IL GIRO CHE VERRÀ (e altro ancora)

maggio 31, 2021 by Redazione  
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Il Giro è finito, ma già qualche piccolo spiraglio si apre sulla prossima edizione della Corsa Rosa

Un Giro è finito e uno nuovo ne sta per cominciare. Conclusa l’edizione 2021 della Corsa Rosa gli organizzatori inizieranno nelle prossime settimana e comporre le tessere del puzzle che andrà a comporre il tracciato del Giro dell’anno venturo, il cui percorso sarà svelato a novembre. L’ha rivelato ieri Mauro Vegni, direttore della corsa forse al suo ultimo anno di attività (si vocifera che Urbano Cairo vorrebbe Davide Cassani al suo posto), che ha anche anticipato che il 2022 potrebbe anche essere l’anno della partenza dall’Ungheria, già prevista per la scorsa edizione e annullata a causa della pandemia: potrebbero aiutare in tal senso i tre giorni in rosa di Attila Valter, che hanno oltremodo galvanizzato i magiari. Mal che vada, la Grande Partenza da Budapest verrebbe nuovamente rinviata e, stando alle indiscrizioni del giornalista piemontese Beppe Conti, il Giro partirebbe dalle Marche. C’è ora da unire i vari tasselli del puzzle, le numerose candidature pervenute sulla scrivania di Vegni, anche se con tutta probabilità non sarà possibile accontentare tutti l’anno prossimo e qualche municipio voglioso di Giro dovrà attendere altri dodici mesi. Cominciamo dal Piemonte dove hanno richiesto la Corsa Rosa Santena e Asti, che si è proposta per una tappa a cronometro. Dalla Ligura si sono fatti avanti due centri balneari del savonese, Albisola e Albenga, mentre in Lombardia si punta a riportare il Giro in Valtellina, a Livigno per la precisione. L’Alto Adige sarà della partita (ma ancora non sono stati fatti i nomi delle località che dovrebbe ospitare il Giro), mentre succulente candidature arrivano dal Veneto, dove ci sarà una sorta di ballottaggio tra le Tre Cime di Lavaredo, il Nevegal e la zona dell’Alpago (ma anche Possagno, che si trova vicina al Monte Grappa, ha richiesto il Giro perchè nel 2022 cadrà il 200° anniversario della scomparsa del celebre scultore Antonio Canova, nativo di questo centro). In Emilia si è fatta avanti Reggio Emilia, dalla Toscana tutto tace mentre in Umbria sono ancora in pole position Foligno e Perugia (stavolta per una cronometro tra i due centri), ma si è fatta sentire anche Terni. In Lazio si vorrebbe riportare il Giro sul Terminillo a dodici anni dall’ultimo arrivo, mentre dal vicino Abruzzo è tutto un fiorire di candidature: la corsa è stata richiesta all’Aquila, Spoltore, Francavilla al Mare e ai Prati di Tivo, mentre da anni viene avanzata la proposta – finora rimasta inesaudita – di una cronometro lungo la Riva dei Trabocchi, percorsa anche quest’anno nel finale delle tappa di Termoli. Latitano le candidature del sud, ma comunque hanno già bussato alle porte della Gazzetta il centro molisano di Carpinone, quello campano di Monte di Procida, quello pugliese di Rutigliano e la città calabrese di Crotone.
La proposta più affascinante arriva ancora una volta dal friulano Enzo Cainero che, dopo aver riportato per l’ennesima volta il Giro sullo Zoncolan, ora ha in mente una difficilissima cronoscalata con arrivo fissato in uno dei luoghi più spettacolari del Friuli, il Monte Santo di Lussari, al quale si arriverebbe percorrendo un lungo e difficile tratto di strada bianca.

Il santuario costruito sulla sommità del Monte Santo di Lussari (www.borghistorici.it)

Il santuario costruito sulla sommità del Monte Santo di Lussari (www.borghistorici.it)

CIAK… SI GIRO

Il Giro è finito ma c’è ancora un film del quale vogliamo parlarvi e non poteva che essere “Totò al Giro d’Italia”, girato nel 1948 dal regista umbro marchigiano Mario Mattoli. Non lo faremo in questa pagina, rinviandovi all’articolo che Mauro Facoltosi scrisse lo scorso anno rivelando molti segreti sulla produzione di quella pellicola.

http://www.ilciclismo.it/2009/?p=51781

Una scena di Totò al Giro dItalia (www.davinotti.com)

Una scena di "Totò al Giro d'Italia" (www.davinotti.com)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo ventunesima tappa, Senago – Milano

1° Einer Rubio
2° Nicola Venchiarutti a 30″
3° Harm Vanhoucke a 40″
4° Natnael Tesfazion a 46″
5° Marton Dina s.t.

Classifica generale

1° Riccardo Minali
2° Attilio Viviani a 6′09″
3° Matteo Moschetti a 6′28″
4° Alexander Krieger a 10′47″
5° Umberto Marengo a 16′43″

Maglia nera: Egan Bernal, 143° a 5h35′49″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Fabretti: “Quello che abbiamo voluto portarvi sui vostri teleschermi sono stati i colori, i rumori e i PROFUMI del Giro d’Italia”
Orlando: “Minali lo stiamo seguendo dalla prima pedalata, da quando ha staccato dalla rampa di lancio”
Fabretti: “Dieci chilometri cavi” (di cavi)
Borgato: “È riuscito a salvare la curva”
Cassani: “Un paio di curve non le ha fatte benissime”
Borgato: “È sceso dal manubrio”
Pancani: “Bettiol è un corridore che ci ha fatto vivere tra emozioni forti”
Ganna: “Non riuscivo ad agganciare il pedalino”
Genovesi: “Un circuito che correvano i ciclisti”
Pancani: “È un’opinione mio”
Pancani: “L’ordine di partenza della classifica generale rovesciata”
Pancani: “Arrivo all’Alpe di Motta (Alpe Motta)
Pancani: “La cronometro conclusivo”
De Stefano: “Uno scenario naturale meraviglioso” (il Duomo di Milano non è una meraviglia della natura)
Genovesi: “La tasca di Ascoli Piceno”
Borgato (parlando di De Marchi): “La sua vittoria è stata l’espressione di una carriera” (non ha ottenuto vittorie di tappa, ha vestito per due giorni la maglia rosa)
Pancani: “Ganna veniva dal terzo posto alla Sanremo, parliamo di cronometro” (Ganna si è piazzato 64° alla Sanremo, terzo si era piazzato qualche giorno prima nell’ultima tappa a cronometro della Tirreno-Adriatico)
Televideo RAI: “Non ne approfitta Affini” (ne dubito, ha trovato chi è andato meglio di lui)

DISCOGIRO

Oh gloria Inmarcesible! (inno nazionale colombiano)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): SENAGO – MILANO

maggio 30, 2021 by Redazione  
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Il Giro è arrivato al suo ultimo anno, la pianeggiante cronometro con arrivo in Piazza del Duomo a Milano. Difficilmente riuscirà a cambiare i volti del podio e la loro posizione, ma è ancora apertissima la lotta per un piazzamento nella top ten

Dopo l’ultima tappa di montagna nulla potrà più cambiare sul podio del Giro. Bernal è rimasto graniticamente in testa alla classifica dopo aver passato un brutto quarto d’ora all’ìnizio dell’ultima settimana sulla salita della Sega di Ala, Caruso ha distanziato Yates salendo verso l’Alpe Motta e il terzo posto del britannico è separato dall’abisso di quasi quattro minuti dal corridore attualmente quarto in classifica, il russo Aleksandr Vlasov. Ancora apertissima è, invece, la lotta per un “posto al sole” appena già dal podio e un piazzamento all’interno della top ten è comunque un qualcosa di prestigioso, anche se poi alla fine pochi se lo ricorderanno. In particolare il quarto (Vlasov), il quinto (Romain Bardet) e il sesto (Daniel Martínez) sono racchiusi in un fazzoletto di 49 secondi e non molto distante sono anche Hugh Carthy e João Almedia, rispettivamente a 26 e 54 secondi da Martínez. A delineare i piani bassi dell’alta classifica sarà la cronometro conclusiva, 30 filanti chilometri che da Senago condurranno dritti all’appodro conclusivo di Piazza del Duomo, movimentati da rare curve che consentiranno ad un corridore del calibro di Filippo Ganna di lanciarsi a tutta sulle strade della periferia meneghina, alla ricerca della seconda affermazione dopo quella ottenuta nella cronometro d’apertura a Torino.

Via Dante a Milano e l’altimetria della ventesima tappa (wikipedia)

Via Dante a Milano e l’altimetria della ventesima tappa (wikipedia)

L’ANGOLO DELLA STORIA

E con questa faranno 90: tante sono le volte nelle quali il Giro ha scelto il capoluogo lombardo quale sede d’arrivo. Milano è la “culla” del Giro, qui la corsa è nata nell’estate del 1908, da qui è partita la prima edizione il 13 maggio del 1909 e qui si è quasi sempre arrivati – tranne qualche eccezione – al termine della frazione conclusiva. Quest’ultima è stata più spesso in linea, con l’approdo situato – fin quando è stato agibile – sulla mitica pista del velodromo Vigorelli. In dodici occasioni, però, la tappa meneghina è stata a cronometro e sarebbero state tredici se nel 1967 una manifestazione di piazza (si protestava contro la guerra del Vietnam) non avesse impedito il cronoprologo in notturna che Torriani si era inventato per festeggiare la 50a edizione della Corsa Rosa: sarebbe stato il primo prologo in assoluto della storia del ciclismo, un primato che quello stesso anno sarà soffiato al Giro dal Tour de France. Così la prima cronometro con arrivo a Milano sarà quella disputata il giorno conclusivo del Giro del 1971, partita da Lainate e vinta dal danese Ole Ritter, recordman dell’ora in carica. Nel 1979, sempre all’ultimo giorno di corsa, si disputò la Cesano Maderno – Milano con arrivo sulla pista d’atletica dell’Arena Civica, lo stesso luogo dove 70 anni prima era terminata l’ultima tappa del primo Giro d’Italia: quel giorno era in maglia rosa Giuseppe Saronni, che vinse anche questa frazione distanziando di 15” Roberto Visentini e di 21” il grande rivale Francesco Moser. Il Giro del 1982 non terminò a Milano ma vi partì e per l’atto d’apertura fu scelta una cronosquadre di 16 Km che vide imporsi la Renault-Elf-Gitan, formazione del grande favorito Bernard Hinault, che partirà così in maglia rosa e in maglia rosa giungerà al conclusivo traguardo di Torino. Due anni più tardi si disputò il Giro del celebre sorpasso di Moser al francese Fignon nella conclusiva cronometro di Verona, edizione della corsa che aveva in precedenza proposto un’altra prova contro il tempo tra la Certosa di Pavia e Milano, pure vinta dal corridore trentino. Dodici mesi più tardi la gloria toccherà al suo rivale Saronni, vittorioso nel capoluogo lombardo con la sua Del Tongo-Colnago al termine della cronosquadre del terzo giorno, partita da Busto Arsizio, e nuovo capoclassifica, levando la maglia rosa proprio dalle spalle di Moser. Il 1992 sarà l’anno della cronometro meneghina più lunga perché per invogliare la presenza di Miguel Indurain, che si schierava per la prima volta in carriera al via del Giro, ne fu inserita all’ultimo giorno una lunga ben 66 Km: nonostante il chilometraggio, la fatica accumulata in tre settimane di corsa e la classifica oramai delineata a suo favore (aveva più di due minuti su Chiappucci), il fuoriclasse spagnolo volle scagliare un lampo della sua classe lanciandosi a tutta dalla Piazza Ducale di Vigevano e presentandosi al traguardo del Castello Sforzesco con quasi tre minuti di vantaggio su Guido Bontempi, dopo aver viaggiato a una media di 50.126 Km/h ed essersi preso il lusso di riprendere Chiappucci e poche centinaia di metri dall’arrivo. Nel nuovo millennio le conclusioni a cronometro in quel di Milano diventeranno più frequenti, preferendole alla tradizionale tappa conclusiva favorevole ai velocisti, e in ben tre occasioni risulteranno determinanti per la vittoria finale, con i ribaltoni in extremis tra Joaquim Rodríguez e Ryder Hesjedal nel 2012, tra Nairo Quintana e Tom Dumoulin nel 2017 e tra Jai Hindley e Tao Geoghegan Hart lo scorso anno. In tutto ne sono state disputate sei negli ultimi diciotto anni, conquistate da Serhij Hončar (2003), Marco Pinotti (2008 e 2012), David Millar (2011), Jos van Emden (2017) e Filippo Ganna (2020).

