ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI VITORIA
settembre 11, 2011 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco l’oramai consueta rubrica di approfondimento delle grandi corse a tappe della stagione 2011. Adesso tocca alla Vuelta per la quale, come al solito, vi proporremo la rassegna stampa internazionale, i commenti dei tifosi, l’illustrazione delle singole tappe, le previsioni meteo e il racconto di una “Vuelta che fu”
Foto copertina: Vitoria, Plaza de la Virgen Blanca (picasaweb.google.com)
VUELTA A ESPAÑA, VUELTA DEL MUNDO
Bennati, sprint per Bettini. Cobo, è quasi Vuelta (Gazzetta dello Sport)
Bennati víťazstvom potvrdil pozíciu lídra Vuelty (Pravda)
Fuglsang hjalp Bennati til Vuelta-sejr (Jyllands-Posten)
Fuglsang hjalp Bennati til Vuelta-sejr (Sporten.dk)
VM-favorit scorer flot Vuelta-triumf (Politiken)
Cobo tar intet på forskudd(Adresseavisen)
Au bonheur de Bennati et Cobo (L’Equipe)
Bennati gewinnt vorletzte Etappe (Tageblatt)
Juanjo Cobo aguanta y ya saborea su Vuelta a España (AS)
Madrid espera al campeón (Marca)
Gana Bennati; Cobo sigue líder (El Mundo Deportivo)
La 20e étape pour Bennati, Cobo toujours leader (Le Soir)
Daniele Bennati remporte la 20è étape de la Vuelta (Sud Presse)
Bennati sprint naar ritzege, Cobo pakt de Vuelta (De Standaard)
Cobo à une étape de la victoire finale (La Dernière Heure/Les Sports)
Cobo à une étape du sacre, Monfort toujours 6e (L’Avenir)
Monfort doet beter dan VDB in Vuelta (Het Nieuwsblad)
Mollema dicht bij trui (De Telegraaf)
Cobo Wary of Froome in Tour of Spain Finale (The New York Times)
Juan Jose Cobo closes in on Spanish Vuelta win (Usa Today)
BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Salitepuntocià: Occasione persa per Frome, abbuoni presi da altri, ormai servirebbe un miracolo, ma Cobo merita più di lui senz’altro
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
LA TAPPA CHE VERRA’
Oramai è davvero finita. 13 secondi al termine di una grande corsa a tappe sono pochi e gli abbuoni previsti domani, ai due traguardi volanti prima e poi all’arrivo in Plaza de Cibeles, in teoria potrebbero permettere a Froome di ribaltare la situazione. Ma se il corridore britannico ha fallito l’impresa oggi, molto difficilmente riuscirà a compierla domani, in una tappa facilissima sotto l’aspetto altimetrico e nella quale ci sarà il “catenaccio” delle formazioni dei velocisti. Il percorso si comporrà di un circuito completo dell’autodromo del Jarama (che verrà, però, affrontato fuori gara, viaggiando verso il “chilometro 0″), di un tratto in linea leggermente vallonato lungo una trentina di chilometri e da un circuito finale, che misura 5,7 Km e dovrà essere ripetuto 11 volte. Una classica passerella da fine giro, insomma, dove ci sarà spazio per gli applausi a tutti i protagonisti della 66a Vuelta a España e magari, perchè no, anche al nostro Bennati, che domani potrebbe inscenare uno strepitoso bis che fa ben sperare in vista dei prossimi mondiali.
METEO VUELTA
Circuito del Jarama-Race: previsioni non disponibili
Madrid : nuvole sparse, 29,3°C (percepiti 32°C), venti deboli da W (8 Km/h), umidità al 25%
C’ERA UNA VUELTA
Dopo avervi narrato, attraverso i titoli dei giornali dell’epoca, il Giro del Centenario dell’Unità (1961) e il primo Tour vinto da Indurain (1991), ora vi proporremo il ricordo della Vuelta del 1956, la prima conquistata da un italiano, Angelo Conterno. Giusto 55 anni fa.
Titoli dal quotidiano spagnolo “El Mundo Deportivo”
Altimetrie e grafici dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessibile selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)ù
16a TAPPA: BILBAO – VITORIA
CONTERNO SIGUE LÍDER – BAHAMONTES PIERDE 3′49″ Y PASA A 4° DE LA GENARAL DE LA VUELTA CICLISTA A ESPAÑA (G.P. FIRESTONE)
Loroño, única esperanza, remontarà hoy los 43 s. que les separan del italiano? El “linterna roja” Azpuru, fugandose casi de salida, llegò con ventaja de nueve minutos a Vitoria, hablendo cruzado en cabeza los Altos de Orduña y Herrera – Hoy ultima etapa, Vitoria – Bilbao, con el Puerto del Sollube
ARCHIVIO ALMANACCO
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CHIAVE DI VUELTA: COBO, E’ (QUASI) FATTA
settembre 10, 2011 by Redazione
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Malgrado i soli 13” che di distacco in classifica dal cantabrico solo un miracolo può portare sul gradino più alto del podio finale Froome, che sul Puerto de Urkiola ha sprecato l’ultima occasione di attaccare il rivale e ora dovrà rincorrere un impossibile piazzamento nei primi 3 nella volata di Madrid per scalzarlo dal primo posto. Intanto Bennati va a prendersi il successo di tappa in quel di Vitoria e probabilmente i gradi di capitano per Copenhagen che sembravano essere in dubbio dopo gli ultimi successi di Modolo.
