LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): REDON – FOUGÈRES
giugno 29, 2021 by Redazione   
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Ultima tappa in terra bretone ancora favorevole ai velocisti. Questa sarà, assieme alle due cronometro, l’unica tra le frazioni in linea a non proporre nemmeno un GPM, anche se il tracciato non sarò del tutto pianeggiante. Principale insidia per gli sprinter sarà il rettilineo d’arrivo in salita con curva a destra che terminerà a 50 metri dalla linea d’arrivo
È la seconda tappa disegnata a favore dei velocisti ed anche la più facile del Tour 2021. Assieme alle due cronometro, sarà l’unica tra le 19 frazioni in linea di questa edizione a non presentare nemmeno un gran premio della montagna, anche se le difficoltà altimetriche non mancheranno nemmeno oggi. In Francia la vera pianura è cosa rara e di certo è quasi impossibile trovarla sulle strade della Bretagna, che oggi accoglieranno il Tour per il quarto e ultimo giorno consecutivo. Stavolta le colline faranno prevalentemente da fondale a un tracciato punteggiato da tanti piccoli mangia e bevi, senza mai incontrare tratti di salita vera. Sull’altimetria si notato un paio di tratti che spiccano sugli altri – 1 Km al 4.5% per raggiungere il centro di Bain-de-Bretagne attorno al 36° Km di gara e uno strappo di 900 metri al 5.8% da scavalcare a una ventina di chilometri dall’arrivo – ma si tratta di difficoltà che il gruppo supererà in scioltezza e che non fanno paura ai velocisti. Questi ultimi, invece, temeranno gli ultimi duecento metri perché in quel frangente la strada tenderà leggermente a salire – e questo già potrebbe costituire un problema per quegli sprinter che prediligono i finali belli lisci – e, contemporaneamente, a curvare verso destra al punto che oggi il rettilineo d’arrivo sarà brevissimo, lungo una cinquantina di metri appena. Nulla d’insormontabile per molti degli sprinter in gara, se si pensa che su questo stesso finale nel 2015 ci fu volatona di gruppo con ben novantasei corridori classificati con lo stesso tempo del vincitore.

Scorcio di Fougères e l’altimetria della quarta tappa (chateau-fougeres.com)
L’ANGOLO DELLA STORIA
Abbiamo appena messo l’acquolina alla bocca a chi si sarà dimenticato com’era terminata la tappa giunta a Fougères nel 2015. Vi rinfreschiamo subito la memoria dicendovi che in questo precedente a tagliare a braccia levate la linea del traguardo era stato uno dei “re” dello sprint, il britannico Mark Cavendish, che nell’occasione avrà la meglio sul tedesco André Greipel e sullo slovacco Peter Sagan, che grazie all’abbuono conquistato sale dal quarto al secondo posto della classifica, fermandosi a 11” dal primato di Chris Froome, maglia gialla in seguito alla mancata partenza del leader della corsa, il tedesco Tony Martin, che il giorno prima aveva terminato la tappa di Le Havre con una clavicola fratturata. In precedenza il Tour aveva proposto un arrivo a Fougères esattamente 30 anni prima, al termine di una tappa di tutt’altro spessore, una cronometro a squadre di 73 Km che fu conquistata dalla La Vie Claire, la formazione nella quale militavano il grande favorito per la vittoria finale e il suo “delfino”, vale a dire Bernard Hinault – che quell’anno conquisterà il suo quinto e ultimo Tour – e il corridore che l’anno successivo lo seguirà nell’albo d’oro della Grande Boucle, l’americano Greg LeMond.
METEO TOUR
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Redon : nubi sparse, 20.3°C, vento debole da NW (10-11 km/h), umidità al 66%
 Châteaugiron (66.7 Km): nubi sparse, 20.9°C, vento moderato da NNW (14-17 km/h), umidità al 67%
 Vitré – traguardo volante (114.4 Km): cielo coperto con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 20.4°C, vento moderato da NW (15-17 km/h), umidità al 69%
Fougères : nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 19.3°C, vento moderato da NW (19-22 km/h), umidità al 77%
GLI ORARI DEL TOUR
13.20: inizio diretta su Eurosport1
13.25: partenza da Redon
13.40: partenza ufficiale
14.00: inizio diretta su RAI 2 (a circa 15 Km dalla partenza)
16.05-16.20: traguardo volante di Vitrè
16.50-17.10: arrivo a Fougères 

TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della terza tappa, Lorient – Pontivy
1° Caleb Ewan (vittoria annullata)
1° Marco Haller
2° Ide Schelling a 55″
3° Daniel Oss a 57″
4° Jasper De Buyst a 1′00″
5° Clément Russo s.t. 
Classifica generale
1° Clément Russo
2° Amund Grøndahl Jansen a 17″
3° Daniel McLay a 46″
4° Ide Schelling a 2′05″
5° Tony Martin a 3′03″
Miglior italiano: Daniel Oss, 28° a 12′01″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Garzelli: “Bisogna capire quella spalla sinistra”
Garzelli: “Sfortunatamente per lui si è rimesso in piedi”
De Luca: “Criterium molto ben pagati dagli organizzatori dei corridori”
Garzelli: “Stanno pedalendo”
De Luca: “Il presidente dell’UCI è al seguito del Giro d’Italia in questi giorni”
Garzelli: “Gli stessi organizzatore”
De Luca: “È stato nomitato”
De Luca: “Van der Poel è stato figlio di, nonno di”
De Luca: “Cadenvish” (Cavendish)
De Luca: “In tutto il mando”
Colbrelli: “Inseguire Van der Poel era impossibile perchè è un altro pianeta”
Garzelli (a proposito dei GPM): “Domani solo qualche punto in palio” (non sono previsti GPM nella tappa di Fougères)
Giovannelli: “Tim Merlier non è ancora 100%”
De Luca: “La frattura che ha causato quella caduta”
Garzelli: “È cacaduto”
Garzelli: “Semicurva a 100 metri l’arrivo”
De Luca: “Le attenzione sono tutte per questa macchina bianca, Caleb Ewan”
Televideo: “Ces Bol” (Cees Bol)
Televideo: “Antonio Turgi” (Anthony Turgis)
Televideo: “Mattej Mohoric” (Matej)
Televideo: “Miglia Scotson” (Miles, mannaggia al traduttore automatico)
DISCOTOUR
Che patatrac (Trix)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): LORIENT – PONTIVY
giugno 28, 2021 by Redazione   
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Il Tour si ferma ancora in Bretagna ma stavolta il grafico altimetrico si annuncia più snello rispetto a quello delle prime due frazioni. Le salite oggi saranno affrontate lontane dal traguardo, che sarà alla portata dei velocisti
Si alza il sipario sui velocisti, che quest’anno al Tour avranno a disposizione otto traguardi, tre dei quali collocati nella prima settimana di corsa. Il primo arrivo a loro congeniale lo troveranno al termine di un’altra frazione disegnata sulle colline della Bretagna, altimetricamente molto meno complicata rispetto alle due affrontate nei giorni d’apertura. Dei due GPM previsti lungo il cammino il più impegnativo sarà il primo, la Côte de Cadoudal alla quale abbiamo fatto accenno negli scorsi giorni (1700 metri al 6.3%) e che dovrà essere superata esattamente a metà tappa. Facilissima – la sua pendenza media supera di poco il 3% – sarà la successiva Côte de Pluméliau, scavalcata la quale mancheranno poco meno di 35 Km dal traguardo. Come in tutte le tappe in linea sicuramente vedremo andare la solita fuga da lontano, tentativo che oggi le squadre dei velocisti avranno gioco facile nell’andare a riacciuffare. Nel finale sarà poi quasi impossibile sfuggire dal controllo del gruppo perché gli ultimi 7 Km si annunciano velocissimi, introdotti da una discesa di circa 4 Km al 3% che terminerà a 3 Km dall’arrivo, tratto conclusivo abbastanza snello perché in quei tremila metri s’incontreranno in tutto appena sette curve.

Il castello di Pontivy e l’altimetria della terza tappa (www.france-voyage.com)
L’ANGOLO DELLA STORIA
È una novità ma non del tutto la cittadina di Pontivy, sede d’arrivo di una tappa del Tour per la prima volta nella storia. Negli ultimi 30 anni, infatti, transitando da questo centro in due occasioni s’è stabilito di collocarvi un traguardo volante, proposto per la prima volta nel 1993 durante la tappa Vannes – Dinard, vinta dall’uzbeko Djamolidine Abdoujaparov dopo che allo sprint intermedio era transitato in testa il belga Marc Sergeant; bisognerà attendere il 2008 per assistere a un altro traguardo volante nel cuore di Pontivy, conquistato dal francese Sylvain Chavanel durante la tappa Auray – Saint-Brieuc, vinta dal norvegese Thor Hushovd.
METEO TOUR
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Lorient: pioggia modesta e schiarite (0.5 mm), 16°C, vento debole da NNW (6 km/h), umidità al 84%
 Carnac (30 Km): pioggia consistente (1 mm), 15.5°C, vento moderato da NW (12 km/h), umidità al 88%
 Josselin (108 Km): temporale con pioggia consistente (1.7 mm), 15.2°C (percepiti 16°C), vento debole da NE (6-8 km/h), umidità al 91%
Pontivy : pioggia consistente (1.7 mm), 14.9°C, vento debole da N (9-12 km/h), umidità al 91%
GLI ORARI DEL TOUR
13.05: inizio diretta su Eurosport1
13.10: partenza a Lorient
13.20: partenza ufficiale
14.00: inizio diretta su RAI 2 (a circa 30 Km dalla partenza)
15.20-15.35: scollinamento Côte de Cadoudal
16.00-16.15: traguardo volante di La Fourchette
16.35-17.00: scollinamento Côte de Pluméliau
17.25-17.50: arrivo a Pontivy

TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della seconda tappa, Perros-Guirec – Mûr-de-Bretagne
1° Cees Bol
2° Edward Theuns s.t.
3° Jérémy Cabot s.t.
4° Daniel McLay s.t.
5° Luke Durbridge s.t 
Miglior italiano: Davide Ballerini, 11° (s.t.)
Classifica generale
1° Amund Grøndahl Jansen
2° Tony Martin s.t.
3° Rick Zabel a 1′45″
4° Reto Hollenstein a 1′52″
5° Mads Pedersen s.t. 
Miglior italiano: Jacopo Guarnieri, 38° a 10′56″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
De Luca: “Si è formata una muraglia umana, una tonnara”
De Luca: “La direzione del Tour Prudhomme” (il direttore del Tour)
Sovraimpressione RAI: “Guillame Martin” (Guillaume)
Orlando: “Tappa partita stamattina alle 13.20″
Garzelli: “Qua al traguardo ha già cominciato a piovere e smettere”
Garzelli: “Un corridore che è stata la rivelazione”
Garzelli: “Arriva vincitore alla fine tappa”
Garzelli: “Abbia avuto un problemia”
Garzelli: “Alaphilippe potrebbe andare a eguagliare a Mario Cipollini”
De Luca: “Lefrevere” (Patrick Lefevere, team manager della Deceuninck-Quick Step)
De Luca: “Van Aert battè il connazionale Tony Martin” (il primo è belga, il secondo tedesco)
Garzelli: “Grein Thomas” (Geraint Thomas)
Genovesi: “Dichiarà ad una rivista”
Garzelli: “In questo momento si è fermata questa coppia” (formata)
Garzelli: “La macchina della Trek che ha in Edward Theuns davanti”
Garzelli: “La maglia verdeva di Michael Matthews”
Garzelli: “Salta da una ruota all’alta”
De Luca: “Una curva così stecca”
De Luca: “Ha fatto un’accelerazione che ha aperto le gambe di Sonny Colbrelli”
Televideo: “Con gli abbuoni sul primo passaggio del Mur scatta la maglia, dedicata al nonno Poulidor” (era scattato Van der Poel, non la maglia gialla, ancora vestita da Alaphilippe)
DISCOTOUR
Grand-père (Georges Moustaki)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): PERROS-GUIREC – MÛR-DE-BRETAGNE
giugno 27, 2021 by Redazione   
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È una tappa fotocopia di quella disputata ieri quella che terminerà in vetta alla breve erta di Mûr-de-Bretagne, traguardo dove i “mattatori” dovrebbero essere gli stessi corridori visti in azione al traguardo di Landerneau
L’estate, televisivamente parlando, è il periodo delle repliche e anche il Tour 2021 non si sottrae a questa prassi. L’epilogo della seconda frazione ricalcherà il modello della tappa d’apertura e come quella presenterà il traguardo al termine di una breve ascesa a quota collinare. Sarà l’oramai arcinota salita bretone di Mûr-de-Bretagne ad accogliere le fasi finali, più breve rispetto a quella di Landerneau ma anche più pendente. I suoi 2000 metri spaccati al 6.9% – anche questi caratterizzati dalle pendenze più importanti all’inizio (il primo chilometro sale al 9.8%) – dovranno essere ripetuti due volte perché nel finale si percorrerà una tornata di un circuito di 15 Km lungo il quale s’incontrerà una terza salita, non valida per la classifica degli scalatori, la “côte” di Saint-Mayeux (1.4 Km al 5.5%). Detto questo, nonostante il finale più impegnativo rispetto a quello di ieri, al traguardo dovrebbe comunque presentarsi un gruppo decisamente nutrito, come accadde su questo traguardo nel 2015 quando, con lo stesso circuito da inanellare e con 10 secondi di ritardo dai primi due, piombarono in 25 sulla linea d’arrivo e in quell’occasione si era già all’ottava tappa, mentre stavolta saremo solo alla seconda e le energie ancora fresche. Eh sì, è proprio il periodo delle repliche!

Il lago di Guerlédan e l’altimetria della seconda tappa (www.cirkwi.com)
L’ANGOLO DELLA STORIA
Fino al 2011 Mûr-de-Bretagne era stata semplicemente un luogo di passaggio e mai nessun organizzatore del Tour aveva pensato di far “campeggiare” il gigantesco carrozzone del Tour nel piccolo centro bretone, men che meno in vetta alla sua salita, che termina in mezzo a sterminate distese di campi, in un luogo privo di parcheggi nel quale collocare tutte le strutture che seguono la Grande Boucle. Christian Prudhomme, che ha preso in mano le redini del Tour nel 2007, ha però dimostrato che, con qualche sacrificio logistico, è possibile arrivare anche in posti che si pensavano impossibili e tra questi ci sono proprio Mûr-de-Bretagne e la sua côte, che negli ultimi dieci anni già due volte hanno accolto l’arrivo di tappa: così nel 2011 – quando il traguardo fu secco in cima alla salita e non ci fu circuito finale – a imporsi fu l’australiano Cadel Evans, che allo sprint ebbe ragione di un gruppetto di nove corridori precedendo lo spagnolo Alberto Contador (piazzamento che gli sarà poi revocato per squalifica doping retroattiva) e il kazako Aleksandr Vinokurov; nel 2015 – il precedente pocanzi ricordato – a tagliare per primo il traguardo fu il francese Alexis Vuillermoz, che precedette di 5” l’irlandese Daniel Martin e di 10” lo spagnolo Alejandro Valverde. Prima del 2011, come detto, Mûr-de-Bretagne era stato presente sui percorsi del Tour come semplice GPM, traguardo della montagna conquistato dal belga Lucien Van Impe nel 1977, dal francese Laurent Desbiens nel 1993, dal tedesco Ronny Scholz nel 2004, dal francese Sylvain Calzati nel 2005 e dal suo connazionale ed omonimo Chavanel nel 2008.
METEO TOUR
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Perros-Guirec: cielo coperto, 16.1°C (percepiti 17°C), vento debole da WSW (8 km/h), umidità al 86%
 Plage de Trestel (39 Km): nubi sparse, 16.6°C, vento debole da W (9 km/h), umidità al 80%
 Côte de Saint-Brieuc (115.3 Km): temporale con pioggia moderata (0.5 mm), 17.6°C, vento debole da SW (6 km/h), umidità al 84%
Mûr-de-Bretagne: pioggia moderata e schiarite (0.3 mm), 16.1°C (percepiti 17°C), vento moderato da SW (14-18 km/h), umidità al 85%
GLI ORARI DEL TOUR
13.10: partenza da Perros-Guirec
13.15: inizio diretta su Eurosport1
13.20: partenza ufficiale
14.00: inizio diretta su RAI 2 (a circa 29 Km dalla partenza)
15.00-15.10: scollinamento Côte de Sainte-Barbe
15.15-15.30: traguardo volante di Plouha
15.40-15.55: scollinamento Côte de Pordic
15.55-16.15: scollinamento Côte de Saint-Brieuc
17.05.17.30: scollinamento Côte du Village de Mûr-de-Bretagne
17.10-16.15: scollinamento di Mûr-de-Bretagne (primo passaggio dal traguardo)
17.30-17.55: arrivo a Mûr-de-Bretagne 

TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della prima tappa, Brest – Landerneau, e prima classifica generale
1° Marco Soler
2° Marc Hirschi a 6′29″
3° Amund Grøndahl Jansen a 8′09″
4° Mike Teunissen s.t.
5° Sepp Kuss s.t. 
Miglior italiano: Kristian Sbaragli, 26° a 15′06″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Orlando: “Giada Borgata” (Borgato)
Orlando e Garzelli: “Julienne Alaphilippe” (Julian)
Garzelli: “Ci sarà una velocità a folle”
Garzelli: “Chi vince tra premiazione e antidoping arriva un’ora, un’ora e mezza, due in albergo”
Garzelli: “Tappa di Cava dei Tirroni” (Tirreni)
Garzelli (ricordando la caduta di Pantani nella tappa di Cava dei Tirreni del Giro del 1997): “Un brutto colpo al ginocchio sinistro” (si procurò una lacerazione al muscolo della coscia sinistra)
Garzelli: “Dall’ammiraglia hanno avvisato che curva molto stretta”
Garzelli: “Sono stata i corridori”
Garzelli: “Una caduta non ti permettere”
Garzelli: “Como sono prese”
Garzelli: “Van der Poel hanno una squadra”
Televideo: “Côte aux Loups” (Côte de la Fosse aux Loups)
Televideo: “Domani arrivo al Mûr-de-Bretagne”
DISCOTOUR
Crash! Boom! Bang! (Roxette)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): BREST – LANDERNEAU
giugno 26, 2021 by Redazione   
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Prende il via dalla Bretagna la 108a edizione del Tour de France. Anche quest’anno non ci sarà il tradizionale prologo d’avvio, ma stavolta anon saranno i velocisti i protagonisti del primo giorno di gara. Il traguardo è, infatti, posto al vertice d’una salita lunga circa 3 Km
Il Tour rinuncia per il quarto anno consecutivo alla tradizionale cronometro d’avvio, che ritornerà nel 2022 quando la corsa francese scatterà da Copenaghen con una prova contro il tempo di 13 Km, ma stavolta i protagonisti sul rettilineo d’arrivo della prima tappa non saranno i velocisti. La tappa in linea di 198 Km che darà il via alla centottesima edizione della Grande Boucle presenterà, infatti, un tracciato collinare e in particolare il rettilineo d’arrivo non sarà posto al termine di un tratto di strada pianeggiante, com’era stato a Fontenay-le-Comte nel 2018, a Bruxelles nel 2019 e a Nizza lo scorso anno. Il traguardo, infatti, sarà collocato in cima alla Côte de la Fosse aux Loups, salita di 3 Km al 5.6% di pendenza media che rappresenterà anche l’ultimo dei 6 Gran Premi della Montagna della quale è infarcita la tappa e che presenterà le inclinazioni maggiori a inizio ascesa perché i primi 1000 metri salgono all’8.8% medio, raggiungendo subito il picco massimo del 14%. Potrebbe essere un finisseur, dunque, il primo corridore a vestire la maglia gialla ma, poiché siamo a inizio corsa e le energie complessive ancora molte, non va esclusa la volata di un folto gruppo dal quale sono stati epurati gli sprinter: così terminò la prima tappa del Tour del 2008, che pure partì da Brest e si concluse a Plumelec in cima alla Côte de Cadoudal (1700 metri al 6.3%), sulla cui linea d’arrivo si presentarono in tredici con sette secondi di vantaggio su altri 34 elementi del gruppo: in quell’occasione a prevalere fu lo spagnolo Alejandro Valverde, che precedette il belga Philippe Gilbert e il francese Jérôme Pineau.

