VIVA IL VINO SPUMEGGIANTE

aprile 26, 2010 by Redazione  
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Il colonnello kazako torna da padrone nella ‘sua’ Liegi, bissando il successo dopo cinque anni. La corsa è stata controllata dai big fino alle ultime cotes, dove la corsa si è infiammata. Sulla Côte de la Roche-aux-faucons il primo ad aprire le danze è stato Andy Schleck, seguito come un’ombra da Gilbert. Tuttavia, è stato Vinokourov con una rasoiata delle sue a fare il vuoto sul falsopiano che segue la côte la quale, dopo il suo inserimento nel 2008, ha rivoluzionato la tattica di corsa divenendo il punto cruciale come lo è stata, negli anni precedenti, la celeberrima Redoute. Secondo, alle spalle del kazako, un forte e coraggioso Kolobnev.

Foto copertina: Vinokourov in azione nel finale della Liegi – Bastogne – Liegi 2010 (foto Elmar Krings)


ALEXANDRE VINOKOUROV.
La sua tattica di corsa appassiona gli amanti del ciclismo perché questo corridore onora sempre le gare cui partecipa, con tentativi coraggiosi e spettacolari che, anche se non vanno a buon fine, rimangono nel cuore degli spettatori. Già nel 2005, scattando a quasi 60 km dal traguardo, riuscì, grazie alle trenate di un Voigt scatenato, a far sua la “Doyenne”. Oggi a cinque anni di distanza ha trovato, al secondo scatto, un fondamentale appoggio in un motivatissimo Kolobnev. Accortosi che dal gruppetto inseguitore era evaso il corridore della Katusha, “Vino” lo ha saggiamente aspettato. I due hanno quindi tirato di comune accordo, accumulando su un terzetto d’inseguitori – composto da Evans, Valverde e Gilbert – un vantaggio che non è mai stato messo in discussione. A 800 m dal traguardo il capitano dell’Astana ha baciato il suo portafortuna perché già consapevole della sua superiorità sul compagno di fuga, involandosi verso un successo più che meritato. VOTO: 10.


ALEXANDER KOLOBNEV.
In questa settimana sulle Ardenne ha provato in tutti i modi a lasciare il segno ma è sempre stato ripreso a un soffio dal traguardo. Nella Liegi la sfortuna ha voluto che si trovasse di fronte ad un campione che, per di più, sta attraversando una forma strepitosa, come dimostra la recente vittoria al Giro del Trentino. La sua collaborazione con il kazako è stata sempre leale fin sul traguardo, anche se il suo colpo di pedale non appariva così efficace come quello del compagno di fuga. La rivincita è solo rimandata. VOTO: 9.


ALEJANDRO VALVERDE.
Fa la gatta morta, come del resto ci ha abituato, fino sulla Côte de la Roche-aux-faucons quando, come un fantasma, si è incollato alla ruota di Gilbert così come successe con Rebellin nel 2008. In quest’occasione, però, il belga non ha deciso di portare in carrozza lo spagnolo sin sullo strappo finale di Ans tirando, quindi, ma con riserva. Giunti sul Saint Nicolas il murciano è rimasto con le gambe molli dopo uno scatto imperioso di Gilbert. Ripreso il belga con l’aiuto di Evans, in volata coglie uno scialbo terzo posto. VOTO: 6,5.


PHILIPPE GILBERT.
Il favorito della vigilia sottovaluta la portata dell’azione di Vinokourov e, nonostante una gara condotta con intraprendenza, si deve accontentare del quarto posto. Sul Saint Nicolas prova un ultimo disperato scatto nella speranza di staccare Valverde e di riagganciare la coppia al comando. L’”Embatido” (oggi battuto più che mai) rimane effettivamente sui pedali ma, dopo qualche chilometro, anche il generoso belga deve alzare bandiera bianca. VOTO: 7,5.


CADEL EVANS.
Al Campione del Mondo non riesce l’accoppiata con la Freccia Vallone, conquistata con autorevolezza mercoledì scorso. Sulla Côte de la Roche-aux-faucons sale in progressione, senza rispondere allo scatto secco di Andy Schleck. Con Valverde e Gilbert come compagni d’inseguimento non poteva certo sobbarcarsi il peso del riaggancio. Tuttavia, da corridore leale qual è, non è stato un succhiaruote come altri lo sono stati in passato in simili situazioni. Coglie comunque un ottimo quinto posto che rappresenta un importante biglietto da visita per il Giro d’Italia. VOTO: 7.

ANDY SCHLECK. Il corridore più atteso dopo Gilbert si spegne subito dopo aver infiammato la corsa con una poderosa progressione, a cui rimane però agganciato un pimpante Gilbert. Rimasto fuori dai giochi dopo lo scatto di Vinokourov, conclude la gara nell’anonimato. Lo aspettiamo al Tour. VOTO: 5.


