QUI AUSTRALIA: GREIPEL HA PASSATA ‘A NUTTATA

gennaio 23, 2010 by Redazione  
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Stanotte, erano le cinque ora italiana quando si è conclusa la tappa di Willunga, Greipel ha quasi matematicamente conquistato il suo secondo Tour Down Under, iniziando col botto la stagione della sua agguerritissima squadra, la HTC-Columbia. In termini di secondo d’abbuono i margini per batterlo ci sarebberlo, ma sarà impossibile fargliela sotto il naso su strade a lui congeniali, quelle del circuito cittadino di Adelaide, teatro della frazione conclusiva. Non è stato facile, stavolta, per il velocista tedesco tornare in camera d’albergo con la maglia da leader sulle spalle, perché s’è trovato coinvolto nella tappa più battagliata della storia della corsa australiana. Una leader salvata grazie al lavoro della squadra e agli abbuoni accumulati nelle tre tappe vinte nelle giornate precedenti.

L’ostacolo maggiore alle spalle, per Greipel la vittoria nella dodicesima edizione del Tour Down Under è oramai cosa fatta, perché nessuno potrà impensierirlo nella facilissima tappa che, domani sul piatto circuito cittadino di Adelaide, porrà i sigilli alla corsa a tappe australiana.
Per pararsi le spalle in vista della frazione più impegnativa, ieri il velocista tedesco è andato alla caccia della terza vittoria, ottendendola senza troppi problemi e dilatando il suo margine di vantaggio in classifica. I tentativi di Armstrong e Valverde nella finale della tappa di Goolwa non sono andati a buon fine e si sono pure rivelati controproducenti per i due attaccanti, che hanno finito per staccarsi e accusare, con lo sforzo, 17” di ritardo. Davanti rimanevano ancora in tanti e sul rettilineo d’arrivo Greipel aveva avuto ragione degli australiani Mc Ewen e Brown, ancora a caccia di un successo nella propria terra. Dopo questa giornata, il vantaggio del leader sui corridori più pericolosi galleggiava tra i trenta e i quaranta secondi.
Oggi, dopo giornate abbastanza monotone, è finalmente andato in scena lo spettacolo. La quinta tappa dell’edizione 2010 sarà ricordata come la più bella da quando si disputa la manifestazione australiana. Testimoni della battaglia sono stati gli oltre centomila spettatori assiepati lungo il percorso e all’arrivo. Avranno certamente visto meglio le azioni decisive coloro che si erano appostati sulle rampe della salita di Willunga Hill – tre chilometri al 7% – che, ripetuta due volte nel finale, ha scatenato la bagarre.
E’ stato addirittura il campione del mondo e beniamino di casa Cadel Evans a rompere gli indugi e sferrare uno scatto in salita al quale nessuno ha risposto immediatamente. Tentativo solitario, dunque, per Evans che, ben posizionato in classifica, aveva tentato il colpaccio. Allo scollinamento, venti chilometri dall’arrivo, riuscivano a farsi sotto Luis Leon Sanchez e Valverde della Caisse d’Epargne e il sorprendente Peter Sagan, ventenne slovacco della Liquigas Domo. Questo quartetto si lanciava verso il traguardo con trenta secondi di margine su un gruppo riorganizzatosi e tirato dalla BMC Columbia, in difesa del primato di Greipel.
All’ultimo chilometro, quando ormai il gruppo sembrava agguantare i fuggitivi, ecco lo spunto di Sanchez che, spalleggiato da Valverde, staccava tutti ai meno settecento e s’involava a cogliere un bel successo di tappa.
Piazza d’onore per il Milram Roberts, rinvenuto da dietro, mentre terzo si piazzava Valverde, capace anche di soffiare l’abbuono a Evans, quarto.
Greipel perdeva appena 9”, limitando così i danni e preparandosi a festeggiare il secondo trionfo assoluto nella corsa australiana, quest’anno trasformatasi in ottima vetrina per il paese che in ottobre ospiterà i mondiali.
Aspettiamo la quasi certa volata di domani prima di ufficializzare il successo di Greipel ma difficilmente Sanchez, attualmente secondo a 11”, riuscirà a colmare lo svantaggio che lo divide dal tedesco.
Mauro Santambrogio, ieri trentaduesimo, oggi ha concluso la tappa di Willunga in 72° posizione, staccato di 2’21”. Il compagno di camera del protagonista di giornata Evans è ora 62° e il suo ritardo è salito a 7’16”. Per lui, come previsto, una corsa lontana dai riflettori per “fare la gamba” in vista delle prime gare alle quali si schiererà ai nastri di partenza con velleità di vittoria o per aiutare il proprio capitano iridato.

Domenico Occhipinti

Sanchez vince la battagliata tappa di Willunga (foto Mark Gunter)

Sanchez vince la battagliata tappa di Willunga (foto Mark Gunter)

22-01-2010

gennaio 23, 2010 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DOWN UNDER
Il tedesco Andre Greipel (HTC-Columbia) ha vinto la quarta tappa, Norwood – Goolwa, percorrendo 149,5 Km in 3h30′29″, alla media di 42,616 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli australiani McEwen e Brown. Miglior italiano Mauro Santambrogio (BMC Racing Team), 32°.
Greipel conserva la maglia di leader, con 20″ su McEwen e 24″ sul neozelandese Henderson. Miglior italiano Fabio Sabatini (Liquigas-Doimo), 37° a 1′24″.

VUELTA AL TACHIRA (Venezuela)
Il venezuelano Jhon Navas (Gob Carabobo Trasporte Eliang Plastipack) ha vinto la decima tappa, Pregonero – Santa Ana del Tachira, percorrendo 185 Km in 4h27′51″, alla media di 41,441 Km/h. Ha preceduto di 2′21″ e 2′39″ i connazionali Vargas e Alarcon. Miglior italiano Antonio Santoro (Gs.Mastromarco Sensi Mapooro Hussein Sport), 46° a 16′08″. Il venezuelano Jose Rujano (Gobernacion Del Zulia) conserva la testa della corsa con 21″ e 48″ sui connazionali Alarcon e Noel Vazquez. Miglior italiano Santoro, 64° a 1h56′46″.

