze fossero più abbordabili di quelle dello Stelvio, forse aveva paura di un contrattacco di Rodriguez come effettivamente avvenuto nel finale ma sta di fatto che pur rimanendo leggermente favorito ora lo spagnolo è più pericoloso e non deve sottovalutare neppure De Gendt
-finalmente qualche scatto di Gadret autore per il resto di un Giro del tutto anonimo malgrado la condizione fosse comunque discreta
-i due colombiani si confermano fino alla fine ad alti livelli, in prospettiva futura evidentemente è Henao quello che promette di più per i grandi Giri mentre Uran magari potrebbe divenire un dominatore in corse come la Freccia sulla scia di Rodriguez
-Basso l’ho criticato nei giorni scorsi per il modo di correre ma è chiaro che più di questo non potesse fare e i 35 anni si fanno sentire, questo Giro come già quello del 2009 è stato condizionato dalla paura degli avversari che avevano nei suoi confronti dopo i successi rispettivamente del 2006 e del 2010
-una salita di 22 km al termine di una tappa di 218 con dentro il Mortirolo e il resto ha tagliato le gambe a Pozzovivo che comunque non è andato male e ha sempre la perla della vittoria di Lago Laceno, si conferma anche Brambilla che crescerà ancora nei prossimi anni
-scellerata la condotta di corsa di Zaugg autore comunque di un Giro deludentissimo mentre finalmente si rivede a buoni livelli Hermans che è un gran talento ma non si era mai visto nei giorni scorsi
-Cataldo ha perso l’attimo giusto non seguendo Nieve ma sullo Stelvio gli è mancato qualcosina come in tutto il Giro, l’impressione è che più di tanto non possa migliorare nei prossimi anni

Salitepuntocià: Pozzovivo mi ha deluso… è uno da salita unica… doping o non doping, uno come il pirata sarà dura trovarlo, non solo in italia, avere scatto e resistenza insieme era da fuoriclasse, se c’era lui a Pampeago scattava gia sul primo Pampeago… ma anche di un Gotti l’italia avrebbe bisogno in salita, oscurato dalle imperse del pirata, pero’ fece un 5°posto al tour 1995 in piena era indurain e era EPO e quindi con salite spianate, fu un grande risultato, idem la tappa di aprica del 96,piu ancora del giro vinto nel 97. Comunque domani dovrebbe essere una formalita’ per heisedal, cavoli, ma sapete che non sapevo avesse 32 anni? la cosa mi puzza molto, che ha fatto nei 10 scorsi? non solo al tour ma al giro… e ho visto che a crono non è affatto cosi forte. Non è un passistone insomma. becco’ 6′40 da cancellara in 52 km 2 anni fa e 4′30 da martin in km42 l’anno scorso. E’uno scalatore questo qua. Con fisico da passista, non so che dire…

Salite: Risultati Hejsedal: Significativo il suo 6. posto al Tour de France 2010 (davanti ha gente che al Giro 2012 non ha partecipato ) e precede ……proprio Joaquim Rodriguez !!!!!!

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

POST.GIRODITALIA.IT: i punti salienti della tappa a venire

a cura di Matteo Novarini

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Salirò (Daniele Silvestri)

