LA ETAPA DEL DÍA: RIVAS-VACIAMADRID – MADRID

settembre 20, 2009 by Redazione  
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Passerella finale per la Vuelta, che termina il suo annuale cammino sul tradizionale circuito di Paseo de la Castellana. È un invito a nozze per i velocisti l’anello madrileno, facile al punto giusto, caratterizzato com’è da due sole curve a 180° gradi. Per loro saranno destinati i penultimi flash, prima che l’attenzione di tutti cada sui festeggiamenti ad Alejandro Valverde Belmonte, vincitore dell’ultima grande corsa a tappe della stagione 2009. Poi la sera calerà sulla Vuelta di Spagna.

La Vuelta 2009 non ha più nulla da dare e da dire. Le sfide che contano si sono concluse ieri sul rettilineo d’arrivo di Toledo e quest’ultima giornata ci offrirà da registrare solo il nome del vincitore, che sarà un velocista. Dal 2003, dopo alcuni anni caratterizzati da edizioni terminate contro il tempo, gli organizzatori hanno deciso di ripristinare in pianta stabile la passerella finale destinata alla volata, che il Tour ha adottato nel 1975 e che Zomegnan, invece, ha sostituito negli ultimi due giri da una frazione a cronometro.
Sarà, come consuetudine, una tappa noiosa all’inizio perché i corridori interpreteranno come una scampagnata la marcia d’avvicinamento all’ultimo traguardo: saluti, pacche sulle spalle, brindisi a tre per Valverde, Sánchez ed Evans. La media si manterrà su tenori da crociera per i primi 75 Km, tanta strada si dovrà percorrere nella periferia madrilena. Dopo il primo passaggio sulla linea d’arrivo, i reiterati applausi dei tifosi a bordo strada finiranno, come sempre accade quando la conclusione è affidata a un circuito cittadino, per “galvanizzare” i corridori e il gruppo sarà come percorso da una scossa elettrica, mentre la velocità prenderà a innalzarsi sempre più, sempre più veloci con l’approssimarsi dell’ultimo traguardo. Non sarà difficile per i corridori lanciare le loro bici a tutta nell’anello madrileno, molto filante nel disegno, grossomodo costituito da due ampi viali raccordati da due curve a 180° gradi, l’ultima delle quali sarà affrontata a 700 metri dalla retta d’arrivo. Questa arriverà al termine d’un tratto di strada in lieve pendenza, ma ciò non costituirà un grosso ostacolo per i velocisti, che non hanno mai mancato l’appuntamento su questo circuito, certamente meno impegnativo di quello sul quale si è girato in occasione dei mondiali del 2005, pure finiti nel carniere di uno sprinter del calibro di Tom Boonen.
Poi, dopo le celebrazioni di rito, calerà la sera sulla Vuelta a España 2009.

LA TAPPA IN DIRETTA
Volete vivere “online” la tappa in corso? Collegatevi al sito http://atdhe.net/8300/watch-la-vuelta-a-espana-2009 che vi proporrà la trasmissione televisiva della frazione, in “diretta” sul vostro PC.


RECUERDOS DE LA VUELTA 1

Al pari della Granja, anche Rivas Vaciamadrid ha accolto un arrivo e una partenza della Vuelta, in due edizioni recenti. La prima volta coincide con l’episodio che più conta, poiché si trattò dell’ultima cronometro della Vuelta 2006, disputata in circuito e vinta dalla maglia amarillo Alexandre Vinokurov, che percorse 27,5 Km alla media di 49,034 Km/h, staccando di 6” e 19” gli spagnoli Samuel Sánchez e Valverde, incrementando così il vantaggio che aveva su colui che, in queste ore, si appresta a essere incoronato vincitore. L’anno successivo da Rivas scattò la tappa conclusiva della Vuelta vinta da Menchov e, come tradizione quasi fissa, diretta a Madrid. La capitale spagnola è, ovviamente, in testa alla classifica delle città più visitate (65 traguardi, primato conteso a lungo a Barcellona, ora ferma a quota 53), anche se in diverse occasioni fu totalmente dimenticata dal tracciato: senza contare gli anni nei quali la Vuelta non fu organizzata (dal 1937 al ’40, poi nel ’43, nel ’44, nel ’49 e dal 1951 al ’54), il nome di Madrid non comparve sul tracciato in sette edizioni, mentre nel 1986 la capitale fu relegata al semplice ruolo di partenza di tappa. Per quanto riguarda la conclusione assoluta della corsa, anche quella di arrivare l’ultimo giorno nella capitale non è stata per molto tempo una tradizione rispettata poiché, negli anni della direzione basca, sovente l’ultima tappa aveva come meta Bilbao (12 volte) o San Sebastian (6 volte). È con l’avvento di Unipublic che si è stabilito di arrivare sempre a Madrid, una regola che è stata infranta solamente nel 1985 (Salamanca), nel 1986 (Jerez de la Frontera) e, per l’ultima volta, nel 1993 quando, in occasione dell’Año Santo Jacobeo (l’anno santo dedicato a San Giacomo), la Vuelta finì a Santiago de Compostela.
Il primo vincitore sul traguardo madrileno è stato il belga Gustaaf Deloor che, il 15 maggio del 1935, conquistò allo sprint la tappa conclusiva della prima edizione della Vuelta, imponendosi anche nella classifica finale, precedendo di oltre 12 minuti lo spagnolo Cañardo.
Sette le vittorie italiane conseguite a Madrid, per opera di Celestino Camilla nel 1942, Donato Piazza nel 1955 (un successo seguito dalla vittoria della formazione Italia A, nella cronosquadre madrilena del giorno successivo), Nino Assirelli nel 1960, Alessandro Petacchi nel 2003 e nel 2005. Buon ultimo Daniele Bennati che nel 2007 vinse la citata tappa che muoveva da Rivas Vaciamadrid.

Plaza de Cibeles..... cala la sera sulla Vuelta 2009 (wikipedia)

Plaza de Cibeles..... cala la sera sulla Vuelta 2009 (wikipedia)