STEFANO GARZELLI.
Il capitano dell’Acqua e Sapone ci prova sulla Redoute lasciando intravedere il colpo di pedale che gli permise di arrivare secondo in questa classica nel 2002. Finisce la gara come migliore degli italiani (18esimo) e con almeno la soddisfazione di averci provato. VOTO: 6.


DAMIANO CUNEGO.
Lo abbiamo già segnalato a “Chi l’ha visto ?”. Non si capisce il calendario di questo campione che anche in questa corsa, su un terreno a lui congeniale, non riesce a esprimere le sue potenzialità di corridore da classiche. Chi ha già fatto il tris al Giro di Lombardia non può non avere la “Doyenne” nel mirino di una stagione! VOTO: 4.

Francesco Gandolfi

IL GIOVANE KISERLOVSKI IMPERLA L’APPENNINO DELLA NOSTALGIA

aprile 26, 2010 by Redazione  
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C’è nostalgia in gruppo per il triste declino della corsa ligure. Ha corso il rischio di non essere disputata una competizione che ha nel suo albo d’oro il fior fiore del ciclismo, da Coppi giù giù fino a Nibali, vincitore dell’edizione 2009. È, però, riuscito a spazzar via questo clima, la bella prestazione del croato Kiserlovski, un altro bel giovane che la Liquigas-Doimo è riuscita a tirar fuori dal cilindro e che va ad affiancarsi allo slovacco Sagan, anch’egli protagonista di giornata.

Foto copertina: Robert Kiserlovski taglia per primo il traguardo di Pontedecimo (foto Riccardo Scanferla).

La 71a edizione del Giro dell’Appennino, si è corsa nel ricordo di Fausto Coppi, nel 50° anniversario della morte. Si è corsa dal Serravalle Outlet a Pontedecimo, attraverso luoghi legati alla memoria del Campionissimo. Ma, dispiace dirlo, l’Appennino è oramai una “nobile decaduta”. Si pensi alle edizioni valide come Campionato Italiano, all’ultima vittoria in una corsa in linea di Fausto Coppi, alle sei vittorie consecutive di Baronchelli, alle tre di Bugno, ad Argentin, Moser, Chiappucci, Lajarreta, De Wolf, Pettersson, Tonkov, Berzin… insomma a tutto il fior fiore del ciclismo che ha corso, onorato e vinto sulle strade della corsa ligure.
Ma, purtroppo, la malinconia del tempo che fu è un esercizio sterile e cosa ancor più seria, una cattiva consigliera. Onoriamo quindi Robert Kiserlovski, croato di Fiume, un altro bel giovine della Liquigas – Doimo che, aggiudicandosi la vittoria, ha colto con merito la sua prima vittoria da professionista. Ha vinto conducendo una gara sempre all’attacco. Prima in una fuga a quattro insieme a Sagan, Bertolini e Pasquale Muto, tentativo partito a Sestri Ponente, dove la corsa è transitata per uno dei tanti omaggi a Fausto Coppi. Poi sulla Bocchetta in compagnia di Pozzovivo che, nel frattempo, era rientrato sulla salita simbolo dell’Appennino superando i fuggitivi e lasciandosi alle spalle un Riccò che non è riuscito a tenere il suo passo per tutta la salita. Quando scollinano sulla Bocchetta i due hanno 38” di vantaggio su Pardilla Bellon, quasi due minuti su Visconti e 2’20” su un gruppetto che vede tra i presenti anche lo stesso Riccò e Bertolini.Sul successivo Gran Premio della Montagna della Castagnola i due fuggitivi transitano con 1’56” su un gruppo di corridori costituito da Bertolini, Ochoa, Rodriguez, Riccò, Pardilla Bellon, Visconti, Belkov, Hollenstein, Niemec, Muto e Caruso. La situazione sostanzialmente non cambierà fino alla fine. In volata Robert Kiserlovski ha la meglio su Pozzovivo, mentre Bertolini regola il gruppetto degli inseguitori che arriva a 1’29”.
Poi poco importa se da Liegi arrivano gli echi di una vittoria di Vinokourov, poco importa se l’elenco partenti dell’appena concluso Giro del Trentino fa venire nostalgia dei bei tempi andati, quando l’Appennino serviva per affinare la forma prima del Giro d’Italia.
L’edizione di quest’anno ha rischiato di non essere disputata a causa degli ormai cronici problemi economici che attanagliano gli organizzatori. Onoriamo quindi la prima vittoria del ragazzo di Fiume, augurandoci che sia la prima di una lunga serie così da poterlo ricordare con rispetto tra qualche decennio.

Mario Prato

25-04-2010

aprile 26, 2010 by Redazione  
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LIEGI – BASTOGNE – LIEGI
Il kazako Alexandre Vinokourov (Astana) si è imposto nella classica belga, percorrendo 258 Km in 6h37′48″, ad una media di 38,914 Km/h. Ha preceduto di 6″ il russo Kolobnev e di 1′04″ lo spagnolo Valverde. Miglior italiano Stefano Garzelli (Acqua & Sapone), 18° a 1′18″.