Foto copertina: pedalate tranquille per Cobo csulle strade della Bilbao – Vitoria (www.lavuelta.com)
Le tre tappe di media montagna che hanno seguito l’arrivo in salita in quel di Peña Cabarga si sono risolte in un nulla di fatto e sono rimasti 13 i secondi di vantaggio di Cobo in classifica su Froome, che dopo averci provato in ritardo nella tappa di ieri questa volta non ha fatto neppure quello malgrado il Puerto de Urkiola si prestasse a un attacco e si è limitato a uno scatto in pianura, rivelatosi poi grottesco dal momento che lo sprint intermedio era posto più avanti rispetto a dove è partito il britannico, a caccia dei secondi di abbuono. Non è però in questi ultimi giorni che Froome ha perso la Vuelta ma nelle prime due settimane in cui ha corso esclusivamente in funzione di Wiggins e segnatamente nell’arrivo di Estacion de Montaña Manzaneda in cui ha lasciato sul piatto 27” dopo essersi sfinito per aiutare quello che doveva essere il suo capitano. Meritato comunque il trionfo di Cobo che oltre a essere sostenuto dalla migliore squadra di questa Vuelta ha limitato alla grande i danni nella cronometro di Salamanca e ha fatto la differenza nelle due frazioni più dure, quelle di Farrapona e soprattutto dell’Angliru.
La frazione odierna ci ha restituito un Bennati vincente in una corsa importante e ha rafforzato le sue quotazioni in vista di Copenhagen. Premesso che ha iniziato il Puerto de Urkiola in fuga e che se fosse rimasto in gruppo avrebbe probabilmente perso contatto come accaduto agli altri velocisti, è innegabile che nelle ultime stagioni l’aretino ha perso qualcosa in termini di velocità pura ma ha guadagnato in tenuta in salita e in resistenza, qualità entrambe fondamentali in un Mondiale come quello danese lungo 270 km e con un percorso nient’affatto piatto e con gli ultimi 500 metri in salita al 5%: toccherà ora a Bettini decidere se puntare tutto sull’atleta della Leopard, che fino a qualche mese fa era considerato come il leader naturale per Copenhagen, o giocarsi la carta di un Modolo che è stato straripante con 10 successi in agosto e settembre ma che manca di esperienza essendo al suo primo Mondiale e la cui tenuta alla distanza è un’incognita.
Marco Salonna
BENNATI, UNA…VITORIA ATTESA DA TEMPO
Dopo una stagione costellata di piazzamenti e di 5 successi arrivati però in corse minori l’aretino si impone in volata nel capoluogo dei Paesi Baschi e dissipa almeno in parte i dubbi sul suo ruolo di capitano della nazionale azzurra per Copenhagen. Gasparotto e Damiano Caruso completano il trionfo azzurro mentre nulla cambia nella generale con Cobo a un passo dal successo finale.
Foto copertina: esplode la gioia di Bennati sul traguardo di Vitoria (foto AFP)
La 20a e penultima tappa della Vuelta, 185 km da Bilbao a Vitoria, si presentava come l’ultima occasione per Froome (Sky) di recuperare i 13” che lo separavano in classifica dal leader Cobo (Geox), malgrado i 46 km quasi interamente pianeggianti che separavano il traguardo dall’ultima salita di giornata, l’impegnativo Puerto de Urkiola; e dopo il tentativo andato a vuoto nell’Alto El Vivero il britannico aveva annunciato battaglia. Come avvenuto quasi tutti i giorni la velocità è stata sostenutissima fin dalle prime fasi finchè ad andarsene sono stati addirittura in 27: Caruso (Liquigas), Toribio (Andalucia), Van Avermaet (Bmc), Isasi e Txurruka (Euskaltel), Howard (Htc), Paolini, Karpets e Vorganov (Katusha), Marzano, Mori e Righi (Lampre), Lastras (Movistar), Bakelandts e Van de Walle (Omega Pharma), Kiserlovski (Astana), Cataldo (Quickstep), Barredo e Kruijswijk (Rabobank), Marycz e Nuyens (Saxo Bank), De Kort (Skil Shimano), Lemevel (Garmin), Carrara (Vacansoleil), Mondory e Roche (Ag2r), quest’ultimo 16° nella generale con un ritardo di 10′25” da Cobo. Sembrava che la fuga potesse tranquillamente andare fino al traguardo ma la Radioshack, che era rimasta fuori e che aveva in Zubeldia già 4° a Bilbao un atleta voglioso di ben figurare sulle strade di casa, ha preso il comando delle operazioni e all’imbocco del Puerto de Urkiola a 52 km dalla conclusione il vantaggio si è ridotto a 40” dopo essere stato superiore ai 4 minuti.
Ci si attendeva fuoco e fiamme in gruppo in quella che era l’ultima salita della Vuelta e invece nulla è successo con la Geox che si è riportata in testa con un ritmo piuttosto blando mentre davanti Barredo ha operato un primo scatto al quale hanno resistito Txurruka, Roche, Caruso, Kiserlovski, Lemevel e Kruijswijk e un secondo con il quale si è involato in solitudine: l’atleta asturiano ha dunque scollinato da solo in vetta con circa 50” sui più immediati inseguitori, ai quali si è aggregato Mate (Cofidis) unico a fuoriuscire dal gruppo, e 1′40” sul plotone ridotto a una settantina di unità e comprendente una parte dei reduci della fuga iniziale tra cui Mori e Bennati.
Proprio l’aretino, in considerazione del fatto che i velocisti più quotati da Degenkolb (Htc) a Sagan (Liquigas), da Haedo (Saxo Bank) a Petacchi (Lampre) avevano perso contatto, era sulla carta il più veloce ed è per questa ragione che la Leopard si è portata al comando, coadiuvata anche dall’Astana di Gasparotto nel momento in cui il gruppetto comprendente Kiserlovski è stato ripreso e davanti era rimasto il solo Barredo. A 20 km dal traguardo era previsto il secondo traguardo volante di giornata e Froome vedendo uno striscione davanti a sè si è lanciato all’attacco con Cobo a ruota sperando di prendere 4” di abbuono: sfortunatamente per il britannico però lo striscione non era quello dello sprint intermedio e i 4” sono andati a Sastre (Geox), che si è avvantaggiato subito dopo l’azione di Froome e Cobo per proteggere il suo capitano, e i 2” del terzo posto a Wiggins (Sky) che se non altro ha consolidato la sua 3a posizione nella generale.
