AGOSTONI: IL RITORNO DI VISCONTI
La seconda giornata del Trittico Lombardo incorona Giovanni Visconti, che regola in una volata a ranghi ristretti Santambrogio e Ventoso, dopo una fuga partita a 47 chilometri dall’arrivo.
Finalmente la tanto attesa vittoria di peso è arrivata. Visconti, in realtà, quest’anno aveva già trionfato nella seconda tappa del Giro di Slovenia e nella cronosquadre di apertura della Coppi e Bartali, ma dal capitano della ISD Neri ci si aspettavano ben altri risultati.
Tornato nel 2009 sotto la guida di Scinto – ds che lo aveva diretto fra gli under 23 – e una volta terminata la gavetta nella Quick Step di Bettini e Boonen, questa doveva essere la stagione in cui fare il salto di qualità, confermando quanto di buono fatto vedere negli anni passati alla corte di Lefèvre. Invece così non è stato: il deludente Giro d’Italia e l’anonimo campionato italiano erano gli appuntamenti in cui Giovanni aveva deluso gli appassionati, oggi finalmente è tornato a farsi vedere ai livelli che gli competono.
La Coppa Agostoni, come la Tre Valli Varesine di ieri, si è risolta con una azione da lontano; decisiva è stata quest’oggi la scalata del Lissolo, affrontata più volte.
Sulle impegnative rampe della salita lecchese, durante la penultima scalata, un coraggioso Visconti esce dal gruppo, si riporta sui fuggitivi della mattina e, assieme a Santambrogio, li stacca. Nella discesa si forma un gruppo di 6 uomini che poi si giocherà la vittoria a Lissone. I fuggitivi godono tutti di una eccellente condizione: il vincitore di ieri Santambrogio, Alessandro Bertolini (a lungo in fuga anche alla 3 Valli), uno Scarponi galvanizzato dalle parole che il CT Ballerini questa mattina aveva speso per lui in vista di una possibile convocazione in azzurro, Rubiano, Ventoso – già vincitore di diverse corse in questo periodo – e Visconti.
L’ultima ascesa del Lissolo non cambia le carte in tavola, si mette in evidenza un generoso Rubiano che, consapevole della sua inferiorità in pianura, cerca inutilmente di avvantaggiarsi. La collaborazione fra i fuggitivi è buona e il vantaggio, pur variando, non scende mai sotto i 10 secondi.
Il gruppo alle spalle dei fuggitivi non riesce a riprenderli nonostante abbia il terreno per farlo. A rompere i cambi della Fuji Servetto interviene anche Sella, al rientro alle corse, che cerca di proteggere il compagno Ventoso.
Fra i fuggitivi i più veloci sono Ventoso, Santambrogio e Visconti, ma ciò non sembra interessare agli altri componenti della fuga, che non si tirano indietro quando c’è da prendere aria per mantenere alto il ritmo. Stupisce la tattica della Diquigiovanni che, pur avendo nel gruppo di testa due fuggitivi, non prova niente per evitare la volata, nonostante i suoi due alfieri sulla carta siano battuti allo sprint.
Ai 3 chilometri dal traguardo dal gruppo esce Muto, duttile corridore della Miche, che fa un numero alla Cancellara riportandosi sui fuggitivi in 2 chilometri, guadagnando tutto solo 20 secondi ai 6 di testa che non si erano di certo fermati. Non domo, il corridore nativo di Napoli, rientrato sui fuggitivi sotto lo striscione dell’ultimo chilometro, si porta subito in testa al gruppo, forse con l’intenzione di cogliere tutti di sorpresa.
Ormai i fuggitivi sono pronti alla volata e l’azione di Muto risulta essere quella di un gregario che lancia lo sprint al proprio capitano.
La volata è lanciata e subito si vede che a giocarsela saranno gli uomini più veloci; sulla destra della sede stradale Ventoso parte lungo e sulla sinistra Santambrogio risponde al corridore spagnolo. Uno scaltro Visconti prende la ruota di Santambrogio e sfrutta la sua scia fino ai 100 metri conclusivi, poi fa fruttare il suo spunto veloce e riesce a superare il corridore della Lampre. Dietro di loro completa il podio Ventoso.