CIAK… SI GIRO

Davinotti, il sito dal quale abbiamo preso le segnalazioni che vi abbiamo proposto in questa rubrica, normalmente non prende in considerazione le scene girate in luoghi celebri che non hanno bisogno di presentazioni, come il Colosseo a Roma o Piazza San Marco a Venezia. Ci sono rarissime eccezioni e una di queste riguarda una celeberrima scena girata nel luogo dove il Giro terminerà anche quest’anno il suo cammino, Piazza del Duomo a Milano. È la scena del “noio volevam savuar”, una delle più spassose di “Totò, Peppino e la… malafemmina”, pellicola che racconta i maldestri tentativi dei fratelli Antonio e Peppino Caponi di impedire il matrimonio di un loro nipote con la ballerina Marisa Florian (Dorian Gray): è la “malafemmina” del titolo, alla quale scriveranno una strampalata lettera, altra scena cult del film che tra l’altro non era prevista dal copione e che fu improvvisata al momento dai due geniali attori, costringendo le maestranze a ripetere più volte il ciak perché gli operatori di scena non riuscivano a trattenere le risa. Poco prima di quella scena i due erano arrivati a Milano scendendo alla Stazione Centrale e da lì raggiungendo Piazza del Duomo, dove incontreranno un “ghisa” (interpretato dal ballerino Franco Rimoldi, il quale pure costrinse a far ripetere la scena a causa della “ridarola”) al quale chiederanno “Noio volevam savuar, per andare dove dobbiamo andare per dove dobbiamo andare??”. Noi, invece, sappiamo dome mandarvi: se guardate con attenzione la seconda foto, vedrete indicato da un circoletto rosso il punto dove si trovavano Totò e Peppino De Filippo.

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

Totò, Peppino De Filippo e Franco Rimoldi (il ghisa) in Piazza del Duomo a Milano in una della più celebri scene di Totò, Peppino e la... malafemmina (www.davinotti.com)

Totò, Peppino De Filippo e Franco Rimoldi (il "ghisa") in Piazza del Duomo a Milano in una della più celebri scene di "Totò, Peppino e la... malafemmina" (www.davinotti.com)

Indicato dal cerchio rosso, il punto di Piazza Duomo dove si trovavano Totò e Peppino nella celeberrima scena del Noio volevam savuar (www.davinotti.com)

Indicato dal cerchio rosso, il punto di Piazza Duomo dove si trovavano Totò e Peppino nella celeberrima scena del "Noio volevam savuar" (www.davinotti.com)

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/toto-peppino-e-la-malafemmina/50000256

METEO GIRO

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

Senago – partenza primo corridore: cielo sereno, 21.4°C, vento debole da SE (10 Km/h), umidità al 52%
Milano – arrivo maglia rosa: cielo sereno, 23.6°C, vento debole da ESE (8-9 Km/h), umidità al 41%

GLI ORARI DEL GIRO

12.00: inizio diretta su Raisport
13.45: partenza del primo corridore da Senago
14.00: inizio diretta su RAI 2 e arrivo del primo corridore a Milano
15.00: inizio diretta su Eurosport1
16.37: partenza della maglia rosa da Senago
17.15: arrivo della maglia rosa a Milano

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo diciannovesima tappa, Verbania – Valle Spluga (Alpe Motta)

1° Davide Cimolai
2° Peter Sagan s.t.
3° Macej Bodnar s.t.
4° Albert Torres a 12″
5° Samuele Rivi a 16″

Classifica generale

1° Riccardo Minali
2° Matteo Moschetti a 6′59″
3° Attilio Viviani a 7′20″
4° Alexander Krieger a 10′46″
5° Albert Torres a 17′37″

Maglia nera: Egan Bernal, 143° a 5h34′03″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Sito del Giro d’Italia: “Ma sarà da un altro lago, il Garda, che la frazione partirà” (si partiva da Verbania, sul Lago Maggiore)
Borgato: “La salita scende per due chilometri”
Pancani: “La maglia azzurra, la maglia che premia i migliori risultati dei Gran Premi della Montagna”
Rizzato: “Poco margine con il maglia rosa”
Borgato: “Oggi è più complato creare allenze”
Borgato: “Nella crono di domani può accadere tante cose”
Borgato: “Sta trovando una condizione questo finale di Giro”
Cassani: “Gli under23 non hanno potuto misurarsi”
Borgato: “Bardet, bocca aperta sulla ruota di Cataldo”
Pancani: “Ci sono troppe galleria”
Cassani: Quando Bardet cerca di portare sta seduto”
Borgato: “La Bahrain Victorius vanno a conquistare la seconda vittoria di tappa”
Pancani: “Oggi è stata emozioni forti”
Comunicato RCS: “ha tagliato il traguardo in solitaria alzate”

DISCOGIRO

Caruso (Lucio Dalla)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): VERBANIA – VALLE SPLUGA (ALPE MOTTA)

maggio 29, 2021 by Redazione  
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È l’ultima occasione per gli avversari di Bernal per metterlo in crisi in montagna, dopo la crisi patita dal colombiano a Sega di Ala. Ieri all’Alpe di Mera Yates non è riuscito a metterlo in difficoltà come l’altro giorno, pur avendo guadagnato quasi mezzo minuto; oggi le dovrà tentare tutte se vorrà vincere il Giro, ma non sarà facile

Quella odierna sarà l’ultima possibilità per gli scalatori, e soprattutto per il britannico Simon Yates, per tentare di mettere in difficoltà Egan Bernal. La maglia rosa pareva inattaccabile dopo le prove di forza dimostrate dal colombiano a Campo Felice, a Montalcino, sullo Zoncolan e sul Giau. Il giorno dopo il riposo, però, il durissimo arrivo in salita a Sega di Ala ci aveva mostrato uno scenario differente, con la maglia rosa in sofferenza dopo l’attacco di Yates, riuscito a guadagnare quasi un minuto. E un’altra trentina di secondi il britannico li ha conquistati ieri sull’Alpe di Mera, fermandosi a 2′49″ dal primato di Bernal, un “tesoretto” temporale che sembra comunque ancora consistente. Non sarà facile “demolirlo”, anche perchè le salite del tappone italo-elvetico non hanno la possanza del Giau, della Sega di Ala e dell’Alpe di Mera, soprattutto sotto l’aspetto delle pendenze. Potrebbero comunque lasciare il segno e contribuire ad aiutare la selezione innescata da eventuali e attesi attacchi dello scalatore britannico. L’inclinazione media del Passo del San Bernardino, per esempio, è “solo” del 6.2%, ma è distribuita su ben 23.7 Km che fanno dell’ascesa elvetica la più lunga del Giro 2021. Anche la quota potrà avere un certo peso perché in vetta al passo si supererà di 65 metri la quota 2000 e ancora più in alto si salirà per raggiungere il successivo Passo dello Spluga (2115 metri) al termine di un’ascesa nettamente più breve della precedente, ma fornita di una pendenza media di poco superiore (8.9 Km al 7.3%). Rientrati in italia gli ultimi giochi di classifica in salita si faranno nella parzialmente inedita ascesa finale verso l’Alpe Motta, suddivisa in due rampe distinte all’altezza del passaggio da Madesimo, dove la strada diventerà pianeggiante per un buon chilometro. I due tratti di ascesa – il primo di 4 Km, il secondo lungo poco meno di 2.5 Km – presentano una pendenza media molto simile, attorno all’8,6%, anche se in realtà i dati della porzione conclusiva dell’ascesa sono mitigati da una progressiva perdita d’inclinazione nel tratto che precede il traguardo: quell’ultimo settore debutterà con 1000 metri al 10% medio sul quale chi sarà alla frutta rischierà di fare una bella indigestione di salite, anche se a così poco dall’arrivo forse non si potrà perder molto tempo dai corridori che lo precedono (sempre che la luce non si sia spenta molto prima).

I tornanti del Passo dello Spluga e l’altimetria della diciannovesima tappa (www.sondriotoday.it)

I tornanti del Passo dello Spluga e l’altimetria della diciannovesima tappa (www.sondriotoday.it)

L’ANGOLO DELLA STORIA

L’Alpe Motta, frazione più alta del comune di Campodolcino, ospiterà il Giro per la prima volta, ma la salita conclusiva in passato è già stata affrontata alla Corsa Rosa poiché per raggiungere il traguardo si dovrà obbligatoriamente transitare da Madesimo, dove già due tappe si sono concluse. Il “battesimo” ciclistico di questa località avvenne nel 1965 con un durissimo tappone d’alta montagna il cui finale coincide con quello della frazione disegnata quest’anno. Era il 3 giugno e il mattino i corridori presero il via dalla località elvetica di Saas Fee con la prospettiva di percorrere sotto il maltempo qualcosa come 282 Km infarciti di quattro grandi passi alpini: prima di San Bernardino e Spluga si dovevano, infatti, raggiungere i 2429 metri del Furkapass (che, tra due settimane, sarà affrontato anche nella tappa conclusiva del Tour de Suisse) e poi anche i 2106 metri del San Gottardo. A non farsi intimorire dalla pioggia fu la maglia rosa Vittorio Adorni che, nonostante i più di 6 minuti di vantaggio su Italo Zilioli, rispondendo a un attacco di Michele Dancelli dopo il San Bernardino salutò tutti è s’involò verso il traguardo, dove giunse quasi tre minuti e mezzo prima di Vito Taccone, portando a 11’26” il suo vantaggio su Zilioli: quando, tre giorni più tardi, il corridore parmense sarà consacrato a Firenze vincitore del Giro la Gazzetta titolò “È il più bel rosa dopo Coppi”. Più in sordina passò l’arrivo del Giro a Madesimo nel 1987, ancora soffocato dalle polemiche che qualche giorno prima erano scaturite dopo la tappa di Sappada, quello dello storico attacco dell’irlandese Stephen Roche ai danni del suo capitano in maglia rosa Roberto Visentini. La tappa valtellinese, che stavolta proponeva l’ascesa finale integrale da Chiavenna dopo esser saliti in precedenza sul Passo San Marco, terminò con il successo di Jean-François Bernard, astro nascente del ciclismo francese che il mese successivo al Tour si piazzerà terzo a 2′13″ da Roche dopo essersi imposto nella cronoscalata al Mont Ventoux e nell’altra prova contro il tempo di Digione. La sua carriera ad alti livelli, però, terminerà l’anno successivo a causa di una caduta rimediata proprio al Giro nella tappa di Borgo Valsugana, che gli consentirà di correre ancora ma senza più raggiungere le alte vette che la sua classe gli avrebbe permesso di conquistare.

CIAK… SI GIRO

In questa rubrica ieri si era parlato di film ispirati ai romanzi di Piero Chiara, il romanziere originario di Luino che nel 1976 pubblicò il suo libro di maggior successo, “La stanza del vescovo”, ambientato sul Lago Maggiore. Inevitabilmente – anche se, talvolta, nel cinema capita il contrario – si scelse lo stesso lago quando l’anno successivo il regista Dino Risi ne fece un film che sarà presentato fuori concorso al Festival del Cinema di Cannes. Protagonisti ne furono Ugo Tognazzi, Ornella Muti e alcune tra le bellezze più suggestive del Verbano, come l’Eremo di Santa Caterina del Sasso e i castelli di Cannero, manieri innalzati tra l’XI secolo e il XII secolo su due isolotti rocciosi situati nel bel mezzo del lago: mancando quest’anno un’ultima tappa in linea da vivere a ritmo turistico nei chilometri iniziali (domani la frazione conclusiva sarà a cronometro) il gruppo potrebbe scegliere il tratto iniziale della frazione di Valle Spluga per una sorta di passerella, trovando così il tempo di gettare una fugace occhiata verso i castelli che Tognazzi e la Muti raggiunsero per un romantico pic-nic quarantaquattro anni fa.

