ALMANACCO DEL DOPOTAPPA: QUI MALAGA
agosto 31, 2010 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Anche durante la Vuelta ilciclismo.it vi proporrà il giornaliero almanacco – contenitore, con la rassegna stampa, i commenti dei tifosi (in arrivo un tifoso d’eccezione), le previsioni del tempo e la presentazione della tappa che verrà.
Foto copertina: una panoramica sul porto di Malaga (wikipedia)
PROCESSO ALLA TAPPA
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
HOTDOGBR: (prima della tappa) Succederà che non vincerà un velocista puro ma gente come Gilbert, Freire, Bole o magari Pozzato, e che il fatto che l’ultimo km sia in salita farà in modo che non ci sia battaglia sul Puerto del Leon, visto che i velocisti puri saranno comunque tagliati fuori: se però questa battaglia dovesse esserci, ad esempio perchè in quel momento la fuga di giornata avrà ancora molti minuti di vantaggio, allora può vincere anche uno come J.Rodriguez.
Telesport: Sul puerto de Leon sarà classifica.
HOTDOGBR: (dopo la tappa) Impressionanti i distacchi rifilati da Gilbert e Rodriguez a tutti gli altri se si considera che l’arrivo era solo al 5%, vuol dire che domani, se farà caldo come oggi, dove le pendenze nell’ultimo km arrivano al 26% ci sarà uno sterminio e che lo spagnolo se va così può puntare anche alla vittoria finale, bene comunque un po’ tutti i big compreso Nibali con la solita eccezione di Andy Schleck che troppo spesso va alle corse a fare il turista.
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
VUELTA A ESPAÑA, VUELTA DEL MUNDO
Vuelta, colpo Gilbert. Nibali ci prova: 4° (Gazzetta dello Sport)
Gilbert, nuevo jefe (AS)
El belga Gilbert sube a lo más alto en Málaga (Marca)
Andy Schleck se deja 14′ en las primeras dificultades (El Mundo Deportivo)
Gilbert takes over Vuelta red jersey (The Independent)
Gilbert goes into the red in Spain (The Daily Telegraph)
Fränk Schleck ist aufmerksam (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)
Vuelta a España, Frank Schleck: „Beine von Tag zu Tag besser“ (Tageblatt)
Gilbert empoche la mise (L’Equipe)
Tour d’Espagne : Gilbert en nouveau leader (Le Soir)
Gilbert, quel coup double! (La Dernière Heure/Les Sports)
Philippe Gilbert imponeert op slotklim (De Standaard)
Vuelta: victoire et maillot rouge pour Philippe Gilbert lors de la 3e étape (L’Avenir)
Gilbert Takes Stage Win And Lead In Tour Of Spain (The New York Times)
Gilbert wins third stage at Spanish Vuelta (USA Today)
Gilbert in red as he wins 3rd stage (The Age)
LA TAPPA CHE VERRA’
Tappa da prendere con le molle e da seguire con assoluta attenzione la 4a della Vuelta 2010. I 183,8 km da Màlaga a Valdepeñas de Jaen presentano infatti un profilo altimetrico assai vario e nervoso, a cominciare dall’Alto de Zaffaraya, 11,2 km di salita al 5,9%, che spezzeranno la monotonia della pianura che caratterizzerà i primi 45 km. Dall’attacco della salita al traguardo, il percorso sarà un susseguirsi di saliscendi più o meno marcati, fra i quali spiccano l’Alto de Montefrio (8 km al 5,4%), con vetta ai -62 dalla linea bianca, e l’Alto de Valdepeñas de Jaen (9 km al 4,8%), con scollinamento a meno di 8 km dal traguardo, classificati come GPM rispettivamente di 3a e 2a categoria.