Visconti taglia per primo il traguardo della Coppa Agostoni (foto Bettini)
Il gruppo conclude la corsa con sole 25 unità, fra cui Sella e Basso, che hanno portato a termine la gara nonostante il grande caldo e l’impossibilità di ottenere la vittoria.
Il CT Ballerini ha potuto anche oggi scrivere molte note sulla propria agenda. In particolare, ha riservato una nota positiva per il vincitore, che deve però ancora far vedere qualcosa per poter ambire ad un posto in azzurro; un’altra nota di merito è per Santambrogio, che a questo punto sembra possa essere – assieme a Bruseghin – l’uomo di fiducia di Cunego all’interno della squadra azzurra; un’ulteriore nota, infine, per i due della Diquigiovanni: Bertolini e Scarponi come uomini di fatica potrebbero essere utili a Mendrisio. Nota decisamente negativa per Stefano Garzelli che anche oggi si è ritirato (per lui la scusante di un colpo di sole): riuscire a ottenere il pass per i mondiali a questo punto è molto difficile. dato che non parteciperà alla Vuelta e il calendario italiano non prevede ancora molti appuntamenti,
Domani la Coppa Bernocchi sarà l’atto conclusivo del Trittico Lombardo che vede saldamente al comando Santambrogio.
Matteo Colosio
1976 – IL TOUR DI VAN IMPE
Tappe mancanti: prologo, 4a, 5a.
1a TAPPA: SAINT JEAN DE MONTS – ANGERS
2a TAPPA: ANGERS – CAEN
3a TAPPA: CIRCUITO DI LE TOQUET PARIS PLAGE (cronometro)
6a TAPPA: BASTOGNE (BEL) – NANCY
7a TAPPA: NANCY – MULHOUSE
8a TAPPA: VALENTIGNEY – DIVONNE LES BAINS
9a TAPPA: DIVONNE LES BAINS – ALPE D’HUEZ
10a TAPPA: BOURG D’OISANS – MONGINEVRO
11a TAPPA: MONGINEVRO – MANOSQUE
12a TAPPA: PORT BARCARES – PYRENEES 2000
13a TAPPA: FONT ROMEU – SAINT GAUDENS
14a TAPPA: SAINT GAUDENS – SAINT LARY SOULAN (Pla d’Adet)
15a TAPPA: SAINT LARY SOULAN – PAU
16a TAPPA: PAU – FLEURANCE
17a TAPPA: FLEURANCE – AUCH (cronometro)
18a TAPPA (1a semitappa): AUCH – LANGON
18a TAPPA (2a semitappa): LANGON – LACANAU OCEAN
18a TAPPA (3a semitappa): LACANAU OCEAN – BORDEAUX
19a TAPPA: SAINTE FOYE LA GRANDE – TULLE
20a TAPPA: TULLE – PUY DE DOME
21a TAPPA: MONTARGIS – VERSAILLES
22a TAPPA (1a semitappa): PARIGI – CIRCUITO DEGLI CHAMPS-ELYSEES (cronometro)
22a TAPPA (2a semitappa): PARIGI – CIRCUITO DEGLI CHAMPS-ELYSEES (in linea)
AREA VIDEO
Tappa Le Toquet Paris Plage – Bornem
Tappa Saint Gaudens – Saint Lary Soulan
Ultima tappa, cronometro degli Champs-Élysées
Ultima tappa, cronometro degli Champs-Élysées (secondo filmato)
Champs-Élysées, arrivo semitappa in linea
Premiazione di Lucien Van Impe
1974 – IL TOUR DI MERCKX V
Tappe mancanti: tutte
AREA VIDEO
1973 – IL TOUR DI OCANA
Tappe mancanti: dal prologo alla 6a, dalla 10a alla 12a, dalla 15a alla 20a.