Sastre ha proseguito nella sua azione andando prima a raggiungere e poi a superare l’esausto Barredo e per un po’ ha sognato di poter centrare un successo che alla Vuelta ancora gli manca malgrado 10 partecipazioni e tre piazzamenti sul podio nella generale, ma a 3 km dal traguardo ha dovuto arrendersi al ritorno del gruppo. A parte un timido tentativo di De Weert (Quickstep) gli uomini della Leopard non hanno lasciato spazio a nessuno nel finale e Bennati ha potuto iniziare la sua volata già con oltre una bicicletta di vantaggio su tutti gli altri e si è imposto con largo margine su Gasparotto e Caruso in una giornata trionfale per l’Italbici che ha piazzato anche Mori al 6° posto, Malacarne (Quickstep) al 7° e Capecchi (Liquigas) al 10°, mentre 4° ha chiuso Vanmarcke (Garmin), 5° De Kort (Skil Shimano) e 9° Mollema (Rabobank) che grazie a questo piazzamento ha agganciato Rodriguez (Katusha) in vetta alla classifica a punti. Per Bennati si tratta del sesto successo stagionale ma soprattutto del primo in una grande corsa a tappe dopo quello di Puertollano alla Vuelta del 2008.
La classifica generale è rimasta pressochè immutata con Cobo in rosso con 13” su Froome, 1′39” su Wiggins, 2′03” su Mollema, 3′48” su Menchov, 4′13” su Monfort e 4′31” su Nibali e al cantabro non resta che superare l’ultimo ostacolo, i 95,6 km pianeggianti che dal circuito di Jarama portano al Paseo del Prado di Madrid.
EHI BASSO, ALLORA CI SEI SEMPRE!
Eccolo di nuovo qua, Ivan il terribile. Basso stacca tutti nella durissima salita verso san Valentino Brentonico e si prende tappa, maglia e, probabilmente, l’intero Giro della Padania. Non avrà avuto di fronte le bocche da fuoco più importanti a livello mondiale, ma intanto è una vittoria che fa morale. E, soprattutto, senza polemiche.
Foto copertina: Basso in azione sulla salita finale (foto Bettini)
Non c’è due senza tre ed il quarto vien da se… Questa volta, però, il famoso proverbio viene smentito ed al Giro di Padania, finalmente, si respira un po’ di aria tranquilla, sia perché i contestatori evidentemente fra Veneto e Trentino Alto Adige ce ne sono meno che in altre regioni italiane, sia perché la tappa arrivava a 1.340 metri di altezza e visto il caldo di questi giorni si è tornati a respirare un po’ di aria sana.
Ed eccolo là, uno degli spintonati dei primi giorni, che stavolta è lui a far dannare l’anima a tutti i suoi avversari (in particolare Pozzovivo e Masciarelli) prima di staccarli definitivamente ed arrivare in perfetta solitudine con un vantaggio abbondante che gli consente di mettere in cassaforte la classifica generale del primo e storico Giro della Padania: non c’è tanta differenza fra la maglia verde di leader e quella della Liquigas-Cannondale, ma intanto è un trofeo in più.
La quarta tappa, già dalle previsioni quella decisiva, si è risolta nella salita finale dopo una partenza tutto sommato tranquilla da Noceto di Parma in attesa di entrare in Trentino. I big rimangono tutti davanti, ma i quattordici chilometri di erta conclusiva sono ostici per diversi e più che sugli scatti ci si basa sulla selezione all’incontrario. Eppure di scalatori, davanti, ce ne sono diversi: lo stesso Basso, Sella, Baliani, Masciarelli e Rebellin (anche se non si può certo chiamare scalatore puro).
Ed è proprio il capitano della Liquigas-Cannondale, che non si accontenta del solo successo di Elia Viviani, a scatenare la bagarre: a sette chilometri dal traguardo, con diversi avversari oramai al gancio, va in progressione ed a farne le spese è lo scricciolo lucano Pozzovivo. Davanti rimangono in due, Basso e Masciarelli, ma dopo altri 2.500 metri il ritmo del capitano Liquigas è troppo anche per l’uomo Astana che molla la presa e vede il varesino allontanarsi. A quel punto lo stesso Basso cerca di guadagnare il più possibile, resistendo bene ad un ritorno prepotente di Giovanni Visconti che scalatore puro non è ma, come sempre, è stato bravo a gestirsi. Il campione italiano chiude a 52” da Basso, mentre Masciarelli è sul gradino più basso del podio a 1’08”. Alle sue spalle Baliani, Rebellin, Sella, Stortoni, un Pozzovivo in crisi nera (in sette chilometri ha perso tre minuti) e Chiarini a chiudere la top-10.
Classifica oramai cristallizzata e rivoluzionata rispetto alle tre frazioni iniziali con i velocisti davanti: Ivan Basso saldamente in testa e pronto alla vittoria finale.
Oggi ultima tappa, da Rovereto a Montecchio Maggiore in provincia di Vicenza: 170 chilometri con un percorso finale da ripetere per tre volte anche se di difficoltà ci sono soltanto all’inizio con il Gpm del Pian delle Fugazze che servirà, però, soltanto per assicurarsi la classifica del Gran Premio della Montagna. E poi calerà il sipario su questo Giro della Padania.
Saverio Melegari
GILBERT, CHI LO FERMA PIU’?
