03-09-2009

settembre 4, 2009 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

VUELTA A ESPANA
Il tedesco André Greipel (Columbia-HTC) ha vinto anche la quinta tappa, Tarragona – Vinaros, percorrendo 174 Km in 4h27′54″, alla media di 38,969 km/h. Ha preceduto di 1″ il belga Boonen e l’italiano Daniele Bennati (Liquigas). Basso è 61°, Cunego 62°,
Greipel conquista la maglia amarillo, con 6″ su Boonen e 9″ sullo svizzero Cancellara. Miglior italiano Daniele Bennati (Liquigas), 4° a 17″. Basso 9° a 27″, Cunego 107° a 1′11″.

TOUR DE SLOVAQUIE
Il polacco Radoslaw Kwiatkowski (Poland National Team) ha vinto la seconda tappa, Banská Bystrica – Vráble, percorrendo 152,2 Km in 3h29′46″, alla media di 43,534 km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Roe e il tedesco Kluge. Miglior italiano Massimo Giunti (Miche – Silver Cross – Selle Italia), 16°. L’italiano Pasquale Muto (Miche – Silver Cross – Selle Italia) conserva la maglia di leader, con 16″ sull’australiano Howard e 18″ sul tedesco Bengsch.

GREIPEL SFRUTTA LA SUA OCCASIONE D’ORO

settembre 3, 2009 by Redazione  
Filed under News

Il tedesco della Columbia – HTC ripete la volata vincente di Liegi, battendo nettamente Boonen e Bennati al termine dei 174 km da Tarragona a Vinaros, e si veste d’oro, strappando la leadership a Cancellara. Grazie agli abbuoni, Greipel balza in testa alla classifica generale, davanti a Boonen, Bennati, Farrar e Cancellara, ex leader. Splendido tentativo nel finale da parte di Philippe Gilbert, raggiunto però a 3 km dal traguardo.

La Vuelta torna in Spagna, e, limitandoci a guardare il risultato, potremmo dire che è ripresa da dove aveva lasciato. Due giorni fa, a Liegi, Andre Greipel aveva colto una netta affermazione sotto il diluvio, approfittando della decimazione del gruppo, provocata da una caduta a meno di 3 km dal traguardo. Oggi, a Vinaros, il tedesco si è ripetuto in maniera ancor più convincente, ottenendo un’affermazione ugualmente netta, ma al cospetto di tutta la ricca schiera di velocisti presenti: Boonen e Bennati, che hanno completato in quest’ordine il podio, Freire, Bozic, Farrar e tutti gli altri, con la sola eccezione di Ciolek, finito a terra all’ultimo chilometro.

In realtà, i corridori si sono resi conto molto presto di essere tornati nella patria del terzo GT della stagione, dal momento che il fresco e la pioggia dei primi giorni belga-olandesi hanno lasciato il posto ad un sole cocente e ad una temperatura che ha sfiorato i 37°. L’andamento della 5a frazione di questa prima settimana di Vuelta, che tanto ci ricorda gli avvii sonnacchiosi di certi Tour leblanchiani, tuttavia, non è stato molto dissimile da quello dei giorni trascorsi al Nord, con una fuga da lontano promossa da Julian Sanchez Pimienta, Aitor Hernandez Gutierrez, José Antonio Lopez Gil, Julien El Fares, Matthé Pronk e Serafin Martinez, giunta ad un vantaggio massimo di 4’30’’. I sei non sono comunque mai parsi in grado di impensierire seriamente il gruppo, che ha agevolmente controllato una tappa dai ritmi non esattamente frenetici, andando a riprendere i coraggiosi a poco meno di 20 km dal traguardo.

È stata a quel punto la Rabobank a prendere decisamente in mano la situazione, imponendo un ritmo elevatissimo lungo le strette strade della Comunidad Valenciana, allungando un gruppo rimasto comunque compatto fino ai 10 dal traguardo. Proprio dopo lo striscione dei -10, infatti, sul breve strappo dell’Alto de la Ermita (poco più di 1 km, tanto che non è stato neppure classificato come GPM), David De La Fuente ha acceso la miccia, scattando secco, e guadagnando subito qualche decina di metri. Appena il tempo di riconoscere il corridore in maglia blu, e alle sue spalle è uscito dal gruppo un proiettile in tenuta rossonera, rispondente al nome di Philippe Gilbert, capace di raggiungere in un amen il battistrada, e, nel pieno rispetto del nome della salita, di andarsene in perfetta solitudine con un ulteriore cambio di ritmo.

