UNA STAGIONE UAE – 16 MAGGIO 2025: 7a TAPPA GIRO D’ITALIA

novembre 13, 2025 by Redazione  
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Sembra iniziare con il piede giusto il Giro d’Italia per la UAE, che non ha fatto mistero di puntare sullo spagnolo Juan Ayuso per portare a casa un’altra edizione della Corsa Rosa, dopo quella vinta l’anno precedente con Tadej Pogacar. Dopo i primi sette giorni di corsa caratterizzati da percorsi non troppo difficili il corridore iberico si impone sul traguardo in salita di Marsia, dando una bella iniezione di fiducia alla sua squadra, anche se la maglia rosa per soli 4 secondi va a fasciare il torace dello sloveno Primoz Roglic

AYUSO, SEGNALE AL GIRO. VITTORIA A TAGLIACOZZO PER LO SPAGNOLO, ROGLIC TORNA IN MAGLIA ROSA

La salita finale della settima tappa si fa dura negli ultimi 3 km ed il gruppo maglia rosa si riduce all’osso sotto il forcing di Lidl Trek, Bahrain Victorious e UAE Team Emirates. Juan Ayuso (UAE Team Emirates) coglie l’attimo a 500 metri dal traguardo e con una accelerazione be assestata vince praticamente in solitaria, lasciando a 4 secondi i diretti avversari. Giulio Ciccone (Team Lidl Trek) deve accontentarsi del quinto posto mentre Primoz Roglic (Team BORA Hansgrohe) torna a indossare la maglia rosa

La settima tappa del Giro 2025 è il primo vero test per gli uomini di classifica. L’appennino abruzzese sarà assoluto protagonista con le salite di Roccaraso, Monte Urano, Vado della Forcella e Tagliacozzo, quest’ultimo anche arrivo di tappa. Si parte da Castel di Sangro e la distanza complessiva è di 168 km. Appare scontato il cambio della maglia rosa al termine della tappa, con Primoz Roglic (Team Redbull BORA Hansgrohe) pronto a riprendersela dalle spalle di Mads Pedersen (Team Lidl Trek), anche se lo sloveno ha perso nella tappa di ieri un prezioso gregario come Jai Hindley, costretto al ritiro nella maxicaduta a 60 km dalla conclusione. Per quanto riguarda l’andamento tattico, la fuga potrebbe avere concrete chance di successo se ben assortita. Intanto dopo la partenza da Castel di Sangro il gruppo percorreva compatto ed a ritmo abbastanza tranquillo la salita verso Roccaraso, sulla quale transitava in prima posizione Lorenzo Fortunato (Team XDS Astana). Nel tratto in pianura prima della discesa verso Sulmona si formava in testa alla corsa un gruppo di sette ciclisti ovvero Nicolas Prodhomme (Decathlon AG2R La Mondiale), Gianmarco Garofoli (Team Soudal Quick Step), Paul Double (Team Jayco AlUla), Casper van Uden (Team Picnic PostNL), Alessandro Tonelli (Team PoltiVisit Malta), Manuele Tarozzi (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) e Christian Scaroni (Team XDS Astana). Tonelli vinceva il traguardo volante di Sulmona posto al km 49.9. All’inizio della salita di Monte Urano la fuga aveva 1 minuto e 40 secondi di vantaggio sul gruppo tirato dalla Redbull BORA Hansgrohe e dalla Lidl Trek. Double scollinava per primo sul gpm di Monte Urano posto al km 70. Il ciclista britannico si ripeteva dopo una trentina di km scollinando per primo sul gpm di Vado della Forcella posto al km 104.9. Tonelli si aggiudicava invece il secondo traguardo volante di Ovindoli posto al km 115.5. Prima della scalata finale verso Tagliacozzo si segnalavano le cadute di Romain Bardet (Team Picnic PostNL) e di David Gaudu (Team Groupama FDJ). Entrambi i ciclisti francesi riuscivano a rientrare nel gruppo maglia rosa scortati dai propri compagni di squadra. Tarozzi vinceva il terzo traguardo volante di Tagliacozzo posto al km 155.2. Dopo un lavoro encomiabile in testa al gruppo, Mads Pedersen si staccava all’inizio dell’ultima salita mentre il gruppo rimontava rapidamente sui fuggitivi tirato dagli uomini dell’INEOS Grenadiers. Van Uden e Double erano i primi due fuggitivi ad essere ripresi ad 8 km dalla conclusione. A 6 km dal termine la Bahrain Victorious si faceva vedere nelle prime posizioni del gruppo. Una decisa accelerazione annullava definitivamente la fuga quando mancavano 5 km alla fine. A poco meno di 3 km dal termine iniziavano le pendenze più arcigne in doppia cifra e Bardet era il primo nome caldo a staccarsi. Rafal Majka (UAE Team Emirates) si metteva in testa a fare l’andatura. Giulio Ciccone (Team Lidl Trek) dava una prima accelerazione a 1 km e 300 metri dalla conclusione. La stoccata decisiva era ad opera di Juan Ayuso (UAE Team Emirates) che partiva a circa 500 metri dalla conclusione avvantaggiandosi decisamente sul resto degli avversari. Lo spagnolo vinceva praticamente in solitaria con 4 secondi di vantaggio sul compagno di squadra Isaac del Toro e su Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers) mentre Primoz Roglic (Team Redbull BORA Hansgrohe) era quarto e Ciccone quinto a completamento della top five. Per Ayuso è la quinta vittoria stagionale. In classifica generale Roglic ritorna ad indossare la maglia rosa con 4 secondi di vantaggio su Ayuso e 9 secondi di vantaggio su Del Toro. Domani è in programma l’ottava tappa da Giulianova a Castelraimondo. Ancora l’appennino protagonista, questa volta quello marchigiano con le salite di Croce di Casale, Sassotetto e Montelago. Gli ultimi 45 km sono privi di particolari difficoltà altimetriche per cui se la fuga verrà ripresa non escludiamo che la vittoria di tappa possa giocarsi con una volata di una sessantina-ottantina di ciclisti.