Un romantico scorcio di Landerneau e l’altimetria della prima tappa (www.bretagna-vacanze.com)
L’ANGOLO DELLA STORIA
Landerneau sarà la prima delle quattro sedi d’arrivo inedite (le altre tre saranno Pontivy, Malaucène e Quillan) mentre Brest non è certamente una novità per il Tour, avendo già ospitato la corsa transalpina in 27 occasioni per quanto concerne i traguardi di tappa, una lunga serie di successi inaugurata nel 1906 – anno della quarta edizione del Tour – dal francese Louis Trousselier e nella quale spicca una sola affermazione italiana, conquistata nel 1931 dal mantovano Fabio Battesini. “Grand Départ” come quello di quest’anno nella cittadina bretone che ne sono già stati tre e il primo risale al 1952, quando la corsa prese le mosse con una tappa di 246 Km terminata a Rennes con il successo allo sprint del belga Rik Van Steenbergen. Saranno introdotti solo nel 1967 i cronoprologhi e sarà proprio una gara di questo tipo a dare il via al Tour nel 1974, conquistato da Eddy Merckx e al momento ultimo arrivo di tappa ufficiale a Brest. Sempre da questa cittadina, come ricordato poco sopra, partì l’edizione 2008 con la frazione conclusasi a Plumelec con la vittoria di Valverde.
METEO TOUR
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Brest: cielo coperto, 15.1°C (percepiti 16°C), vento debole da WNW (5 km/h), umidità al 77%
Côte de Locronan (GPM – 161.5 Km): cielo coperto, 15.7°C, vento debole da W (5 km/h), umidità al 74%
Châteaulin (111.7 Km): cielo coperto, 15.9°C, vento debole da SW (4 km/h), umidità al 73%
Landerneau: cielo coperto con possibilità di deboli e isolte precipitazioni, 16.2°C (percepiti 17°C), vento debole da NW (8 km/h), umidità al 74%
GLI ORARI DEL TOUR
11.45: inizio diretta su Eurosport1
12.10: partenza da Brest
12.30: partenza ufficiale
12.40-12.45: scollinamento Côte de Trébéolin
13.05-13.10: scollinamento Côte de Rosnoën
13.55-14.10: scollinamento Côte de Locronan
14.00: inizio diretta su RAI 2 (a circa 61 Km dalla partenza)
15.05-15.20: scollinamento Côte de Stang Ar Garront
15.35-15.55: traguardo volante di Brasparts
15.55-16.15: scollinamento di Côte de Saint-Rivoal
17.00-17.30: arrivo a Landerneau

TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Così è finito il Tour nel 2020
1° Roger Kluge
2° Frederik Frison a 5′14″
3° Caleb Ewan a 16′37″
4° Marco Haller a 20′35″
5° Jasper De Buyst a 23′55″
Miglior italiano: Niccolò Bonifazio, 6° a 24′49″
Maglia nera: Tadej Pogačar, 146° a 87h20′05″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Nibali (a proposito delle sua possibile convocazione per le Olimpiadi): “Nel caso in cui arrivasse la convocazione della squadra italiana” (messo così sembra che sia la nostra nazionale ad essere selezionata per partecipare o meno alle Olimpiadi)
Televideo: “Landernau” (Landerneau)
Televideo: “Mur Bretagne” (Mûr-de-Bretagne)
Televideo: “Oyannaz” (Oyonnaz)
Televideo: “Le Grand Bornard” (Le Grand Bornand)
Televideo: “Saint Paul Tres Chateaux” (Saint-Paul-Trois-Châteaux)
Televideo: “Carcassone – Pontivy” (la 14a tappa si correrà tra Carcassone e Quillan)
DISCOTOUR
Retour à la normale ( Matmatah, gruppo fondato nel 1995 a Brest)
TOUR 2021: IL BORSINO DEI FAVORITI
giugno 25, 2021 by Redazione   
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Sta per scattare da Brest la 108a edizione del Tour de France. Ecco il listino dei favoriti, che vede godere dei favori del pronostico il vincitore uscente della corsa francese, lo sloveno Tadej Pogacar.
TADEJ POGACAR: Lo sloveno della UAE – Team Emirates è il favorito numero 1. Dopo la vittoria sorprendente nell’edizione dello scorso anno del Tour de France, si presenterà al via dopo una prima parte di stagione ricca di soddisfazioni, che l’ha visto importsi all’UAE Tour, alla Tirreno-Adriatico, alla Liegi-Bastogne-Liegi e, poche settimane fa, nella corsa di casa, il Giro di Slovenia, affermazioni che arricchiscono ancor di più il palmares di questo giovane ciclista. Avrà gli occhi di tutti puntati addosso, con la Jumbo-Visma di Roglic e la Ineos-Grenadiers di Geraint Thomas che faranno di tutto per mettergli i bastoni tra le ruote. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 30%
PRIMOZ ROGLIC: Non corre dalla Liegi-Bastogne-Liegi del 25 Aprile e dopo la beffa dello scorso anno la voglia di rivincita è tanta. Si sta concentrando e allenando da mesi per un solo obiettivo: Tour de France 2021. In terra francese sarà supportato da una Jumbo-Visma versione super. Gesink, Kruijswijk, Vingegaard, Kuss, Tony Martin, Teunissen e il jolly Van Aert sono in grado di fare la differenza su ogni tipo di terreno, nulla da invidiare alla corazzata Ineos-Grenadiers. Pogacar e il quadrunvirato Carapaz-Thomas-Porte-Geoghengan Hart sono avversari temibili ma il percorso adatto alle sue caratteristiche, il team e la voglia di rivalsa potrebbero fare la differenza. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 25%
RICHARD CARAPAZ: Con il Tour de Suisse dominato qualche settimana fa ha lanciato un segnale importante a tutti i rivali e chi vorrà vincere il Tour de France 2021 dovrà vedersela anche con lui. La voglia di cancellare l’opaca prestazione dello scorso anno sarà un’arma in più e la grande corazzata Ineos potrebbe essere determinante. Il percorso può facilitare la sua missione in terra transalpina e portare per la prima volta nella storia del ciclismo un ecuadoriano sul gradino più alto della corsa francese. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 15%
GERAINT THOMAS: Il 2021 ha visto il gallese correre come ai bei tempi, i terzi posti al Giro di Catalogna e al Delfinato e soprattutto la vittoria al Romandia sono biglietti da visita interessanti. La concorrenza interna è dura e se regge nelle prime tappe e avrà tutta l’Ineos dalla sua sarà una dura gatta da pelare per gli avversari, anche se Roglic e Pogacar sono due ossi duri e in casa Ineos dovranno inventarsi qualcosa di straordinario per metterli in difficoltà. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 15%
RICHIE PORTE: Il terzo moschettiere del team di Brailsford appare il più in forma alla vigilia del Tour de France. Se i giri di Catalogna e Romandia sono sfumati per poco, il Delfinato l’ha vinto meritatamente. A 36 anni non sarà facile contro corridori più giovani di quindici anni, ma per il tasmaniano può essere l’ultima occasione della carriera per vincere la corsa francese. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 10%
MIGUEL ANGEL LOPEZ: Il cambio di casacca sembra aver fatto bene allo scalatore colombiano, che nel team di Unzue sta riacquistando quella confidenza e quella sicurezza con la bici che gli è mancata nel 2020. Vederlo trionfare a Parigi sarà difficile, ma nel ciclismo mai dare nulla per scontato. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 1%
ENRIC MAS: Lo spagnolo della Movistar si dividerà i gradi di capitano con Miguel Angel Lopez. In una stagione nella quale una condizione fisica ottimale non è stata mai raggiunta, i segnali visti alla Mont Ventoux Dénivelé Challenges lasciano presagire un Tour de France da protagonista. Riuscire a migliorare la classifica dello scorso anno sarebbe già qualcosa di straordinario, ma in un contesto di totale equilibrio tra i big una seconda linea talentuosa come lui potrebbe approfittarne per tirare un colpo mancino. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 1%
TAO GEOGHEGAN HART: Mettersi a disposizione dei compagni di squadra più quotati dopo aver vinto il Giro d’Italia 2020 non è il massimo delle aspettative per il giovane inglese. Le prime tappe del Tour de France potrebbero dargli una mano, specie per Porte e Thomas che della sfortuna hanno fatto un cavallo di battaglia. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 1%
RIGOBERTO URAN: Il colombiano non ha mai vinto un Grande Giro, eppure quando meno te lo aspetti è lì ad un pelo, attaccatto al sogno del successo finale. Chris Froome, Vincenzo Nibali e Nario Quintana ne sanno qualcosa. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 1%
JULIAN ALAPHILIPPE: In passato ha provato a far classifica andando vicino ad un risultato clamoroso. Nel 2019 abdicò solo nella ventesima tappa infrangendo i suoi sogni e quelli di tutti i suoi connazionali francesi. In una corsa equilibrata con ritmi non elevatissimi in salita potrebba saltar fuori, soprattutto se riuscisse a conquistare la maglia gialla nelle prime tappe. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 1%
Luigi Giglio