TOUR DE SAN LUIS (Argentina)
Il venezuelano Jackson Rodriguez (Androni-Giocattoli) ha vinto la quinta tappa, San Luis – Carolina, percorrendo 156,4 Km in 4h39′20″, alla media di 33,594 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Valls e il russo Kolobnev. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Doimo), 6° a 7″. Filippo Pozzato (Katusha) si è piazzato 45° a 7′22″. Nibali conserva la testa della classifica, con 30″ sul colombiano Serpa e 1′09″ su Valls. Pozzato è 40° a 10′51″.

LA TROPICALE AMISSA BONGO (Gabon)
Il francese Anthony Charteau (BBox Bouygues Telecom) ha vinto la quarta tappa, Ndjole – Lambarene, percorrendo 133 Km in 3h23′34″, alla media di 39,200 Km/h. Ha preceduto allo sprint il sudafricano Mcleod e il francese Loubet. Charteau (BBox Bouygues Telecom) rimane leader della corsa, con 11″ su Mcleod e 19″ su Loubet.

VICE PRESIDENT CUP (Emirati Arabi Uniti)
Il marocchino Mouhcine Lahsaini si è imposto nella corsa emiratese precedendo allo sprint il sudafricano Lange e il corridore locale Mirza Banihammad.

ADDIO 2009…. SECONDA PARTE

gennaio 22, 2010 by Redazione  
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Dopo aver preso in esame il rendimento dei grandi protagonisti della stagione passata nelle grandi corse a tappe, tocca ora alle grandi classiche. Non potevamo non iniziare da Mark Cavendish, primattore nella madre di tutte le classiche, la Milano – Sanremo, premiando con una votazione più elevata, però, il tedesco che era stato da lui “giustiziato” sul traguardo di Lungomare Calvino. Il migliore dei migliori è stato Andy Schleck, che ha pennellato una primavera da incorniciare. Giudizi opposti per Valverde, Sánchez e Rebellin.

MARK CAVENDISH: VOTO 7,5

Nel giudizio paga il fatto che in sostanza puntava a due sole corse, Milano – Sanremo e Gand – Wevelgem. Tra queste, ha fallito la seconda, ma in maniera del tutto comprensibile, visto che la maxi-fuga che ha alla fine premiato Boasson Hagen ha indotto tutte le squadre dei favoriti a prendersi una giornata di riposo in vista della Roubaix, e che in ogni caso alla fine il successo è andato ad un Columbia.
Alla Sanremo, invece, Cannonball si è esibito in quella che, ad oggi, è probabilmente la sua azione più bella, rimontando un divario apparentemente incolmabile da Haussler con una volata infinita, beffandolo praticamente sulla linea. Per il resto, Cavendish non se l’è sentita di puntare anche alle classiche del pavé, o quanto meno di provare a misurarsi con quella che magari un giorno potrebbe diventare un ulteriore terreno di conquista (anche se il fisico non è propriamente da mago delle pietre).
Va da sé che nel giudizio non si tiene conto della miriade di successi in grandi e piccole corse a tappe ottenute nel resto della stagione, che farebbe schizzare ancor più in alto il suo voto, consacrandolo forse come il ciclista dell’anno 2009.

HEINRICH HAUSSLER: VOTO 8

Difficile assegnare un voto più basso ad un corridore che sfiora il successo alla Milano – Sanremo con uno sprint splendido e coraggiosissimo, si piazza 2° al Fiandre dopo aver resistito sul Koppenberg, sul Grammont e su tutti gli altri muri, e per finire chiude ampiamente nei 10 (7°) la Parigi – Roubaix. Non si può però parlare di eterno piazzato o di perdente di successo, visto che, a 25 anni, il tedesco avrà tutto il tempo per far entrare almeno una di queste corse nel suo palmarès. Certo, immaginiamo che il rimpianto per la Sanremo, quando Haussler, ancora a poche decine di metri dall’arrivo, sembrava aver piazzato il colpaccio, sia stato grande, ma crediamo sia stato compensato dagli altri due ottimi risultati primaverili e dalla bella vittoria di Colmar al Tour de France, di cui non abbiamo tenuto conto.
È difficile ipotizzare che Haussler abbia già completato il suo percorso di crescita, e ancor più improbabile è che questi tre piazzamenti siano stati frutto del caso. Riteniamo invece che si sia di fronte ad uno dei maggiori talenti in circolazione per le corse di un giorno, essendo Haussler in grado di vincere una volata di gruppo e di resistere su muri e pavé. Una sorta di Pozzato un po’ meno passista e molto più veloce insomma. E magari – speriamo per lui – anche dotato di un po’ di acume tattico in più.

STIJN DEVOLDER: VOTO 7

Ad essere onesti è abbastanza difficile dare delle valutazioni su Devolder, corridore che al Giro delle Fiandre è parso una locomotiva, e che nel resto della stagione è stato incapace di cogliere altri successi, ed è addirittura giunto nei 10 solamente in tre occasioni, oltre al già citato Fiandre. Optiamo quindi per un 7, visto il peso dell’unica vittoria, anche se la costanza di rendimento non è stata certamente il leitmotiv del 2009 dell’atleta Quick Step.
La cosa risulta ancor più sorprendente se si considera la duttilità del fiammingo, capace di chiudere una Vuelta a ridosso dei 10, e di vincere piccole corse a tappe quali Tre Giorni di La Panne, Giro dell’Austria, Vuelta ao Algarve e Giro del Belgio. Un anno dunque complessivamente negativo per Devolder, non fosse stato per la meravigliosa affermazione sulle strade di casa, secondo trionfo consecutivo nella classica più amata dai fiamminghi, che ha completamente risollevato il suo 2009. Sperando ovviamente, però, che il 2010 torni a vedere un Devolder capace di lottare su tutti i terreni come in passato, e non leone solo per una domenica d’aprile e comparsa nel resto della stagione.