Ugo Tognazzi e Ornella Muti veleggiano verso i Castelli di Cannero ne La stanza del vescovo (www.davinotti.com)

Ugo Tognazzi e Ornella Muti veleggiano verso i Castelli di Cannero ne "La stanza del vescovo" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/la-stanza-del-vescovo/50001544

METEO GIRO

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

Verbania : poco nuvoloso, 23.4°C, vento debole da SSE (8 Km/h), umidità al 48%
Locarno (Km 33.6) : cielo sereno, 24.7°C, vento debole da S (8 Km/h), umidità al 52%
Roveredo (Km 65.1) : cielo sereno, 24.9°C, vento debole da W (8 Km/h), umidità al 53%
San Bernardino (paese) (Km 98.8) : nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 15.3°C, vento moderato da NW (12-14 Km/h), umidità al 43%
Passo dello Spluga (Km 134.9) : poco nuvoloso, 11°C, vento moderato da NNW (16-22 Km/h), umidità al 42%
Valle Spluga (Alpe Motta)*: cielo sereno con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 15.4°C, vento moderato da NNW (14-20 Km/h), umidità al 42%

* previsioni relative al centro di Madesimo (1534 metri), dal quale si transita a 2 Km dall’arrivo (traguardo a quota 1727 metri)

GLI ORARI DEL GIRO

11.15: inizio diretta su Raisport
12.15: inizio diretta su Eurosport1
12.20: partenza da Verbania
12.50-12.55: traguardo volante di Cannobio
14.00: inizio diretta su RAI 2 (a circa 65 Km dalla partenza)
14.20-14.30: inizio salita Passo San Bernardino
15.15-15.40: GPM del Passo San Bernardino
15.40-16.05: inizio salita Passo dello Spluga
16.05-16.40: GPM del Passo dello Spluga
16.30-17.05: inizio salita finale
16.45-17.25: traguardo volante di Madesimo
16.55-17.30: arrivo all’Alpe Motta

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo diciottesima tappa, Rovereto – Stradella

1° Samuele Rivi
2° Samuele Zoccarato s.t.
3° Nicola Venchiarutti s.t.
4° Albert Torres s.t.
5° Max Walscheid s.t.

Classifica generale

1° Riccardo Minali
2° Matteo Moschetti a 6′59″
3° Attilio Viviani a 7′20″
4° Alexander Krieger a 11′15″
5° Umberto Marengo a 17′51″

Maglia nera: Egan Bernal, 144° a 4h56′44″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Rizzato: “La nostra motocronaca segna 27 gradi”
Borgato: “Il suo ritardo non è cosi lontano”
Pancani: “Gruppo che va a punteggiare questa bellissima discesa”
Cassani: “Yates è in buona ancora condizione”
Genovesi: “San Giulio e San Giuliano partirono er portare le chiese nell’Europa meridionale”
Genovesi: “Prestigissimo premio”
Pancani: “Passo della Colma, salita inedita” (è già stata affrontata nel 1992)
Rizzato: “Vedono passare il panorama ai lati della strada”
Borgato: “Si stanno rivedendo la stessa cosa”
Pancani: “Arriva adesso Simon Yates” (era già arrivato da un minuto)
Televideo RAI: “Precede Almeida e Bernal di 11 secondi” (Bernal ne ha persi 28)
Televideo RAI: “Yates vince precedendo di 10 secondi Almeida e di 27″ Egan Bernal” (ne hanno rispettivamente persi 11 e 28)
Televideo RAI: “Bernal, scortato dal team, aspetta gli ultimissimi km per riportarsi nel gruppo” (con lui era rimasto un solo compagno di squadra e non si è riportato sul gruppo semplicemente perchè davanti a lui c’era solo Yates, che non è riuscito a raggiungere; e nel finale lo ha staccato anche Almeida)

DISCOGIRO

Marcia funebre, Fryderyk Chopin (dedicata alla vittime dell’incidente del Mottarone)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): ABBIATEGRASSO – ALPE DI MERA (Valsesia)

maggio 28, 2021 by Redazione  
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La crisi patita mercoledì pomeriggio dalla maglia rosa Egan Bernal sull’ascesa dell’Alpe di Mera è stato solo un momento passeggero oppure dietro c’è la stanchezza che si sta accumulando dopo due settimane di Giro d’Italia? A dissipare questo dubbio ci penserà oggi un altro difficile arrivo in salita

L’inaspettata crisi di Bernal sulla salita della Sega di Ala ha riaperto un Giro che sembrava andare nel senso unico della vittoria schiacciante dello scalatore colombiano. E così ora c’è molta più attesa oggi per l’inedito approdo all’Alpe di Mera, che si raggiungerà percorrendo un’ascesa che può quasi essere considerata una gemella di quella trentina. Questa misurava 11.2 Km e presentava una pendenza media del 9.8%, mentre i primi 500 metri e gli ultimi 2 Km era decisamente pedalabili; la salita valsesiana, invece, non presenta mai tratti che consentiranno di rifiatare ed è lunga poco più del tratto duro della Sega di Ala, mentre le pendenza media è di quasi un grado inferiore: sono comunque 9.7 Km al 9% che avranno il loro “non plus ultra” nel picco al 14% che si raggiungerà a poco meno di 3 Km dalla conclusione. Come nella tappa disputata due giorni fa l’ascesa finale non si affronterà “liscia” poiché sarà preceduta da altri due Gran Premi della Montagna, comunque più facili rispetto al San Valentino: si tratta del Passo della Colma (7.5 Km al 6.4%) e della precedente ascesa all’Alpe Agogna di Gignese (12.8 Km al 2.9%), inserita nel tracciato soli pochi giorni fa in sostituzione della più impegnativa salita al Mottarone (15 Km al 6.7%), tolta dal tracciato in rispetto delle vittime dell’assurdo ncidente avvenuto domenica scorsa sulla funivia che saliva da Stresa.

Il Sacro Monte di Varallo e l’altimetria della diciottesima tappa (www.avvenimenti.org)

Il Sacro Monte di Varallo e l’altimetria della diciottesima tappa (www.avvenimenti.org)

L’ANGOLO DELLA STORIA

A differenza di Sega di Ala, l’approdo all’Alpe di Mera costituisce un traguardo nuovissimo per il ciclismo professionistico. Non è la prima volta, però, che una corsa arriva lassù perché negli anni ’80 vi terminarono due frazioni del Giro della Valsesia, corsa per dilettanti che si disputò a tappe dal 1980 al 2003 e in linea dal 2004 al 2012, l’anno dell’ultima edizione, nella quale si piazzò secondo Fabio Aru, che poche settimane più tardi sarebbe passato professionista con l’Astana. Nel 1985 s’impose in classifica l’attuale commentatore RAI Marco Saligari, che dodici mesi più tardi iniziò da leader anche l’edizione successiva vincendo la tappa d’apertura. Il giorno dopo era in programma per la prima volta nella storia l’arrivo all’Alpe di Mera, la cui strada d’accesso era stata asfaltata da pochi mesi e permetteva all’epoca di giungere fino all’Alpe Trogo, dalla quale nella tappa di oggi si transiterà quando mancheranno circa 2 Km e mezzo al traguardo. Lassù Saligari sarà costretto a lasciare le insegne del primato al suo compagno di squadra Ivan Luca Menni, che oltre a vincere la tappa gli succederà qualche giorno più tardi nell’albo d’oro del Giro della Valsesia. Anche il vincitore su questo traguardo nel 1989, Marco Lanteri, poi si imporrà nella classifica generale: si tratta di un binomio – vittoria all’Alpe di Mera e primato nella classifica finale – che si ripeterà anche nel 2021?

CIAK… SI GIRO

Proprio ai piedi del Mottarone il gruppo sfiorerà l’incantevole borgo di Orto San Giulio, dedalo di viuzze pittorescamente affacciato sull’omonimo lago nel quale il gruppo, per ovvie ragioni, non può avventurarsi. In quel reticolo di stradine, però, in passato ci si sono inoltrate con i loro ingombranti mezzi di ripresa numerose troupe che poi hanno immortalato questo delizioso borgo nelle loro produzioni. In particolare la zona del Cusio fu scelta per tradurre per il grande schermo tre romanzi dello scrittore varesino Piero Chiara, “La banca di Monate” (1976), “Il piatto piange” (1974) e “Una spina nel cuore” (1986). Mentre nel primo non compare Orta, se non fugacemente sullo sfondo di una scena (fu prevalentemente girato nella vicina Omegna, dalla quale i “girini” transiteranno prima d’intraprendere l’ascesa al Passo della Colma), le altre due pellicole offrono abbondati scorci della cittadina piemontese, tra i quali si vedono aggirarsi attori del calibro di Aldo Maccione e del grande comico Erminio Macario, alla sua penultima interpretazione al cinema. In “Una spina del cuore”, invece, il ruolo del protagonista sarà interpretato da Anthony Delon, figlio del divo francese Alain.

La scena del comizio che ne Il piatto piange sarà disturbata dalla comparsa del protagonista Mario Tonini (Maccione) in costume adamitico: siamo nella centralissima Piazza Mario Motta ad Orta San Giulio (www.davinotti.com)

La scena del comizio che ne "Il piatto piange" sarà disturbata dalla comparsa del protagonista Mario Tonini (Maccione) in costume adamitico: siamo nella centralissima Piazza Mario Motta ad Orta San Giulio (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/il-piatto-piange/50001248

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/una-spina-nel-cuore/50025691

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/la-banca-di-monate/50015332

METEO GIRO

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

Abbiategrasso: poco nuvoloso, 23°C, vento moderato da E (12-13 Km/h), umidità al 54%
Borgomanero (Km 57.2) : nubi sparse, 21.4°C, vento debole da E (6 Km/h), umidità al 48%
Gignese – GPM (Km 83) : nubi sparse, 20°C (percepiti 21°C), vento debole da SSE (6 Km/h), umidità al 44%
Cesara (Km 118) : nubi sparse, 20.7°C, vento debole da SSE (4 Km/h), umidità al 46%
Alpe di Mera: cielo coperto, 14.6°C, vento debole da SW (4-10 Km/h), umidità al 61%

GLI ORARI DEL GIRO

11.00: inizio diretta su Raisport
12.30: inizio diretta su Eurosport1
12.35: partenza da Abbiategrasso
14.00: inizio diretta su RAI 2 (a circa 50 Km dalla partenza)
14.45-15.00: GPM di Alpe Agogna (Gignese)
15.00-15.20: traguardo volante di Baveno
15.55-16.15: GPM di Passo della Colma
16.25-16.50: traguardo volante di Scopetta
16.30-17.00: inizio salita finale
17.00-17.30: arrivo all’Alpe di Mera

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo diciottesima tappa, Rovereto – Stradella

1° Mauro Schmid
2° Callum Scotson s.t.
3° Julius van den Berg s.t.
4° Pieter Serry s.t.
5° Dries De Bondt s.t.

