UNA STAGIONE UAE – 28 SETTEMBRE 2025: CAMPIONATO DEL MONDO ELITE MASCHILE
A rigor di logica non dovrebbe far parte di questo “revival” questa vittoria di Tadej Pogacar, in quanto ottenuta non indossando la divisa della sua formazione abituale ma quella della nazionale slovena. Ma in casa UAE avranno sicuramente stappato lo champagne per il secondo successo del loro pupillo ai campionati del mondo, ottenuto consecutivamente dopo l’affermazione dello scorso anno a Zurigo. Il circuito del mondiale ruandese è ancora più adatto alle caratteristiche dello sloveno rispetto al percorso di quello elvetico e, infatti, i distacchi che Pogacar affibbierà agli avversari sul traguardo di Kigali saranno maggiori: il belga Remco Evenepoel taglierà la linea d’arrivo un minuto e mezzo dopo l’arrivo del bicampione del mondo, mentre occorrerà attendere poco più di 2 minuti per assistere all’arrivo del terzo classificato, l’irlandese Ben Healy
BWANA POGACAR! IN RUANDA LO SLOVENO SI CONFERMA SIGNORE DEL CICLISMO
Tadej Pogacar si conferma campione del mondo, attaccando nuovamente a oltre cento chilometri dall’arrivo e mettendo tra sé e gli avversari un vantaggio che poi amministra molto bene anche quando Remco Evenepoel, dopo aver superati alcuni problemi patiti in gara, si lancia scatenato all’inseguimento.
Quando fu reso noto il percorso del mondiale in Ruanda molti commentatori affermarono che si trattava di uno dei percorsi più duri della storia. Un circuito con due strappi molto severi da ripetere 15 volte e con un giro più largo a circa metà gara con la scalata del Monte Kigali a oltre 1700 metri di quota.
La previsione di una corsa molto dura è stata in effetti rispettata, poiché sono stati solo 30 gli atleti a completare la corsa. Per vedere simili numeri bisogna riportare indietro la memoria al 1995, quando la prova mondiale di Duitama fu completata da 20 atleti con due grandi fuoriclasse come Indurain e Pantani sul podio alle spalle di un Abraham Olano che aveva approfittato del controllo tra il “Pirata” e il navarro.
La seconda scommessa era capire se Tadej Pogacar avrebbe attaccato nel punto più duro della corsa, ovvero sul Monte Kigali, anche se esso era posto a oltre 100 Km dalla conclusione.
Chi segue questo sport ha già avuto prova che certi attacchi non spaventano lo sloveno, che prova a muoversi sempre nel punto che ritiene maggiormente adatto a fare la differenza, anche quando si trova molto distante dall’arrivo. Di ciò si è avuto ampio riscontro alla Strade Bianche quando, nonostante una modifica del percorso che aveva spostato il difficile settore di Monte Sante Marie a oltre 80 km dal traguardo, Pogacar ha ugualmente attaccato su quel settore per andare a prendersi la vittoria.
E’ andata così anche oggi. Sulle dure rampe del Monte Kigali, l’iridato ha attaccato e solo
Juan Ayuso da subito e Isaac Del Toro in un secondo momento sono riusciti a rispondere. Lo spagnolo ha pagato quasi subito lo sforzo, mentre Del Toro, che era riuscito a rientrare con un minore dispendio energetico, è stato in grado di rimanere con Pogacar per una trentina di chilometri prima di essere costretto inesorabilmente ad alzare bandiera bianca.
Il quattro volte vincitore del Tour de France è rimasto da solo a 65 chilometri dalla conclusione, ma non si è fatto assolutamente intimorire e, giro dopo giro, gestendosi alla perfezione e senza alcun passaggio a vuoto ha incrementato il proprio vantaggio, che è poi riuscito a mantenere anche quando Remco Evenepoel (che aveva avuto problemi che lo avevano costretto a cambiare bicicletta due volte) si è riportato sul primo gruppo inseguitore e ha provato, prima con altri contrattaccanti e poi da solo, un disperato tentativo di inseguimento.