TOM BOONEN: VOTO 7,5

Delle buone prove nelle classiche di preparazione alla campagna del Nord (vittoria alla Kuurne – Bruxelles – Kuurne, 2° al GP Harelbeke), un Fiandre da protagonista, sia pure non coronato da un risultato finale all’altezza delle aspettative, delusione affievolita però dalla vittoria del compagno di squadra Devolder. Questa è stata in sostanza la primavera di Tom Boonen fino a quella che è ormai la sua corsa, la Parigi – Roubaix, che ha vinto come ancora non era riuscito a fare, in solitaria, grazie ad un’azione micidiale sul Carrefour de l’Arbre. Anche la fortuna è stata dalla parte del fiammingo, che grazie ad una caduta è riuscito a guadagnare un pugno di metri di Pippo Pozzato, che forse non si avrebbe altrimenti mai mollato la sua ruota.
La superiorità di Boonen è stata comunque netta, e nell’aprile prossimo, a nemmeno 30 anni, proverà per la prima volta a compiere l’unica impresa che non è riuscita a Johan Museeuw, ossia eguagliare le quattro vittorie di Roger de Vlaeminck. Con la differenza che il fuoriclasse di Varsenare aveva potuto tentare per la prima volta nel 2003, a 37 anni, quando la gamba non era già più quella dei giorni migliori. Boonen è invece nel pieno della sua maturità, e la superiorità schiacciante di cui ha dato mediamente prova negli ultimi anni sul pavé lascia intravedere la possibilità di impadronirsi del titolo di Monsieur Roubaix, superando addirittura le quattro affermazioni di De Vlaeminck.

FILIPPO POZZATO: VOTO 7,5

Finalmente, un briciolo di coraggio. Che Pozzato avesse le possibilità di recitare un ruolo da assoluto protagonista al Nord lo si sapeva da tempo (e non abbiamo la benché minima ombra di dubbio che anche lo stesso Pippo lo pensasse), che per riuscirci servisse però una decisa svolta a livello di condotta di gara, iniziando a correre da protagonista e non cercando di aggrapparsi al treno buono, sperando di azzeccarlo, anche (in questo caso non siamo del tutto sicuri che il diretto interessato la pensasse allo stesso modo). Ciò nonostante, fino al 2009, questa svolta non è di fatto mai arrivata, e Pozzato ha continuato a mostrare qualche bel lampo di classe qua e là, ha anche vinto una Milano – Sanremo (2006), ma non è mai riuscito a dare quella continuità che da lui ci si sarebbe aspettati, e che aveva sicuramente le qualità per offrire già da tempo.
Il 2009 è stato però (finalmente) l’anno della tanto attesa inversione di rotta: Pozzato ha iniziato ad essere più intraprendente, ha attaccato in prima persona, cosa che in passato ha fatto raramente e spesso con tempismo a dir poco rivedibile, non ha più perso treni per eccesso di prudenza, ma semmai per sfortuna (vedesi Parigi – Roubaix). I risultati si sono fatti attendere: vittoria al GP Harelbeke e in una tappa della Tre Giorni di La Panne in preparazione al Nord, dove Pozzato ha chiuso 5° al Fiandre e 2° alla Roubaix. E anche se pure questa volta un leggero rammarico c’è stato, la ragione è stata ben diversa dal solito: al Fiandre, Pippo è stato piegato più dal gioco di squadra Quick Step che dalla superiorità di Devolder; alla Roubaix avrebbe probabilmente tenuto la ruota di Boonen fino al Velodromo, se non avesse perso una manciata di secondi a seguito di una caduta (altrui), che non è più riuscito a ricucire. Pazienza: se il 2010 dovesse confermare questa mutata sicurezza del veneto, le chance di rifarsi non tarderanno a presentarsi.

PHILIPPE GILBERT: VOTO 7,5

Sottolineiamo ancora una volta come questo voto sia relativo solo ed esclusivamente alle classiche di primavera; viceversa, il voto di Gilbert sarebbe stato più alto di un punto/un punto e mezzo, alla luce dello spaventoso finale di stagione del belga, su cui torneremo altrove. Anche in primavera, in ogni caso, pur senza raggiungere le vette d’eccellenza di ottobre, Gilbert ha mostrato ottime cose: 3° al Giro delle Fiandre e 4° alla Liegi – Bastogne – Liegi, con nel mezzo un altro 4° posto, all’Amstel Gold Race, che nobilita ulteriormente un 2009 già straordinario per il belga.
Uno solo, sempre restando ad aprile, il rammarico: se non si fosse sfiancato con una bellissima ma fin troppo temeraria azione sullo Sprimont, Gilbert sarebbe forse stato l’unico atleta capace di tener testa ad Andy Schleck sulle strade della Liegi, per quanto la continuità che il lussemburghese ha dato alla sua azione sia stata tale da far pensare che prima o poi anche il vallone avrebbe dovuto cedere. Per il 2010, Gilbert è stato ovviamente confermato dalla Silence – Lotto, la squadra nella quale è esploso dopo anni e anni da eterna promessa alla Française-de-Jeux. La speranza di Gilbert per il nuovo anno è indubbiamente quella di riprendere là dove aveva lasciato, con una superlativa striscia di vittorie post-Mondiale, che lo candida come uno dei possibili corridori da copertina per il 2010.

THOR HUSHOVD: VOTO 7

L’uomo che passerà alla storia per aver vinto la maglia verde del Tour con un successo di tappa, contro un avversario che di frazioni ne ha portate a casa sei, è stato in primavera messo un po’ in ombra dall’esplosione di Heinrich Haussler, ma è comunque stato uno dei maggiori protagonisti.
Dopo aver tentato, assieme al giovane compagno di squadra, di sorprendere Cavendish alla Milano – Sanremo con una volata folle (andandoci vicinissimo), e dopo essersi presentato sul pavé forte della vittoria all’Omloop Het Volk, la grande occasione Hushovd è arrivata alla Parigi – Roubaix, quando il vichingo si è avvantaggiato con Boonen, approfittando anche della caduta di Flecha, Hoste e Vansummeren. La sfortuna non ha però tardato ad infrangere anche i sogni di gloria del norvegese, caduto a sua volta mentre tentava di restare aggrappato allo scatenato compagno d’avventura, facendolo scavalcare anche da Pozzato, e relegandolo ad un 3° posto finale che ha lasciato molto amaro in bocca. Confermato per il 2010 dalla Cervélo, Hushovd andrà ancora una volta in caccia di quella classica monumento che renderebbe straordinaria una già eccellente carriera.