Mentre noi spremevamo vanamente le meningi per cercare di trovare una valida ragione per cui corridori quali Ballan, Cunego, Nocentini & co., venuti alla Vuelta sì per preparare il Mondiale, ma – vogliamo sperare – anche in cerca di qualche successo di tappa, non hanno nemmeno accennato a seguire il belga, Gilbert si gettava in discesa, arrivando a guadagnare addirittura 23’’ sul gruppo a 5 km e mezzo dal traguardo. Terminata la picchiata, la Quick Step è finalmente riuscita ad organizzare l’inseguimento, alquanto caotico nel tratto in discesa, disponendosi pressoché al completo in testa al gruppo. Dal canto suo, Gilbert aveva probabilmente esagerato sulla salita, sottovalutando il successivo tratto in pianura (e non è la prima volta che il belga, al momento dell’attacco, esagera: basti pensare alla sfuriata sullo Sprimont alla Liegi – Bastogne – Liegi, preludio ad una fase di crisi nera sulla Roche-aux-Faucons).

L’ormai inevitabile ricongiungimento si è materializzato poco dopo lo striscione dei 3 km al traguardo, e l’inseguimento ha allora lasciato spazio alla consueta battaglia fra i treni Quick Step, Liquigas e Columbia. Se nei giorni scorsi erano sempre stati gli uomini di Greipel a prevalere, questa volta il risultato della lotta è stato un mix di colori diversi in testa al gruppo all’ultimo chilometro, con Sieberg (Columbia) che ha lanciato Sabatini (Liquigas), che a sua volta ha tirato la volata a Bozic. A questo miscuglio di maglie diverse al comando si sono aggiunti i tempi più che discutibili con cui lo stesso Sabatini si è fatto da parte (o, se preferite, quelli con cui è partito), che hanno fatto sì che Bozic, in quel momento in seconda posizione, aspettasse a partire.

La velocità è così crollata, e lo sprint è stato lanciato praticamente da fermo da un Bennati con troppa fretta di partire. L’aretino è stato così sopravanzato con relativa facilità da Boonen, che ha però a sua volta dovuto subire il ritorno prepotente di Andre Greipel, che ha regalato al Team Columbia – HTC il terzo successo di tappa consecutivo, nonché secondo personale. I 20’’ di abbuono ottenuti grazie al successo, uniti a quelli che già il tedesco aveva rastrellato ai traguardi volanti, hanno consentito al teutonico di vestirsi di amarillo (preferiamo il termine spagnolo a “giallo oro”, traduzione letterale), strappando le insegne del primato dalle spalle di Fabian Cancellara. Curiosamente, l’ordine d’arrivo di questa prima tappa in territorio iberico corrisponde esattamente, nelle prime quattro posizioni, alla classifica generale: 1° Greipel, 2° Boonen (+6’’), 3° Bennati (+17’’), 4° Farrar (+21’’). L’ex capoclassifica è ora 5° a 27’’, ma i 30 km contro il tempo di Valencia, in programma venerdì, fanno pensare che i giorni d’oro di Cancellara non siano ancora terminati.

Greipel esulta sul traguardo di Vinaròs, andando a sostituire la maglia verde con quella, più prestigiosa, color amarillo (http://es.eurosport.yahoo.com)

Greipel esulta sul traguardo di Vinaròs, andando a sostituire la maglia verde con quella, più prestigiosa, color amarillo (http://es.eurosport.yahoo.com)

Domani, oltre a dover sperare in un clima leggermente meno sahariano di quello odierno, i corridori si troveranno di fronte un altro percorso tutto sommato per velocisti, anche se i tre GPM di 3a categoria disseminati lungo i 176,8 km con partenza e arrivo a Xativa, uniti ai due strappetti posti a ridosso dell’arrivo, fanno pensare alla possibilità di una giornata un po’ più battagliata di quelle vissute sinora. Qualora così non fosse, poco male: venerdì si inizia a fare sul serio, con la già citata prova contro il tempo di Valencia. Di lì in avanti, per almeno dieci giorni, lo spazio per respirare sarà prossimo allo zero.

Matteo Novarini

1958 – LA VUELTA DI STABLINKI

settembre 3, 2009 by Redazione  
Filed under 1958

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

Tappe mancanti: 5a (1a semitappa), 7a

1a TAPPA: BILBAO – SAN SEBASTIAN

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

2a TAPPA: SAN SEBASTIAN – PAMPLONA
GPM: Alto de Jaizquíbel, Puerto de Velate

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

3a TAPPA: PAMPLONA – SARAGOZZA
Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

4a TAPPA: SARAGOZZA – BARCELLONA
Altos de Fraga, Alto de la Panadella, Alto de los Bruchs (no GPM)

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

5a TAPPA (2a semitappa): BARCELLONA – TARRAGONA
Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

6a TAPPA: TARRAGONA – VALENCIA
Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it


8a TAPPA: CUENCA – TOLEDO

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

9a TAPPA: TOLEDO – MADRID
GPM: Alto de los Leones, Puerto de Navacerrada

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

10a TAPPA: MADRID – SORIA
Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

11a TAPPA: SORIA – VITORIA
GPM: Puerto de Piqueras, Puerto de la Herrera, Puerto de Vitoria (no GPM)

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

12a TAPPA: VITORIA – BILBAO
GPM: Puerto de Arlaban (no GPM), Alto de San Miguel, Puerto de Sollube, Alto de Santo.