Antonio Scarfone

Juan Ayuso vince a Tagliacozzo (foto: Luca Bettini / AFP / Getty Images)

Juan Ayuso vince a Tagliacozzo (foto: Luca Bettini / AFP / Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 29 APRILE – 4 MAGGIO 2025: GIRO DI ROMANDIA

novembre 12, 2025 by Redazione  
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Siamo arrivati a maggio, il mese del Giro d’Italia. Prima della partenza della Corsa Rosa è prevista un’ultima occasione per affinare le armi, il Giro di Roma, e anche la competizione elvetica termina nel segno della UAE. Sono due i corridori della formazione emiratina a farsi notare, prima l’australiano Jay Vine imponendosi nella terza tappa e poi il portoghese João Almeida, che si porta al vertice della classifica generale al termine della conclusiva cronometro di Ginevra (vinta da Remco Evenepoel)

JAY VINE, BELLA VITTORIA A COSSONAY. ALEX BAUDIN CONSERVA LA MAGLIA GIALLA

Nella terza tappa con l’insidioso arrivo di Cossonay, Jay Vine (UAE Team Emirates) scatta in salita a circa 1 km dall’arrivo e non viene più ripreso dal gruppo nel quale Lenny Martinez (Team Bahrain Victorious) deve accontentarsi della piazza d’onore. Alex Baudin (Tean EF Education EasyPost) rimane in maglia gialla alla vigilia di una delle tappe più attese della breve corsa svizzera con l’arrivo in salita di Thyon 2000

Prima delle ultime due tappe, decisive per la vittoria finale, il Giro di Romandia propone una frazione complessivamente semplice di 183 km da Cossonay a Cossonay che, pur avendo lungo il percorso quattro gpm, non sembra dover fare catastrofi in classifica generale. L’unico vero momento clou di tutta la tappa potrebbe essere l’arrivo in leggera salita, lungo circa 2 km e con pendenze che arrivano al 5%. Alex Baudin (Team EF Education Easy Post) è la nuova maglia gialla ed al termine di questa tappa ha concrete possibilità di mantenerla. Dopo la partenza si formava subito la fuga di giornata grazie all’azione di quattro ciclisti ovvero Stefan Kung (Team Groupama FDJ), Bauke Mollema (Team Lidl Trek), Huub Artz (Team Intermarchè Wanty) e Tobia Bayer (Team Alpecin Deceuninck). Kung scollinava in prima posizione sul primo gpm di Montcherand posto al km 18.6. Bayer si rialzava e la testa della corsa perdeva così una unità. All’inizio del secondo gpm di Cossonay i tre battistrada avevano 6 minuti di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Era ancora Kung a scollinare in prima posizione sul gpm di Cossonay posto al km 54.5. Kung vinceva il primo traguardo volante di Apples posto al km 92 ed anche il gpm di Cossonay posto al km 107.3. Kung restava da solo in testa sul successivo gpm di Mollendruz che scollinava ancora in prima posizione. Kung vinceva i due traguardi volanti di Montricher e di Apples, posti rispettivamente al km 158.1 e 167.4. Il ciclista svizzero veniva ripreso a 11 km dalla conclusione. Negli ultimi 3 km in costante salita era Jay Vine (UAE Team Emirates XRG) a rompere gli indugi scattando a poco meno di 1 km dalla conclusione. L’australiano era autore di una strepitosa progressione che gli permetteva di guadagnare un vantaggio tale da non essere più ripreso. Vine vinceva praticamente in solitaria con 2 secondi di vantaggio su Lenny Martinez (Team Bahrain Victorious) mentre terzo era il compagno di squadra Joao Almeida. Chiudevano la top five Louis Barré (Team Intermarché Wanty) in quarta posizione ed Alberto Bettiol (Team Astana XDS) in quinta posizione. Per Vine è la terza vittoria stagionale dopo le due tappe vinte alla Settimana Internazionale Coppi & Bartali. In classifica generale resta tutto invariato nelle prime posizioni con Alex Baudin in maglia gialla davanti a Junior Lecerf (Team Soudal Quick Step). Domani è in programma la quarta tappa da Syon a Thyon 2000, di soli 128.3 km ma davvero esplosiva con cinque gpm, l’ultimo dei quali un vero e proprio gigante: la salita verso Thion 2000 è lunga 20.2 km ed ha una pendenza media del 7.7%. Insieme alla cronometro individuale di domenica, sarà in questa tappa che si deciderà davvero tanto sull’esito finale del Giro di Romandia 2025.

Antonio Scarfone

Jay Vine vince a Cossonay (foto: Getty Images)

Jay Vine vince a Cossonay (foto: Getty Images)

EVENEPOEL VINCE LA CRONOMETRO DI GINEVRA. AD ALMEIDA IL TOUR DE ROMANDIE 2025

Nella cronometro conclusiva di Ginevra, Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) si rifà dopo alcune prove non entusiasmanti, prima fra tutte la tappa di Thyon in cui è uscito dalla classifica generale. Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG) è secondo e scavalca in classifica generale Lenny Martinez (Team Bahrain Victorious), vincendo il suo primo Tour de Romandie.

