12-05-2010

maggio 13, 2010 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA
La formazione italiana Liquigas-Doimo si è imposta nella quarta tappa, cronometro a squadre Savigliano – Cuneo, percorrendo 33 Km in 36′37″, alla media di 54,073 Km/h. Ha preceduto di 13″ il britannico Sky Professional Cycling Team e di 21″ lo statunitense Team HTC-Columbia. Maglia rosa è l’italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Doimo), con 13″ e 20″ sui compagni di squadra Ivan Basso e Valerio Agnoli.

FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)
Il lussemburghese Jean-Pierre Drucker (Continental Team Differdange) si è imposto nel prologo, circuito di Schifflange, percorrendo 4,5 Km in 5′34″, alla media di 48,502 Km/h. Ha preceduto il connazionale Poos (stesso tempo) e, di 1″, l’olandese Cohnen. Miglior italiano Fabio Ursi (Team Buergi Fidi BC), 90° a 35″.

BATAVUS PRO RACE
Il tedesco Markus Eichler (Team Milram) si è imposto nella corsa olandese, percorrendo 212,9 Km in 5h28′08″, alla media di 38,929 Km/h. Ha preceduto gli olandesi Schmitz (allo sprint) e Mol (di 1″).

DOBLE SUCRE POTOSI’ – GP CEMENTO FRANCESA (Bolivia)
Il boliviano Oscar Soliz (Ebsa) si è imposto nella prima tappa, Sucre – Potosí, percorrendo 157 Km in 4h40′31″, alla media di 33,581 Km/h. Ha preceduto di 12″ e 2′39″ i colombiani Niño e Ojeda, distanziati in classifica di 16″ e 2′45″.

Larrivo vittorioso del boliviano Soliz sul traguardo di Potosì (www.laprensa.com)

L'arrivo vittorioso del boliviano Soliz sul traguardo di Potosì (www.laprensa.com)

INTERNATIONAL PRESIDENCY TOUR (Iran)
Il tedesco Tobias Erler (Tabriz Petrochemical Cycling Team) si è imposto nella seconda tappa, circuito dell’Azadi Stadium, percorrendo 130 Km in 2h46′31″, alla media di 46,842 Km/h. Ha preceduto di 1″ gli iraniani Ememi e Alizadeh. Erler si porta in testa alla classifica, con 11″ e 39″ sugli iraniani Poor Seied e Mehrabani.

11-05-2010

maggio 13, 2010 by Redazione  
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INTERNATIONAL PRESIDENCY TOUR (Iran)
Il belga Karel Pattijn si è imposto nella prima tappa, cronometro Lavizan – Shahid Bayabi, percorrendo 8 Km in 9′22″, alla media di 51,245 Km/h. Ha preceduto di 15″ gli iraniani Askari e Sohrabi.

NOVARA – NOVI LIGURE: UNA VOLATA DIFFICILE IN CASA COPPI

maggio 13, 2010 by Redazione  
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È predestinata alla volata, ma non sarà facile per le squadre dei velocisti organizzare i treni sulle strade “coppiane”, che accoglieranno il Giro a cinquant’anni dalla tragica scomparsa del Campionissimo. Le principali insidie non saranno i colli più appariscenti, le ascese verso Avolasca e Castellania, ma i più piccoli e serrati saliscendi che proporrà il circuito finale. Si supererà anche uno strappo al 16% in quel frangente e potrebbe bastare a tagliare fuori molti pretendenti alla vittoria: chi si staccherà lassù difficilmente riuscirà a rientrare, complici il traguardo poco distante e le alte velocità di corsa.

Immaginate questo momento di Giro. Un anziano, mischiato tra i tifosi a bordo strada, saluta con la mano il passaggio della corsa rosa. Ha la pelle avizzita per l’età – l’anno scorso ha spento novante candeline – ma il lento e inesorabile trascorrere del tempo non ha cancellato i connotati scavati e spigolosi di un viso nel quale spicca ancora quel naso “futurista”, come ebbe a definirlo un giorno Paolo Conte. La sua maglia non è più bianco-celeste da tempo, ma è lui, è Fausto Coppi. Sarebbe bello se, il 13 maggio del 2010, il Campionissimo potesse applaudire i “girini” dallo stesso palcoscenico dal quale lo avevano osannato i suoi tifosi. Ma non sarà così, una feroce malaria se l’è portato via nel tragico capodanno del 1960, giusto 50 anni fa. Nell’anniversario della sua ultima fuga il Giro renderà nuovamente omaggio all’Airone, tornando a solcare le strade dell’alessandrino. Dodici mesi fa si salì a Castellania andando verso Arenzano, in una frazione adatta alle caratteristiche dei velocisti. Sarà così anche stavolta, nonostante il traguardo di Novi Ligure sia più prossimo alla cima dell’ascesa (47 i Km da percorrere dopo il GPM, rispetto ai quasi 90 dell’anno scorso) e il finale preveda un altro traguardo della montagna e un circuito finale non proprio scorrevole, almeno nella prima parte. Sembra che Zomegnan, tracciando questa tappa, abbia voluto perpetuare anche nell’altimetria il ricordo di Coppi, la cui vita non fu mai piana – né sul piano sportivo, né su quello privato – una continua sovrapposizione di momenti felici ad altri più tristi: le gioie dovute alle imprese sulle strade di Italia e Francia si contrapponevano ai dolori per la morte del fratello Serse e per i dissapori con le donne della sua vita, la moglie Bruna e la “Dama Bianca”, i patimenti fisici causati dagli incidenti di corsa erano cancellati dalle gioie private, come le nascite dei figli Marina e “Faustino”.
Anche la partenza da Novara rientrerà, casualmente e indirettamente, nell’ottica delle celebrazioni coppiane, poiché si ricorderà il dualismo con Bartali muovendo dalla città natale di Saronni, uno dei protagonisti dell’ultima grande rivalità del ciclismo italico, che lo vide contrapposto al trentino Moser.
Il tracciato della quinta frazione si snoderà in totale pianura nei primi 104 Km, poi il Giro 2010 incontrerà le sue prime vere ascese, rendendo un lontano ricordo gli zampellotti affrontati sulla strada di Utrecht. Si tratterà, comunque, di asperità ancora abbordabili, anche se la salita verso Avolasca, la prima prevista dal percorso, presenterà già alcuni tratti impegnativi. Quattordici chilometri più avanti si scollinerà alle porte di Castellania e poi altri 25 Km, nuovamente privi di difficoltà, condurranno al primo passaggio sulla linea d’arrivo e al conclusivo anello di una ventina di chilometri, disegnato sulle primissime pendici dell’Appennino ligure.
Si partirà, dunque, all’ombra della svettante cupola di San Gaudenzio, simbolo di Novara e inconfondibile protagonista dello skyline cittadino. Si tratta dell’edificio in muratura più alto del mondo (122 metri), primato che detiene dal 1953, anno del crollo della guglia della Mole Antonelliana di Torino (opera dello stesso autore, l’architetto Alessandro Antonelli), che fu poi ricostruita in metallo rivestito di pietra. Le si affiancano altri importanti monumenti, quali il battistero del duomo e il complesso del Broletto, uniche vestigia rimaste rispettivamentedella Novara paleocristiana e di quella medioevale.
Lasciata Novara si procederà con decisione verso sud, andando ben presto a “sconfinare”; infatti, per una buona trentina di chilometri si taglierà nel mezzo la Lomellina, estremo peduncolo occidentale della Lombardia, terra il cui pilastro economico è costituito prevalentemente dalla coltura del riso, al pari delle contigue pianure vercellesi. “Capitale del riso”, un titolo condiviso con Pavia e Vercelli, è definito il primo importante centro toccato dall’itinerario di questa tappa, Mortara. Era l’antica “Selva bella” (Pulchra Silva), che poi mutò il nome nel più lugubre “Mortis ara” (altare della morte), in memoria dei numerosi caduti – oltre 70000 secondo la tradizione – nella cruenta battaglia combattuta il 12 ottobre 773 tra le truppe di Carlo Magno e quelle del re longobardo Desiderio. Sul luogo del combattimento, vinto dai Franchi, fu costruita un’abbazia dedicata a Sant’Albino, divenuta in epoca medioevale una tappa della storica Via Francigena, l’itinerario di pellegrinaggio che conduceva da Canterbury a Roma.
Si transiterà poi per Lomello, il centro che ha dato il nome a questa plaga e che a sua volta l’avrebbe derivato per corruzione da quello dei Levi, l’antico popolo d’origine ligure che si era stanziato lungo le rive del Ticino, nei pressi di Pavia. Dopo Pieve del Cairo il percorso del Giro incrocerà per la prima volta il lungo cammino del Po, che sarà varcato per la seconda e ultima volta nove giorni più tardi, in apertura della prima frazione alpina, quella che si concluderà ad Asolo.
Tornati sul “sacro” suolo piemontese e attraversato il centro di Sale, anziché puntare per la strada più diretta su Tortona ci si giungerà compiendo un’ampia digressione attraverso la piana di Marengo, teatro della storica battaglia che fu combattuta il 14 giugno 1800 tra le truppe napoleoniche e quelle della Seconda Coalizione. La tenzone armata non lasciò solo tracce nella politica europea d’inizio XVIII secolo, ma influenzò anche la gastronomia italiana, quando lo svizzero Dunand, cuoco da campo di Napoleone, trovò il modo di cucinare un pollo utilizzando ingredienti di “fortuna”, arrabattati alla bell’e meglio sotto le cannonate. Nacque così il “pollo alla Marengo”, scenografico piatto nel quale il protagonista, il pollo appunto, è quasi sovrastatato dalle sue spalle companatiche: un uovo fritto, funghi, un po’ di vino bianco e i gamberi che il buon Dunand pescò nelle acque del vicino Tanaro.
Dopo questa divagazione gastronomica si entrerà ufficialmente nelle terre dei Campionissimi da Tortona, il centro nel quale terminò la parabola terrena di Fausto Coppi e dove, per un curioso scherzo del destino, è possibile ammirare la reliquia dalla quale scaturì l’arcobaleno di successi che imperlano la carriera di “quello là”, come lo apostrofava spesso l’eterno rivale Bartali: la bici delle prime pedalate, quella utilizzata dal Coppi garzone del salumiere Merlano di Novi Ligure, è esposta in un museo dedicato ai “cavalli d’acciaio”, allestito presso la locale Cantina Sociale, edificio che ci rammenta che questa non è solo terra di campioni ma anche di vini, con ben 60 D.O.C. prodotti nell’alessandrino.
Voltate le spalle alla pianura, ci s’inoltrerà tra i colli, ma ancora per una ventina di chilometri le difficoltà rimarranno ai margini del tracciato di gara, mentre questo comincerà lentamente a salire, guadagnando in questo tratto appena un centinaio di metri di quota. È dopo la minuscola frazione di Grua che la strada si drizzerà con decisione sotto le ruote, puntando verso Avolasca, centro appollaiato sui colli tortonesi, a poco più di 400 metri d’altezza. Il primo sensibile dislivello del Giro sarà superato in 3300 metri di strada, affrontando una pendenza media complessiva del 5,7% e incontrando i tronconi più impegnativi (inclinazioni fino al 12%) nella seconda parte dell’ascesa, resa agevole dalla presenza di una dozzina di tornanti.
Planando con dolcezza ci si porterà a Cerreto Grue, andando poi a intercettare la parte centrale del tracciato della tappa di Arenzano dello scorso Giro. Verrà ora il momento più intenso della tappa, rappresentato dall’ascesa verso Castellania, il paese natale del Campionissimo. Essendo la strada un “cul de sac” i “girini” non saliranno fino al mausoleo nel quale riposano i fratelli Coppi, ma si limiteranno a percorrere i primi 3700 metri dell’ascesa (media del 4,2%, con due tronconi – per quasi mille metri complessivi – all’8,4%), sino al bivio dove svolteranno a destra, per ridiscendere al livello della pianura. Un ricordo tira l’altro, come le ciliegie: di lì a poco si passerà per Cassano Spinola, il paese dove trascorse gli ultimi anni di vita Costante Girardengo, l’Omino di Novi e primo Campionissimo di queste terre, prima dell’avvento di Coppi. L’approssimarsi delle moderne strutture dell’Outlet di Serravalle Scrivia dissiperanno d’un botto le nebbie dei ricordi e riporteranno con i piedi per terra – o meglio, sui pedali – i corridori che, tra breve, taglieranno per la prima volta la linea d’arrivo. Il tratto successivo sarà quello più problematico per i treni dei velocisti che, se vorranno essere sicuri di lanciare con ottime probabilità di successo i propri siluri, dovranno digerire la salita verso Monterotondo. A rendere impegnativo questo finale non è tanto l’ascesa in se, quanto la sua struttura, in realtà costituita da tre strappi indipendenti e ravvicinati. Il primo tratto inizierà subito dopo il passaggio e si protrarrà per 1500 metri, salendo al 2,8% ma con intermezzi facili e sciabolate fino all’8%. Seguitando lungo l’antica strada per Genova (sistemato nel XVI secolo, questo itinerario superava la catena appenninica al Passo della Bocchetta e sarà poi soppiantato dalla più comoda Strada dei Giovi), 2 Km più avanti si affronterà il secondo strappo, mille metri al 3,6% e un altro picco all’8%. L’ultimo balzo sarà il più cattivo, con una feroce stilettata al 16% all’interno di 1,2 Km di strada che salgono al 5,1% medio. I velocisti che non s’incaglieranno su quest’ultimo scoglio e supereranno indenni anche il falsopiano sommitale avranno molte possibilità, una dozzina di chilometri più avanti, di contendersi un traguardo prestigioso, quello della memoria di quell’uomo che, mezzo secolo fa, smosse molti italiani dai loro problemi e li condusse verso le strade, lasciandosi alle spalle le case distrutte dai bombardamenti e aiutandoli a guardare con speranza verso il traguardo del futuro.

