CASAR VINCE E CONVINCE
Un successo che fa ben sperare quello del corridore francese Sandy Casar, ottenunto nella classica nazionale Paris-Camembert. La sua prestazione sui muri del finale, che gli ha fruttato la prima vittoria stagionale, ha fatto tornare alla mente il successo che ottenne lo scorso anno al Tour de France, nel tappone alpino della Maurienne: si preannunciano altre buone nuove per i transalpini dal loro connazionale alla prossima edizione della Grande Boucle?
Foto copertina: Sandy Casar si impone sul traguardo della Parigi – Camembert (foto Fabrice Lambert)
Sandy Casar vince e convince. Il corridore francese si è aggiudicato con un’ottima prova la Paris-Camembert, tradizionale gara che si svolge ogni anno in Normandia nel mese di Aprile, conquistando così la sua prima vittoria stagionale. Come di consueto la corsa si è svolta su un percorso molto lungo e difficile caratterizzato nel finale da veri e propri “muri” che ricordano quelli della Liegi-Bastogne-Liegi. Dopo un numeroso susseguirsi di attacchi già dalle prime battute, Sandy Casar entra nell’azione giusta insieme a Chérel, Guay e Gautier, ma a dieci chilometri dal traguardo viene raggiunto da altri quattro uomini tra i quali spunta anche il suo compagno di squadra Fedrigo. Mentre nasceva questa azione gli uomini della Europcar hanno cercato di ricucire il gruppo, ma non c’è stato nulla da fare. La battaglia per la vittoria finale si è poi accesa sull’ultima salita, il Mur des Champeaux, dove Casar ha tentato ancora uno scatto guadagnando anche una buona manciata di secondi sui suoi diretti avversari, ma poco prima dell’ultimo chilometro Fedrigo, Hardy, Antomarchi e Médérel sono riusciti a riportarsi sul fuggitivo ricomponendo così il quintetto di testa. Allo sprint finale non c’è stata storia, in quanto Casar ha nettamente battuto Hardy, Antomarchi, Médérel e Fedrigo, conquistando un successo più che meritato. Il francese ha, infatti, dimostrato di avere un’ottima gamba andando in fuga da lontano e cercando di mettere in difficoltà i propri avversari con molti scatti. Inizia quindi bene la sua marcia di avvicinamento al Tour de France, l’appuntamento sul quale, come ogni anno, Casar punta di più. Se confermerà la sua presenza sarà, infatti, il decimo Tour consecutivo che correrà e sarà molto interessante seguirlo nelle tappe di montagna, in quanto l’anno scorso si aggiudicò la tappa che andava da Morzine a Saint Jean de Maurienne, quella che nel percorso prevedeva due cime importantissime come il Col de la Colombière e il Col de la Madeleine.
Carlo Gugliotta
MARZO
aprile 13, 2011 by Redazione
Filed under Davide Rebellin
DAVIDE REBELLIN (squadra in via di definizione)
6 marzo 2011
Cari amici lettori,
In attesa di rientrare alle gare mi limito a simulare delle gare in allenamento. Non è di certo la stessa cosa, manca lo stimolo che solo la competizione ti può dare. Ho inserito nei miei allenamenti il lavoro dietro moto in pianura e in leggera salita con delle volate uscendo dalla scia della moto.. un lavoro molto utile che mi permetterà di rientrare alle competizioni con una buona condizione.
Ciao a tutti e a presto!
15 marzo 2011
Cari amici,
la pioggia di questi giorni mi ha fatto cambiare il programma di allenamento. Preferisco per il momento non prendere freddo e pioggia e ho approfittato per fare altre due sedute in palestra richiamando la forza. In palestra lavoro in modo particolare sulla pressa, senza trascurare addominali e dorsali, molto utili per la bici.
In attesa che rispunti il sole vi saluto.. e a presto!
24 marzo 2011
Cari amici,
la mia preparazione continua nel migliore dei modi e la condizione migliora in vista del mio rientro di fine Aprile. Ho avuto anche l’archiviazione del mio caso dell’olimpiade da parte del TNA e questo mi da ancora più tranquillità per il mio proseguo! Vi terrò aggiornati appena firmerò il contratto con la nuova squadra, che credo e spero sia tra pochi giorni!