Classifica generale

1° Riccardo Minali
2° Matteo Moschetti a 5′31″
3° Attilio Viviani a 5′52″
4° Alexander Krieger a 13′28″
5° Umberto Marengo a 16′23″

Maglia nera: Egan Bernal, 147° a 4h30′34″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Borgato: “È stato bellissimo questi continui attacchi”
Pancani: “È scivolato a meno 18 minuti il gruppo”
Cassani: “Bettiol sta guadagnando nei canfronti di Cavagna”
Rizzato: “Ti rimangono mentalmente in memoria”
Garzelli: “Curioso le parole che gli lancia con lo sguardo”
Borgato: “Questa finale di tappa”
Professor Fagnani: “Rottofreno è una zona dell’Oltrepò Pavese” (Rottofreno è in Emilia, l’Oltrepò Pavese in Lombardia”
Borgato: “Cavagna provà a vincere” (proverà)
Rizzato: “Una linguetta d’asfalto”
Pancani: “Radio Informazione” (Radio Informazioni)
Pancani: “La meraviglia di questa inquadratura che cercava la nostra discesa con il gruppo”
Pancani: “Bettiol quando vince fa dei capolavoro”
Pancani: “Stefano Ondani”

DISCOGIRO

Omaggio a Carla Fracci

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): ROVERETO – STRADELLA

maggio 27, 2021 by Redazione  
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È l’ultima tappa facile del Giro 2021, una frazione di trasferimento tra le grandi giornate di montagna che però non terminerò con un arrivo allo sprint. Le colline che interromperanno la linea retta della pianura negli ultimi 35 Km, infatti, toglieranno di mezzo i velocisti, le cui squadre quasi certamente oggi si disinteressaranno al lavoro in testa al gruppo. Favoriti i fuggitivi, ma non va escluso l’arrivo di un gruppo risicato dalle ondulazioni dell’Oltrepò Pavese e nemmeno un tentativo a sorpresa di qualche uomo di classifica sul ripido strappo di Cicognola

Ricordate la tappa di Asti dello scorso anno, quella della protesta dei corridori alla partenza di Morbegno per la sua eccessiva lunghezza? Quella frazione si collocava esattamente nel mezzo tra due impegnativi tapponi (quelli dei Laghi di Cancano e del Sestriere) ed era destinata ai velocisti ma, dopo lo spostamento del via ad Abbiategrasso in accoglienza delle lamentele di parte del gruppo, andò a finire che fu la fuga a riuscire a giungere per prima al traguardo. Anche la tappa che oggi arriverà a Stradella è molto simile perché è la più chilometrica (anche se non in maniera abbondante rispetto a quella astigiana), per la sua collocazione nel mezzo delle montagne (ieri Sega di Ala, domani l’Alpe di Mera) e per i probabilissimi esiti di gara. Stavolta a rompere le uova nel paniere ai velocisti sono stati gli organizzatori che, dopo una prima parte di gara totalmente pianeggiante, hanno inserito proprio a ridosso del traguardo una serie di difficoltà altimetriche che tarperanno loro le ali (infatti, non essendo più previste tappe a loro dedicate dopo quella di Verona, molti sprinter hanno da tempo fatto le valigie e se ne sono tornati a casa). Se, arrivati al 196° Km di gara, si fosse proseguiti dritti sulla Strada Statale 10 si sarebbe raggiunto il traguardo in un paio di chilometri e per i velocisti ci sarebbe stata una possibilità in più per disputarsi una vittoria di tappa. Invece, gli ultimi 35 Km vedranno il gruppo pedalare tra i colli ammantati di vigneti dell’Oltrepò Pavese, affrontando in rapida successione quattro brevi ascese. La prima sarà quella di Montù Beccaria, costituita da due brevi e pedalabili rampe separata da un tratto intermedio in falsopiano. Dopo l’altrettanto facile salita di Castana, l’unica che metterà in palio i punti per la classifica degli scalatori, si affronterà l’ascesa più difficile, il piccolo muretto di Cicognola, 1400 metri al 7.5% (dei quali i primi 500 al 9.8%) che potrebbero ispirare anche il tentativo di un uomo di classifica, agevolato anche dalla sede stradale piuttosto stretta. In un finale ad alta intensità pochi chilometri più avanti s’incontrerà il traguardo volante ad abbuoni di Broni, collocato proprio al piede dell’ultima difficoltà di giornata, la salita verso Canneto Pavese, 2 Km al 6% che culmineranno a poco meno di 5 Km dal traguardo. Quando si ritroverà la pianura mancheranno solo 3 Km alla linea d’arrivo.

Le colline dell’Oltrepò Pavese e l’altimetria della diciassettesima tappa (www.doctorwine.it)

Le colline dell’Oltrepò Pavese e l’altimetria della diciassettesima tappa (www.doctorwine.it)

L’ANGOLO DELLA STORIA

Si contano sulle punta delle dita le tappe che si sono svolte tra i celebri vigneti dell’Oltrepò e in una di queste occasioni l’arrivo era fissato a Stradella. L’anno era il 1994, quello della consacrazione di Marco Pantani nel celebre tappone dell’Aprica, che si disputò il giorno precedente l’arrivo nella cittadina pavese. Il finale era lo stesso della frazione odierna, anche se era prevista la sola ascesa a Canneto, inserita in un circuito e da ripetere due volte. Come accadrà anche quest’anno arrivò la fuga e a imporsi fu l’italo-inglese Maximilian Sciandri, che vinse con l’inganno dopo aver raccontato una bugia a Fabiano Fontanelli: gli fece credere di non averne più e che avrebbe lasciato la vittoria al corridore romagnolo, il quale s’impegnò in un’inutile volata per poi vedersi precedere dal corridore che l’aveva buggerato. Tre anni prima la salita di Canneto era stata affrontata nel tratto iniziale di una delle più impegnative cronometro della storia del Giro, 66 Km che prevedevano anche la pedalabile ascesa del Passo del Carmine a metà percorso e addirittura un muro nel finale, quello di Montalto Pavese: contro tutti i pronostici il percorso finì per esaltare la maglia rosa di turno, il toscano Franco Chioccioli, che riuscì a staccare di 52 secondi il favorito Gianni Bugno e di 1’02” Claudio Chiappucci. Altre due frazioni terminate nella zona dell’Oltrepò, visitandone però la zona montana, furono quelle di Voghera del 1979 e di Varzi del 1977, rispettivamente conquistate dallo svedese Bernt Johansson e dal toscano Giancarlo Tartoni.

CIAK… SI GIRO

Chissà quante volte vedendo un film sui pirati v’è venuta la voglia di partire anche voi all’arrembaggio per quei lontani luoghi; magari ci siete anche andati e siete tornati a casa delusi per non aver ritrovato gli stessi scorci che vi avevano affascinato sul grande schermo. Ma c’è un perché e non c’era nemmeno il bisogno di allontanarsi dall’Italia per ammirarli. I film italiani di quel filone, infatti, furono in realtà girati in casa sia per questioni economiche, sia per sfruttare l’opportunità che era stata offerta dalla fondazione nel 1954 della Nuova Benaco Film in quel di Lazise. È, infatti, nella nota località affacciata sulla sponda veneta del Lago di Garda – che oggi il gruppo sfiorerà a una cinquantina di chilometri dalla partenza da Rovereto – che furono girate pellicole le cui azioni nella finzione filmica si svolgevano a migliaia di chilometri di distanza. Così il porto al quale sbarca il capitano Luis de Monterey ne “I pirati della costa” è quello di Lazise e nello stesso luogo Sansone viene sottoposto a una prova di forza ne “Sansone contro i pirati”.

Lesotico porto al quale sbarca capitano Luis de Monterey ne I pirati della costa è in realtà quello nostrano di Lazise (www.davinotti.com)

L'esotico porto al quale sbarca capitano Luis de Monterey ne "I pirati della costa" è in realtà quello nostrano di Lazise (www.davinotti.com)

È sempre il porto di Lazise, qui visto in Sansone contro i pirati” (www.davinotti.com)

È sempre il porto di Lazise, qui visto in "Sansone contro i pirati” (www.davinotti.com)

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https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/i-pirati-della-costa/50042231

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/sansone-contro-i-pirati/50010961

METEO GIRO

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

Canazei : cielo sereno, 23.6°C, vento debole da SW (9-10 Km/h), umidità al 57%
Lazise (Km 53) : cielo sereno, 21°C, vento debole da WSW (8-11 Km/h), umidità al 63%
Asola (Km 99.3) : cielo sereno, 24.6°C, vento debole da W (5 Km/h), umidità al 48%
Cremona – traguardo volante (Km 134.2) : cielo sereno, 25.4°C, vento debole da WNW (5-6 Km/h), umidità al 43%
Castel San Giovanni (Km 186.9) : poco nuvoloso, 25.1°C (percepiti 26°C), vento debole da NW (4 Km/h), umidità al 41%
Stradella: cielo sereno, 24.6°C, vento debole da WNW (4 Km/h), umidità al 40%

GLI ORARI DEL GIRO

10.30: inizio diretta su Raisport
11.30: inizio diretta su Eurosport1
11.35: partenza da Stradella
14.00: inizio diretta su RAI 2 (a circa 100 Km dalla partenza)
14.45-15.00: traguardo volante di Cremona
16.10-16.40: inizio tratto collinare
16.30-17.00: GPM di Castana
16.40-17.10: strappo di Cicognola
16.50-17.20: traguardo volante di Broni
17.00-17.30: arrivo a Stradella

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo diciassettesima tappa, Canazei – Sega di Ala

1° Matteo Moschetti
2° Max Walscheid a 27″
3° Michael Hepburn a 56″
4° Albert Torres a 1′42″
5° Christopher Juul-Jensen s.t.

Classifica generale

1° Riccardo Minali
2° Matteo Moschetti a 5′31″
3° Attilio Viviani a 5′52″
4° Maximiliano Richeze a 6′01″
5° Alexander Krieger a 13′28″

Maglia nera: Egan Bernal, 150° a 4h30′34″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Borgato: “Questo ultima settimana di Giro”
Cassani: “Cambio biciclette per Martin”
Borgato: “Passo San Pellegrino” (San Valentino)
Pancani: “Gruppo che attraversa l’Adige” (lo stavano fiancheggiando)
Rizzato: “Corridore che fa l’ultima posizione del gruppo”
Garzelli: “Guarda rail”
Cassani: “Joger… Jorgensen” (Jorgenson)
Pancani: “Jorgensen” (vedi sopra)
Rizzato: “Ha 3-4 bici di ritardo”
Cassani: “Compagno di squadra di Inter” (la formazione belga Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux)
Pancani: “FAI, Fondo Ambientalista Italiano” (ambiente)
Genovesi: “Nell’ottocento l’attuale proprietario” (il conte Dracula?)
Genovesi: “Marzemino, vino che Mozart nel Don Giovanni aveva cantato” (Mozart era un compositore, non un cantante)
Rizzato: “Bettiol si volta per questo tratto dove spiana”
Rizzato: “Il duo Carthy-Bernal ha perso qualche metro” (non era Bernal ma Bardet)
Borgato: “Si forma la coppia Bernal-Ineos Grenadiers” (la Ineos è la squadra di Bernal)
Borgato: “Martinez si volta e Bernal gli parla alla radio”
De Stefano: “Si cade per riuscendo a rimanere in piedi”
Garzelli: “È andato fuori classifico”
Televideo: “Bowman” (Bouwman)

DISCOGIRO

Il cielo d’Irlanda (Fiorella Mannoia)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): CANAZEI – SEGA DI ALA

maggio 26, 2021 by Redazione  
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Dopo il secondo giorno di riposo il Giro riparte con una delle sue tappe più difficili. In programma l’ascesa al Passo di San Valentino e, soprattutto, il durissimo e inedito arrivo in salita a Sega di Ala. Ma anche lo stesso giorno di riposo potrebbe rappresentare per qualcuno un ostacolo duro da digerire.

Tre grossi “scogli” presenta la terza tappa alpina del Giro d’Italia e per illustrarveli incominciamo dal fondo, dall’ascesa finale verso il traguardo di Sega di Ala che da tutti è stata indicata come la più dura di questa edizione. Ma non ce n’era bisogno perché i suoi numeri parlano chiaro e già da soli la dipingono come una sorta di Zoncolan trentino per via dei suoi 11.2 Km al 9.8%, dato “adulterato” dalla facilità degli ultimi duemila metri nei quali la strada sale al 5.3%: tutta la parte precedente è quasi costantemente in doppia cifra di pendenza ed è proprio il tratto che precede il finale quello più mostruoso perché per 2500 metri si pedalerà in compagnia di una pendenza media del 12.1%, raggiungendo un picco massimo del 17% ai meno 3.5 Km. Il secondo scoglio sarà rappresentato dalla salita che anticiperà di una quarantina di chilometri l’attacco della Sega di Ala e che, pur non presentando una pendenza paragonabile a quella dell’ascesa conclusiva (la media è del 7.8%), di certo si farà sentire perché bisognerà percorrere quasi 15 Km verso il cielo per arrivare ai 1315 metri del Passo di San Valentino: sono distanze e inclinazioni che posso far più male del previsto all’inizio della terza settimana di gara, quella nella quale le energie complessive tendono a calare. Ci sarà anche un primo GPM da affrontare a una sessantina di chilometri dal via ma non sarà questo il terzo scoglio al quale facevano accenno, rappresentato invece dalla giornata di riposo che il gruppo ha osservato ieri a Canazei. Ci sono diversi corridori che mal la sopportano ma anche chi normalmente la supera di slancio la deve temere, perché si tratta di un momento – obbligatorio per regolamento internazionale – che arriva a spezzare un ritmo di gara che nel frattempo si è consolidato. C’è ci fatica a rimettersi in pista dopo il riposo e se si riparte con una tappa dura come quella di Sega di Ala si rischia di pagare tantissimo. C’è un precedente illustre che ebbe come vittime due corridori italiani di punta al Tour de France del 1993. I nostri Chiappucci e Bugno, rispettivamente secondo e terzo nella classifica generale l’anno prima (e, a ruoli invertiti, nel 1991), si erano schierati al via come principali avversari dello spagnolo Indurain ma si squagliarono come neve al sole durante la prima tappa di montagna, che veniva subito dopo il riposo e prevedeva le ascese ai colli del Glandon e del Galibier: al traguardo di Serre Chevalier giunsero entrambi pesantemente staccati con il monzese – che indossava per il secondo anno consecutivo la maglia iridata – che lasciò per strada quasi 8 minuti e il “Diablo”, che l’anno prima ci aveva estasiati con l’impresa nel tappone del Sestriere – che ne perse ancora di più. Ecco perché si dovrà temere più il giorno di riposo di Canazei che il non meno temibile tappone della Sega di Ala.