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

13a TAPPA (1a semitappa): BILBAO – CASTRO URDIALES (cronometro)
13a TAPPA (2a semitappa): CASTRO URDIALES – SANTANDER
GPM: Alto de Pontarron (no GPM), Puerto de Alisas
*Altimetria unica per entrambe le semitappe

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

14a TAPPA: SANTANDER – GIJON
Alto del Pedroso (no GPM)

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

15a TAPPA: OVIEDO – PALENCIA
GPM: Alto de San Esteban (no GPM), Alto del Padrón, Puerto de Pajares

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

16a TAPPA: PALENCIA – MADRID
GPM: Alto de los Leones

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

1957 – LA VUELTA DI LOROÑO

settembre 3, 2009 by Redazione  
Filed under 1957

1a TAPPA: BILBAO – VITORIA
GPM: Puerto de Elgueta, Puerto de Campanzar, Puerto de Urquiola

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

2a TAPPA: VITORIA – SANTANDER
GPM: Puerto de Alisas

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

3a TAPPA: SANTANDER – MIERES
GPM: Alto del Padrun

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

4a TAPPA: MIERES – LEON
GPM: Alto del Padrun, Puerto de Pajares

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

5a TAPPA: LEON – VALLADOLID
Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

6a TAPPA: VALLADOLID – MADRID
Alto de Los Leones (no GPM)

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

7a TAPPA: CIRCUITO DI MADRID
GPM: Alto de Los Leones, Puerto de Navacerrada

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

8a TAPPA: MADRID – CUENCA
Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

9a TAPPA: CUENCA – VALENCIA
GPM: Puerto de Contreras


Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

10a TAPPA: VALENCIA – TORTOSA
Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

11a TAPPA: TORTOSA – BARCELLONA
GPM: Montjuich

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

12a TAPPA: BARCELLONA – SARAGOZZA
Alto La Panadella, Altos de Fraga (no GPM)

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

13a TAPPA: SARAGOZZA – HUESCA (cronometro)
Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

14a TAPPA: HUESCA – BAYONNE (F)
GPM: Puerto de Arguis, Puerto de Somport

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

15a TAPPA: BAYONNE (F) – SAN SEBASTIAN
GPM: Alto de Jaizquibel, Alto de Vidania

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

16a TAPPA: SAN SEBASTIAN – BILBAO
GPM: Alto Azcarate, Alto San Miguel, Puerto Sollube

Servizio di Image Hosting offerto da pchs.it

LA ETAPA DEL DÍA: TARRAGONA – VINARÒS

settembre 3, 2009 by Redazione  
Filed under News

La Vuelta giunge in Spagna, ritrovando le sue consuete rotte, decisamente differenti da quelle tracciate tra le pianeggianti lande olandesi, e i suoi tipici climi. La tappa che si concluderà a Vinaròs proporrà, infatti, un tracciato frastagliato che non dovrebbe, però, mettere a dura prova le squadre dei velocisti, oramai avvezze a portare i propri uomini sul rettilineo d’arrivo al termine di frazioni ben più dure di queste. In mancanza di grandi difficoltà altimetriche, a rendere dura la giornata interverranno le alte temperature e, per alcuni corridori, i disagi insiti nella ripresa dopo una giornata di sosta. E molti non avranno ancora smaltito i postumi del ruzzolone di Liegi.