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa a cronometro di Milano
Milano – partenza primo corridore: poco nuvoloso, 22,5°C, venti deboli da ESE (5-8 Km/h), umidità al 56%
Milano – arrivo ultimo corridore: nuvole sparse, 23,5°C, venti deboli da E (3 Km/h), umidità al 55%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Sgarbozza: “Handicap” (come si pronuncia)
Bartoletti: “Una stampa importante” (tappa)
Bartoletti: “Massione riparatrice”
Bartoletti: “Hai tenuto fede alla firma del contratto”
Adorni: “La strategia della Liquigas va al Tour”
Adorni, parlando del prossimo Tour: “Oltreoceano”
Bartoletti: “Allocchio non parte se non ha vicino a te Sgalla Adorni” (vicino a se il comandante Sgalla)
Belli, leggendo i nomi sull’elenco iscritti al Giro: “Ulisse” (Ulissi) “Seldraves” (Seeldraeyers), “Colabrelli” (Colbrelli), “Vaiktutus” (Vaitkus), “Wegelius… a no quello è il direttore sportivo”
Sgarbozza:”Smid” (Szmyd)
Moser: “Era oltre i limiti degli ultimi 2 Km”
Bartoletti: “Belli, tu sei aspirante suicido?”
Scarponi:”Lo Stelvio deciderà chi andrà più forte”
Bartoletti a Belli: “Tu rimarrai così fino a Corso Sempione a Milano” (il Giro termina in Piazza Duomo)
Sgarbozza: “Casetta in Canadà è stata cantana da Milva ed è arrivata terza a Sanremo” (la cantarono Carla Boni, Gino Latilla e il Duo Fasano; in classifica arrivò quarta)
Sgarbozza, alla lavagna: “Hejedel ” (Hesjedal)
Sgarbozza: “Haidel” (pronuncia di Hesjedal)
De Stefano:”La grafica della tappa”
Paolini: “Il Mortirolo inizia da questo tornante” (versante)
De Stefano:”Sono due i versanti che salgono in cima allo Stelvio” (sono tre, c’è anche la strada che sale dalla Svizzera)
Cassani: “Il Teglio”
Pancani: “L’altimetria di questa strada”
Valentina Castellani: “Questa tappa alla fine del mondo” (credi anche tu alle profezie Maya?)
Castellani: “Questa punto di vista”
De Stefano: “Il Giro d’Italia lo raccogliamo” (raccontiamo)
De Luca, salendo a Teglio: “Porca vacca”
Pancani, su Guardini: “Non aveva vinto a Vedelago” (chi era, il suo sosia?)
De Stefano: “Hanno mangiato anche Auro” (chissà che mangiata!!!)
Compagnoni: “Il mountain-bike” (e sì, è il giro dei cambi di sesso, questo)
De Stefano, sulla moglie di Scarponi: “Sta per avere due bambini a Michele”
Castellani (su Scarponi): “Titolo dell’anno scorso di 2011″
Martinello: “Portare un po’ di fantasia a quella che finora non c’è stata”
De Luca: “Giuiria”
Savoldelli: “Per la discesa per la strada che sale”
Pancani: “Piano dei Resinelli” (dove andava sempre Guardini?)
De Stefano: “Il gruppo si sta avvicinando a Tirano con gli occhi meravigliosi di Tina Maze”
De Stefano: “Tina Mazen”
De Stefano: “Non si sarà più da nascondersi”
Lelli: “I numeri parlano chiari” (perchè le parole sono oscure)
De Luca, sugli staccati del Mortirolo: “Si vedranno domani a Milano” (e il resto della tappa non lo fanno?)
De Stefano: “4 km per i fuggitivi ad approcciare il Mortirolo, meno per il gruppo” (ma chi c’era in testa?)
Pancani: “Ci attendevemo”
Savoldelli: “Non tutti i corridori sanno cosa l’aspetta”
Pancani, leggendo una scritta sulla neve: “Scatta Basso sulla neve”
Savoldelli: “Corridore della Selle Italia Serpa Perez ” (Androni Giocattoli)
De Luca: “La macchina giuria”
Pancani: “Il Mortirolo l’avranno studiato sul Mortirolo” (sul Garibaldi)
De Luca: “Sono caduti tutti e due a terra” (je piacerebbe cadere per aria… non fa male)
Pancani: “Auro Buldarelli”
Savoldelli: “Hesedal”
Pancani: “Carrellata della telecamera dall’elicottero” (mi immagino il povero carrellista appeso fuori dal velivolo)
Savoldelli: “L’ultimo montagna del Giro”
De Luca: “Era facile forare una ruota” (si forano i tubolari)
Pancani: “Strada affrontata per non entrare sotto la galleria”
Cassani: “Scarpone”
De Luca: “Tirare le danze”
Pancani: “Prima di questo Stelvio” (NO!! LO STELVIO E’ UNICO!!)
Pancani: “Viene segnalato l’altitudine”
Magrini: “Tra un po’ respiri anche dalle orecchie”
Pancani: “Rittuzzato” (rintuzzati)
Cassani: “Sono alti” (sono in alta quota)
Savoldelli: “Mi folto”
Orlando: “Iesedel”

IL GIRO DEL PRIMO STELVIO

Ecco come il quotidiano l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del 1953, prima edizione della corsa rosa a presentare l’ascesa allo Stelvio (quest’anno meta dell’ultima tappa di montagna) e ultima conquistata da Fausto Coppi. Altimetrie, planimetrie e tabelle di marcia dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

SUL “TETTO” DEL GIRO TRIONFALE CAVALCATA DI COPPI CHE SBARAGLIA IL CAMPO E CONQUISTA LA MAGLIA ROSA
Lo Stelvio ha decretato il suo verdetto: Fausto è sempre il più forte
Coppi fuggito sulle rampe dello Stelvio stacca tutti, transita primo sulla vetta e giunge solo a Bormio con un vantaggio di 2′18″ su Fornara, 2′48″ su Bartali, 3′28″ su Koblet e 4′05″ su Defilippis – Oggi si corre l’ultima tappa del Giro la Bormio-Milano di km. 220

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ARCHIVIO ALMANACCO
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1a tappa Herning (raduno di partenza)

1a tappa Herning (cronometro)

2a tappa Herning (linea)

3a tappa Horsens

4a tappa Verona (cronosquadre)

5a tappa Modena – Fano

6a tappa Urbino – Porto Sant’Elpidio

7a tappa Recanati – Rocca di Cambio

8a tappa Sulmona – Lago Laceno

9a tappa San Giorgio del Sannio – Frosinone

10a tappa Civitavecchia – Assisi

11a tappa Assisi – Montecatini Terme

12a tappa Seravezza – Sestri Levante

13a tappa Savona – Cervere

14a tappa Cherasco – Cervinia

15a tappa Busto Arsizio – Lecco / Pian dei Resinelli

16a tappa Limone sul Garda – Falzes

17a tappa Falzes – Cortina d’Ampezzo

18a tappa San Vito di Cadore – Vedelago

19a tappa Treviso – Alpe di Pampeago

PRIMO SIGILLO STAGIONALE PER TONY MARTIN

maggio 26, 2012 by Redazione  
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l campione del mondo a crono si aggiudica la prova contro il tempo al Giro del Belgio battendo di 46” l’olandese della Vacansoleil Lieuwe Westra e di 52” il compagno di squadra Niki Terpstra. Con questa vittoria, la prima della stagione, Martin scalza dal trono il connazionale Andrè Greipel, vincitore delle prime tre frazioni. Domani l’ultima tappa, da Calvier a Engis, di 208,5 km.
Andrea Giorgini

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Martin in azione nella crono di Arendonk (foto SID)

Martin in azione nella crono di Arendonk (foto SID)

DE GENDT EROE DELLO STELVIO

maggio 26, 2012 by Redazione  
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Il belga della Vacansoleil se ne va nell’ultimo tratto del Mortirolo e trionfa in solitaria sulla Cima Coppi del Giro, sbarazzandosi sui tornanti dello Stelvio della compagnia di Cunego e Nieve. Regna ancora un poco comprensibile attendismo tra i favoriti, che aspettano gli ultimi 3 km dell’ultima montagna della corsa per darsi battaglia. Rodriguez incrementa lievemente il margine nei confronti di Hesjedal, che resta comunque il favorito per il successo finale.