DAMIANO CUNEGO: VOTO 6,5

Fosse un altro, prenderebbe sicuramente un voto decisamente più alto. Damiano Cunego però non è “un altro”, e da lui, ad oggi, con l’addio di Bettini e le squalifiche di Rebellin e Di Luca, più che mai uomo faro del ciclismo italiano, perlomeno a livello di classiche, ci aspetterebbe qualcosa di più.
Sia chiaro, la primavera di Cunego è stata tutt’altro che negativa: dopo la vittoria di due tappe e della classifica finale alla Settimana Ciclistica Internazionale Coppi & Bartali (che non rientra nel nostro giudizio), il veronese ha chiuso 5° all’Amstel Gold Race, 3° alla Freccia – Vallone e 7° alla Liegi – Bastogne – Liegi, risultando uno degli atleti più continui della settimana delle Ardenne, e confermando, se mai ce ne fosse bisogno, di essere tra i primissimi corridori al mondo in questo genere di corse. Quello che è mancato a Cunego, e che gli impedisce di raggiungere un giudizio più elevato, è stato però, oltre al grande acuto, un po’ di coraggio. Il veronese non ha di fatto mai attaccato in nessuna delle tre gare, limitandosi sempre a seguire tentativi altrui, con un atteggiamento passivo un po’ alla Pippo Pozzato dei tempi brutti. Quello che preoccupa è che questo atteggiamento sta diventando una costante: Cunego è sempre meno il corridore esplosivo e scattante del 2004, e sempre più un atleta dalla pedalata pesante e dalle gambe poco esplosive, con un cambio di ritmo – un tempo la sua arma migliore – ormai quasi carente.

SERGEI IVANOV: VOTO 7,5

Tenendo conto che siamo in presenza di un buon corridore, ma non di un fuoriclasse, la primavera di Ivanov è stata eccellente. Non gli assegniamo un voto più alto per non dover rifilare 9 e 8,5 a destra e a manca, quando in realtà di veri dominatori nel 2009, in primavera, non ce ne sono stati.
Nella settimana clou, quella delle Ardenne, Ivanov ha confezionato un panino eccezionale, con la vittoria all’Amstel Gold Race, sconfiggendo in volata Karsten Kroon, e il 5° posto alla Liegi, precedendo atleti ben più quotati quali Cunego, Valverde e Sanchez. L’8 sfuma perché il russo non ha saputo imbottire questo panino con un ripieno all’altezza, non andando oltre un 13° posto alla Freccia – Vallone (chiediamo formalmente scusa per la terrificante metafora, speriamo quanto meno di aver reso l’idea). Per il 2010, stagione in cui sfoggerà la sesta maglia di campione nazionale russo, Ivanov è stato confermato dalla Katusha, con la quale tenterà la non facile impresa di restare a questi livelli malgrado un’età ciclisticamente non proprio verdissima (classe 1975).

DAVIDE REBELLIN: VOTO 3

Non crediamo ci sia bisogno di motivare il voto, né di spiegare quanto sia stato sconcertante e triste vedere travolto dallo scandalo anche un corridore che è stato per anni additato come esempio di professionalità e correttezza; un corridore che addirittura, dopo la medaglia d’argento di Pechino 2008, ci aveva tenuto ad invitare i giovani a non prendere la scorciatoia del doping. Raccomandazione che naturalmente resta valida, ma che, a posteriori, fa un po’ ridere (o fa decisamente piangere, scegliete voi).
Senza la positività, ovviamente, Rebellin avrebbe ricevuto un giudizio eccellente, in virtù del 3° posto della Liegi, e soprattutto della perentoria affermazione della Freccia Vallone, battendo nettamente quell’Andy Schleck che appena quattro giorni dopo sarebbe stato il padrone della Doyenne. Poi, però, è arrivato il doping, è arrivata la notizia che cancella quanto meno il buono di un’ennesima grande stagione, forse quanto costruito in una carriera quindicennale. Una positività che ha distrutto l’immagine di Rebellin, e purtroppo anche la nostra convinzione che, anche in un mondo devastato dal doping come quello del ciclismo, esistano ancora persone delle quali non si può dubitare.

ANDY SCHLECK: VOTO 8,5

Primavera straordinaria quella di Andy Schleck, capace di vincere la Liegi – Bastogne – Liegi con l’azione più bella del 2009, e di chiudere al 2° posto la Freccia – Vallone (piazzamento che probabilmente migliorerà a seguito della squalifica di Rebellin, anche se ad oggi non gli è ancora riconosciuta la vittoria). A coronare il tutto c’è il 10° posto all’Amstel Gold Race, che, pur essendo nulla rispetto agli altri due risultati, contribuisce fare di Andy il principe delle Ardenne della passata stagione.
Se c’è poco da dire relativamente ad Amstel e Freccia, si potrebbero versare fiumi di inchiostro sulla meravigliosa iniziativa personale con cui Schleck ha spazzato via la concorrenza alla Doyenne, salutando tutti sulla Roche-aux-Faucons come da anni nessuno riusciva a fare (la fuga di Vinokourov e Voigt fu anche più lunga, ma erano per l’appunto in coppia). Noi ci limitiamo a sottolineare come su una salita di 1 km e mezzo Andy abbia distanziato tutti di mezzo minuto, e abbia raggiunto e staccato un Philippe Gilbert che appena pochi mesi dopo avrebbe vinto da dominatore il Giro di Lombardia. I 20 km rimasti non hanno poi rappresentato un problema per il lussemburghese, che ha anzi continuato ad incrementare il suo margine, consacrandosi definitivamente come ciò che suo fratello sosteneva da tempo: un corridore molto più forte del già grande Frank.

SAMUEL SANCHEZ: VOTO 5,5

Può un corridore che arriva 4° alla Freccia – Vallone e 10° alla Liegi prendere un voto insufficiente? Sì, se questo corridore è Samuel Sanchez, se è un campione olimpico, e soprattutto se è l’uomo faro di una squadra che lascia orfana del suo capitano al Tour de France per puntare tutto sulle classiche di primavera e sulla Vuelta.
Anche perché Sanchez, di fatto, non è mai stato in lotta per vincere, né ha mai provato a fare molto per riuscirvi: in ombra all’Amstel Gold Race al pari di tutti i favoriti della vigilia, piazzato ma nettamente battuto nello sprint sul Muro di Huy, a malapena nei 10 alla Liegi, dopo essere stato staccato perentoriamente da Schleck, e dopo essersi fatto sfuggire anche Joaquim Rodriguez nel finale. Insomma, una campagna del Nord già di per sé deludente, che diventa addirittura insufficiente se pensiamo a quanto l’asturiano abbia puntato su questa fase della stagione, sacrificando addirittura l’appuntamento più importante del calendario. Scelta di per sé anche condivisibile, visto che Sanchez è certamente più corridore da classiche che da GT, e che l’unica corsa di tre settimane in cui puà probabilmente dire la sua (anzi lo ha già fatto) per la vittoria finale è la Vuelta; cosa che però alza le aspettative per le corse sulle Ardenne, aspettative che nel 2009 il trionfatore di Pechino ha pressoché totalmente disatteso.