¡Hola Países Bajos! ¡Hola España!
La Vuelta saluta la terra dei tulipani e, dopo una giornata di riposo, si rimetterà in marcia sulle assolate strade della Costa Dorada, finalmente giunti sul sacro suolo spagnolo dopo quattro giorni di peregrinazioni tra le pianure olandesi. Le strade costantemente piatte ora diventeranno un ricordo, già a partire da questa frazione: la Spagna è simile geograficamente all’Italia, con alture dislocate su tutto il territorio nazionale e, a parte qualche raro caso, è quasi impossibile predisporre un tracciato che sia totalmente sgombro di difficoltà. Il percorso odierno presenterà sei ascese che non dovrebbero costituire ostacoli insormontabili per i velocisti, considerata la collocazione e la caratura di queste ascese. La più impegnativa sarà il Colle di Fatxas, primo GPM di seconda categoria della Vuelta 2009, che sarà affrontato a 125 Km esatti dall’arrivo e non presenterà grandissime pendenze. Poi si affronteranno la lunga ma lenta ascesa verso Mas de Barberans, poco più dura d’un falsopiano e, proprio a ridosso del traguardo, il cosiddetto “Alto de Ermita”. La salita dell’Eremo è solo uno zampellotto, ma i suoi 1600 metri al 3,7% potrebbe rimanere nelle gambe di qualche sprinter. In quei frangenti, mancando appena 8 Km alla meta, si andrà molto veloci e inevitabilmente qualcuno perderà le ruote su quello strappetto, trovando poi molte difficoltà per rientrare sul gruppo. Stavolta potrebbero pagare dazio non soltanto i corridori che non digeriscono la giornata di riposo, ma anche coloro che soffriranno la brusca escursione termica tra Olanda e Spagna e chi non avrà ancora smaltito i postumi del capitombolo di Liegi. Tra questi ultimi ci sono anche uomini di classifica e questo evento rende molto interessante il finale della frazione di Vinaròs, in previsione delle tappe decisive della Vuelta, che incominceranno dopodomani, inaugurate dalla crono di Valencia.

RECUERDOS DE LA VUELTA 1
Tarragona ha all’attivo 11 traguardi di tappa, disputati tra il 1936 – anno della seconda edizione della Vuelta – e il 2000. Al debutto del XXI secolo la città catalana accolse l’arrivo di una cronometro individuale di 37 Km, disputata in circuito e vinta dallo spagnolo Olano. Anche nel 1963 si era gareggiato contro il tempo (vittoria dello spagnolo Pacheco), mentre tutti gli altri precedenti si svolsero in linea. Tra gli altri ricordiamo i successi dei due “grandi Rik”: Van Steenbergen si impose nel 1956, Van Looy due anni dopo.
Vinaròs accoglierà quest’anno la sua ottava tappa: l’elenco è aperto dal successo del francese Gilbert Bellone nel 1967 ed è attualmente chiuso dall’olandese Max van Heeswijk, che qui ha vinto nel 2005. In mezzo, spiccano due vittorie italiane, conseguite da Marino Basso (1975) e da Giuseppe Martinelli (1980).

Vinaròs e la Playa del Fortín (http://www.inmove.net)

Vinaròs e la Playa del Fortín (http://www.inmove.net)

RECUERDOS DE LA VUELTA 2
Tarragona costituisce una delle principali mete turistiche spagnole, che attrae tutti i palati, sia gli amanti del turismo squisitamente balneare, sia chi preferisce abbinare divertimento e cultura: un binomio possibile in una località ricca di storia, grazie quel capolavoro del gotico che è la cattedrale di Santa María e ai resti dell’antica Tárraco (posti sotto l’egida dell’UNESCO), tra i quali si trova la presunta casa natale di Ponzio Pilato.
Vinaròs è una località balneare della “Comunità Valenzana”, posta all’estremità settentrionale della regione spagnola. Il turismo è arrivato solo in tempi recenti in quello che una volta era un importante porto di pesca: il luogo più gettonato dai bagnanti è la “playa del Fortín”, lunga quasi 700 metri e larga 60. Agli appassionati d’arte la località di Vinaròs offre diversi, interessanti, monumenti religiosi. “Vinarocenses” celebri sono il poeta Joan-Elies Adell, il compositore Carles Santos Ventura e il pianista Leopoldo Querol Rosso.

EL TIEMPO

Il cambio di latitudine sarà avvertito sensibilmente dai partecipanti alla Vuelta: si passerà bruscamente dai 22° C del raduno di partenza di Venlo ai quasi 28° di Tarragona, con un tasso d’umidità elevato al punto che, fisicamente, si percepiranno fino a 31° C, in una situazione di vento debole che poco interverrà a mitigare la calura. Farà ancora più caldo a Vinaròs: nelle ore conclusive della tappa il termometro segnerà 31°C di temperatura reale, mentre il tasso di umidità si abbatterà di 24 punti percentuali rispetto il mattino, attestandosi sul 48%. Sempre deboli i venti

Mauro Facoltosi

02-09-2009

settembre 3, 2009 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE SLOVAQUIE
L’italiano Pasquale Muto (Miche – Silver Cross – Selle Italia) ha vinto la prima tappa, circuto di Banská Bystrica, percorrendo 158,8 Km in 3h51′40″, alla media di 41,128 km/h. Ha preceduto di 10″ l’australiano Howard e il tedesco Bengsch. La prima classifica vede Muto precedere di 16″ Howard e di 18″ Bengsch.