Le difficoltà non termineranno in vetta all’ultimo colle, ma, al contrario, l’insidia maggiore è posta proprio in vista dello striscione d’arrivo. Gli ultimi 900 metri circa saranno infatti tutti in salita, e, dopo un tratto iniziale al 2-3%, la strada si impennerà, toccando un picco di pendenza del 26%, senza più spianare fino alla linea bianca, posta al termine di un rettilineo di 150 metri al 10%. Un finale potenzialmente esplosivo, specie alla luce della prova di forza offerta ieri da Gilbert e Joaquin Rodriguez, capaci di scavare una voragine di quasi 15” sul ben più pedalabile strappo verso il traguardo di Malaga. Per il belga, già al comando della classifica, potrebbe essere l’occasione di scavare un solco significativo in gratuadoria, mettendosi al riparo dai rivali almeno fino a Xorret del Catì, quando non al primo arrivo in quota, ad Andorra.
RADUNO DI PARTENZA: ore 11.40, Palacio de los Deportes José María Martín Carpena (partenza ore 12.35)
VIA VOLANTE: ore 12.58, El Palo (Calle Bolivia)
MEDIE PREVISTE: 37 – 41 Km orari
SPRINT: Km 64, tra le 14.31 e le 14.41; Alcalá la Real (Km 153,1), tra le 16.42 e le 17.06
ZONA RIFORNIMENTO: Santa Cruz del Comercio, attorno al 88° Km
GPM: Alto de Zafarraya (910m – 2a cat. – 11,2 Km al 5,9% – Km 56,5) tra le 14.20 e le 14.29, Alto de Montefrío (1040m – 3a cat. – 8 Km al 5,4% – Km 122) tra le 15.56 e le 16.15; Alto de Valdepeñas de Jaén (1090m – 2a cat. – 9 Km al 4,8% – Km 176) tra le 17.15 e le 17.43
ARRIVO: a Valdepeñas de Jaén, in Calle de las Eras del Chaparral, tra le 17.26 e le 17.56
ULTIMO CHILOMETRO: rettilineo di 100 metri in leggera salita, curva a sinistra, rettilineo di 50 metri in salita al 2%, curva a destra, strettoia e rettilineo di 330 metri in salita (3% – 10% – 15% – 26% – 23%), leggera curva a destra e rettilineo di 150 metri in salita (18% – 10%), leggera curva a destra e a sinistra e rettilineo di 210 metri in salita (5% – 10%), leggera curva a sinistra e a destra e rettilineo d’arrivo di 150 metri in salita al 10%
METEO VUELTA
Malaga: cielo sereno, temperatura 26,3°C (percepiti 28°C), venti moderati da ESE (15-17 Km/h), umidità al 71%
Alhama de Granada (Km 76,5): cielo sereno, temperatura 28,1°C, venti moderati da SE (15-22 Km/h), umidità al 29%
Alcala la Real (Km 153,1): sole e caldo, temperatura 31,1°C, venti deboli da SSW (5-6 Km/h), umidità al 24%
Valdepeñas de Jaén: previsioni non disponibili
ARCHIVIO ALMANACCO
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ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI MARBELLA
agosto 30, 2010 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Anche durante la Vuelta ilciclismo.it vi proporrà il giornaliero almanacco – contenitore, con la rassegna stampa, i commenti dei tifosi (in arrivo un tifoso d’eccezione), le previsioni del tempo e la presentazione della tappa che verrà
Foto copertina: uno scorcio della spiaggia di Marbella (wikipedia)
PROCESSO ALLA TAPPA
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Gibosimoni: Classica tappa di confusione, dove i big si controllano e devono stare all’erta per eventuali foratura pioggia ecc.
Mauro Facoltosi: Di pioggia oggi non se ne parla…. sole e caldo…. Per l’arrivo, potrebbero arrivare anche in tanti… il finale (a partire dall’ultima salita) è lo stesso della tappa vinta da Minali nel 1995
Gibosimoni: Peccato, Petacchi arriva a ridosso degli abbuoni, anche se ormai a meno di colpi di scena fino alle salite la maglia resterà sulle spalle di Cavendish. Ora dovrebbe essere a una 30ina di secondi dall’Inglese no?