GIRO DELL’APPENNINO
Il croato Robert Kiserlovski (Liquigas-Doimo) si è imposto nella classica ligure, percorrendo 187 Km in 4h26′19″, ad una media di 42,130 Km/h. Ha preceduto gli italiani Domenico Pozzovivo (Colnago – CSF Inox, allo sprint) e Alessandro Bertolini (Androni Giocattoli, di 1′29″).

VUELTA MEXICO TELMEX
Il danese Philip Nielsen (Team Concordia Forsikring – Himmerland) si è imposto nell’ottava ed ultima tappa, circuito di Città del Messico, percorrendo 105 Km in 2h27′40″, ad una media di 42,663 Km/h. Ha preceduto allo sprint il messicano Vaquera e lo sloveno Ino Ilesic. Miglior italiano Pier Paolo De Negri (ISD-Neri), 8°.
Lo spagnolo Oscar Sevilla (Rock Racing) si impone con 13″ e 28″ sui colombiani Rincon e Ladino. Miglior italiano è Alessandro Colo (ISD-Neri), 16° a 3′55″.

Lultima volata della Vuelta Mexico Telmex (foto Wenceslao Rodriguez/ WRS IMAGENES)

L'ultima volata della Vuelta Mexico Telmex (foto Wenceslao Rodriguez/ WRS IMAGENES)

TOUR DE SANTA CATARINA (Brasile)
Il colombiano Giovanni Baez (EPM – Une Colombia) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Forquilhinha – Serra Do Rio Do Rastro, percorrendo 118,4 Km in 2h49′50″, ad una media di 41,829 Km/h. Ha preceduto di 13″ i connazionali Suarez e Stiver Ortiz (EPM – Une Colombia), che si impone in classifica con 12″ sul brasiliano Fiorilli e 15″ su Baez.

TOUR DE KOREA
L’uzbeko Vadim Shaekhov (Uzbekistan National Team) si è imposto nella quarta tappa, Gunsan – Dangjin, percorrendo 149,7 Km in 3h34′02″, ad una media di 41,965 Km/h. Ha preceduto allo sprint il cinese Xu e il giapponese Itami. Il corridore di Hong Kong Yeung Ying Hon (Hong Kong China National Team) conserva la maglia di leader, con 1′57″ sul coreano Hong Yoo e 2′03″ sullo statunitense Friedman.

LE TOUR DE BRETAGNE CYCLISTE – TROPHEE DES GRANITIERS
L’olandese Jetse Bol (Rabobank Continental) si è imposto nella prima tappa, circuito di Gorey, percorrendo 142 Km in 3h19′49″, alla media di 42,639 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Arguelyes Rodriges e il francese Brouzes, distanziati in classifica di 10″ e 12″.

Lolandese Bol vince la prima tappa del Giro della Bretagna (foto Fabrice Lambert)

L'olandese Bol vince la prima tappa del Giro della Bretagna (foto Fabrice Lambert)

GP LIBERAZIONE
Lo sloveno Jan Tratnik (Slovenian National Team) si è imposto nella classica italiana, percorrendo 138 Km in 3h18′01″, alla media di 41,814 Km/h. Ha preceduto di 31″ l’australiano Matthews e l’italiano Edoardo Costanzi (G.S. Zalf Desiree Fior).

Il successo di Tratnik nel GP Liberazione (www.revistamundociclistico.com)

Il successo di Tratnik nel GP Liberazione (www.revistamundociclistico.com)

EAST MIDLANDS INTERNATIONAL CICLE CLASSIC
Il danese Michael Berling (Glud & Marstrand) si è imposto nella corsa britannica, percorrendo 168 Km in 4h14′19″, alla media di 39,635 Km/h.
Ha preceduto allo sprint il neozelandese Craven e il britannico Barker.

Il successo di Berling nella corsa britannica (www.cyclingweekly.co.uk)

Il successo di Berling nella corsa britannica (www.cyclingweekly.co.uk)

RONDE VAN NOORD-HOLLAND
Il tedesco Robert Wagner (Skil – Shimano) si è imposto nella corsa olandese, percorrendo 211 Km in 4h46′24″, alla media di 44,204 Km/h.
Ha preceduto allo sprint il belga Omloop e l’olandese Mouris.

PARIS – MANTES EN YVELINES
Il francese Yoann Bagot (Vélo Club La Pomme-Marseille) si è imposto nella corsa francese, percorrendo 170,2 Km in 4h04′20″, alla media di 41,795 Km/h.
Ha preceduto di 1′06″ i connazionali Ortiz e Drancourt

UN VINO D’ANNATA

aprile 25, 2010 by Redazione  
Filed under 7) LIEGI - BASTOGNE - LIEGI, News

Il 36enne kazako conquista la seconda Liegi–Bastogne-Liegi in carriera, avvantaggiandosi assieme a Kolobnev a 15 km circa dal traguardo, e distanziando il russo nei 500 metri finali. 3° Valverde, che anticipa nello sprint dei battuti Gilbert e Evans. Deludenti l’altro grande favorito, Andy Schleck, e Contador, brillanti sulla Roche-aux-Faucons, ma poi sorpresi nel successivo tratto in falsopiano, e tagliati fuori dalla lotta per il successo. Male gli italiani: 18° Garzelli, 21° Cunego.