LAVORI IN CORSO
Dopoi Cassano Spinola ci si porterà direttamente a Novi Ligure, evitando il passaggio per l’Outlet di Serravalle, che invece sarà toccato nel circuito finale. Questo è stato allungato, portandolo da 22 a 29 Km mediante l’inserimento della salita di Gavi, meno impegnativa rispetto a quella di Monterotondo (che non verrà affrontata). Si passerà in centro a Serravalle Scrivia, prima di transitare dall’Outlet.

I VALICHI DELLA TAPPA
Anche quest’anno vi porteremo alla scoperta dei numerosi valichi che offre l’intricata geografica dello stivale italico e che per molti cicloturisti rappresentano una sorta di “bottino di guerra”. Le prede più ambite sono i passi storici, ma ce ne sono – proprio per la natura frastagliata della nostra nazione – parecchi secondari (il numero di quelli catalogati è di poco inferiore a 3900), che costituiscono un incentivo per andare alla scoperta di nuovi itinerari, poco battuti. Con qualche rara eccezione, i valichi segnalati sono quelli riportati sul testo “Valichi stradali d’Italia”, edito da Ediciclo e realizzato da Georges Rossini. Prima di procedere con l’elencazione segnaliamo che non si deve intendere come “valico” ciascuno scollinamento affrontato dal percorso (per esempio, non lo è nessuna delle tre ascese del circuito finale di Novi): tale definizione spetta esclusivamente ai passaggi stradali (asfaltati e sterrati) che avvengono attraverso una depressione costituita da due sommità e che mettono in comunicazione due valli idrografiche. Può capitare che, lungo una stessa ascesa, si vengano a superare due o più valichi (per esempio, il Passo del Bracco oppure il Falzarego, quando si affronta l’ascesa verso il Valparola).

Bassa Lugrina (359m). Vi transita la SP 125 “Tortona – Avolasca”, tra Avolasca e il bivio per Tassare. Il percorso della quinta tappa la attraverserà in discesa, subito dopo aver affrontato il primo GPM.

Selletta di Cerreto Grue (218m). Si trova nei pressi dell’omonimo abitato.

Passo Coppi (369m). È stato ufficialmente battezzato con questo nome il valico posto alle porte di Castellania, esattamente all’altezza del bivio sotto l’abitato, dove la SP 135 “Serravalle-Carezzano” si incontra con la SP 130 “della Valle Ossona”. La strada che valica il Passo Coppi mette in comunicazione Carezzano con Costa Vescovato. Quotato 368 metri sulle cartine ufficiali del Giro, la quota del testo “Rossini” è confermato dal pannello di valico posizionato in loco.

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: Castellania (www.vallicuronegrueossona.it)

Pianura e montagna: il Monte Rosa visto dalla Lomellina (www.studioselva.net)

Pianura e montagna: il Monte Rosa visto dalla Lomellina (www.studioselva.net)

Lomellina (panoramio)

Lomellina (panoramio)

Mortara, Abbazia di Sant’Albino (panoramio)

Mortara, Abbazia di Sant’Albino (panoramio)

Intervallo gastronomico: pollo alla Marengo (www.caresanablog.com)

Intervallo gastronomico: pollo alla Marengo (www.caresanablog.com)

Tortona, Museo della Bicicletta (www.cantinatortona.it)

Tortona, Museo della Bicicletta (www.cantinatortona.it)

Avolasca ed il tratto conclusivo del primo GPM italiano del Giro 2010 (tornanti a destra) (www.vallicuronegrueossona.it)

Avolasca ed il tratto conclusivo del primo GPM italiano del Giro 2010 (tornanti a destra) (www.vallicuronegrueossona.it)

I mossi colli del tortonese, con Cerreto Grue sulla destra (www.meteogiornale.it)

I mossi colli del tortonese, con Cerreto Grue sulla destra (www.meteogiornale.it)

Castellania, tomba dei fratelli Coppi (panoramio)

Castellania, tomba dei fratelli Coppi (panoramio)

Cassano Spinola (panoramio)

Cassano Spinola (panoramio)

Novi Ligure, Museo dei Campionissimi (www.hdemiaben-s-re.it)

Novi Ligure, Museo dei Campionissimi (www.hdemiaben-s-re.it)

LE SALITE DEL GIORNO: AVOLASCA E CASTELLANIA

maggio 13, 2010 by Redazione  
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Con l’aiuto di Stefano, un cicloamatore del luogo, andiamo alla scoperta delle due asperità che caratterizzeranno il tracciato della frazione odierna, che si correrà sulle strade degli allenamenti e della vita di Fausto Coppi.