Tutto ciò rappresenta l’ennesima conferma dello straordinario motore che possiede il campione sloveno e che, dopo le brutali accelerate alle quali risulta impossibile rispondere senza sfinirsi, riesce a mantenere ed incrementare il distacco anche quando ad inseguirlo sono diversi atleti.
Oggi è stato inseguito per moltissimi chilometri da Evenepoel, Ben Healy e e Mattias Skjelmose, ma il distacco non è mai sceso sotto il minuto. L’impressione è che l’iridato si sia regolato sul ritmo a cui andavano dietro, dando ogni tanto qualche accelerata per incrementare il vantaggio.
Insomma, oggi non ce n’era per nessuno e si è avuta la prova che la cronometro non eccezionale disputata qualche giorno fa, gara in cui era stato raggiunto da Evenepoel partito due minuti e mezzo dopo, non era stata disputata a tutta in previsione del vero obiettivo, che era proprio la prova odierna.
La corsa è vissuto, nella prima parte, su di una fuga di sette uomini che rispondono ai nomi di Menno Huising (Paesi Bassi), Ivo Oliveira (Portogallo), Marius Mayrhofer (Germania), Anders Foldager (Danimarca), Fabio Christen (Svizzera) e Julien Bernard (Francia), sui quali si è portato in un secondo momento Raul Garcia Pierna (Spagna).
Il tentativo è stato tenuto sotto controllo da Belgio e Slovenia, in attesa del testa a testa tanto atteso.
Avvicinandosi al Monte Kigali i ritmi del gruppo hanno portato il gap, che aveva raggiunto punte di 2 minuti e mezzo, ad appena un minuto, mentre il gruppo di battistrada si disgregava e la fuga del mattino terminava quando Pogacar, grazie ad un’accelerazione, riprendeva Bernard, ultimo fuggitivo ad arrendersi.
All’attacco di Pogacar, Evenepoel in un primo momento prova a rispondere, ma ben presto deve mollare la presa e lo sloveno rimane solo con Ayuso. Nella successiva discesa Isaac del Toro riesce a riportarsi molto bene sulla coppia di testa e sul successivo strappo cittadino riesce a restare alla ruota del campione del mondo, mentre Ayuso paga la propria volontà di rispondere colpo su colpo e si stacca.
Dietro, si erano formati vari gruppetti che si sono ricompattati al rientro nel circuito, quando la situazione vede Pogacar e Del Toro in testa alla corsa con un distacco di circa un minuto su un folto drappello composto da Primož Roglič (Slovenia), Remco Evenepoel, Quinten Hermans e Cian Uijtdebroeks (Belgio), Mikkel Frølich Honoré e Mattias Skjelmose (Danimarca), Andrea Bagioli, Giulio Ciccone, Marco Frigo e Gianmarco Garofoli (Italia), Thomas Pidcock (Regno Unito), Valentin Paret-Peintre, Paul Seixas e Pavel Sivakov (Francia), Thymen Arensman e Bauke Mollema (Paesi Bassi), Jai Hindley, Michael Matthews, Michael Storer e Jay Vine (Australia), Kevin Vermaerke (USA), Juan Ayuso e Carlos Canal (Spagna), Afonso Eulalio (Portogallo), Jan Christen e Marc Hirschi (Svizzera), Andreas Leknessund e Embret Svestad-Bårdseng (Norvegia), Harold Tejada (Colombia), Richard Carapaz (Ecuador), Ben Healy (Irlanda), Amanuel Ghebreigzabhier (Eritrea), Toms Skujins (Lettonia) e il russo Artem Nych (Atleti Indipendenti).