Hotdogbr: poco da dire, è spuntato dal nulla Hutarovich e dietro di lui sono arrivati Cavendish, Farrar e Petacchi che sono in quest’ordine i tre velocisti più forti al mondo al momento, vedremo se Hutarovich saprà riconfermarsi mentre Cavendish se ci sarà un po’ di bagarre sul Puerto del Leon perderà la maglia già oggi
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
VUELTA A ESPAÑA, VUELTA DEL MUNDO
Sastre: Giro, Tour e Vuelta. “Sono un po’ masochista” (Gazzetta dello Sport)
Castigo al sol en la Vuelta (AS)
Hutarovich le birla la cartera a Cavendish en la segunda etapa (Marca)
Hutarovich sorprende al sprint (El Mundo Deportivo)
Hutarovich sprints past Cavendish (The Independent)
Hutarovich outsprints Cavendish (The Daily Telegraph)
Hutarovic überrascht Cavendish (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)
Die Schlecks in Lauerstellung(Tageblatt)
Hutarovich éclipse Cavendish (L’Equipe)
Hutarovich bat Cavendish (Le Soir)
Deux arrivées taillées pour Gilbert (La Dernière Heure/Les Sports)
Hutarovitch verrast Cavendish in Vuelta (De Standaard)
Hutarovich, la surprise de Minsk (L’Avenir)
Sick Cavendish Loses to Hutarovich In Sprint Finish (The New York Times)
Hutarovich wins Spanish Vuelta 2nd stage(USA Today)
Cavendish stays red (The Age)
LA TAPPA CHE VERRA’
Compaiono le prime montagne ad infarcire lo skyline della Vuelta che oggi, viaggiando per 157 Km tra Marbella e Malaga, affronterà il primo dei 7 colli considerati di 1a categoria. Il Puerto del León, che il gruppo scavalcherà quando mancheranno 37 Km alla meta, merita però questa classificazione più per la lunghezza dell’ascesa, che misura quasi 16 Km, che per le pendenze che presenterà, alquanto pedalabili (media del 5,5%, massima del 10%). I velocisti potrebbero dunque anche riuscire a rimanere agganciati o, tutt’al più, rientrare nel corso della discesa, ma si tratterà di una ripresa inutile, perchè quest’anno non sarà proposto il classico traguardo “malagueño” nel centro della città, sul quale in passato si erano imposti velocisti del calibro di Baldato (1996), Wust (1997), Cipollini (2002) e Petacchi (2004). Stavolta la linea dell’arrivo sarà tirata sul colle del Gibralfaro, al termine di una rampetta di poco meno di 2 Km. E’ un finale che può essere paragonato a quello delle Terme Luigiane, proposto in quattro occasioni al Giro d’Italia, anche se il finale cosentino è più pendente. Dunque, via libera ai finisseur alla Argentin e alla Bettini: potrebbe essere un’occasione d’oro per il belga Gilbert che si troverà di fronte a due traguardi consecutivi adatti alle sue potenzialità. Infatti, anche il finale delle tappa di domani, a Valdepeñas de Jaén, si annuncia elettrizzante, ancor più di quello odierno.
RADUNO DI PARTENZA: ore 12.33, Plaza del Mar / Calle Camilo José Cela (partenza ore 13.28)
VIA VOLANTE: ore 13.38, Km 33 della A-355 (direzione Coín)
MEDIE PREVISTE: 37 – 41 Km orari
SPRINT: Alozaina (Km 48), tra le 14.48 e le 14.55; Málaga (Km 102,8), tra le 16.08 e le 16.24
ZONA RIFORNIMENTO: Santa Rosalía – Maqueda, attorno al 86° Km
GPM: Puerto de Ojén (570m – 2a cat. – 8,7 Km al 4,9% – Km 8,7) tra le 13.50 e le 13.52; Puerto del León (920m – 1a cat. – 15,8 Km al 5,4% – Km 120,4) tra le 16.34 e le 16.53
ARRIVO: a Málaga, Castillo de Gibralfaro, tra le 17.28 e le 17.53
ULTIMO CHILOMETRO: rettilineo di 100 metri, curva a 180° verso sinistra, varie curve a destra e sinistra nei 900 metri finali, in salita al 5%
Siti dedicati:
www.malagadeporteyeventos.com/eventos/proximamente/307-vuelta-ciclista-a-espana-tercera-etapa
METEO VUELTA
Marbella: sole e caldo, temperatura 30,9°C (percepiti 34°C), venti moderati da E (15-18 Km/h), umidità al 54%
Coin (Km 29): cielo sereno, temperatura 29,6°C (percepiti 32°C), venti moderati da E (16-19 Km/h), umidità al 56%
Malaga: nuvole sparse, temperatura 28,5°C (percepiti 32°C), venti deboli da ESE (9-13 Km/h), umidità al 69%
ARCHIVIO ALMANACCO
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ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI SIVIGLIA
agosto 29, 2010 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Anche durante la Vuelta ilciclismo.it vi proporrà il giornaliero almanacco – contenitore, con la rassegna stampa, i commenti dei tifosi (in arrivo un tifoso d’eccezione), le previsioni del tempo e la presentazione della tappa che verrà
Foto copertina: la Torre del Oro, al cui cospetto s’è conclusa la cronosquadre
PROCESSO ALLA TAPPA
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Mauro Facoltosi: Anche per la Vuelta ilciclismo.it riproporrà la rubrica dei tifosi con i vostri interventi. Vi preannuncio che dovrebbero essere affiancati dai commenti di un ex campione del pedale….