7a TAPPA (1a semitappa): DIVONNE LES BAINS – GAILLARD
7a TAPPA (2a semitappa): GAILLARD – MERIBEL LES ALLUES
8a TAPPA: MOUTIERS – LES ORRES
9a TAPPA: EMBRUN – NIZZA
13a TAPPA: BOURG MADAME – LUCHON
14a TAPPA: LUCHON – PAU
AREA VIDEO
Tappa Reims – Nancy (senza audio)
Prima semitappa dell’ultima tappa, crono di Versailles
18-08-2009
agosto 19, 2009 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
ENECO TOUR
Il francese Sylvain Chavanel (Quick Step) ha vinto il prologo, circuito a cronometro di Rotterdam, percorrendo 4,4 Km in 4′55”, alla media di 43,180 km/h. Preceduti di 1″ lo statunitense Farrar e il belga Boonen. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Liquigas), 6° a 4″.
TRE VALLI VARESINE
L’italiano Mauro Santambrogio (Lampre – N.G.C.) ha vinto la classica italiana, percorrendo 189,3 Km in 4h41′23”, alla media di 40,364 km/h. Preceduti di 3″ Masciarelli e di 7″ il russo Botcharov.
TOUR DU LIMOUSIN (Francia)
Lo sloveno Borut Bozic (Vacansoleil Pro Cycling Team) ha vinto la prima tappa, Limoges – Ussel, percorrendo 159,6 Km in 3h51′07”, alla media di 41,433 km/h. Preceduti allo sprint lo spagnolo Florencio e il tedesco Martens. Unico italiano in gara, Matteo Carrara (Vacansoleil Pro Cycling Team), si è piazzato 42° a 9″.
La prima classifica vede Bozic in testa con 4″ su Florencio e 6″ su Martens. Carrara 43° a 19″.
GP STAD ZOTTEGEM
Il belga Niko Eeckhout (AN Post – Sean Kelly Team) ha vinto la corsa belga, percorrendo 193 km in 4h22′, alla media di 44,198 Km/h. Preceduti il danese Pedersen e il francese Lemoine.
TRE VALLI: 37 ANNI DOPO, E’ ANCORA SANTAMBROGIO
Mauro Santambrogio, 24enne della Lampre, vince l’89a edizione della Tre Valli Varesine, precedendo in uno sprint a tre Francesco Masciarelli e Alexandre Botcharov, dopo una fuga di quasi 160 km. Mai in lotta per la vittoria i favoriti della vigilia, da Ballan a Garzelli, passando per Scarponi e Bertagnolli.
Fino ad oggi, Giacinto e Mauro Santambrogio, il primo professionista degli anni ’70, capace di vincere due tappe al Giro e una al Tour e di sfiorare il podio al Mondiale di Montreal del 1974, il secondo non ancora 25enne talento della Lampre, erano accomunati unicamente dalla professione e dal cognome. Da oggi, c’è qualcosa in più: Mauro, come Giacinto 37 anni fa, ha scritto il suo nome dell’albo d’oro della Tre Valli Varesine, succedendo a Francesco Ginanni.
E dire che dando un’occhiata alla start list, pareva alquanto improbabile una vittoria da parte di un outsider, vista la presenza al via di grandi firme quali gli enfants du pays Basso (anche se ancora in fase di preparazione alla Vuelta) e Garzelli e il Campione del Mondo Ballan, che sognava di emulare Eddy Merckx e Francesco Moser, che vinsero in maglia iridata la Tre Valli rispettivamente nel 1968 e nel 1978. E ancora, temibile appariva l’accoppiata Diquigiovanni composta da Bertagnolli e Scarponi, con Juanjo Cobo Acebo a rappresentare la principale minaccia straniera, se non altro per blasone.
Di fatto, però, tutti questi grosi calibri non hanno lottato per la vittoria neppure per un secondo. L’azione buona è, infatti, nata dopo appena 29 km, a quasi 160 dal traguardo di Campione d’Italia, quando si è avvantaggiato un drappello composto da Masciarelli, Cheula, Stangelj, Paolini, Santambrogio, Biondo, Bertolini, Marzano, Salerno, Savini, Proni e Botcharov. Un gruppetto discretamente folto, composto da nomi interessanti, e in cui, soprattutto, erano rappresentate tutte le squadre più forti, in particolar modo Diquigiovanni, Liquigas, Lampre e Acqua & Sapone.