Nelle fasi immediatamente successive Evenepoel cambia due volte la bicicletta, probabilmente per problemi alla sella che si erano già manifestati sul Monte Kigali. La scelta dei tempi, tuttavia, non è delle migliori e il belga perde contatto dal gruppo inseguitore, nel frattempo esploso a causa di un attacco di Honoré (Danimarca), Sivakov ed Healy. Grazie anche all’aiuto dei compagni di squadra, Evenepoel riesce a rientrare sul terzetto e, dopo una fase di rimescolamento, porta via un drappello con Skjelmose, Healy (Irlanda), Pidcock e Jai Hindley (Australia), mentre davanti Pogacar stacca – senza neppure cambiare andatura – uno sfinito Del Toro quando all’arrivo mancavano ancora 65 chilometri.
Il belga non riceve cambi dai compagni di avventura e prova a impostare un inseguimento che, però, ha come risultato unicamente quello di mantenere stabile il passivo intorno al minuto. Si tratta comunque di un ritmo importante, tanto che dopo un paio di giri sia Hindely sia Pidcock sono costretti a cedere.
Rimasti in tre i contrattaccanti, anche Healy e Skjelmose cominciano a dare qualche cambio ma è troppo poco, cosicché Evenepoel, al penultimo giro, decide di lanciarsi solitario all’inseguimento del battistrada e stacca perentoriamente gli altri due contrattaccanti sullo strappo di Kigali Golf.
Neppure questo tentativo scalfisce la determinazione di Pogacar, che continua con un ritmo elevato senza cedimenti la sua grandissima impresa iniziata con un’accelerazione a 110 Km dall’arrivo.
Dalla lotta per l’ultima medaglia disponibile, esce vincitore Haely, che riesce a staccare Skjelmose.
Per quanto riguarda l’Italia il capitano designato Giulio Ciccone non è riuscito ad accodarsi al quintetto formatosi con il rientro di Evenepoel e è rimasto con il secondo gruppo inseguitore, giungendo al traguardo in sesta posizione a 6′47″ e migliorando comunque la venticinquesima posizione dello scorso anno.
Il prossimo appuntamento per gli appassionati di ciclismo è il campionato europeo di domenica prossima, che presenta un percorso molto esigente. Sarà l’occasione per una nuova sfida tra Pogacar ed Evenepoel, ma stavolta ci sarà anche Jonas Vingegaard…
Benedetto Ciccarone

Pogacar vola verso il suo secondo titolo mondiale (foto Dirk Waem/Belga Mag/AFP via Getty Images)
UNA STAGIONE UAE – 14 SETTEMBRE 2025: GRAND PRIX CYCLISTE DE MONTRÉAL
Quasi due mesi dopo la vittoria al Tour i media ciclistici tornano a interessarsi a Tadej Pogacar. Lo sloveno ha nel mirino il secondo mondiale e a poco più di una settimana dall’evento si rimette in sella, dopo un lungo “digiuno”, sulle strade del Gran Premio di Montréal, dove non manca di dimostrazione che la condizione è ancora quella della Grande Boucle. Non vince, ma è protagonista con il compagno di squadra Brandon McNulty, al quale concede la vittoria dopo esser giunti assieme al traguardo e aver staccato gli avversari
POGACAR E MC NULTY SHOW: DOMINIO UAE, VITTORIA DELLO STATUNITENSE
Tadej Pogačar e Brandon McNulty dominano il GP di Montréal, dopo una corsa ricca di attacchi e selezione, i due uomini UAE hanno fatto il vuoto nell’ultimo giro: lo sloveno ha gestito la situazione e con grande generosità ha lasciato il successo al compagno di squadra statunitense. Terzo posto per Quinn Simmons, staccato di oltre un minuto.