L’ultima tappa del Tour de Romandie 2025 è la cronometro di Ginevra di 17 km. Lenny Martinez (Tean Bahrain Victorious) prova a difendere la maglia gialla conquistata ieri a Thyon 2000 ma il favorito per la vittoria finale sembra essere Joao Almeida (UAE team Emirates XRG). Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) prova invece a vincere la tappa dopo essere uscito di classifica proprio ieri. La vittoria è andata come da pronostico proprio a Evenepoel. Il campione del mondo della specialità già al primo intermedio ha fatto segnare il miglior tempo, migliorando poi nel finale la sua prova. Il ciclista belga chiude col tempo di 20 minuti e 33 secondi. A 12 secondi di ritardo si classifica Almeida che scavalca nettamente Martinez che non fa meglio del tredicesimo posto. Terzo invece è Alberto Bettiol (Team XDS Astana XRG) a 18 secondi di ritardo da Evenepoel. Chiudono la top five Jay Vine (UAE Team Emirates XRG) quarto a 24 secondi di ritardo da Evenepoel ed Aleksandr Vlasov (Team Redbull BORA Hansgrohe) quinto a 27 secondi di ritardo da Evenepoel il quale ottiene la seconda vittoria stagionale. Almeida vince la maglia gialla con 26 secondi di vantaggio su Martinez e 41 secondi di vantaggio su Vine. Lorenzo Fortunato (Team XDS Astana) non riesce a salire sul podio finale e si deve accontentare del quarto posto. Per quanto riguarda le altre classifiche Vine vince quella a punti, Ben Zwiehoff (team Redbull BORA Hansgrohe) quella dei gpm, Martinez quella del miglior giovane e infine l’UAE Team Emirates XRG vince la classifica a squadre.

Antonio Scarfone

Remco Evenepoel vince la cronometro di Ginevra (foto: Getty Images)

Remco Evenepoel vince la cronometro di Ginevra (foto: Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 27 APRILE 2025: LIEGI-BASTOGNE-LIEGI

novembre 11, 2025 by Redazione  
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Dopo i bis arriva il tris. Messe in archivio le doppiette al Giro delle Fiandre e alla Freccia Vallone ora Pogacar punta alla tripletta alla Liegi-Bastogne-Liegi, che aveva già vinto due volte. Tre successi alla “Doyenne” sono alla sua portata e lo sloveno non fallisce l’appuntamento con la vittoria imponendosi nettamente sul traguardo di Liegi, che taglia con poco più di un minuto di vantaggio sull’italiano Giulio Ciccone. Sarà per l’ultima vittoria prima di un mese di stop alla gare per preparare al meglio l’assalto al quarto Tour de France

POGACAR TRIS ALLA DOYENNE, EMOZIONANTE LA BATTAGLIA PER IL PODIO

Tadej Pogacar conferma i pronostici che lo davano per favorito e, come da copione, stacca tutti sulla Redoute senza neppure alzarsi su pedali e, chilometro dopo chilometro, incrementa il vantaggio sugli inseguitori. Ottimo secondo posto Ciccone, giornata no per Evenepoel.

Oramai commentare le vittorie di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) significa sostanzialmente fare un copia incolla delle vittorie degli anni passati. Il campione del mondo attacca sempre nei punti iconici delle classiche. Per la terza volta, la vittoria alla Doyenne per il fuoriclasse sloveno è arrivata con un attacco sulla storica salita della Redoute. Per diversi anni gli attacchi decisivi sono stati portati sulla Roche-aux-Faucons, in quanto la Redoute era considerata troppo lontana dal traguardo. Pogacar, invece, ha dimostrato in diverse occasioni di scegliere il passaggio più duro delle corse per provare a fare la differenza, indipendentemente dalla collocazione nella corsa. Alla Strade Bianche ha sempre scelto il tratto sterrato di Monte Sante Marie, anche quando la modifica del percorso ha portato ad affrontarlo a 80 chilometri dall’arrivo; nell’ultima edizione della Parigi Roubaix si è mosso nel tratto in pavé della foresta di Aremberg, cosa che non accadeva da decenni. Da quando è apparso l’attuale iridato nel panorama ciclistico, la Redoute ha ripreso il suo ruolo da protagonista nella Doyenne.
In un quadro del genere diventa quasi inutile narrare l’attacco di Pogacar, che è stato una semplice accelerazione senza neppure alzarsi sui pedali. L’attacco non è tuttavia la chiave di volta delle vittorie di Pogacar, in quanto l’aspetto determinante sta nel motore straordinario di questo campione. Il tre volte vincitore di questa corsa ha scollinato la Redoute con soli 10 secondi sui più immediati inseguitori, vantaggio normale per una salita di quel chilometraggio; il vantaggio superiore al minuto è stato costruito negli oltre trenta chilometri che separano la cima della Redoute dal traguardo di Liegi. Chilometro dopo chilometro, il vantaggio di Pogacar ha continuato a lievitare, segno che l’iridato, anche quando rimane da solo, va semplicemente più forte degli altri, anche se a inseguire sono diversi uomini.
A questo punto pare forse più interessante narrare la lotta per le posizioni di rincalzo, che è comunque iniziata sulla Redoute ma non era già scritta.
Innanzitutto va considerato che neppure quest’anno è andato in scena l’atteso duello tra Pogacar e Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), già saltato più volte, stavolta non per infortunio bensì per via della giornata no nella quale è incappato il campione belga che, sin da prima di attaccare la Redoute, si manteneva in una posizione molto arretrata e alla fine è giunto al traguardo con oltre tre minuti di ritardo.
La corsa è stata animata dalla fuga di Hannes Wilksch (Tudor Pro Cycling Team), Stan Van Tricht (Alpecin-Deceuninck), Jack Haig (Bahrain Victorious), Sakarias Koller Løland (Uno-X Mobility), Kamiel Bonneu (Intermarché-Wanty), Eduardo Sepulveda (Lotto Cycling Team), Rayan Boulahoite e Valentin Retailleau (TotalEnergies), Ceriel Desal e Henri-François Renard-Haquin (Wagner Bazin WB), ai quali si sono aggiunti poco dopo Mathis Le Berre (Arkéa-B&B Hotels) e Johan Meens (Wagner Bazin WB). Non è, invece, riuscito il tentativo di contrattacco di Bob Jungels (Ineos Grenadiers) e del compagno di squadra Tobias Foss, che restano a lungo alla scoperto senza riuscire a raggiungere i battistrada.
La fuga viene ripresa già a 60 chilometri dalla conclusione, con il gruppo che si lancia a tutta velocità verso la Redoute. Dopo l’attacco di Pogacar si apre ufficialmente la battaglia per il podio. Il primo a partire è Giulio Ciccone (Lidl – Trek), al quale risponde Alaphilippe (Tudor Pro Cycling) che si porta dietro anche Tom Pidcock (Q36.5 Pro Cycling), Ben Tulett (Visma | Lease a Bike) e Thibau Nys (Lidl-Trek). Su un successivo tentativo di rilancio di Alaphilippe si avvantaggiano Pidcock e Ben Healy (EF Education – EasyPost). Nei chilometri successivi, mentre Evenepoel tenta di organizzare un inseguimento, Ciccone e Alaphilippe rientrano su Pidcock ed Healy, i quali riescono a non farsi raggiungere da un ulteriore drappello di contrattaccanti che verranno ripresi dal gruppo.
Sulla Roche-aux-Faucons, con il gruppo che si avvicina minacciosamente, Ciccone decide di ripartire a tutta e solo Healy riesce a rispondere all’abruzzese, mentre gli altri due contrattaccanti vengono ripresi dal gruppo, dal quale si stacca Evenepoel in grossa crisi.
Mentre Pocagar va a tagliare il traguardo indicando il cielo per dedicare la vittoria alla madre della fidanzata, scomparsa di recente, i due più immediati inseguitori di Pogacar riescono a conservare un vantaggio sufficiente sul gruppo in recupero per andarsi a giocare in volata il secondo gradino del podio. Ciccone è nettamente più veloce e regola senza problemi Healy, conquistando un ottimo secondo posto.
L’abruzzese ha interpretato ottimamente la gara, attaccando sia sulla Redoute, sia sulla Roche-aux-Faucons, dimostrando brillantezza e spirito battagliero ed è andato via insieme ad un uomo come Healy, che è una garanzia di combattività.
E’ certamente una buona notizia non solo vedere un italiano sul podio di una classica come la Liegi, ma anche vedere una battaglia in cui si sono distinti corridori che, anche se non riescono spesso ad eccellere, fanno però della voglia di dare battaglia la loro arma migliore.
Un ciclismo che premia questi uomini è certamente da apprezzare, perché la battaglia è il sale di questo sport e ciò che lo rende spettacolare e gli uomini combattivi sono anche i più amati dagli appassionati.
La stagione delle classiche di primavera si è così conclusa con un Tadej Pogacar che non ha mancato un podio nelle corse alle quali ha preso parte, vincendone diverse e gettando le premesse per un’altra stagione da sogno.
Agli appassionati non resta che aspettare l’inizio del Giro d’Italia, che il 9 maggio aprirà la stagione dei grandi giri. Chi proprio non riesce a stare senza corse, potrà seguire il Giro di Romandia dal 29 aprile al 4 maggio.