Foto copertina: foto aerea di Avolasca (www.vallicuronegrueossona.it)

AVOLASCA

Come lo scorso anno il giro passa da Castellania in onore di Fausto Coppi ma, contrariamente al 2009, il traguardo sarà molto più vicino (a Novi Ligure) e la facile salita al passo Coppi sarà preceduta da un’altrettanto facile ma insidiosa scalata: Avolasca.
Non è questa una di quelle salite che possono fare selezione, dal punto di vista altimetrico è piuttosto semplice, con una lunghezza contenuta in 3.3km ed un dislivello di 175m. La pendenza media del 5.3%. Nulla di particolare, quindi, quasi da gruppo compatto, se non che questa scalata tortonese segue una strada stretta con numerosi tornanti, che potrebbero agevolare non poco eventuali ristretti tentativi di fuga.

Si arriva a Tortona e si entra in val Gue, valle lineare e poco ripida sino quasi al suo paese principale, Garbagna, che ne segna anche la fine. L’ unico pensiero potrebbe essere lo strappetto verso Montegioco, ma esso al massimo rompe il gruppo di una gran fondo, mentre i professionisti lo faranno senza cambiare rapporto. A pochi km da Garbagna la svolta: la strada si restringe all’ improvviso, larga il necessario per permettere il passaggio di 2 auto con manovra, e il gruppo dovrà necessariamente allungarsi per sfruttare i pochi metri di carreggiata disponibili. Chi si ritroverà indietro difficilmente recupererà posizioni e con una sede stradale così stretta le ammiraglie potrebbero avere problemi nel soccorrere i corridori in difficoltà.
La strada non è bellissima, l’asfalto presenta crepe e buche e un sottile strato di ghiaietta accompagnerà i corridori sino alla cima di Avolasca, piccolo paese a 410m d’altitudine. Il primo km scorre tranquillo in falsopiano, molti terranno il 53 per questo tratto, ma ad una curva a sinistra si inizia a salire veramente. Chi vorrà fare selezione dovrà partire da questo punto e sfruttare la principale caratteristica della strada: 12 tornanti in 2 km. Sono tutti piuttosto stretti, per affrontarli bisognerà mettere mano ai freni e rilanciare per numerose volte. Chi vorrà attaccare avrà più possibilità per fare il distacco, chi vorrà stare a ruota dovrà invece faticare parecchio per poter sfruttare la scia. Le pendenze sono molto costanti, la punta massima non supera l’ 8% per 100m, ma difficilmente si scende sotto il 6%, il tutto per 2 km abbondanti, sino a passare prima sotto e poi a lato di Avolasca, dove la strada si incrocia con quella che sale da Tortona passando per Sarezzano e Cerreto Grue.
Ormai è finita. una secca curva a 160°C segna la fine della salita, altri 100m poco ripidi portano fuori dal paese lungo la discesa verso Cerreto Grue, intervallata da un paio di strappetti noiosi per un semplice amatore, innocui per un professionista dei pedali.

CASTELLANIA – PASSO COPPI

La salita che porta a Castellania potrà essere un trampolino di lancio per eventuali fughe, ma non darà problemi al resto del gruppo, essendo un’ascesa collinare da meno di 200m di dislivello, con alcune contropendenze che permetteranno di rimanere in gruppo anche ad andature sostenute.
Si risale la valle Ossona da Tortona, passando per Villaromagnano e affiancando sulla sinistra una bella pista ciclabile, che purtroppo serve a poco ai ciclisti su strade poco trafficate come questa. Finita la vallata inizia la vera salita, in prossimita di un ponticello sul torrente Ossona.
Di quest’ascesa esistono 2 versanti, che hanno in comune la seconda metà; i corridori affronteranno quello più lungo, che passa attraverso Montale Celli. S’inizia subito con un tratto abbastanza difficile sopra l’ 8% fino a raggiungere poco dopo la suddetta frazione, dove la strada diventa meno ripida in prossimità di un tornante a sinistra. Ancora un po’ di fatica, ma dopo una curva a destra si supera la chiesa e inizia una leggera discesina, utile a riprendere fiato per chi ha esagerato nel primo tratto o a mettere il 53 per chi vuole farla nel minore tempo possibile.
Il prossimo paese è ormai in vista, Costa Vescovato è a portata di pedale, ma il suo attraversamento non sarà banale; infatti, poco prima delle prime abitazioni inizia un tratto relativamente ripido, che termina solo in prossimità delle ultime case. Il primo troncone, sino al municipio, sale attorno all’8%, ma poi inizia il tratto più impegnativo, che obbligherà anche gli amatori allenati a mettere il 25: si attraversa il paese con uno splendido e stretto tornante che presenta punte del 12% e che prosegue al 9% per altri 200m.
Usciti dal paese la strada spiana per 200m, utili per ammirare i calanchi di Sarizzola sulla sinistra. Ora inizia l’ultimo tratto di salita, quello più facile, 1 km su strada ombreggiata. Si parte al 6,5% circa, si supera un tratto a carreggiata ridotta (a causa di uno smottamento provocato dalle abbondanti precipitazioni di questo inverno) e si arriva, con pendenze attorno al 5%, sino al “Passo Coppi” a 369m slm: valico non riconosciuto ufficialmente, esiste realmente sotto l’aspetto geografico e geologico, poichè collega la valle Ossona con quella, più importante, del fiume Scrivia.
Per arrivare a Castellania bisogna svoltare a sinistra; si raggiunge il paesello dei Coppi con 1 km di leggeri saliscendi, ma purtroppo questa strada non ha sbocchi e, per questo motivo il giro svolterà a destra al Passo Coppi, affrontando ancora 600 m al 3% prima di scendere verso Carezzano e Villavernia.

In definitiva la salita di Castellania è una salita facile, alla portata di tutti, ma non per questo scalarla è banale e, se presa a tutta, potrebbe stancare i velocisti.

Stefano

Castellania (www.vallicuronegrueossona.it)

Castellania (www.vallicuronegrueossona.it)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI CUNEO

maggio 13, 2010 by Redazione  
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Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: pareri tecnici di campioni del passato, che conoscerete nelle prossime giornate; le notizie sulle condizioni di Damiano Cunego, pervenute direttamente dal suo direttore sportivo; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; una rubrica umoristica in ricordo di Raimondo Vianello; le “perle” dei telecronisti e le previsioni del tempo per la tappa che verrà. Seguiteci.

Foto copertina: Nibali saluta i suoi tifosi prima di tornare in albergo con la sua prima maglia rosa (foto Bettini)

IL POLSO DI DAMIANO

GIORNO DI RIPOSO

Giorno di riposo attivo per Cunego: i tempi non sono frenetici come quelli di una giornata di corsa (un po’ di tranquillita’ dopo le ultime due caotiche tappe ci voleva), ma la giornata ha comunque presentato un importante appuntamento, ovvero la ricognizione della cronosquadre.
Damiano non sara’ l’uomo che fara’ la differenza in questo tipo di prova, ma anche il suo contributo sara’ importante per permettere alla squadra di centrare un buon risultato.

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Nibali felice ma vola basso “È Ivan il capitano” (Gazzetta dello Sport)

Giro d’Italia: ecco Nibali. Conquistata la maglia rosa(Corriere dello Sport – Stadio)

Nibali takes Giro lead(The Daily Telegraph)

Liquigas et Nibali, coup double (L’Equipe)

Tour d’Italie – Nibali : “Ce maillot rose est un rêve” (Le Monde)

Nibali, líder (El Mundo Deportivo)

Liquigas arrasa y Vincenzo Nibali se pone la maglia rosa (AS)

El Liquigas revoluciona el Giro (Marca)

Liquigas gagne et pare Nibali de rose (Le Soir)

Victoire de Liquigas, Nibali en rose (La Dernière Heure/Les Sports)

Liquigas wint ploegentijdrit, Nibali in het roze (De Standaard)

Liquigas wins team time trial; Nibali takes over pink jersey (USA Today)

Cadel Evans has another bad day in Giro d’Italia (Herald Sun)

Disaster for Evans as Liquigas win Giro team time trial (The Age)

Cadel Evans lets it slip in time trial (The Australian)

Disaster for Evans in team time trial (The Daily Telegraph – Australia)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

C: Oggi mi aspetto una prima vera battaglia tra le squadre i cui capitani intendono puntare alla vittoria finale di questo Giro d’Italia. Sarà senza dubbio una gara dura.

E: Non mi stupirebbe vedere Porte in maglia rosa

M: Secondo voi la leggera pendenza protratta per 33 Km potrebbe influenzare la corsa?

S: No. Conosco benissimo la strada e posso assicurarti che alla velocità a cui la percorreranno la pendenza è impercettibile. Sono una serie rettilinei lunghissimi da rapportone. Le uniche insidie sono alcune rotatorie e il saliscendi all’ingresso di Cuneo. Oltre al meteo, naturalmente: tra le 16 e le 17 in zona sono previsti temporali.

M: Non è che nelle rotatorie ci sarà qualche caduta, visto l’andazzo? Secondo me prende Millar la maglia, anche se la Garmin ha perso Vandevelde.