Panoramica su Castel Beseno e la Vallagarina e l’altimetria della sedicesima tappa (www.visitrovereto.it)

Panoramica su Castel Beseno e la Vallagarina e l’altimetria della sedicesima tappa (www.visitrovereto.it)

L’ANGOLO DELLA STORIA

Non c’è storia a Sega di Ala per quanto riguarda il Giro, che inserisce per la prima volta questa salita nel percorso e sulla quale potrà tornare in futuro anche come “semplice” passaggio perché è possibile proseguire oltre la zona dove sarà collocato il traguardo, raggiungere il soprastante Passo delle Fittanze e da là scendere verso Verona. In realtà non è la prima volta che una corsa professionista ne affronta le sue tremende pendenze perché proprio a Sega di Ala nel 2013 era terminata la frazione conclusiva del Giro del Trentino, partita da Arco con il francese Maxime Bouet leader della classifica, detronizzato al traguardo da chi vincerà la tappa, il siciliano Vincenzo Nibali. Era il 19 aprile e quasi un mese più tardi – per la precisione il 23 maggio – nelle stesse zone lo “Squalo” s’imporrà al Giro d’Italia nella cronoscalata della Polsa, che si snodò su un versante della stessa montagna sul quale si trova il Passo di San Valentino. Quest’ultimo ha ospitato nel 2011 l’arrivo della frazione decisiva del Giro di Padania, vinta da Ivan Basso, mentre finora l’unico passaggio del Giro d’Italia risale al 1995, quando vi si salì dallo stesso versante di quest’anno nel finale della Pieve di Cento – Rovereto: vi scollinò in testa il trentino Mariano Piccoli mentre a imporsi in quella frazione fu l’elvetico Pascal Richard.

CIAK… SI GIRO

Se siete appassionati di cinema e siete nel contempo estimatori del buon vino allora non dovete perdervi una vera e propria degustazione di “Vinodentro”, magari accompagnata da un calice di Marzemino. È proprio questo nettare, che deliziò Mozart al punto da inserirlo in una battuta del suo “Don Giovanni” (“Versa il vino! Eccellente Marzemino”), a rappresentare uno dei fondamentali ingredienti del film firmato nel 2003 dal regista Ferdinando Vicentini Orgnani. Il protagonista Giovanni Cuttin lo beve e si trasforma da semplice e timido impiegato, per giunta astemio, nel più celebre sommelier italiano ma anche in un potenziale assassino. Una trama ricca di misteri che si svolge tra i vigneti della valle dell’Adige, come quelli che ammanto i colli che salgono verso la mole di Castel Beseno, l’imponente maniero che farà da sentinella al passaggio dei corridori mentre viaggeranno verso le dure ascese del finale. E c’è spazio anche per gli affascinanti panorami delle Pale di San Martino in questa pellicola enigmatica…

Al protagonista di Vinodentro viene suggerito di uccidere sua moglie: la scena è girata tra i vigneti che ammantano le colline di Castel Beseno (www.davinotti.com)

Al protagonista di "Vinodentro" viene suggerito di uccidere sua moglie: la scena è girata tra i vigneti che ammantano le colline di Castel Beseno (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/vinodentro/50047098

METEO GIRO

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

Canazei : poco nuvoloso, 11.1°C (percepiti 12°C), vento moderato da SW (15 Km/h), umidità al 49%
Cavalese (Km 35.4) : cielo coperto, 14.4°C, vento moderato da SW (12-17 Km/h), umidità al 69%
Trento – traguardo volante (Km 91.3) : cielo coperto, 20.2°C (percepiti 21°C), vento moderato da SW (12-14 Km/h), umidità al 64%
Mori – traguardo volante (Km 121.6) : cielo sereno, 20.8°C, vento moderato da SW (11-15 Km/h), umidità al 54%
Passo di San Valentino -GPM (Km 155.2) : poco nuvoloso, 13.2°C, vento moderato da WSW (13-14 Km/h), umidità al 53%
Sega di Ala: cielo sereno, 13.5°C, vento moderato da SW (12-14 Km/h), umidità al 51%

GLI ORARI DEL GIRO

11.00: inizio diretta su Raisport
11.55: inizio diretta su Eurosport1
12.00: partenza da Canazei
13.25-13.35: GPM di Sveseri
14.10-14.20: traguardo volante di Trento
14.45-15.00: traguardo volante di Mori
15.05-15.25: inizio salita di Passo di San Valentino
15.50-16.20: GPM di Passo di San Valentino
16.25-16.55: inizio salita Sega di Ala
17.00-17.35: arrivo a Sega di Ala

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo sedicesima tappa, Sacile – Cortina d’Ampezzo

1° Lars van den Berg
2° Simon Guglielmi s.t.
3° Victor Campenaerts a 43″
4° Łukasz Wiśniowski s.t.
5° Dries De Bondt a 1′20″

Classifica generale

1° Riccardo Minali
2° Attilio Viviani a 2′05″
3° Maximiliano Richeze a 6′01″
4° Matteo Moschetti a 7′13″
5° Umberto Marengo a 9′54″

Maglia nera: Egan Bernal, 152° a 3h55′29″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Borgato: “Emanuele Gebreigzabhier” (Amanuel)
Pancani: “Sotto i 3 minuti per il vantaggio dei 5 al comando”
Garzelli: “Per i 5 al comando ci sono poche possibilità di arrivare a Cortina vittoriosi” (anche perchè solo uno poteva essere il vincitore)
Rizzato: “È a 50 metri dal duo Nibali-Pedrero-Formolo”
Pancani: “Bardet, lo vedete…” (peccato che nessuno, compreso lo stesso Pancani, potesse vederlo perchè non arrivavano le immagini dalla corsa)
Borgato: “Hanno tirato su tutta la vallata”
Televideo RAI: “Philipe Martinez Poveda” (Daniel Felipe Martínez Poveda)
Comunicato RCS (riportando le dichiarazione di Bernal): “Ho attacato sul Passo Giau”

DISCOGIRO

C’è un fiore sulle Dolomiti (Goran Bregović)

GIRO 2021- LE PAGELLE DELLA SECONDA SETTIMANA

maggio 25, 2021 by Redazione  
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Al termine della seconda settimana proponiavo nuove pagelle e stavolta le sentenze saranno definitive per i velocisti, non essendo più previste tappe alla loro portata nella rimanente sezione del Giro d’Italia 2021

EGAN BERNAL: Il corridore colombiano chiude il discorso Maglia Rosa nella seconda settimana. Bene sullo sterrato nella tappa di Montalcino, benissimo sulle dure rampe dello Zoncolan dove insegue, raggiunge e stacca Simon Yates, perfetto sul Giau. I problemi alla schiena sono solo un brutto ricordo e all’orizzonte non si vede nessuno in grado di scalzarlo dalla vetta della classifica. VOTO: 9,5

DAMIANO CARUSO: Senza Landa e con Pello Bilbao in crisi, il buon siciliano si ritrova coi gradi di capitano, un ruolo che Caruso ricopre egregiamente. Arriva alla terza settimana in seconda posizione nella classifica generale, un risultato che cercherà di difendere e che lo ripagherà per tutte le stagioni in cui ha dovuto sacrificarsi per i vari capitani di turno. VOTO: 8,5

HUGH CARTHY: Un fantasma. C’è ma non si vede, Giau compreso. Termina la seconda settimana del Giro d’Italia sul gradino più basso del podio a 3′40” da Bernal. Lo statunitense della EF Education-Nippo sarà uno di quei corridori che potrebbe regalarci azioni importanti nella terza settimana, dove esce allo scoperto, tutto da vedere se si accontenterà del terzo posto. Da attenzionare. VOTO: 7

PETER SAGAN: Il tre volte Campione del Mondo non avrà lo smalto degli anni migliori, ma la grinta e la sagacia tattica è sempre la stessa. Vince a Foligno e sale due volte sul podio di giornata, conquista la maglia ciclamino e la tiene saldamente in pugno proteggendola dagli attacchi dei rivali. VOTO: 7

GIACOMO NIZZOLO: Sfiora la vittoria due volte per poi trovarla a Verona quando scatta da lontano per riprendere Affini. Il gesto tecnico del portabandiera della Qhubeka ASSOS è uno dei più belli di questa edizione della Corsa Rosa. VOTO: 7

TIM MERLIER: Il belga vince la prima volata del Giro d’Italia, non riesce più a ripetersi ma con caparbietà conquista due volte la maglia ciclamino, una per ritiro di Ewan. Buona la sua prima partecipazione ad un Grande Giro di tre settimane. VOTO: 7

GIULIO CICCONE: Corre con la consueta energia, nonostante una Trek-Segafredo che disperde le proprie energie senza raccogliere frutti, inseguendo tappe e fughe. Perde terreno a Montalcino, dove si fa trovare impreparato nell’azione clou di giornata. Si difende nei giorni seguenti superando senza danni l’esame Zoncolan e soprattutto il Giau. VOTO: 6,5

CALEB EWAN: Come da tradizione sbaglia le prime volate, poi prende le misure e non ce n’è per nessuno. L’australiano vince facile sia a Cattolica, sia a Termoli. Resta l’ombra di un ritiro, con la maglia ciclamino addosso, che sembra più tattica che dovuta a problemi di salute. VOTO: 6,5

DAVIDE CIMOLAI: Il velocista friuliano della Israel Start-Up Nation regala al suo team piazzamenti importanti. Termina sul podio di giornata per ben tre volte e sfiora anche la quarta. Sempre combattivo e attento, nelle volate dà il meglio di sé. VOTO: 6

ALEKSANDER VLASOV: Il russo scoppia sul più bello. Aveva iniziato la seconda settimana con la gamba e l’energia che aveva dall’inizio del Giro. Sullo Zoncolan, con un’Astana che ha fatto fuoco e fiamme nei chilometri precedenti, crolla nel finale commettendo errori di inesperienza. Limita i danni nella tappa con arrivo a Cortina d’Ampezzo. Podio a portata di mano. VOTO: 6

ROMAIN BARDET: Dopo una prima parte di Giro d’Italia da dimenticare, rientra in classifica con un’ottima prestazione sul Giau e lungo la seguente discesa verso Cortina d’Ampezzo. Arriva alla terza settimana con un ritardo di soli 1′30” dal terzo posto. VOTO: 6

ELIA VIVIANI: Dopo il Giro disastroso dello scorso anno, il veronese si presenta al via con voglia e determinazione. Raccoglie due terzi posti ma è ben lontano da vincere una tappa. Sarà il portabandiera della spedizione italiana alle Olimpiadi di Tokyo, un grosso bocca in lupo. VOTO: 5,5

MATTEO MOSCHETTI: Il velocista della Trek-Segafredo è ancora un gradino sotto rispetto ai velocisti di primo piano presenti al Giro d’Italia. Deve crescere ancora. VOTO: 5,5

FERNANDO GAVIRIA: Il colombiano della UAE-Team Emirates paga le incomprensioni con gli uomini del suo treno (Molano) e soprattutto una condizione fisico-psicologica che non trova più. Arriva secondo a Foligno, ma lo spunto di qualche anno fa è ormai un ricordo, notizia triste se parliamo di un ventiseienne. VOTO: 5,5