La corsa si apre subito con grande vivacità: sette corridori provano a prendere il largo, tra cui Andrew August, Artem Shmidt e Jørgen Nordhagen. Dopo una sessantina di chilometri, però, gli attacchi si moltiplicano e un nuovo drappello di inseguitori si porta davanti, fino a formare un gruppo più folto con nomi come Alex Baudin, Mauro Schmid e Jan Tratnik. La UAE Team Emirates prende in mano la situazione e inizia a dettare un ritmo severo, riducendo progressivamente il margine degli attaccanti. Diversi protagonisti si arrendono, tra cui Victor Lafay e Lewis Askey, finché restano solo sei uomini in testa. La corsa si accende ulteriormente sulla Côte Camillien-Houde: qui si staccano corridori di rilievo come Wout van Aert e Michael Matthews, mentre Baudin tenta un allungo solitario, presto neutralizzato. Con Tim Wellens e Pavel Sivakov a guidare il forcing, il gruppo si assottiglia giro dopo giro. Persino Julian Alaphilippe deve alzare bandiera bianca. A 36 km dall’arrivo è Brandon McNulty a rompere gli equilibri: con lui si muovono Quinn Simmons, Louis Barrè e Tadej Pogačar, che rapidamente si porta al comando. Il quartetto guadagna mezzo minuto, ma Barrè non regge il passo. A 23 km dal traguardo Pogačar cambia marcia e si invola, salvo poi rallentare per attendere McNulty. I due proseguono insieme, mentre Simmons resta staccato. Il vantaggio cresce fino a superare il minuto nell’ultimo giro. Gli ultimi chilometri diventano una passerella per la coppia UAE, con lo sloveno che lascia generosamente la vittoria al compagno. Brandon McNulty taglia così il traguardo a braccia alzate, abbracciato dal campione del mondo. Simmons completa il podio, terzo a poco più di un minuto.
Antonio Scarfone

Pogacar lascia la vittoria a Mc Nulty (Photo credit: Getty Images)
UNA STAGIONE UAE – 11 SETTEMBRE 2025: COPPA SABATINI
Non c’è due senza il tre e dopo GP di Larciano e Giro delle Toscana Isaac Del Toro fa suo anche il trittico di chiusura della tre giorni toscana di fine estate. E’ ancora il messicano, infatti, a imporsi sul traguardo della Coppa Sabatini, semiclassica che finisce nella bacheca della UAE per il terzo anno consecutivo, dove che le due precedenti edizioni erano state entrambe conquistate dall’elvetico Marc Hirschi, passato alla Tudor proprio all’inizio della stagione 2025
DEL TORO TRIS: SUA ANCHE LA COPPA SABATINI
Non poteva andare meglio la campagna italiana per Isaac Del Toro (UAE), dopo la delusione del Giro è stato sicuramente un buon modo per riscattarsi sulle strade azzurre. Tre vittorie su tre, con una superiorità disarmante e vista sul Mondiale.
La fuga di giornata è partita dopo 18 Km, inizialmente compost da Samuele Zoccarato (Team Polti VisitMalta), Valentin Retailleau (Team TotalEnergies) ed Edgar Cadena Martinez (Petrolike), a cui si sono aggiunti a breve giro Jon Agirre (Euskaltel – Euskadi), Simon Dalby (Uno-X Mobility), Luca Cretti, Ben Granger, Nicolò Pizzi (Mg.K Vis Costruzioni e Ambiente), Alexander Balmer (Solution Tech Vini Fantini) ed Edoardo Cipollini (MBH Bank Ballan CSB), nipote del celebre Mario. La corsa è scivolata via tranquilla sotto il controllo dell’UAE e dell’Intermarch, con gli attaccanti che percorrono in solitaria il primo tratto in linea, perdendo strada facendo Agirre e Pizzi lungo il circuito di Peccioli e presentandosi con circa 2’ di vantaggio all’ultimo passaggio dal muro di Via Greta.
Ci prova subito Benjamin Thomas (Cofidis) seguito a ruota da Isaac Del Toro e dal compagno di squadra Jan Christen (UAE); con loro ci sono anche Natnael Tesfatsion (Movistar), Richard Carapaz (EF), Marc Hirschi (Tudor), Pau Miquel (KERN), Christianh Scaroni (XDS Astana) e Alexandre Delettre (TotalEnergies), che si mettono subito all’inseguimento di Cadena e Balmer, ultimi superstiti della fuga con circa 11”. Nel frattempo rientrano anche Francesco Busatto (Intermachè) e Davide Piganzoli (Polti) quando il plotone è giunto all’inizio dell’ultimo giro.