A presto.
MARZO
aprile 13, 2011 by Redazione
Filed under Diego Ulissi
DIEGO ULISSI (Lampre-ISD)
15 marzo 2011
Ciao a tutti!
Scusate il ritardo ma gli impegni nelle ultime settimane erano molto fitti e il tempo utile per fermarmi non era molto.
Dopo il Giro di Sardegna, dove mi sono impegnato per far si che i miei capitani esprimessero il meglio, alla Parigi-Nizza ho avuto grandi occasioni per mettermi in mostra e, come avrete visto, è arrivato un grande 2° posto dietro a Voeckler (nella tappa di Nizza, n.d.r.)
Non vi nego che ho ancora tanta curiosità di vedere come finiva allo sprint fra noi due ma i dieci anni di esperienza in più a favore suo hanno fatto la differenza. Comunque non posso che essere contento e sperare in bene nei prossimi appuntamenti.
Ieri ho provato gli ultimi 50 km della Milano-Sanremo a cui parteciperò sabato, poi mi aspetta la Coppi e Bartali.
A presto!!!
Diego
12-04-2011
aprile 13, 2011 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
PARIS – CAMEMBERT
Il francese Sandy Casar (FDJ) si è imposto nella corsa francese, percorrendo 206,5 Km in 5h08′28″, alla media di 40,166 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Hardy e Antomarchi.
CUNEGO VINCE UN APPENNINO VESTITO A FESTA
Anche al Giro dell’Appennino si è festeggiato il centocinquantenario dell’Unità d’Italia e gli sforzi degli organizzatori sono stati premiati da un ordine d’arrivo di tutto rispetto. A giocarsi la classica ligure sono stati i sette componenti del gruppetto di testa, con i nomi più prestigiosi piazzatisi ai piani alto di un ordine d’arrivo che registra il “regale” successo del “Piccolo Principe” Cunego davanti a Sella.
Foto copertina: l’”abbraccio” di Cunego stringe Genova e stritola tutti gli avversari (foto Bettini)
Con il successo di Damiano Cunego è andato in archivio anche la 72a edizione del Giro dell’Appennino che, per rendere omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia, ha trasferito l’arrivo in Via XX Settembre, il salotto buono di Genova. Lo stesso arrivo dove Visconti indossò la sua prima maglia tricolore della sua carriera.
La vittoria del Piccolo Principe, arrivata alla soglie dei trent’anni, fa il paio con quella conquistata sullo storico traguardo di Piazza Arimondi a Pontedecimo nel 2004, anno magico del veronese.
Con un personaggio del calibro di Cunego, tutto l’andamento della gara è stato condizionato dalla sua presenza. Quindi, tolte le consuete scaramucce iniziali, la corsa si è dipanata nel “duello” tra il portacolori della Lampre e la pattuglia di scalatori della Androni Giocattoli, che hanno saputo tenere testa al corridore su tutte le salite, e sono tante, della corsa ligure, tranne che nell’ultimo chilometro, quando il lunghissimo rettilineo in costante ascesa di Via XX Settembre ha indurito le velleità e i muscoli di Emanuele Sella (Androni), Luis Felipe Laverde Jimenez (Cafè de Columbia), Jackson Rodriguez (Androni), Pasquale Muto (Miche-Guerciotti), Josè Rujano Guillen (Androni) e Alessandro De Marchi (Androni), i componenti del gruppo di testa, arrivati nell’ordine alle spalle del vincitore.
Staccato di poco meno di 2” è giunto Giovanni Visconti: per il campione italiano, uno delle poche stelle di prima grandezza presenti all’Appenino, un buon ottavo posto, primo degli inseguitori.
Una nota a margine, la corsa ligure, sempre alla ricerca di ritrovare i fasti del suo recente passato, ha anche subito l’onta di non veder partire la Liquigas-Cannondale. La squadra di Basso, Nibali e dell’imperiese Salerno, pur avendo a libro paga una trentina di corridori, per le numerose concomitanze in calendario e alcuni infortuni, non è riuscita a mettere insieme almeno 5 ciclisti, numero minimo per poter prendere il via.