JOAQUIM RODRIGUEZ: VOTO 7

Si era presentato sulle Ardenne come luogotenente di lusso di Valverde, ha finito per cogliere lui il piazzamento più prestigioso per il suo team, vincendo la Liegi – Bastogne – Liegi dei mortali, a 1’16’’ dall’alieno (perlomeno per quel 26 aprile 2009) Andy Schleck. Difficile dire quanto del successo della sua sparata nel finale, che gli ha consentito di cogliere la piazza d’onore, sia dovuto effettivamente alla sua azione, e quanto al fatto che i big, sfumata da tempo la vittoria, hanno probabilmente rinunciato a lottare. Sta di fatto che Rodriguez, come detto, ha in ogni caso fatto nettamente meglio del suo capitano, e che il 2° posto alla Doyenne rappresenta nettamente il miglior risultato di JRo in una grande classica.
Forse proprio in virtù di questo piazzamento Rodriguez ha deciso, forse in ritardo (quest’anno farà 31 anni), di dividere la sua strada da quella di Valverde, del quale è stato angelo custode per quattro stagioni, rendendosi conto di avere le potenzialità per fare qualcosa di più di un grande lavoro di gregariato. Il rischio che anche al Team Katusha, vista la presenza di Kirchen, Pozzato, Ivanov e Kolobnev, venga messo in secondo piano, oggettivamente esiste, ma quanto meno le gerarchie verranno stabilite sulla strada, e non (sia pure il più delle volte a ragione) sulla carta, prima ancora di partire.

SIMON GERRANS: VOTO 8

Il voto molto alto tiene ovviamente conto del fatto che non siamo certamente in presenza di un fuoriclasse. Simon Gerrans è stato però la personificazione della continuità sulle Ardenne: 7° all’Amstel Gold Race, 8° alla Freccia – Vallone, 6° alla Liegi – Bastogne – Liegi. Dal momento che Gerrans difficilmente diventerà mai un atleta di vertice (nel 2010 compirà 30 anni), una simile serie di eccellenti piazzamenti rappresenta forse il culmine della carriera dell’australiano (ha vinto anche il GP Plouay Ouest-France), fatta eccezione per successi di tappa ottenuti grazie a lunghe fughe.
Proprio a questo proposito, Gerrans, che per la prossima stagione ha già firmato per il neonato Team Sky, ha impreziosito la stagione con una vittoria di tappa al Giro, sul San Luca, e una alla Vuelta, sul traguardo di Murcia. A coronare il tutto, Simon ha colto un eccellente 10° posto mondiale, oltre ad un paio di successi minori, che hanno reso il 2009 la miglior stagione della sua carriera. Dato che Gerrans è parso all’apice della maturità nella passata stagione, le potenzialità per un 2010 di pari livello ci sono, anche se all’interno del Team Sky vedrà forse ridursi il suo spazio, a vantaggio di ingombranti compagni di squadra.

EDVALD BOASSON HAGEN: VOTO 7

È doveroso precisare che si sta parlando solamente delle classiche di primavera, e non sono perciò da considerarsi lo strepitoso Giro d’Italia (specialmente nella prima parte), la vittoria ai campionati nazionali norvegesi a cronometro e quella al Giro del Benelux e l’imbarazzante dominio al Giro della Gran Bretagna (4 vittorie di tappe e classifica finale). Ecco perché, dunque, una delle stelle esplose in maniera più clamorosa nel 2009 prende “solo” un 7, frutto della vittoria alla Gand – Wevelgem, grazie ad una lunga fuga e ad una secca azione su Kemmelberg. L’affermazione in terra belga è arrivata peraltro a dispetto di una volata condotta in modo a dir poco osceno, iniziata a 400 metri dall’arrivo, probabilmente per eccesso di sicurezza; talmente tremenda da aver quasi permesso di vincere a Kuschynski, eccellente passista, ma velocista buono al massimo per rivaleggiare con Ivan Basso.
Se il 2009 è stato da 7 nelle classiche, esiste invece la concreta possibilità che nel 2010 il passistone di montagna (viene da Lillehammer, sede della più grande edizioni di sempre dei Giochi Olimpici Invernali, nel 1994) riesca ad estendere anche alle grandi corse di primavera il predominio che ha più volte mostrato in corse minori: Boasson Hagen è veloce, è fortissimo sul passo, tiene bene sulle salite brevi e decentemente su quelle più lunghe e ripide. Teoricamente, solo Lombardia e Liegi appaiono fuori dalla sua portata, ma anche per queste ultime non mettiamo la mano sul fuoco, visto che questo già fuoriclasse ha 22 anni, e quindi tutto il tempo del mondo per migliorare anche nei suoi (pochi) punti deboli.

ALEJANDRO VALVERDE: VOTO 4

Inesistente. Il voto può sembrare forse eccessivamente penalizzante, ma non ci sentiamo di dare di più ad un corridore che ha bucato completamente la settimana che, assieme alla Vuelta e al Mondiale, rappresentava il culmine della sua stagione, in mancanza del Tour de France, a causa dei famigerati chilometri su suolo italiano della tappa di Le Grand-Bornand.
In tre gare corse da favorito o quasi, Valverde non è andato oltre un 7° posto alla Freccia – Vallone, un 19° alla Liegi e un 21° all’Amstel Gold Race. Poco, troppo poco per chi ad ogni corsa o quasi si presenta con i galloni di favorito, specie sulle Ardenne, specie in un anno particolare come è stato per lui il 2009, specie in corse che ha già vinto (Freccia e Liegi) o in cui è già salito sul podio (Amstel). Il bilancio della stagione, malgrado un altro fallimento in occasione della corsa iridata, è stato salvato dal successo alla Vuelta, ma limitandosi alle classiche di primavera il giudizio sul murciano non può che essere pesantemente insufficiente.