RECUERDOS DE LA VUELTA 2
Situata 20 Km a sud-est di Madrid, Rivas Vaciamadrid è un centro giovane e moderno, nato nel ‘800 dalla fusione di due comuni distanti tra loro e ricostruiti in un unico centro urbano dopo la guerra civile. L’attuale aspetto è dovuto alla creazione di nuovi quartieri, definiti sotto il nome di “Rivas Urbanizaciones”, realizzati negli anni 80 e che hanno permesso a questo centro di assistere a una delle più grandi crescite demografiche del secolo: nel corso degli ultimi venti anni, infatti, gli abitanti sono centuplicati, passando dalle originali 500 anime alle odierne 60.000. Il “ripense” più celebre è il torero Marcial Lalanda del Pino, considerato uno dei più grandi “matadores” della storia. Suo ammiratore fu Ernest Hemingway, che lo elogiò nel romanzo “Morte nel pomeriggio”, definendolo “completo e scientifico, il migliore che ci sia in Spagna”.
Come tradizione, Madrid accoglierà la Vuelta sul Paseo de la Castellana, una delle principali arterie cittadine. È un tratto della striscia verde lunga quasi 6 Km che nel ‘700 fu trasformata in una monumentale passeggiata, che imitasse, ampliandolo, l’esempio dei Champs-Élysées. Un’area che stava degradando perché abbandonata a se stessa divenne così un viale alla moda, sul quale era d’obbligo, se si voleva contare qualcosa, il semplice farsi vedere passeggiare. Acquistare un’abitazione in quella zona equivaleva a ottenere un titolo nobiliare. Oggi quest’asse viario ha mantenuto un suo ruolo di prestigio nella Madrid moderna, grazie alla presenza diversi ministeri, mentre i turisti sono attratti dal celebre Museo del Prado. Sarà l’omonimo viale ad accogliere le ultime pedalate dei partecipanti alla Vuelta, che concluderà il suo annuale cammino in Plaza de Cibeles, sotto gli occhi della dea dell’abbondanza, alla quale è dedicata la venerata fontana centrale, amata dai madrileni al punto che, durante la guerra civile, molti rischiarono la vita per proteggerla con sacchi di sabbia.

EL TIEMPO
Il sole sarà una comparsa nella giornata conclusiva della Vuelta 2009. Rimasto al nascosto per tutta la mattina, uscirà dalla coltre nuvolosa proprio nelle ore d’avvio dell’ultima tappa, per poi tornarsene nel suo “buen retiro” immediatamente dopo la volata finale. Il sole contribuirà a scaldare l’aria di una giornata iniziata con temperature fresche (16° gradi alle otto del mattino), ma destinate a innalzarsi fino a un massimo di 24°C, che si registrerà proprio alla fine del pomeriggio. Il caldo contribuirà anche ad asciugare l’umidità, i cui tassi passeranno da un 62% mattutino a un minimo pomeridiano del 34%, per poi tornare lievemente a innalzarsi nella serata. Sempre deboli i venti, mai oltre gli 8 Km/h.

Mauro Facoltosi

19-09-2009

settembre 20, 2009 by Redazione  
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VUELTA A ESPANA
Lo spagnolo Juan José Cobo (Fuji-Servetto) ha vinto la ventesima tappa,circuito a cronometro di Toledo, percorrendo 26 Km in 35′53″, alla media di 43,474 km/h. Ha preceduto di 5″ lo spagnolo Sánchez e di 9″ l’australiano Evans. Miglior italiano Ivan Basso (Liquigas) è 18° a 1′03″.
Alejandro Valverde (Caisse d’Epargne) conserva la maglia amarillo, con 55″ su Sánchez e 1′32″ su Evans. Basso è 4° a 2′12″.

TOUR OF BRITAIN
L’italiano Michele Merlo (Barloworld) ha vinto l’ottava ed ultima tappa, circuito di Londra, percorrendo 92,5 Km in 1h56′55″, alla media di 47,469 km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Fernandez e l’australiano Sutton. Il norvegese Edvald Boasson Hagen (Team Columbia – HTC) si impone con 23″ sul Sutton e 25″ sul tedesco Reimer. Miglior italiano Federico Canuti (CSF Group – Navigare), 14° a 51″.

GIRO DELLA TOSCANA FEMMINILE – MEMORIAL MICHELA FANINI
La tedesca Ina Teutenberg (Team Columbia-HTC) ha vinto la quinta tappa, Segromigno in Piano – Capannori, percorrendo 100,9 Km in 2h39′38″, alla media di 37,924 km/h. Ha preceduto allo sprint la lituana Ziliute e la statunitense Olds. Migliore italiana Luisa Tamanini (Selle Italia Ghezzi), 5° a 5″. La Ziliute (Safi Pasta Zara Titanedi) passa in testa alla corsa, con 1′31″ sulla Tamanini e 3′08″ sulla tedesca Becker.

PRAHA – KARLOVY VARY – PRAHA
Il tedesco Danilo Hondo (PSK Whirlpool Author) ha vinto la corsa ceca, percorrendo 268 Km in 6h41′14″, alla media di 39,85 km/h. Ha preceduto gli sloveni Kump (allo sprint) e Bole (di 46″).

CAMPIONATI NAZIONALI AUSTRIACI A CRONOMETRO
Matthias Brändle (Elk Haus) si è laureato campione nazionale austriaco a cronometro, percorrendo 28,7 Km in 36′45″, alla media di 46,857 Km/h. Preceduti di 5″ Graf e di 17″ Pichler.

VALVERDE CONSACRATO NELLA TAPPA DI MILLAR

settembre 19, 2009 by Redazione  
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Millar conquista la seconda crono alla Vuelta dopo la squalifica, lo fa mentre la corsa spagnola incorona Valverde come corridore per grandi giri dopo le tante debacle e in una tappa che vede Samuel Sanchez rosicchiare qualche secondo al leader della generale ed assestarsi sul secondo gradino del podio. Al terzo si issa Evans che con una discreta prova scavalca Ivan Basso.

L’ultima tappa decisiva della Vuelta, prima della passerella conclusiva di domani a Madrid, assesta definitivamente la classifica generale che ora vede in amarillo Valverde (Caisse d’Epargne), finalmente sul gradino più alto del podio dopo anni in cui una debacle giornaliera lo relegava a battagliare per le posizioni di rincalzo nei GT. Un prevedibile secondo posto per il connazionale Samuel Sanchez (Euskaltel) che nella tappa odierna rosicchia 30” al leader della generale, al Murciano restano comunque 55” in vista della tappa conclusiva: una formalità. Il basco ha concluso un’ottima cronometro facendo solo 5” peggio del vincitore Millar (Garmin). Il cronoman inglese ha chiuso in meno di 36’ coprendo i 29km del percorso ad una media stratosferica di 46km/h guadangnando negli ultimi 19km più di 1’ a Gilbert (Silence) che sorprendentemente deteneva il miglior primo intertempo. Come prevedibile il belga già dopo 19km finiva per naufragare nelle posizioni di rincalzo a mezzo minuto dal leader Millar, dietro al britannico e al basco: Evans (Silence) che con una buona prova scalza l’italiano Ivan Basso e si appresta a salire sul gradino più basso del podio domani nella capitale spagnola. Al varesino rimanevano appena 14” da gestire nella tappa odierna, ma l’italiano, discreto cronoman prima della squalifica, non riesce a fare meglio del 18° posto a 1’03” da Millar e 54” dall’avversario diretto Evans. Basso scende quindi al quarto posto davanti a Mosquera (Xacobeo) 64°oggi. Più indietro Gesink (Rabobank) vittima di una caduta due giorni or sono che lo ha fatto scivolare dal terzo al sesto posto, quindi Rodriguez (Caisse d’Epargne) che grazie alla prestazione di oggi si riprende il settimo posto che ieri gli aveva rubato Tiralongo (Lampre). Chiudono la top ten Deignan (Cervelo) e Cobo (Fuji).

Per Evans un terzo posto nella generale così come nella cronometro “conclusiva”, a 9” da Millar e 4” da Samuel Sanchez. Per l’australiano una maledizione che non gli consente di fare meglio del podio nei grandi giri, dopo una sfilza di secondi posti eccoarrivare questo terzo gradino del podio, salvo sorprese, e forse fine delle speranze. Per molti questa era l’ultima chiamata per un corridore classe ’77.