Foto copertina: uno stremato ma entusiasta Thomas De Gendt taglia il traguardo dello Stelvio (foto Roberto Bettini)

Non sono bastate nemmeno le rampe ai limiti della praticabilità del Mortirolo per tirar fuori un po’ di coraggio dai grandi (o supposti tali) del Giro d’Italia, e per indurre qualcuno a portare finalmente un attacco a più di 4-5 km dal traguardo. Ad eccezione di un paio di allunghi scarsamente convinti di Joaquim Rodriguez, buoni al massimo a provare la febbre ad un reattivo Ryder Hesjedal, i pretendenti alla maglia rosa finale si sono ancora una volta marcati a uomo, evidentemente convinti di poter ribaltare la corsa entrando in azione soltanto sul Passo dello Stelvio.
A scongiurare l’ennesima giornata di noia nell’attesa dei 10 minuti di battaglia tra i migliori ha però pensato il più improbabile degli eroi, il meno scalatore tra i primi dieci della generale di stamane: Thomas De Gendt, belga della Vacansoleil che ha scelto proprio il terrificante tratto in cemento dell’inedito Mortirolo da Tovo per piazzare la sua stoccata. Nel lungo tratto di fondovalle tra la fine della discesa e l’attacco dello Stelvio, il 25enne di Sint-Niklaas ha potuto sfruttare il fondamentale appoggio di Matteo Carrara, facente parte della folta ed interessantissima fuga della prima ora (con lui Vande Velde, Kreuziger, Caruso, Sella, Amador, Perget, Zaugg, Denifl, Frank, Bono, Kristoff, Slagter, Losada e Rabottini). Al tandem Vacansoleil si sono uniti Cunego, lievemente staccato sul Mortirolo ma capace di rientrare e staccare il drappello maglia rosa nella picchiata successiva, e il duo Euskaltel formato da Izagirre e Nieve, evaso dal gruppo Rodriguez nel tratto pianeggiante tra i due mostri di giornata.
La mossa è stata infatti resa possibile dall’isolamento di tutti i capitani, fermatisi nell’attesa del rientro di compagni da dietro. Basso ha fermato Caruso, ancora in avanscoperta, ma, forte degli innumerevoli successi di tappa già conquistati in questo Giro, non ha ritenuto la possibilità di imporsi sulla Cima Coppi un motivo sufficiente a schierare davanti il suo uomo. Per assistere ad un inseguimento degno di tale nome si è dovuto così attendere il recupero sui migliori di Stetina, rimasto quindi al vento fino all’entrata in scena di Vande Velde, anch’egli fermato dal drappello di testa.
De Gendt e compagni si sono così trovati con quasi 4’ da gestire all’imbocco dello Stelvio, lasciando immaginare che dovesse uscire dai battistrada il nome del vincitore di giornata. Ciò che era invece meno pronosticabile era però che il belga, due chilometri dopo aver fatto le prove generali con un primo allungo, si sbarazzasse con relativo agio di Cunego e Nieve, e – cosa ancor meno ipotizzabile – che la caccia al traguardo di tappa divenisse qualcosa di più.
Con il gruppetto maglia rosa che continuava ancora a delegare il lavoro al solo Vande Velde, inevitabilmente in riserva, il margine del leader si dilatava infatti fino a raggiungere i 5’34’’, ossia appena sei secondi in meno di quanto De Gendt rendeva alla partenza a Rodriguez. Solo a 7 km dalla vetta, quando il primo di una serie di allunghi di Gadret aveva costretto lo statunitense ad alzare bandiera bianca, un big – nello specifico Hesjedal – ha preso in mano la situazione. Joaquim Rodriguez e Michele Scarponi sono stati gli unici a mantenere la ruota dell’ormai non più sorprendente canadese, che con il suo forcing ha allontanato definitivamente la rosa virtuale dalle spalle di De Gendt e ha estromesso definitivamente dalla lotta al successo finale Ivan Basso.
Con 2500 metri ancora da percorrere, Scarponi ha finalmente prodotto uno scatto deciso, con il quale ha guadagnato in pochi istanti un centinaio di metri sui primi due della generale. Hesjedal, benché meno pimpante di ieri, ha comunque saputo limitare i danni, fino a rientrare nella scia del marchigiano con le ultime pedalate. Purtroppo per lui, nel mentre, aveva fatto la sua mossa, a meno di 1 km dal termine, anche Purito, che ha messo in campo la sua mostruosa facilità nel cambio di ritmo per guadagnare 14’’ in poche centinaia di metri sul più diretto avversario in classifica.
Azioni, queste ultime, che non hanno comunque minimamente offuscato l’impresa di De Gendt, capace di tagliare in solitaria il traguardo della più dura ed affascinante frazione del Giro con 56’’ di margine su Damiano Cunego, secondo classificato e al centro di una sterile e pretestuosa polemica per non essersi fermato ad attendere Scarponi dopo l’attacco del capitano Lampre (quale contributo potesse offrire un atleta che aveva percorso quasi tutto lo Stelvio in solitudine e che era in avanscoperta da 50 km resta un mistero). Nieve si è fermato a 2’50’’ dal ripetere l’exploit di vincere la tappa regina che già gli era riuscito l’anno scorso, giungendo terzo con una manciata di secondi Rodriguez (+3’22’’), Scarponi (+3’34’’) e Hesjedal (+3’36’’).
Il canadese resta il principale indiziato per il successo finale, dal momento che gli basterebbe guadagnare un secondo al chilometro nei confronti di Purito per sfilargli la rosa nella cronometro di domani. Con 1’51’’ di ritardo, esce invece dai giochi Scarponi, che deve anzi guardarsi da un De Gendt ora staccato di soli 27’’ dal podio, e sulla carta più cronoman di tutti coloro che lo precedono. Basso, dal canto suo, ha lasciato ancora un minuto e mezzo al capoclassifica: meglio di sette anni fa, quando sui tornanti del più nobile versante di Prato allo Stelvio lasciò mezzora, ma abbastanza per veder infrangersi definitivamente – proprio come allora – i residui sogni rosa. Cunego sale in sesta piazza, staccato di 3’43’’ da JRo e di appena 25’’ dal varesino, mentre Uran, Pozzovivo, Nieve e Gadret completano una top 10 in cui potrebbe ancora ambire ad entrare il solo Henao.
Al sipario mancano appena ventiquattro ore e 31 km, da percorrere in solitudine per le vie di Milano. Per i più, il solo rivale sarà il cronometro; per Rodriguez e Hesjedal, gli outsider che si sono con pieno merito presi la copertina del Giro, sarà invece un uno contro uno, un faccia a faccia quasi pugilistico da disputarsi a distanza. Sempre che De Gendt, che dieci mesi fa sfiorò il podio nella cronometro di Grenoble al Tour de France, non mantenga viva nottetempo la magia con cui ha costruito la più bella impresa del Giro 2012.