L: Liquigas brava e fortunata perchè ha trovato pioggia all’inizio ma anche il vento a favore alla fine e nel complesso ne ha beneficiato rispetto alla Sky, che è stata penalizzata anche dalla foratura di Sutton; bene la Katusha che è stata sottovalutata in sede di pronostico ma buoni cronoman nelle proprie file li ha, Karpets e Ignatiev su tutti ma anche Petrov e lo stesso Pozzato. Oltre le aspettative la Cervelo, direi in linea l’Astana con un Vinokourov arrabbiatissimo nel finale ma senza ragione visto che, a parte lui, il resto della squadra non è granchè. BMC e Lampre si sono salvate in qualche modo considerando che il materiale umano era quello che era, per i blufucsia il miglior cronoman è Hondo il che è tutto dire.

E: Dal quel poco che ho potuto vedere:

- Liquigas unica squadra a portare tutti gli effettivi quasi fino al traguardo: fosse è stata questa una delle ragioni della forte rimontAa nella seconda parte della crono.

- Grave l’errore di Vino sul finale, soprattutto per uno della sua esperienza. Ormai erano in cinque, mettiti in coda e cerca di tenere uniti i superstiti fino al traguardo.

H: Sastre è già a 2 minuti tondi da Basso, Evans a poco meno. Dopo sole quattro tappe e nessuna salita, la classifica del Giro è già molto allungata. Escludendo Nibali, che pure in maglia rosa si chiama fuori dalla lotta per la maglia rosa finale, tra i favoriti solo Vinokourov è a ridosso del varesino della Liquigas. E’ messo bene anche Karpets (a 26″), ma non dà garanzie alla terza settimana sulle salite più dure. E visto che anche Gerdemann si esclude dalla lotta per il successo finale, dichiarando di puntare solo ad una vittoria di tappa, il Giro, che per ora sorride a Basso, pare rimanere aperto già da ora ad un solo poker di candidati: Basso – Vinokourov – Evans – Sastre. I tre sfidanti di Basso cercheranno di logorare il varesino sulle salite, ma la Liquigas ha una squadra molto forte. Da Scarponi in giù, Garzelli compreso, mi pare che nessuno possa rientrare in classifica, se non magari Garzelli o Cunego con qualche fuga da lontano, destinati però poi a riscomparire, o comunque a essere didimensionati, quando la corsa si farà più dura. Wiggins è già lontano, Pozzovivo addirittura nel baratro.
Ecco la classifica dei migliori a partire da Basso. Ho lasciato fori Nibali non per mancanza di considerazione o di irriverenza, ma soltanto perché è stato lui a dichiarare che il capitano della Liquigas è Basso e lui, giustamente, senza una preparazione specifica, non potrà fare miracoli.

Basso
Vinokourov a 20”
Karpets a 26”
Gerdemann a 51”
Evans a 1’46”
Sastre a 2’00”
Scarponi a 2’22”
Mollema a 2’27”
Garzelli a 2’36”
Arroyo a 3’20”
Cunego a 3’32
Efimkin 3’58”
Wiggins a 4’23””
Ardila a 9’02”
Moreno a 9’24”
Cataldo a 10’39”
Simoni a 10’51”
Pozzovivo a 11’20”
Bruseghin 11’44”
Uran 18’05”
Moncoutié 18’20”

A: con i temporali che giravano si fa presto a modificare i valori in campo. La prova della liquigas è stata comunque super, non so se perché erano più o meno tutti allo stesso e buon livello o perché qualcuno sia andato molto molto forte…
Condivido sull’errore di Vino… doveva rallentare e dare a Stangelj l’opportunità di stare in scia. Non so cosa gli sia passato per la testa… lo ha lasciato al vento per almeno 1 km…

S: Secondo me è stata un bellissima prova di squadra.
La Liquigas è molto preparata sulla cronosquadre.
Non dimentichiamo che l’anno scorso al Tour i verdeblu fecero una prova eccezionale, anche migliore di questa. Mi sembra arrivarono quarti dietro Astana, Garmin e Saxo e davanti a Columbia, Katusha e tutti gli altri. Presero solo 18″ dalla Saxo di Cancellara!!

A: Giusto…. secondo me l’Astana alla vigilia è stata sopravvalutata… Vino era super e c’era pure un buon Grivko ma il resto, a vedere i nomi, non mi sembrano superman. Niente a che vedere con l’armata dello scorso anno…

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

GIRO A SEGNO

Rubrica semiseria sul Giro 2010, in ricordo del grande Raimondo Vianello

Una tempesta sulla cronosquadre….
Il pozzovivo non spurga
l’Acqua e Sapone finisce diluita
Il Vino rosa s’annacqua…
ed i Liquiatuttogas.

by N@po

Vianello conduttore di Pressing (www.repubblica.it)

Vianello conduttore di Pressing (www.repubblica.it)

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Novara – Novi Ligure

Novara: pioggia debole (1,3 mm), temperatura 15,5°C, venti deboli da SE (4-5 km/h), umidità al 81%
Mortara (22,3° Km): pioggia debole (1,6 mm), temperatura 16,1°C, venti deboli da SSE (3-4 km/h), umidità al 79%
Tortona (76,1° Km): pioggia debole (1,7 mm), temperatura 16,3°C, venti deboli da SSW (3-13 km/h), umidità al 78%
GPM Avolasca (97,3° Km): pioggia debole (1,4 mm), temperatura 13,9°C, venti deboli da SSW (8-21 km/h), umidità al 77%
GPM Castellania (111,4° Km): pioggia debole (1,3 mm), temperatura 13,9°C (percepiti 10°C causa vento), venti moderati da S (16-31 km/h), umidità al 84%
Novi Ligure: pioggia debole (1,1 mm), temperatura 15,1°C (percepiti 13°C causa vento), venti moderati da S (12-34 km/h), umidità al 82%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Una tappa incantata nel Tempo (e nel maltempo)… e anche Pancani oggi s’è incantato, in almeno due occasioni, come un disco rotto.

“Ci spiegava Alessandra De Stefano, durante anteprima, anteprima, anteprima….”

“Ricordiamo il ritardo di Vincenzo Nibali in classifica, cinque cinque secondi”

Bisognerebbe poi spiegare al neotelecronista che Govone non si trovava sul percorso di gara (essendo ad un’ottantina di chilometri da Cuneo), che le cronosquadre sono tornate al Giro da 5 anni (e non da 4) e che il capitano della Cervelo si chiama Sastre (e non Sastr).

La giornata era stata inaugurata al mattino a “Si Gira” da Gigi Sgarbozza, che nel pronostico mattutino (cannato, come al solito) aveva data per vincente una certa “Ski” (per tacere della Sax Bank).

Nello stesso programma, infine, è stata pronunciata la perla di giornata. Parlando di alimentazione e ciclismo, se ne sono usciti con “nutrirsi per la bici e con la bici”
Cioè, spiegatemi: posso gozzovigliare senza problemi, tanto ad ingrassare è la mia bicicletta? Posso sgranocchiarmi un telaio oppure cuocermi sulla piastra una ruota al carbonio?

Approfittiamo dell’occasione per andare a ravanare sul fondo della cassapanca (l’avete notato, è il soprannome che è stato affibbiato al duo microfonato della RAI) e a pescare qualche strafalcione storico.

Continuiamo con il mitico De Zan, che una volta interruppe la telecronaca per annunciare

“Notizia importantissima: Aversa si trova al di sopra del 41° parallelo”

Macchissenefrega……………….

E poi proseguiamo col non meno mitico Vito Taccone, che una sera ci lasciò una stupenda ed efficace “perla”, nel commentare una frazione di trasferimento verso le montagne

“Oggi ho visto “i” scalatori con le gambe che lampeggiano”

ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

1a tappa Amsterdam


2a tappa Amsterdam – Utrecht

3a tappa Amsterdam – Middelburg

LA LUNGA CRONO VERDE, DOPPIO TRIONFO LIQUIGAS

maggio 12, 2010 by Redazione  
Filed under News

I paragoni motoristici si sono sprecati per una tappa di potenza e velocità: come spesso accade nei Gran Premi la girandola del tempo atmosferico ha condizionato quello cronometrico. Ma la fortuna è una belva che si può tentare di addomesticare: la preparazione meticolosa della Liquigas, il lavoro collettivo di team (a rafforzare la metafora della F1) hanno portato in dote un’inattesa vittoria di giornata e il ritorno della maglia rosa in ogni senso “in Italia”, sulle spalle di Vincenzo Nibali.