Valverde in azione nella crono di Toledo (foto EPA; foto di copertina tratta dal sito www.abc.es)

Valverde in azione nella crono di Toledo (foto EPA; foto di copertina tratta dal sito www.abc.es)

Nella calda Toledo, sovrastata da un sole battente, Valverde ha gestito bene tutta la gara chiudendo al settimo posto lasciando al migliore circa 1” e mezzo al km per tutta la tappa, segno di una maturità ormai raggiunta e di una forma fisica importante che lo potrà rendere uno dei protagonisti dei prossimi mondiali di Mendrisio. Davanti a lui oggi si sono piazzati Cesar Veloso (Xacobeo) quarto autore di una “signora crono” sempre nelle prime posizioni fina dai chilometri iniziale, Kreuziger (Liquigas) e Gilbert (Silence) che dopo l’exploit di inizio gara ha pagato 34” sul traguardo, dietro al murciano, invece, chiudono nei dieci Herrero (Xacobeo) 1” dopo il connazionale, nono Del Nero (Fuji) e decimo Westra (Vacansoleil). Basso 18° primo italiano e per vedere Tiralongo bisogna scendere di altre 52 posizioni fino alla 70° piazza. Da lui non ci si aspettava di certo una grande crono e l’ottavo posto nella generale è davvero la bella sorpresa di questa Vuelta. Ci riserviamo lo spazio per fare i complimenti a tutti i corridori, per l’impegno e per la fatica prima ancora che per le prestazione, il tutto nonostane una Vuelta un po’ amara di emozioni, qualcuno direbbe “poche ma buone” anche se noi preferiremmo la filosofia del “viva l’abbnondanza”, ma in un momento di crisi bisogna accontentarsi di tutto.

Andrea Mastrangelo

LA ETAPA DEL DÍA: TOLEDO – TOLEDO (CRI)

settembre 19, 2009 by Redazione  
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La Vuelta è oramai decisa e questa frazione contro il tempo dovrebbe costituire una pura formalità per la maglia amarillo. Alejandro Valverde non dovrà, però, adagiarsi troppo sugli allori, poiché il distacco che lo separa dal secondo è moderatamente rassicurante: una giornata storta può capitare a tutti, in particolar modo verso la fine di una corsa che dura da tre settimane. Non ha alle spalle la solidità di distacchi con i quali, in passato, campioni del calibro di Rominger e Indurain si presentarono alla partenza delle crono finali della Vuelta del 1994 e del Giro del 1992 e una distrazione potrebbe tramutarsi in una delusione cocente. Ma, a meno di soprese, al 90% l’ultima maglia amarillo della storia sarà del corridore murciano.

Passerella anticipata per la maglia amarillo. Nessun dovrebbe impensierirlo nei quasi 30 Km del circuito di Toledo, anche se non potrà adagiarsi troppo comodamente tra quattro guanciali e cullarsi sugli allori. Per lui 1’22” sono un vantaggio più che rassicurante, al 90% la vittoria finale sarà sua, ma 82 secondi non sono comunque moltissimi e non dovrà concedersi troppe distrazioni. Sicuramente non rivedremo il “siparietto” ammirato alla Vuelta del 1994, l’ultima conquistata da un Tony Rominger in formato “tirannico”, che si presentò alla partenza della crono del penultimo giorno con 5’20” sul secondo e 7’13” sul terzo, vantaggi che gli permisero di affrontare quella prova in scioltezza. A un certo punto lo si vide rallentare, accostarsi all’ammiraglia, chiedere una borraccia, sorseggiarla con calma e poi riconsegnarla, trovando pure il tempo per una veloce sbruffata…. E, nonostante questo, fu il più veloce a percorrere i 53 Km del circuito di Segovia, sul quale girò a 46 di media, rinsaldando ancor più il suo trono. Esattamente l’opposto fece il grande Miguel Indurain al Giro d’Italia del 1992, che al via della conclusiva crono Vigevano – Milano staccava di 2’10” Chiappucci e di 3’19” Chioccioli, vantaggi acquisiti senza stancarsi più di tanto, favorito dalla lotta intestina tra gli italiani. Il navarro era un campione generoso con i propri colleghi, lasciando loro la vittoria quando non ne aveva bisogno; quel giorno decise di esserlo anche con i tifosi italiani e, nonostante i distacchi rassicuranti, interpretò quella tappa al massimo delle sue possibilità, facendo registrare la media più elevata della storia del Giro per quanto riguarda le crono lunghe oltre 60 Km (50,126 Km/h).
Ma Valverde non è né Rominger, né Indurain e, ribadiamo, dovrà comunque affrontare questa crono “cum grano salis”, controllandola senza cercare di strafare, per non incappare in una giornata storta, che può capitare a chiunque. Proprio Indurain ne sa qualcosa: quanto patì sulle strade di Follonica al Giro del 1994, sul medesimo tracciato che quasi 40 anni prima aveva visto capitolare anche l’immenso Coppi!
Se per il superattico della classifica non dovrebbero esserci problemi, potrebbero cambiare gli inquilini dei piani inferiori, distaccati di pochi secondi l’un l’altro. La sfida più interessante sarà quella che vedrà contrapposti Ivan Basso e l’australiano Cadel Evans, entrambi in gara col miraggio di poter salire, domani sera, sul podio del Paseo della Castellana. Comunque, conteranno molto le energie residue, dopo una corsa che dura da tre settimane e nel corso della quale si saranno finora percorsi 3156 Km.
Il terreno di gara di queste ultime tenzoni favorirà i passisti alla Cancellara, pur non essendo totalmente pianeggiante com’erano stati i tracciati delle due precedenti gare contro il tempo. Dopo un inizio tranquillo (caratterizzato anche da un veloce tratto di superstrada), verso metà tappa s’incontreranno dei lievi mangia e bevi, che poi lasceranno strada a un tratto più impegnativo degli altri, un’ascesa di 2,2 Km al 5% medio. Nuovamente filanti gli ultimi 8 Km, a parte una lieve pendenza nei mille metri che porteranno in Calle del Cardenal Tavera, sede del penultimo dei ventuno traguardi della Vuelta 2009.

LA TAPPA IN DIRETTA
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RECUERDOS DE LA VUELTA 1
Il nome di Toledo è comparso per la prima volta sulla planimetria della Vuelta nel 1958, quando l’organizzazione scelse questo centro quale meta dell’ottava tappa, vinta da colui che, otto giorni più tardi, coronerà la Vuelta con la conquista della maglia amarillo finale, vale a dire il francese Jean Stablinski. L’anno successivo toccherà al velocista belga Van Looy sfrecciare per primo sul traguardo di Toledo; un’esperienza ripetuta dallo spagnolo Perurena nel 1974, dal britannico Elliott nel 1988 e da due italiani, Massimo Ghirotto e Paollo Bettini, vincitori nel 1989 e nel 2008. Nel “palmares” di questo centro c’è anche un Gran Premio della Montagna: in occasione della tappa del 1988 prima di andare al traguardo si salì sull’Alto de Toledo, asperità classificata di 4a categoria e in cima alla quale transitò primo il vincitore di giornata, il già citato Elliott, che poi regolerà allo sprint l’irlandese Kelly e il belga Van Brabant.