Matteo Novarini

DOPPIETTA DI PETACCHI IN BAVIERA

maggio 26, 2012 by Redazione  
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Nella terza tappa in Baviera altro arrivo allo sprint e vittoria ancora di Petacchi su Hitarovich e Degenkolb. Nessun problema per Rogers che mantiene la maglia di leader in attesa della crono.

Foto copertina: la premiazione di Petacchi (foto Peter Kneffel)

Dopo il dominio di Sagan nelle volate californiane, ora è il turno di Petacchi che fa due su due in Baviera negli arrivi a ranghi compatti. Il corridore spezzino raggiunge così la seconda vittoria stagionale a coronamento di un ottimo lavoro degli uomini Lampre che si sono impegnati a fondo per riprendere i fuggitivi di giornata, dopo appena dieci chilometri era, infatti, partita la solita fuga che caratterizza le tappe pianeggianti per gran parte del percorso.
Westmattelmann, Benoit, Fiedel e Burgel raggiungono i nove minuti di vantaggio prima di essere ripresi dalla Sky, coadiuvata da Lampre e GreenEDGE, ad appena tre chilometri dal traguardo, a quel punto si è sviluppata la volata con Petacchi che ha messo la sua ruota davanti a tutti precedendo Hutarovich e Degenkolb quindi Schweizer e Davis.
Nessun problema invece per Rogers nel mantenere la maglia di leader della classifica generale in attesa della cronometro decisiva ai fini della corsa.

Andrea Mastrangelo

CALDES – PASSO DELLO STELVIO. UN TAPPONE SHAKESPEARIANO

maggio 26, 2012 by Redazione  
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Abbiamo scomodato perfino il drammaturgo più celebre al mondo per introdurvi la tappa dei “drammi”. Oggi se ne vedranno delle belle perché, pur essendo la frazione meno dura di quella che l’ha preceduta, la somma tra le fatiche finora accumulate e quelle che si vivranno in quest’ultima giornata potrebbe farci assistere a cotte mai viste. I momenti più palpitanti si vivranno tra Mortirolo e Stelvio, ma attenzione anche a Teglio e dintorni…