Il porto di Brest, la città bretone dalla quale scatterà il Tour de France 2021 (pixabay.com)
LE INTERVISTE DE ILCICLISMO.IT: FILIPPO FORTIN
giugno 22, 2021 by Redazione   
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Il nostro Luigi Giglio ha intervistato Filippo Fortin. Professionista dal 2012, il ciclista veneziano corre nella formazione austriaca Team Vorarlberg e ha all’attivo 17 vittorie nella massima categoria, l’ultima ottenuta lo scorso 12 marzo nella tappa di Parenzo della Istrian Spring Trophy
Ciao Filippo come stai? Come ti trovi nelle fila del Team Vorarlberg?
Tutto sommato sto bene. Dopo la caduta in Francia al Tour d’Eure-et-Loir, dove ho battuto la testa, non ho riportato conseguenze. Al Team Vorarlberg mi sto trovando molto bene, è una società organizzata sotto tutti i punti di vista e anche l’ambiente è molto stimolante.
Il Team Voralberg che ha ottenuto un successo stagionale proprio grazie a te in una tappa dell’Istrian Spring Trophy. A livello Continental ci sono pochi atleti come te, sia come esperienza, sia soprattutto come numero di vittorie. Hai ottenuto tantissimi successi in carriera, quale di questi ti sta più a cuore e perché?
Sono riuscito a partire subito alla grande quest’anno con diversi risultati utili, poi con il problema di questa pandemia le corse per ora non sono molte. Cerco comunque di farmi trovare sempre pronto, dato che vorrei regalare altri successi al team. Quello che mi sta più a cuore deve ancora arrivare, questo perché ho ancora fame di mettere la ruota davanti a tutti.
Tuo padre giocava a calcio, tuo fratello a rugby, come mai hai scelto di diventare ciclista? Come ti è nata la passione per la bicicletta?
La mia passione è nata fin da piccolo, ho provato un po’ di sport e alla fine un collega di mio papà, che aveva una società ciclista con la quale poi sono cresciuto, mi ha dato una bici da corsa e da lì non sono più sceso.
La corsa che avresti voluto vincere sin da ragazzino?
La corsa che sognavo di vincere da ragazzo è la Milano-Sanremo. Poi ho capito che non è così semplice, devi essere un campione con la C maiuscola per vincerla. Ma questo non vuol dire che non ci metto il 110% negli allenamenti o nelle corse che faccio.
Cosa ti ha insegnato il ciclismo in questi anni?
Il ciclismo mi ha insegnato a non mollare mai, che a volte è questione di tener duro un po’ di più per svoltare o crearsi una situazione migliore. Mai abbattersi e lavorare duro per gli obiettivi che insegui.
Nel 2019 hai smesso i panni del capitano per metterti a disposizione di Nacer Bouhanni alla Cofidis. Col team francese hai corso la tua ultima stagione nella categoria Professional, raccogliendo buone prestazioni e subendo anche un brutto infortunio in Polonia. Cosa rimpiangi di quella stagione?
Rimpiango un po’ di cose: aver sbagliato la preparazione invernale (la troppa voglia di dimostrare mi ha portato ad esagerare e sono arrivato a febbraio che ero già stanco), di non aver passato sulla linea l’ultimo della fuga alla prima tappa del Tour of Yorkshire (una vittoria avrebbe fatto la differenza), aver lavorato non con il Bouhanni più forte della sua carriera (i suoi scarsi risultati influenzavano il giudizio sul mio lavoro), l’infortunio al Polonia che mi ha precluso la possibilità di far la Vuelta. Diciamo che quella stagione, che non doveva andar male, è andata peggio di tutte. Ma come dicevo prima non mollo e spero ancora di poter fare gli ultimi anni in una professional e smettere disputando un grande giro.
Obiettivi per il futuro?
Come ho già anticipato mi piacerebbe fare di nuovo il salto in una categoria superiore. Io quest’anno ho completato i corsi di formazione da DS della Federazione e quindi mi vedrei bene sull’ammiraglia di qualche team per dare esperienza ai giovani ragazzi o anche guidare un team di gente esperta per vincere corse importanti (avrei un occhio di riguardo per i velocisti).
Grazie Filippo per averci rilasciato questa intervista.
Vi Ringrazio per lo spazio concesso.
Da tutto lo staff de Ilciclismo.it, i nostri migliori auguri a Filippo Fortin per il prosieguo della stagione.
Intervista raccolta da Luigi Giglio

Filippo Fortin vince la prima tappa della Flèche du Sud 2017 (© Wort.lu)
GIRO 2021: LE PAGELLE FINALI
giugno 2, 2021 by Redazione   
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A qualche giorno dalla conclusione della Cors Rosa ecco le pagelle definitive del Giro d’Italia 2021
EGAN BERNAL: Il colombiano del Team Ineos Grenadiers nonostante i problemi noti alla schiena stravince il Giro d’Italia 2021. Conquista la Maglia Rosa a Campo Felice nella nona tappa, con una gran vittoria, e non la molla più. Si ripete a Cortina d’Ampezzo, e da lì è solo gestione per arrivare in trionfo a Milano. Ci provano Yates e Caruso a scalfirlo, ma Bernal supportato da un team di altissimo livello riesce a superare tutto e tutti. Dopo un 2020 da cancellare è tornato il Bernal dominatore che conosciamo. VOTO: 10
DAMIANO CARUSO: Il siciliano di occasioni durante la sua carriera ne ha avute poche, al Giro d’Italia partiva come gregario per Landa o Pello Bilbao ma la strada sceglieva lui come capitano e questa volta ha dato una dimostrazione di forza, intelligenza e costanza invidiabili ai più. Il corridore più regolare in salita al Giro è lui, come è sua l’azione più bella nella ventesima tappa con cui vinceva sull’Alpe Motta. Termina al secondo posto a 1′29” da Bernal, un premio più che meritato per la sua lunga carriera. VOTO: 9,5
FILIPPO GANNA: Il piemontese è la prima Maglia Rosa del Giro d’Italia. Corsa che apre e chiude con una sua vittoria. Nel mezzo della Corsa Rosa tanto lavoro per il capitano Bernal. Una certezza. VOTO: 8,5
DANIEL FELIPE MARTINEZ: Dopo il ritiro di Sivakov si era creato un buco nel treno della Ineos Grenadiers per le tappe montane del Giro d’Italia, un buco che il corridore nativo di Soacha riempie alla grande. Un’ombra e un motivatore per Bernal, un autentico angelo custode. Riesce a terminare, nonostante la mole di lavoro, al quinto posto nella classifica generale. VOTO: 8
SIMON YATES: Si presenta al via con qualche acciacco fisico, una contrattura muscolare alla gamba per la precisione, e ne risente la sua classifica nella prima parte del Giro d’Italia. Superati i problemi fisici ritorna a correre come sempre, dando segnali importanti a Sega di Ala E sull’Alpe di Mera. Termina la Corsa Rosa al gradino più basso del podio. VOTO: 7,5
DANIEL MARTIN: A trentacinque anni l’irlandese riesce a vincere una signora tappa, come quella di Sega di Ala, e a entrare nella top ten della classifica generale. VOTO: 7
GIANNI MOSCON: Il trentino ritorna sui suoi livelli compiendo un lavoro di grande qualità e quantità per la Maglia Rosa. Prestazione notevole sia in pianura che in montagna. VOTO: 7
PETER SAGAN: Il tre volte Campione del Mondo riesce a conquistare la Maglia Ciclamino, la prima volta in carriera per lui dopo aver vinto la classifica a punti del Tour de France per ben sette volte. Riesce a vincere anche la tappa di Foligno. VOTO: 7
LORENZO FORTUNATO: Il ventiseienne corre benissimo il suo primo Grande Giro della carriera. Con la vittoria sullo Zoncolan regala alla Eolo-Kometa la prima affermazione al Giro d’Italia. Una piacevole sorpresa. VOTO: 7
ATTILA VALTER: Ha soli ventidue anni lo scalatore ungherese della Groupama-FDJ, una promessa che mostra i suoi valori nella prima settimana del Giro d’Italia, quando riesce ad indossare la Maglia Rosa per ben tre tappe. VOTO: 7
EDOARDO AFFINI: Nelle crono si “scontra” un mostro sacro come Ganna, per il resto della corsa si spende per Bennett e Foss. Encomiabile. VOTO: 7
TACO VAN DER HOORN: L’olandese è il primo dei tanti ciclisti a vincere una tappa partendo dalla fuga di giornata. Resiste all’arrivo del gruppo stoicamente, vincendo per soli 4”. VOTO: 6,5
ALBERTO BETTIOL: Un inizio non proprio entusiasmante per lui, riesce ad entrare nella fuga giusta nella tappa di Stradella e non se la fa scappare. VOTO: 6,5
GINO MADER – MAURO SCHMID – VICTOR LA FAY: Anche loro sono riusciti ad onorare il Giro vincendo una tappa a testa dopo esser andati in fuga. VOTO: 6,5
JOE DOMBROWSKI: Il primo arrivo in salita, a Sestola, viene vinto da lui. Costretto al ritiro abbandona troppo presto la corsa. Un peccato per lo spettacolo. VOTO: 6,5
VICTOR CAMPAENAERTS: Non ha più la gamba dei giorni migliori quando si tratta di spingere nella cronometro, si rifà vincendo a Gorizia, anche lui al termine di una fuga. VOTO: 6,5
GEOFFREY BOUCHARD: Il transalpino riesce a conquistare la classifica scalatori grazie alle fughe di giornata, come già aveva fatto alla Vuelta di Spagna nel 2019. Tanta caparbietà. VOTO: 6,5
ALESSANDRO DE MARCHI: Il friuliano è costretto al ritiro dopo una caduta tremenda. Prima si e ci regala l’emozione della Maglia Rosa conquistata nella tappa di Sestola. VOTO: 6,5
ALESSANDRO COVI: Il giovane corridore della UAE Emirates corre un ottimo Giro d’Italia; combattivo su più terreni, gli manca solo l’acuto finale. VOTO: 6,5
ALEKSANDER VLASOV: Il russo dell’Astana sta studiando da big, sullo Zoncolan gli fallisce la gamba dopo aver fatto lavorare per tutta la tappa la sua squadra. Impara la lezione e gioca di rimessa centrando un buon quarto posto finale in classifica. VOTO: 6,5
JOAO ALMEIDA: Il portoghese, autore lo scorso anno di un’ottima Corsa Rosa, non digerisce il fatto di partire dietro a Evenepoel nelle gerarchie in casa Deceuninck. Dopo il ritiro di Remco diventa capitano e cerca di recuperare la strada perduta. Termina in rimonta al quinto posto a 7′24” da Bernal. VOTO: 6,5
TOBIAS FOSS: Dopo la bella crono iniziale, il giovane ventiquattrenne della Jumbo-Visma entra nella classifica che conta e non ne esce più terminando a Milano in nona posizione. VOTO:6,5
ANDREA VENDRAME: Il veneto timbra il cartellino con una splendida vittoria in fuga a Bagno di Romagna. Una bella rivincita per lui dopo averci provato tanto e senza successo nel 2020. VOTO: 6,5
GIULIO CICCONE: Buon Giro d’Italia per l’abruzzese. Prima del ritiro ha dimostrato che ha le qualità per poter puntare a una piazza d’onore in una Grande Corsa a tappe. VOTO: 6,5
PELLO BILBAO: Ad inizio corsa lascia intendere che non farà il gregario a Landa volentieri, la strada li toglie entrambi dalla lotta per la Maglia Rosa. Landa è costretto al ritiro mentre Pello fuori classifica prova a fare la sua corsa senza grossi risultati fin quando si mette a lavorare per Caruso. Ottima la sua prova sul Passo dello Spluga e sull’Alpe Motta che lo salva da un’altrimenti meritata insufficienza. VOTO: 6
JAN TRATNIK: Non gli manca lo spunto per attaccare, purtroppo per lui non riesce poi a finalizzare. Combattivo. VOTO: 6
HUGH CARTHY: Il britannico riesce a portare a casa un buon piazzamento. Corre di rimessa, sempre alle ruote dei big, finché la gamba regge. Gli manca il cambio di ritmo per poter dire la sua in futuro. VOTO: 6
ROMAIN BARDET: Dopo 15 tappe in cui non si vede minimamente, esce allo scoperto a Cortina d’Ampezzo, troppo tardi. Si sfiancherà nell’ultima settimana tanto che la crono finale di Milano che gli costerà l’uscita dalla top five della classifica generale finale. VOTO: 5,5
REMI CAVAGNA: La caduta in una delle ultime curve della crono finale di Milano è una beffa dfficile da digerire. VOTO: 5,5
DIEGO ULISSI: Il toscano non riesce a portare a casa nessuna tappa nonostante i vari tentativi. Gli manca lo spunto veloce degli anni passati, mentre in salita non riesce a reggere il passo dei migliori. VOTO: 5,5
REMCO EVENEPOEL: Si presenta al via del Giro d’Italia senza aver corso una gara ufficiale in questo 2021, ultima corsa il Giro di Lombardia del 2020 nel quale si infortunò seriamente. Corre bene fino allo sterrato di Montalcino, dove mostra i suoi limiti nel limare in gruppo e le sue paure a pedalare quando la strada scende. Le tappe successive saranno un’agonia che lo porterà al ritiro. VOTO: 5,5
DAVIDE FORMOLO: Prova a far classifica ma non ci riesce, termina a quasi mezz’ora dalla top ten. Non va nemmeno vicino ad una vittoria di tappa. Il Giro 2021 che certifica la sua non attitudine a far classifica in un Grande Giro. VOTO: 5
JAN HIRT: Doveva essere l’uomo di classifica della Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux, fallisce irrimediabilmente. VOTO: 5
GEORGE BENNETT: Prova a portarsi a casa una tappa, ma non ci va mai vicino. Allora prova a far classifica, ma non riesce nemmeno ad entrare nella top ten. VOTO: 5
VINCENZO NIBALI: Il tempo passa inesorabilmente per tutti, anche per lo Squalo. La Corsa Rosa che non lo vede mai protagonista. Obiettivi futuri da rivedere. VOTO: 5
MIKEL NIEVE: Una caduta ne condiziona il rendimento. È un problema che pesa sul Giro di Yates, soprattutto nella terza settimana quando lo spagnolo ci aveva abituato nel passsato a prestazioni sontuose. VOTO:5
BAUKE MOLLEMA: Attacca, contrattacca, fa spremere alla causa alcuni compagni di squadra, ma non riesce minimamente ad andare vicino alla vittoria di tappa. VOTO: 4,5
MAURO VEGNI: Una sola domanda gli vorremo fare: vorremo solamente chiedere perchè certe sceneggiate dei corridori, tappe tagliate (non certo il Mottarone), si vedono solo al Giro d’Italia. VOTO: 4
Luigi Giglio