Mario Prato
LA RISCOSSA DEI QUARANTENNI
Il Giro dei Paesi Baschi è piuttosto tradizionalista e lascia la copertina alla vecchia generazione: 1° Andreas Kloden, 2° Chris Horner. La cronometro finale di Zalla non lascio spazio agli altri protagonisti con il tedesco che, pur finendo dietro a Tony Martin, straccia tutti quanti.
Foto copertina: Kloden premiato quale vincitore dell’edizione 2011 del Giro dei Paesi Baschi (foto Bettini)
Andreas Kloden anni 37. Christopher Horner anni 40. Non sono due illustri disoccupati ma i primi due della classifica generale della Vuelta al Pais Vasco 2011. Tutto merito di una forma ottima (Kloden si era già contraddistinto alla Parigi-Nizza ed al Criterium Internazionale, Horner aveva da difendere il successo del 2010) e di una squadra, la RadioShack, che improvvisamente senza avere il fardello di portare a spasso Lance Armstrong si sta scoprendo anche formazione che le sue corse le può anche vincere.
Dopo la volata di Francesco Gavazzi nella quinta tappa diventata vincente dopo il declassamento di Oscarito Freire per scorrettezze nello sprint finale che aveva fatto sorridere la Lampre-ISD in un giorno dove da Mantova erano arrivate nubi nere su corridori e staff, nella crono finale i due capitani della squadra americana hanno svolto al meglio il loro compito: andare forte contro le lancette.
A dire la verità, Kloden è andato decisamente più forte di Horner visto che l’ex gregario di Jan Ullrich per poco non è riuscito a prendersi anche la tappa, alla fine andata ad uno strepitoso come sempre Tony Martin che tutti lo aspettavano al varco in questi Paesi Baschi per la classifica generale ed invece si è dovuto accontentare della crono finale macinata a ritmi forsennati. E così Kloden, in ritardo di 9” dal suo connazionale dell’HTC, si è messo davanti al nostro Marco Pinotti che ha chiuso con un +24” mettendosi dietro altri cronomen come Fuglsang, Talansky e Monfort.
Ed ecco che l’altro “big” che ci ha dato giù di gas risponde al nome di Robert Gesink: l’olandesone della Rabobank ha provato a fare lo scherzetto come alla Tirreno-Adriatico dove chiuse alle spalle di Cadel Evans, e questa volta invece si è dovuto accontentare del terzo posto a pari merito proprio con Horner che però è rimasto davanti per una questione di centesimi resistendo alla rimonta dell’uomo Rabobank.
Ma i delusi dell’ultima frazione si chiamano Samuel Sanchez e Alexandre Vinokourov. Il capitano dell’Euskaltel, dopo essere stato in testa alla generale per tutta la settimana, ha pagato più di un minuto da Kloden chiudendo nella generale al sesto posto. “Vino”, probabilmente, ha corso sulla difensiva senza esporsi troppo dopo aver già vinto una tappa e si è accontentato dell’ottavo posto ad un minuto e mezzo circa dal capoclassifica. Peggio ha fatto, ma c’era da aspettarselo, “Purito” Rodriguez che non è riuscito a difendere la maglia gialla di leader ed è scivolato fino all’undicesimo posto della generale.
E adesso le Ardenne dove, apparte Kloden, ritroveremo tutti questi protagonisti pronti a scannarsi fra côte e strappi.
Saverio Melegari

Penultima tappa. Freire esulta, ma non sarà lui il vincitore (foto Bettini)

Tony Martin in azione nella crono dell'ultimo giorno (foto Bettini)
LA FORZA DELLA SQUADRA
aprile 11, 2011 by Redazione
Filed under 4) PARIGI - ROUBAIX, Approfondimenti
Ancora un 10 e lode e non poteva che andare al vincitore della classica del pavè, Johan Van Summeren, riuscito a sgominare non solo le pietre dell’Inferno del Nord ma anche una concorrenza di tutto rispetto. Elogi anche per Cancellara e tutte le seconde linee che, per una volta, si sono ritrovate davanti a giocarsi un posto al sole in una delle gare più nobili del calendario.