Nessuno sembra in grado di fermare il fuoriclasse vallone che grazie a una serie di scatti negli ultimi 15 km domina anche un durissimo GP Québec con il solo Gesink che ha tentato di contendergli la vittoria fino al traguardo. In evidenza Ponzi, Marcato e Trentin, deludono Gerrans e Boasson Hagen
Foto copertina: Gilbert si impone nella seconda edizione del Grand Prix Cycliste de Québec (foto Rob Jones)
Malgrado l’assenza del vincitore uscente Voeckler (Europcar) la seconda edizione del GP Québec, dopo l’antipasto della prova sprint che ha visto il successo di Morkov (Saxo Bank), ha presentato un campo partenti di primissimo livello a partire dai grandi favoriti Gilbert (Omega Pharma) e Boasson Hagen (Sky) che nelle previsioni della vigilia avrebbero dovuto vedersela con Gerrans (Sky), Gesink (Rabobank), Hesjedal (Garmin), Samuel Sanchez (Euskaltel), Andy Schleck (Leopard), Van Garderen (Htc), Bole (Lampre), Leipheimer (Radioshack) e Rojas (Movistar) con i nostri Ballan (Bmc), Ponzi (Liquigas), Pozzato e Di Luca (Katusha) e Marcato (Vacansoleil) pronti a dire la loro. Il percorso di 201,6 km sulle strade di Québec City era identico a quello di un anno fa, 16 giri di un circuito di 12,6 km pianeggiante nei primi 9 e caratterizzato nel seguito da due brevi strappi, la Côte de la Montagne e la Côte de la Potesse, con gli scollinamenti al km 9,3 e al km 10,7 e da un arrivo in leggera salita: in apparenza nulla di particolarmente impegnativo ma i metri di dislivello da superare erano quasi 3000 e alla lunga si sono fatti sentire nelle gambe dei corridori.
La fuga di giornata è stata quella di Herrada (Movistar), Hurel (Europcar) e Salerno (Liquigas), rimasti in avanscoperta per 12 giri con un vantaggio massimo di 4′25” sul gruppo tirato dapprima dalla Sky e in seguito dalla Garmin. Una volta ripresi i tre è stato Vandevelde (Garmin) il primo ad accendere la battaglia e da lì in poi è stato un susseguirsi ininterrotto di attacchi che però non hanno mai avuto il via libera del plotone; tra i più attivi Bertagnolli (Lampre e soprattutto il 23enne Trentin (Quickstep), passato al professionismo da poco più di un mese, che si è prodotto in una serie di scatti che lo hanno portato al comando insieme a Rui Costa (Movistar) all’inizio del penultimo giro, mentre la forte andatura e la successione delle salite hanno prodotto una selezione spietata facendo sì che il plotone perdesse elementi importanti tra cui Boasson Hagen, Bole e Samuel Sanchez.
A 25 km dal traguardo Trentin e Rui Costa sono stati raggiunti da Tuft (Spidertech), Roulston (Htc), Stangelj (Astana), Pasamontes (Movistar) e Deignan (Radioshack) ma l’azione decisiva è stata quella promossa sulla Côte de la Montagne dal nostro Marcato (Vacansoleil) che seguito da Gesink, 3° nel 2010, e Gilbert si è riportato sul gruppetto di testa: il campione belga ha proseguito nell’azione sulla Côte de la Montagne e ha tirato fuori il plotoncino che si è giocato la corsa con Leipheimer (Radioshack), Uran (Sky), Wegmann (Leopard), Clarke (Astana), Leukemans (Vacansoleil), un finalmente competitivo Ciolek (Quickstep) e il sempre più positivo Ponzi (Liquigas) oltre ai citati Gesink e Marcato.
Che contro Gilbert ci fosse poco da fare lo si è capito nell’ultimo passaggio sulla linea traguardo quando il vallone senza scattare ma semplicemente aumentando l’andatura là dove la strada tirava leggermente si è levato tutti di ruota e ha guadagnato circa 15”; il leader dell’Omega Pharma non ha comunque insistito nell’azione e nel successivo tratto pianeggiante si è lasciato riprendere dagli inseguitori. Nell’ultimo passaggio sulla Côte de la Montagne Gesink ha tentato il tutto per tutto con Ciolek e Gilbert unici in grado di rispondergli ma nulla ha potuto almeno in un primo momento di fronte al contrattacco del belga: gli ultimi 3 km sono stati un entusiasmante duello con lo scalatore olandese che non ha mollato mantenendosi a non più di 20 metri dal rivale che ha rilanciato ogni qual volta lo vedeva avvicinarsi e che alla fine ha avuto la meglio conquistando l’ennesimo successo della sua trionfale stagione. Encomiabile comunque Gesink che negli ultimi metri si è riportato nella scia del belga chiudendo con lo stesso tempo mentre Uran ha chiuso 3° a 9”, Wegmann 4° a 14”, il 38enne Leipheimer autore a sua volta di una stagione strepitosa malgrado un Tour de France condizionato dalle cadute 5° a 15”, Leukemans e Ponzi 6° e 7° a 23” e Marcato 8° a 25”: anche nelle posizioni di rincalzo i corridori sono arrivati sparpagliati in diversi gruppetti il che la dice lunga sulla difficoltà della corsa. Domenica si replica son l’altra nuova classica canadese, il Gp Montrèal che nella passata edizione è stato vinto per distacco da Gesink davanti a Sagan ed Hesjedal.
Marco Salonna
09-09-2011
settembre 10, 2011 by Redazione
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VUELTA A ESPAÑA
Lo spagnolo Igor Anton Hernandez (Euskaltel-Euskadi) si è imposto nella diciannovesima tappa, Noja – Bilbao, percorrendo 157,9 Km in 3h53′34″, alla media di 40,562 Km/h. Ha preceduto di 41″ l’italiano Marzio Bruseghin (Movistar Team) e di 1′30″ il tedesco Nerz. Lo spagnolo Juan Jose Cobo Acebo (Geox-TMC) ha conservato la maglia rossa, con 13″ e 1′41″ sui britannici Froome e Wiggins. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Cannondale), 7° a 4′31″.