GIUGNO 2021, DI GIRO IN TOUR
maggio 31, 2021 by Redazione   
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Neanche il tempo di “digerire” il Giro ed è già ora della scorpacciata di corse che a giugno tirano idealmente la volata al Tour. Causa Olimpiadi, quest’anno la corsa francese si svolgerà con una settimana di anticipo rispetto alle date tradizionali e questo ha portato a uno slittamento all’indietro di tutte le gare che la precedono. Così il Delfinato, che solitamente scattava sette giorni dopo la fine della Corsa Rosa, vedrà svolgersi la prima tappa in contemporanea con la crono conclusiva del Giro.
Il Giro non è ancora finito ma è già ora di sintonizzarsi sulle rotte del Tour de France. A causa delle date delle Olimpiadi di Tokyo la corsa francese è stata, infatti, anticipata di una settimana e così la partenza della Grande Boucle avverrà quest’anno il 26 giugno, meno di un mese dopo la fine della Corsa Rosa. Ovviamente lo stesso trattamento hanno subito anche le gare che tradizionalmente anticipano la corsa francese e questo a portato ad una sovrapposizione, per sole ventiquattrore, del Giro con il Critérium du Dauphiné (30 maggio – 6 giugno), la corsa che nell’ultimo decennio è diventata una sorta di prova generale del Tour e che solitamente prende il via una settimana dopo la fine del Giro. Così il 30 giugno, mentre a Milano si svolgerà la cronometro conclusiva della Corsa Rosa, a più 600 Km di distanza scatterà la 74a edizione del Delfinato che, come nelle ultime due stagioni, prenderà il via dalla zona del Massiccio Centrale. Dopo Aurillac nel 2019 e Clermont-Ferrand lo scorso anno stavolta sarà Issoire a ospitare la tappa d’apertura, un movimentato circuito di 182 Km che prevede in particolare la salita della Côte du Château de Buron (3.2 Km al 6.8%) da ripetere tre volte, l’ultima a circa 15 Km dal traguardo. Si tratta di un percorso che mette l’acquolina in bocca ai finisseur, i quali il giorno dopo già dovranno lasciare il testimone agli uomini di classifica pur non essendo di montagna la frazione che condurrà in 173 Km da Brioude (paese natale di Romain Bardet, che non potrà essere della partita in quanto impegnato al Giro) a Saugues, dove si giungerà 7 Km dopo aver superato la cima della salita della foresta di Pourcheresse (7 Km al 6.4%). I velocisti avranno una sola freccia al loro arco e la potranno sparare il terzo giorno di gara sul rettilineo della poco impegnativa Langeac – Saint-Haon-Le-Vieux, 172.5 Km che prevedono solo un paio di facili “côtes” nella prima parte del tracciato. Si entrerà nel vivo l’indomani con l’immancabile tappa a cronometro, che si disputerà tra Firminy a Roche-la-Molière pedalando per quasi 16 Km e mezzo su di un tracciato veloce ma non troppo, privo di vere e proprie salite ma che non si può nemmeno definire pianeggiante per la presenza di quattro brevi tratti in pedalabile ascesa, il più lungo dei quali misura 2.4 Km e presenta una pendenza media del 4.4%. Prima delle tappe decisive si disputerà un’ultima frazione di trasferimento tra Saint-Chamond e Saint-Vallier, 175 km che non dovranno comunque essere trascurati da chi punta alla vittoria finale perché tra le modeste difficoltà altimetriche che li punteggiano spicca con decisione il muro della Côte du Montrebut, 1300 metri al 12.1% che si dovranno scavalcare a 12 Km dall’arrivo e che saranno resi più selettivi dalla strada stretta. Negli ultimi tre giorni sono collocate le tappe di montagna che da sempre sono il tratto distintivo della corsa francese e che sono inserite in crescendo di difficoltà. Si comincerà con il poco impegnativo arrivo in salita a Le Sappey-en-Chartreuse, costituito da una prima rampa di 3.7 Km al 5.4% e da una seconda di 3.3 Km al 6.2%; il tutto sarà preceduto dall’ascesa al Col de Porte (7.4 Km al 6.8%), in vetta al quale (ma si saliva dal più difficile versante opposto) lo scorso anno terminò la seconda tappa del Delfinato, vinta dallo sloveno Primož Roglič e rimasta prevalentemente impressa nella memoria dei corridori per la violenta grandinata che si scatenò al momento dell’arrivo e che lasciò grossi lividi sulle spalle di diversi ciclisti. Come avviene da diversi anni, soprattutto da quando il compito di allestire il palcoscenico del Delfinato è passato dalle mani del quotidiano “Le Dauphiné libéré” a quelle dello staff organizzativo del Tour de France, sarà proposta un’anteprima della prossima edizione della Grande Boucle nel corso della penultima tappa che, prima dell’impegnativo arrivo in salita ai 2072 metri de La Plagne (17 Km al 7.5%), vedrà i corridori testare la poco nota salita del Col du Prè (12.6 Km al 7.6%), che con l’adiacente e più conosciuto Cormet de Roselend (5.7 Km al 6.5%) il 4 luglio sarà affrontata nel secondo tappone alpino, la Cluses-Tignes: in questo caso non si tratta, però, di una novità perchè il Prè era già stato inserito nel tracciato del Tour nel 2018, in occasione della tappa della Rosière vinta da Geraint Thomas. E sempre a proposito di Tour anche nell’ultima frazione del Delfinato ci si dovrà confrontare con una storica salita della corsa francese, oltre che una delle più dure della catena alpina: è il Col de Joux-Plaine, 11.6 Km all’8.5% che emetteranno l’ultima sentenza nel finale della La Léchère-Les-Bains - Les Gets, 147 Km infarciti di altre sei ascese, tra le quali quella che condurrà al traguardo.
Lo stesso giorno della consacrazione del successore del colombiano Daniel Martínez nell’albo d’oro del Delfinato prenderà il via l’84a edizione del Giro di Svizzera (6-13 giugno), che pure sembra strizzare l’occhio agli scalatori nonostante la presenza di quasi 35 Km da percorrere contro il tempo. L’unica frazione nella quale gli uomini della montagna dovranno realmente stringere i denti sarà la cronometro d’apertura, che non è un solito prologo ma una prova di 11 Km disegnata sulle pianeggianti strade di Frauenfeld, resa filante anche dall’abbondante presenza, nella seconda parte del percorso, di tratti da percorrere in rettilineo. Colline in serie caratterizzeranno i finali delle prime due frazioni in linea – quest’anno non ci saranno tappe disegnate per i velocisti – e in particolare interessante si annuncia il finale della Neuhausen am Rheinfall - Lachen per la presenza della salita della Steineggstrasse (2.4 Km all’8,2% con all’interno 1500 metri al 10% di pendenza media) da superare a circa 8 Km dal traguardo; non meno tormentato sarà, comunque, anche il tratto conclusivo della successiva tappa di Pfaffnau che, seppur priva di grandi inclinazioni, non presenterà mai un momento nel quale tirare il fiato negli ultimi 70 Km. Il quarto giorno di gara il traguardo sarà collocato nella nota stazione di sport invernali di Gstaad, ma la tappa che vi giungerà non sarà da classifica perché l’unica salita che si affronterà sarà il pedalabile passo Saanenmöser (7.5 Km al 4.4%), da superare a 10 Km dall’arrivo ricalcando il finale di una tappa del Tour de Suisse 2018 che terminò con il successo del danese Christopher Juul Jensen, che anticipò di otto secondi la volata del gruppo compatto. Il giorno successivo quella frazione si ripartì dalla stessa Gstaad alla volta dell’arrivo in salita di Leukerbad e sarà così anche quest’anno, con la differenza che stavolta la poco impegnativa ascesa finale (8 Km al 5.4%) sarà immediatamente preceduta da quella più difficle di Erschmatt (7.6 Km all’8,6%). Lontane dal traguardo saranno piazzate le salite previste l’indomani nel corso della Andermatt – Disentis/Sedrun, che attraverserà la parte settentrionale del Canton Ticino affrontando subito dopo la partenza il Passo del San Gottardo dal versante settentrionale (9 Km al 7,2%) e ad una trentina di chilometri dall’epilogo il più lungo ma anche più morbido Passo del Lucomagno (18.5 Km al 5.5%). A questo punto si disputerà la seconda cronometro, benevola verso gli scalatori perché nell’affrontare i 23 Km della prova contro il tempo bisognerà salire fino ai 2046 dell’Oberalppass (9.5 Km al 6.5%) prima di planare verso Andermatt, che l’indomani ospiterà ancora il Tour de Suisse. La corsa si concluderà, infatti, con una tappa d’alta montagna in circuito che, dopo aver riscalato in partenza dai versanti opposti l’Oberalppass (10.7 Km al 5.6%) e il Lucomagno (16.6 Km al 5.2%), avrà il suo momento clou nel ritorno sul San Gottardo – salendovi stavolta da Airolo (13.2 Km al 6.7%) ma senza percorrere l’impegnativa strada in pavé della Val Tremola – prima di far ritorno ad Andermatt con una discesa conclusiva di quasi 15 Km.
Mentre sarà in corso di svolgimento il Tour de Suisse i riflettori torneranno ad accendersi sulla Francia per la Route d’Occitanie (10-13 giugno), quarantaseiesima edizione della gara che fino al 2017 era nota con il nome di Route du Sud e costituisce un’alternativa al Delfinato nell’avvicinamento al Tour de France, soprattutto per chi gradisce una gara nel complesso meno impegnativa del Criterium. Le ultime due tappe, quelle decisive, si disputeranno sui Pirenei e saranno introdotte da altrettante frazioni secondarie, la prima della quale presenta un percorso di media montagna, con il Col de Fontfroide (12 Km al 6.5%) da superare a una settantina di chilometri dal traguardo di Lacaune-les-Bains, a sua volta preceduto da un tratto conclusivo di 14 Km in lievissima ascesa. La seconda sarà la tappa più semplice, quasi del tutto priva di difficoltà altimetriche negli ultimi 100 Km, anche se l’arrivo ad Auch non sarà di semplice gestione per i velocisti in quanto posto al termine di un breve strappo che inizierà sotto lo striscione dell’ultimo chilometro. La tappa regina sarà la terza, che avrà in menù la mitica ascesa al Tourmalet (19 Km al 7.4%) a una cinquantina di chilometri dalla partenza da Pierrefitte-Nestalas e l’arrivo presso la stazione di sport invernali di Le Mourtis, la cui strada d’accesso – in salita per 12.7 Km al 6.3% – coincide in gran parte con quella di un altro storico colle del Tour, il Menté (celebre soprattutto per la rovinosa caduta dello spagnolo Luis Ocaña al Tour del 1971, che lo costrinse al ritiro in maglia gialla quando stava dominando la corsa con un vantaggio incolmabile su Eddy Merckx). A decretare il vincitore dovrebbe, però, essere la conclusiva frazione di Duilhac-sous-Peyrepertuse, che proporrà l’inedito arrivo in salita al castello di Peyrepertuse, poco meno di 5 Km all’8.1% che saranno preceduti dall’altrettanto breve, ma meno impegnativa, ascesa del Grau de Maury (4 Km al 6.2%).
Di certo, pur non presentando un tracciato durissimo, calamiterà le attenzioni degli appassionati anche la 27a edizione del Giro di Slovenia (9-13 giugno) perché ai nastri di partenza si schiererà il vincitore uscente del Tour de France Tadej Pogačar, che potrebbe anche fare un pensierino alla vittoria nella corsa di casa. Il primo giorno saranno protagonisti i velocisti sul traguardo di Rogaška Slatina, poi si cambierà scenario con l’arrivo della seconda frazione a Celje, dove il traguardo sarà posto al termine della breve ma ripida salita al castello che sovrasta la cittadina, 2 Km al 7.2% che fanno gola ai finisseur. Riconsegnato il palcoscenico agli sprinter in quel di Krško. si disputerà al penultimo giorno la tappa più impegnativa, disegnata a pochi chilometri dal confine con l’Italia. Dopo la partenza da Ajdovščina si arriverà nella vicina Nova Gorica, dove il traguardo non sarà posto nel centro della cittadina attraversata durante la tappa di Gorizia dell’ultimo Giro d’Italia ma sulle alture soprastanti: qui si affronteranno in rapida successione due ripide salite dalle caratteristiche di muro, quella di Ravnica (2.7 Km al 10.7%) e quella della Sveta Gora, una verticale di 2500 metri al 13.5% di media in cima alla quale si concluderà questa frazione. L’indomani spazio alla classica passerella di fine corsa sul tradizionale traguardo dell’ultimo giorno di Novo Mesto, che offrirà la terza occasione ai velocisti.
L’ultima corsa a tappe di un certo interesse prima della partenza del Tour sarà l’Adriatica Ionica Race (15-17 giugno), il cui tracciato non è ancora stato svelato, poi il 20 giugno andrà in scena il campionato nazionale, che si correrà tra Bellaria-Igea Marina e Imola, dove si arriverà dopo aver affrontato per cinque volte la salita della Cima Gallisterna (2700 metri al 6.5% contenenti un muro di 1000 metri al 12%), che lo scorso anno fu il fulcro del circuito del mondiale vinto da Julian Alaphilippe.
Non ci saranno solo i professionisti a rendere interessante il mese di giugno, perché nello stesso periodo si svolgerà la 44a edizione del Giro d’Italia Giovani Under 23 (3 – 12 giugno), riservato a quei corridori che fino a qualche decennio fa venivano definiti “dilettanti”. Le prime cinque frazioni si disputeranno in Emilia-Romagna, con la partenza della prima tappa da Cesenatico e l’arrivo dopo 144 Km a Riccione, dove si giungerà al termine di un tracciato collinare che non dovrebbe impedire l’arrivo allo sprint. Interessante, anche se non ai fini della classifica finale, si annuncia il finale della seconda frazione perché si andrà a Imola affrontando a 10 Km dal traguardo la pocanzi citata salita della Cima Gallisterna. Si farà quindi ritorno a Cesenatico per una frazione in circuito di 132 Km che ricalcherà il tracciato medio della Gran Fondo Nove Colli, che lo scorso anno aveva festeggiato quella che avrebbe dovuto essere la 50a edizione (poi annullata per pandemia) ospitando sul tracciato completo una frazione del Giro dei professionisti, vinta dall’ecuadoriano Jhonatan Narváez: per i dilettanti i colli da affrontare saranno quattro e il più impegnativo sarà il Barbotto, 4.6 Km all’8% da superare a 42 Km dall’arrivo. A questo punto il gruppo si sposterà dalla Romagna all’Emilia per le prime due tappe che vedranno protagonisti i corridori che punteranno alla vittoria finale, una cronometro individuale totalmente pianeggiante di 25 Km disegnata tra Sorbolo Mezzani e Guastalla e successivamente la Fanano – Sestola di 142 Km, il cui finale sarà lo stesso della tappa recentemente conquistata dallo statunitense Joe Dombrowski al Giro dei professionisti, con la breve ma ripida ascesa del Colle Passerino (4.3 Km al 9.9%) piazzata a ridosso del traguardo. Questa sarà anche la prima di cinque frazioni consecutive riservate agli scalatori, che il giorno dopo avranno dalla loro parte l’ascesa di Selvino, a dire il vero non troppo pendente (12 Km al 5.3%), da scavalcare a 20 Km dall’arrivo della giornata più lunga di questa edizione poiché si dovranno percorrere 177 Km per andare da Bonferraro di Sorgà a San Pellegrino Terme. L’indomani la Valtellina ospiterà la tappa regina, che scatterà da Sondrio per raggiungere in circa 120 Km i 2020 metri sul livello del mare del Lago di Campo Moro, traguardo posto al termine di un’interminabile ascesa di quasi 30 Km al 5.4% di pendenza media (7.6% nel tratto più impegnativo di 12.7 Km) che tre anni fa era stata affrontata a cronometro al Giro d’Italia femminile, cronoscalata vinta dalla fortissima olandese Annemiek van Vleuten. In salita saranno anche i finali delle frazioni seguenti, con l’ottava che dall’Aprica condurrà in 115 Km ad Andalo (14.6 km al 5.5%) e la nona che prenderà il via da Cavalese per transitare dai 2031 metri del Passo Valles (19 Km al 4.9%, con gli ultimi 4 Km all.8.8%) a una ventina di chilometri dalla partenza e terminare con la doppia ascesa al Nevegal (12.5 Km al 4.5%). L’ultimo atto, 163 Km da San Vito al Tagliamento a Castelfranco Veneto, offrirà la seconda occasione ai velocisti, per i quali l’unica insidia sarà rappresentata dal pavé del breve rettilineo d’arrivo di Piazza Giorgione, lo stesso che ha già ospitato l’epilogo di due frazioni del Giro dei “grandi”, vinte rispettivamente da Silvio Martinello nel 1991 e da Mario Cipollini nel 1999.
Mauro Facoltosi
I SITI DELLE CORSE
Critérium du Dauphiné
www.criterium-du-dauphine.fr/en
Tour de Suisse
Route d’Occitanie
Giro di Slovenia
Adriatica Ionica Race
Campionati italiani di ciclismo su strada
Tour de France