Foto copertina: Vinokourov esulta sul traguardo di Ans (foto Bettini)

Una squalifica a quasi 34 anni avrebbe probabilmente dissuaso qualsiasi normale corridore da un tentativo di rentrée. Alexander Vinokourov, che un normale corridore mai è stato e mai sarà, non si è accontentato di tornare alle gare nell’autunno scorso, disputando un dignitosissimo Mondiale, ma in questo 2010 ha addirittura ritrovato una gamba non troppo distante da quella degli anni migliori, ritrovando il successo con una tappa e la classifica finale del Giro del Trentino, prima di scrivere una delle pagine più belle della sua carriera sulle strade della Liegi-Bastogne-Liegi, già sua nel 2005. È certo che ora si sprecheranno le discussioni sulla vittoria di un corridore rientrato da due anni di squalifica per doping da meno di dodici mesi, specie vista l’età non più verdissima; considerazioni forse fondate, ma che, se accettate, dovrebbero forse suggerire di dedicarsi alla cronaca di qualche altro sport, se davvero risulta impossibile vedere una corsa ciclistica senza l’ombra del sospetto in primo piano. Ci pare dunque giusto soffermarci sullo splendido gesto atletico dell’uomo Astana, capace di regolare corridori di anche 10 anni più giovani, con tempismo e gestione tattica che ancora oggi trovano pochi eguali in gruppo.
Dopo la fuga mattutina orchestrata da De Gendt, Bouet, Veikkanen, Perez, Devenyns, Finetto e Terpstra, la corsa ha conosciuto un primo sussulto a 100 km spaccati dal traguardo, allorché Jens Voigt ha scosso il gruppo dal suo torpore sulla Côte de Wanne con uno scatto secco, che gli ha consentito di incamerare subito un discreto margine sul plotone. Il tedesco non ha nemmeno atteso Jurgen Van Den Broeck, giuntogli a 20 metri poco dopo la vetta, con una scelta coraggiosa ma probabilmente errata sul piano tattico, trovandosi costretto ad un lungo e alla fine vano inseguimento solitario al drappello di testa, tradottosi in un riassorbimento in gruppo a 65 km dal termine. Poco dopo è toccato a Maxime Monfort provare a ravvivare una corsa ancora molto bloccata, venendo anch’egli neutralizzato facilmente dal plotone in cima all’ascesa di Mont-Theux, 15 km scarsi più tardi.
Nemmeno la Redoute, che ormai da anni ha ceduto lo scettro di punto chiave della corsa, ora conteso dalle côtes della Roche-aux-Faucons e di Saint-Nicolas, è riuscita a destare l’intraprendenza dei big, rimasti a fare da spettatori agli scatti prima di Agnoli e Martin e poi di Barredo, quindi di Ten Dam, Garzelli e altri outsider della vigilia. Dopo un’effimera sfuriata di una decina di chilometri da parte di Tankink, iniziata sullo Sprimont ed esauritasi sulle prime rampe della Roche-aux-Faucons, i grossi calibri sono finalmente entrati in gioco, per l’appunto, sulla terzultima côte di giornata. Dapprima i Liquigas hanno lanciato la scalata su ritmi elevati, venendo però prontamente scavalcati da Frank Schleck, che ha spianato la strada all’attacco del fratello, che ormai da tre anni ha individuato in questa erta il momento giusto per scatenare la battaglia. A differenza di un anno fa, Andy non è però riuscito a fare il vuoto, venendo invece subito braccato da Philippe Gilbert. La scarsa collaborazione al lussemburghese da parte del belga, più che l’inseguimento prima di un deludente Cunego e poi di Evans, prima della sgasata di Contador, hanno fatto sì che la coppia formata dai due principali favoriti non prendesse il largo, vedendosi anzi riassorbire da un drappello poi rinfoltitosi nel corso della discesa.
È apparso subito concreta, non appena il gruppetto di testa si è fatto più numeroso, la possibilità che la situazione, senza una squadra in grado di prendere in mano le operazioni, potesse sfuggire di mano ai favoriti proprio nella fase interlocutoria prima del Saint-Nicolas; e nessuno meglio poteva cogliere l’opportunità meglio di Alexander Vinokourov, andatosene ai -16 dalla linea bianca, dopo una gara condotta sempre nell’ombra fino a quel momento. Soltanto l’altro Alexander dell’Est, Kolobnev, ha fiutato il pericolo con sufficiente prontezza, andando a costituire quella che fino ad una ventina di anni fa sarebbe stata una coppia sovietica, mentre alle loro spalle Valverde e Gilbert, raggiunti poco dopo da Evans, riuscivano ad evadere da un gruppo che si sarebbe poi auto-eliminato dalla lotta per la vittoria a suon di scatti velleitari, incapace di trovare collaborazione.
Contro il pronostico, la coppia di testa ha progressivamente aumentato il margine sul terzetto all’inseguimento, dilatatosi rapidamente da 15 a 40 secondi nei chilometri immediatamente precedenti Saint-Nicolas, rampa su cui Vinokourov ha tentato una prima volta di abbandonare il compagno d’avventura. Anche Valverde ha provato a distanziare i suoi, con il solo risultato però di spianare la strada all’ultimo, disperato tentativo di rientro di Philippe Gilbert, capace di staccare l’iberico e il campione del mondo, ma il cui inseguimento si è fermato a 20’’ dalla testa della corsa, prima di essere respinto nel tratto in falsopiano dall’inferiorità numerica.
Ormai certi di essere rimasti gli unici pretendenti al successo, a meno di scelte tattiche attendiste autodistruttive, Vino e Kolobnev hanno provato reciprocamente a lasciarsi un paio di volte sull’erta finale verso Ans, fino a quando il kazako, a 500 metri dall’arrivo, ha raccolto la rabbia e la voglia accumulate nei due anni lontano dalle corse e nei tre trascorsi dagli ultimi successi nel ciclismo che conta, e le ha tradotte in una progressione letale per le speranze del russo. Kolobnev si è così dovuto accontentare dell’ennesimo piazzamento, mentre, 1’04’’ più tardi, Valverde e Evans raggiungevano Gilbert, e lo spagnolo metteva in fila il belga e l’australiano nello sprint per il gradino più basso del podio. Appena 3’’ dopo giungeva sul traguardo Andy Schleck, a capo di un quintetto includente, oltre a Igor Anton e Horner, il fratello Frank e Contador, tagliato fuori proprio nel tratto apparentemente di transizione fra le due côtes più attese.
Nord ancora una volta amaro per i colori azzurri, il cui miglior rappresentante è stato Stefano Garzelli, 18°, seguito, tre piazze più indietro, da Damiano Cunego. In questo 2010, il 25 aprile diventa dunque anche il giorno della liberazione da una delle peggiori campagne del Nord della storia recente del nostro ciclismo, con il 5° posto di Cunego alla Freccia come miglior risultato. Davvero poca cosa, sperando che la musica cambi a partire dall’8 maggio, al Giro d’Italia. E parlando di corsa rosa, non possiamo non accennare al fatto che anche il vincitore odierno sarà al via ad Amsterdam. La tenuta del kazako sulle tre settimane è ancora tutta da verificare, ma noi preferiremmo non dover scommettere contro di lui; perché ormai, parlando di Vino, è quasi assurdo sorprendersi ancora.