01-09-2009

settembre 2, 2009 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

VUELTA A ESPANA
Il tedesco André Greipel (Columbia-HTC) ha vinto la quarta tappa, Venlo – Liegi, percorrendo 224 Km in 5h43′05″, alla media di 39,174 km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Weylandt e il tedesco Grabsch. Miglior italiano Marco Velo (Quick Step), 5°. Cunego è 21°, Basso è 36°.
Lo svizzero Fabian Cancellara (Saxo Bank) conserva la maglia amarillo, con 9″ sul belga Boonen e 11″ su Grabsch. Miglior italiano Daniele Bennati (Liquigas), 6° a 16″. Basso 9° a 18″, Cunego 118° a 1′02″.

GREIPEL E LA PIOGGIA (AB)BATTONO TUTTI

settembre 1, 2009 by Redazione  
Filed under News

Andre Greipel vince la 4a tappa della Vuelta, 225,5 km da Venlo a Liegi, precedendo Weylandt e i compagni di squadra Grabsch e Sieberg. Finale caratterizzato da una maxi-caduta, fortunatamente avvenuta a meno di 3 km dal traguardo – e quindi neutralizzata -, che ha però coinvolto decine di corridori, tra cui il capoclassifica Cancellara, e ha consentito a 7 corridori da andarsene. Graduatoria generale invariata; domani primo giorno di riposo, e trasferimento aereo in Spagna.

Nei giorni scorsi avevamo fatto l’abitudine a volata anomale: domenica uno sprint caotico vinto da Ciolek, ieri uno condizionato da una chicane all’ultimo chilometro, che ha consentito a Greg Henderson di beffare i favoriti. Un finale come quello odierno, però, lo avevamo visto raramente: sei corridori, tre Quick Step e tre Columbia, hanno aprofittato di una maxi-caduta avvenuta a poco meno di 3 km dal traguardo per avvantaggiarsi sul resto plotone, e giocarsi il successo di tappa in una volata ristrettissima, per di più con un solo velocista presente, Andre Greipel. Il tedesco non ha così potuto fallire l’appuntamento con il successo di tappa che ieri avrebbe probabilmente colto, se solo fosse riuscito a tenere la ruota del suo apripista Henderson, e il trionfo della Columbia (e della Germania) è stato completato dal 3° posto di Grabsch, dietro Weylandt, e dal 4° di Sieberg.

E dire che la tappa era iniziata nella maniera più scontata possibile. L’aria di casa sembra aver avuto sugli atleti olandesi un effetto paragonabile a quello che il Tour genera sui francesi, e così anche oggi i tulipani sono stati rappresentati nel gruppo di testa, nello specifico da Lars Boom. Con lui sono andati all’arrembaggio sin dai primi chilometri Lagutin, Ramirez Abeja e Roels, quest’ultimo peraltro già all’attacco nel corso della 2a tappa. Il margine dei quattro ha raggiunto e superato la doppia cifra di minuti, prima che il gruppo reagisse e spegnesse sul nascere le speranze dei fuggitivi.

Il primo vero sussulto di una tappa fino ad allora tranquilla è arrivato ad 80 km circa dal traguardo, quando Julian Dean ha innescato una caduta che ha coinvolto anche Samuel Sanchez. Nemmeno il tempo di veder rientrare il capitano dell’Euskaltel, e subito, nel gruppo di testa, gli sfortunati che avevano assaggiato la consistenza dell’asfalto delle Ardenne sono stati emulati da Lagutin e Roels, anch’essi comunque rientrati in seguito su Boom e Abaja. Ancora un paio di minuti di quiete, e il filotto di capitomboli è proseguito con il più spettacolare dei tre: Fuglsang, promettente scalatore della Saxo, messosi in mostra al Delfinato, ha impattato con un camion sapientemente parcheggiato da qualche luminare in modo tale da occupare un terzo circa della sede stradale.

La raffica di cadute si è quindi provvisoriamente arrestata, e, mentre davanti Ramirez Abeja e Roels abbandonavano l’ormai inutile compagnia degli stremati Boom e Lagutin, la corsa ha iniziato ad animarsi anche dietro, sotto l’impulso dei VacanSoleil, galvanizzati dalla piazza d’onore inaspettatamente colta ieri da Bozic. È stato dapprima Johnny Hoogerland a provarci, in compagnia di Karsten Kroon, ma con scarsissimo successo. Non appena i due sono stati inghiottiti dal gruppo, però, è partito in contropiede Lieuwe Westra, che è invece riuscito a ricucire il gap dai due superstiti della fuga del mattino, per poi staccarli poco dopo l’inizio del circuito finale (poco meno di 20 km). Il margine dell’olandese non ha comunque mai superato i 20’’, e il tentativo di Kim Kirchen a 15 km dall’arrivo è stato fatale alle speranze del tulipano, ripreso 1500 metri più tardi.