Benedetto Ciccarone

Il momento dellattacco di Pogacar sulla Redoute (Getty Images)

Il momento dell'attacco di Pogacar sulla Redoute (Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 23 APRILE 2025: FRECCIA VALLONE

novembre 10, 2025 by Redazione  
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Dopo il bis al Giro delle Fiandre, l’inafferrabile Pogacar conquista per la seconda volta in carriera anche la Freccia Vallone, sempre in solitaria, complice anche avversari non alla sua altezza

TADEJ POGACAR VINCE LA SUA SECONDA FRECCIA VALLONE. SCHIANTATA LA (POCA) CONCORRENZA

A 500 metri dall’arrivo Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG) sferra l’attacco decisivo a cui nessuno riesce a rispondere e va a vincere di potenza e di prepotenza, dopo aver perso un’Amstel Gold Race che sembrava già sua, la sua seconda Freccia Vallone

Anche se Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG) sembra essere ancora una volta il favorito principale di una corsa, in questo caso la Freccia Vallone 2025, quest’anno l’edizione 89 di una delle corse più caratteristiche del panorama ciclisti internazionale può riservare alcune sorprese. Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) ha dichiarato infatti che ha intenzione di attaccare ed animare quanto più possibile la corsa, evitando di arrivare ai piedi del terzo ed ultimo muro di Huy con il gruppo compatto, un classico degli ultimi anni. Oltre al ciclista belga, ad impensierire Pogacar ci sono molti altri ciclisti tra cui la coppia del Team Lidl Trek formata da Mattias Skjelmose Jensen e Thibau Nys. Altri nomi papabili per un buon risultato sono Santiago Buitrago e Lenny Martinez (Team Bahrain Victorious), Guillauma Martin e Romain Gregoire (Team Groupama FDJ), Ben Healy (Team EF Eduaction EasyPost), Tom Pidcock (Team Q36,5 Pro Cycling), Kevin Vauquelin (Team Arkea B&B Hotels), Lennert van Eetvelt (Team Lotto), Maxim van Gils (Team Redbull BORA Hansgrohe), Julian Alaphilippe e Marc Hirschi (Tea Tudor Pro Cycling), per dirne alcuni. Dopo la partenza dalla nuova località Ciney, i primi ad attaccare dopo già 2 km erano Artem Shmidt (Team INEOS Grenadiers), Ceriel Desal (Team Wagner Bazin WB), Simon Guglielmi (Team Arkea B&B Hotels), Tom Paquot (Team Intermarchè Wanty) e Siebe Deveirdt (Team Flanders Baloise). Dopo una sessantina di km evadevano dal gruppo Tobias Foss (Team INEOS Grenadiers) e Robert Stannard (Team Bahrain Victorious) i quali raggiungevano i cinque battistrada. Deweirdt era il primo a rialzarsi e ad essere ripreso dal gruppo, da dove attaccavano a loro volta Fredrik Dversnes ed Andreas Leknessund, abili a rientrare sui battistrada. La prima delle tre ascese del muro di Huy vedeva Evenepoel e Pogacar marcarsi a vicenda mentre nel gruppetto dei fuggitivi si rialzava Paquot. A 50 km dalla conclusione i sei battistrada avevano ancora 40 secondi di vantaggio su un gruppo in forte recupero con UAE Team Emirates XRG e Soudal Quick Step a condurre l’inseguimento in avvicinamento alla seconda scalata del muro di Huy. Alla fine della discesa della seconda Côte de Cherave una caduta sull’asfalto bagnato tagliava fuori dai giochi prima Desal tra i fuggitivi e poi, nel gruppo dei migliori, Mattias Skjelmose Jensen (Team Lidl Trek) ed Ilan van Wilder (Team Soudal Quick Step). Nella seconda ascesa del muro di Huy restavano in testa Foss, August e Dversnes con il gruppo che li teneva ormai nel mirino. I fuggitivi venivano ripresi a 7 km dalla conclusione. Dopo un’accelerazione congiunta da parte di Soudal Quick Step e UAE Team Emirates il terzo ed ultimo muro di Huy veniva affronatto da una cinquantina circa di ciclisti. Dopo un primo allungo di Ben Healy a 500 metri dall’arrivo, Pogacar accelerava a sua volta affiancando l’irlandese e superandolo in pochi secondi, e facendo il vuoto pedalata dopo pedalata. Lo sloveno trionfava in solitaria vincendo la sua seconda Freccia Vallone dopo quella del 2023. Secondo a 10 secondi di ritardo era Kevin Vauquelin, al secondo podio consecutivo dopo quello del 2024. Terzo a 12 secondi si piazzava Pidcock mentre chiudevano la top five Lenny Martinez in quarta posizione a 13 secondi di ritardo ed Healy in quinta posizione con lo stesso tempo di Martinez. Delusione in casa Soudal Quick Step dove Nys ed Evenepoel non facevano meglio dell’ottava e della nona posizione. L’ultimo atto del trittico ardennese si disputerà domenica con la Liegi-Bastogne-Liegi in cui Pogacar sarà ancora il favorito da battere, come (quasi) sempre.

Antonio Scarfone

Tadej Pogacar vince la Freccia Vallone (foto:Getty Images)

Tadej Pogacar vince la Freccia Vallone (foto:Getty Images)

ACUTO DI CARUSO, RUI COSTA SECONDO: IL RUGGITO DEI VECCHI LEONI ALLA VUELTA A BURGOS

agosto 8, 2025 by Redazione  