Matteo Novarini

21-01-2010

gennaio 22, 2010 by Redazione  
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TOUR DOWN UNDER
Il portoghese Manuel Cardoso (Footon Servetto) ha vinto la terza tappa, Unley – Stirling, percorrendo 132,5 Km in 3h14′38″, alla media di 40,846 Km/h. Ha preceduto di 1″ lo spagnolo Valverde e l’australiano Evans. Miglior italiano Mauro Finetto (Liquigas-Doimo), 5°.
Il tedesco Andrè Greipel (HTC-Columbia) conserva la maglia di leader, con 14″ sul neozelandese Henderson e sul belga Steegmans. Miglior italiano Finetto, 18° a 20″.

VUELTA AL TACHIRA (Venezuela)
Il venezuelano Jose Alarcon (Sumiglov Gob Merida Sta. Cruz Mora) ha vinto la nona tappa, San Josecito – Pregonero, percorrendo 171,2 Km in 4h26′21″, alla media di 38,521 Km/h. Ha preceduto di 5″ e 7″ i connazionali Jonathan Camargo e Noel Vazquez. Miglior italiano Matteo Mammini (Gs.Mastromarco Sensi Mapooro Hussein Sport), 52° a 28′55″. Il venezuelano Jose Rujano (Gobernacion Del Zulia) conserva la testa della corsa con 25″ e 48″ su Alarcon e Vazquez. Miglior italiano Mammini, 77° a 1h40′49″.

TOUR DE SAN LUIS (Argentina)
L’italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Doimo) ha vinto la quarta tappa, circuito a cronometro di San Luis, percorrendo 19,8 Km in 24′18″, alla media di 48,888 Km/h. Ha preceduto di 4″ il tedesco Bengsch e di 11″ il brasiliano Nicasio. Filippo Pozzato (Katusha) si è piazzato 5° con 14″ di ritardo. Nibali si è portato in testa alla classifica, che comanda con 26″ sull’argentino Giacinti e 30″ sul colombiano Serpa. Pozzato è 31° a 3′36″.

Nibali in azione nella crono di San Luis (Luis Barbosa)

Nibali in azione nella crono di San Luis (Luis Barbosa)

LA TROPICALE AMISSA BONGO (Gabon)
Il francese Julien Loubet (AG2R La Mondiale) ha vinto la terza tappa, Ngouoni – Moanda, percorrendo 101 Km in 2h22′48″, alla media di 42,436 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Moinard e il sudafricano Mcleod. Il francese Anthony Charteau (BBox Bouygues Telecom) è il nuovo leader della classifica, con 7″ su Mcleod e 13″ sul francese Loubet.

QUI AUSTRALIA: CARDOSO SPARA E STANA I BIG

gennaio 21, 2010 by Redazione  
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La terza frazione della corsa a tappe australiana vede per la prima volta seriamente sugli scudi i corridori più acclamati dal pubblico, che si pensava vivessero questa giornata ancora nella pancia del gruppo. Sono bastati uno strappo finale da ripetere più volte e le temperature elevate a far esplodere la corsa, sebbene la deflagrazione non abbia sconvolto la classifica. Davanti, a giocarsi il successo si sono ritrovate proprio le stelle del Down Under, ma a sorpresa sotto il naso si sono visti scappare il portoghese Cardoso. Non partecipa ai giochi Greipel che, comunque, chiude nel gruppo di testa e mantiene la maglia di leader. Troppo impegnativo per lui questo finale, lo attendiamo domani sul rettilineo di Goolwa.

Il rettilineo finale di Stirling prometteva scintille e grazie al circuito finale se n’era accorto anche Lance Armstrong, come ha raccontato l’americano dopo l’arrivo, che l’ultima ascesa poteva favorire scattisti brillanti. Inoltre anche il caldo, oltre 40 gradi, ha reso la corsa ancora più dura, spezzando il gruppo in tante parti.
Sul traguardo giungono in quaranta ma, tra i tanti favoriti, spunta come una scheggia il portoghese Cardoso, ventiseienne della Footon Servetto Fuji, che si concede il lusso di rifilare un secondo ad Alejandro Valverde e Cadel Evans.
Sicuramente i due campioni battuti non saranno ancora al massimo, ma la sparata del portoghese ha sorpreso tanti. Non ha preso parte alla volata il leader della corsa Greipel che chiude al 23° posto, ma mantiene comunque la maglia. Infatti, la tappa ha lasciato immutata la classifica generale, a parte gli inserimenti di Valverde ed Evans nella top ten, in virtù degli abbuoni.
Mauro Santambrogio è arrivato con 4’35’’ di ritardo, confermando così la sua volontà di non curare la classifica, come fece lo scorso anno, ma di andare alla caccia della miglior condizione, da sfoderare nelle gare alle quali prenderà parte nel mese di marzo.
Domani si correrà la frazione più lunga, tracciata per quasi 150 Km tra Norwood e Goolwa. Soprannominata dagli organizzatori “Mutual Community Stage”, a dispetto del chilometraggio sarà una delle più semplici complessivamente, con le principali difficoltà concentrate nei primi 60 Km. La volata a Goolwa non si annuncia, però, facile per la presenza di uno strappo a circa 500 metri dall’arrivo.

Domenico Occhipinti

Cardoso primo allarrivo (www.abola.pt)

Cardoso primo all'arrivo (www.abola.pt)

NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE

gennaio 21, 2010 by Redazione  
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Risi e Marvulli non si smentiscono mai e riescono anche a imporsi a Brema, al termine di una combattutissima seigiorni, ancora apertissima a ventiquattore della conclusione. La gara decisiva è stata l’ultima americana, un continuo ping-pong tra la coppia elvetica e quella storica costituita da Keisse e Barko, che alla fine è stata sopravanzata di 8 punti. Intanto, arriva la notizia che la prossima stagione perderà la prestigiosa seigiorni di Monaco.