Foto copertina: la Liquigas al traguardo di Cuneo (foto Giuseppe De Socio)

Il contrasto più vivido in cui riassumere la giornata è quello che affianca le immagini di una Liquigas che giunge al traguardo con sette elementi, squadra tra le più compatte sotto lo striscione, e il filmato di Vinokourov che nell’ultimo chilometro tenta disperatamente di trattenere attorno a sé gli almeno cinque uomini necessari a far bloccare il tempo. Vinokourov ha sostenuto la prova “a squadre” per così dire quasi da solo, con il sostegno tecnico più sensibile in Grivko: per la maglia rosa si susseguivano trenate in testa protratte anche per un minuto, due o tre volte più lunghe che i compagni; e soprattutto un inesausto incitare, sferzare, che nel finale sembra trascendere in rabbia ma che fino a lì era riuscito a strappare ogni goccia di impegno a una formazione obiettivamente carente in vista di una prova siffatta. Per contro la Liquigas prepara questo impegno da oltre sei mesi, lavorando sulle bici e sulla posizione di ogni singolo atleta fin da ottobre; il percorso pur apparentemente uniforme è stato sezionato e dissezionato, per assegnare a ogni ingranaggio della macchina collettiva un tratto ben definito in cui esprimere al meglio le proprie caratteristiche al servizio del gruppo. Saranno così 38 i secondi che divideranno la squadra della nuova maglia rosa, un Nibali attento e brillante fin dal prologo, da quella della maglia rosa precedente: coronamento, per la Liquigas, di una solidità d’assieme che già aveva pagato ricchi dividendi nel turbinio olandese. Un’infilata di capiclassifica nella quale la rapidità dei mutamenti non ha inficiato bensì esaltato la serie di protagonisti in rosa: Nibali succede a Wiggins, Evans e Vinokourov, dando così un duplice significato al “ritorno in Italia” del Giro.
Proprio Wiggins ed Evans sono tra gli sconfitti di giornata. La sfortuna che dopo il prologo ha colpito l’inglese ha continuato ad aleggiare sul Team Sky, il quale a dispetto dell’onomastica si è visto beffare da un cielo generoso di vento in coda per la Liquigas nel secondo e più duro settore; soprattutto però ha inciso la foratura di Sutton proprio al primo chilometro: con un distacco finale di 13″ questi elementi sono stati senza dubbio decisivi per precludere il secondo successo alla formazione più titolata per questo esercizio. Un secondo posto per altri ottimo è invece deludente per chi mirava senza dubbio alcuno alla vittoria finale, specialmente essendo evaporata ogni chimera di classifica general conclusiva.
Evans, come Vinokourov, è stato leader vero: la BMC però, concentrata per motivi di sponsor sulla California, si è dimostrata davvero inadeguata, assestandosi a 1′20″ dai primi, in una mediocrità da mezza classifica, tra Rabobank e Lampre, che promette ulteriori sofferenze per chi volesse puntare alla maglia rosa.
A questo proposito, una vera valanga di secondi si è abbattuta su Scarponi e Garzelli, le cui squadre si sono rispettivamente classificate quartultima e penultima, con distacchi attorno ai due minuti e mezzo. Uno scossone preventivabile, che per fortuna è attenuato dalla buona condotta dei due fuori dai confini nazionali. Discorso diametralmente opposto per Pozzovivo, perché sebbene la sua squadra – tanto o più inadatta delle altre due citate – si sia mantenuta ai due terzi della classifica, con un distacco di 2′08″, la zavorra per lo scalatore lucano (personalmente in difficoltà fin dall’inizio della prova) si fa abnorme. Un auspicio in più in vista di una terza settimana spettacolare, giacché i potenziali attaccanti dotati di qualità sulle forti pendenze saranno molti e spregiudicati.
Delusione anche per la Garmin ottava a 50″, ma partire con un uomo importante in meno (Vande Velde fratturatosi in Olanda) in un esercizio dimostratosi tanto esigente e selettivo non poteva che rivelarsi fatale. Le traballanti ma vive speranze di Millar di vestire l’unica maglia di GT che non avesse ancora avuto il piacere di indossare sfumano così, a meno di non vederlo protagonista in qualche fuga da lunga gittata durante il prosieguo dela corsa.
Affine il discorso relativo al promettentissimo germoglio australiano Porte: però la Saxo che corre il Giro ha solo il marchio della formazione di Riis, i pezzi da novanta sono in America. Gli organizzatori del Giro dovrebbero ricordarsene in futuro.
Il podio di giornata è completato a 21″ dall’HTC, anch’essi delusi e su due fronti: tre “maglie rosa potenziali” e una tappa appetibile se ne vanno, a continuare una striscia di prestazioni sempre ai margini dell’auspicabile che va avanti fin dal prologo.
Eccellente invece la Katusha, che mantiene Karpets in zone interessanti (arriva quarta a 27″), così come la Cervélo, quinta a 38″, appaiata all’Astana: Sastre viene ben difeso dai suoi scudieri, e addirittura accumula vantaggio su molti avversari.
Su tutti gli altri ben poco da dire e forse poco da chiedere oggi, anche se la presenza dei 3 team francesi negli ultimi 7 posti perpetua i dubbi sulla politica delle convocazioni (sappiamo che diversi team erano presenti di diritto, tuttavia una buona negoziazione avrebbe forse potuto assicurarne la sostituzione con formazioni più motivate e competitive).

Gabriele Bugada

SAVIGLIANO – CUNEO: TAPPA DELICATA…. CON I CONSIGLI DI VOLTAIRE

maggio 12, 2010 by Redazione  
Filed under News

Abbiamo scomodato anche il celebre filosofo francese per illustrarvi una delle più delicate frazioni del Giro 2010. La cronosquadre cuneese si annuncia di difficilissima gestione, per la presenza costante di pendenze lievissime, lungo tutto l’asse Savigliano – Cuneo. Le formazioni che si lanceranno nella battaglia a tutta, come avviene normalmente in queste crono, rischieranno di andare incontro a una pesante sconfitta o di ottenere una vittoria a elevato prezzo, come quella conseguita in quel di Cuneo nel 1744 dalle truppe franco-spagnole impegnate nella battaglia della Madonna dell’Olmo. Perché “è quasi sempre il destino di chi va in guerra nelle Alpi senza padroneggiarne il territorio; di perdere il loro esercito anche nella vittoria”.