Immaginate il grande William Shakespeare fermo a bordo strada ad applaudire i corridori impegnati nell’ultima grande tappa di montagna del Giro 2012. Pura utopia? Non del tutto nella valle che si vanta d’aver dato i natali al più famoso drammaturgo al mondo (Dove? Come? Quando? Lo scoprirete continuando la lettura del pezzo) che, rapito dalle gesta dei “girini”, quasi sicuramente avrebbe intinto nel loro sudore l’ispirazione di una sua opera, magari messa in scena con la spettacolare vista sui tornanti della Spondalunga, verso lo Stelvio, “pittati” sul fondale del palcoscenico. Ne sarebbe scaturita la “realtà di un pomeriggio d’inizio estate”, quella di una dura frazione che offrirà agli scalatori l’estrema occasione di volgere la classifica a proprio favore, avanti d’affrontare i per loro insormontabili 30 Km della crono meneghina dell’indomani. Pur non presentando un finale estremo come quello dell’Alpe di Pampeago, questo non sarà una frazione meno dura di quella che l’ha preceduta anche perché, a differenza di tutte le tappe di montagna finora affrontate, questa non avrà nessun approccio morbido alle salite. Lasciato il raduno di partenza – collocato nel cuore di Caldes, piccolo centro della Val di Sole – la tappa debutterà in salita, puntando subito ai 1883 metri del Passo del Tonale, sul quale si scollinerà a 33 Km dal via, dopo aver affrontato un tratto di “acclimatazione” di una ventina di chilometri, nel quale si acquisterà gradualmente quota, e quindi 15 Km di salita vera, al 6% di pendenza media. Superato un valico che è entrato nella storia d’Italia prima ancora che in quella del Giro – nel corso della storia lo valicarono, tra gli altri, il Barbarossa e le truppe napoleoniche – si planerà in Val Camonica e terminato di scendere si tornerà a pedalare verso il cielo, stavolta diretti al Passo dell’Aprica, affrontato dal suo versante più dolce e poco selettivo. Passati i suoi 15 Km al 3,3% ci si lancerà in picchiata sulla Valtellina e qui verrà il bello. Ora, infatti, si dovrà fare i conti con la terza delle cinque salite ufficiali previste quest’oggi, sulla carta apparentemente innocua, più che altro per la sua collocazione in un tracciato che la pone a 120 Km dalla cima dello Stelvio, ma che invece dovrà essere cerchiata in rosso sulle cartine. Per raggiungere Teglio, l’antico capoluogo della valle (è da questo centro, infatti, che deriva il nome di Valtellina), non si salirà dalla strada principale ma da una secondaria che ha nella sua prima parte prerogative di vero e proprio muro, con strada strettissima e pendenze elevate (media del 10,2% nei 3 Km centrali e un passaggio al 15%) che potrebbero vedere qualche grosso nome in affanno. Recuperare l’eventuale distacco non sarà assolutamente facile perché, nei chilometri successivi, s’incontreranno rarissimi tratti di strada che agevoleranno queste operazioni. Innanzitutto, una volta svalicati nel centro di Teglio – che è famosa per i pizzoccheri e che, nel suo piccolo, è anche una città d’arte (chiesa di San Pietro, Palazzo Besta e torre “de li beli miri” su tutti) – s’inizierà la discesa per la Panoramica dei Castelli, strada molto bella da percorrere per le viste sulla catena delle Alpi Orobie, ma non certo nel pieno agone di una corsa che potrebbe già vedere alcuni corridori costretti all’inseguimento. Mai ripida, questa strada che un tempo – quando il fondovalle era paludoso e malsano – costituiva l’unico asso stradale praticabile tra Sondrio e Tirano, si presenta parecchio tortuosa, snodandosi con frequenti curve tra boschi, vigneti e meleti. Dopo aver toccato la contrada di Castionetto – vi si trova una massiccia torre difensiva d’origine militare che le storie locali dicono un tempo abitata da un diavolo assai poco coraggioso, che anziché terrorizzarle fu messo in fuga dalla popolazione del posto – si lascerà temporaneamente la panoramica per passere su una variante che transita aerea sopra i tetti di Ponte in Valtellina, centro tutto strade acciottolate che convergono verso la parrocchiale, impreziosita da un affresco di Bernardino Luini, uno dei principali allievi di Leonardo Da Vinci. Ora è arrivato il momento di svelare il mistero che aleggia dalla partenza perché, tornati sulla “strada maestra”, si toccherà Tresivio, il paese nel quale – secondo una leggenda – sarebbe nato Guglielmo Crollalanza, poeta di religione protestante che, per sfuggire all’Inquisizione, riparò nel Regno Unito dove provvide a “britannizzarsi” le generalità (Shake – Scrollare; Speare – Spear – Lancia). Hanno speso fiumi d’inchiostro gli studiosi dietro a questa storia (si è anche detto che Shakespeare era in realtà siciliano e di cognome facesse Florio), che ha dato fama a questo piccolo centro, che oggi attira i turisti grazie a uno dei principali e più grandi luoghi di culto mariani della valle, il Santuario della Santa Casa, da non molti anni riaperto al culto dopo un lungo restauro e nel quale è venerata una riproduzione della sacra dimora di Loreto. Lasciata definitivamente la panoramica nella vicina Poggiridenti (è stata anche sede di tappa alla Settimana Lombarda, quando si chiamava ancora solo “Bergamasca”) si planerà ripidamente sul sottostante fondovalle, senza andare, però, a imboccare subito la scorrevole statale dello Stelvio. Invece, fino alle porte di Chiuro si procederà su di una stradina parallela che, riavvicinandosi alle pendici della montagna, proporrà un’ulteriore salita, blanda nelle pendenze ma che sicuramente concorrerà al giornaliero accumulo di fatica e dislivello. L’ostacolo successivo sarà costituito dal tratto iniziale del versante occidentale dell’Aprica, 4 Km al 6,6% per arrivare al bivio di Stazzona, dove il gruppo era già transitando in precedenza, completando in questo modo un circuito di quasi 50 Km tracciato sulle strade dei “terzieri di mezzo” e “di sopra”, nomi di due delle cinque suddivisioni della valle attuate durante i quasi 300 anni (1512-1797) della dominazione grigiona, che fece della Valtellina una colonia dell’allora libero Stato delle Tre Leghe (l’odierno Canton Grigioni).
Tornati sulle rive dell’Adda si incontrerà l’ultimo tratto filante della tappa, nel corso del quale i “girini” transiteranno all’ombra del santuario della Madonna di Tirano, eretto in seguito ad un’apparizione avvenuta nel 1504, “spettatore” il beato Mario Omodei, e incroceranno quindi il tracciato della Ferrovia Retica, il celebre “trenino rosso” del Bernina, dal 2008 iscritto nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità. Attraversato il centro di Tirano la strada riprenderà a salire per superare l’accumulo detritico di una grande frana precipitata in epoca preistorica dal Monte Padrio: i quasi 2000 metri d’ascesa al 7,6%, sul vecchio tracciato della statale verso Sernio, rappresenteranno lo squillo di tromba del Mortirolo, che incomincerà poco più avanti, attaccato dall’inedito versante di Tovo di Sant’Agata. Sarà, in pratica, risalito il più antico itinerario d’accesso al passo, mulattiera oggi asfaltata che nel 1859 fu calcata nientemeno che da Giuseppe Garibaldi, scortato dal giovane taglialegna tovese Antonio Armanasco (detto “Stefanol”). Mentre il generale giunse sino al valico, che fino a qualche anno prima era ritenuto uno dei più delicati punti di contatto tra la Repubblica Cisalpina e l’Impero Austriaco, stavolta i corridori interromperanno l’ascesa a quota 1718, circa 1,5 Km sotto il classico scollinamento, dopo aver affrontato un’ascesa ancora più aspra rispetto al versante classico, lunga 11,4 Km e caratterizzata da una pendenza media del 10,4%. Il picco massimo sarà del 22%, raggiunto nel tratto terminale, l’unico che era rimasto a fondo naturale e che è stato asfaltato appositamente per permettere il passaggio del Giro.
La discesa sarà imboccata verso Mazzo ma al primo bivio si lascerà questa strada, anche per evitare le tremende inclinazioni che, affrontante all’inverso in occasione della prima scalata al Mortirolo (tappa Moena – Canazei del Giro 1990), causarono due cadute a Leonardo Sierra – incidenti che non riuscirono comunque a ostacolare il suo tentativo di fuga, giunto vittoriosamente al traguardo – e provocarono non poche apprensioni in gruppo nelle ore precedenti il passaggio del Giro. L’organizzazione, in previsione di quella temuta discesa, arrivò, tra le altre cose, a predisporre un servizio di “nettoyage” del fondo stradale, attuato mediane compressori che lo spazzarono al fine di rimuovere gli aghi caduti dai pini e che, a causa dello spostamento d’aria provocato dal passaggio dei corridori, avrebbero potuto sollevarsi e accecare qualcuno. Anziché su Mazzo, si punterà dunque in maniera meno pendente su Grosio, affrontando un altro itinerario inedito per il Giro dei professionisti, ma che un anno fa era stato inaugurato ciclisticamente dal Giro Donne, che scalò il Mortirolo da Monno nel finale della tappa Rovato – Grosotto, conquistata dall’autentica mattatrice della scorsa edizione, l’olandese Marianne Vos, maglia rosa finale con distacchi da urlo e dopo essersi imposta in cinque delle dieci tappe previste.
Riguadagnata la valle dell’Adda, questa sarà fedelmente seguita nel tratto di 22 Km che separerà la fine della discesa del Mortirolo dall’attacco dello Stelvio, con un decorso in costante ma lieve ascesa che porterà inizialmente i corridori alle porte di Sondalo, stazione climatica di cura e soggiorno, frequentata per tale scopo sin dagli anni del fascismo, quando il regime vi fece costruire il più grande sanatorio d’Europa, collocato nel cuore della pineta di Sortenna. Concepito per la cura del “mal sottile”, la tubercolosi, è stato in seguito convertito in uno dei più importanti ospedali della Lombardia e nel 1973 fu anche set della penultima pellicola diretta da Vittorio De Sica, “Una breve vacanza”, nella quale recitò in un piccolo ruolo marginale l’allora ventiduenne figlio Christian, alla sua seconda esperienza cinematografica dopo l’esordio avvenuto l’anno prima nella pellicola francese “Paulina 1880”. Subito dopo il tracciato si infilerà nella Valdisotto, la porzione di valle che il 28 luglio del 1987 fu sconvolta da un’immane frana caduta dal Monte Zandila e che smosse qualcosa come 40 milioni di metri cubi di roccia. L’impatto provocò lo sbarramento del corso dell’Adda e la conseguente formazione di un piccolo bacino, il lago della Val Pola, mentre furono cancellati tre centri abitati e la chiesa di San Martino Serravalle, che era una delle più antiche della Valtellina. Si salvarono miracolosamente, invece, San Bartolomeo de Castelàz e i suoi preziosi affreschi, perché, risalendo il versante opposto a quello della caduta e sul quale si trovavano i due luoghi di culto, il fronte della frana non riuscì a raggiungere lo sperone sul quale si trovava.
Una porzione di strada poco pendente e a tratti pianeggiante introdurrà la corsa nella conca di Bormio, dalla quale si andrà all’attacco dello Stelvio, affrontato dal suo versante più facile, ma che facile – in particolare al termine di un Giro durissimo – non lo sarà per nulla. Attendono i corridori 22,4 Km di salita, 1548 metri di dislivello e una pendenza media del 6,9%, numeri sui quali spicca la quota di 2757 metri, punto più elevato della rete stradale italiana raggiungibile su asfalto. All’inizio non si seguirà la strada classica, che sarà imboccata dopo aver attraversato le terme di Bormio, conosciute sin dall’epoca degli antichi romani e visitate nel 1493 anche da Leonardo da Vinci, che le citò nel “Codice Atlantico”, la più ampia raccolta di scritti e disegni del genio toscano, oggi conservata nella Biblioteca Ambrosiana. Solo a questo punto si imboccherà la rotabile realizzata tra il 1822 e il 1825 su progetto dell’ingegner Carlo Donegani e che sul versante occidentale è caratterizzata da 36 tornanti che ne scandiscono il procedere assieme alle quattro case cantoniere, costruite anche per dare alloggio ai “rottieri”, gli operai preposti alla spalatura della neve perché un tempo il valico era aperto anche nei mesi invernali. In un contesto ambientale sempre più avvincente i “girini” raggiungeranno la secondaria valle del Braulio, che prende il nome dal torrente che la percorre con una spettacolare cascata e nella quale sono colti i tredici ingredienti, ancor oggi segreti, con i quali dal 1875 si produce, seguendo la ricetta originaria creata dal farmacista di Bormio Francesco Peloni, l’omonimo amaro, l’unico al mondo a essere commercializzato dopo un periodo di “invecchiamento” in botti di rovere della durata di due anni. Quando avranno raggiunto la quarta e ultima cantoniera, proprio laddove si congiunge la strada che proviene dalla Svizzera e che presenta ancora tratti sterrati, i corridori avranno percorso l’86% della scalata e superato – per rimanere in termini percentuali – il picco massimo di questo versante, che arriva fino al 12%. Poco prima la pendenza avrà avuto una decisa flessione, ideale per racimolare le energie residue prima dell’ultimo balzo perché nei rimanenti 3 Km la salita tornerà a mordere (8,8% la media) mentre la diminuzione della pressione atmosferica (non la rarefazione dell’aria, che “scatta” solo sopra i 4500 metri) indurrà i polmoni a compiere un maggior sforzo per incamerare l’ossigeno.
Il veleno nella coda di un Giro che si è pensato meno duro di quell’anno passato… ma è uscito lo stesso terribilmente tosto.