Il centro storico di Toledo (www.zonaviaggi.it)

Il centro storico di Toledo (www.zonaviaggi.it)

RECUERDOS DE LA VUELTA 2
Capitale della Castilla-La Mancha, Toledo è una delle più spettacolari città d’arte della Spagna, con una miriade di monumenti incastonati come gemme nello sperone di roccia granitica, circondato per due terzi dalle acque del fiume Tago, sul quale si abbarbica il centro storico. Il punto più elevato della composizione è occupato dal primo edificio che l’occhio nota abbracciando il panorama di Toledo, l’Alcazar, massiccia fortezza innalzata nel periodo della “Reconquista”, essendo anche questo centro caduto in mano araba. In posizione più bassa emergono dal mare di tetti le strutture della principale perla cittadina, la cattedrale di Santa Maria, edificio considerato la “magnum opus” realizzata in stile gotico in Spagna. Completano questa “parure” artistica l’Ospedale de Santa Cruz (con l’omonimo museo, che espone 18 opere del toledano d’adozione El Greco), la chiesa di San Román (sconsacrata, è sede di un museo dedicato ai “Concili di Toledo” e all’arte visigota), la casa-museo di El Greco, la Puerta del Sol, l’Hospital de Tavera, la sinagoga del Transito e le chiese di Santo Tomè, di Santa Maria la Blanca e di San Juan de los Reyes. Un insieme unico al mondo che ha consentito l’iscrizione del centro storico nella lista dei patrimoni UNESCO e che è possibile ammirare in un sol colpo compiendo il panoramico giro turistico dei “Cigarrales”.
Oltre al “El Greco” (non solo di nome ma anche di fatto, essendo nativo dell’isola di Creta), toledani celebri sono – ve li proponiamo mischiati, a imitazione della chiostra di gioelli cittadini – il grande scalatore Alejandro Martín Bahamontes, il poeta Garcilaso de la Vega, Sant’Ildefonso di Toledo, il tennista Feliciano López Díaz-Guerra, il “conquistador” Pedro Pizarro (cugino del più celebre Francisco), l’orologiaio d’origini cremonesi Gianello Torriani, San Marcellino di Cartagine il pittore Luis de Escamilla, il re Alfonso X di Castiglia (“il Saggio”), San Giuliano di Toledo, il maratoneta Julio Rey, l’esploratore Lucas Vazquez de Ayllon e la regina Giovanna di Aragona e Castiglia, passata alla storia con l’epiteto di “Giovanna la Pazza”.

EL TIEMPO
Il sole tornerà a baciare la Vuelta nelle sue ultime giornate di gara, portando con sé temperature di stampo moderatamente estivo. Quando il primo corridore scenderà dalla rampa di lancio, verso le 14, grazie al sole che illuminerà Toledo sin dal mattino, la colonnina di mercurio segnerà 20°C, un dato destinato a innalzarsi fino a 23°C. Temperature calde ma gradevoli, rese sopportabili da medi livelli d’umidità e dalla ventilazione che, però, scemerà in intensità col trascorrere delle ore. Al massimo, potrebbe infastidire la marcia dei primi a prendere il via, tradizionalmente gli ultimi della classifica.

Mauro Facoltosi

18-09-2009

settembre 19, 2009 by Redazione  
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VUELTA A ESPANA
Lo spagnolo Juan José Cobo (Fuji-Servetto) ha vinto la diciannovesima tappa, Avila – La Granja (Real Fábrica de Cristales), percorrendo 174 Km in 4h37′35″, alla media di 37,610 km/h. Ha preceduto di 2″ lo spagnolo Alejandro Valverde (Caisse d’Epargne) e l’australiano Evans. Miglior italiano Paolo Tiralongo (Lampre-NGC), 7°. Ivan Basso (Liquigas) è 8°.
Valverde conserva la maglia amarillo, con 1′26″ sullo spagnolo Sánchez e 1′45″ su Basso.

TOUR OF BRITAIN
Il britannico Ben Swift (Team Katusha) ha vinto la settima tappa, Hatherleigh – Yeovil, percorrendo 159,7 Km in 3h52′19″, alla media di 41,245 km/h. Ha preceduto allo sprint l’ìtaliano Filippo Pozzato (Team Katusha) e il norvegese Edvald Boasson Hagen (Team Columbia – HTC). Questi conserva la testa della classifica con 23″ sull’olandese Reus e 25″ sul tedesco Reimer. Miglior italiano Federico Canuti (CSF Group – Navigare), 13° a 48″.

GIRO DELLA TOSCANA FEMMINILE – MEMORIAL MICHELA FANINI
L’olandese Marianne Vos (DSB Bank – Nederland Bloeit) ha vinto la quarta tappa, circuito a cronometro di Campi Bisenzio, percorrendo 2,2 Km in 2′55″, alla media di 45,533 km/h. Ha preceduto di 6″ la connazionale Van Dijk e la lituana Ziliute. Migliore italiana Tatiana Guderzo (Società Ciclistica Michela Fanini Record Rox), 12° a 10″. La Guderzo conserva la maglia di leader con 7″ sulla Vos e 21″ sulla svizzera Brandli.

GRAN PRIX DE LA SOMME
Il bielorusso Yauheni Hutarovich (Française des Jeux) ha vinto la corsa francese, percorrendo 189,1 Km in 4h30′22″, alla media di 43,693 km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Ravard e Haddou.

KAMPIOENSCHAP VAN VLAANDEREN
L’olandese Steven de Jongh (Quick Step) ha vinto la corsa belga, percorrendo 180 Km in 3h57′, alla media di 45,57 Km/h. Ha preceduto i connazionali Langeveld (allo sprint) e Traksel (di 8″). Unico italiano in gara, Luca Mazzanti (Team Katusha) si è piazzato 20° a 21″.

COBO, DA ACE(R)BO A MATURATO

settembre 18, 2009 by Redazione  
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Nell’ultima occasione utile per provare a smuovere dal potere Alejandro Valverde, gli uomini di classifica rimangono piuttosto abbottonati e pensano esclusivamente a difendersi. E allora è il turno di Juan Jose Cobo Acebo che, sull’ultimo strappetto saluta la compagnia e guadagna quei 50 metri sufficienti per vincere la tappa. Affonda Gesink, Basso controlla mentre impressiona in positivo anche oggi Paolo Tiralongo.

