21-01-2011

gennaio 21, 2011 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DOWN UNDER (Australia – World Tour)

L’australiano Cameron Meyer (Team Garmin-Cervelo) si è imposto nella quarta tappa, Norwood – Strathalbyn, percorrendo 124 Km in 2h57′55″, alla media di 41,817 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga De Gendt e di 3″ l’olandese Ten Dam. Miglior italiano Elia Viviani (Liquigas-Cannondale), 14° a 24″ (col resto del gruppo). Meyer è il nuovo leader della classifica, con 10″ su Ten Dam e 12″ sull’australiano Goss. Miglior italiano Manuele Mori (Lampre – ISD), 11° a 28″.

VUELTA AL TACHIRA (Venezuela)

Il venezuelano Jonathan Camargo (Gobierno del Zulia) si è imposto nella decima tappa, Coloncito – La Grita , percorrendo 131,4 Km in 3h26′27″, alla media di 38,188 Km/h. Ha preceduto di 7″ i connazionali Delgado e Becerra. Il venezuelano Manuel Medina (Gobierno del Zulia) conserva la testa della classifica, con 58″ e 1′12″ sui connazionali Murillo e Becerra.

TOUR DE SAN LUIS (Argentina)

L’argentino Leandro Messineo (Argentina) si è imposto nella quinta tappa, Capital del Marmol Onix – Merlo (Mirador del Sol), percorrendo 160,6 Km in 4h04′44″, alla media di 39,373 Km/h. Ha preceduto di 22″ l’italiano Cristiano Salerno (Liquigas-Cannondale) e di 35″ lo spagnolo Palomares. Miglior italiano Ivan Basso (Liquigas-Cannondale), 10° a 45″. Lo spagnolo Xavier Tondo Volpini (Movistar) conserva la testa della classifica, con 34″ sul colombiano Serpa e 37″ sul cileno Arriagada. Miglior italiano Eros Capecchi (Liquigas-Cannondale), 4° a 1′28″.

1992 – IL GIRO DI INDURAIN I

gennaio 20, 2011 by Redazione  
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Note:

1) l’altimetria della 13a tappa è quella alternativa (il punto di “sutura” con il grafico alternativo è dove inizia lo sfondo bianco). Il percorso originario lo trovate in fondo. Sulla planimetria è segnalato il percorso alternativo perchè tale planimetria è stata ridisegnata dalla Gazzetta in occasione del centesimo Giro d’Italia (2017)

2) cliccare sulle altimetrie che “scompaiono” sotto la colonna di destra per visualizzarle nella loro interezza

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1991 – IL GIRO DI CHIOCCIOLI

gennaio 20, 2011 by Redazione  
Filed under 1991

Note

1) Seconda tappa suddivisa in due semitappe
2) L’altimetria della 16a tappa è quello alternativa (percorso originario da Tirano a Selva via Stelvio, intransitabile per neve; il punto di “sutura” con il grafico alternativo è dove inizia lo sfondo con le barre inclinate)
3) L’altimetria della 17a tappa è quella originaria (il San Pellegrino fu sostituito all’ultimo momento con il Fedaia per una frana)

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2011: L’ITALIA CHE SARA’

gennaio 20, 2011 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Basso e Nibali quali carte principali da giocare nei Grandi Giri, Pozzato, Cunego e Ballan a guidare la truppa azzurra nelle classiche, Bennati e Petacchi nei panni di velocisti principi a porre la loro candidatura anche per i gradi di capitano al Mondiale di Copenaghen: questi dovrebbero essere i fari del ciclismo italiani nella stagione 2011 ormai prossima al via. Andiamo ad anticipare le ambizioni e le speranze del pedale tricolore per l’anno che verrà.

Foto copertina: Basso e Nibali (sport.sky.it)

Dalla voglia di conferma di Vincenzo Nibali, unico corridore capace di salire sul podio in due Grandi Giri nel 2010, al nuovo, particolarmente convinto e forse ultimo assalto di Ivan Basso al Tour de France; dal desiderio di rivalsa di Danilo Di Luca e Davide Rebellin ad uno Scarponi finalmente pronto a dare l’assalto al Giro; dalla volontà di Ballan e Cunego di riscattare un 2010 più che deludente ad un Petacchi alla caccia degli ultimi ruggiti. Questi e molti altri i motivi di interesse che il ciclismo italiano offre in vista della stagione 2011 che entrerà realmente nel vivo il 18 gennaio, con l’avvio del Tour Down Under.