GRAND PRIX CYCLISTE DE QUEBEC
Il belga Philippe Gilbert (Omega Pharma-Lotto) si è imposto nella classica canadese, percorrendo 201,6 Km in 5h03′08″, alla media di 39,903 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Gesink e di 9″ il colombiano Uran Uran. Miglior italiano Simone Ponzi (Liquigas-Cannondale), 7° a 23″.
GIRO DI PADANIA
L’italiano Ivan Basso (Liquigas-Cannondale) si è imposto nella quarta tappa, Noceto – San Valentino di Brentonico, percorrendo 175 Km in 4h36′38″, alla media di 37,956 Km/h. Ha preceduto di 48″ e 1′02″ gli italiani Giovanni Visconti (Farnese Neri-Vini Sottoli) e Francesco Masciarelli (Astana). Basso è il nuovo leader della classifica, con 52″ su Visconti e 1′08″ su Masciarelli.
TOUR DE L’AVENIR
Il francese Romain Bardet si è imposto nella quinta tappa, Champagnole – Le Salève, percorrendo 171,5 Km in 4h37′03″, alla media di 37,141 Km/h. Ha preceduto di 3″ il danese Hansen e di 12″ il colombiano Chaves. Miglior italiano Mattia Cattaneo, 8° a 33″. Il canadese David Boily ha conservato la testa della classifica, con 7″ su Chaves e 21″ sul norvegese Laengen. Miglior italiano Cattaneo, 4° a 31″.
BUTRA HEIDELBERG CEMENT TOUR DE BRUNEI
Il malaysiano Mohamed Salleh (Terengganu Pro-Asia Cycling Team) si è imposto nella terza tappa, circuito di Tutong, percorrendo 86 Km in 1h55′36″, alla media di 44,636 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Manan e l’iraniano Ramin. Il malaysiano Muhamad Adiq Husainie Othman (Malaysian National Team) ha conservato la testa della corsa, con 6″ sull’iraniano Jahanbanian Kamnabi e sull’uzbeko Abrekov.
TOUR OF CHINA
Il russo Alexei Markov si è imposto nel prologo, circuito di Xian, percorrendo 5,6 Km in 6′58″, alla media di 48,229 Km/h. Ha preceduto di 1″ lo statunitense Rosskopf e di 3″ il tedesco Müller. La tappa non era valida per la classifica generale.
TOUR OF MARMARA
Il siriano Omar Hasanin si è imposto nella seconda tappa, Kefken – Akcakoca, percorrendo 126 Km in 2h59′26″, alla media di 42,132 Km/h. Ha preceduto di 47″ e 51″ i turchi Bakirci e Harmanci. Unico italiano in gara Stefano Zanichelli (Konya Torku Seker Spor – Vivelo), 6° a 1′24″. Hasanin è il nuovo leader della classifica, con 55″ su Bakirci e 1′22″ su Harmanci. Zanichelli 5° a 1′44″.
GIRO DEL VENETO E DELLE DOLOMITI
L’italiano Enrico Barbin (Trevigiani Dynamon Bottoli) si è imposto nella prima tappa, circuito di Rossano Veneto, percorrendo 182,3 Km in 4h45′41″, alla media di 38,287 Km/h. Ha preceduto di 2″ il russo Zakarin e di 4″ il bielorusso Papok. L’italiano Gianluca Leonardi (Team Marchiol – Emisfero – Tassullo) ha conservato la testa della corsa con 2″ e 3″ sugli italiani Marco Coledan (Trevigiani Dynamon Bottoli) e Andrea Dal Col (Trevigiani Dynamon Bottoli)
CHIAVE DI VUELTA: FLOP SKY NEL GIORNO PIU’ BELLO DI ANTON
settembre 10, 2011 by Redazione
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Non poteva esserci sceneggiatura migliore per il basco che dopo una Vuelta passata a rincorrere trionfa sulle strade di casa là dove la corsa tornava dopo 33 anni, mentre Froome e compagni perdono l’occasione di attaccare in maniera più decisa Cobo cui non resta che superare l’ostacolo del Puerto de Urkiola nella tappa di Vitoria per portare la maglia rossa fino a Madrid.
Foto copertina: l’inutile tentativo di Froome sul Vivero (www.lavuelta,com)
Igor Anton era reduce da una Vuelta 2010 in cui aveva vinto due tappe e si era ritirato per una caduta nella tappa di Peña Cabarga quando era al comando della classifica generale e da un Giro in cui aveva staccato tutti sullo Zoncolan sebbene il giorno dopo fosse andato in crisi sul Fedaia abbandonando i sogni di podio: per tali ragioni il basco era considerato dalla maggioranza degli addetti ai lavori come il favorito di questa Vuelta ma già nella tappa di Sierra Nevada ha dimostrato di non avere il passo dei migliori e giorno dopo giorno è uscito dalle zone alte della classifica generale. Nelle ultime tappe però Anton aveva dimostrato di essere in crescita con il 6° posto dell’Angliru e il 5° di Peña Cabarga e quella di Bilbao, a pochi km dal suo paese natale, era l’occasione giusta: il capitano dell’Euskaltel si è lanciato in fuga insieme a Dyachenko, al gregario Verdugo e a un Bruseghin di nuovo generosissimo, e senza dubbio il suo stato di forma non sarà sfuggito al ct Bettini in cerca di uomini di fatica per Copenhagen, ma criticabile sul piano tattico. Di fronte a migliaia di magliette arancioni e di bandiere bianco-rosso-verdi dei Paesi Baschi che ne hanno moltiplicato le energie Anton ha fatto il vuoto sull’Alto el Vivero ed è andato a conquistare la vittoria più bella della sua carriera.