Segnalo che la cronosquadre si disputerà in notturna, con partenza della prima squadra alle 22 e arrivo dell’ultima alle 23.45.
Telesport: Una cronosquadre notturna la vedremo l’anno prossimo alla partenza del Giro d’Italia?
MirkoBL: Un po’ più tardi no? E quando li mandano a dormire? Qua si sta un po’ esagerando.
Salitepuntocià: La cena in Spagna la fanno a quell’ora, l’han fatto per l’audience. Siviglia ha 40° di giorno all’ombra….., è un massacro farla prima delle 22. Con 30° e al buio, i corridori ne gioveranno.
Gibosimoni: Quoto, farli correre a quest’ora e poi ripartire la mattina successiva presto è un sucidio energetico. Se Zomegnan avesse provato quest’anno una cosa simile messa insieme ai trasferimenti esagerati, con tutte le lagne che i big (che non sono alla Vuelta) hanno fatto per un po’ d’acqua – a mio parere non giustificate – figuriamoci le proteste pesanti – giustificate – per una corsa a quest’ora.
Mauro Facoltosi: Generalmente le tappe della Vuelta sono sempre finite più tardi rispetto a quelle di Giro e Tour. Quest’anno, tolta la cronosquadre, tutte le frazione hanno come orario massimo d’arrivo le 18.
La tappa di domani prenderà il via alle 13.20
MirkoBL: Fanno il Tour con 40°, non vedo il problema. Per me sarebbe stato sufficiente fare partire la prima squadra alle 18-19.
Buiaccaro: piccolo inciso: mi pare evidente che la vuelta sia ormai da considerarsi una succursale del tour visto che hano il sito identico.. o a.s.o. conta più del 25%,oppure…? boh!
bella crono per le strade della meravigliosa siviglia.
faccio il pronostico (aiuto!):
garmin (con farrar in rosso)
htc
sky
liquigas
katusha
saxo bank
meno male che la fanno a quell’ora che da quelle parti i 40° nelle ore diurne sono la normalità…
Salitepuntocià: A parte che il caldo del tour è un luogo comune, su 22 tappe al massimo 3 o 4 hanno temperature sopra i 30 all’ombra, in montagna sopra i 1500 mt non si supera i 20° e spesso si è sui 10° se piove (con la tappa del ventoux del 2000, col sole, conclusasi con +3°di temperatura)… di quest’anno ricordo solo la tappa di Les Rousses con l’asfalto liquefatto, più altre giornate molto calde ma “normali estive” e la tappa del Tourmalet che pareva ottobre.
A Siviglia i 37-40 son veri ed essendo una crono, si puo partire alle 22 che in Spagna non è tardi. Saerbbe ora che anche in Italia si facesse come loro, banche aperte fino alle 20 e negozi aperti fino a mezzanotte.
Mauro Facoltosi: ASO ha acquistato il 49% di Unipublic, l’ente organizzatore della Vuelta.