Eravamo rimasti alla scorsa settimana, quando Risi e Marvulli avevano perso sul filo del rasoio la seigiorni di Rotterdam a causa dello spunto veloce di Keisse. Ma i due svizzeri che sbagliano di rado non commettono lo stesso errore due volte di fila e nella seigiorni di Brema hanno colto il loro terzo successo stagionale.
Avvio col botto per i padroni di casa i tedeschi Lampater e Grassman che non hanno però i numeri per rimanere a lungo nelle posizioni alte della classifica, soprattutto a causa dei pochi punti che sono riusciti a racimolare nel corso delle giornate di corsa. La seconda sera vede la coppia olandese Stam – Van Bon assumere il comando, ma alle loro spalle le due coppie più accreditate per la vittoria si fanno sotto. Keisse e Barko, coppia storica che nel corso dell’ultimo anno non aveva più corso assieme a causa di alcune frasi forti di Bartko sulla positività (poi annullata) di Keisse, si portano al comando della generale al termine della terza serata e, alle loro spalle, Risi e Marvulli sono in agguato.
Fino all’ultima sera la corsa rimane molto aperta e al termine della quinta serata ci sono ancora quattro coppie che possono ambire alla vittoria finale.
L’ultima sera è un concentrato di emozioni. Prima perché c’è stato il saluto a Risi, cosa che in questa stagione si vive a ogni seigiorni, ma che stavolta è stata particolarmente toccante perché a Brema si è visto il pistard elvetico davvero in gran forma ed è un peccato che scenda dalla bicicletta. Poi perché l’ultima americana è stata un botta e risposta continuo fra Risi – Marvulli e Bartko – Keisse. I quattro sono riusciti a distanziare le altre coppie in lizza per la vittoria finale di due tornate e si sono giocati la vittoria ai punti negli ultimi sprint. Alla fine ha prevalso il duo elvetico con 8 punti di vantaggio su Keisse e Barko. Completano il podio i tedeschi Lampater e Grassman.
In questi giorni di festa è arrivata la triste notizia che nella prossima stagione non si correrà la seigiorni di Monaco, la più bella e prestigiosa di tutte. Gli organizzatori si aspettavano 62000 spettatori invece sono stati “solo” 54000.

Matteo Colosio

20-01-2010

gennaio 21, 2010 by Redazione  
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TOUR DOWN UNDER
Il tedesco Andre Greipel (HTC-Columbia) ha vinto anche la seconda tappa, Gawler – Hahndorf, percorrendo 133,5 Km in 3h23′49″, alla media di 39,300 Km/h. Ha preceduto allo sprint il neozelandese Henderson e l’australiano McEwen. Miglior italiano Jacopo Guarnieri (Liquigas-Doimo), 15°.
Greipel conserva la maglia di leader, con 14″ su Henderson e sul belga Steegmans. Miglior italiano Jacopo Guarnieri, 16° a 20″.

VUELTA AL TACHIRA (Venezuela)
Il venezuelano Jose Rujano (Gobernacion Del Zulia) ha vinto l’ottava tappa, cronoscalata Rubio – Concafe, percorrendo 15 Km in 25′12″, alla media di 35,714 Km/h. Ha preceduto di 25″ e 51″ i connazionali Galviz e Gil. Miglior italiano Matteo Mammini (Gs.Mastromarco Sensi Mapooro Hussein Sport), 33° a 2′49″. Rujano passa in testa alla classifica con 23″ e 45″ sui connazionali Jose Contreras e Galviz. Miglior italiano Antonio Santoro (Gs.Mastromarco Sensi Mapooro Hussein Sport), 80° a 1h09′02″.

TOUR DE SAN LUIS (Argentina)
L’italiano Alberto Loddo (Androni-Giocattoli) ha vinto la terza tappa, Fraga – Buena Esperanza, percorrendo 199,7 Km in 4h34′52″, alla media di 43,592 Km/h. Ha preceduto allo sprint Danilo Napolitano (Katusha) e Francesco Chicchi (Liquigas-Doimo). Vincenzo Nibali (Liquigas-Doimo) e Filippo Pozzato (Katusha), si sono rispettivamente piazzati 28° e 33°, con lo stesso tempo dei primi. Lo spagnolo Rafael Valls (Footon-Servetto-Fuji) rimane in testa alla classifica, con 8″ sul cubano Alcolea e 16″ sul venezuelano Jackson Rodriguez. Nibali, miglior italiano, è 5° a 20″; Pozzato è 56° a 3′42″.


La volata tutta italiana che ha deciso la terza frazione del Tour de San Luis (Luis Barbosa)

LA TROPICALE AMISSA BONGO (Gabon)
Il francese Julien Loubet (AG2R La Mondiale) ha vinto la seconda tappa, Kabala – Franceville, percorrendo 125 Km in 3h10′39″, alla media di 39,339 Km/h. Ha preceduto i connazionali Moncoutie (allo sprint) e Charteau (di 7″). Loubet passa in testa alla classifica, con 5″ e 13″ sui connazionali Dumoulin e Charteau.

QUI AUSTRALIA: DOPPIETTA “CASALINGA” PER GREIPEL

gennaio 20, 2010 by Redazione  
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Nessuno è profeta nella propria patria, ma l’esercizio può riuscire alla perfezione quando non si gioca in casa. È successo ad André Greipel che da professionista ha ottenuto finora 37 successi, 15 dei quali sulle strade di casa. Sarebbero 14, a dire il vero, ma quasi tedesca è la vittoria, la seconda consecutiva, conquistata oggi a Hahndorf, cittadina australiana ma di genesi teutonica. Per lo sprinter del Team Columbia è stato un gioco da ragazzi imporsi nella seconda frazione del Tour Down Under, terminata su di un traguardo che lo aveva già visto vincitore nel 2008. Per i big della classifica si è trattato di una giornata di ordinaria amministrazione, vissuta con tranquillità dopo le scintille della frazione precedente, che hanno incenerito le speranze del vincitore uscente Allan Davis.

“Nemo propheta in patria” recitano i vangeli. Non sarebbe proprio il caso di André Greipel, che da professionista ha ottenuto 14 vittorie sulle strade di casa, ma la celebre locuzione latina pare abbinarsi a pennello al successo ottenuto dal corridore tedesco nella seconda giornata del Tour Down Under che si sta svolgendo in Australia. Oggi, infatti, si arrivava ad Hahndorf, cittadina nata dal primo stanziamento di una colonia tedesca in Oceania, nel 1839. Un omaggio alla storia dei suoi connazionali, dunque, per il forte velocista della BMC che conferma lo stato di grazia anche in una frazione che, svoltasi su tracciato collinare – la media finale di 39,3 km orari lo testimonia – poteva riservare sorprese.
Domina ancora più di ieri lo sprinter tedesco che stacca di una bicicletta il secondo classificato Henderson e Robbie Mc Ewen.
Il vincitore ha dichiarato di essere rimasto alla finestra sino alla cannonata finale perché conosceva il percorso di oggi, teatro di una frazione in cui si era imposto due anni fa; dunque, esauritosi il tentativo di giornata ai meno trentacinque, ha potuto tranquillamente preparare la sparata.
La vittoria è stata conseguita davanti a quasi centomila spettatori, ogni giorno presenti in massa sulle strade del Down Under, corsa che diverte anche senza asperità e fughe.
Il pubblico apprezza chi lotta per la vittoria e gli intenditori spiano i big che affinano la preparazione in vista di una stagione intensissima. Li “sorveglia” per noi Mauro Santambrogio, che anche oggi ha chiuso in gruppo al 46° posto, “stretto” nella morsa dei migliori (Valverde, Evans e Armstrong si sono rispettivamente piazzati 40°, 42° e 48°).
L a classifica è ovviamente guidata da Greipel con 14 secondi su Henderson e Steegmans e 16 su Mc Ewen e Roelants. Domani si andrà da Unley a Stirling con 132,5 chilometri che, sulla carta, dovrebbero essere più insidiosi per i velocisti. Ma con un Greipel così è facile ipotizzare un tris.