Scarsa è stata dunque la reazione del gruppo, che ha lasciato acquisire ai dodici uomini al comando un margine di 7’, non riuscendo poi più a ridurlo al di sotto dei 5. La certezza di arrivare a giocarsi la corsa ha fatto sì che i fuggitivi si concedessero il lusso di calare drasticamente il livello di collaborazione già ad una trentina di chilometri dal traguardo, quando hanno avuto inizio i tentativi di anticipare lo strappo finale (2 km e mezzo di salita vera, con pendenze attorno al 7-8%).
È stato Maurizio Biondo il primo a provarci, imitato poco dopo, e con lo stesso scarso successo, da Bertolini. Il primo vero tentativo è arrivato a poco più di una decina di chilometri dal traguardo, ad opera di Alessandro Proni, vincitore due anni fa di una tappa al Giro di Svizzera, che al secondo allungo è riuscito ad andarsene da solo. L’azione del romano ha però perso rapidamente incisività, consentendo a Paolini di raggiungere e staccare l’alfiere della ISD. Il fatto stesso che l’ex uomo di fiducia di Paolo Bettini avesse tentato di anticipare lo strappo finale suggeriva però che la sua condizione non fosse quella dei giorni migliori, ipotesi confermata dal rientro, a 4 km dall’arrivo, prima di Bertolini e Santambrogio, poi di tutto il resto del gruppetto. Il 32enne della Acqua & Sapone si è allora messo al servizio del giovane compagno di squadra Francesco Masciarelli, 2° nella classifica dei giovani all’ultimo Giro d’Italia, nonché 6° nella tappa regina di Monte Petrano, andando a chiudere su un allungo di Stangelj poco prima dell’ultima salita.
Sull’ultima ascesa di giornata è stato quindi Cristiano Salerno, 24enne della LPR, a dar fuoco alle polveri, con uno scatto a 2 km dal traguardo, rivelatosi però in seguito troppo anticipato. Il ligure ha infatti pagato il successivo cambio di ritmo di Masciarelli, che con una bella progressione è riuscito ad andarsene in compagnia dei soli Santambrogio e Botcharov. L’abruzzese ha proseguito nel suo forcing fino ai 300 metri finali, rintuzzando anche un attacco di Botcharov, ma senza liberarsi della compagnia del russo, e soprattutto di quella del velocissimo Santambrogio. La volata, in sostanza, non è mai esistita: il corridore della Lampre è infatti partito lunghissimo, ai 300 metri, levandosi istantaneamente di ruota entrambi i compagni d’avventura, che non hanno potuto far altro che assistere alla splendida progressione del comasco, andato a vincere quasi per i distacco. Eccellente la 2a piazza di Masciarelli, che allo sprint ha distanziato Botcharov. 4° Stangelj, capace di risalire nel finale sugli stremati Marzano e Bertolini.

Santambrogio taglia per primo il traguardo di Campione d'Italia (foto Bettini)
Per Santambrogio, che fino ad oggi vantava solamente una vittoria al Giro del Lago Maggiore 2005 e una medaglia di bronzo ai Giochi del Mediterraneo dello stesso anno, si tratta del risultato di gran lunga più importante della carriera, di un successo che giustifica ampiamente le lacrime che non è riuscito a trattenere dopo il traguardo. Dovesse essere più spesso il corridore visto oggi, capace di reggere su una salita finale tutt’altro che agevole per poi demolire gli avversari, sia pure non certo sprinter puri, in volata, è però presumibile che alla gioia odierna per Mauro possano arrivarne parecchie altre nei prossimi anni.