Iniziando dal settore che nella passata stagione ci ha sicuramente regalato più soddisfazione, saranno gli stessi artefici dei successi azzurri del 2010 a rappresentare i nostri assi sulle tre settimane. Ivan Basso e Vincenzo Nibali, ancora compagni di squadra in Liquigas, dovrebbero quest’anno decidere di separarsi, rinunciando ad una gara a testa fra Giro e Tour per concentrarsi sull’altra. La leadership in terra italiana dovrebbe andare al siciliano, che, dopo il successo alla Vuelta e il podio del Giro nei mesi scorsi, potrebbe presentarsi a Torino in veste di favorito numero uno per la maglia rosa finale, almeno in caso di assenza dei grandi nomi stranieri (la situazione Contador attende di essere chiarita, mentre la neonata Leopard dei fratelli Schleck ha già fatto sapere di essere intenzionata a schierare come capitani al Giro dei grossi calibri quali Feillu e Monfort, alla faccia della nomina a squadra numero 1 al mondo conferitale dall’UCI malgrado le 0 corse all’attivo). Il varesino dovrebbe invece ricoprire il ruolo di capitano in Francia, con l’intenzione di provare – forse per l’ultima volta, data l’anagrafe – l’assalto al gradino più alto del podio parigino. Per rendersi conto delle reali possibilità di successo di Basso, bisognerà aspettare di conoscere il destino di Alberto Contador, e di capire se effettivamente i fratelli Schleck partiranno completamente alla pari (condizione che deporrebbe certamente a favore delle ambizioni del trionfatore dell’ultimo Giro).

Questa suddivisione del calendario in casa Liquigas potrebbe giovare all’uomo che meglio di tutti ha saputo contenere lo strapotere degli uomini in biancoverde sulle strade dell’ultimo Giro, un Michele Scarponi fresco di approdo in Lampre. Sulla carta, il corridore di Filottrano potrebbe trovarsi a dover condividere i gradi di capitano con Damiano Cunego, ma pare probabile che il veronese metta finalmente da parte ambizioni di classifica su tre settimane per concentrarsi sulle corse immediatamente precedenti il Giro, sulle Ardenne. Il tutto fermo restando che lo Scarponi visto nel maggio scorso non dovrebbe avere difficoltà a guadagnarsi sul campo i gradi di leader se necessario, a danno di un Cunego che, qualora nutrisse ancora il sogno di mostrarsi nuovamente competitivo sulle tre settimane, farebbe probabilmente bene a puntare sulla Vuelta, in cui già ben figurò in preparazione del Mondiale di Mendrisio.

Almeno sulle strade del Giro d’Italia dovremmo poi ritrovare Riccardo Riccò, la cui scelta di firmare per la Vacansoleil pareva aver compromesso ogni chance di ritornare a disputare GT nel 2011, finché l’UCI non ha sorprendentemente deciso di includere la formazione olandese nella cerchia degli UCI Pro Teams. Una notizia resa ancor più significativa dal tracciato della prossima Corsa Rosa, che con la sua penuria di chilometri a cronometro e l’abbondare di salite tra il duro e l’estremo sembra essere stato cucita da un sarto sul minuto scalatore di Formigine.

Da seguire con attenzione anche Marzio Bruseghin, sfortunatissimo in una Vuelta 2010 in cui aveva posto solide basi per poter puntare ad un piazzamento di prestigio, e soprattutto Danilo Di Luca, che, scontata la squalifica che lo ha tenuto lontano dalle gare l’anno passato, tornerà in sella in maglia Katusha, con un particolare contratto a rendimento, legato alle prestazioni che l’abruzzese saprà offrire. Facile pensare che possa essere il Giro d’Italia l’oggetto delle mire di Di Luca, che proprio sulle strade della corsa da lui più amata era stato pizzicato nel 2009, mentre tentava vanamente di scardinare le resistenze di Denis Menchov.