Il Saint-Nicolas, purtroppo percorso in senso opposto rispetto alla Liegi – Bastogne – Liegi, non ha generato la selezione che era lecito attendersi, non eliminando i favoriti in un eventuale sprint di gruppo. A sventare la terza volata a ranghi compatti in altrettante tappe in linea ci ha provato quindi Enrico Gasparotto, che ha però resistito solamente dai -10 ai -4. Quando appariva ormai scontato lo sprint di gruppo, però, ecco che l’acqua sotto le ruote dei corridori è tornata a farsi sapone, e una scivolata nelle prime posizioni del gruppo, a 2 km e mezzo dall’arrivo, ha sconvolto quello che doveva essere un finale già scritto. Nel capitombolo sono infatti state coinvolte decine di corridori, tra cui la maglia amarillo Fabian Cancellara, i fratelli Schleck, e soprattutto – per via delle conseguenze – Ezequiel Mosquera e Chris Horner, a forte rischio di ritiro.

Nella sfortuna, a Cancellara non è andata malissimo: poiché la caduta è avvenuta a meno di 3 km dalla conclusione, i distacchi sono stati neutralizzata; fosse finito a terra appena 500 metri prima, lo svizzero, oltre a fare i conti con i postumi del volo, avrebbe anche dovuto dire addio alle insegne del primato. A dire il vero, la leadership Cancellara avrebbe ancora potuto perderla, se uno tra Bennati, Henderson, Ciolek, Boonen e Farrar fosse rimasto davanti e avesse raccolto sufficienti abbuoni. Per sua fortuna, invece, in testa sono rimasti appena sei corridori, tra cui nessuno dei cinque sopra citati: Greipel, Sieberg e Grabsch del Team Columbia, Weylandt, Tosatto e Velo della Quick Step. In questa situazione, già Greipel era nettamente favorito; l’assurda gestione del finale da parte degli uomini che in origine avrebbero dovuto lanciare Tom Boonen, in particolare Tosatto e Velo, spremutisi alla morte tra i -2 e gli ultimi 600 metri, per lasciare poi il solo Weylandt a lottare contro il terzetto in maglia giallo-bianca, ha fatto il resto. Greipel ha così stravinto una volata in cui Weylandt ha raccolto il massimo possibile, piazzandosi dietro il tedesco, ma precedendo gli altri due teutonici della Columbia.

Greipel vince a Liegi l'ultima tappa straniera della Vuelta 2009 (foto Reuters)

Greipel vince a Liegi l'ultima tappa straniera della Vuelta 2009 (foto Reuters)

Come detto, la neutralizzazione dei distacchi dovuti alla caduta finale ha fatto sì che la classifica generale rimanesse sostanzialmente invariata, fatta eccezione per la scalata al 6° posto di Greipel. Il tedesco entra così a far parte della già foltissima schiera di sprinter cui basterebbe un singolo piazzamento (vittoria per alcuni, 2° o 3° posto per altri) per scalzare Cancellara dalla testa della classifica, ma che finora ha regolarmente fallito. Dopo il giorno di riposo di domani, necessario per rientrare in Spagna, a Tarragona, è probabile che i velocisti possano giocarsi un’altra chance sul traguardo di Vinaros. Perché la Vuelta si infiammi davvero, bisognerà aspettare venerdì.

Matteo Novarini

LA ETAPA DEL DÍA: VENLO – LIEGI

settembre 1, 2009 by Redazione  
Filed under News

Ultima giornata straniera della Vuelta. Si corre sulle strade delle grandi classiche di primavera: prima l’Amstel col doppio Cauberg, poi un “frullato” di Liegi, tra percorso storico e moderno. Anche oggi la salita di Saint Nicolas potrebbe essere il giudice di gara ma, considerato l’allontanamento della cima dall’arrivo, il gruppo potrebbe ricompattarsi, consentendo a qualche velocista molto resistente di imporsi su di un traguardo storico. Possibili tentativi da lontano, magari da parte di qualche uomo già fuori dai giochi di classifica. E se ci provassero Andy Schleck e Cunego?