I primi timidi tentativi sono di Christen e Carapaz, ma il lampo è sempre Del Toro, il quale viene seguito da Thomas e dal redivivo Granger, che dopo la lunga fuga è rimasto con i primi. I tre guadagnano rapidamente una ventina di secondi, sufficienti a giocarsi la vittoria sulle ultime rampe verso l’arrivo.
A 400m Del Toro si invola in solitaria, Thomas chiude terzo mentre Granger, dopo le fatiche della giornata, si deve accontentare di uno straordinario podio. Più indietro Scaroni stacca di poco Delettre, Hirschi, Carapaz, Miquel, Christen e Piganzoli.
Andrea Mastrangelo

Del Toro completa il "triplete" toscano imponendosi nella Coppa Sabatini (foto Luc Claessen/Getty Images)
UNA STAGIONE UAE – 10 SETTEMBRE 2025: GIRO DELLA TOSCANA
Tre giorni dopo l’affermazione al GP di Larciano il messicano Del Toro torna alla vittoria imponendosi al Giro della Toscana, la corsa che da una decina d’anni è intitolata alla memoria dell’indimenticato commissario tecnico della nazionale Alfredo Martini. E, intanto, zitta zitta la UAE rimpingua il suo bottino di successi stagionali arrivando a quota 82
L’ARIA DI TOSCANA FA BENE A DEL TORO
La Toscana è da sempre terra del vino, accostata spesso ai cavalli e al palio. Più raro l’abbinamento con i tori. Eppure ogni volta che il portacolori della UAE mette piede in queste zone si carica. A naggio aveva preso la maglia rosa sulle strade di Siena, salvo poi perderla malamente sul Colle delle Finestre, qualche giorno fa si era aggiudicato il GP Larciano e oggi ha fatto doppietta col Giro di Toscana.
190km, partenza e arrivo a Pontedera, tre passaggi a Peccioli, dove si correrà nei prossimi giorni la Coppa Sabatini, e due sul Monte Serra: questo il menù della 97a edizione del Giro della Toscana, gara che dal 2016 è stata intitolata alla memoria dell’indimenticato commissario tecnico della nazionale italiana di ciclismo Alfredo Martini, scomparso due anni prima.
Il primo tentativo di giornata, a vuoto, è quello di Matteo Spreafico (Mg.K Vis Costruzioni e Ambiente), Leonardo Vesco (MBH Bank Ballan CSB), Filippo Ridolfo e David Lozano (Team Novo Nordisk), quindi parte la fuga con Tyler Stites (Caja Rural – Seguros RGA), Nil Gimeno (Equipo Kern Pharma), Sam Brand (Team Novo Nordisk), Mattia Bais (Team Polti VisitMalta) e Adne Holter (Uno-X Mobility).
La situazione rimane cristallizzata fino al primo passaggio sul Monte Serra, quando davanti rimangono Bais e Holter, raggiunti nel successivo tratto pianeggiante da Lorenzo Milesi (Movistar).
Giunti al secondo passaggio si sono accendono le polveri. I primi a guadagnare qualche metro sono Michael Storer (Tudor) e Paul Double (Jayco), ma i due non hanno avuto altro effetto che sventolare la stola rossa sono il naso (Del) Toro, che con un attacco fulmineo ha salutato la compagnia per rivederli tutti dopo il traguardo.
L’ecuadoriano Richard Carapaz (EF) ha provato un inseguimento uno contro uno nel tratto pianeggiante, ma ha dovuto alzare bandiera bianca e farsi riprendere dal gruppo inseguitorem che si è poi giocato in volata la seconda posizione in volata, conquistata da Storer davanti a Steff Cras (TotalEnegies), Alessndro Pinarello (Bardiani), Yannis Voisard (Tudor), Christian Scaroni (Astana), Jordan Jegat (TotalEnergies), Davide Piganzoli (Polti), Carapaz e Daniele Formolo (Movistar).
Ora si disputerà un altro tradizione appuntamento del calendario settembrino, la 73a Coppa Sabatini, gara nella quale Del Toro tenterà una straordinaria tripletta.