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo del Tonale (1883m). Ampio valico prativo aperto tra il Monticello e la Cima di Cadì, costituisce anche il punto di separazione tra i massicci dell’Adamello e dell’Ortles-Cevedale. Sede della principale stazione di sport invernali della provincia di Trento, è valicato dalla SS 42 “del Tonale e della Mendola”, tra Vermiglio e Ponte di Legno. Vi transita il confine tra Lombardia e Trentino-Alto Adige. Nel 1933 è stata l’ultima delle quattro salite chiamata a decretare la prima classifica degli scalatori, istituita quell’anno e conquistata da Alfredo Binda, che fece suo anche il GPM del Tonale e la relativa tappa (Bolzano – Milano), oltre alla maglia rosa finale. In seguito ci si è tornati altre 24 volte, mentre non si riuscì a salire nel 1989, quando fu annullata la tappa di Santa Caterina. L’ultimo scollinamento di passaggio ha visto in testa il lussemburghese Ben Gastauer, nel corso della Feltre-Tirano disputata l’anno scorso e vinta da Diego Ulissi. Nel 1997 e nel 2010, vi si sono concluse due tappe, rispettivamente vinte dal colombiano José Jaime González Pico (noto nell’ambiente col soprannome di “Chepe”) e dall’elvetico Johann Tschopp. Il passaggio del Giro 2000 (tappa Selva di Valgardena – Bormio, vinta da Gilberto Simoni) vide in testa lo spagnolo José Enrique Gutiérrez Cataluña, ma non è contemplato nel conteggio dei GPM perché era valido solo come traguardo volante Intergiro.