Hotdogbr: vedo che molti non solo qui danno la Liquigas tra le favorite, sarà ma a parte Nibali, Kreuziger (che comunque non sono Cancellara e Larsson, per fare due nomi) e in parte Bennati non mi pare che ci siano grandissimi cronomen, nessuno invece cita la Rabobank che anche lei non ha grande attitudine ma i cui uomini (non presenti alla Vuelta) hanno fatto grandi prove contro il tempo in questa stagione. Per quanto riguarda la classifica generale cito un nome che al 90% uscirà di classifica dopo le prime montagne ma c’è il restante 10% di chances che faccia bene, e questo nome è Kashechkin. Guardando i suoi risultati di Brixia Tour e Portogallo l’ho visto crescere di condizione giorno dopo giorno, e la corsa lusitana è quella ideale per preparare la Vuelta
Hotdogbr: a quanto pare ho toppato sia sulla Liquigas che in senso opposto sulla Rabobank, bene la Lampre ma tutto sommato con tutti quei velocisti in squadra c’era da aspettarselo in una prova così breve
Vedo23: non capisco ancora il senso di queste prove: a livello tecnico dicono poco, così brevi… A livello di classifica idem. A livello di spettacolo televisivo non so, ma credo che il ciclismo si stia facendo trascinare troppo da aspetti non propriamente “interni” al ciclismo..
Gibosimoni: HTC solito dominio di queste prove (come la crono di Lido di Venezia), bene la “nostra” Liquigas in vista volate (Bennati a 10″ da Cannon Ball e qui ci sono gli abbuoni) e generale con Nibali, che guadagna su tutti gli altri big (2″ su Saxo, 3″ su Cervelo, 4″ a Lampre, 26″ a Rabobank e 31″ all’Astana).
Vediamo di tenere alto i colori azzurri, anche in vista mondiale!
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
VUELTA A ESPAÑA, VUELTA DEL MUNDO
Vuelta, Htc bella di notte. Cavendish prima maglia amarillo (Gazzetta dello Sport)
El primer rojo de la Vuelta (AS)
El Columbia marca con Cavendish el ritmo de la noche en Sevilla (Marca)
Cavendish, primer líder (El Mundo Deportivo)
Mark Cavendish fährt in Rot (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)
Cavendish Erster im Roten Trikot(Tageblatt)
Ça roule pour Cavendish (L’Equipe)
Seize Belges au départ de la Vuelta (Le Soir)
Frank Schleck : “Je peux gagner” (La Dernière Heure/Les Sports)
Cavendish en co winnen nachtelijke ploegentijdrit (De Standaard)
Cavendish premier leader (L’Avenir)
Cavendish Leads In Spain After Team Time – Trial Triumph (The New York Times)
HTC-Columbia team wins Spanish Vuelta 1st stage (USA Today)
LA TAPPA CHE VERRA’
Archiviata la cronometro a squadre in notturna, la Vuelta si mette in marcia in direzione Madrid. La prima frazione in linea si disputerà tra Alcalá de Guadaíra e Marbella, lungo una tratta di poco più di 170 Km che non offrirà grossi grattacapi ai velocisti, nonostante la presenza di alcune difficoltà altimetriche. Sul grafico spiccano l’Alto de Pruna – i suoi 5,6 Km al 5,1% metteranno in palio la prima maglia dei GPM – e poi quello di Ronda, valevole solo come traguardo volante e che fu affrontato anche nel finale della tappa “marbellera” della Vuelta 1995, la prima disputata a settembre. Un ostacolo che il gruppo riuscì ad esorcizzare, presentandosi compatto sul rettilineo d’arrivo, dove si impose allo sprint l’italiano Nicola Minali davanti al tedesco Wust e al russo Saitov. Anche l’anno successivo la tappa di Marbella propose un tracciato parzialmente accidentato, ma anche stavolta si arrivò compatti, con un altro successo italiano da rammentare, conseguito da Fabio Baldato.