Una giornata delicatissima. Le cronometro individuali lo sono per natura, quelle collettive lo sono ancora di più, in particolar modo quando hanno il potere di lasciare un profondo solco in una classifica che si è sempre stilata su base individuale (con una sola eccezione, accaduta proprio al Giro, nel lontano 1912). È questa, infatti, la principale arma che sfoderano i denigratori di questa specifica prova, riscoperta dalla corsa rosa nel 2006 e da allora proposta nella versione “light” e meno invasiva recentemente adottata anche dagli organizzatori del Tour. In passato era successo in più occasioni che le cronometro a squadre finissero per decidere le sorti della corsa, soprattutto al Tour dove capitò che ne fossero proposte anche più d’una per edizione (tre nel 1935 e nel 1937, addirittura quattro nel 1936, fin nella terza settimana, alla quale le squadre giungevano decimate dai picchi alpestri e pirenaici), per giunta su chilometraggi “oversize”, talvolta inimmaginabili (il record è costituito dai 125 Km del circuito di Dieppe, proposto nel 1954). Generalmente si prescelgono percorsi veloci e filanti, più consoni all’esercizio dei cambi, ma è capitato di gareggiare su tracciati piuttosto complicati, sui quali è impossibile imprimere velocità; è stato il caso della tappa che aprì il Giro del 2007 sull’isola della Maddalena o della cronosquadre dell’ultimo Tour, caratterizzata da alcune curve impegnative che causarono diverse cadute.
In quale categoria è possibile iscrivere i 32,5 Km che collegheranno Savigliano a Cuneo? Tra le cronosquadre veloci o nel novero di quelle complicate?
Apparantemente è una prova del primo tipo, interamente tracciata sulla veloce strada statale che mette in comunicazione i due centri, una successione di lunghi rettifili raccordati da rare e facili curve (se ne incontreranno una dozzina, senza contare i flessi che le squadre supereranno di slancio, quasi senza avvertirli). Dunque, anche in virtù di un chilometraggio non elevato, questo sarà un tracciato che consentirà una partenza razzo e poi di mantenere elevati standard di velocità fin sul traguardo? No, non lo sarà perché, in realtà, questa crono rientra appieno nella tipologia delle prove più complicate, a causa dell’altimetria: l’intero tracciato, infatti, si snoderà in lievissima ma costante ascesa, superandosi poco più di 200 metri di dislivello tra partenza e arrivo. Dividendo la prova in settori, prendendo a mo’ di “paletti” le località incontrate, si evince che in ciascuno ci sarà sempre qualche metro di quota da guadagnare. Partire a tutta sarà possibile, anche perché subito dopo il via s’incontrerà qualche tratto realmente pianeggiante, ma insistendo su quelle velocità si rischierà di andare in contro a una clamorosa disfatta nei chilometri conclusivi, sia perché sono quelli più relativamente impegnativi (solo in due o tre sprazzi la pendenza “schizzerà” al 4%), sia perché la strada per Cuneo è “ammaliatrice”: essendo un’importante via di comunicazione (si percorrerà la SS 20, che mette in comunicazione Torino e Nizza attraverso il traforo del Colle di Tenda), presenta una carreggiata ampia che, oltre ad invogliare a lanciarvisi a tutta, tende per natura a “appiattire” la visuale, lasciando intendere di pedalare in pianura anche se, come abbiamo visto, questa non c’è. Se l’occhio e la voglia agonistica non faranno percepire questa difficoltà, non si potranno certo ingannare le gambe ma, complici anche le lievissime inclinazioni, lo si avvertirà troppo tardi, quando l’acido lattico accumulato quasi senza accorgersene farà avvertire i suoi influssi… e a quel punto l’intera formazione, che magari aveva dominato la prima parte della gara, andrà incontro a un progessivo declinare delle forze complessive, col risultato di un’autentica débâcle, che a molti potrebbe rammentare l’improvviso crollo di Erik Breukink nella finale della lunga crono di Alençon al Tour del 1991, dominata dal corridore olandese sino ad un passo della vittoria (ma, in quel caso, non c’èntrò la questione della fatica accomulata ma del doping, nella fattispecie l’assunzione di un prodotto dopante avariato).
Scesi dalla rampa di lancio, la prima presa di contatto con le strade italiane avverrà nel cuore di una fertilissima pianura, all’estremità occidentale dalla Val Padana. L’agricoltura e la zootecnia sono ancora oggi i pilastri economici della “Granda”, com’è soprannominato il cuneese per esser stato, fino al 1920, la più vasta provincia italiana, oggi superata per estensione da quelle di Bolzano e Foggia. Anche il centro di Savigliano è attivissimo in questi campi, come testimoniano le manifestazioni in calendario lungo tutto l’anno: le principali sono la fiera della meccanizzazione agricola, quella del pane (la più importante del genere in Italia) e “Quint’essenza”, evento dedicato alle erbe aromatiche e alle spezie.
Bruciate le prime due curve del tracciato, si andrà a imboccare la strada statale del Colle di Tenda, sulla quale si permarrà interrottamente per 31 Km. Il primo settore della cronometro si concluderà a 7,3 Km dalla partenza, alle porte dell’abitato di Genola, un altro comune a vocazione agricola, in epoca medioevale feudo dei Tapparelli e prima ancora conteso per lungo tempo tra i comuni di Fossano e Savigliano. È la porzione più veloce dell’itinerario – fin qui si saranno superati poco meno di 30 metri di dislivello – nella quale non sarà difficile imprimere elevate velocità, che saranno confermate dai primi rilevamenti cronometrici.
Virando con dolcezza in direzione di Cuneo, ci si lancerà in un rettifilo quasi ininterrotto di una ventina di chilometri, spezzato di tanto in tanto da radi flessi o da lievi serpeggiamenti tra i campi. 4300 metri di strada più avanti e 27 metri di quota più in alto si attraverserà la frazione saviglianese di Levaldigi, costeggiando poi le strutture dell’aeroporto internazione “Torino Olimpica”. Inagurato come tale in previsione dei giochi invernali del 2006, è in realtà attivo sin dal 1929, quando fu aperto il “Campo d’Aviazione di Fortuna”. Nonostante il nome, le “fortune” per questo scalo sono arrivate solo negli anni ‘60, con la costruzione dell’attuale pista (in sostituzione di quella precedente in fondo erboso) e poi a cavallo degli anni ‘80-‘90, quando l’aeroporto è stato aperto prima al traffico commerciale nazionale e poi a quello turistico internazionale. Sarà proprio a Levaldigi che atterrerà la carovana del Giro, proveniente dai Paesi Bassi.
Un’altra porzione di 7,3 Km e, 56 metri più in alto, si arriverà al secondo appuntamento con il cronometro: la seconda postazione di rilevamento dei tempi parziali sarà collocata quasi a metà strada, nel centro di Centallo. Al passaggio dal paese natale di “Franco” Arese (campione europeo sui 1500 metri ai Campionati di Helsinki nel 1971, attualmente è presidente di FIDAL e di Asics Italia) le medie potrebbero essere ancora elevate, ma d’ora in avanti la costanza dell’ascesa – che nel frattempo avrà già proposto due “strappate” al 3% – potrebbe cominciare a influire sulla condotta di gara delle squadre più “indiavolate”.
Usciti dal centro abitato di Centallo, si tornerà a pedalare in un ambiente caratterizzato da connotati bucolici: nel restante tratto del rettilineo la presenza umana sarà rara, intravedibile grazie alla presenza di campi coltivati, tra i quali sorgono isolati diversi cascinali, alcuni ancora attivi, altri in abbandono. All’altezza di una di queste cascine, la Bonada, si concluderà il quarto “step” di questa cronometro, percorsi 5,8 Km e innalzaticisi di altri 37 metri. È nei successivi 4500 metri che prenderenno a lievitare anche le pendenze: in questo tratto, nel quale si guadagneranno 50 metri esatti, s’incontreranno i due tronconi al 4%, l’ultimo dei quali posto proprio al termine del lungo rettifilo iniziato a Genola. Qui le squadre saranno già nella periferia di Cuneo, dove si lambirà il santuario della Madonna dell’Olmo, eretto nel 1606 nel luogo dove, 140 anni più tardi, sarà combattuta l’omonima battaglia, episodio della guerra di successione austriaca che vide contrapposti l’esercito del Regno di Sardegna – uscito sconfitto da questo scontro – e le armate coalizzate di Francia e Spagna. Queste ultime, però, furono pesantemente indebolite dalla battaglia e furono conseguentemente costrette a togliere l’assedio da Cuneo, episodio che aveva motivato l’attacco da parte delle truppe capeggiate da Carlo Emanuele III di Savoia. Commentando quest’episodio, Voltaire ebbe a dire: “È quasi sempre il destino di chi va in guerra nelle Alpi senza padroneggiarne il territorio; di perdere il loro esercito anche nella vittoria”. Le parole del grande filosofo francese sembrano un monito per quelle le compagini che si schiereranno bellicose al via di questa frazione: chi sottovaluterà il campo di battaglia esteso tra Savigliano e Cuneo, realmente rischierà di emulare l’esercito franco-spagnolo, nel bene e nel male. Anche nel caso si riesca a tenere duro fino alla fine e a concludere vittoriosamente la tappa, si rischierebbe di pagare un pesante dazio nelle giornate successive, se queste saranno caratterizzate da partenze molto veloci, com’è accaduto praticamente in tutte le frazioni della scorsa edizione della corsa rosa. È proprio dalle parti del santuario cuneese che le squadre che avranno attinto troppo alla loro santabarbara energetica potrebbero cominciare a scricchiolare, trasformardo in un autentico calvario la marcia nei conclusivi 3,3 Km. Ancora nei successivi due chilometri si dovrà salire, guadagnando una quindicina di metri avvicinandosi al Viadotto Soleri, una delle principali porte d’accesso a Cuneo: gettato sul fiume Stura di Demonte, è un ponte a due piani (stradale e ferroviario), realizzato in stile liberty nel 1934 su iniziativa dell’allora sindaco Marcello Soleri, uomo politico considerato il terzo grande liberale italiano del Novecento, accanto a figure del calibro di Giovanni Giolitti e Luigi Einaudi, con i quali condivide anche i natali cuneesi. Il passaggio sul viadotto interromperà per 800 metri la salita, che poi riprenderà dolcissima nei rimanenti 500 metri. Mezzo chilometro più avanti, infatti, la prima frazione italiana del Giro 2010 avrà il suo epilogo nella centralissima Piazza Galimberti, cuore della città dal 1800, quando le truppe napoleoniche demolirono le mura che cingevano una città da sempre nota per la sua posizione strategica a “cuneo” e nella quale molti nostri connazionali hanno assolto gli obblighi di leva. I grandi protagonisti del 93° Giro d’Italia sapranno essere “uomini di mondo” e mettere in pratica le astuzie tattiche imparate sulla strada per non incappare nei tranelli di questa delicata cronometro?

LAVORI IN CORSO
Lieve modifica al finale. Non si entrerà in città dal viadotto Soleri, ma dalla circonvallazione nord. Giunti in Piazza Galimberti, dove era originariamente previsto il traguardo, si procederà poi, per qualche centinaio di metri, su Corso Nizza, fino all’altezza del Palazzo della Provincia.

Mauro Facoltosi

I SETTORI DELLA CRONOMETRO

Per rendere l’idea della progressione delle difficoltà abbiamo realizzato con il programma tracks4bikers i grafici relativi ai 7 settori nei quali è possibile scomporre il percorso della cronosquadre.

Primo settore: da Savigliano a Genola
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Secondo settore: da Genola a Levaldigi
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Terzo settore: da Levaldigi a Centallo
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Quarto settore: da Centallo alla Cascina Bonada
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Quinto settore: dalla Cascina Bonada alla Madonna dell’Olmo
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Sesto settore: dalla Madonna dell’Olmo al Viadotto Soleri
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Settimo settore: dal Viadotto Soleri a Cuneo – Piazza Galimberti (a causa di un difetto del programma, che non “legge” viadotti e gallerie, gli 800 metri del viadotto non presentano l’altimetria reale, ma quella che la strada affronterebbe se si scendesse fin al livello del sottostante fiume per poi risalire; in realtà, in quel tratto la strada è pianeggiante)
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Rettilineo d’arrivo (Corso Soleri – Piazza Galimberti)
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FOTOGALLERY

Foto copertina: Cuneo, Piazza Galimberti , un “cuore” con vista sulle Alpi (www.tripadvisor.it)

Savigliano, Piazza del Popolo (www.ilcomuneinforma.it)

Savigliano, Piazza del Popolo (www.ilcomuneinforma.it)

Castello di Genola (panoramio)

Castello di Genola (panoramio)

Aeroporto di Levaldigi (panoramio)

Aeroporto di Levaldigi (panoramio)

Le strade della cronosquadre. Si entra in Centallo (panoramio)

Le strade della cronosquadre. Si entra in Centallo (panoramio)

Centallo, chiesa di San Giovanni Battista (panoramio)

Centallo, chiesa di San Giovanni Battista (panoramio)

Un cascinale abbandonato dalle parti di Centallo (panoramio)

Un cascinale abbandonato dalle parti di Centallo (panoramio)

Le strade della cronosquadre. Ora si punta verso Cuneo, con le Alpi sullo sfondo e la pendenza che c’è ma non si vede (panoramio)

Le strade della cronosquadre. Ora si punta verso Cuneo, con le Alpi sullo sfondo e la pendenza che c’è ma non si vede (panoramio)

Viadotto Soleri (www.passionetrota.it)

Viadotto Soleri (www.passionetrota.it)

Cuneo e la sua strategica pianta visti dall’alto (www.qviaggi.it)

Cuneo e la sua strategica pianta visti dall’alto (www.qviaggi.it)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI MIDDELBURG

maggio 11, 2010 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: pareri tecnici di campioni del passato, che conoscerete nelle prossime giornate; le notizie sulle condizioni di Damiano Cunego, pervenute direttamente dal suo direttore sportivo; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; una rubrica umoristica in ricordo di Raimondo Vianello; le “perle” dei telecronisti e le previsioni del tempo per la tappa che verrà. Seguiteci.