Foto copertina: Van Summeren esulta sotto il sole della Roubaix (foto Bettini)
Anche questa seconda Classica del Nord si conclude con la vittoria di un corridore, Van Summeren, che alla vigilia non compariva di certo fra i favoriti. Ottima, ancora una volta, la prestazione di Cancellara giunto alle spalle del vincitore. Corsa caratterizzata dalle innumerevoli cadute che hanno coinvolto, e messo fuori gioco, alcuni fra i favoriti come Boonen, Haussler, Pozzato e Chavanel. Disgustosa, ancora una volta, la condotta dei motociclisti al seguito della gara i quali ne hanno più volte influenzato l’esito, spesso in momenti topici. Ottima la prestazione di Alessandro Ballan che ha colto un meritato sesto posto.
Johan Van Summeren: vale il discorso fatto la settimana scorsa per Nuyens, vincitore delle Fiandre. La differenza sostanziale tra le due vittorie risiede nel fatto, però, che Van Summeren ha conquistato il successo dopo che, in fuga per quasi 70 km con un drappello di una ventina di corridori, ha saputo trovare le energie per salutare il resto della compagnia (lungo il famigerato Carrefour de l’Arbre) e percorrere in solitaria gli ultimi chilometri di gara. Dopo i buoni piazzamenti ottenuti in edizioni precedenti della corsa, finalmente anche Johan potrà annoverare, tra i suoi trofei, quello più prestigioso, l’ormai famoso blocco di pavè. Voto : 10 e lode
Fabian Cancellara: se la settimana scorsa potevamo imputargli di aver perso la gara per un errore tattico, questa volta l’atleta svizzero ha corso in maniera ineccepibile. Purtroppo, quest’anno, non può disporre di una squadra attrezzata per affrontare le Classiche del Nord e, conseguentemente, in grado di supportarlo. Così, Fabian, si è trovato stretto nella morsa di due formazioni (BMC e Garmin) che invece hanno saputo, per lo meno la seconda, sfruttare alla perfezione il gioco di squadra. E’ doveroso sottolineare che ha corso con entusiasmo tutta la gara e, anche quando al traguardo mancavano solo pochi chilometri e il successo di Van Summeren era quasi scontato, ha continuato a credere nella vittoria spremendosi fin sulla linea d’arrivo. Voto : 9
Maarten Tjallingii, Gregory Rast, Lars Bak: queste seconde linee hanno avuto l’intelligenza di cogliere il momento opportuno per andarsene dal gruppo di corridori avvantaggiatosi dopo la Foresta di Arenberg. Purtroppo, sulla loro strada, hanno incontrato Van Summeren che è molto più adatto di loro per le corse sul pavè. Rispettivamente 3°, 4°, 5° sul traguardo, possono ritenersi più che soddisfatti. Voto : 8
Alessandro Ballan: tornato a correre la Parigi-Roubaix dopo due anni, si è dimostrato davvero in forma. Dopo aver ricucito tutto solo e con relativa facilità lo strappo creato da uno scatenato Cancellara in uno dei tanti tratti di pavè, evidenziando una condizione di forma superlativa, si è trovato costretto ad obbedire ad una logica di gara della BMC (voto al direttore sportivo : 4) che, per favorire il compagno Quinziato rimasto nel gruppo di testa, ha finito per bloccare ogni eventuale tentativo di Ballan di giocarsi la vittoria. Voto : 8
Thor Hushovd: sicuramente uno dei più in forma insieme a Cancellara, ha finito per correre da stopper per tutta la gara, svoltasi all’insegna dei tatticismi. La Garmin è riuscita, quindi, come la Quick Step domenica scorsa, ad obbligare il campione elvetico ad esporsi in prima persona, assumendosi da solo il peso della corsa. Questa è la dimostrazione che, nel ciclismo di oggi, non solo nelle corse a tappe ma anche in quelle in linea il corridore, anche se campione formidabile, può vincere solo se ha il supporto della squadra. Voto : 7