Andrea Mastrangelo

Del Toro vince anche il Giro della Toscana (foto Luc Claessen/Getty Images)
UNA STAGIONE UAE – 8 GIUGNO 2025: 5a TAPPA GIRO DELLA SLOVENIA
Lo stesso giorno nel quale Tadej Pogacar si impone nella frazione d’apertura del Delfinato all’estremità opposta della catena alpina un’altro corridore in maglia UAE passa all’incasso. E’ il portoghese Ivo Oliveira, che un paio di mesi prima aveva vinto due tappe al Giro d’Abruzzo ed ora porta a caso l’atto conclusivo del Giro di Slovenia. Suo il successo sul traguardo di Novo Mesto, poi sul podio premiazione sale un altro elemento del team emiratino, l’austriaco Felix Großschartner, che per soli 14 secondi fallisce la conquista della vetta della classifica, raggunta dal norvegese della Uno-X Anders Halland Johannessen.
GIRO DI SLOVENIA 2025: IVO OLIVEIRA TRIONFA NELL’ULTIMA TAPPA, JOHANNESSEN SI IMPONE IN CLASSIFICA
Ivo Oliveira (UAE Team Emirates-XRG) si impone nettamente nella quinta e ultima tappa del Giro di Slovenia, conquistando uno sprint ristretto a Novo Mesto. A trionfare in classifica generale è il norvegese Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility), che difende con successo la maglia gialla e firma la sua prima vittoria in carriera in una corsa a tappe.
L’ultima frazione del Giro di Slovenia 2025 ha regalato emozioni e conferme, con un finale a tutta velocità nella tradizionale volata di Novo Mesto. Ivo Oliveira, portacolori della UAE Team Emirates-XRG, ha dimostrato una determinazione rabbiosa e una condizione eccellente battendo in volata Andrea Bagioli (Lidl-Trek) e Fernando Barceló (Caja Rural-Seguros). Per Oliveira si tratta della terza vittoria stagionale, dopo le due tappe vinte al Giro d’Abruzzo, portando a sei i successi in carriera. Si è trattato di un trionfo dal sapore speciale, dedicato al fratello Rui Oliveira, che era stato declassato nella seconda tappa, decisione della giuria che era stata contestata dal fratello.
La tappa, di 124 km da Litija a Novo Mesto, è stata movimentata sin dai primi chilometri con continui attacchi e una doppia scalata a Vače che ha animato la corsa. Un gruppo di cinque corridori, tra i quali Juan Pedro López e Sam Oomen (entrambi in forze alla Lidl-Trek), ha tentato la fuga ma è stato ripreso a meno di un chilometro dal traguardo. Nel finale Ivo Oliveira ha piazzato lo scatto decisivo a 300 metri dal traguardo, lasciando Bagioli e Barceló senza risposta.
Oltre a Oliveira sono da segnalare le ottime prestazioni di Fabio Christen (Q36.5) – quarto e vincitore delle classifiche a punti e GPM – e di Ludovico Crescioli (Polti-VisitMalta), quinto. Bene anche Lorenzo Quartucci (Solution Tech), ottavo, e Matteo Scalco (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè), nono.
In classifica generale non ci sono stati cambiamenti di rilievo: Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility) ha saputo controllare la corsa gestendo il vantaggio sugli inseguitori e ha chiuso con 14” di margine su Felix Großschartner (UAE Team Emirates-XRG) e di 19” su Tao Geoghegan Hart (Lidl-Trek). Chiudono la topfive Quarto Jakob Omrzel (Bahrain-Victorious) e Christen. Il primo italiano in classifica è Alex Tolio (VF Group Bardiani CSF Faizanè), decimo a 1’32”.
Con questa vittoria di tappa e la conferma di Johannessen in maglia gialla, il Giro di Slovenia 2025 si chiude con un bilancio positivo per entrambe le squadre e per i tanti giovani protagonisti pronti a emergere nel panorama internazionale.