SIMON YATES: Il corridore britannico dopo qualche tappa in sordina esce allo scoperto sullo Zoncolan. Per il resto della settimana corre di rimessa alla ricerca del picco di forma che sembrava si stesse avvicinando e invece crolla sul Giau. In classifica generale si ritrova quinto a 4′20” da Egan Bernal, distacco che sembra ormai eccessivo. Nulla è scontato, proprio Yates perse il Giro d’Italia nel 2018 nelle diciannovesima tappa, in una frazione ostica ma non irresistibile per opera di un indemoniato Froome; deve provare il tutto per tutto per salvare una Corsa Rosa al momento amara per lui. VOTO: 5

REMCO EVENEPOEL: Seconda settimana nera per il campioncino belga dove sono usciti tutti i suoi limiti che lo costringono a mettere da parte le ambizioni di classifica. Nella tappa degli sterrati toscani soffre e si allontana dalla Maglia Rosa, sullo Zoncolan dopo aver sofferto nella discesa del Rest prende 1′30” da Bernal. Disperso sul Giau. Male male. VOTO: 5

VINCENZO NIBALI: L’attacco in discesa a Bagno di Romagna è stato solo una splendida illusione. Si è vista una seconda settimana da incubo per lo “Squalo”. Sullo Zoncolan è uno dei primi big a staccarsi e arriverà con oltre 10 minuti di ritardo da Bernal, prova ad andare in fuga nulla tappa di Cortina d’Ampezzo ma non regge il ritmo degli altri fuggitivi. Tentera ancora di salvare questa sua partecipazione al Giro provando a vincere una tappa nella terza settimana, ma la gamba non è quella degli anni migliori. VOTO: 5

DYLAN GROENEWEGEN: Il velocista della Jumbo-Visma rientrava in corsa dopo la lunga squalifica. Lontanissimo dalla forma migliore, non riesce a trovare i tempi giusti nelle volate. VOTO: 5

Luigi Giglio

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): SACILE – CORTINA D’AMPEZZO

maggio 24, 2021 by Redazione  
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Ecco il tappone dolomitico, un babau reso ancora più temibile dal maltempo previsto per la giornata di oggi e che renderà un calvario le quattro ascese previste dal menù. Si comincia con la Crosetta in partenza per poi arrivare ad un finale di gara che proporrà in rapida successione i passi Fedaia, Pordoi e Giau

Preparatevi all’indigestione. È arrivato il giorno del tappone dolomitico, una frazione che è per davvero paragonabile a uno dei massicci dei “Monti Pallidi”, un macigno di 5680 metri di dislivello e 212 Km complessivi, quasi cinquanta dei quali saranno da pedalare in salita, un vero e proprio banchetto d’alta montagna che avrà come companatico il maltempo, essendo prevista pioggia – per giunta abbondante – dalla partenza di Sacile fino al traguardo di Cortina, mentre è scongiurato il rischio di neve (in vetta al Giau si toccheranno i 2°C). Si comincerà con un antipasto decisamente sostanzioso e che potrebbe rimanere sullo stomaco di qualche corridore se la tappa dovrebbe prendere il via all’insegna dell’agonismo, perché a soli 14 Km dal via s’imboccherà la prima delle quattro ascese che caratterizzano il percorso e che, con l’esclusione della Cima Coppi, sono tutte classificate di prima categoria: si tratta della Crosetta, 11 Km e mezzo al 7% che costituiscono la porta d’accesso meridionale al celebre altopiano del Cansiglio e che saranno seguiti da un lungo “digiuno” perché dopo non si parlerà più di salite per quasi novanta chilometri. Dopo questa introduzione sarà servito il primo piatto, la dura ascesa alla Marmolada, che quest’anno sarà meno impegnativa del solito perché non è ancora possibile transitare all’interno della spettacolare gola dei Serrai di Sottoguda, dove s’incontrano le prime pendenze cattive e la cui strada – distrutta da un nubifragio nell’ottobre del 2018 – non è stata al momento ancora ricostruita. Invece, i “girini” non potranno evitare d’affrontare il tremendo drittone tra Malga Ciapela e la Capanna Bill, cuore di pietra di 2700 metri all’11.8% inserito all’interno di un’ascesa complessivamente lunga 14 Km esatti e caratterizzata da una pendenza media del 7.6%. La portata di carne può sembrare “light” al confronto della Marmolada, ma i successivi 12 Km al 6.8% del successivo Passo Pordoi, privi di picchi particolarmente estremi, spesso han causato sfracelli quando le due ascese sono state abbinate, anche a causa delle quote abbondantemente sopra i 2000 metri: in cima al passo si toccheranno i 2239 e sarà messa in palio la “Cima Coppi”. Solitamente le due salite si affrontano in coppia con il traguardo fissato in cima alla seconda, ma non sarà così quest’anno perché valicato il Pordoi mancheranno ancora una sessantina di chilometri all’arrivo e in questo tratto si dovrà superare quella che è la più breve ma anche più ripida tra le salite previste. È il dolce, un “tiramisù” ipercalorico che riporterà a una quota simile a quella della Cima Coppi (2233 metri) e che a qualche big della classifica potrebbe complicare la digestione: sono i 10 Km al 9.3% diretti al Passo Giau, superato il quale inizierà una picchiata che terminerà a soli 800 metri dalla linea d’arrivo di Cortina d’Ampezzo.

Burp!

Il Monte Averau, una delle cime che sovrastano il Passo Giau, e l’altimetria della quindicesima tappa (www.dolomiti.org)

Il Monte Averau, una delle cime che sovrastano il Passo Giau, e l’altimetria della quindicesima tappa (www.dolomiti.org)

L’ANGOLO DELLA STORIA

Nonostante la sua notorietà e il suo trovarsi letteralmente immersa nell’affascinante paesaggio delle Dolomiti, Cortina d’Ampezzo non ha un “curriculum” rosa particolarmente nutrito e il numero di volte nelle quali il Giro vi ha fatto tappa impallidisce al confronto con quello delle più prestigiose località alpine e pirenaiche del Tour de France: a Luchon la Grande Boucle ha fatto tappa in 50 occasioni, 32 sono le volte nelle quali un traguardo della corsa francese è stato fissato a Briançon, mentre Cortina è al momento ferma a quota sei, forse pagando lo scotto del ritardo con il quale le Dolomiti sono state scoperte dal Giro. Al Tour, infatti, Pirenei e Alpi sono stati per la prima volta inseriti nel tracciato rispettivamente nel 1910 e nel 1911, mentre si dovranno attendere trent’anni per la prima frazione dolomitica della storia, la Vittorio Veneto – Merano, inserita nel tracciato del Giro del 1937. A vincerla sarà Gino Bartali che due anni più tardi si piazzerà secondo nella prima delle sei frazioni con arrivo a Cortina, preceduto in volata dal corregionale Secondo Magni al termine di una tappa non particolarmente difficile, che prevedeva quale unica ascesa il Passo della Mauria. Dopo il 1939 il Giro tornerà per la seconda volta a Cortina nel 1948, quando accolse l’arrivo di una tappa ancora più semplice, soli 80 Km con partenza da Auronzo di Cadore e i pedalabili passi di Monte Croce Comelico e di Cimabanche da scavalcare, ma quel poco bastò a Fausto Coppi per imbastire una delle sue leggendarie imprese, che lo portò a tagliare il traguardo in solitaria con più di tre minuti di vantaggio su Bartali e gli altri rivali. Nel 1951 sarà un altro grande campione a imporsi nel cuore delle Dolomiti, il tre volte vincitore del Tour Luison Bobet, che avrà la meglio allo sprint sul Campionissimo. Nel 1955 arriverà la vittoria del piemontese Angelo Conterno, poi gli arrivi a Cortina diventeranno più rari: negli ultimi 65 anni solo in due occasioni la Gazzetta l’ha prescelta come traguardo, conquistato dal ligure Giuseppe Perletto nel 1977 e dallo spagnolo Joaquim Rodríguez nel 2012.

CIAK… SI GIRO

Non sono moltissime le volte nelle quali il cinema ha scelto le Dolomiti come luogo per le riprese. Ancor più rare sono le scene d’azione che hanno come fondale i Monti Pallidi e c’è un luogo lungo il tracciato di questa tappa che ne ha ospitata una. Correva l’anno 2003 quando una troupe cinematografica statunitense risalì le pendenze della Marmolada (ma dal più facile versante di Canazei) per girare una scena de “The Italian Job”, remake di una pellicola britannica del 1969, “Un colpo all’italiana”, filmata tra il Regno Unito, l’Irlanda e l’Italia, dove le riprese si svolsero tra Torino, la Valle d’Aosta e la strada a tornanti del Colle del Nivolet, qualche chilometro più in alto rispetto al Lago Serrù, sede d’arrivo della prima tappa alpina del Giro del 2019. Quando gli americani, 34 anni più tardi, decisero di rifare il film del 1969 spostarono l’ambientazione delle scene straniere dall’Europa alla California, mentre per i set italiani si scelsero location decisamente più spettacolari: così il rocambolesco colpo che dà il via al film e che ha come bottino una cassaforte ricolma di lingotti d’oro avviene nella sempre affascinante Venezia, mentre per la scena dell’agguato al furgone sul quale i ladri viaggiano con la refurtiva e nella quale viene assassinato uno dei capi della banda (John Bridger, interpretato dall’attore canadese Donald Sutherland) fu scelta la diga del Lago di Fedaia. Nella finzione è in Austria e al confine con l’Italia era ambientata anche la scena precedente, con tanto di cartelli fasulli: ma anche in questo caso sono le Dolomiti e per la precisione quel che si vede nel film è il vicino Passo Sella, del quale viene anche mostrata una panoramica da lontano curiosamente ribaltato rispetto alla realtà.

Il lago di Fedaia, poco distante dallomonimo passo, come appare nel film The italian job: mancano pochi istanti alla drammatica scena delluccisione di uno dei protagonisti del colpo (www.davinotti.com)

Il lago di Fedaia, poco distante dall'omonimo passo, come appare nel film "The italian job": mancano pochi istanti alla drammatica scena dell'uccisione di uno dei protagonisti del colpo (www.davinotti.com)

Un innevato Passo Sella (ribaltato) come appare in unaltra scena de The italian job (www.davinotti.com)

Un innevato Passo Sella (ribaltato) come appare in un'altra scena de "The italian job" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/the-italian-job/50004255

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/un-colpo-all-italiana/50000805

METEO GIRO

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

Sacile: pioggia abbondante (2.1 mm), 14.6°C, vento moderato da ENE (14 Km/h), umidità al 94%
La Crosetta – GPM (Km 25.3) : pioggia abbondante (2.6 mm), 9.6°C, vento moderato da ENE (13 Km/h), umidità al 97%
Agordo – traguardo volante (Km 90.9) : pioggia forte (3.7 mm), 12.4°C, vento debole da E (9-10 Km/h), umidità al 96%
Passo Fedaia – GPM (Km 128.1) : pioggia consistente (1.7 mm), 3.8°C, vento moderato da SSE (10-11 Km/h), umidità al 96%
Passo Pordoi – Cima Coppi (Km 153.2) : pioggia consistente (1.1 mm), 3.9°C, vento moderato da S (13-16 Km/h), umidità al 96%
Passo Giau – GPM (Km 194.5) : pioggia consistente (0.8 mm), 1.8°C, vento moderato da SSE (10-11 Km/h), umidità al 95%
Cortina d’Ampezzo: pioggia consistente (1.5 mm), 8.5°C, vento moderato da SE (14-25 Km/h), umidità al 96%

GLI ORARI DEL GIRO

9.45: inizio diretta su Raisport
10.45: inizio diretta su Eurosport1
10.50: partenza da Sacile
11.55-12.10: GPM de La Crosetta
13.25-13.45: traguardo volante di Agordo
14.00: inizio diretta su Rai2 (dopo circa 100 Km dalla partenza)
14.00-14.25: inizio salita Passo Fedaia
14.10-14.40: traguardo volante di Sottoguda (Rocca Pietore)
14.40-15.10: GPM di Passo Fedaia
14.55-15.30: inizio salita Passo Pordoi
15.20-16.00: GPM di Passo Pordoi (Cima Coppi)
16.00-16.45: inizio salita Passo Giau
16.30-17.20: GPM di Passo Giau
16.50-17.45: arrivo a Cortina d’Ampezzo

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo quindicesima tappa, Grado – Gorizia

1° Mauro Schmid
2° Mikkel Frølich Honoré a 3″
3° Matteo Moschetti s.t.
4° Maciej Bodnar a 3′12″
5° Guy Niv s.t.