Foto copertina: la carova del Giro 2010 sfila accanto ad una distesa di tulipani rosa (www.ad.nl)

IL POLSO DI DAMIANO

appuntamento rinviato causa trasferimento

IL LUNGO PREAMBOLO DI UNA COLTELLATA
Con l’aiuto di Mario Traversoni, professionista dal 1994 al 2002, velocista principalmente noto per essere stato gregario di Pantani alla Carrera prima e alla Mercatone Uno poi, andiamo ad analizzare “il lungo preambolo di una coltellata”, come un vecchio suiveur amata definire gli sprint.

appuntamento rinviato causa trasferimento

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Giro, tappa a Weylandt, Vinokourov maglia rosa (Gazzetta dello Sport)

Terza tappa a Weylandt, Vinokourov maglia rosa (Corriere dello Sport – Stadio)

Wiggins’ hopes hit hard by crash (The Independent)

Wiggins suffers as Vino’ takes lead (The Daily Telegraph)

Vinokourov voit rose (L’Equipe)

Vinokurov nuevo líder (El Mundo Deportivo)

Sastre se distancia a 1:40 sin haber pisado aún Italia (AS)

El viento lleva a Vinokourov al liderato (Marca)

Weylandt vainqueur, Vinokourov en rose (Le Soir)

Wouter Weylandt s’impose au sprint (La Dernière Heure/Les Sports)

Weylandt gagne, Vino en rose (actu24.be)

Vinokourov s’empare du maillot rose de Giro (Sud Presse)

Weylandt bevrijdt zichzelf (De Standaard)

Wouter Weylandt wint derde rit in Giro (Het Nieuwsblad)

Wouter Weylandt takes Giro d’Italia stage; Vinokourov leads(USA Today)

Vande Velde Crashes Out of Giro d’Italia (The New York Times)

Cadel Evans loses lead in Giro d’Italia after chain comes off (Herald Sun)

Evans fumes as crash robs him of Giro leadership (The Age)

Richie Porte surprises in chase for pink (The Australian)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

N: Ventagli. La Lampre è già nel panico.

S: Splendida tappa dei Liquigas, attentissimi.
Grande azione di Evans, ma dov’è la sua squadra?

H: Bella tappa, si sapeva che sarebbe stato così con il vento; poi nel finale ci si sono messe anche le cadute. Ho visto bene la Liquigas che pure in teoria non è squadra da ventagli come Sky, HTC o Garmin; bravo anche Sastre a restare sempre nel primo gruppo fino alla caduta finale mentre Evans già nel primo ventaglio a un centinaio di km dall’arrivo è rimasto senza squadra. Problemi per la Lampre e si sapeva, essendo essenzialmente una squadra di scalatori e neanche di quelli fortissimi; sono stati sfortunati quando ha forato Petacchi nel momento in cui stava rientrando Cunego, ma l’impressione è che siano votati molto di più a vincere le tappe con Alessandro che a fare classifica con Damiano; prova ne sia che quando Petacchi ha forato gli altri l’hanno aspettato lasciando Cunego solo con Hondo nel primo gruppo. Tra gli altri bravi Scarponi e Garzelli a restare sempre davanti mentre si sapeva che per Pozzovivo sarebbe stata una brutta giornata

S: Tappa interessantissima anche in prospettiva.
Dovesse perdere ancora un minuto nella cronosquadre, Evans si troverebbe nella scomodissima situazione di dover correre un Giro d’attacco senza il supporto della squadra. In questo caso, per averla vinta avrebbe bisogno di una condizione di due spanne superiore a quella di Vino e dei Liquigas. Sastre mi ha deluso per come ha subito passivamente lo spezzettamento del gruppo.

N: Vino, Nibali, Gerdemann, Garzelli, Scarponi, Basso, Rohregger, Tiralongo, Evans nei 40 secondi.
Il mitico Tondo Volpini, Sastre e Cunego tra 1′30 e 2′
Da Wiggins 4′20 in poi una Caporetto

H: Dopo due giornate di gara almeno una dozzina di partecipanti di buon livello (non dico favoriti, ma sicuramente con ambizioni di finire tra i primi 15 almeno) sono già usciti di classifica: Pozzovivo, Bruseghin, Uran, Moreno, Ardila, Moncoutié, Masciarelli, Dan Martin, Bertagnolli, Cataldo, Simoni

N: Con questa squadraccia, Cadel, alla cronosquadre, busca di brutto da Astana e Liquigas. Sarà costretto a contrattaccare. Findora prevedo altri sfracelli a Montalcino. Questo Giro è cominciato col piede giusto.

H: Le due tappe in Olanda hanno fatto bene. Mi dispiace che Evans e Sastre siano rimasti attardati, ma credo che il distacco subito contribuirà a rendere più appassionanti e combattute le prossime tappe. La squadra di Evans non è sicuramente in grado di duellare con l’Astana nella cronosquadre. E nemmeno con la Liquigas. Quindi all’handicap che eredita dalla tappa di oggi dovrà aggiungere il minuto abbondante che prenderà in Piemonte.

J: Non ho potuto seguire la tappa di oggi, ma devo fare un plauso a Basso per la tappa di domenica, dove negli ultimi 20 km è sempre stato nelle primissime posizioni. Del resto 40 secondi non sono pochi e “buttati” in una tappa pianeggiante diventano molto pesanti da recuperare

H: Effettivamente l’ottima scelta tattica di Basso ha sorpreso anche me. Sorpreso negativamente invece da Evans, che è abituato a star sempre davanti, e da Sastre, anche lui spesso a ridosso delle prime posizioni, specie nei finali. Ora lo spagnolo ha più di un minuto da Basso.

C: Su Satre non concordo assolutamente. E’ sempre l’ultimo del grupetto anche in salita, che il gruppo sia da 50 o da 5. Anzi, avrei pronosticato un distacco più pesante per lui oggi. Evans ha pagato una squadra fatua e si è comunque difeso coi denti. Ottima prova di Basso e Nibali che in altre annate si sarebbero fatti sorprendere.

H: E’ vero, in salita Sastre non pedala mai tra i primi. Si fa vedere davanti solo quando resta un gruppetto di poche unità oppure quando sta per sferrare un attacco. Ma in pianura non è solito correre nelle retrovie, tant’è che al TdF non prende mai distacchi dagli altri favoriti, non resta mai nella seconda parte del gruppo se c’è una “cassure”.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

GIRO A SEGNO

Rubrica semiseria sul Giro 2010, in ricordo del grande Raimondo Vianello

Curioso dialogo ‘rubato’ oggi in gruppo al raduno di partenza:

La tappa è ventosa…
allora si attacca dappertutto!!

by N@po

Non solo ciclismo... ancor più grande era la passione di Vianello per il calcio (www.derbydelcuore.it)

Non solo ciclismo... ancor più grande era la passione di Vianello per il calcio (www.derbydelcuore.it)

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Savigliano – Cuneo

Savigliano – partenza prima squadra: pioggia debole (1,5 mm), temperatura 16,1°C, venti deboli da NNE (4-7 km/h), umidità al 77%
Savigliano – partenza ultima squadra: temporale, temperatura 14,6°C, venti deboli da NNE (7 km/h), umidità al 89%, pioggia moderata (3,9 mm)
Cuneo – arrivo prima squadra: temporale, temperatura 14,7°C, venti deboli da NE (6 km/h), umidità al 78%, pioggia debole (1,7 mm)
Cuneo – arrivo ultima squadra: temporale, temperatura 13,4°C, venti deboli da NNE (8 km/h), umidità al 91%, pioggia moderata (4,1 mm)

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

De Luca di nuovo protagonista della nostra rubrica che si esibisce con “Io e Savoldelli questa mattina abbiamo fatto un giro alla manifestazione firme”. Cos’era? Una ribellione del gruppo contro le insidie della tappa precedente?
In quanto alla coppia di telecronisti oggi Pancani se ne è stato buono buono, limitandosi ad uscire con un “tra i corridori della sky caduti anche Cioni” (Dario e David?).
E’ stato, invece, il buon Cassani a monopolizzare la giornata di gaffes, collezionande due.
Inizia rispondendo ad una domanda dell’inviato telematico Plastina dicendo che, sì, un finisseur avrebbe potuto vincere a Middelburg. Peccato che la questione fosse: “Può oggi un cronoman vincere?” A che pensava Davide? Forse alla perla che ci ha riservato in chiusura: “bisogna cercare di non avere sfortuna”. Ma la sfortuna non si evita, se capita capita! E ai telecronisti oggi è capitata quella di avere come ospite a distanza un personaggio “itagliano” come la sua pronuncia.