RADUNO DI PARTENZA: ore 12.25, Puente del Dragón (partenza ore 13.20)
VIA VOLANTE: ore 13.32, Km 1 della A-360 (direzione Morón de la Frontera)
MEDIE PREVISTE: 40 – 44 Km orari
SPRINT: Setenil de las Bodegas (Km 96,2), tra le 15.43 e le 15.56; Ronda (Km 112,4), tra le 16.05 e le 16.20
ZONA RIFORNIMENTO: Torre Alháquime, attorno al 88° Km
GPM: Alto de Pruna (620m – 3a cat. – 5,6 Km al 5,2% – Km 74) tra le 15.12 e le 15.23
ARRIVO: a Marbella, in Avenina Ricardo Soriano, tra le 17.28 e le 17.52
ULTIMO CHILOMETRO: rettilineo di 600 metri pianeggiante, rotatoria, rettilineo di 200 metri, leggera curva a destra e rettilineo d’arrivo di 200 metri
METEO VUELTA
Alcalá de Guadaira: sole e caldo, temperatura 35,4°C, venti assenti, umidità al 28%
Morón de la Frontera (Km 44) : sole e caldo, temperatura 35,6°C, venti assenti, umidità al 26%
Setenil de las Bodegas (Km 96,2) : sole e caldo, temperatura 33,1°C, venti deboli da S (4-7 Km/h), umidità al 30%
Marbella: sole e caldo, temperatura 30°C, venti moderati da E (18-23 Km/h), umidità al 57%
ARCHIVIO ALMANACCO
Selezionare la voce “Vuelta 2010″ nel menù “Reparto Corse” (in home, sopra la copertina)
VUELTA A ESPAÑA 2010 – IL VADEMECUM
agosto 7, 2010 by Redazione
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È il terzo ed ultimo vademecum della stagione, dopo quelli del Giro d’Italia e del Tour de France. Ecco per voi l’elenco “burocratico” dei principali passaggi della 65° Vuelta a España: partenze, arrivi, traguardi volanti, rifornimenti e i dati dei 40 GPM previsti.
Sito ufficiale della Vuelta a España : www.lavuelta.com
1a TAPPA: SIVIGLIA – SIVIGLIA (cronometro a squadre – 14,1 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 21.15, Plaza de Toros de la Real Maestranza de Sevilla (partenza prima squadra ore 22.04)
MEDIE PREVISTE: 56 Km orari
ARRIVO: quello dell’ultima squadra è previsto a Siviglia, in Paseo de las Delicias (Torre del Oro), alle 23.43. Previsti circa 15 minuti di gara.
2a TAPPA: ALCALÁ DE GUADAÍRA – MARBELLA (173,7 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 12.25, Puente del Dragón (partenza ore 13.20)
VIA VOLANTE: ore 13.32, Km 1 della A-360 (direzione Morón de la Frontera)
MEDIE PREVISTE: 40 – 44 Km orari
SPRINT: Setenil de las Bodegas (Km 96,2), tra le 15.43 e le 15.56; Ronda (Km 112,4), tra le 16.05 e le 16.20
ZONA RIFORNIMENTO: Torre Alháquime, attorno al 88° Km
GPM: Alto de Pruna (620m – 3a cat. – 5,6 Km al 5,2% – Km 74) tra le 15.12 e le 15.23
ARRIVO: a Marbella, in Avenina Ricardo Soriano, tra le 17.28 e le 17.52
ULTIMO CHILOMETRO: rettilineo di 600 metri pianeggiante, rotatoria, rettilineo di 200 metri, leggera curva a destra e rettilineo d’arrivo di 200 metri
3a TAPPA: MARBELLA – MÁLAGA (157,3 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 12.33, Plaza del Mar / Calle Camilo José Cela (partenza ore 13.28)
VIA VOLANTE: ore 13.38, Km 33 della A-355 (direzione Coín)
MEDIE PREVISTE: 37 – 41 Km orari
SPRINT: Alozaina (Km 48), tra le 14.48 e le 14.55; Málaga (Km 102,8), tra le 16.08 e le 16.24
ZONA RIFORNIMENTO: Santa Rosalía – Maqueda, attorno al 86° Km
GPM: Puerto de Ojén (570m – 2a cat. – 8,7 Km al 4,9% – Km 8,7) tra le 13.50 e le 13.52; Puerto del León (920m – 1a cat. – 15,8 Km al 5,4% – Km 120,4) tra le 16.34 e le 16.53
ARRIVO: a Málaga, Castillo de Gibralfaro, tra le 17.28 e le 17.53
ULTIMO CHILOMETRO: rettilineo di 100 metri, curva a 180° verso sinistra, varie curve a destra e sinistra nei 900 metri finali, in salita al 5%
Siti dedicati:
www.malagadeporteyeventos.com/eventos/proximamente/307-vuelta-ciclista-a-espana-tercera-etapa
4a TAPPA: MÁLAGA – VALDEPEÑAS DE JAÉN (183,8 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 11.40, Palacio de los Deportes José María Martín Carpena (partenza ore 12.35)
VIA VOLANTE: ore 12.58, El Palo (Calle Bolivia)
MEDIE PREVISTE: 37 – 41 Km orari
SPRINT: Km 64, tra le 14.31 e le 14.41; Alcalá la Real (Km 153,1), tra le 16.42 e le 17.06
ZONA RIFORNIMENTO: Santa Cruz del Comercio, attorno al 88° Km
GPM: Alto de Zafarraya (910m – 2a cat. – 11,2 Km al 5,9% – Km 56,5) tra le 14.20 e le 14.29, Alto de Montefrío (1040m – 3a cat. – 8 Km al 5,4% – Km 122) tra le 15.56 e le 16.15; Alto de Valdepeñas de Jaén (1090m – 2a cat. – 9 Km al 4,8% – Km 176) tra le 17.15 e le 17.43
ARRIVO: a Valdepeñas de Jaén, in Calle de las Eras del Chaparral, tra le 17.26 e le 17.56
ULTIMO CHILOMETRO: rettilineo di 100 metri in leggera salita, curva a sinistra, rettilineo di 50 metri in salita al 2%, curva a destra, strettoia e rettilineo di 330 metri in salita (3% – 10% – 15% – 26% – 23%), leggera curva a destra e rettilineo di 150 metri in salita (18% – 10%), leggera curva a destra e a sinistra e rettilineo di 210 metri in salita (5% – 10%), leggera curva a sinistra e a destra e rettilineo d’arrivo di 150 metri in salita al 10%
5a TAPPA: GUADIX – LORCA (195,8 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 11.45, Paseo de la Catedral (partenza ore 12.40)
VIA VOLANTE: ore 12.50, autovia A-92 (direzione Murcia)
MEDIE PREVISTE: 39 – 43 Km orari
SPRINT: Cullar (Km 69), tra le 14.26 e le 14.36; Orce (Km 93,7), tra le 15.00 e le 15.14
ZONA RIFORNIMENTO: attorno al 108° Km
ARRIVO: a Lorca, in Avenida de Europa, tra le 17.27 e le 17.55
ULTIMO CHILOMETRO: rettilineo di 300 metri pianeggiante, rotatoria, rettilineo di 300 metri pianeggiante, leggera curva a destra, rettilineo d’arrivo di 480 metri pianeggiante.
Siti dedicati: www.epernay.fr/news/epernay-ville-etape-de-la-grande-boucle.html
www.montargis.fr/actualites/index.php?action=rubrique-activite&id=11&rubrique=TOUR%20DE%20FRANCE%202010
6a TAPPA: CARAVACA DE LA CRUZ – MURCIA (148,6 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore13.00, Ciudad Jardín (partenza ore 13.55)
VIA VOLANTE: ore 14.08, Km 64 della RM-714 (direzione Calasparra)
MEDIE PREVISTE: 40 – 44 Km orari
SPRINT: Calasparra (Km 17,4), tra le 14.31 e le 14.34; Murcia (Km 122,6), tra le 16.55 e le 17.11;
ZONA RIFORNIMENTO: attorno al 88° Km
GPM: Alto de la Cresta del Gallo (385m – 3a cat. – 7 Km al 4,3% – Km 138,3) tra le 17.16 e le 17.35
ARRIVO: a Murcia, in Avenida Miguel Indurain, tra le 17.30 e le 17.50
ULTIMO CHILOMETRO: rettilineo di 500 metri pianeggiante, leggera curva a destra e rettilineo di 500 metri
7a TAPPA: MURCIA – ORIHUELA (186,1 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 11.57, Palacio de los Deportes, Avenida Miguel Indurain (partenza ore 12.52)
VIA VOLANTE: ore 13.07, N-340 (direzione Alicante)
MEDIE PREVISTE: 39 – 43 Km orari
SPRINT: Rojales (Km 56,1), tra le 14.25 e le 14.33; Formentera del Segura (Km 59), tra le 14.29 e le 14.37
ZONA RIFORNIMENTO: Granja de Rocamora, attorno al 85° Km
GPM: Puerto de Hondón de los Frailes (500m – 3a cat. – 8,8 Km al 4,8% – Km 126,8) tra le 16.07 e le 16.25
ARRIVO: a Orihuela, in Calle del Marqués de Molins, tra le 17.28 e le 17.54
ULTIMO CHILOMETRO: rettilineo di 400 metri pianeggiante, rotatoria, leggera curva a destra e rettilineo di 200 metri, rettilineo d’arrivo di 400 metri pianeggiante.