Juan Antonio Flecha: bravo corridore da pavè, forse i suoi anni migliori sono già passati. Soffre le accelerazioni di Cancellara e Ballan, e, anche nel finale, si è dimostrato il meno brillante tra i favoriti. Riesce comunque ad entrare nella top ten. Voto : 6
Tom Boonen: la sua gara termina, di fatto, lungo la Foresta di Arenberg, dove un incidente meccanico lo mette fuori dai giochi. Bravo nella rimonta successiva, cade quando ormai stava per rientrare sul gruppo di testa. Può consolarsi con la vittoria nella Gand-Wevelgem. Voto : n.c
Filippo Pozzato, Heinrich Haussler, Sylvain Chavanel: altre vittime dell’Inferno del Nord, a differenza di Boonen tornano a casa con l’amaro in bocca per le occasioni mancate. Voto : n.c
Francesco Gandolfi
10-04-2011
aprile 11, 2011 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
PARIGI – ROUBAIX
Il belga Johan Van Summeren (Team Garmin-Cervelo) si è imposto nella classica francese, percorrendo 258 Km in 6h07′28″, alla media di 42,126 Km/h. Ha preceduto di 19″ l’elvetico Cancellara e l’olandese Tjallingii. Miglior italiano Alessandro Ballan (BMC Racing Team), 6° a 36″.
GIRO DELL’APPENNINO
L’italiano Damiano Cunego (Lampre – ISD) si è imposto nella classica italiana, percorrendo 191 Km in 4h27′47″, alla media di 42,795 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Emanuele Sella (Androni Giocattoli) e il colombiano Laverde Jimenez.
KLASIKA PRIMAVERA DE AMOREBIETA
Il francese Jonathan Hivert (Saur – Sojasun) si è imposto nella corsa spagnola, percorrendo 171,6 Km in 4h02′15″, alla media di 42,501 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo López García e il belga Nuyens. Miglior italiano Marco Corti (Geox – TMC), 77° a 11′15″
CIRCUIT DES ARDENNES INTERNATIONAL (Francia)
Terza ed ultima tappa strutturata in due semitappe
Il mattino, il francese Benjamin Giraud (Velo-Club La Pomme Marseille) si è imposto nella prima semitappa, circuito di Charleville-Mézières, percorrendo 66,8 Km in 1h36′10″, alla media di 41,677 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Gianni Meersman (FDJ) e il francese Jules. Meersman ha conservato la testa della classifica, con 16″ sul russo Solomennikov e 18″ sul francese Pichon.
Il pomeriggio, il francese Laurent Pichon (Bretagne – Schuller) si è imposto nella seconda semitappa, circuito di Bogny-sur-Meuse, percorrendo 74 Km in 1h48′13″, alla media di 41,029 Km/h. Ha preceduto allo sprint il lituano Siskevicius e il francese Jules. In classifica si è imposto Meersman con 12″ su Pichon e 16″ su Solomennikov.
GRAN PRIX OF SOCHI (Russia)
Il kazako Ruslan Tleubayev si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Nebug – Krasnodar, percorrendo 163 Km in 3h58′46″, alla media di 40,960 Km/h. Ha preceduto di 2″ i russi Kunshin e Shpilevsky. In classifica si impone il tedesco Björn Schröder (Nutrixxion Sparkasse), con 8″ sull’ucraino Sheydyk e 32″ sul russo Rudaskov.
SUMMER(EN)TIME ALLA ROUBAIX. PER GLI ALTRI, CHIEDI ALLA POLVERE
aprile 10, 2011 by Redazione
Filed under 4) PARIGI - ROUBAIX, News
Van Summeren finalizza la perfetta tattica Garmin in una Roubaix estiva. Nella polvere finiscono Boonen, Chavanel, Pozzato, vittime di cadute e incidenti. Cancellara domato da un Hushovd magistrale si scatena nel finale per fregiarsi almeno del podio, il terzo in tre “monumento”, ma ciò nonostante resta con un retrogusto di bocca asciutta. Buona la gara di Ballan.