Doveva e poteva essere l’ultima chance per far saltare il banco a questa Vuelta ma nessuno ha voluto/potuto affondare il coltello nella piaga e allora tutto è rimasto esattamente uguale a questa mattina alla partenza da Avila. Oddio, proprio tutto no. Se Valverde è contento che nessuno ha attaccato la sua leadership, è ancora più contento della debacle di Robert Gesink che è passato dall’essere l’uomo più vicino allo spagnolo (31 secondi appena) a lottare domani a Toledo per rimanere nei primi 10 (adesso è a cinque minuti e mezzo) e il murciano ringrazia sentitamente. Con questo mini-ribaltone sale al secondo posto Samuel Sanchez e al terzo Ivan Basso. Vedremo quello che domani il varesino riuscirà a fare, ma chiudere in bellezza sarebbe un bel segnale anche in vista di Mendrisio.
Ma i bei segnali arrivano anche da Paolino Tiralongo che, dopo una vita a tirar la carretta a Damiano Cunego, in questa Vuelta ha finalmente avuto l’occasione e le gambe, per una volta in carriera, di stare con i migliori fin sotto il traguardo e non solo fino ai meno cinque chilometri dal traguardo. E così, prima da scudiero del veronese nelle due tappe conquistate, e adesso da solo, il siciliano, assieme a Samuel Sanchez, è stato colui che c’ha creduto di più nel finale per andare a riprendere Cobo ma senza riuscirvi. Adesso, complice la disfatta di Gesink, va ad issarsi al 6° posto classifica. Vedremo se lo saprà difendere.
Nella prima parte di frazione, quella più pianeggiante, se ne va la fuga di giornata: non sono i soliti 16 dei giorni scorsi ma soltanto tre, vale a dire Christophe Riblon (Ag2r), Daniel Martin (Garmin) e Eduard Vorganov (Xacobeo-Galicia). I tre viaggiano di comune accordo e raggiungono un vantaggio massimo superiore ai sette minuti. Il gruppo controlla, con la Caisse d’Epairgne del capo classifica Valverde a tenere alto il ritmo per non lasciarli scappare più di tanto: oggi si punta anche al successo di tappa. Con i fuggitivi che reggono per un centinaio di chilometri, il primo colpo di scena arriva sulle rampe che portano alla vetta (1.785m) del Puerto de la Morcuera che fa la vittima illustre, vale a dire Robert Gesink che non riesce ad esprimersi al meglio dopo la caduta nella tappa di due giorni fa. L’olandese della Rabobank sperava di resistere al ritmo dei Caisse ma ben presto si accorge di doversi fare da parte e tralasciare tutte le sue ambizioni di successo finale.
Come ieri ad Avila, anche oggi a La Granja a farla da padrone è il freddo e la pioggia, per una Spagna che, nonostante la fine di settembre, non è stata certo calda e accogliente come in passato. Intorno ai meno 30 dalla fine la fuga viene annullata e in contropiede provano ad andarsene Hoogerland (Vacansoleil), Kolobnev (Saxo) e Martinez (Xacobeo), ma il gruppo li tiene per un po’ ad una ventina di secondi, in assoluto controllo. All’inizio dell’ultima salita, la seconda scalata al Puerto de Navacerrada, c’è tutta l’Euskaltel davanti per provare a far dura la corsa e favorire un eventuale scatto di SSG. E, di fatti, poco dopo metà salita è proprio il basco a rompere gli indugi e scattare secco in faccia agli altri: Gesink ha già mollato definitivamente e alla sua rasoiata riescono comunque a rispondere Valverde, Basso, Evans e Mosquera. Dopo la sfuriata qualcuno riesce a rientrare e quasi in cima è proprio Cobo a provare l’allungo e alle sue spalle si fionda subito Sanchez. Il gruppetto si ricompone pronti a giocarsi la tappa, con un occhio di riguardo alla discesa visto il fondo reso viscido dalla pioggia. Ai meno cinque ci prova Mosquera ma c’è l’ombra di Valverde, Daniel Moreno, che rintuzza subito l’attacco. Ed allora ecco che ai meno quattro ci prova con decisione Tiralongo ma ancora una volta Moreno chiude. Il momento decisivo, quindi, è ai 2000 metri dalla fine quando parte Juan Cobo Acebo con uno scatto perentorio al quale il gregario della Caisse d’Epairgne non riesce a replicare. L’uomo della Fuji prende subito quei 5-6 secondi che gli consentiranno di guardarsi le spalle tre volte nel rettilineo d’arrivo e di alzare comodamente le braccia al cielo, mentre dietro di lui Valverde non voleva lasciare nemmeno le briciole andandosi a prendere la piazza d’onore, con Evans a chiudere il podio.
Domani ventesima e penultima tappa: la crono decisiva. 27,5km nei dintorni di Toledo. Di primo acchito, sembra un percorso da specialisti con lunghi tratti di falsopiano e un’unica salitella (ma non Gpm) poco dopo metà percorso. Il vantaggio di Valverde sembra rassicurante e forse il murciano, a questo punto, la può solo perdere questa Vuelta.

Saverio Melegari

Cobo Acebo vince sul traguardo di San Ildefonso - La Granja (foto AFP)

Cobo Acebo vince sul traguardo di San Ildefonso - La Granja (foto AFP)

LA ETAPA DEL DÍA: ÁVILA – LA GRANJA (Real Fábrica de Cristales)

settembre 18, 2009 by Redazione  
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Ultima giornata utile per ribaltare la classifica in montagna. Riusciranno i più attesi scalatori a sfruttare le difficoltà odierne per far tremare il “cadreghino” di Valverde o preferiranno giocare all’attendismo? Il deludente epilogo della scorsa frazione lascia intedere questa soluzione, ma i principali pretendenti alla vittoria finale potrebbero anche essersi volutamente risparmiati per non compromettere l’imminente mondiale, preferendo la “calda” pancia del gruppo in una giornata meteorologicamente fredda. Le previsioni molto più clementi per questa terzultima tappa, però, potrebbero ispirare attacchi al vertice sull’ultima delle quattro salite in programma, il classico Puerto di Navacerrada.