Matteo Novarini

24-04-2010

aprile 25, 2010 by Redazione  
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VUELTA MEXICO TELMEX
Il colombiano Rodolfo Andre Torres (Boyaca Orgullo de America) si è imposto nella settima tappa, cronoscalata di Ajusco, percorrendo 12 Km in 27′18″, ad una media di 26,373 Km/h. Ha preceduto di 2″ lo spagnolo Oscar Sevilla (Rock Racing) e di 6″ il colombiano Rincon. Miglior italiano Alessandro Colo (ISD-Neri), 14° a 1′04″.
Sevilla è il nuovo leader della corsa, con 13″ e 28″ sui colombiani Rincon e Ladino. Miglior italiano è Alessandro Colo (ISD-Neri), 16° a 3′55″.

Rodolfo Torres in azione nella cronoscalata (foto Wenceslao Rodriguez/ WRS IMAGENES)

Rodolfo Torres in azione nella cronoscalata (foto Wenceslao Rodriguez/ WRS IMAGENES)

TOUR DE SANTA CATARINA (Brasile)
Il brasiliano Cristian Rosa (Clube DataRo de Ciclismo) si è imposto nella quarta tappa, Urubici – Serra do Rio do Rastro, percorrendo 84,8 Km in 2h20′36″, ad una media di 36,188 Km/h. Ha preceduto di 1′18″ il colombiano Suarez e il brasiliano Bueno. L’argentino Emanuel Guevara (Start Under 23) conserva la testa della corsa, con 2″ sul colombiano Ortiz e 6″ sul brasiliano Gasparoto.

Il leader Guevara taglia nella nebbia il traguardo della Serra Do Rio Do Rastro (wp.clicrbs.com.br)

Il leader Guevara taglia nella nebbia il traguardo della Serra Do Rio Do Rastro (wp.clicrbs.com.br)

GRAN PREMIO LLODIO
Lo spagnolo Angel Vicioso Arcos (Andalucia – Cajasur) si è imposto nella corsa spagnola, percorrendo 172,3 Km in 4h07′53″, alla media di 41,705 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Garcia e il francese Coppel. Due italiani in gara, entrambi della Carmiooro NGC: Aristide Ratti si è piazzato 11° a 50″, Francesco Tizza 81° a 9′08″.