La tentazione è stata forte, irresistibile: arrivare così vicino alle terre delle grandi classiche e non riproporre almeno qualcuna di quelle storiche e sudatissime strade sarebbe stato quasi un peccato mortale. Ecco disegnata, dunque, la puntata conclusiva della lunga “scampagnata” oltre confine della Vuelta di Spagna, che porterà in 225 Km (è la tappa più lunga di quest’edizione, alla quale è stato giustamente riservamento un “trattamento” consono alle classiche) da Venlo a Liegi, varcando la frontiera tra Olanda e Belgio dopo circa 130 Km ed andando ad incocciare prime le rotte dell’Amstel Gold Race e poi quelle della “Doyenne”, la Liegi – Bastogne – Liegi (così chiamata – letteralmente la “decana”, poiché è una delle più antiche del calendario, disputata per la prima volta nel 1892). Del “birroso” percorso dell’Amstel sarà proposta, e per ben due volte, l’ascesa simbolo della gara, quel Cauberg sul quale si sono decise anche quattro edizioni dei campionati del mondo. Giunti sulle Ardenne, ai partecipanti alla Vuelta sarà proposto un “medley” della Liegi, mischiando tratti del percorso storico della “decana” a quelli del tracciato attuale: si salirà dunque sul “vecchio” e glorioso Mont Theux per poi andare al traguardo (situato in centro, come una volta) e affrontare un circuito finale di quasi 20 Km che porterà fin sulla “nuova” ascesa di Saint Nicolas, simbolo della corsa moderna, nota anche come “Côte des Italiens”. Il rettilineo d’arrivo non sarà proprio a portata di mano, collocato com’è ad una distanza più che raddoppiata rispetto alla classica primaverile, che si conclude sulla collina di Ans. Non ci sarà da stupirsi, dunque, se all’arrivo il gruppo dovrebbe presentarsi ancora molto folto, con dentro qualche velocista resistente tipo Freire. Questo non vuol dire che non ci saranno tentativi, anche da lontano, magarì già sul Cauberg. Sulla collina di Valkenburg, considerata anche la distanza che mancherà al traguardo, si dovranno muovere corridori lontani dalla maglia amarillo e già ce ne sono, nonostante la facilità delle tappe fin qui disputate: 66 partecipanti hanno già un distacco superiore al minuto, con gli ultimi pesantemente staccati (la maglia nera, lo spagnolo José Ruiz, ha un ritardo di oltre 10 minuti). Di questo gruppetto fanno parte, tra gli altri, lo spagnolo Igor Antón (147° a 1’07”), il lussemburghese Andy Schleck (149° a 1’08”), il nostro Cunego (136° a 1’02”), tutti e tre abbastanza motivati per andare alla ricerca del terreno perduto: lo spagnolo, ben equipaggiato per la salita (nel 2006 ha vinto il tappone del Calar Alto alla Vuelta, l’anno scorso al Tour de Suisse si è imposto sul traguardo del Flumserberg, dove vinse anche Pantani), vorrà presentarsi sulle strade spagnole con un passivo recuperabile in vista delle tappe decisive, che inizieranno nel prossimo week end; il lussemburghese ha accusato un distacco non trascurabile nella crono d’apertura e potrebbe tentare di accorciare le distanze, ma difficilmente gli saranno lasciati molti margini di movimenti, essendo uno dei grandi favoriti per il successo finale; anche la Vuelta di Cunego è partita con la gamba sbagliata e il veronese ci terrà da matti a lasciare un segno, anche per consolidare la fiducia che ha posto in lui il C.T. Ballerini, al quale ha chiesto di riservargli il ruolo di capitano ai prossimi mondiali. Le strade amiche di Limburgo e Vallonia (primo all’Amstel l’anno scorso, 3° a Liegi nel 2006, 3° a Huy nelle ultime due edizioni della Freccia) potrebbero aiutarlo.

RECUERDOS DE LA VUELTA 1
Avevamo detto che gli sconfinamenti totali della Vuelta sono stati in tutto 28 ed è vero. Ma vi assicuriamo che ce n’è stato anche un ventinovesimo, anche se da un punto di vista politico non si può considerarlo come tale. L’edizione in oggetto è quella del 1988, che presentò effettivamente un arrivo di tappa fuori da confini nazionali (traguardo ad Andorra La Vella, vittoria di Iñaki Gastón), dopo essere scattata, unico dei tre Grandi Tour europei ad averlo fatto, da un altro continente. Infatti, raduno di partenza, prologo e prime due frazioni si svolsero nell’arcipelago delle Canarie, politicamente territorio spagnolo, ma geograficamente appartenente all’Africa. La 43a edizione si aprì il 25 aprile a Santa Cruz de Tenerife con un prologo insolito, disputato non a cronometro ma a batterie di 36 corridori ciascuna, un tipo di gara inventata da Vincenzo Torriani e proposta prima al Giro del 1956 (tappa di San Marino, vinta dall’olandese Nolten) e poi – con qualche modifica – in quello del 1971 (cronostaffetta a squadre Brindisi – Lecce, vinta dalla Salvarani). Nella riedizione “esotica” si impose proprio un italiano, Ettore Pastorelli: il bresciano percorse i 17,4 Km del circuito ad oltre 52 Km/h, precedendo allo sprint gli spagnoli Urrutibeazcoa Valencia e Quevedo Prades e conquistando la prima maglia amarillo. La perse già il giorno successivo, in una tappa di una durezza inusuale per la sua collocazione nel calendario di gara, che conduceva in 210 Km da San Cristóbal de La Laguna alla stessa Santa Cruz, passando per i 1090 metri del Puerto del Erjo e gli 800 metri dell’Alto de las Canteras. Nuovo leader sarà lo spagnolo Laudelino Cubino (protagonista di quella frazione assieme ai compagni di fuga, Mujika Aramburu e Gastón, che si imporrà anche in questa occasione), che consoliderà la sua posizione ventiquattrore più tardi: la “Bh”, formazione nella quale milita lo scalatore di Béjar, si imporrà nella cronosquadre Telde – Las Palmas, chiudendo alla grande le pagine canariesi della Vuelta che l’indomani, senza effettuare nessuna giornata di riposo, già “rullerà” sulle strade iberiche della Alcalá del Río – Badajoz.