Foto copertina: Van Summeren, dalla polvere alle stelle (foto Bettini)
Boonen si staglia nel cuore della foresta di Arenberg, la bici azzoppata, si guarda le dita sporche di olio nero come l’eroe di un kolossal che si scopre ferito a morte. Si asciuga gli occhi, più che le lacrime probabilmente è quel sudore che acceca quando, fermandosi all’improvviso, si gronda senza rimedio.
La gara fin qui era stata regolare: un’evasione precoce che diverrà poi la scommessa del giorno per l’Omega Pharma con Boucher, Greipel e Roelandts (aggregatosi dopo Arenberg); scommessa tuttavia persa, a differenza di quella spregiudicata di Tjallingi, che rilancerà fino al podio, alfiere di una Rabobank complessivamente positiva.
Arenberg, come spesso accade, è la svolta. Una svolta tragica per Boonen, che attende invano un cambio di bicicletta, rifiuta quella di Steegmans sperando di poter contare sul compagno per il recupero, infine riparte con un paio di minuti da recuperare sul gruppo.
Un’altra svolta, però, contraddistingue l’uscita dal micidiale settore: Boom aveva condotto sulle pietre un’offensiva veemente da vero crossista, e quando si torna a mordere l’asfalto promuove un’azione di peso assieme a Roelandts, come detto, e altri rappresentanti di rilievo delle principali squadre. Ci sono ottime seconde punte come Quinziato per la BMC di Ballan, o Van Summeren per la Garmin di Hushovd, Hayman per la Sky di Flecha, Bak per l’HTC, o veri e propri capitani di giornata come Cooke per la Saxo, e Guesdon per la FDJ. In breve queste forze vanno a ingrossare la fuga iniziale, e ad essi si aggiungono altri elementi in un secondo momento altre pedine fondamentali, come Degenkolb dell’HTC (bravo il giovanissimo tedesco), Rasch della Garmin o Leezer della Rabobank, utilissimi a rafforzare la rappresentanza e la capacità di sacrificio delle rispettive squadre, unitamente a Rast, lo svizzero che sarà capitano di giornata per la Radioshack.
Lo scacchiere tattico della giornata è quasi delineato a perfezione: gli ultimi tratti cruciali sono una foratura con successiva caduta di Chavanel, che liquideranno le residue speranze odierne di risultato per la Quickstep, assieme alla definitiva caduta di Boonen. Tom, parallelamente a quanto aveva fatto sul rettilineo finale del Fiandre, sfodera invano una classe e un’energia disperate: recupera quasi integralmente i due minuti di distacco accumulati sul peloton in Arenberg, per un poco aiutato da due compagni, ma ben presto solo, troppo superiore alle retroguardie stremate che sorpassa come un lampo. Un gesto tecnico impressionante, pur nella consapevolezza che il solo compierlo avrebbe tarpato ogni susseguente chance di vittoria (ma l’adrenalina a volte fa miracoli): se non che a poche decine di metri dalla coda del gruppo principale la caduta di un Rabobank travolge inevitabilmente e irreparabilmente anche Boonen. Risalirà in bici sotto la sferza della squadra, ma la sua Roubaix finisce di fatto qui, formalmente qualche inutile decina di chilometri più in là.
In molti, come spesso accade, cadono o rompono. Di meglio senza incidenti avrebbe potuto fare Boom, appiedato dal gruppetto che lui stesso aveva fatto decollare: ritornerà davanti nel finale, ma deprivato di posizioni e minuti preziosi. Il suo esempio, certo, potrebbe dire qualcosa a chi dopo una caduta è affondato, come Sagan (ma la gioventù è più che scusante) o soprattutto Pozzato; pur sempre considerando che c’è caduta e caduta, da alcune ci si rialza più malconci che da altre. Ma questa è l’ordinaria amministrazione della Roubaix.