Chiuso il capitolo Tre Valli, domani il Trittico Lombardo proseguirà con la Coppa Agostoni, la gara che, nell’ultimo decennio, è stata la più internazionale delle tre, in virtù delle tre vittorie straniere (addirittura Jan Ullrich nel 2000 e Laurent Jalabert nel 2002, prima di una nuova affermazione tedesca lo scorso anno, firmata Linus Gerdemann). Il circuito del Lissolo, purtroppo, rischierà di essere vanificato dai quasi 30 km, interamente pianeggianti, che seguiranno l’ultimo passaggio. Un uso, questo, non certo nuovo, ma che ci sembra tolga parecchio alla gara, come ampiamente dimostrato, ad esempio, dal Campionato Italiano 2008, con l’ascesa a Bergamo Alta vanificata da un tratto finale in linea di circa 15 km. Comunque sia, dopo quella che è stata una corsa certamente piacevole, ma orfana dei grossi calibri, l’augurio è che questi ultimi, Ballan, Garzelli & co., possano realmente iniziare a farsi vedere.
Matteo Novarini
ENECO TOUR: TANTI BIG E TANTA PIANURA
Scatterà martedì 18 agosto l’Eneco Tour 2009, sette tappe a cavallo tra Belgio e Olanda, di cui due cronometro e almeno tre per velocisti. Poche le salite in programma. Al via Kloden e Vande Velde, in preparazione alla Vuelta. Per le volate si preannuncia una lotta a tre fra Boonen, Bennati e Farrar, con una folta schiera di velocisti pronti ad inserirsi. Ivan Gutierrez è chiamato a difendere il successo del 2008.
Dopo il Giro della Polonia e quello del Portogallo, la preparazione alla Vuelta Espana, che scatterà da Assen il 29 agosto prossimo, prosegue con l’Eneco Tour, sette tappe suddivise tra Belgio e Olanda che forniranno probabilmente indicazioni sulle condizioni dei pretendenti alla maglia amarillo più agli atleti stessi che al pubblico. Il percorso proposto dagli organizzatori non appare, infatti, particolarmente selettivo, ed è presumibile che gli unici segnali rilevanti da parte dei candidati al podio in terra spagnola possano arrivare nelle due brevi prove a cronometro.
E parlando di candidati al successo alla Vuelta, andiamo allora ad esaminare la start list di questo Eneco Tour. Sono sostanzialmente due i nomi che offrono una qualche garanzia in ottica Vuelta, perlomeno per quel che concerne la classifica generale: Andreas Kloden e Christian Vande Velde. Il primo, già 6° al Tour de France, si presenterà al via, a meno che Vinokourov non venga inserito all’ultimo istante, come capitano unico della Astana, senza le ingombranti presenze di Contador, Armstrong e Leipheimer. Un discorso simile vale per il secondo, 8° alla Grande Boucle, che, vista l’assenza di Bradley Wiggins, sarà il leader indiscusso della Garmin.
Guardando invece alla classifica di questo Eneco Tour, appare evidente che la differenza la faranno le due cronometro e gli abbuoni. Oltre a Kloden e Vande Velde, che in virtù delle loro indiscutibili doti di cronomen non possono essere trascurati, ma le cui condizioni sono ignote, spicca dunque il nome di Gutierrez Palacios, vincitore dell’edizione 2008 proprio grazie ad una doppia affermazione nelle prove contro il tempo. Si segnalano anche, pur non sembrando al livello dello spagnolo a cronometro, per via dei loro enormi miglioramenti in salita, Tony Martin e Bradley Wiggins, entrambi protagonisti al Tour de France (per due settimane il tedesco, fino in fondo il britannico, capace di chiudere a ridosso del podio).