Era però anche la tappa in cui Froome avrebbe dovuto attaccare per tentare di recuperare i 13” che lo separavano in classifica da Cobo, e da questo punto di vista qualcosa non ha funzionato. Lovkvist ha fatto il forcing nel primo passaggio del Vivero e ha continuato a tirare tutto solo per decine di km riducendo fino a 1′30” il distacco dai fuggitivi, ma Anton e Bruseghin sono stati sottovalutati dal Team Sky che avrebbe dovuto iniziare a tirare molto prima invece di attendere che il vantaggio superasse i 6 minuti. Questo è stato il primo errore dei britannici, e il secondo si è consumato lungo la seconda scalata del Vivero: Froome avrebbe dovuto attaccare fin dalle prime rampe e invece è stato Wiggins a mettersi in testa con un’andatura che non faceva certo paura a Cobo e quando il suo compagno in vista dello scollinamento si è deciso a lanciare il suo attacco era ormai troppo tardi per mettere in difficoltà la maglia rossa che ha risposto prontamente.
Le residue speranze di Froome di riprendersi il primato colpevolmente lasciato nella tappa di Estacion de Moñtana Manzaneda sono affidate al Puerto de Urkiola, ultima salita della tappa di 185 km che da Bilbao porta a Vitoria. L’ascesa di 5,5 km, teatro da anni della Subida a Urkiola e cara a Leonardo Piepoli che ci ha vinto 4 volte ma anche a Cobo che vanta un 2° e un 3° posto, è molto impegnativa con una pendenza media che sfiora il 10% ma i 46 km che la separano dal traguardo potrebbero rappresentare una spada di Damocle per Froome a meno che non riesca a staccare molto nettamente il suo rivale: sta di fatto che per il britannico sarà pressochè impossibile conquistare abbuoni nella tappa di Madrid e dunque dovrà tentare il tutto per tutto.
Marco Salonna
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI BILBAO
settembre 10, 2011 by Redazione
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Ecco l’oramai consueta rubrica di approfondimento delle grandi corse a tappe della stagione 2011. Adesso tocca alla Vuelta per la quale, come al solito, vi proporremo la rassegna stampa internazionale, i commenti dei tifosi, l’illustrazione delle singole tappe, le previsioni meteo e il racconto di una “Vuelta che fu”
Foto copertina: Bilbao, Museo Guggenheim (vadoincollina.files.wordpress.com)
VUELTA A ESPAÑA, VUELTA DEL MUNDO
Igor Anton, profeta in patria. Bruseghin: “Era più forte” (Gazzetta dello Sport)
Froome primed for final push to victory (The Independent)
Baskerne fik ønskesejr i Vueltaen (Jyllands-Posten)
Baskerne får ønskesejr i Vueltaen (Sporten.dk)
Chris Anker i flot Vuelta-offensiv (Politiken)
Igor Antons store dag (Adresseavisen)
Anton devant les siens (L’Equipe)
Antón gana en el regreso apoteósico al País Vasco (AS)
GigAntón sacude su rabia en casa (Marca)
Antón se impone en Bilbao (El Mundo Deportivo)
Anton gagne dans son jardin (Le Soir)
Anton triomphe devant les siens; Cobo et Froome se neutralisent (Sud Presse)
Igor Anton haalt slag thuis voor eigen volk (De Standaard)
Anton vainqueur, Cobo toujours leader(La Dernière Heure/Les Sports)
Igor Anton s’impose à Bilbao (L’Avenir)
Igor Anton haalt slag thuis voor eigen volk (Het Nieuwsblad)
Anton maakt Basken gek (De Telegraaf)
Anton wins Vuelta stage; Cobo mantains leads (Usa Today)
BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Prima della tappa
Mauro Facoltosi: Prevedete battaglia tra Froome e Cobo sul Vivero?
Vedo23: Potrebbe esserci qualche movimento per conquistare gli abbuoni ai traguardi volanti, ma temo che la Geox farà ancora di tutto per lasciare andar via una fuga, preferibilmente con ampio margine. Tuttavia oggi ci sarà anche l’Euskaltel a tenere cucita la corsa (se non riuscisse a piazzarne qualcuno valido in fuga ovviamente) per tentare qualche attacco nelle salite finali.
Howling Wolf14: C’è ancora qualche possibilità per il nostro Montaguti di attaccare Moncoutié. Credo che però avrà tutta la Cofidis contro. Ieri Sijmens gli ha sottratto un sacco di punti, oggi sarà durissima.
Dopo la tappa
Hotdogbr: pollice verso alla Sky: era questa la giornata giusta per attaccare Cobo e in effetti ci hanno provato ma lo hanno fatto male, prima dando troppo spazio a Bruseghin e ad Anton, non due carneadi ma due dei corridori più forti della Vuelta negli ultimi giorni, e poi con Froome che doveva attaccare all’inizio dell’ultima salita e non quando ormai si era quasi in vetta, magari non sarebbe ugualmente riuscito a staccare Cobo ma la sua azione sarebbe stata molto più incisiva
Fricius: vero, ma con 15 km di discesa e piano dopo, c’era comunque poco spazio per sorprese.