Il Col de Joux Plan sarà la salita regina del Delfinato 2021 (wikipedia)
IL GIRO CHE VERRÀ (e altro ancora)
maggio 31, 2021 by Redazione   
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Il Giro è finito, ma già qualche piccolo spiraglio si apre sulla prossima edizione della Corsa Rosa
Un Giro è finito e uno nuovo ne sta per cominciare. Conclusa l’edizione 2021 della Corsa Rosa gli organizzatori inizieranno nelle prossime settimana e comporre le tessere del puzzle che andrà a comporre il tracciato del Giro dell’anno venturo, il cui percorso sarà svelato a novembre. L’ha rivelato ieri Mauro Vegni, direttore della corsa forse al suo ultimo anno di attività (si vocifera che Urbano Cairo vorrebbe Davide Cassani al suo posto), che ha anche anticipato che il 2022 potrebbe anche essere l’anno della partenza dall’Ungheria, già prevista per la scorsa edizione e annullata a causa della pandemia: potrebbero aiutare in tal senso i tre giorni in rosa di Attila Valter, che hanno oltremodo galvanizzato i magiari. Mal che vada, la Grande Partenza da Budapest verrebbe nuovamente rinviata e, stando alle indiscrizioni del giornalista piemontese Beppe Conti, il Giro partirebbe dalle Marche. C’è ora da unire i vari tasselli del puzzle, le numerose candidature pervenute sulla scrivania di Vegni, anche se con tutta probabilità non sarà possibile accontentare tutti l’anno prossimo e qualche municipio voglioso di Giro dovrà attendere altri dodici mesi. Cominciamo dal Piemonte dove hanno richiesto la Corsa Rosa Santena e Asti, che si è proposta per una tappa a cronometro. Dalla Ligura si sono fatti avanti due centri balneari del savonese, Albisola e Albenga, mentre in Lombardia si punta a riportare il Giro in Valtellina, a Livigno per la precisione. L’Alto Adige sarà della partita (ma ancora non sono stati fatti i nomi delle località che dovrebbe ospitare il Giro), mentre succulente candidature arrivano dal Veneto, dove ci sarà una sorta di ballottaggio tra le Tre Cime di Lavaredo, il Nevegal e la zona dell’Alpago (ma anche Possagno, che si trova vicina al Monte Grappa, ha richiesto il Giro perchè nel 2022 cadrà il 200° anniversario della scomparsa del celebre scultore Antonio Canova, nativo di questo centro). In Emilia si è fatta avanti Reggio Emilia, dalla Toscana tutto tace mentre in Umbria sono ancora in pole position Foligno e Perugia (stavolta per una cronometro tra i due centri), ma si è fatta sentire anche Terni. In Lazio si vorrebbe riportare il Giro sul Terminillo a dodici anni dall’ultimo arrivo, mentre dal vicino Abruzzo è tutto un fiorire di candidature: la corsa è stata richiesta all’Aquila, Spoltore, Francavilla al Mare e ai Prati di Tivo, mentre da anni viene avanzata la proposta – finora rimasta inesaudita – di una cronometro lungo la Riva dei Trabocchi, percorsa anche quest’anno nel finale delle tappa di Termoli. Latitano le candidature del sud, ma comunque hanno già bussato alle porte della Gazzetta il centro molisano di Carpinone, quello campano di Monte di Procida, quello pugliese di Rutigliano e la città calabrese di Crotone.
La proposta più affascinante arriva ancora una volta dal friulano Enzo Cainero che, dopo aver riportato per l’ennesima volta il Giro sullo Zoncolan, ora ha in mente una difficilissima cronoscalata con arrivo fissato in uno dei luoghi più spettacolari del Friuli, il Monte Santo di Lussari, al quale si arriverebbe percorrendo un lungo e difficile tratto di strada bianca.