Classifica generale

1° Riccardo Minali
2° Attilio Viviani a 1′04″
3° Samuele Rivi a 6′10″
4° Matteo Moschetti a 6′12″
5° Maximiliano Richeze a 8′11″

Maglia nera: Egan Bernal, 154° a 3h12′12″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

De Luca: “Ancora una velocità pancia a terra”
Pancani: “Caduta nella quale sono rimasti 35 corridori”
Genovesi (parlando delle sabbiature): “Entrando sottopelle i sali della sabbia aiutano i dolori”
Rizzato: “Ha avuto qualche problemi di salute”
Borgato: “Stava andando per vincere la tappa”
Pancani: “Non bisogna mai partire dalla testa”
Borgato: “Stanno guadagnando il terzetto di testa”
Borgato: “Sono già impegnati il terzetto al comando”
Cassani: “Van De Bondt” (Dries De Bondt)
Borgato: “Sta conducendo tutto lui questa discesa”
Borgato: “Stanno per essere ripresi di quel che è rimasto il gruppo inseguitore”
Borgato: “Gli è partito la ruota posteriore”
Traduttrice di Campenaerts: “Siamo l’unica squadra” (probabilmente il belga stava dicendo che erano una squadra unica)
De Stefano: “C’è stata una guerra sui nervi nel finale”
De Stefano: “Alla fine si va chi ha più gambe”
Garzelli: “Ci potranno essere grandi differenza in discesa”
Televideo RAI: “Cataldi” (Cataldo)
Televideo RAI: “L’iniziativa non viene contrastata dal gruppo che si fa distanziare anche di 12 secondi” (minuti)

DISCOGIRO

We Are the World (Michael Jackson, Lionel Richie)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): GRADO – GORIZIA

maggio 23, 2021 by Redazione  
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In giorno di domenica non va in scena uno spettacolare tappone di montagna, come ci si potrebbe aspettare, ma si disputa una tappa di trasferimento comunque non banale. Diversi saliscendi caratterizzano il percorso transfrontaliero della Grado – Gorizia, un invito a nozze per i cacciatori di tappe mentre i big si riposeranno alla vigilia del tappone dolomitico di Cortina.

È domenica ma se già vi state pregustando un appassionante tappone di montagna rimarrete delusi. Nel terzo dei tre giorni festivi del Giro 2021 gli organizzatori hanno, infatti, piazzata una normale tappa di trasferimento, rimandando l’appuntamento con le Dolomiti al giorno successivo, quando andrà in scena la Sacile – Cortina. Sarà normale ma non banale questa frazione interlocutoria, a cominciare dalla sua fisionomia “geopolitica” perché nel corso dei 147 Km della Grado-Gorizia si dovrà superare ben otto volte la linea di confine tra Italia e Slovenia, evento eccezionale che non costituisce un record perché nella tappa di Gorizia del Giro del 2001 – che, a parte lo strappo finale, presentava un tracciato totalmente differente da quello odierno – i passaggi dalla dogana furono ben nove. Ma banale questa giornata non lo sarà nemmeno sotto l’aspetto squisitamente tecnico, movimentata com’è da difficoltà altimetriche che ne faranno forse una delle ultime occasioni per i cacciatori di tappe, mentre più improbabile – anche se non da scartare a priori – sarà la possibilità di un arrivo allo sprint. Il nucleo di questa frazione sarà costituito da un vallonato circuito transfrontaliero di una trentina di chilometri che dovrà essere inanellato due volte, anche se saranno tre i passaggi previsti in vetta alla breve ma ripida salita di Gornje Cerovo (1.7 Km all’8.5% con un picco al 15%). Subito dopo l’ultimo scollinamento, quando al traguardo mancheranno poco più di 16 Km, si uscirà dal circuito per rientrare subito in Italia e imboccare la discesa che conduce a Gorizia, dove si attraverserà la periferia cittadina per poi effettuare un ultimo sconfinamento in terra slovena proprio a ridosso del finale. Qui s’incontrerà il traguardo volante ad abbuoni di Nova Gorica immediatamente prima d’intraprendere l’ultima salita prevista dal tracciato, il secco strappo di Kostanjevica, 600 metri all’8,1% che sembrano un ideale trampolino di lancio per sbarazzarsi dei compagni di fuga e tentare di percorrere in solitaria i restanti 3 Km, comprensivi dell’ultimo passaggio dall’ex dogana e da un breve tratto di pavé nel centro storico di Gorizia.

Il monastero sloveno di Kostanjevica a Nova Gorica e l’altimetria della quattordicesima tappa (wikipedia)

Il monastero sloveno di Kostanjevica a Nova Gorica e l’altimetria della quattordicesima tappa (wikipedia)

L’ANGOLO DELLA STORIA

La storia del Giro a Gorizia passa attraverso quattro capitoli e il primo di questi porta la data del 13 maggio del 1939, l’anno della penultima edizione della Corsa Rosa prima del lungo stop per la guerra. Quel giorno si disputava una cronometro, la dodicesima della storia del Giro, che aveva introdotto questo tipo di gare – prima grande corsa a tappe a farlo – nel 1933. In quell’edizione si è era già disputata una corsa contro il tempo, la difficile cronoscalata del Terminillo (resa ancora più impegnativa dal fondo sterrato) terminata con il successo del piemontese Giovanni Valetti, che aveva staccato di 28” Gino Bartali e che si ripeterà anche sui più vellutati 40 Km della Trieste-Gorizia, vinta a 41.5 Km/h precedendo di 52” un altro toscano, Olimpio Bizzi: alla fine Valetti s’imporrà anche in classifica generale conquistando il suo secondo e ultimo Giro consecutivo con quasi tre minuti di vantaggio su Bartali. Si tornerà nella città friulana nel 1963, quando il 5 giugno il veneto Vendramino Bariviera anticipò di 4” i compagni di fuga sul traguardo della Treviso – Gorizia, disputata in un clima certamente non festoso perché due giorni prima era scomparso Papa Giovanni XXIII e il cattolicissimo Torriani aveva addirittura meditato di sospendere la Corsa Rosa. È, invece, rimasto nella storia il passaggio del Giro da Gorizia nel 1983, non tanto per la vittoria di Moreno Argentin – che piazzò una delle sue stoccate da finisseur a un chilometro e mezzo dall’arrivo e anticipò di un amen la volata del gruppo – quanto per l’episodio del Guttalax che rischiò di far perdere il Giro a Giuseppe Saronni, che alla vigilia della conclusiva cronometro Gorizia – Udine era in maglia rosa con 1’56” sul bresciano Roberto Visentini. Successe che un imprenditore di certo non tifoso del corridore lombardo prezzolò un cameriere dell’albergo nel quale alloggiava Saronni affinché gli versasse il celebre lassativo nella minestra, ma gli stessi titolari dell’hotel avvertirono la polizia che arrestò il cameriere: se il “colpo” fosse andato a segno Beppe avrebbe realmente corso il rischio di perdere quel Giro perché in quella crono Visentini andò comunque meglio del lombardo – che aveva vinto l’altra crono di Parma – e gli affibbiò un ritardo di 49 secondi. Come ricordato più sopra, l’ultimo arrivo goriziano fu quello del 2001, quando l’undicesima tappa prese le mosse dalla località slovena di Bled e come nel 1963 vide andare in porto la fuga di giornata, coronata con il successo dello spagnolo Pablo Lastras.

CIAK… SI GIRO

Cinema, lirica e teatro non vanno molto d’accordo. Sono rare le trasposizioni cinematografiche di opere realizzate prendendo spunto dai lavori di celebri compositori e drammaturghi. Uno dei registi più prolifici in questo senso è stato Franco Zeffirelli, che sul grande schermo ha “osato” portare capolavori come “La bisbetica domata”, “Romeo e Giulietta” e “Amleto” di William Shakespeare, “La Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni, “La Traviata”, l“Otello” e l’”Aida” di Giuseppe Verdi. Anche Pier Paolo Pasolini scelse di cimentarsi in opere del genere e così nel 1967 girò Edipo Re prendendo spunto dall’omonima opera di Sofocle, mentre tre anni più tardi puntò su di un soggetto che sposava sia il teatro, sia la lirica: le vicende di Medea, la figura della mitologia greca che aveva ispirato prima numerose tragedie (come quella, andata perduta, scritta da Ovidio) e poi opere musicali come quella composta nel ‘700 dal toscano Luigi Cherubini. Scritta la sceneggiatura, ora Pasolini dove comporre il cast e per il ruolo della protagonista puntò dritto alla diva per eccellenza dell’opera lirica, la divina Maria Callas, che già da qualche stagione aveva imboccato la via del declino artistico anche a causa di problemi alle corde vocali. Convincerla non fu semplice, sia perché la Callas non aveva mai recitato in un film, sia perché lei mal sopportava certe tematiche scabrose che Pasolini toccava nei suoi film e anche l’omosessualità del regista, che riteneva di poter guarire. Anche lui temeva d’incontrare una donna altezzosa e viziata e invece nacque una sorta d’idillio platonico a prima vista, che più tardi sfocerà anche nella collaborazione per la realizzazione di un secondo film, ispirato all’Orestiade di Eschilo, che però non vide mai la luce anche se i sopralluoghi in Africa in previsione della sua messa in opera saranno comunque filmati e composti in un documentario che sarà presentato fuori concorso al Festival di Cannes nel 1976. Tornando a Medea, Pasolini riuscì così a portare per la prima e unica volta la Callas sui set prescelti per le riprese, che spaziano dalla Cappadocia turca alla città siriana di Aleppo, da Piazza dei Miracoli di Pisa alla laguna di Grado, la cittadina dalla quale scatterà la quindicesima tappa del Giro 2021, dove si girò presso il casone posto sull’isola Mota Safon e che da allora è per tutti il “Casone di Pasolini” anche per perpetuare il ricordo del celebre regista, bolognese di nascita ma friulano nel cuore: l’amata madre Susanna – che fu anche attrice per lui ne “Il vangelo secondo Matteo”, interpretando il ruolo della Madonna – era di Casarsa della Delizia, dove a lungo anche lui abitò e dopo fu sepolto dopo il suo drammatico assassinio (2 novembre 1975).