25 Aprile 1988: Ettore Pastorelli vince la tappa d'apertura della Vuelta

25 Aprile 1988: Ettore Pastorelli vince la tappa d'apertura della Vuelta

RECUERDOS DE LA VUELTA 2
Liegi è una delle più importanti città del Belgio, capoluogo dell’omonima provincia vallone. Tra i suoi 185.000 abitanti un considerevole numero sono italiani, qui residenti dagli anni dell’emigrazione per cercare lavoro nelle locali miniere. A questo proposito ricordiamo che Liegi è famosa anche per il “Marché de la Batte”, uno dei più grandi mercati d’Europa, i cui negozianti parlano quasi tutti italiano e vendono solamente prodotti nostrani.
Tra i numerosi monumenti che offre questa città ricordiamo la cattedrale di Saint-Paul de Liège, la collegiata di Saint-Barthélemy de Liège (interessante per i fonti battesimali), il palazzo dei principi-vescovi, l’Opéra di Vallonia e, per quanto riguarda l’arte moderna, la stazione ferroviaria di Liège-Guillemins. Agli amanti della vita all’aria aperta è doveroso segnalare la presenza di diversi parchi, tra i quali quello della Boverie e il giardino botanico.
Lunghissimo l’elenco delle personalità native o legate a Liegi e non possiamo incominciare senza citare la “nostra” regina Paola del Belgio, per poi passare al grande scrittore Georges Simenon, il “papà” del commissario Maigret. Altri “liégeois” celebri sono i registi Jean-Pierre e Luc Dardenne, i compositori César Franck, André Grétry e Eugène Ysaÿe, il teologo Guglielmo di Saint Thierry, la tennista Justine Henin, il cantante Jonatan Cerrada Moreno, i calciatori Philippe Léonard e Jean François Gillet, il pittore Lambert Lombard, il politico Jean Rey, il tipografo Johann Theodor de Bry, il motociclista Georges Jobè, lo storico Godefroid Kurth e l’economista Gustave de Molinari.

Uno scorcio di Liegi (panoramio)

Uno scorcio di Liegi (panoramio)



EL TIEMPO

Dopo la parentesi estiva di ieri, il tempo torna a volgersi verso la norma…. cioè al peggio. La partenza dell’ultima frazione “estera” avverrà all’asciutto, ma sotto un cielo plumbeo che nulla prometterà di buono, con una temperatura di 22° C, umidità attestata al 61% e venti moderati (27 Km/h). La pioggia arriverà a Venlo soltanto in serata e lo stesso accadrà in Belgio: la conclusione avverrà sotto una precipitazione moderata ma, fortunatamente, è stato scongiurato il paventato rischio di temporali. La temperatura, per ovvie ragioni, sarà meno elevata rispetto a quella registrata durante le operazioni di partenza (19°C) mentre, logicamente, saliranno drasticamente i valori di umidità (92%). Permarranno i venti, più consistenti rispetto al primo pomeriggio.

Mauro Facoltosi

31-08-2009

settembre 1, 2009 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

VUELTA A ESPANA
Il neozelandese Gregory Henderson (Columbia-HTC) ha vinto la terza tappa, Zutphen – Venlo, percorrendo 189,7 Km in 4h41”01″, alla media di 40.502 km/h. Ha preceduto allo sprint lo sloveno Bozic e lo spagnolo Freire. Miglior italiano Daniele Bennati (Liquigas), 13°. Cunego è 75°, Basso è 103°.
Lo svizzero Fabian Cancellara (Saxo Bank) conserva la maglia amarillo, con 6″ su Henderson e 8″ su Ciolek. Miglior italiano Daniele Bennati (Liquigas), 8° a 16″. Basso 11° a 18″, Cunego 136° a 1′02″.

SCHAAL SELS
Il belga Kris Boeckmans (Silence – Lotto) ha vinto la corsa belga. Preceduti allo sprint l’olandese Van Poppel e il tedesco Stauff. Unico italiano in gara, Danilo Napolitano (Katusha) si è piazzato 13°.

« Pagina precedente