Lo spagnolo Vicioso si impone nel GP LLodio (foto Josè Montes)

Lo spagnolo Vicioso si impone nel GP LLodio (foto Josè Montes)

TOUR DE KOREA
Il coreano Seon Ho Park (Seoul Cycling) si è imposto nella terza tappa, Yeosu – Gunsan, percorrendo 219 Km in 5h39′, ad una media di 38,761 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Baek Park e il malaysiano Manan. Il corridore di Hong Kong Yeung Ying Hon (Hong Kong China National Team) conserva la maglia di leader, con 1′57″ sul coreano Hong Yoo e 2′03″ sullo statunitense Friedman.

23-04-2010

aprile 24, 2010 by Redazione  
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GIRO DEL TRENTINO
L’italiano Domenico Pozzovivo (Colnago – CSF Inox) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Arco – Alpe di Pampeago, percorrendo 172,1 Km in 4h44′54″, ad una media di 36,244 Km/h. Ha preceduto di 3″ Riccardo Ricco’ (Ceramica Flaminia) e lo spagnolo Pardilla Bellon. Il kazako Alexandre Vinokourov (Astana) si impone con 12 centesimi su Riccò e 42″ su Pozzovivo.

VUELTA MEXICO TELMEX
Il messicano Ignacio Sarabia Diaz (Rock Racing) si è imposto nella sesta tappa, Cuernavaca – Metepec, percorrendo 180 Km in 4h37′58″, ad una media di 38,853 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Sevilla Ribera e il colombiano Edwin Arnulfo Parra Bustamente (Boyaca Orgullo de America). Miglior italiano Alessandro Colo (ISD-Neri), 16° a 2′23″.
Parra è il nuovo leader della corsa, con 19″ sul connazionale Mesa Estepa e 25″ su Sarabia Diaz. Miglior italiano è Alessandro Colo (ISD-Neri), 15° a 3′25″.

Il successo di Ignacio Sarabia Diaz a Metepec (foto Wenceslao Rodriguez/ WRS IMAGENES)

Il successo di Ignacio Sarabia Diaz a Metepec (foto Wenceslao Rodriguez/ WRS IMAGENES)

TOUR DE SANTA CATARINA (Brasile)
L’argentino Edgardo Simon (Tarumã/Pindamonhangaba) si è imposto nella terza tappa, Rio do Sul – Urubici, percorrendo 142,9 Km in 3h49′08″, ad una media di 37,419 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’argentino Emanuel Guevara (Start Under 23 – Argentina) e il colombiano Suarez. Guevara è il nuovo leader della classifica, con lo stesso tempo del colombiano Ortiz. Terzo il brasiliano Gasparoto, a 4″.

BANJA LUKA – BELGRADO I
Lo sloveno Jure Zrimšek (KK Sava) si è imposto nella corsa bosniaca. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Kovac e il giapponese Nakajima. Miglior italiano Alessio Signego (Team Nippo), 70° a 3′23″.

TOUR DE KOREA
Il coreano Ki Hong Yoo (Geumsan Ginseng Asia) si è imposto nella seconda tappa, Gangjin – Yeosu, percorrendo 138,6 Km in 3h09′49″, ad una media di 43,810 Km/h. Ha preceduto di 2″ lo statunitense Friedman e 4″ il canadese Routley. Il corridore di Hong Kong Yeung Ying Hon (Hong Kong China National Team) conserva la maglia di leader, con 1′57″ su Hong Yoo e 2′03″ su Friedman.

È UN VINO TRENTINO, MA CHE BEFFA PER RICCO’

aprile 24, 2010 by Redazione  
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Il modenese stacca il kazako in maglia viola a un chilometro dalla vetta, ma sul traguardo la spunta Pozzovivo e i 6” di abbuono più i 20” di vantaggio non bastano a Riccò per aggiudicarsi la gara: a dividerli sono appena 12 centesimi! Sottotono Basso e Scarponi, festa per Gibo.

Foto copertina: “Vino” festeggia…. e Riccò si vendica inondandolo di “vino” (foto Bettini).

Non ci stiamo riferendo ne ad un gustoso Traminer e nemmeno ad un Riesling renano, ma al campione kazako che oggi si è aggiudicato la corsa altoatesina. Fin dal primo post-gara di Torbole Vinokourov aveva anticipato che avrebbe onorato la corsa e la maglia di leader senza però spremersi troppo in vista della Liegi-Bastogne-Liegi del fine settimana. Così, seguendo il programma, quando gli altri avversari diretti – Basso, Scarponi e Serpa – hanno alzato bandiera bianca il corridore kazako ha preferito non rispondere agli attacchi del cobra modenese e salire del suo passo limitando i danni.