Ma più dei corridori che puntano a vincere la Vuelta e di quelli che mirano a portarsi a casa l’Eneco Tour, il piatto forte della corsa belga-olandese è certamente l’imponente schiera di velocisti al via. Su tutti, segnaliamo Tom Boonen, uscito a pezzi da un Tour de France che aveva fatto di tutto per disputare, e Daniele Bennati, cui le chances di vittoria di tappa alla Grande Boucle sono state precluse da una frattura ad una costola. Accanto a sé, alla Liquigas, l’aretino avrà un’autentica orda di velocisti: Guarnieri, fresco di prima vittoria da professionista, ottenuta al Giro di Polonia, Corioni e Chicchi. Boonen e Bennati, peraltro, furono grandi protagonisti dell’edizione 2008, con due successi di tappa per il belga e una vittoria parziale e un giorno da capoclassifica per l’italiano. La terza stella dello sprint, per risultati quest’anno probabilmente il numero 2 al mondo dopo Mark Cavendish (ovviamente parlando solo di volate, e quindi non considerando la Roubaix vinta in solitaria da Boonen) è Tyler Farrar, le cui partecipazioni a Eneco Tour e Vuelta lo candidano seriamente al titolo di stakanovista principe di questo 2009. Fosse quello di Giro e Tour, lo yankee potrebbe fare incetta di successi di qui alla fine della stagione, ma dopo due Grandi Giri le sue condizioni sono tutte da verificare (nonostante il successo di domenica ad Amburgo).
Ma gli sprinter non si fermano qui. La Rabobank presenta ai nastri di partenza Graeme Brown, campione olimpico dell’inseguimento a squadre ad Atene 2004 con McGee, Lancaster e Roberts, che mal digerisce anche il minimo cavalcavia, ma che la facilità altimetrica del percorso potrebbe non respingere. La VacanSoleil schiera il redivivo Baden Cooke, la Milram risponde con Forster, la Silence spera in Van Avermaet, mentre la Saxo punta su Goss. Per i colori italiani un’altra buona carta sarà Angelo Furlan, mentre Napolitano dovrà dividere le attenzioni di casa Katusha con Robbie McEwen.
Dovendo fare un nome secco per la vittoria finale, opteremmo per un corridore che non ci sentiamo di inserire in nessuna delle categorie sopra citate: Edvald Boasson Hagen. L’enfant prodige norvegese coniuga infatti uno spunto veloce da sprinter puro, in grado di portargli diversi secondi abbuono, e doti di passista molto sopra la media, che potrebbero consentirgli di limitare i danni rispetto agli specialisti nelle due prove contro il tempo.

Un'ìstantanea dell'edizione 2008 della corsa nordeuropea (www.panoramio.com)
Detto dei nomi noti al via, è bene gettare un occhio al tracciato, decisamente non frutto della mente di un fanatico della salita.
La corsa partirà da Rotterdam, dove tra meno di 11 mesi avverrà un Grand Départ decisamente più importante, ossia quello del Tour de France 2010. In programma un prologo breve (4,4 km) e privo di difficoltà altimetriche, che strizza l’occhio agli specialisti, e non promette troppe indicazioni circa lo stato di forma dei big.
Molto agevole sarà poi la prima frazione in linea, 185,4 km da Aalter ad Ardooie, per la quale è difficile ipotizzare un qualsiasi finale al di fuori della volata a ranghi compatti. Appena due sono infatti le salitelle in programma, e i dati altimetrici scoraggerebbero perfino il più combattivo Jacky Durand: 750 metri al 5% il Tiegemberg, 350 metri al 5,9% il Nokereberg, per di più entrambi ad oltre 50 km dal traguardo.
Molto più nervoso appare il profilo della 2a tappa, 178,1 km da Aardoie a Bruxelles, che sarebbe anzi una splendida tappa, se solo la collocazione dei numerosi muri in programma, molti dei quali inclusi nel percorso del Giro delle Fiandre, non fosse tale da far quasi rimpiangere lo sciagurato disegno della tappa di Tarbes dell’ultimo Tour de France, con il Tourmalet a 70 km dal traguardo. Il tracciato prevede le scalate al Kluisberg (1 km al 6,1%), all’Oude Kwaremont (2,2 km al 4%), di nuovo al Kluisberg (1,8 km al 4,8%), al Varent (0,9 km al 5%), al Leberg (1 km al 4,2%), al Berendries (0,9 km al 7%), al Grammont (0,5 km al 9,3%), al Bosberg (1 km al 5,8%) e al Congoberg (1,1 km al 5,6%), concentrate in appena 70 km. Purtroppo, però, dalla vetta del Congoberg all’arrivo mancheranno ancora 65 km, in cui solo il brevissimo Putberg (0,5 km al 5,6%) spezzerà una pianura altrimenti senza soluzione di continuità. Probabile dunque che si assista ad una nuova volata di gruppo, a meno che qualche squadra (viene in mente la Quick Step, che potrebbe avere interesse ad eliminare i rivali di Boonen) non decida di operare una selezione già sui muri, con il rischio però di arrivare senza più uomini al finale.