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Nella quarta tappa della Vuelta a Burgos trionfa il nostro Damiano Caruso, corridore che, nonostante pochissime vittorie in carriera (quella odierna è l’ottava) e un’età che sfiora ormai i 38 anni, è tra i più forti specialisti delle corse a tappe in attività, ancora quinto nel Giro di quest’anno. Alle sue spalle si piazza un altro veterano, il portoghese Rui Costa. Nulla cambia nella classifica generale, in attesa del gran finale di domani.

La partenza della quarta tappa della Vuelta a Burgos viene data poco mezzogiorno e mezzo dal paesino di Doña Santos e, dopo molti giri sulla meseta che si stende a sud del capoluogo, a circa 1000 metri di quota, il percorso affronta l’Alto del Collado de Vilviestre (5.3 km al 3.8%), GPM di 3a categoria, dopo 121 chilometri e poi, dopo 152, l’Alto del Cargadero (7.6 km al 2.9%, inclusi due di falsopiano), pure GPM di 3a categoria. Dopo 11 chilometri dalla cima di quest’ultimo GPM e 163 complessivi la tappa si concluderà nel paese di Regumiel de la Sierra, a est di Burgos.
Stamane è in maglia viola il giovane neoprofessionista francese Léo Bisiaux (Decathlon AG2R La Mondiale Team), vincitore della tappa di ieri; secondo a 22 secondi è il nostro Giulio Pellizzari (Red Bull – BORA – hansgrohe) e terzo a 26 secondi è il grande favorito della corsa, il messicano Isaac del Toro (UAE Team Emirates – XRG); più indietro gli altri grandi nomi in gara: il colombiano Egan Bernal (INEOS Grenadiers) decimo, il nostro Giulio Ciccone (Lidl – Trek) sedicesimo, lo spagnolo Mikel Landa (Soudal Quick-Step) trentesimo dopo il fallimento del suo attacco nella tappa di ieri. Non parte il colombiano Nairo Quintana (Movistar Team), da anni sul viale del tramonto e in passato vincitore due volte di questa corsa. Tutta l’attenzione è comunque rivolta alla rivelazione di questa Vuelta, il francese Bisiaux, che oggi dovrebbe difendere il primato in classifica per poi giocare tutte le sue carte nell’ultima, e decisiva, tappa di sabato.
Un serie di attacchi e contrattacchi, nelle fasi iniziali della tappa, non ottengono alcun risultato, finché, dopo una ventina di chilometri, sette corridori riescono a prendere un buon vantaggio. Sono tutti uomini di secondo piano, tranne due veterani carichi di allori e ormai prossimi ai quanrant’anni: il nostro Damiano Caruso (Bahrain – Victorious) e il portoghese Rui Costa (EF Education – EasyPost), entrambi troppo attardati in classifica generale per sperare di portarsi nelle prime posizioni. Il vantaggio del gruppetto tocca anche i cinque minuti, poi inizia a scendere nel corso della seconda metà della tappa e all’inizio del primo GPM si è ridotto a circa tre minuti e mezzo. Nonostante una temperatura che supera i 30 gradi e che si avvia a toccare i 40 la velocità è altissima, con una media che sfiora i 50 km/h e il gruppo spesso molto allungato in attesa delle salite finali. La prima ascesa, comunque, non provoca alcuna selezione e allo scollinamento (dove Caruso passa per primo) il vantaggio dei fuggitivi, nessuno dei quali ha ceduto sulla salita, rimane immutato. Ai piedi dell’Alto del Cargadero, quando mancano solo 20 chilometri al traguardo, il gruppetto mantiene tre minuti sul gruppo, vantaggio che dovrebbe bastare a far vincere la tappa a uno di loro. Infatti, già all’inizio della salita, è Caruso a tentare l’azione solitaria e a sgretolare senza difficoltà il resto del gruppetto, mentre nel plotone, pure allungato, nessuno si muove. L’azione del corridore italiano fa il vuoto: Caruso passa per primo anche sul secondo GPM, dove i primi inseguitori transitano con 1’20” di ritardo; il gruppo, che sta recuperando su questi ultimi, ha ancora più di tre minuti da recuperare. Nessuno dei primi in classifica si è mosso, nessuno si muove nella successiva discesa e Caruso non ha il minimo problema ad arrivare da solo sul traguardo di Regumiel de la Sierra. Alle sue spalle si piazza secondo, regolando in volata gli altri reduci della fuga, proprio Rui Costa, con un distacco di 1’26”; terzo è l’altro portoghese Rui Oliveira (UAE Team Emirates – XRG). Il gruppo arriva dopo 3’15” e nulla cambia nelle varie classifiche, con Bisiaux sempre al comando della generale, di quella a punti (ma Caruso è ora secondo a soli due punti) e di quella dei giovani, mentre lo spagnolo Carlos García Pierna (Burgos Burpellet BH), che ancora gode dei frutti raccolti con la lunga fuga della tappa inaugurale, comanda quella degli scalatori. Domani la Vuelta a Burgos si conclude con una tappa davvero impegnativa, che presenterà un arrivo in salita classificato Hors Catégorie ai laghi di Neila, a quasi 1900 metri di quota. Vedremo tra 24 ore se Bisiaux è davvero un corridore di razza o se uno dei grandi favoriti – Ciccone, Bernal, Landa e soprattutto Del Toro – riuscirà a conquistare il gradino più alto del podio.