Alla fine la tattica di Vinokourov si è mostrata vincente, ma di certo non senza rischi. Prima della tappa odierna fra i due c’erano appena 26” e con gli abbuoni il rischio per il kazako era alto. A pochi chilometri dalla vetta Riccò e Pozzovivo si sono involati verso l’arrivo mentre il kazako continuava regolare. Il vantaggio dei primi due si aggirava attorno ai 20”, quanto bastava al biondino modenese per aggiudicarsi la gara grazie all’abbuono. Avrebbe dovuto arrivare primo e tutto sembrava a favore del corridore della Ceramica Flaminia, che di certo allo sprint aveva più carte da giocarsi rispetto a Pozzovivo. Ma forse le troppe energie spese nel duello con il rivale dell’est gli hanno fatto perdere lucidità in vista degli ultimi metri ed è così che il meno quotato scalatore della Colnago ha anticipato Riccò sul traguardo. rubandogli anche l’abbuono più cospicuo.

Il modenese è giunto dopo 3” prendendo 6” di abbuono, seguito da Pardilla (20”) e da Vinokourov a 23”, 20” da Riccò: il minimo indispensabile per pareggiare i conti, ma allo scalatore italiano erano sfuggiti nel conto una manciara di decimi di secondo, 12 per la precisione, 12 centesimi che hanno regalato una scottante beffa al cobra che ha dovuto ingoiare un altro boccone amaro dopo l’esclusione dal Giro d’Italia, che invece vedrà come sicuro protagonista il corridore dell’Astana. Più difficile, invece, che i protagonisti siano Basso e Scarponi, apparsi in condizione non ottimale, ma soprattutto da qualche tempo non in grado di competere coi migliori.

Andrea Mastrangelo

Pozzovivo e Riccò, i due protagonisti del finale sullAlpe di Pampeago (foto Bettini)

Pozzovivo e Riccò, i due protagonisti del finale sull'Alpe di Pampeago (foto Bettini)

22-04-2010

aprile 23, 2010 by Redazione  
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GIRO DEL TRENTINO
L’italiano Alessandro Bertolini (Androni Giocattoli) si è imposto nella terza tappa, Fiera di Primiero – Trento, percorrendo 164 Km in 4h02′04″, ad una media di 40,650 Km/h. Ha preceduto di 2″ gli italiani Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini) e Roberto Ferrari (De Rosa – Stac Plastic). Il kazako Alexandre Vinokourov (Astana) conserva la maglia di leader con 26″ e 29″ su Riccardo Ricco’ (Ceramica Flaminia) e Michele Scarponi (Androni Giocattoli).

VUELTA MEXICO TELMEX
Il messicano Flavio Deluna (Spidertech p/b Planet Energy) si è imposto nella quinta tappa, Tlaxcala – Cuautla, percorrendo 175 Km in 3h56′13″, ad una media di 44,450 Km/h. Ha preceduto di 2″ i connazionali Dejesus Gomez e Aldape. Miglior italiano Pier Paolo De Negri (ISD-Neri), 4°.
Lo spagnolo Francisco Mancebo (Rock Racing) conserva la testa della classifica, con lo stesso tempo del colombiano Parra. L’ucraino Kobzarenko è 3° a 4″. Miglior italiano è Alessandro Colo (ISD-Neri), 19° a 1′02″.

La vittoria di Flavio Deluna a Cuautla (foto Wenceslao Rodriguez/ WRS IMAGENES)

La vittoria di Flavio Deluna a Cuautla (foto Wenceslao Rodriguez/ WRS IMAGENES)

TOUR DE SANTA CATARINA (Brasile)
Il colombiano Stiver Ortiz (EPM – Une Colombia) si è imposto nella seconda tappa, Timbo – Ibirama, percorrendo 135,3 Km in 3h13′20″, ad una media di 41,99 Km/h. Ha preceduto allo sprint il brasiliano Gasparoto e l’argentino Guevara. Ortiz è il nuovo leader della classifica, con 4″ su Gasparoto e 6″ su Guevara.

Giornata piuttosto piovosa per il Tour de Santa Catarina (wp.clicrbs.com.br)

Giornata piuttosto piovosa per il Tour de Santa Catarina (wp.clicrbs.com.br)

TOUR DE KOREA
Il corridore di Hong Kong Yeung Ying Hon (Hong Kong China National Team) si è imposto nella prima tappa, circuito di Seogwipo, percorrendo 177,7 Km in 4h12′24″, ad una media di 42,242 Km/h. Ha preceduto di 2′14″ il connazionale Wong e il coreano Cho, distanziati in classifica di 2′18″ e 2′20″.

BERTOLINI EROE DI CASA

aprile 23, 2010 by Redazione  
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Il trentanovenne atleta trentino compie un’autentica impresa sulle strade di casa, anticipando il gruppo e resistendo stoicamente al ritorno del plotone: chiude con due secondi appena di vantaggio su Petacchi che regola il gruppo ma perde una grande occasione, l’unica del Giro del Trentino. In classifica tutto invariato, aspettando Pampeago.

Foto copertina: Bertolini anticipa il gruppo sul traguardo di casa (foto Bettini).