Mario Prato

Rui Oliveira vince l'ultima tappa del Giro di Slovenia (foto Sportida)
LA LIPPERT VINCE A TERRE ROVERESCHE, LA REUSSER RESTA IN ROSA: LA MOVISTAR DOMINA LA SESTA TAPPA DEL GIRO D’ITALIA WOMEN
La sesta frazione del Giro d’Italia Women 2025, da Bellaria Igea Marina a Terre Roveresche, si è rivelata tutt’altro che interlocutoria. Tra fughe, scatti e risposte da leader, la Movistar Team ha messo a segno un doppio colpo: la vittoria di giornata con Liane Lippert e la conferma in Maglia Rosa per Marlen Reusser. Una tappa dal profilo movimentato che, senza rivoluzionare la classifica generale, ha comunque ristretto il cerchio delle pretendenti alla corsa rosa, alla vigilia del temuto arrivo sul Monte Nerone.
Continua a far festa la Movistar al Giro d’Italia Women, grazie alla vittoria della tedesca Liane Lippert traguardo di Orciano di Pesaro, in comune di Terre Roveresche, dove difende la Maglia Rosa di Marlen Reusser. Sul traguardo di Orciano di Pesaro, in comune di Terre Roveresche, l’ex campionessa nazionale tedesca ha anticipato di pochi secondi le olandesi Pauliena Rooijakkers (Fenix-Deceuninck) e Shirin Van Anrooij (Lidl – Trek). Il gruppo delle big ha chiuso con 1′24″ di ritardo dopo un attacco di Elisa Longo Borghini (UAE Team ADQ) sui saliscendi del finale, tentativo che non ha colto imprerata l’elvetica Marlen Reusser (Movistar Team). La compagna di squadra della vincitrice di tappa ha così conservato la Maglia Rosa con distacchi immutati sulla Longo Borghini (2° a 16″) e sull’olandese Anna van der Breggen (Team SD Worx – Protime, 3° a ‘153″), mentre grazie al tempo conquistato grazie alla fuga odierno è risalita fino al quarto posto la Rooijakkers, ora distanziata di 2’03” dalla Maglia Rosa.
“È stata una giornata fantastica, mi sentivo bene e il team mi ha dato carta bianca — ha raccontato una sorridente Lippert —. Volevo ripagare la fiducia, e vincere su un tracciato simile a quello dell’anno scorso mi ha dato la spinta giusta. La Maglia Rosa resta il nostro obiettivo principale: siamo un gruppo unito e compatto, e per Marlen faremo tutto il necessario fino a Roma”.
Dal canto suo la Reusser ha sottolineato la buona gestione della corsa: “Mi aspettavo un attacco da parte di Elisa, ma ho reagito nel modo giusto. È stata una bella giornata per il team, e sono felice per Liane. Domani ci aspetta la salita del Monte Nerone: l’ho provata qualche mese fa, e sapere cosa ci aspetta può fare la differenza”.
La sesta tappa regala così alla Lippert la 54ª vittoria tedesca nella storia del Giro Women e il primo podio per Rooijakkers e Van Anrooij. Per il terzo anno consecutivo, è la Movistar a imporsi nella tappa numero sei della corsa rosa: dopo la Van Vleuten a Canelli nel 2023 e la stessa Lippert a Chieti nel 2024, il tris è servito.
Ora su affronterà la tappa più dura dell’edizione 2025, che scatterà da Fermignano per concludersi dopo 150 Km sul Monte Nerone. Il percorso prevede una sequenza di salite sempre più dure che culmina negli ultimi 8 chilometri con pendenze medie superiori al 9% e punte fino al 12%. Sarà la tappa chiave per la Maglia Rosa, e le scalatrici avranno l’ultima parola.