A questo punto abbiamo davanti un gruppetto corposo, composto di apporti vari, ma senz’altro volenteroso e tutto sommato sostenuto da diverse coppie di squadre importanti. Il distacco oscilla costantemente intorno al minuto, salvo rare puntate intorno ai due. Dietro, Cancellara è costretto a sfiancare l’unico compagno superstite, un O’Grady ancora una volta straordinario nel suo farsi letteralmente uomo squadra: alla Leopard i nomi di spicco non mancano, sarà forse il caso di interrogarsi sulla loro gestione nella stagione e sull’acume strategico di chi siede in ammiraglia. Sa un po’ di beffa il fatto che Cancellara se ne sia andato dalla corte di Riis perché temeva che con Contador la squadra non si sarebbe focalizzata nel sostenere degnamente la campagna del nord cara alla svizzero! Nessun altro ha motivo di collaborare all’inseguimento, men che meno chi davanti possiede possibili corridori già in grado di realizzare delle top ten pur servendo da gregari.
Cancellara, improrogabilmente abbandonato ai -60km, è così forzato a prodursi in una serie di assalti feroci distribuiti negli ultimi dieci settori di pavé, a partire proprio dal durissimo Mons-en-Pévèle. Hushovd non gli concederà mai nemmeno un metro di spazio, mentre Ballan si dimostrerà sempre capace di rientrare in un secondo momento, sfogata la primissima fiammata dei due rivali. In queste occasioni Ballan dimostra invariabilmente una classe sopraffina, la capacità di recuperare gap anche importanti a un certo Fabian Cancellara tanto sulle pietre che sull’asfalto; la domanda è però se queste azioni del veneto fossero dettate da premeditazione (troppo violenta la fiammata di Cancellara così come quella di immediata reazione da parte di Hushovd, più consono alle corde di Alessandro un rientro in progressione considerando che all’esplosione dovesse seguire una velocità più ponderata) oppure da “distrazioni”: il secondo caso configurerebbe un vero spreco di forze di per sé però mirevoli, ma la ripetizione dello schema fa forse propendere per la prima opzione.
Il quarto uomo sarebbe Flecha, che però non mostra mai di avere il guizzo per recuperare quando l’azione è davvero nel vivo.
Cancellara deve così amaramente constatare che, pur esibendo una forma fisica che si direbbe finanche superiore a quella dell’anno passato, la stoccata vincente non è a sua disposizione, in assenza di condizioni di contorno favorevoli se non perfino provvidenziali. Al Fiandre 2010 Boonen collaborò con cavalleria perfino sfrontata e senz’altro esagerata, al Fiandre 2011 scopriamo che con un compagno di fuga più assennato come Chavanel il disco di Fabian non suona più allo stesso modo. Alla Roubaix 2010 la tattica dissennata di altri elementi del gruppetto (ostacolare Boonen e non inseguire Cancellara per distruggere il fiammingo?) favorì la ben nota cavalcata trionfale, alla Roubaix 2011 invece tutti gli altri finalmente si decidono a correre per vincere, fors’anche complice l’eliminazione “autonoma” di Boonen. Avrà un bel lamentarsi Cancellara, bussando perfino alle porte della ammiraglie Garmin e BMC, ma le sue rivendicazioni finali di avere il gruppo “che gli corre contro, per farlo perdere” sono abbastanza ridicole: la Garmin corre per vincere, avendo davanti l’atleta più forte in questa corsa di tutto il blocco dei fuggitivi, e altrettanto fa la BMC, con un rappresentante meno di spicco, ma pure validissimo quale Quinziato, epperò con un leader dietro quale Ballan sicuramente battuto in un finale ristretto tanto dal collega norvegese come dallo svizzero.
Cancellara rinuncia dopo “appena” una ventina di chilometri di assalti all’arma bianca, tira platealmente i remi in barca, e da dietro si materializzano i rientri. Cancellara presumibilmente sta rifiatando, in vista di una sparata finale: la stessa tattica che una settimana fa aveva adottato ai piedi del Muur, per poi provare nel tratto più impervio dell’ascesa una fucilata simile a quella dell’anno prima (abbiamo saputo da calcoli posteriori che quest’anno Cancellara ha scalato i 500m più duri del Muur vero e proprio in soli 5” in più che nel 2010). La Garmin studia e gestisce a meraviglia, recupera Vanmarcke da davanti e pure Rasch, li ruota come in un’orchestra, decide i tempi e i distacchi. Tutti i tentativi di Cancellara sono stroncati dall’implacabile campione del mondo.