Nelle classiche in cui per anni Danilo è stato protagonista, dal 27 aprile in poi, sulla sua strade potrebbe presentarsi un altro grande nome che ha rifiutato di voler chiudere la sua carriera con una squalifica per doping. Stiamo ovviamente parlando di Davide Rebellin, che da quel giorno sarà libero di ritornare a correre, anche se ancora non è chiaro con quale casacca e con quali obiettivi.

I due veterani si troveranno a dover fronteggiare una concorrenza di connazionali non troppo dissimile da quella lasciata nel 2009. Damiano Cunego sarà probabilmente la principale carta italiana sulle Ardenne e nelle classiche della seconda parte di stagione, corridori da GT – Nibali e Riccò in testa – permettendo. Più orientata verso le gare di primavera dovrebbe essere la stagione di Alessandro Ballan e Filippo Pozzato, attesi a ruoli da protagonisti al Fiandre e alla Roubaix fresca di ristrutturazione del tracciato. Per entrambi è lecito parlare di ricerca di riscatto, dal momento che nel post-Varese il corridore della BMC non ha sostanzialmente più corso ai livelli del biennio 2007-2008, e che anche Pozzato, pur protagonista in alcune fasi della scorsa stagione, nel 2010 ha steccato a causa di un virus la campagna del Nord.

Probabile che debbano invece accontentarsi di ruoli da comprimari atleti quali Giovanni Visconti, Francesco Ginanni, Enrico Gasparotto e Francesco Gavazzi, pur buoni protagonisti della scorsa stagione. A penalizzare i primi due, ed in particolare un Visconti per il quale i tempi per il grande salto di qualità iniziano a stringere, sarà anche la squadra non di primo piano (Farnese Vini per il primo, Androni per il secondo), che impedirà verosimilmente loro di partecipare a gran parte delle classiche di primo piano. Discorso radicalmente diverso – quasi diametralmente opposto – per Gasparotto e Gavazzi, che rischiano seriamente di essere chiusi dai big di Astana (Vinokourov, Davis, Kreuziger) e Lampre (Cunego e Scarponi su tutti, senza perdere di vista i giovani Bole e Spilak).

In un’altra stagione, a questo punto avremmo dovuto proiettarci già verso fine stagione, immaginando quali corridori da classiche avrebbero potuto aspirare ai gradi di capitano della spedizione azzurra al Campionato del Mondo. Il piatto tracciato di Copenaghen lascia però supporre che saranno semmai i velocisti a vedersi costruire attorno le rappresentative più blasonate, ed è pertanto all’interno della non particolarmente folta cerchia delle ruote veloci del nostro movimento che andrà verosimilmente cercato l’erede del ruolo che a Melbourne fu di Filippo Pozzato. Due, ovviamente, i nomi più caldi, quando non gli unici candidati: Alessandro Petacchi, che con gli 8 successi del 2010, di cui due al Tour de France, sembra partire dalla pole position, malgrado il legittimo sospetto che i trentasette anni e mezzo con cui si presenterebbe eventualmente al Mondiale danese possano rappresentare un fardello troppo pesante, e Daniele Bennati, che a 30 anni, dopo due stagioni altamente negative, si gioca forse l’ultima possibilità di tornare ad essere un velocista di punta a livello planetario, nella nuova maglia Leopard-Trek. La ricetta per guadagnarsi la chance della carriera non può che essere una sola: mostrarsi all’altezza degli avversari ben più giovani e ugualmente affamati che hanno fatto razzia di successi nella passata stagione, Mark Cavendish e Tyler Farrar in primis. Difficile, sfortunatamente, pensare che qualche altro sprinter azzurro possa creare imbarazzo al C.T., dato che anche il più promettente prospetto del nostro ciclismo in ottica sprint, Jacopo Guarnieri, dovrà probabilmente accontentarsi in questo 2011 di accumulare altra esperienza.