Hotdogbr: ma Froome è più forte in pianura di Cobo e se avesse attaccato subito, il che significava eliminare tutti gli altri, e fosse riuscito a staccare anche di pochi secondi lo spagnolo in salita poi avrebbe aumentato il vantaggio
Vedo23: Sì ma dietro c’era anche Menchov e altri 2 compagni di Cobo che potevano tirare…
Secondo me, specie dato che la Sky era rimasta solo con il bravissimo Lonvquist (non mi ricordo come si scrive, scusatemi! ), sul primo passaggio della salita finale doveva partire Wiggins, magari tirandosi dietro Mollema. Allora sì che Cobo sarebbe stato tra due fuochi, costretto in ogni caso a far lavorare la squadra e, chussà, a subire poi un attacco finale di Froome. In ogni caso non è ancora finita… Speriamo ci sia ancora battaglia domani!!
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
LA TAPPA CHE VERRA’
Su questa tappa i tifosi si stanno dividendo. C’è chi ritiene che oggi Froome e la Sky possano, se metteranno in pratica una strategia di corsa migliore di quella vista ieri, ribaltare la situazione in classifica; altri, invece, pensano che non ci sia più nulla da fare, carte alla mano di un’ultima tappa di montagna dove, a 46 Km dalla conclusione, si chiuderanno baracca e burattini per gli scalatori e poi sarà tutta pianura. La colpa di questo disegno infelice non è tanto degli organizzatori, quanto delle autorità basche che, per il gran ritorno della Vuelta in queste terre, hanno chiesto sul percorso i grandi “nomi”, Bilbao ieri e Vitoria oggi. E, si sa, generalmente i grandi centri non sono mai troppo prossimi alle montagne, come testimoniano proprio gli arrivi a Vitoria del Giro dei Paesi Baschi, spesso decisisi allo sprint. E’ un peccato perchè fino al 138° Km di gara questa era ancora una tappa ad elevato rischio di ribaltoni, complice la presenza di due ascese non lunghissime ma impegnative. Interessante in particolar modo sarebbe stato il Puerto de Urkiola che, assieme all’Jaizkibel della Clásica de San Sebastián, è la salita più celebre dei Paesi Baschi. I suoi 5,5 Km al 9,2% fino al 2009 sono stati il principale campo d’azione della corsa nota come Subida a Urkiola, vinta l’ultima volta da Igor Antón, il corridore che si è imposto ieri a Bilbao. Con queste premesse il rischio di assistere ad un tappa noiosa sarà elevato. Sicuramente ci sarà una fuga e il gruppo potrebbe prendersela comoda, facendo il gioco degli attaccanti. E se questi dovessero non facerla, dietro potrebbe tentare di tener duro anche qualche velocista, che così avrà la possibilità di contendersi un traguardo decisamente insperato. Ovviamente, altro spessore avrà questa giornata se i primi della classifica renderanno questa corsa una corrida, per la gioia degli appassionati di grande ciclismo.
METEO VUELTA
Bilbao : poco nuvoloso, 24,3°C (percepiti 26°C), venti moderati da NNW (13-14 Km/h), umidità al 76%
Vitoria : nuvole sparse, 25,6°C (percepiti 27°C), venti moderati da NNE (21-22 Km/h), umidità al 56%
C’ERA UNA VUELTA
Dopo avervi narrato, attraverso i titoli dei giornali dell’epoca, il Giro del Centenario dell’Unità (1961) e il primo Tour vinto da Indurain (1991), ora vi proporremo il ricordo della Vuelta del 1956, la prima conquistata da un italiano, Angelo Conterno. Giusto 55 anni fa.
Titoli dal quotidiano spagnolo “El Mundo Deportivo”
Altimetrie e grafici dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessibile selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)ù
15a TAPPA: SAN SEBASTIAN – BILBAO
DE FILIPPIS VENCEDOR, EN SOLITARIO, DE LA “ETAPA REINA”, SAN SEBASTIAN – BILBAO, DE LA VUELTA CICLISTA A ESPAÑA (G.P. FIRESTONE)
Loroño, despegando el líder en la escalada de Santo Domingo, se situa a 43 s. del mismo, en la general – Bahamontes en la cima del Urquiola, era maillot amarillo – Grandes actuaciones de los catalanes Chacon y Serra, que avanzan al quinto y decimo de la general – Hundimiento del equipo francés – De Filippis, primero del G.P. de la Montaña [termine illeggibile] – España sigue al frente de la clasificación por equipos
ARCHIVIO ALMANACCO
Selezionare la voce “Vuelta″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)
ANTON PROFETA IN PATRIA
Il corridore della Euskaltel si impone a Bilbao nel giorno del ritorno della Vuelta nei Paesi Baschi grazie ad una lunga fuga. Ultimo ad arrendersi Marzio Bruseghin, secondo al traguardo. Poco convinto l’atteso attacco di Chris Froome, che non mette in discussione la leadership di Cobo, sempre al comando per 13’’. Domani le ultime salite, molto distanti però dal traguardo di Vitoria.
Foto copertina: Igor Anton grida la sua gioia al termine della 19a tappa (foto Jaime Reina)
È un tripudio arancione ad accogliere sul traguardo di Bilbao il trionfo di Igor Anton, leader basco di una squadra basca nel giorno del ritorno della Vuelta nei Paesi Baschi, 33 anni dopo l’ultima visita. Una vittoria fortemente voluta e cercata sin dal mattino, quando i padroni di casa sono riusciti ad inserire in fuga, oltre all’eroe dello Zoncolan 2011, il preziosissimo Gorka Verdugo, in compagnia di Marzio Bruseghin e Aleksandr Dyachenko. Proprio il meno blasonato dei due Euskaltel si è sobbarcato larga parte del lavoro, consentendo al quartetto di testa di approcciare il primo passaggio sull’Alto del Vivero con oltre 4’ di vantaggio nei confronti di un plotone guidato dagli uomini del Team Sky.
Proprio questi ultimi, con Thomas Lovkvist in particolare, hanno provveduto a scremare significativamente il gruppo, ridottosi ad una trentina di unità, e riportatosi, in corrispondenza del GPM, a 2’ e mezzo dai primi, tra i quali Bruseghin si segnalava per una fin eccessiva generosità.