Andrea Carta

Caruso vince la quarta tappa della Vuelta a Burgos (foto Fernando Miguel)

Caruso vince la quarta tappa della Vuelta a Burgos (foto Fernando Miguel)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): CHINON – CHÂTEAUROUX

luglio 13, 2025 by Redazione  
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Un’altra volata si staglia all’orizzoonte, stavolta al termine di una tappa ancora più piatta di quella disputata ieri

Se la tappa di ieri si poteva definire facile per quella odierna…. abbiamo esaurito gli aggettivi. Quella che si disputerà oggi sarà la più semplice dell’edizione 2025, l’unica tra quelle in linea (l’altra era la cronometro di Caen) a non proporre nemmeno un Gran Premio della Montagna, pur non essendo del tutto liscia. I circa 1000 metri di dislivello giornaliero si spiegano con il fatto che nei primi 85 Km si dovranno superare modestissimi saliscendi, poi sarà solamente pianura e questo è un fatto abbastanza raro al Tour. Gli ultimi chilometri, inoltre, si annunciano come i più veloci e snelli di questa edizione per la presenza di due lunghi rettilinei. Il primo misurerà ben 12 Km (a parte l’interruzione all’altezza di una rotatoria) e terminerà a 4 Km e mezzo dall’arrivo, già all’interno dell’abitato di Châteauroux, dove tre rotatorie e otto curve condurranno verso l’altro rettilineo, lungo un chilometro e mezzo e al termine del quale sarà collocato il traguardo. A voler cercare il proverbiale pelo nell’uovo è proprio all’inizio di quest’ultimo rettilineo, introdotto da una curva a gomito, che si trova il tratto più difficile per i naturali favoriti alla vittoria finale, perchè nelle prime centinaia di metri propone una leggera pendenza che potrebbe essere fatale a qualche velocista. Per il vincitore ci sarà poi l’onore di affiancare il proprio nome a quello di Mark Cavendish, che proprio su questo traguardo il 9 luglio del 2008 ottenne la prima delle sue 35 vittorie al Tour, record che lo sprinter britannico oramai ex corridore ha raggiunto lo scorso anno, superando di un successo il precedente primato detenuto dal grande Eddy Merckx.

METEO TOUR

Chinon: nubi sparse, 31°C (percepiti 30°C), vento moderato da SO (10-25 Km/h), umidità al 35%
Châtellerault (Km 46.2): nubi sparse, 31°C, vento moderato da SO (13-30 Km/h), umidità al 38%
Martizay (Km 78.3): nubi sparse, 31°C, vento moderato da SO (14-31 Km/h), umidità al 36%
Saint-Lactencin (Km 139): nubi sparse, 31°C, vento moderato da O (14-31 Km/h), umidità al 35%
Châteauroux: nubi sparse, 31°C, vento moderato da O (16-36 Km/h), umidità al 34%

GLI ORARI DEL TOUR

13.00: inizio diretta su Eurosport
13.25: partenza da Chinon
13.55-14.00: traguardo volante di La Belle Indienne
14.45: inizio diretta su Rai2 (preceduta dalla diretta del Giro d’Italia Women, dalle ore 14)
17.05-17.30: arrivo a Châteauroux

LA FOTORICOGNIZIONE DEL FINALE

http://www.ilciclismo.it/2009/?p=79247

RASSEGNA STAMPA

Italia

Capolavoro Milan! Sprint da campione al Tour, l’Italia rompe un digiuno lungo 113 tappe

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Milan je poravnal račune. Pogačar ostaja rumen – Med italijansko sušo so slovenski asi dobili 23 etap (Milan pareggia i conti. Pogačar resta giallo – Durante la siccità italiana, gli assi sloveni hanno vinto 23 tappe)

Delo

Danimarca

Italianer spurter sig til sejr på begivenhedsfattig etape (L’Italia vola verso la vittoria in una tappa senza incidenti)