Manca ormai poco prima che le anticipazioni lascino spazio ai verdetti della strada, con il via del Tour Down Under. Una gara in cui ben poco sembrano dover dire i pochi italiani al via, destinati verosimilmente a ruoli di comprimari in mezzo alle sfide tra Cavendish, Farrar e Greipel, protagonisti attesi di una sfida a tre che potremmo rivedere anche in fasi ben più calde del calendario.

Matteo Novarini

FERRARI SU MACCHINA ANDRONI, E’ SEMPRE POLE POSITION

gennaio 20, 2011 by Redazione  
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Anche nella terza tappa è un portacolori dell’Androni ad alzare le braccia al cielo. È di nuovo Roberto Ferrari ad aggiudicarsi la tappa, sempre alla sua maniera, allo sprint. Dietro di lui finiscono due corridori di casa, gli argentini Crespo e Richeze. In classifica generale tutto invariato in attesa della cronometro di oggi.

Foto copertina: il secondo successo di Ferrari in terra argentina (Luis Barbosa)

Uno schiacciasassi.
Questa l’unica definizione che si può dare alla formazione di Gianni Savio dopo queste prime tre tappe, dominate in lungo e in largo. Sarà anche il loro territorio, visto che fin dai tempi della Selle Italia la squadra di Savio era ben ancorata ai territori sudamericani, ma che un team monopolizzasse in questo modo una corsa a tappe francamente non lo avevamo forse mai visto.
E’ ancora Ferrari ad aggiudicarsi la tappa, anticipando sul traguardo i padroni di casa Crespo e Richeze.
La tappa era stata caratterizzata, come spesso accade, da una lunga fuga neutralizzata in vista del volatone finale. Sembrava che la Liquigas potesse contrastare il predominio, ma per la terza volta si è dovuta accontentare delle briciole: il treno della formazione italiana ha sbagliato le misure del suo treno lasciando troppo allo scoperto Guarnieri, che è stato risucchiato fino al dodicesimo posto. Proprio mentre Guarnieri spariva nelle viscere del gruppo sul lato opposto ne usciva di potenza Ferrari, vincitore della prima tappa, che si scollava di ruota tutti gli inseguitori, regalandosi anche il tempo per zittire tutti sul traguardo.
Due su due per Ferrari, tre su tre per l’Androni che forse oggi vedrà cadere questo primato nella cronometro che, probabilmente, darà un grosso scossone alla classifica. Il compito di Serpa sarà quello di difendersi per poi sferrare domani l’attacco decisivo nella frazione più impegnativa.

Andrea Mastrangelo

FERMI TUTTI, PASSA BLING

gennaio 20, 2011 by Redazione  
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Dopo essersi cucito addosso questo nomignolo, Bling appunto, Michael Matthews fa capire che questo 2011 potrebbe anche essere il suo anno. Il campione del mondo under23 di Geelong vince e convince nella terza frazione del Down Under mettendosi dietro Greipel e Goss, che torna in testa alla generale.

Foto copertina: Matthews taglia quasi incredulo il traguardo di Stirlong (www.skysports.com)