È proprio vero che la vicinanza di casa e la voglia dell’impresa sotto gli occhi dei “parenti” può dare le motivazioni necessarie. È quello che è successo oggi ad Alessandro Bertolini, non più nel fiore degli anni – trentanove primavere sono tante per un corridore che macina migliaia di chilometri l’anno e tanta fatica – ma che con un’azione davvero magica evita uno scontato confronto allo sprint che lo avrebbe visto soccombere sotto le pedalate dei velocisti.

Era il suo sogno, era la vittoria che gli mancava, quella sulle strade di casa e dopo vent’anni di tentativi ci è riuscito forse nel momento meno sperato, quando i suoi coetanei si guardano la gara sul divano, non lui e nemmeno “Gibo” Simoni che le strade di casa le percorrerà domani in una tappa dedicata interamente a lui: partenza ad Arco dove vinse la prima gara, arrivo a Pampeago dove di fatto vinse un Giro, in mezzo il passaggio per Palù di Giovo che diede i natali al campione trentino. Difficile che “Gibo” riesca nell’impresa di cui oggi è stato capace Bertolini, molto più facile che il primo a spuntare all’orizzonte sulla salita di Pampeago domani sia uno tra Vinokourov, Basso, Riccò o anche Scarponi, anche se con Simoni ci si potrebbe aspettare di tutto, in fondo anche oggi il favorito numero uno doveva essere Petacchi che, in effetti, la tappa l’avrebbe pure vinta, se il gruppo non si fosse fatto anticipare.

Il corridore spezzino ha chiuso infatti al secondo posto, regolando il gruppo a due secondi dal vincitore. Terza piazza per Ferrari quindi Lorenzetto e Clarke a chiudere la top five. Nessuna novità nella generale dove il leader resta Vinokourov, che però minimizza sulle possibilità di vittoria finale concentrandosi di più sulla gara di Liegi di sabato. Dietro di lui Riccò, Scarponi, Basso e Serpa, raccolti in meno di 40”.

Andrea Mastrangelo

CHE SPETTACOLO SOTTO LE PALE

aprile 22, 2010 by Redazione  
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Una giornata davvero emozionante ed esplosiva, con i più in forma a dare tutto lunogo le strade di San Martino di Castrozza: Riccò supera, in volata ristretta, Vinokourov e Basso, quarto Scarponi. In ritardo Pellizzotti e Simoni, male invece Garzelli che nonostante la grande cronometro di ieri oggi chiude a 13’.

Foto copertina: Riccò primo a San Martino di Castrozza (foto Bettini)

Le pale di San Martino offrono uno spettacolo mozzafiato, ci si aspettava una grande gara, ma quella che è nata dopo il rischio per i big di finire con un pugno di mosche in mano, a causa dell’attendismo e di cinque guastafeste che fino a quattro chilometri dal traguardo non hanno accennato alcun cedimento, è stata ben al di sopra della aspettative.

La fuga della mattina aveva rischiato di scompaginare i piani di tutti i favoriti non accennando a mollare nemmeno sulle rampe della salita verso San Martino di Castrozze e con 140 km nellegambe. Partiti in tredici dopo appena 20 km, nel finale rimanevano in cinque: Bonnafond, Fajt, Celli, Brutt e Rodriguez. I battistrada non mostravano cedimenti, grazie anche all’attendismo del plotone principale.

I fuggitivi si presentavano quindi a meno di cinque dal traguardo con ancora un margine importante di 1’30” e con la grande speranza di poter arrivare, che però si è spenta proprio quanto tutto sembrava fatto. Infatti, il ricongiungimento è avvenuto sotto il triangolo rosso degli ultimi mille metri, dove il drappello dei migliori si è scatenato.

Il favorito per un arrivo così era Riccardo Riccò che non ha deluso le aspettative e, facendo valere il suo spunto veloce, anticipava nientemeno che Vinokourov che, non dimentichiamolo, con un gioco d’anticipo degno d’altri tempi aveva vinto sui Campi Elisi. A chiudere il podio il vincitore della passata edizione Ivan Basso. E dopo questo arrivo si è probabilmente delineato il gruppetto che andrà a giocarsi la corsa sull’Alpe di Pampeago, dopo aver lasciato spazio per una giornata alle ruote veloci nella giornata di oggi. Da questo drappello ne esce a testa bassa Garzelli che, dopo l’ottima prova di ieri, ha perduto quasi un quarto d’ora e per lui svanisce ogni sogno di gloria. Falliscono il tentativo di inserirsi nella lotta decisiva anche Pellizzotti e Simoni, giunti a circa 1’30”; soprattutto per il secondo è, però, un risultato importante e confortante visto che è un corridore di fondo e che “alla sua età” non riuscirebbe certo a reggere un mese e mezzo in grande forma. Mentre potrebbero fungere da guastafeste Serpa e Scarponi, con quest’ultimo che nella generale è ora in terza posizione, anche se è sembrato una spanna sotto Ivan Basso. Più difficile possa inserirsi nella lotta lo sloveno Valjavec che paga cara la crono di ieri e rimane ad 1’ in generale.

Andrea Mastrangelo

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