La Vuelta è finita? Forse sì, forse no. Il deludente risultato della frazione di Ávila sembrerebbe dar credito alla prima affermazione: se è vero l’assioma che la corsa la fanno i corridori e non i percorsi, difficilmente vedremo un tentativo tra gli uomini di vertice nell’ultima tappa di montagna, che proporrà salite impegnative ma non dure ed estreme come l’Alto Mediano. Se, invece, rileggiamo tra le righe quanto accaduto ieri, gettando pure un occhio all’immediato futuro, possiamo anche prospettare tutt’altra evoluzione per la tappa che si concluderà alle Reali Cristallerie della Granja. Perché, allora, non abbiamo assistito ad attacchi al vertice nella scorsa giornata? La risposta è semplice: il 27 settembre è alle porte, mancano soli dieci giorni alla prova più attesa dei mondiali e l’alta classifica della Vuelta 2009 attualmente presenta nelle posizioni di vertice corridori che saranno grandi protagonisti a Mendrisio, a partire dalla maglia amarillo Valverde. Lo spagnolo, il connazionale Sánchez, Basso ed Evans avranno pensato bene di non sprecare troppe energie, conservandole per l’ultima tappa utile? È facile che sia accaduto questo e che ieri abbiano deciso di non belligerare anche in considerazione delle pessime condizioni meterorologiche, per non correre il rischio d’incappare in un malanno che pregiudicasse la partecipazione al campionato del mondo, certamente più prestigioso d’un piazzamento alla Vuelta. Dunque, grandi manovre rimandate alla tappa odierna che si disputerà con un tempo più clemente (temperature sempre fresche, ma niente pioggia) e ruoterà attorno alla doppia scalata al Navacerrada, storico valico della Vuelta, proposto quest’anno per la trentaseiesima volta. Difficilmente vedremo attacchi solitari in occasione della prima ascesa – più probabili tentativi orchestrati a più voci – perché, a quel punto, mancheranno ancora oltre 100 Km al traguardo. Neppure la successiva salita della Morcuera pare adatta a similari azioni, poiché presenta pendenze troppo morbide. Dovremo attendere l’ultima scalata ai 1870 metri del Navacerrada, affrontata dal più impegnativo dei tre versanti possibili, per vedere gli attacchi che contano: la salita misura quasi 12 Km e riserva le pendenze più impegnative nelle battute conclusive, quelle più utili perché lassù potrebbe venire fuori la fatica d’una corsa che dura da tre settimane. La selezione, di conseguenza, dovrebbe essere riservata agli ultimi 5000 metri, nel corso dei quali la strada si arrampica al 7,8% medio, con un massimo del 10% raggiunto a 3 Km dalla vetta. Superato l’ultimo GPM della Vuelta 2009 bisognerà percorrere ancora 18 Km, prevalentemente tracciati in discesa, per capire se abbiamo azzeccato la previsione e se queste ultime difficoltà altimetriche saranno riuscire a creare un po’ di scompiglio in classifica.
Il fatto d’arrivare a poche centinaia di metri dal luogo ove è forgiata la coppa che, tra quarantottore, stringerà tra le mani il vincitore della 64a Vuelta di Spagna, saprà essere uno sprone ai corridori chiamati in causa per far tremare il “cadreghino” di Valverde, quest’anno più “ino” e traballante che mai, considerati gli appena 32” che lo dividono dall’olandese Gesink?

LA TAPPA IN DIRETTA
Volete vivere “online” la tappa in corso? Collegatevi al sito http://atdhe.net/8300/watch-la-vuelta-a-espana-2009 che vi proporrà la trasmissione televisiva della frazione, in “diretta” sul vostro PC.

RECUERDOS DE LA VUELTA 1
San Ildefonso (questo il nome esatto della località d’arrivo) ha all’attivo due frazioni della Vuelta, un arrivo e una partenza. Il primo fu aggiudicato nel 2005, al termine d’una tappa di montagna che prendeva il via da El Espinar e che proponeva, come quest’anno, la doppia scalata al Navacerrada e la Morcuera a far da spartiacque; la frazione, vinta dallo spagnolo Carlos Garcia Quesada, non cambiò i connotati alla classifica, almeno per quanto riguarda le prime tre posizioni: Roberto Heras conservò sia la maglia amarillo, sia i distacchi che lo separavano dal russo Menchov (4’30”) e dal connazionale Sastre (4’50”). L’anno scorso Navacerrada ancora gran protagonista, meta di una cronoscalata che scattava proprio dalla Granja: il più veloce sarà lo statunitense Leipheimer, che impiegherà poco più di mezz’ora a percorrere i 17 Km in programma, staccando di 31” il diretto avversario per la classifica, lo spagnolo Contador, salvatosi per 46”.

Il palazzo reale della Granja (wikipedia)

Il palazzo reale della Granja (wikipedia)

RECUERDOS DE LA VUELTA 2
Piccolo comune abitato da poco meno di 6000 anime, San Ildefonso è notoriamente conosciuto come la “Versailles di Spagna”. Il merito è di re Filippo V, primo sovrano della dinastia dei Borbone, che qui volle ricreare le atmosfere della reggia francese dov’era nato nel 1683 (Luigi XIV, il celebre “Re Sole”, era suo nonno) e dove trascorse l’infanzia. Così, tra il 1721 e il 1739 fu innalzato il “Palacio Real de la Granja de San Ildefonso”, alla cui realizzazione concorsero anche artisti italiani del calibro di Filippo Juvarra (storico architetto di casa Savoia, autore della basilica di Superga e della Palazzina di Caccia di Stupinigi a Torino) e Giambattista Sacchetti, rispettivamente progettatore ed esecutore della facciata principale della residenza reale. Il vero capolavoro del complesso è, però, costituito dagli spettacolari giardini, realizzati dagli architetti paesaggisti Esteban Boutelou e Renè Carlier in condizioni difficili, essendo montagnosa la natura di queste terre: concepiti secondo lo stile francese e percorsi da 34 Km di viali, si estendono in salita, superando un dislivello di quasi 130 metri e raggiundendo i 1325 metri di quota massima nel luogo dove fu realizzato il cosiddetto “mar”, vasto bacino artificiale approntato per alimentare le 26 fontane che adornano il giardino. La Granja è celebre anche per le sue cristallerie, presso le quali è forgiata la coppa che annualmente premia il vincitore della Vuelta di Spagna.


EL TIEMPO

Torna il bel tempo alla Vuelta, in una giornata sensibilmente meno umida della precedente, anche se il sole non riuscirà a far lievitare di molti gradi le temperature. Il raduno di Ávila si svolgerà sotto un cielo finalmente sgombro di nubi, con una temperatura poco più elevata rispetto a quella del giorno precedente (12°C), ma durante la giornata l’aria si scalderà un poco. Il tasso d’umidità risentirà parzialmente delle condizioni climatiche del giorno prima (61%), mentre i venti spireranno deboli. Col trascorrere dei chilometri si assisterà a un lento miglioramento e al traguardo la temperatura salirà a 17°C, mentre il sole sarà nuovamente oscurato. I venti si alzeranno fino a 15 Km/h mentre l’umidità scenderà al 46%. Le precipitazioni torneranno solo nella serata, quando la carovana della Vuelta si sarà già spostata verso Toledo, dove domani l’ultima cronometro individuale andrà in scena in un palcoscenico climatico di stampo quasi estivo.

Mauro Facoltosi

17-09-2009

settembre 18, 2009 by Redazione  
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VUELTA A ESPANA
L’irlandese Philip Deignan (Cervélo TestTeam) ha vinto la diciottesima tappa, Talavera de la Reina – Avila, percorrendo 187 Km in 4h19′14″, alla media di 43,281 km/h. Ha preceduto di 3″ il ceco Kreuziger e di 16″ il danese Fuglsang. Miglior italiano Paolo Tiralongo (Lampre-NGC), 23° a 9′41″. Ivan Basso (Liquigas) è 25°.
Lo spagnolo Alejandro Valverde (Caisse d’Epargne) conserva la maglia amarillo, con 32″ sull’olandese Gesink e 1′10″ sullo spagnolo Sánchez. Basso è 4° a 1′29″.

TOUR OF BRITAIN
Il norvegese Edvald Boasson Hagen (Team Columbia – HTC) ha vinto anche la sesta tappa, Frome – Bideford, percorrendo 183,7 Km in 4h05′20″, alla media di 44,926 km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Reimer e il britannico Downing. Miglior italiano Pierpaolo De Negri (ISD-Neri), 5°. Boasson Hagen ora comanda con 19″ sull’olandese Reus e 21″ su Reimer. Miglior italiano Federico Canuti (CSF Group – Navigare), 12° a 44″.