Passo di Aprica (1113m). Ampia sella pianeggiante, lunga quasi 3 Km, che mette in comunicazione la Valtellina con la Valcamonica tramite la Valle di Corteno. È valicato dalla SS 39 “dell’Aprica” e vi sorge l’omonima stazione di sport invernali, costituita dai tre nuclei di Madonna, Mavigna e San Pietro. Quotata 1173 sulle cartine del Giro 2012, è stata affrontata alla corsa rosa 10 volte come GPM, una come traguardo volante Intergiro (nel 1992, tappa Palazzolo sull’Oglio – Aprica vinta da Marco Saligari) e due come traguardo di tappa senza gran premio (nel 2006, quando Ivan Basso s’impose in rosa nella Trento – Aprica e al termine della Brescia – Aprica del 2010, vinta da Scarponi). Il primo a transitare in testa sotto lo striscione GPM è stato Fausto Coppi, nel corso della tappa Locarno – Brescia del Giro del 1950, vinta da Luciano Maggini. In seguito hanno conquistato questo traguardo Vittorio Adorni nel 1962 (tappa Moena – Aprica), Bruno Vicino nel 1979 (Trento – Barzio, vinta da Amilcare Sgalbazzi), lo svizzero Stefan Joho nel 1988 (la mitica tappa del Gavia, Chiesa Valmalenco – Bormio, vinta dall’olandese Erik Breukink), il venezuelano Leonardo Sierra nel 1990 (Moena – Aprica), Ivan Gotti nel 1996 (Cavalese – Aprica), Mariano Piccoli nel 2000 (Bormio – Brescia, vinta da Biagio Conte) , Emanuele Sella nel 2008 (Rovetta – Tirano) e lo spagnolo Pablo Lastras Garcia l’anno passato, nel corso della citata tappa di Tirano.