Jyllands-Posten

Francia

Milan sans rival à Laval – Milan, la gueule d’une superstar – Agressivité et flexibilité, le cocktail de Milan (Milan senza rivali a Laval – Milan, il volto di una superstar – Aggressività e flessibilità, il cocktail di Milan)

L’Équipe

Regno Unito

Milan powers to stage eight sprint win to keep green jersey (Milan vince l’ottava vittoria in volata e conserva la maglia verde)

The Guardian

Spagna

El esprint del gigante verde (Lo sprint del gigante verde)

AS

Portogallo

Jonathan Milan interrompe jejum italiano no Tour (Jonathan Milan interrompe il digiuno italiano al Tour)

Público

Belgio

Wout van Aert gaat het duel aan, maar de groene trui is te sterk: Jonathan Milan sprint oppermachtig naar de zege in Laval (Wout van Aert accetta la sfida, ma la maglia verde è troppo forte: Jonathan Milan sprinta alla grande verso la vittoria a Laval)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Jonathan Milan verslaat Wout van Aert in massasprint en wint achtste etappe in Tour de France (Jonathan Milan batte Wout van Aert in volata e vince l’ottava tappa del Tour de France)

De Telegraaf

Germania

Milan beendet Italiens Durststrecke bei der Tour – Ackermann im Massensprint Vierter (Milan interrompe il periodo di magra dell’Italia al Tour – Ackermann quarto nello sprint di gruppo)

Kicker

USA

Tour de France: Jonathan Milan wins Stage 8 in a sprint finish (Tour de France: Jonathan Milan vince l’ottava tappa in volata)

The Washington Post

Colombia

Tadej Pogacar, Jonas Vingegaard y Santiago Buitrago ‘sobrevivieron’ a los fuertes vientos en el Tour de Francia (Tadej Pogacar, Jonas Vingegaard e Santiago Buitrago sono sopravvissuti ai forti venti del Tour de France)

El Tiempo

Australia

Aussie Groves misses out on win at Tour de France (L’australiano Groves manca la vittoria al Tour de France)

The West Australian

TOURALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo dell’ottava tappa

1° Jonas Rutsch
2° Mauro Schmid a 6′26″
3° Julian Alaphilippe s.t.
4° Michael Storer s.t.
5° Krists Neilands s.t.

Miglior italiano Davide Ballerini, 12° a 8′46″

Classifica generale

1° Mattéo Vercher
2° Jordi Meeus a 3′57″
3° Roel van Sintmaartensdijk a 4′32″
4° Yevgeniy Fedorov a 5′52″
5° Davide Ballerini a 6′13″

CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1985

Quest’anno ricorrono due anniversari: sono trascorsi 40 anni sia dall’ultima vittoria di un corridore francese al Tour (Bernard Hinault), sia dalla prima delle due vittorie di Maria Canins nella Grande Boucle riservata alla donne, uniche affermazioni italiane nel Tour Femminile. Riviviamo quelle giornata attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

6 LUGLIO 1985 – 8a TAPPA: SARREBOURG – STRASBURGO (75 Km)

HINAULT DÀ UN GIRO A TUTTO IL TOUR

Nella cronotappa il francese stacca il secondo (Roche) di 2′20″

Ora è in maglia gialla con 2′32″ sul compagno LeMond – Male Visentini, scalatori ko

Il Château Raoul di Châteauroux e l’altimetria della nona tappa (www.lecolbert36.fr)

Il Château Raoul di Châteauroux e l’altimetria della nona tappa (www.lecolbert36.fr)

LA LIPPERT VINCE A TERRE ROVERESCHE, LA REUSSER RESTA IN ROSA: LA MOVISTAR DOMINA LA SESTA TAPPA DEL GIRO D’ITALIA WOMEN

luglio 12, 2025 by Redazione  
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La sesta frazione del Giro d’Italia Women 2025, da Bellaria Igea Marina a Terre Roveresche, si è rivelata tutt’altro che interlocutoria. Tra fughe, scatti e risposte da leader, la Movistar Team ha messo a segno un doppio colpo: la vittoria di giornata con Liane Lippert e la conferma in Maglia Rosa per Marlen Reusser. Una tappa dal profilo movimentato che, senza rivoluzionare la classifica generale, ha comunque ristretto il cerchio delle pretendenti alla corsa rosa, alla vigilia del temuto arrivo sul Monte Nerone.

Continua a far festa la Movistar al Giro d’Italia Women, grazie alla vittoria della tedesca Liane Lippert traguardo di Orciano di Pesaro, in comune di Terre Roveresche, dove difende la Maglia Rosa di Marlen Reusser. Sul traguardo di Orciano di Pesaro, in comune di Terre Roveresche, l’ex campionessa nazionale tedesca ha anticipato di pochi secondi le olandesi Pauliena Rooijakkers (Fenix-Deceuninck) e Shirin Van Anrooij (Lidl – Trek). Il gruppo delle big ha chiuso con 1′24″ di ritardo dopo un attacco di Elisa Longo Borghini (UAE Team ADQ) sui saliscendi del finale, tentativo che non ha colto imprerata l’elvetica Marlen Reusser (Movistar Team). La compagna di squadra della vincitrice di tappa ha così conservato la Maglia Rosa con distacchi immutati sulla Longo Borghini (2° a 16″) e sull’olandese Anna van der Breggen (Team SD Worx – Protime, 3° a ‘153″), mentre grazie al tempo conquistato grazie alla fuga odierno è risalita fino al quarto posto la Rooijakkers, ora distanziata di 2’03” dalla Maglia Rosa.
“È stata una giornata fantastica, mi sentivo bene e il team mi ha dato carta bianca — ha raccontato una sorridente Lippert —. Volevo ripagare la fiducia, e vincere su un tracciato simile a quello dell’anno scorso mi ha dato la spinta giusta. La Maglia Rosa resta il nostro obiettivo principale: siamo un gruppo unito e compatto, e per Marlen faremo tutto il necessario fino a Roma”.
Dal canto suo la Reusser ha sottolineato la buona gestione della corsa: “Mi aspettavo un attacco da parte di Elisa, ma ho reagito nel modo giusto. È stata una bella giornata per il team, e sono felice per Liane. Domani ci aspetta la salita del Monte Nerone: l’ho provata qualche mese fa, e sapere cosa ci aspetta può fare la differenza”.
La sesta tappa regala così alla Lippert la 54ª vittoria tedesca nella storia del Giro Women e il primo podio per Rooijakkers e Van Anrooij. Per il terzo anno consecutivo, è la Movistar a imporsi nella tappa numero sei della corsa rosa: dopo la Van Vleuten a Canelli nel 2023 e la stessa Lippert a Chieti nel 2024, il tris è servito.
Ora su affronterà la tappa più dura dell’edizione 2025, che scatterà da Fermignano per concludersi dopo 150 Km sul Monte Nerone. Il percorso prevede una sequenza di salite sempre più dure che culmina negli ultimi 8 chilometri con pendenze medie superiori al 9% e punte fino al 12%. Sarà la tappa chiave per la Maglia Rosa, e le scalatrici avranno l’ultima parola.