GIRO DELLA TOSCANA FEMMINILE – MEMORIAL MICHELA FANINI
L’italiana Tatiana Guderzo (Società Ciclistica Michela Fanini Record Rox) ha vinto la terza tappa, Lari – Volterra, percorrendo 122,1 Km in 3h19′26″, alla media di 37,005 km/h. Ha preceduto di 16″ l’olandese Vos e 18″ la statunitense Abbott. La Guderzo è la nuova leader della classifica, con 17″ sulla Vos e 18″ sulla svizzera Brandli.

TOUR OF VOJVODINA (Serbia)
Lo sloveno Matej Marin (Perutnina Ptuj) ha vinto la prima tappa, Novi Sad – Pecinci, percorrendo 158 Km in 3h37′48″, alla media di 43,526 km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Syrtsev e di 30″ il bulgaro Grashev. Ritirato l’unico italiano in gara, Rino Zampilli (Hemus 1896 – Berneschi).

BAGARRE CONGELATA, DEIGNAN NE APPROFITTA E VINCE

settembre 17, 2009 by Redazione  
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Ai meno esperti del settore, risulta essere poco più di uno sconosciuto. E, dopo Anthony Roux, le strade di Spagna regalano notorietà anche all’irlandese della Cervelo, Philippe Deignan. Il gruppo lascia perdere le fughe anche oggi e Valverde e soci accuseranno sul traguardo un ritardo di dieci minuti che consente allo stesso Deignan di entrare addirittura nella top-10 (adesso è nono). Abbandona la Vuelta Tom Danielson (Garmin) che stamattina a Talaveira era nono.

Non è una Vuelta da grandi firme quella che lentamente sta avviandosi verso la conclusione. Dopo Roux, oggi è toccato a Philippe Deignan portarsi a casa la complessa tappa di Avila che poteva far presagire qualche attacco degli uomini di classifica, anche se timido, e invece tutto è rimandato agli ultimi strappi di questo giro di Spagna in programma domani, prima della crono di sabato di Toledo.
Ed è bravo Deignan a trovare lo spunto giusto per mettersi alle spalle un corridore giovane ma già esperto come Roman Kreuziger e soprattutto riuscire a farsi lasciare 10’ dal gruppo della maglia amarillo e rientrare nella top10: non vincerà di certo la Vuelta, ma con questo successo potrebbe andare a prendersi anche il risultato più prestigioso della carriera.
Tre salite in programma lungo i 187km della tappa con tanti saliscendi che sembrano promettere spettacolo. Oltre a Tom Danielson, in casa Garmin si registra l’abbandono di Christian Meier dopo aver appreso la tragica notizia della scomparsa del fratello. Visto che ci sono diversi punti in palio per la classifica dei Gpm, in particolare all’inizio con una salita di 1a categoria, in testa va David Moncoutie per cristallizzare definitivamente il suo primato e ci riesce più che bene: il vincitore di Sierra Nevada transita per primo in compagnia di qualche altro avventuriero come Fuglsang (Saxo Bank) e Jesus Del Nero (Fuji-Servetto). In gruppo, è ovviamente la Caisse d’Epairgne del leader Valverde a fare il ritmo, ma senza particolare convinzione, soprattutto marcando a vista sia Samuel Sanchez, sia Ezequiel Mosquera, gli uomini più pericolosi in una tappa come quella odierna e così gli attaccanti guadagnano minuti. Dal gruppo, intanto, si muovono altri atleti fra cui anche Philippe Gilbert che prova a smuovere le acque e recuperare terreno sui battistrada. Al belga si accodano anche Cherel (FdJ), Fernandez (Cofidis) e Matti Breschel (Saxo Bank). Con il loro arrivo, il gruppo di testa anche oggi è composto da ben 16 atleti: oltre ai già citati, anche Kreuziger, Vasquez (Contentpolis), Anton (Euskaltel), Di Gregorio (FdJ), Hernandez (Astana), Taaramae (Cofidis), Valjavec (Ag2R) ed Herrero (Xacobeo-Galicia).
In mezzo al gruppo, Andrè Greipel ha un piccolo problema e la Columbia deve aspettarlo, così che nel frattempo davanti filano già con 4’ di vantaggio. La tappa è condizionata anche dalle avverse condizioni metereologiche, visto che i corridori in cima alle salite trovano temperature piuttosto invernali (8-9°C) e strada pericolosa. Ai meno 30 il vantaggio è sempre intorno ai 4’30”, prima di subire l’impennata decisiva. Dalla vetta dell’ultima salita, l’Alto del Boqueron, manca poco al traguardo e l’ascesa diventa terreno fertile per un cacciatore di classiche come Gilbert: inizialmente prova a seguirlo anche Fuglsang, ma il belga verrà ripreso da Herrero ad una quindicina di chilometri dall’arrivo. Il danese della Saxo non riesce a ricucire e tornano a farsi vedere davanti sia Deignan che Kreuziger, mentre i vari Breschel e Moncoutie sono già tagliati fuori. Il gruppo si seleziona ancora di più fra gli ultimi metri della salita e la discesa e ne approfittano proprio Deignan e Kreuziger che riescono a guadagnare una decina di secondi su tutti gli altri e ai meno 4 diventano imprendibili: il ceco prova a giocare d’astuzia ma nulla può contro lo scatto agli ultimi 150 metri dell’irlandese che trionfa ad Avila. Fuglsang alla fine chiude terzo mentre gli altri rimangono tutti sgranati. Il gruppo tira ampiamente il freno a mano e chiuderà con quasi dieci minuti di distacco, ma pressoché niente cambia in classifica generale se non l’assenza di Danielson e l’arrivo di Deignan.
Domani diciannovesima tappa e chi vuol dare qualche grattacapo a Valverde bisogna che si muova e anche di brutto: 180km da Avila a La Granja, quattro salite piuttosto impegnative. Il Puerto del Leon, di terza categoria, potrebbe essere trampolino per fughe da parecchio lontane visto che è vicino alla partenza. Il Puerto de la Morcuera si supererà poco dopo metà frazione e il Puerto de Navacerrada verrà affrontato per ben due volte ed essendo la salità più difficile di giornata sarà senz’altro anche quella maggiormente selettiva. Dalla vetta al traguardo ci saranno 18km: otto di discesa impegnativa e i restanti di strada molto più facile ma che tende sempre leggermente a scendere. L’impresa è ardua, ma qualcuno ci dovrà pur provare a mettere in difficoltà Valverde.