Generosità pagata a carissimo prezzo in occasione del secondo passaggio, allorché, all’imbocco della salita, Anton ha innestato la sua progressione, dopo che già Dyachenko – talmente stremato da perdere contatto su uno zampellotto – e Verdugo – lasciatosi sfilare sulle prime rampe – erano usciti dai giochi. Pur non mollando mai del tutto, il 3° classificato del Giro 2008 ha lasciato per strada secondi chilometro dopo chilometro, non riuscendo a riavvicinarsi allo scatenato iberico neppure nel tratto pianeggiante conclusivo, sulla carta più adatto alle caratteristiche del nostro portacolori.
Oltre alla esagerata baldanza di Bruseghin, a garantire ad Anton il suo giorno di gloria hanno provveduto poi gli uomini del gruppo, riportatisi ad appena 1’ e mezzo nel tratto pianeggiante tra le due ascese, sotto l’impulso di un infaticabile Lovkivst, ma poi incapaci di trovare la collaborazione necessaria per dare seguito agli sforzi dello svedese, a dispetto della presenza di alcuni elementi spendibili superstiti. E anche durante la scalata, solamente dopo che atleti quali Rodriguez, Rohregger, Perget, Sorensen, Txurruka e Marzano avevano avuto modo di avvantaggiarsi è iniziato il forcing – ad onor del vero non propriamente irresistibile – di Bradley Wiggins, volto a lanciare l’attesa offensiva di Froome.
L’attacco del 2° della generale si è però fatto attendere più del previsto (e forse del dovuto), ed è per di più arrivato in uno dei tratti più agevoli dell’ascesa. Cobo non ha così avuto difficoltà a rintuzzare l’azione dell’unico serio avversario rimasto, costringendo il Team Sky, che avrebbe probabilmente potuto gestire meglio i due corridori ancora in altissima classifica (sempre 3° Wiggins, davanti ad un Mollema che quest’oggi non ha neppure provato a colmare i 22’’ che lo separano dal podio). Nemmeno gli 8’’ di abbuono riservati al 3° classificato hanno potuto alterare le distanze tra i primi due della generale, giacché Chris Anker Sorensen ha resistito al ritorno del gruppo nei pochi chilometri pianeggianti finali, venendo però agguantato nei metri finali dai contrattaccanti Zubeldia e Nerz, con quest’ultimo capace di bruciare sul traguardo il più esperto spagnolo per il gradino più basso del podio.
L’ultima chance a disposizione di Froome per dare l’assalto al primato di Cobo è dunque rappresentata dalla frazione di domani, che porterà i corridori da Bilbao a Vitoria, attraverso 185 km e quattro GPM, concentrati però nei primi tre quarti di gara. L’ultima e più impegnativa asperità, il Puerto de Urkiola, terminerà infatti a 47 km dal traguardo, la quasi totalità dei quali in pianura. L’unica carta a disposizione del britannico e della sua formazione potrebbe essere quella di anticipare l’ascesa e giocare d’anticipo, correndo però il rischio di compromettere un risultato su cui non molti avrebbero scommesso tre settimane fa. Più facile pensare che ad azzardare sia qualcuno dei grandi delusi della corsa, da Nibali a Rodriguez, passando per Van den Broeck. Alla capacità di sfruttare uno di questi eventuali treni potrebbero essere legate le ultime speranze britanniche di spodestare l’attuale capoclassifica.
Matteo Novarini
VUELTA NOSTRAM -18a TAPPA: LEÓN – PALENCIA
Dopo Giro e Tour abbiamo completato l’opera mettendoci anche a “pennellare” ipotetici tracciati anche per la Vuelta di Spagna. Rispetto alle altre due corse ci siamo lasciati più condurre dalla fantasia, pur cercando di conservare un certo legame con le altre due nostre “creazioni” (la “caccia” ai patrimoni UNESCO”), pensando ad una Vuelta transfrontaliera che, con l’esclusione del principato d’Andorra, toccherà tutte le nazioni confinanti, a partire dal Marocco.
18a TAPPA: LEÓN – PALENCIA
C’è poco da dire su questa frazione, che sarà l’ultima per destinata ai velocisti. Il percorso è facilissimo, sia per il basso chilometraggio, sia per l’altimetria prevalentemente pianeggiante. Unica difficoltà, un modestissimo GPM di 3a cat da superare subito dopo la partenza, parente stretto delle côte di 4a categoria che albergano nella prima settimana del Tour de France.
Siti UNESCO
Léon: cammino di Santiago
Mauro Facoltosi
Di seguito altimetria e planimetria
ARCHIVIO VUELTA NOSTRAM
1a tappa: Circuito di Melilla
2a tappa: Melilla – Al-Hoseyma
3a tappa: Al-Hoseyma – Tétouan
4a tappa: Tétouan – Ceuta
5a tappa: Tarifa – Sanlúcar de Barrameda
6a tappa: Cascais – Sintra (cronometro individuale)
7a tappa: Batalha – Covilhã
8a tappa:Guarda – Peña de Francia
9a tappa:Béjar – Talavera de la Reina
10a tappa: Talavera de la Reina – Alcázar de San Juan
11a tappa: Cuenca – Estación de esquí de Aramón Javalambre
12a tappa: Teruel – Saragozza
13a tappa: Tudela – Estación de esquí de Aramón Formigal
14a tappa: Biescas – Saint-Lary-Soulan (Pla d’Adet)
15a tappa: Pau – Orreaga/Roncesvalles
16a tappa: Palacio de Los Hornillos (Las Fraguas / Arenas de Iguña) – Lagos de Covadonga
17a tappa: Cangas de Onís – La Robla