Domenico Occhipinti

La volata vincente di Greipel (www.spox.com)

La volata vincente di Greipel (www.spox.com)

19-01-2010

gennaio 20, 2010 by Redazione  
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TOUR DOWN UNDER
Il tedesco Andre Greipel (HTC-Columbia) ha vinto la prima tappa, Clare – Tanunda, percorrendo 141 Km in 3h15′30″, alla media di 43,273 Km/h. Ha preceduto allo sprint i belgi Steegmans e Roelandts. Miglior italiano Jacopo Guarnieri (Liquigas-Doimo), 23°.
Il primo leader della classifica è Greipel, con 4″ su Steegmans e sullo svizzero Kohler. Miglior italiano Jacopo Guarnieri (Liquigas-Doimo), 26 a 10″.

VUELTA AL TACHIRA (Venezuela)
Il venezuelano Jonathan Monsalve (Gs.Mastromarco Sensi Mapooro Hussein Sport) ha vinto la settima tappa, Seboruco – San Juan de Colon, percorrendo 110 Km in 3h55′23″, alla media di 28,039 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Jose Contreras (Loteria del Tachira) e Gonzalez. Miglior italiano Samuele Galligani (Gs.Mastromarco Sensi Mapooro Hussein Sport), 71° a 20′43″. Contreras conserva la testa della corsa con 25″ e 32″ sui connazionali Alarcon e Jonathan Camargo.

TOUR DE SAN LUIS (Argentina)
Lo spagnolo Rafael Valls (Footon-Servetto-Fuji) ha vinto la seconda tappa, Potrero de los Funes – Mirador del Potrero, percorrendo 157 Km in 3h56′51″, alla media di 39,772 Km/h. Ha preceduto di 7″ il cubano Alcolea e di 10″ il venezuelano Jackson Rodriguez. IL miglior italiano è Vincenzo Nibali (Liquigas-Doimo), 5° a 10″, mentre Filippo Pozzato (Katusha) è 57° a 3′32″. Valls passa in testa alla classifica, con 8″ su Alcolea e 16″ su Rodriguez. Nibali, miglior italiano, è 5° a 20″; Pozzato è 60° a 3′42″.

LA TROPICALE AMISSA BONGO (Gabon)
Il francese Samuel Dumoulin (Cofidis, Le Credit en Ligne) ha vinto la prima tappa, Bongoville – Akieni, percorrendo 81 Km in 1h57′31″, alla media di 41,355. Ha preceduto allo sprint il connazionale Bernaudeau e il sudafricano Van Heerden. La prima classifica vede in testa Dumoulin con 5″ su Bernaudeau e 7″ su Van Heerden.

QUI AUSTRALIA: LA CORAZZATA COLUMBIA E’ GIA’ SALPATA

gennaio 19, 2010 by Redazione  
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Il Team Columbia ha già cominciato a far razzia di traguardi, dopo aver ottenuto il titolo di squadra supercannoniera della stagione 2009. Alla prima occasione utile di prestigio il proprio velocista di razza, Andrè Greipel, ha domato la concorrenza scatenata sul rettilineo di Tanunda, al termine di una giornata non facile. Temperatura e velocità di gara elevate hanno contribuito a scremare sensibilmente il gruppo, frazionatosi nel tratto più impegnativo della prima frazione del Tour Down Under. Positiva la giornata sia per i senatori del gruppo, sia per il nostro “infiltrato” Mauro Santambrogio, che ha concluso la tappa con tranquillato, nascosto nella pancia del gruppo di testa.

Andrè Greipel vince la prima tappa del Tour Down Under dove, da tre anni consecutivi, lascia almeno una zampata (4 vittorie e la classifica finale nel 2008). Sul traguardo di Tanuda, il ventisettenne tedesco della HTC Columbia ha preceduto i belgi Steegmans della RadioShack e Roelants della Lotto.
Con questo successo il team Columbia, plurivittorioso nel 2009 con 86 successi, cerca di ripercorrere la stessa striscia positiva.
La frazione di oggi, nonostante si sia conclusa in volata, è stata resa dura dal ritmo alto che ha generato frazionamenti in seno al gruppo, tali da relegare a 8 minuti un plotone di 40 corridori, fra i quali spicca la presenza del vincitore della scorsa edizione, l’australiano Allan Davis. Si comportano bene in gruppo i big più applauditi, Armstrong, Evans e Valverde, mentre il migliore degli italiani è Jacopo Guarnieri, comunque solo 23°.
Mauro Santambrogio, 52° al traguardo, ci ha fatto sapere che la tappa è stata effettivamente impegnativa, di là degli oltre 43 chilometri orari di media e del clima (percorsi 141 Km in 3 ore e 15 minuti, con una temperatura di trenta gradi) il percorso presentava a 25 Km dall’arrivo una salita di tre chilometri sulla quale il gruppo si è ridotto a una quarantina di elementi, divenuti 84 nelle fasi finali.
Per quanto lo riguarda, Mauro sta vivendo questi giorni con tranquillità, cercando di sfruttare le eventuali occasioni che gli si proporranno. I primi appuntamenti che contanto, per Santambrogio, sono segnalati in calendario per marzo. Ringraziamo Mauro e gli diamo appuntamento al prossimo dopotappa, al termine dei 133,5 Km della seconda frazione, prevista tra Gawler e Hahndorf.

Domenico Occhipinti

greipel

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