Il santuario costruito sulla sommità del Monte Santo di Lussari (www.borghistorici.it)
CIAK… SI GIRO
Il Giro è finito ma c’è ancora un film del quale vogliamo parlarvi e non poteva che essere “Totò al Giro d’Italia”, girato nel 1948 dal regista umbro marchigiano Mario Mattoli. Non lo faremo in questa pagina, rinviandovi all’articolo che Mauro Facoltosi scrisse lo scorso anno rivelando molti segreti sulla produzione di quella pellicola.
http://www.ilciclismo.it/2009/?p=51781

Una scena di "Totò al Giro d'Italia" (www.davinotti.com)
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo ventunesima tappa, Senago – Milano
1° Einer Rubio
2° Nicola Venchiarutti a 30″
3° Harm Vanhoucke a 40″
4° Natnael Tesfazion a 46″
5° Marton Dina s.t. 
Classifica generale
1° Riccardo Minali
2° Attilio Viviani a 6′09″
3° Matteo Moschetti a 6′28″
4° Alexander Krieger a 10′47″
5° Umberto Marengo a 16′43″
Maglia nera: Egan Bernal, 143° a 5h35′49″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Fabretti: “Quello che abbiamo voluto portarvi sui vostri teleschermi sono stati i colori, i rumori e i PROFUMI del Giro d’Italia”
Orlando: “Minali lo stiamo seguendo dalla prima pedalata, da quando ha staccato dalla rampa di lancio”
Fabretti: “Dieci chilometri cavi” (di cavi)
Borgato: “È riuscito a salvare la curva”
Cassani: “Un paio di curve non le ha fatte benissime”
Borgato: “È sceso dal manubrio”
Pancani: “Bettiol è un corridore che ci ha fatto vivere tra emozioni forti”
Ganna: “Non riuscivo ad agganciare il pedalino”
Genovesi: “Un circuito che correvano i ciclisti”
Pancani: “È un’opinione mio”
Pancani: “L’ordine di partenza della classifica generale rovesciata”
Pancani: “Arrivo all’Alpe di Motta (Alpe Motta)
Pancani: “La cronometro conclusivo”
De Stefano: “Uno scenario naturale meraviglioso” (il Duomo di Milano non è una meraviglia della natura)
Genovesi: “La tasca di Ascoli Piceno”
Borgato (parlando di De Marchi): “La sua vittoria è stata l’espressione di una carriera” (non ha ottenuto vittorie di tappa, ha vestito per due giorni la maglia rosa)
Pancani: “Ganna veniva dal terzo posto alla Sanremo, parliamo di cronometro” (Ganna si è piazzato 64° alla Sanremo, terzo si era piazzato qualche giorno prima nell’ultima tappa a cronometro della Tirreno-Adriatico)
Televideo RAI: “Non ne approfitta Affini” (ne dubito, ha trovato chi è andato meglio di lui)
DISCOGIRO
Oh gloria Inmarcesible! (inno nazionale colombiano)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): SENAGO – MILANO
maggio 30, 2021 by Redazione   
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Il Giro è arrivato al suo ultimo anno, la pianeggiante cronometro con arrivo in Piazza del Duomo a Milano. Difficilmente riuscirà a cambiare i volti del podio e la loro posizione, ma è ancora apertissima la lotta per un piazzamento nella top ten
Dopo l’ultima tappa di montagna nulla potrà più cambiare sul podio del Giro. Bernal è rimasto graniticamente in testa alla classifica dopo aver passato un brutto quarto d’ora all’ìnizio dell’ultima settimana sulla salita della Sega di Ala, Caruso ha distanziato Yates salendo verso l’Alpe Motta e il terzo posto del britannico è separato dall’abisso di quasi quattro minuti dal corridore attualmente quarto in classifica, il russo Aleksandr Vlasov. Ancora apertissima è, invece, la lotta per un “posto al sole” appena già dal podio e un piazzamento all’interno della top ten è comunque un qualcosa di prestigioso, anche se poi alla fine pochi se lo ricorderanno. In particolare il quarto (Vlasov), il quinto (Romain Bardet) e il sesto (Daniel Martínez) sono racchiusi in un fazzoletto di 49 secondi e non molto distante sono anche Hugh Carthy e João Almedia, rispettivamente a 26 e 54 secondi da Martínez. A delineare i piani bassi dell’alta classifica sarà la cronometro conclusiva, 30 filanti chilometri che da Senago condurranno dritti all’appodro conclusivo di Piazza del Duomo, movimentati da rare curve che consentiranno ad un corridore del calibro di Filippo Ganna di lanciarsi a tutta sulle strade della periferia meneghina, alla ricerca della seconda affermazione dopo quella ottenuta nella cronometro d’apertura a Torino.