La divina Callas in uno scena di Medea girata nella laguna di Grado

La divina Callas in uno scena di "Medea" girata nella laguna di Grado

Sul sito www.davinotti.com non sono al momento presenti location di questo film

METEO GIRO

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

Grado : nubi sparse, 21°C (percepiti 22°C), vento moderato da S (21 Km/h), umidità al 72%
Mariano del Friuli – traguardo volante (Km 53.7) : nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 20°C, vento moderato da S (17 Km/h), umidità al 77%
Cormons – 1° passaggio (Km 86.1) : nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 20.3°C (percepiti 21°C), vento moderato da S (18 Km/h), umidità al 74%
Cormons – 2° passaggio (Km 117.5) : nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 20.2°C (percepiti 21°C), vento moderato da S (16 Km/h), umidità al 73%
Gorizia: pioggia modesta (0.2 mm), 18.9°C, vento moderato da SSW (10 Km/h), umidità al 78%

GLI ORARI DEL GIRO

12.15: inizio diretta su Raisport
13.15: inizio diretta su Eurosport1
13.15: partenza da Grado
14.00: inizio diretta su Rai2 (dopo circa 30 Km dalla partenza)
14.30-14.45: traguardo volante di Mariano del Friuli
14.50-15.00: primo passaggio di frontiera
14.55-15.10: primo passaggio GPM di Gornje Cerovo
15.40-15.55: secondo passaggio GPM di Gornje Cerovo
16.20-16.45: terzo passaggio GPM di Gornje Cerovo
16.40-17.00: traguardo volante di Nova Gorica
16.46-17.10: arrivo a Gorizia

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo quattordicesima tappa, Cittadella – Monte Zoncolan

1° Albert Torres
2° Callum Scotson a 3″
3° Cameron Meyer s.t
4° Maciej Bodnar s.t.
5° Stefano Oldani a 8″

Classifica generale

1° Riccardo Minali
2° Attilio Viviani a 1′04″
3° Albert Torres a 6′09″
4° Samuele Rivi a 6′10″
5° Umberto Marengo a 8′30″

Maglia nera: Egan Bernal, 159° a 3h11′54″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Pancani: “Arrivi dal punto di vista logistici complicati”
Pancani: “Lo Zoncolan è una salita sulla quale non si può nascondere”
Borgato: “Campo San Felice” (Campo Felice)
Cassani: “La mantellina è l’ultimo momento che si può prendere”
Garzelli (ricordando l’arrivo sulla Zoncolan nel 2003): “Fu una scena dura, difficile”
Cassani: “L’intenzione era quello di entrare in fuga”
Garzelli: “Guerrero” (Guerreiro)
Cassani: “Affini sta tirando questa salita” (sperava di addolcirne la pendenza stiracchiandola?)
Genovesi: “Dopo gli anni 80 di età”
Pancani: “È scivolata un gel per Egan Bernal”
Rizzato: “Vedo un Bernal in una voglia di provare di attaccare”
Borgato: “Impresa Eolo che qui vinse il suo direttore sportivo Ivan Basso” (Fortunato, che corre per la Eolo, si è imposto sullo stesso traguardo dove il suo d.s. Basso vinse nel 2010)
Televideo: “Cacaruso” (Caruso)

DISCOGIRO

Ragazzo fortunato (Jovanotti)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): CITTADELLA – MONTE ZONCOLAN

maggio 22, 2021 by Redazione  
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Oggi i corridori affrontareranno il famigerato Zoncolan, ma in questa occasione sarà risparmiato loro il tremendo versante di Ovaro. Si salirà, infatti, da quello meno impegnativo di Sutrio, che è comunque una signora salita di tutto rispetto, con pendenze interessanti già nel tratto che erroneamente viene ritenuto “facile” e picchi estremi solamente negli ultimi 3 Km, che presentano una media del 13% e una piccante sventagliata al 27%

Stavolta dovremmo accontentarci del lato “B” perché quest’anno Enzo Cainero, da due decenni promotore delle tappe friulane del Giro d’Italia, ha voluto far salire i corridori dal lato “buono” del Monte Zoncolan. Buono è virgolettato perché il versante che sale da Sutrio, pur non essendo nemmeno lontanamente paragonabile a quello tremendo di Ovaro (9.5 Km al 12.3%), non è proprio così gentile come si potrebbe pensare. I suoi numeri sono, infatti, quelli di una signora salita sulla quale uno scalatore può conquistare un bel gruzzoletto sugli avversari, dovendosi superare nel finale un dislivello di quasi 1200 metri, dato che coniugato alla distanza di 13.3 Km fornisce una pendenza media dell’8.9%. La strada che risale le pendici orientali del “Kaiser”, così è stato ribattezzato dagli appassionati il monte carnico, è scomponibile in due parti distinte, con la prima che termina in prossimità del bivio per il rifugio Enzo Moro dopo aver affrontato 9 Km d’ascesa all’8.3%. 1500 metri dalle inclinazioni tenere (media del 4.5%) fanno quindi da antipasto alla ripidissima rampa finale, che ricorda le micidiali rasoiate che s’incontrano salendo da Ovaro e addirittura le supera: in quei 3000 metri conclusivi, che salgono al 13% medio, si raggiunge infatti il picco di pendenza massima più alto dell’intero monte, con la strada che schizza fino al 27% quando mancano 400 metri al traguardo. Lo Zoncolan non sarà l’unica difficoltà altimetrica del tracciato della tappa odierna poiché a una sessantina di chilometri dalla conclusione si dovrà superare la Forcella Monte Rest, più impegnativa nel versante della discesa rispetto a quello della salita (10.5 Km al 5.9%): al Giro del 1987 percorrendo quella ripida e stretta picchiata di quasi 6 Km all’8% andò in scena lo storico attacco dell’irlandese Stephen Roche al suo capitano in maglia rosa Roberto Visentini, episodio passato alla storia con il nome di “tradimento di Sappada” dal nome della località dove quella frazione terminò con la vittoria dell’olandese Johan van der Velde e il ritorno di Roche al vertice della classifica.

Il “plateau” del Monte Zoncolan e l’altimetria della tredicesima tappa (www.montagnadiviaggi.it)

Il “plateau” del Monte Zoncolan e l’altimetria della tredicesima tappa (www.montagnadiviaggi.it)

L’ANGOLO DELLA STORIA

Il Monte Zoncolan ha una madrina perché è stata una donna la prima a tenere a battesimo il “Kaiser”. Cinque anni prima dell’approdo dei professionisti, infatti, nel 1997 questa salita ospitò l’arrivo di una tappa del Giro d’Italia femminile conquista dalla toscana Fabiana Luperini, alla quale fu però risparmiato il tratto finale perché in quell’occasione il traguardo era fissato presso il Rifugio Moro. Fu percorsa fino in vetta, invece, al Giro del 2003, quando il primo professionista a metter vittoriosamente le ruote in vetta allo Zoncolan fu il trentino Gilberto Simoni, che al traguardo precedette di 34” il varesino Stefano Garzelli e di 39” il toscano Francesco Casagrande. In entrambi i casi si salì da Sutrio, anche se per il 2003 Cainero aveva proposto il versante di Ovaro, rigettato dall’allora direttore del Giro Carmine Castellano perché riteneva improponibili in corsa le basse gallerie finali, sotto le quali non sarebbero potute transitare né le ammiraglie con le bici montate sul tetto, né i camion che trasportavano le transenne. Fu il suo successore Angelo Zomegnan a risolvere il problema decidendo che le auto si sarebbero fermate ai piedi della salita, che il servizio tecnico sarebbe stato offerto dalle moto e che al posto delle transenne ci sarebbe stato il “cordone umano” degli Alpini. Così nel 2007 per la prima volta nella storia fu proposto il micidiale versante occidentale, in cima al quale tornò ancora a imporsi Simoni, al quale seguì Ivan Basso nel 2010. L’anno successivo, quando s’impose sullo spagnolo Igor Antón, Zomegnan e Cainero vollero “strafare” abbinando lo Zoncolan al vicino Monte Crostis, tolto dal tracciato all’ultimo momento a causa delle proteste dei direttori sportivi che lamentavano il fatto che non avrebbero potuto seguire i corridori dalle ammiraglie per quasi 50 Km, essendo queste state escluse da entrambe le ascese. In seguito gli arrivi sul “Kaiser” saranno più cadenzati nel tempo e si avranno così le vittorie dell’australiano Michael Rogers nel 2014 e del britannico Chris Froome nel 2018, stesso anno nel quale anche il Giro femminile tornerà sullo Zoncolan, stavolta salendo dal versante di Ovaro, che sarà domato dall’autentica dominatrice di quell’edizione, l’olandese Annemiek van Vleuten.

CIAK… SI GIRO

In occasione della tappa di Termoli avevamo parlato di location dalla duplice natura perché per “Il viaggio” si erano utilizzati due luoghi differenti per scene che nella finzione cinematografica erano ambientate nel medesimo luogo. Ma in passato è capitato che se ne usassero anche tre o quattro di location diverse ed è quel che fece, per esempio, nel 1976 il regista Flavio Mogherini quando decise di trarre un film da “Un coperto in più”, commedia teatrale che quattro anni prima era stata scritta da Maurizio Costanzo e portata in scena dall’attore e regista napoletano Carlo Giuffrè, che vi recitò assieme al fratello Aldo. Mogherini ne rivoluzionò la trama, cambiò il luogo dove si svolge la vicenda e ne mutò il titolo in “Culastrisce nobile veneziano”, film che racconta le vicissitudini del marchese Luca Maria Sbrizon (Marcello Mastroianni), vedovo ma convito che sia ancora in vita accanto a lui la defunta consorte Luisa, interpretata da Claudia Mori, moglie di Adriano Celentano. Per la dimora di “Culastrisce” il regista aveva davvero l’imbarazzo della scelta per il gran numero di ville che punteggiano le terre che il gruppo solcherà nel tratto iniziale di questa tappa e alla fine non seppe decidersi perché quella che nel film sembra un’unica villa nelle realtà sono tre differenti, tra l’altro situate in tre provincie diverse. La parte del leone la fa Villa Almerico Capra di Vicenza, più nota come “La Rotonda” e le cui inquadrature rappresentano gli esterni della dimora del marchese. Per le scene girate nel vasto parco circostante, invece, ci si spostò tra il laghetto di Villa Barbarigo a Valsanzibio (Padova) e la serra di Villa Revedin Bolasco a Castelfranco Veneto (Treviso), centro che i “girini” attraverseranno subito dopo la partenza da Cittadella. E non è finita qui perché altre ville compaiono nel film….

La serra di Villa Revedin Bolasco a Castelfranco Veneto, parte del mosaico di ville venete che compongono la dimora del marchese Sbrizon in Culastrisce nobile veneziano (www.davinotti.com)

La serra di Villa Revedin Bolasco a Castelfranco Veneto, parte del "mosaico" di ville venete che compongono la dimora del marchese Sbrizon in "Culastrisce nobile veneziano" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/culastrisce-nobile-veneziano/50004830

METEO GIRO

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

<Cittadella: cielo coperto, 18°C, vento debole da SSW (5 Km/h), umidità al 66%
Spresiano (Km 43.3) : cielo coperto, 18.7°C, vento moderato da S (11-13 Km/h), umidità al 62%
Castello di Caneva – GPM (Km 76.9) : cielo coperto con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 17.8°C, vento moderato da S (11-12 Km/h), umidità al 71%
Meduno – traguardo volante (120.6 Km): pioggia modesta (0.5 mm), 15.1°C (percepiti 16°C), vento moderato da S (15-17 Km/h), umidità al 83%
Priuso (161.5 Km): temporale con pioggia consistente (1.5 mm), 13.6°C, vento moderato da S (20-24 Km/h), umidità al 95%
Arta Terme – traguardo volante (186.3 Km): temporale con pioggia consistente (1.5 mm), 13.5°C, vento moderato da S (19-25 Km/h), umidità al 93%
Monte Zoncolan: pioggia modesta (0.5 mm), 5.9°C, vento moderato da SSW (18-23 Km/h), umidità al 97%

GLI ORARI DEL GIRO

10.15: inizio diretta su Raisport
11.25: inizio diretta su Eurosport1
11.30: partenza da Cittadellla
13.20-13.35: GPM di Castello di Caneva
14.00: inizio diretta su Rai2 (dopo circa 107 Km dalla partenza)
14.25-14.40: traguardo volante di Meduno
15.15-15.40: GPM di Forcella Monte Rest
16.05-16.35: traguardo volante di Arta Terme
16.15-16.45: inizio salita Monte Zoncolan
16.55-17.35: arrivo sul Monte Zoncolan

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo tredicesima tappa, Ravenna – Verona

1° Samuele Rivi
2° Albert Torres a 43″
3° Jai Hindley s.t.
4° Chris Hamilton s.t.
5° Victor Lafay s.t.

Classifica generale

1° Riccardo Minali
2° Attilio Viviani a 5″
3° Dylan Groenevegen a 5′15″
4° Samuele Rivi a 6′58″
5° Umberto Marengo a 7′50″

Maglia nera: Egan Bernal, 164° a 2h36′47″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Professor Fagnani: “La tappa si svolgerà senza fenomeni avversivi” (avversi)
Bastianelli (direttore Agenzia Nazionale del Turismo): “Questa sarà un’estata”
Genovesi: “Vicino a Learco Guerra è nato Virgilio”
Borgato: “Si accumulano le fatica”
Borgato: “Ieri gli era stata data questa novità” (notizia)
Pancani: “Bagnolo sul Vito” (Bagnolo San Vito)
Borgato: “Si stanno guardandi tutti”
Borgato: “Corsa Porta Nuova” (corso)
Borgato: “L’organizzazioni delle squadre”
Pancani: “Bagni di Romagna”
Pancani: “Sono andati a 40 e 800 nella media di gara”
Pancani: “Campenaerts prova a mettere in fuga il gruppo” (in fila)

DISCOGIRO

Finalmente io (Irene Grandi)

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