Saverio Melegari

La gioia di Degnain sul traguardo di Ávila (foto Reuters)

La gioia di Degnain sul traguardo di Ávila (foto Reuters)

LA ETAPA DEL DÍA: TALAVERA DE LA REINA – ÁVILA

settembre 17, 2009 by Redazione  
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Segnatevi questo nome: Alto Collado Mediano. È l’inedita salita che potrebbe far impazzire l’edizione 2009 della Vuelta. È una copia dello Xorret de Catì, corta e cattiva (senza pur raggiungere i picchi dell’ascesa valenciana) e sarà affrontata nel finale di una tappa resa ancor più impegnativa dalle condizioni meteorologiche. Freddo e tracciato potrebbero lasciare il segno, più di quanto lasci intendere a prima vista il tracciato di una frazione che colloca questo nuovo scoglio a 45 Km dal classico traguardo di Ávila.

Il 2009 non sarà, per la Vuelta, solo l’anno dell’addio alla maglia amarillo ma anche quello della scoperta dell’ennesima ascesa scovata dagli organizzatori. Con l’aiuto di un team di appassionati cicloamatori, frequentatori della community legato al sito www.altimetrias.net, il neo direttore Javier Guillén – che da quest’anno sostituisce Víctor Cordero al timone di Unipublic – ha stanato nel cuore delle Sierre Madrilene il Collado Mediano – un’ascesa della quale facciamo bene a segnarci il nome in rosso – e l’ha subito inserito nel percorso della tappa diretta ad Ávila, mettendo del pepe a una frazione che, come stava capitando da diversi anni, non riusciva più a offrire nulla d’interessante in chiave classifica. Il Collado Mediano è una difficoltà in grado di fare impazzire la corsa, nonostante sia inserito a 45 Km dal traguardo. È un gemellino dello Xorret de Catì; simile in lunghezza (4 Km), presenta una pendenza media inferiore (9,2% contro 11,1%) e un coacervo di picchi a due cifre superiore nel numero rispetto all’ascesa valenciana, pur senza raggiungerne i medesimi estremi: lo Xorret s’inclina fino al 22%, qui ci si ferma al 17%, nella terzultima delle 14 stilettate che la strada propone. Chi si staccherà difficilmente riuscirà a rientrare perché, dopo un breve falsopiano sommitale, inizierà una discesa che permetterà a chi starà davanti (e, verosimilmente, in una simile situazione andrà a tutta per staccare ancor più gli avversari colpiti dalla malasorte) di scendere a tutta, grazie alla presenza di un rettilineo quasi ininterrotto (a parte due facili curvette) di circa 9 Km. E non è ancora finita poiché, terminata la discesa, immediatamente si riprenderà a salire, affrontando quasi in apnea il successivo “alto”, il Boquerón. È molto facile al confronto del Mediano (8,8 Km al 4,2% con una breve rampetta al 16% quasi in vetta), ma ne prolungherà lo sforzo e, quando si riemergerà dalla fatica, mancheranno 17 Km alla meta, una distanza che potrebbe rilevarsi insufficiente per recuperare. Ciliegina sulla torta, ci si metterà anche il freddo a complicare la giornata: alle 17 saranno previsti appena 11° C ad Ávila, che è situata a 1140 metri di quota e, di conseguenza, sulle più elevate salite odierne (sul passo di Mijares si toccheranno i 1575 metri) le temperature saranno sicuramente più basse.

LA TAPPA IN DIRETTA
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RECUERDOS DE LA VUELTA 1
Circondata com’è dalle montagne, Ávila ha costituito (e continua ad esserlo) un naturale punto d’attracco per la Vuelta, che ha scelto di farvi terminare finora ben ventuno frazioni, in due occasioni rivelatesi decisive per la classifica finale: nel 1983 Bernard Hinault spodestò lo spagnolo Gorospe a due giorni dall’epilogo madrileno mentre nel 1987 il colombiano Herrera si riprese definitivamente la maglia amarillo, dopo l’interregno di ventiquattore dell’irlandese Kelly. La prima assoluta risale al 1971, quando l’olandese Joop Zoetemelk s’impose nella 16a tappa, Segovia – Ávila, precedendo di 45” il belga David. Il primo italiano a espugnare le storiche mura della cittadina spagnola è stato Enrico Zaina nel 1992; suoi successori sono stati Giuseppe Calcaterra nel 1994 e Mariano Piccoli nel 2000. L’ultimo corridore a tagliare per primo questo classico traguardo è stato lo spagnolo Luis Pérez Rodriguez nel 2007.

Ávila, un tratto delle storiche mura (cudaswiata.files.wordpress.com)

Ávila, un tratto delle storiche mura (cudaswiata.files.wordpress.com)

RECUERDOS DE LA VUELTA 2
Ávila è una solenne città d’aspetto medioevale, rimasta quasi “incantata nel tempo”, grazie anche alla stupenda cerchia muraria, costruita tra il 1090 e il 1099, lunga oltre 2 Km e perfettamente conservatasi, al punto da far meritare alla città vecchia l’iscrizione quasi di diritto alla lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. All’interno delle mura, i visitatori di “Ávila de los Caballeros”, com’è talvolta chiamato il capoluogo di provincia più alto di Spagna, possono ammirare la massicia cattedrale-fortezza del Salvador, la Basilica di San Vincenzo, il real monastero di San Tommaso e il convento di Santa Teresa d’Ávila, realizzato sul luogo ove si trovava la casa natale della santa, figlia più illustre della “Briançon” di Spagna. Oltre a Santa Teresa, “abulensi” celebri sono, il vescovo eretico Priscilliano di Ávila, l’esploratore spagnolo e primo vicerè del Perù Blasco Núñez Vela, il compositore Tomás Luis de Victoria, il filosofo, scrittore e poeta George Santayana, il calciatore Feliciano Rivilla Muñoz e l’ex ciclista Julio Jiménez Muñoz, professionista dal 1959 al 1969 e vincitore di quattro tappe al Giro d’Italia.

EL TIEMPO
In Spagna è arrivato il freddo. La colonnina di mercurio oggi farà un salto alla Bubka, provocando il crollo delle temperature, che passeranno dai 26°C registrati ieri alle 17 a Talavera agli 11°C che i termometri segnaleranno alla medesima ora sul traguardo di Ávila (ma il minimo giornaliero nella cittadina spagnola sarà di 9° C). Condirà il tutto la pioggia che caratterizzerà l’intera giornata di corsa, fin dalla partenza, quando le temperature saranno ancora gradevoli (21°C), grazie al sole che splenderà alto sul cielo di Talavera nelle ore mattutine. Medi i livelli d’umidità (49%), assenti i venti.
165 Km più avanti, come dicevamo, la situazione sarà precipitata: su Ávila pioverà sin dalle 8 e le temperature, dopo aver raggiunto un tetto massimo di 13° C attorno alle 14 (in quelle ore è previsto un autentico temporale), verso le 17 si stabilizzeranno sugli 11°C. Ovviamente, il tasso d’umidità sarà elevato (85%), mentre non costituirà grosse insidie il vento, che spirerà debolmente (max 12 Km/h). Tornando alle temperature, lo zero termico è previsto attorno ai 2520 metri di quota, mentre il limite delle nevicate scenderà circa 300 metri più in basso.
Il maltempo avrà, comunque, le ore contate: nella notte le piogge si estingueranno e domani tornerà a splendere il sole sulla Vuelta, anche se le temperature lieviteranno solo di pochi gradi.

Mauro Facoltosi

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