Vent’anni e vincere già in una corsa di World Tour. Vent’anni ed essersi già assicurato una maglia iridata fra gli under23 (portata a spasso giusto qualche giorno visto il suo passaggio immediato fra i “prof”). Vent’anni e poter dire che, forse, Michael Matthews potrebbe essere il primo di “campioncini” mondiali a fare la differenza anche fra i più grandi. Come dimenticarci gente come Grabovskyy o Lagutin o, anche se in misura minore, anche Petrov che sembravano invincibili fra gli under23 e poi sono letteralmente scomparsi al piano di sopra.
Chi si sfrega le mani e sorride non può che essere la Rabobank: in questo inizio di stagione “Bling”, così lo chiamano, ha già vinto tre volte e, se le prime due facevano poco testo in quanto erano in un criterium o poco più, quella di Stirling fa senz’altro più effetto. Ed è la conferma di quanto questo ciclismo australiano stia crescendo e si stia mettendo in mostra in tutto il mondo e questa accoppiata, Goss-Matthews, potrebbe regalare emozioni importanti agli “Aussie”.
Copione ormai consolidato anche per la terza frazione del Down Under, con una piccola variabile: in fuga ci si va sin dal via. E così, dopo nemmeno 500 metri dallo start, ecco il primo affondo di Thomas De Gendt che inizialmente non trova particolare fortuna ma, una volta raggiunto, ci riprova di nuovo e stavolta riesce a portare via il gruppetto buono con Pasamontes, Durbridge e Kuschynski. Dietro, a differenza dei primi due giorni, il plotone ha lasciato abbastanza correre anche perché McEwen, leader dalla mattina, non è che abbia spremuto particolarmente i propri compagni. E così il quartetto è riuscito a guadagnare anche 5’, prima della lenta rimonta da parte del gruppo (ad un certo punto ci hanno provato anche Roe, Madrazo e Kohler, ma senza fortuna) ed il ricongiungimento c’è stato ai -20.
La distanza dal traguardo, però, era ancora notevole, tant’è che qualcuno ha ben pensato di dare qualche sgasata per vedere la reazione di tutti gli altri, proprio quando McEwen e Goss erano alle prese anche con qualche piccolo problemino meccanico. Ammirevoli, dunque, i vari Hermans, Clarke e persino Richie Porte, l’ultimo dei ripresi a tre chilometri dalla fine. Con questo rimescolamento ci si preparava al rush finale in leggera salita, proprio come sul circuito iridato dello scorso settembre dove Matthews fece ciò che riuscì alla perfezione, qualche ora più tardi, anche a Thor Hushovd. E così l’uomo in arancione ha aperto il gas e si è messo dietro, apparentemente senza particolari patemi, i due calibri Greipel e Goss (che aveva forato), col primo che non riesce ancora a vincere con la nuova maglia dell’Omega Pharma.
Il terzo posto di tappa consente a Goss di riprendersi anche la maglia di leader della classifica grazie ai 2” di abbuono (Greipel ne ha presi 4”), scalzando quindi McEwen. Un po’ più in ombra gli italiani quest’oggi con il solo Simone Ponzi che riesce ad entrare nella top-10, e proprio all’ultima piazza. Domani si arriva a Strathalbyn dopo soli 124 chilometri: che sia la volta buona di Greipel?

Saverio Melegari

20-01-2011

gennaio 20, 2011 by Redazione  
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TOUR DOWN UNDER (Australia – World Tour)

L’australiano Michael Matthews (Rabobank Cycling Team) si è imposto nella terza tappa, Unley – Stirling, percorrendo 129 Km in 3h11′47″, alla media di 40,358 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Greipel e l’australiano Matthew Goss (HTC-Highroad). Miglior italiano Simone Ponzi (Liquigas-Cannondale), 10°. Goss torna in testa alla classifica, con 2″ su Greipel e 4″ sull’australiano McEwen. Miglior italiano Manuele Mori (Lampre – ISD), 8° a 14″.

VUELTA AL TACHIRA (Venezuela)

Il venezuelano Eduin Becerra (Alcaldia De Maracaibo) si è imposto nella nona tappa, Cordero – San Simón, percorrendo 167,4 Km in 4h25′18″, alla media di 37,859 Km/h. Ha preceduto di 7″ e 14″ i connazionali Jonathan Camargo e Manuel Medina (Gobierno del Zulia). Quest’ultimo torna in testa alla classifica, con 1″ e 57″ sui connazionali Murillo e Alarcon

TOUR DE SAN LUIS (Argentina)

Lo spagnolo Xavier Tondo Volpini (Movistar) si è imposto nella quarta tappa, circuito a cronometro di San Luis, percorrendo 19,5 Km in 23′23″, alla media di 50,035 Km/h. Ha preceduto di 8″ l’argentino Giacinti e di 15″ lo statunitense Zwizanski. Miglior italiano Ivan Basso (Liquigas-Cannondale), 10° a 45″. Tondo Volpini è il nuovo leader della classifica, con 30″ sul colombiano Serpa e 34>” su Giacinti. Miglior italiano Eros Capecchi (Liquigas-Cannondale), 5° a 1′04″.