Non offre particolari spunti la Niel – Hasselt di 158,3 km, tappa così significativa che perfino gli organizzatori hanno ritenuto superfluo mostrarne l’altimetria sul sito ufficiale della corsa. Ad ogni modo, dando un’occhiata alla planimetria, non sembra siano in programma salite tali da scongiurare un altro sprint a ranghi compatti.
Decisamente più allettante, invece, il menù della 4a tappa, la più lunga dell’Eneco Tour 2009, con i suoi 221,2 km da Hasselt a Libramont. Dopo cinque salitelle di discreta difficoltà, la tappa vivrà le sue fasi più calde tra i -55 e i -30 circa, in cui, in poco meno di 25 km, sono concentrate quattro asperità: la Cote de Rochefort (2 km al 5,4%), la Cote du Bois de Ry de Bellerose (4,8 km al 4,7%), la Fagne Blanche (2 km al 5,2%) e la Rue du Mont (1 km al 6%). Purtroppo, anche in questo caso, gli organizzatori hanno ritenuto opportuno frapporre 29 km tra l’ultima ascesa e il traguardo, anch’esso in leggera salita, che rischieranno di vanificare eventuali attacchi. Probabile, comunque, che non si assista ad una volata di gruppo.
Interessante anche il percorso della 5a frazione, che porterà finalmente la corsa in Olanda, lungo i 204,3 km da Roermond a Sittard-Geleen. Nonostante anche qui ci sia non poco da recriminare per alcune scelte (le salite più impegnative, tra cui il Cauberg, sono relegate alla fase centrale della tappa), perlomeno dall’ultima vetta al traguardo, in questo caso, mancheranno appena 4 km, per di più molto veloci. Negli ultimi 30 km si concentrano ben 5 salite, le cui pendenze appaiono però tutto meno che proibitive: 2,7% per i 1100 metri dello Schatsberg, 3,8% su 800 metri per il St. Pergamijn e 1100 metri al 3,6% per la Bergstrasse, prima di ripetere ancora Schatsberg e St. Pergamijn.
Dopo la tappa di Sittard-Geleen, le occasioni per gli attacchi saranno sostanzialmente terminate. Per la 6a tappa, 163,3 km da Genk a Roermond (curiosamente, per una corsa che si snoda su due paesi, l’unica frazione con partenza e arrivo in nazioni differenti), vale infatti un discorso analogo a quello fatto per la 3a: gli organizzatori hanno ritenuto inutile perfino pubblicarne un profilo altimetrico. Martedì 25, infine, la corsa si chiuderà con una breve prova contro il tempo di 13 km e 100 metri, con partenza e arrivo ad Amersfoort. Il tracciato non è propriamente per specialisti, viste le diverse curve, ragion per cui è difficile immaginare distacchi abissali, ma le poche asperità dei sei giorni precedenti ne fanno comunque di gran lunga la tappa più significativa di questo Eneco Tour per eleggere il successore di Ivan Gutierrez.
Matteo Novarini
1972 – IL TOUR DI MERCKX IV
Nota: mancano la 2a semitappa della 3a tappa (cronometro a squadre di Merlin-Plage) e la 2a semitappa della 5a tappa (cronometro di Bordeaux)
AREA VIDEO
Ultima tappa, prima semitappa (cronometro di Versailles)
1971 – IL TOUR DI MERCKX III
Manca il prologo
1970 – IL TOUR DI MERCKX II