Via Dante a Milano e l’altimetria della ventesima tappa (wikipedia)
L’ANGOLO DELLA STORIA
E con questa faranno 90: tante sono le volte nelle quali il Giro ha scelto il capoluogo lombardo quale sede d’arrivo. Milano è la “culla” del Giro, qui la corsa è nata nell’estate del 1908, da qui è partita la prima edizione il 13 maggio del 1909 e qui si è quasi sempre arrivati – tranne qualche eccezione – al termine della frazione conclusiva. Quest’ultima è stata più spesso in linea, con l’approdo situato – fin quando è stato agibile – sulla mitica pista del velodromo Vigorelli. In dodici occasioni, però, la tappa meneghina è stata a cronometro e sarebbero state tredici se nel 1967 una manifestazione di piazza (si protestava contro la guerra del Vietnam) non avesse impedito il cronoprologo in notturna che Torriani si era inventato per festeggiare la 50a edizione della Corsa Rosa: sarebbe stato il primo prologo in assoluto della storia del ciclismo, un primato che quello stesso anno sarà soffiato al Giro dal Tour de France. Così la prima cronometro con arrivo a Milano sarà quella disputata il giorno conclusivo del Giro del 1971, partita da Lainate e vinta dal danese Ole Ritter, recordman dell’ora in carica. Nel 1979, sempre all’ultimo giorno di corsa, si disputò la Cesano Maderno – Milano con arrivo sulla pista d’atletica dell’Arena Civica, lo stesso luogo dove 70 anni prima era terminata l’ultima tappa del primo Giro d’Italia: quel giorno era in maglia rosa Giuseppe Saronni, che vinse anche questa frazione distanziando di 15” Roberto Visentini e di 21” il grande rivale Francesco Moser. Il Giro del 1982 non terminò a Milano ma vi partì e per l’atto d’apertura fu scelta una cronosquadre di 16 Km che vide imporsi la Renault-Elf-Gitan, formazione del grande favorito Bernard Hinault, che partirà così in maglia rosa e in maglia rosa giungerà al conclusivo traguardo di Torino. Due anni più tardi si disputò il Giro del celebre sorpasso di Moser al francese Fignon nella conclusiva cronometro di Verona, edizione della corsa che aveva in precedenza proposto un’altra prova contro il tempo tra la Certosa di Pavia e Milano, pure vinta dal corridore trentino. Dodici mesi più tardi la gloria toccherà al suo rivale Saronni, vittorioso nel capoluogo lombardo con la sua Del Tongo-Colnago al termine della cronosquadre del terzo giorno, partita da Busto Arsizio, e nuovo capoclassifica, levando la maglia rosa proprio dalle spalle di Moser. Il 1992 sarà l’anno della cronometro meneghina più lunga perché per invogliare la presenza di Miguel Indurain, che si schierava per la prima volta in carriera al via del Giro, ne fu inserita all’ultimo giorno una lunga ben 66 Km: nonostante il chilometraggio, la fatica accumulata in tre settimane di corsa e la classifica oramai delineata a suo favore (aveva più di due minuti su Chiappucci), il fuoriclasse spagnolo volle scagliare un lampo della sua classe lanciandosi a tutta dalla Piazza Ducale di Vigevano e presentandosi al traguardo del Castello Sforzesco con quasi tre minuti di vantaggio su Guido Bontempi, dopo aver viaggiato a una media di 50.126 Km/h ed essersi preso il lusso di riprendere Chiappucci e poche centinaia di metri dall’arrivo. Nel nuovo millennio le conclusioni a cronometro in quel di Milano diventeranno più frequenti, preferendole alla tradizionale tappa conclusiva favorevole ai velocisti, e in ben tre occasioni risulteranno determinanti per la vittoria finale, con i ribaltoni in extremis tra Joaquim Rodríguez e Ryder Hesjedal nel 2012, tra Nairo Quintana e Tom Dumoulin nel 2017 e tra Jai Hindley e Tao Geoghegan Hart lo scorso anno. In tutto ne sono state disputate sei negli ultimi diciotto anni, conquistate da Serhij Hončar (2003), Marco Pinotti (2008 e 2012), David Millar (2011), Jos van Emden (2017) e Filippo Ganna (2020).
CIAK… SI GIRO
Davinotti, il sito dal quale abbiamo preso le segnalazioni che vi abbiamo proposto in questa rubrica, normalmente non prende in considerazione le scene girate in luoghi celebri che non hanno bisogno di presentazioni, come il Colosseo a Roma o Piazza San Marco a Venezia. Ci sono rarissime eccezioni e una di queste riguarda una celeberrima scena girata nel luogo dove il Giro terminerà anche quest’anno il suo cammino, Piazza del Duomo a Milano. È la scena del “noio volevam savuar”, una delle più spassose di “Totò, Peppino e la… malafemmina”, pellicola che racconta i maldestri tentativi dei fratelli Antonio e Peppino Caponi di impedire il matrimonio di un loro nipote con la ballerina Marisa Florian (Dorian Gray): è la “malafemmina” del titolo, alla quale scriveranno una strampalata lettera, altra scena cult del film che tra l’altro non era prevista dal copione e che fu improvvisata al momento dai due geniali attori, costringendo le maestranze a ripetere più volte il ciak perché gli operatori di scena non riuscivano a trattenere le risa. Poco prima di quella scena i due erano arrivati a Milano scendendo alla Stazione Centrale e da lì raggiungendo Piazza del Duomo, dove incontreranno un “ghisa” (interpretato dal ballerino Franco Rimoldi, il quale pure costrinse a far ripetere la scena a causa della “ridarola”) al quale chiederanno “Noio volevam savuar, per andare dove dobbiamo andare per dove dobbiamo andare??”. Noi, invece, sappiamo dome mandarvi: se guardate con attenzione la seconda foto, vedrete indicato da un circoletto rosso il punto dove si trovavano Totò e Peppino De Filippo.
Cliccate qui per scoprire le altre location del film

Totò, Peppino De Filippo e Franco Rimoldi (il "ghisa") in Piazza del Duomo a Milano in una della più celebri scene di "Totò, Peppino e la... malafemmina" (www.davinotti.com)

Indicato dal cerchio rosso, il punto di Piazza Duomo dove si trovavano Totò e Peppino nella celeberrima scena del "Noio volevam savuar" (www.davinotti.com)
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/toto-peppino-e-la-malafemmina/50000256
METEO GIRO
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Senago – partenza primo corridore: cielo sereno, 21.4°C, vento debole da SE (10 Km/h), umidità al 52%
Milano – arrivo maglia rosa: cielo sereno, 23.6°C, vento debole da ESE (8-9 Km/h), umidità al 41%
GLI ORARI DEL GIRO
12.00: inizio diretta su Raisport
13.45: partenza del primo corridore da Senago
14.00: inizio diretta su RAI 2 e arrivo del primo corridore a Milano
15.00: inizio diretta su Eurosport1
16.37: partenza della maglia rosa da Senago
17.15: arrivo della maglia rosa a Milano
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo diciannovesima tappa, Verbania – Valle Spluga (Alpe Motta)
1° Davide Cimolai
2° Peter Sagan s.t.
3° Macej Bodnar s.t.
4° Albert Torres a 12″
5° Samuele Rivi a 16″
Classifica generale
1° Riccardo Minali
2° Matteo Moschetti a 6′59″
3° Attilio Viviani a 7′20″
4° Alexander Krieger a 10′46″
5° Albert Torres a 17′37″
Maglia nera: Egan Bernal, 143° a 5h34′03″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Sito del Giro d’Italia: “Ma sarà da un altro lago, il Garda, che la frazione partirà” (si partiva da Verbania, sul Lago Maggiore)
Borgato: “La salita scende per due chilometri”
Pancani: “La maglia azzurra, la maglia che premia i migliori risultati dei Gran Premi della Montagna”
Rizzato: “Poco margine con il maglia rosa”
Borgato: “Oggi è più complato creare allenze”
Borgato: “Nella crono di domani può accadere tante cose”
Borgato: “Sta trovando una condizione questo finale di Giro”
Cassani: “Gli under23 non hanno potuto misurarsi”
Borgato: “Bardet, bocca aperta sulla ruota di Cataldo”
Pancani: “Ci sono troppe galleria”
Cassani: Quando Bardet cerca di portare sta seduto”
Borgato: “La Bahrain Victorius vanno a conquistare la seconda vittoria di tappa”
Pancani: “Oggi è stata emozioni forti”
Comunicato RCS: “ha tagliato il traguardo in solitaria alzate”
DISCOGIRO
Caruso (Lucio Dalla)