KEISSE LASCIA PISTA A BENGSCH

gennaio 19, 2011 by Redazione  
Filed under Giro di pista, News

La mancanza di Keisse, fermato dagli organizzatori su sprone dell’UCI, ha permesso di scoprire agli appassionati della pista un nome nuovo, quello del tedesco Bengsch. In coppia col più navigato connazionale Bartko e contro tutti i pronostici, è riuscito ad imporsi con ampio distacco nella Sei Giorni di Brema, vinta dalla coppia teutonica con ben 2 giri di vantaggi sugli elvetici Marvulli e Aescbach

Foto copertina: il podio della seigiorni di Brema (sechs-tage-rennen.de)

Il caso Keisse condiziona ancora una volta il mondo della pista. La starting list della seigiorni di Brema, infatti, prevedeve il ritorno in coppia del corridore belga col compagno di sempre Bartko, coppia che era scoppiata dopo il caso doping che aveva coinvolto Keisse e le dure dichiarazioni del compagno tedesco.
All’ultimo momento, però, l’UCI è riuscita a convincere gli organizzatori a non far partire Keisse e si è così formata la coppia Bartko-Bengsch, ritenuta debole rispetto ad altre coppie più blasonate.
La coppia tedesca parte, però, subito alla grande e dopo la prima sera comanda già la classifica con 20 punti sui connazionali Mohs e Barth. Il vantaggio aumenta tutte le sere e anche se alle loro spalle gli inseguitori più blasonati se le suonano di santa ragione, loro non abbandonano la vetta, anzi continuano ad aumentare il loro vantaggio, sia in termini di giri che di punti.
Al termine della quinta serata i giochi sono ormai fatti, con i due tedeschi che hanno 1 giro e molti punti di vantaggio sugli svizzeri Marvulli e Aescbach. Nell’ultima serata riescono addirittura a guadagnare un altro giro e a concludere la manifestazione con 2 giri e 33 punti di vantaggio sui secondi.
Sul terzo gradino del podio salgono i giovani danesi Hester e Madsen, coppia che fa già da un po’ parte del mondo delle seigiorni e che può rivelarsi molto interessante in previsione futura.
Brema, intanto, ci regala un volto nuovo, quello del ventisettenne Bengsch, che speriamo non resti chiuso dalla grande concorrenza fra i tedeschi, perché il ragazzo di Francoforte sembra avere le carte in regola per ben figurare anche nelle manifestazioni più importanti.

Matteo Colosio

SERPA PROLUNGA LA FESTA IN CASA ANDRONI

gennaio 19, 2011 by Redazione  
Filed under News

Il corridore colombiano si aggiudica il primo arrivo in salita e strappa la maglia di leader al compagno di squadra, candidandosi come principale favorito per la vittoria finale. Dietro di lui all’arrivo Capecchi, Arriagada e Tondo Volpini.

Foto copertina: Serpa in trionfo sul Mirador del Potrero (www.tour-sanluis.com.ar)

L’operazione “maglia di leader” è un affare di famiglia in casa Androni. Dopo essersi aggiudicati la prima tappa pianeggiante con Roberto Ferrari, è un altro portacolori del team di Gianni Savio ad aggiudicarsi il primo arrivo in salita. Da Juana Koslay al Mirador del Potrero de los Funes erano previsti 156 km non troppo impegnativi che, però, avevano la caratteristica di terminare all’insù. Così negli ultimi chilometri si scatena la bagarre tra i tanti scalatori che hanno deciso di aprire la stagione qui in Argentina.
La spunta, manco a dirlo, un sudamericano. Negli ultimi chilometri Josè Serpa si porta via un gruppetto di quattro uomini che si impegnerà a battere al traguardo: sono Capecchi, Arriagada e Tondo Volpini che, nell’ordine, si piazzaranno sul traguardo. Degne di nota anche le prestazioni di Baliani, giunto sesto a 22″, e di Mauricio Soler, nono a 26″ dopo aver scortato fino in cima il compagno Volpini. Per lui, forse un rimpianto in più dopo la caduta di ieri.
In classifica generale il vincitore di ieri ha lasciato il posto di leader al compagno di squadra, seguito da Capecchi e Tondo Volpini. Niente da fare per Basso che, dato per grande favorito, oggi ha mostrato che la condizione è ancora precaria e per il Tour de San Luis non ci sarà nulla da fare.