Mario Prato

Liane Lippert vince la sesta tappa del Giro dItalia riservato alla donne (foto Luc Claessen/Getty Images)

Liane Lippert vince la sesta tappa del Giro d'Italia riservato alla donne (foto Luc Claessen/Getty Images)

PHILIPSEN CENTRA IL TRIS A NÎMES, GIRMAY A TERRA, LA SFIDA PER LA MAGLIA VERDE SI RIAPRE

luglio 16, 2024 by Redazione  
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Japer Philipsen conquista la terza vittoria al Tour de France, pareggia i successi con Biniam Girmay (Intermarché – Wanty) e grazie alla sua Alpecin – Deceuninck, soprattutto a Mathieu Van Der Poel che lo ha lanciato al meglio verso il traguardo, riapre la lotta per la maglia verde, caduto poco prima dell’ultimo chilometro Girmay, al secondo posto arriva Phil Bahaus (Bahrain – Victorious), terzo invece un redivivo Alexander Kristoff Uno-X Mobility.

Riparte il Tour de France dopo l’ultimo giorno di riposo per l’ultima settimana, non partono, invece, le azioni di fuga ed il gruppo, di fatto, resta ancora in una condizione di “riposo” lungo i chilometri che da Gruissan portano a Nîmes. Non c’è nemmeno il tanto temuto vento, caratteristico di queste zone, a farsì la tappa diventi frizzante con la formazione dei ventagli. Tutti insieme appassionatamente per una tappa che non vede nessun allungo per quasi due ore di corsa. La velocità aumenta in testa al gruppo soltanto al traguardo con punti per la maglia verde, siamo al chilometro 96, la volata la vince Bryan Coquard (Cofidis), seguito da Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck), terzo Anthony Turgis (Total Energies) mentre quarto la maglia verde Biniam Girmay (Intermarché – Wanty). Il belga rosicchia quattro punti all’eritreo che conserva un vantaggio rassicurante nella speciale classifica. Dopo la sfiammata dello sprint il gruppo si ricompone, la velocità diminuisce e ne approfitta Thomas Gachignard (TotalEnergies) guadagnando in poco tempo più di due minuti sul gruppo. Il ventitreenne francese transita per primo sull’unico GPM di quarta categoria di giornata, la Côte de Fambetou. Ai meno 25 chilometri dall’arrivo Gachignard viene ripreso con le squadre dei velocisti che iniziano il valzer delle cosuete operazioni in testa al gruppo per prendere le posizioni migliori e tenere al riparo il proprio uomo veloce. In particolare sia la Uno-X Mobility sia Lotto Dstny conducono il gruppo innalzando la velocità. Una serie infinita di rotonde costringe il gruppo a fare da elastico, i treni vanno a rimescolarsi continuamente in pratica fino ai meno 2 chilometri dall’arrivo. Poco prima del triangolo rosso dell’ultimo chilometro una caduta coinvolge Marijn van den Berg (EF Education – EasyPost) ma soprattutto Biniam Girmay, l’eritreo resta a dolorante a terra e taglierà il traguardo scortato da due compagni di squadra, si spera senza conseguenze, in attesa di notizie ufficiali dalla Intermarché – Wanty. A causa della caduta il gruppo si spezza, davanti sono abilissimi ed espertissimi come sempre gli Alpecin – Deceuninck a togliersi dai guai e condurre, così con la solita eccezionale spaarata di Mathieu Van Der Poel, jasper Philipsen a conquistare il suo terzo successo al Tour de France 2024, il belga vince facile su Phil Bahaus (Bahrain – Victorious) e su Alexander Kristoff (Uno-X Mobility), quarto posto per Sam Bennet (Decathlon AG2R La Mondiale Team), quinto per Wout van Aert (Team Visma | Lease a Bike) rimasto un pò chiuso nel finale. Si riapre quindi la sfida per la classifica della maglia verde che vede sempre al comando Girmay segue Philipsen con soli 32 punti da recuperare. Nulla cambia, invece, in classifica generale con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) sempre in maglia gialla. Domani tappa numero 17 da Saint Paul Trois Châteaux a Superdévoluy verso l’arrivo ben tre GPM di seconda, prima e terza categoria, concentrati nei 40 Km finali, che possono prevedere delle imboscate tra gli uomini di classifica.

Antonio Scarfone

Jasper Philipsen (Alpecin - Deceuninck) fa tris a Nimes (Photo Credit: Getty Images)

Jasper Philipsen (Alpecin - Deceuninck) fa tris a Nimes (Photo Credit: Getty Images)

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