Mario Prato

Liane Lippert vince la sesta tappa del Giro d'Italia riservato alla donne (foto Luc Claessen/Getty Images)
PHILIPSEN CENTRA IL TRIS A NÎMES, GIRMAY A TERRA, LA SFIDA PER LA MAGLIA VERDE SI RIAPRE
Japer Philipsen conquista la terza vittoria al Tour de France, pareggia i successi con Biniam Girmay (Intermarché – Wanty) e grazie alla sua Alpecin – Deceuninck, soprattutto a Mathieu Van Der Poel che lo ha lanciato al meglio verso il traguardo, riapre la lotta per la maglia verde, caduto poco prima dell’ultimo chilometro Girmay, al secondo posto arriva Phil Bahaus (Bahrain – Victorious), terzo invece un redivivo Alexander Kristoff Uno-X Mobility.
Riparte il Tour de France dopo l’ultimo giorno di riposo per l’ultima settimana, non partono, invece, le azioni di fuga ed il gruppo, di fatto, resta ancora in una condizione di “riposo” lungo i chilometri che da Gruissan portano a Nîmes. Non c’è nemmeno il tanto temuto vento, caratteristico di queste zone, a farsì la tappa diventi frizzante con la formazione dei ventagli. Tutti insieme appassionatamente per una tappa che non vede nessun allungo per quasi due ore di corsa. La velocità aumenta in testa al gruppo soltanto al traguardo con punti per la maglia verde, siamo al chilometro 96, la volata la vince Bryan Coquard (Cofidis), seguito da Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck), terzo Anthony Turgis (Total Energies) mentre quarto la maglia verde Biniam Girmay (Intermarché – Wanty). Il belga rosicchia quattro punti all’eritreo che conserva un vantaggio rassicurante nella speciale classifica. Dopo la sfiammata dello sprint il gruppo si ricompone, la velocità diminuisce e ne approfitta Thomas Gachignard (TotalEnergies) guadagnando in poco tempo più di due minuti sul gruppo. Il ventitreenne francese transita per primo sull’unico GPM di quarta categoria di giornata, la Côte de Fambetou. Ai meno 25 chilometri dall’arrivo Gachignard viene ripreso con le squadre dei velocisti che iniziano il valzer delle cosuete operazioni in testa al gruppo per prendere le posizioni migliori e tenere al riparo il proprio uomo veloce. In particolare sia la Uno-X Mobility sia Lotto Dstny conducono il gruppo innalzando la velocità. Una serie infinita di rotonde costringe il gruppo a fare da elastico, i treni vanno a rimescolarsi continuamente in pratica fino ai meno 2 chilometri dall’arrivo. Poco prima del triangolo rosso dell’ultimo chilometro una caduta coinvolge Marijn van den Berg (EF Education – EasyPost) ma soprattutto Biniam Girmay, l’eritreo resta a dolorante a terra e taglierà il traguardo scortato da due compagni di squadra, si spera senza conseguenze, in attesa di notizie ufficiali dalla Intermarché – Wanty. A causa della caduta il gruppo si spezza, davanti sono abilissimi ed espertissimi come sempre gli Alpecin – Deceuninck a togliersi dai guai e condurre, così con la solita eccezionale spaarata di Mathieu Van Der Poel, jasper Philipsen a conquistare il suo terzo successo al Tour de France 2024, il belga vince facile su Phil Bahaus (Bahrain – Victorious) e su Alexander Kristoff (Uno-X Mobility), quarto posto per Sam Bennet (Decathlon AG2R La Mondiale Team), quinto per Wout van Aert (Team Visma | Lease a Bike) rimasto un pò chiuso nel finale. Si riapre quindi la sfida per la classifica della maglia verde che vede sempre al comando Girmay segue Philipsen con soli 32 punti da recuperare. Nulla cambia, invece, in classifica generale con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) sempre in maglia gialla. Domani tappa numero 17 da Saint Paul Trois Châteaux a Superdévoluy verso l’arrivo ben tre GPM di seconda, prima e terza categoria, concentrati nei 40 Km finali, che possono prevedere delle imboscate tra gli uomini di classifica.
Antonio Scarfone

Jasper Philipsen (Alpecin - Deceuninck) fa tris a Nimes (Photo Credit: Getty Images)