Andrea Mastrangelo

TUTTI GIU’ PER TERRA

gennaio 19, 2011 by Redazione  
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Nella seconda tappa del Tour Down Under la volata si trasforma in una lotta a chi finisce prima con la faccia a terra. Tutti i big cadono ed allora ha via libera Ben Swift che conquista una vittoria importante per il Team Sky e si mette alle spalle McEwen e Brown. Perde la maglia di leader Goss che adesso passa sulle spalle proprio del “vecchio” Robbie.

Foto copertina: la caduta di gruppo che ha caratterizzato lo sprint finale (Herald Sun)

Alzi la mano chi avrebbe pensato, solo un mese fa, che nella corsa che decreta l’addio (il secondo) al ciclismo di Lance Armstrong la maglia di leader del Tour Down Under sarebbe finita sulle spalle di Robbie McEwen? Le scommesse sono pari a zero, o giù di lì.
Ed invece il 39enne australiano sta stupendo tutti, forse galvanizzato dalla nuova squadra, proprio la stessa di Armstrong, o forse perché magari si vuole godere l’ultima stagione su discreti livelli prima di passare a fare altro. Fatto sta che in due tappe ha collezionato un secondo ed un terzo posto, ha lo stesso tempo sia di Goss che di Swift ma per il giochino dei punti con i piazzamenti si prende la testa della classifica. Magari ci starà poco, ma intanto c’è.
Così come ci sono le cadute, e tante, che hanno caratterizzato questa seconda frazione da Tailem Bend a Mannum. Prima di descriverle, però, è bene fare un passo indietro rispetto agli ultimi cinque chilometri sul toboga e parlare dell’immancabile fuga di giornata organizzata da Krivstov, Tanner e Docker (alla doppietta personale in Australia), usciti dal gruppo dopo soli 18 chilometri ed arrivati a sfiorare i 4’30” di vantaggio massimo prima di una improvvisa accelerata delle squadre dei velocisti già nella prima parte di frazione. In quel frangente, però, sono usciti dal gruppo Zahner e Roe (entrambi della BMC) con l’aggiunta di Luke Roberts che hanno ripreso i tre al comando che avevano soltanto briciole di vantaggio, riportando il margine sopra il minuto e mezzo per una buona parte di tracciato.
Nonostante lo sforzo, però, si trattava di un gap facilmente colmabile dal gruppo ed allora è stato Roe ad uscire in avanscoperta solitaria quando la fuga non aveva più storia. Per lui un po’ di telecamere e primi piani poi, ai meno cinque, il gruppo se l’è divorato.
Ma, qui, è iniziata un’altra gara. Con il Team Sky in testa per vedere di far vincere qualcosa a Greg Henderson, si è entrati nelle montagne russe finali: ai -4, curva secca e tutti giù. A baciare l’asfalto ci hanno pensato Sutton (l’apripista di Henderson), Cavendish, Goss e Greipel tanto per citare i più quotati per la vittoria di tappa. I due capitani di HTC e Omega Pharma, però, non si sono persi d’animo e sono anche riusciti a rientrare in gruppo per provare a giocarsi la volata ma quasi sotto lo striscione d’arrivo ecco un altro “tutti giù per terra” che li frena definitivamente e che coinvolge un’altra decina di corridori.
Nel frattempo, in testa il Team Sky, nonostante avesse perso i pezzi (Sutton a terra, Henderson disperso) ha mantenuto la lucidità necessaria per provare a vincere ugualmente riuscendoci con il terzo vagone del treno nero-blu, vale a dire Ben Swift che riesce a tenere a bada Robbie McEwen e Graeme Brown, della serie quando gli altri steccano noi ci siamo sempre. Fra gli italiani il migliore di giornata è Francesco Chicchi (che adesso difende i colori della Quick Step) che vuole provare a scaldare la gamba. Domani terza tappa da Unley a Stirling con una salitella leggera nel finale che potrebbe rimescolare ancora una volta le carte in tavola.

Saverio Melegari

Lo sprint vincente di Ben Swift (foto AFP)

Lo sprint vincente di Ben Swift (foto AFP)

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