“Sono uno che piace correre” (Gattuso docet)

Invece noi non ne facciamo correre, nessuna….

Approfittiamo dell’occasione per andare a ravanare sul fondo della cassapanca (l’avete notato, è il soprannome che è stato affibbiato al duo microfonato della RAI) e a pescare qualche strafalcione storico.

Un’altra perla di Adrianone De Zan

“Bugno e Chiappucci saranno, anzi Bugno e Chiappucci dovrebbero: meglio usare il connazionale”

ARCHIVIO ALMANACCO
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1a tappa Amsterdam


2a tappa Amsterdam – Utrecht

10-05-2010

maggio 11, 2010 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA
Il belga Wouter Weylandt (Quick Step) si è imposto nella terza tappa, Amsterdam – Middelburg , percorrendo 224 Km in 5h00′06″, alla media di 44,785 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Brown e il tedesco Forster. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Doimo), 8°. Maglia rosa è il kazako Alexandre Vinokourov (Astana), con lo stesso tempo dell’australiano Porte e 1″ sul britannico Millar. Miglior italiano Nibali, 4° a 5″.

FIVE RING OF MOSCOW
Il russo Boris Shpilevsky (Katyusha Continental Team) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito del Cremlino, percorrendo 120 Km in 3h00′42″, alla media di 39,845 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Kovalev e Porsev. Il russo Sergey Firsanov si impone in classifica con 1′58″ sul connazionale Rudaskov e 2′01″ sull’ucraino Popkov.

COME BUTTARE LA VITTORIA AL… WEYLANDT

maggio 10, 2010 by Redazione  
Filed under News

Il punto più alto della tappa era a 6 s.l.m., eppure guardando l’ordine d’arrivo di questa seconda tappa sembra di essere in cima al Mortirolo. In un’altra giornata da straordinari in gruppo, alza le braccia al cielo un po’ a sorpresa il belga della Quick Step Wouter Weylandts che ringrazia il lavoro della Columbia e batte Graeme Brown. Tutti i big, eccezion fatta per Basso e “Vino”, perdono terreno e il kazako per una questione di centesimi indossa il Rosa.

Foto copertina: il successo di Weylandts a Middelburg, ultimo traguardo in terra olandese del Giro d’Italia 2010 (foto Bettini)

Come può un po’ di vento mandare all’aria una classifica generale? Come può una caduta a cinquanta chilometri dall’arrivo tagliare fuori da sogni e velleità a breve e lungo termine? Basta andare in Olanda, metterci un bel sole, un po’ di freddo, tanto Eolo ed il gioco è servito.
Dopo Utrecht, Middelburg. Dopo Farrar, Weylandts. Dopo confusione, altra confusione. Si chiude così la terza tappa di questo 93° giro d’Italia, 229 km dalla capitale orange alla piccola cittadina sul mare del Nord e si chiude anche il capitolo legato all’estero.
Come detto, tanta confusione, tante ginocchia sbucciate e ventagli a non finire. E poi un percorso molto insidioso, curve, controcurve, spartitraffico, pavè e chi più ne ha più ne metta. Con tutte queste variabili impazzite è logico aspettarsi un finale pazzo, anche se davanti non sono in 200 ma in venti e se di velocisti fortissimi ce n’è uno e tutti gli altri, in teoria, dovrebbero vederlo solo dopo il traguardo.
Sbaglia tutto Andrè Greipel che deve rimandare l’appuntamento con la vittoria al Giro, nonostante tutta la squadra davanti a tirare per lui, un epico Adam Hansen in testa dai -3 ai 1.500, un Pinotti che sgomita e alla fine finisce a terra con Sacha Modolo, un Goss che ancora una volta cerca di pilotare il proprio capitano alla perfezione ma, quando si fa da parte per vederselo passare accanto, nota che non c’è la sua maglia ma quella di un altro. E, allora, in questa volata pazza di 250 metri c’è spazio per il belga Wouter Weylandts, portacolori di una Quick-Step che dopo solo due giorni di gara può ritenersi più che soddisfatta di questa partecipazione alla corsa rosa. L’obiettivo massimo era vincere una tappa. Vedremo quello che sapranno fare in più.
Una volata strana, appunto, con il compagno di Boonen che parte lungo e riesce a tenere a bada un Graeme Brown non particolarmente scattante e relega sul gradino più basso del podio Forster (Milram). Fra chi finisce davanti, alla fine, il più deluso può ritenersi Danilo Hondo (Lampre) che, dopo aver sgomitato a lungo ed aver perso la ruota di Greipel, si ritrova quarto senza possibilità di agguantare i primi due. Ma, in questo gruppetto, non ci sono solo velocisti e gongola Vinokourov che si prende la “Rosa”, ma gongolano senz’altro anche Basso, Nibali, Scarponi e Garzelli, che iniziano a scavare solchi importanti su tanti altri.
Facendo rewind dal mattino, la tappa aveva regalato la consueta fuga con Kaisen, Pineau e poi Stamsnijder, partiti dopo 2 chilometri. Prendono un vantaggio massimo di 8 minuti poi, quando ci si avvicina al mare, arriva il vento e sotto il suo influsso il gruppo si fraziona in tre tronconi e davanti rimangono in 58.
Al km 134 i tre fuggitivi vengono ripresi, ma è ai meno cinquanta che la situazione per qualcuno sembra iniziare a precipitare. I ventagli si susseguono ed i primi a farne le spese sono Damiano Cunego e Domenico Pozzovivo. I due, intorno a se, formano due gruppi distinti con il lucano costretto ad inseguire il veronese che insegue a sua volta il gruppo, con Lampre e Colnago-CSF che si dannano l’anima per ricucire il divario. L’allarme diventa rosso quando il cronometro dice che il “Piccolo Principe” accusa dai primi poco più di un minuto, ma quel colore diventa bianco poco dopo, quando il gruppo di testa si rialza e così in diversi possono rientrare. L’allarme in casa Lampre però non cessa, visto che nel preciso momento del ricongiungimento Petacchi fora. Il principale favorito per l’arrivo di tappa è fuori dai giochi e al traguardo il suo ritardo sarà di quelli importanti.
Intanto si continua anche a cadere e a farne le spese, ai meno 31, è Vandevelde che finisce giù con Bruseghin e Sabatini. Subito dopo, siamo di nuovo sul mare, la confusione aumenta ancora di più, r anche la maglia rosa Cadel Evans sembra vittima delle trappole dell’HTC-Columbia ma, alla fine, riesce a rimanere davanti. Per Petacchi non c’è più nulla da fare, così come per l’americano della Garmin, che è costretto a ritirarsi dal Giro per il secondo anno consecutivo.
Altra importante caduta ai -12, protagonisti Lastras (che sembra avere la peggio), Wiggins, Cioni e soprattutto la maglia rosa che, oramai ampiamente abbandonata da tutti i compagni di squadra, deve tentare il tutto per tutto con le proprie forze. Spesso si sa che l’apparenza inganna e, quando l’australiano agguanta una parvenza di gruppo, sembra che il peggio sia passato. Proprio in quell’istante, però, ci si accorge che ha ripreso il secondo plotone e non il primo, che se ne va via in lontananza. Dentro ci sono tanti uomini HTC-Columbia, diversi Liquigas, qualche Androni e Astana, nessun Lampre e nessun Cervelo. Tradotto: Basso, Vinokourov, Scarponi e Garzelli sono davanti, Sastre, Cunego ed Evans dietro.
A quel punto la tappa si trasforma in una corsa nella corsa, con il campione del mondo che, in assenza di meglio, si mette a tirare in prima persona. Ma è troppo tardi e, alla fine, accuserà addirittura un ritardo di 45”.
Nel marasma più totale, solo alla fine si capisce che la maglia rosa va sulle spalle di Alexandre Vinokourov, separato dall’inezia di qualche centesimo di secondo da Richie Porte. Ad un solo secondo c’è David Millar, a cinque Vincenzo Nibali e poi la coppia HTC formata da Sieberg e Greipel. Andando ai nomi pesanti, invece, Ivan Basso rimane lì a 18”, mentre Evans è 23° a 43”, Sastre 43° a 1’40”, Cunego 50° a 2’07”, Simoni 135° a 9’24”, Pozzovivo 143° a 9’30”, Bruseghin 152° a 9’41” e Giampaolo Caruso a 9’45”. Per tutti questi nomi, i buoi sono già scappati e nemmeno torneranno. O forse si. L’anno prossimo, però.
Ora un po’ di riposo di gambe, ma non di testa. C’è il trasferimento in Italia e si torna a correre mercoledì con la cronosquadre da Savigliano a Cuneo: sarà bagarre fra Garmin, Astana e Team Sky, con questi ultimi favoriti su tutti gli altri. Sempre che non ci sia la nuvola del vulcano a cambiare programmi o anche nel cuneese spiri un forte vento in ricordo del tempo olandese. Ma, questa eventualità sembra piuttosto remota.

Saverio Melegari

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