Sella di Teglio (851m). Non citata sul testo di riferimento Valichi stradali d’Italia” (Georges Rossini, Ediciclo), è costituita dalle prime pendici delle Alpi Retiche e dall’elevazione sulla quale sorge la torre “de li beli miri”. Vi sorge l’omonimo abitato. Il Giro vi è transitato per la prima e finora unica volta durante la tappa Morbegno – Aprica del Giro 1991, vinta da Franco Chioccioli; si saliva dal versante percorso quest’anno in discesa e allo scollinamento non vi era lo striscione del GPM ma quello del traguardo volante Intergiro.

Sella di Tresivio. Non citata sul testo di riferimento Valichi stradali d’Italia” (Georges Rossini, Ediciclo), coincide con l’omonimo abitato ed è costituita dalle prime pendici delle Alpi Retiche e dalla rupe del Calvario. Il Giro d’Italia vi è transitato nel 1980 (nel finale della tappa Cles – Sondrio, vinta dal francese Jean-René Bernaudeau) e nel 1991, nella citata tappa dell’Aprica vinta da Chioccioli. Il 19 maggio del 1970 fu inserita nel circuito finale della Roncola – Sondrio, settima tappa del Giro d’Italia dei dilettanti vinta da Paolo Pè.

Passo dello Stelvio (2758m). Valicato dalla SS 38, tra Bormio e Trafoi, costituisce il punto più elevato della rete stradale italiana. Quotato 2757 sulle cartine del Giro 2012, precede nella speciale classifica per quota il franco-piemontese Colle dell’Agnello (2748m) e il lombardo Passo di Gavia (2621m), mentre estendendo la lista anche ai valichi ciclabili su sterrato scende all’ottavo posto (record i 3000 metri del Colle Sommeiller Est, situato in Piemonte, nei pressi di Bardonecchia). Lo Stelvio è stato regolarmente affrontato otto volte al Giro, mentre in quattro occasioni (1967, 1984, 1988 e 1991) è stato respinto dalla neve. Storica la prima scalata, nella tappa Bolzano – Bormio che consentì a Fausto Coppi, primo in vetta e al traguardo, di imporsi nel suo quinto e ultimo Giro d’Italia. Gli altri eroi dello Stelvio sono stati Aurelio Del Rio nel 1956 (Sondrio – Merano, vinta da Cleto Maule), il lussemburghese Charly Gaul nella Trento – Bormio del 1961 (da lui vinta), Graziano Battistini che nel 1965 si impose proprio sul passo (traguardo d’emergenza perché la neve non permise di completare la Campodolcino – Solda), lo spagnolo José Manuel Fuente nel 1972 (tappa Livigno – Passo dello Stelvio), il suo connazionale Francisco Galdós nella storica tappa conclusiva del Giro del 1976 (Alleghe – Passo dello Stelvio, con il duello tra lo spagnolo e la maglia rosa Fausto Bertoglio), il francese Jean-René Bernaudeau nella citata Cles – Sondrio del 1980, Franco Vona nella non meno storica Merano – Aprica del 1994 (la tappa che lanciò Marco Pantani nell’olimpo dei grandi) e, infine, il colombiano Josè Rujano durante la Egna – Livigno del 2005, vinta dal connazionale Iván Ramiro Parra Pinto. Nel 2010 vi si è conclusa, prima volta nella storia, anche una tappa del Giro Donne, conquistata dalla statunitense Mara Abbott, che si è anche imposta nella classifica finale.

Mauro Facoltosi

RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY
Foto copertina: i tornanti della Spondalunga, sul versante lombardo dello Stelvio (www.skiforum.it)

Caldes, castello (panoramio)

Caldes, castello (panoramio)

Passo del Tonale, ossario (flickr)

Passo del Tonale, ossario (flickr)

Teglio, torre de li beli miri (ca.bestpicturesof.com)

Teglio, torre <<de li beli miri>> (ca.bestpicturesof.com)

Castionetto, torre medioevale (panoramio)

Castionetto, torre medioevale (panoramio)

Ponte in Valtellina, chiesa parrocchiale di San Maurizio (panoramio)

Ponte in Valtellina, chiesa parrocchiale di San Maurizio (panoramio)

Tresivio, Santuario della Santa Casa (panoramio)

Tresivio, Santuario della Santa Casa (panoramio)

Madonna di Tirano, il santuario e il trenino rosso del Bernina

Madonna di Tirano, il santuario e il trenino rosso del Bernina

Passo del Mortirolo, lavori in corso sul tratto sterrato del  versante di Tovo in previsione dellasfaltatura (www.vaol.it)

Passo del Mortirolo, lavori in corso sul tratto sterrato del versante di Tovo in previsione dell'asfaltatura (www.vaol.it)

Fotogramma di Una breve vacanza, sequenze girate nellex sanatorio di Sondalo (www.davinotti.com)

Fotogramma di <<Una breve vacanza>>, sequenze girate nell'ex sanatorio di Sondalo (www.davinotti.com)

Lo stesso luogo, oggi è diventato laccesso allospedale (www.davinotti.com)

Lo stesso luogo, oggi è diventato l'accesso all'ospedale (www.davinotti.com)

Il corpo della frana della Valdisotto fotograto poche ore dopo il fatto: sulla sinistra si vede la chiesa di San Bartolomeo de Castelàz (www.rotary.bormio.it)

Il corpo della frana della Valdisotto fotograto poche ore dopo il fatto: sulla sinistra si vede la chiesa di San Bartolomeo de Castelàz (www.rotary.bormio.it)

Cascata del Braulio (panoramio)

Cascata del Braulio (panoramio)

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