Quando i primi raggiungono il Carrefour de l’Arbre, come ampiamente previsto, Van Summeren prende il volo. Lo rivedranno nel velodrono. Si segnala l’inseguimento disperato in particolare di Tjallingi, Bak e Rast, mentre Quinziato è beffato da una rottura della bicicletta proprio nel momento chiave. Passati i -5km là dietro Cancellara spara il suo colpo da finisseur rimuginato da un po’, e stavolta nessuno riesce a tenerlo, probabilmente perché le forze vengono meno assieme alla motivazione. La corsa è decisa, e solo lo svizzero ha il cuore smisurato di svenarsi per un piazzamento: d’altra parte forse ormai è solo lui ad avere qualcosa da dimostrare, ad essere lacerato tra l’umanità che gli fa ribadire quasi ossessivamente “nemmeno io sono una macchina”, e la brama di esibire una superiorità singolare schiacciante. Cancellara si mangia tutti, fuorché Van Summeren, che taglia il traguardo a braccia alzate diciotto secondi prima dello svizzero. Dietro volate e volatine, Ballan buon sesto ma soprattutto terzo “uomo più forte” dopo Cancellara e Hushovd.
Tuttavia la gloria luminosa in cui si è trasfigurata tutta quella polvere è per un uomo solo, e per la sua squadra, finalmente perfetta come un congegno a orologeria. Per gli altri, solo un pulviscolo di punteggi, chiacchere e interviste più o meno compiaciute. Per Boonen e la Quickstep, l’ombra nera di una maledizione.
Gabriele Bugada
09-04-2011
aprile 10, 2011 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
VUELTA CICLISTA AL PAIS VASCO
Il tedesco Tony Martin (HTC-Highroad) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, circuito a cronometro di Zalla, percorrendo 24 Km in 32′16″, alla media di 44,628 Km/h. Ha preceduto di 9″ il connazionale Andreas Klöden (Team RadioShack) e di 24″ l’italiano Marco Pinotti (HTC-Highroad). In classifica si impone Klöden con 47″ sullo statunitense Horner e sull’olandese Gesink. Miglior italiano Ivan Santaromita (BMC Racing Team), 23° a 6′11″.
CIRCUIT DES ARDENNES INTERNATIONAL (Francia)
Il belga Gianni Meersman (FDJ) si è imposto nella seconda tappa, Givet – Vireux-Wallerand, percorrendo 158,4 Km in 4h00′16″, alla media di 39,556 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Solomennikov e il francese Pichon. Meersman è il nuovo leader della classifica, con 12″ su Solomennikov e 14″ sul francese Drujon.
GRAN PRIX OF SOCHI (Russia)
Il russo Sergei Rudaskov (Itera – Katusha) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Nebug, percorrendo 170 Km in 4h16′03″, alla media di 39,836 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Schröder e l’ucraino Sheydyk. Rudaskov è il nuovo leader della classifica, con 5″ su Schröder e 13″ su Sheydyk.
CINTURON CICLISTA INTERNACIONAL A MALLORCA
Il tedesco Stefan Schäfer (LKT Team Brandenburg) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito di Playa de Palma, percorrendo 144 Km in 3h14′30″, alla media di 44,421 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Pacheco Torres e il tedesco Tolles. In classifica si impone lo spagnolo Iker Camaño Ortuzar (Endura Racing)m con 32″ sullo sloveno Valjavec e 58″ sul britannico Bibby
LES CHALLENGES PHOSPHATIERS – CHALLENGE BEN GUERIR
Il marocchino Hassan Zahboune si è imposto nella corsa marocchina. Ha preceduto di 51″ l’algerino Ben Youcef e il marocchino Jelloul
TROFEO EDIL C
L’italiano Mattia Pozzo (Viris Vigevano) si è imposto nella corsa italiana, percorrendo 148 Km in 3h48′, alla media di 38,947 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’ucraino Averin e di 3″ l’italiano Alfio Locatelli (Palazzago Elledent Rad Logistica – MCipollini)