8a TAPPA: VILLENA – XORRET DE CATÍ (190 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 11.30, Plaza de Toros (partenza ore 12.25)
VIA VOLANTE: ore 13.07, Km 0 della CV-799 (direzione Biar)
MEDIE PREVISTE: 35 – 39 Km orari
SPRINT: Onil (Km 17,5), tra le 12.58 e le 13.02; Castalla (Km 177), tra le 17.04 e le 17.35
ZONA RIFORNIMENTO: Puerto de Tudons, attorno al 97° Km
GPM: Puerto de Onil (1030m – 3a cat. – 6,4 Km al 5% – Km 24,4) tra le 13.09 e le 13.13; Puerto de Tudons (1010m – 2a cat. – 6,9 Km al 4,8% – Km 96,4) tra le 15.00 e le 15.17; Puerto de Torremanzanas (880m – 2a cat. – 8,3 Km al 5,3% – Km 123,5) tra le 15.42 e le 16.03; Puerto de la Carrasqueta (1025m – 2a cat. – 11 Km al 4,8% – Km 152,7) tra le 16.26 e le 16.53; Alto Xorret del Catí (1100m – 1a cat. – 3,8 Km al 11,5% – Km 186,8) tra le 17.19 e le 17.52
ARRIVO: a Xorret del Catí, tra le 17.24 e le 17.57
ULTIMO CHILOMETRO: 100 metri in discesa, 300 metri in salita (8%), curva a destra, 550 metri in leggera salita (1,6%), curva a destra e rettilineo d’arrivo di 150 metri pianeggiante.
9a TAPPA: CALPE – ALCOY (187,7 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 11.35, Plaza Colón, Paseo Marítimo (partenza ore 12.30)
VIA VOLANTE: ore 13.07, Km 0 della CV-746 (direzione Moraira)
MEDIE PREVISTE: 36 – 40 Km orari
SPRINT: Ondara (Km 42,3), tra le 13.47 e le 13.54; La Nucia (Km 91,5), tra le 15.01 e le 15.16
ZONA RIFORNIMENTO: La Nucia, attorno al 93° Km
GPM: Coll de Rates (635m – 2a cat. – 6,8 Km al 5,1% – Km 66,8) tra le 14.24 e le 14.35; Alto de Guadalest (680m – 2a cat. – 5,3 Km al 7,2% – Km 103,1) tra le 15.18 e le 15.35; Alto de Confrides (980m – 3a cat. – 11,8 Km al 3,5% – Km 118,3) tra le 15.41 e le 16.01; Alto de Tudons (1030m – 2a cat. – 7,2 Km al 5,1% – Km 132) tra le 16.02 e le 16.23; Puerto de Torremanzanas (900m – 2a cat. – 8,3 Km al 5,4% – Km 156,1) tra le 16.38 e le 17.04; Puerto de Benifallín (1025m – 3a cat. – 5,3 Km al 5% – Km 164,2) tra le 16.50 e le 17.17; Alto del Revolcat (770m – 3a cat. – 5,9 Km al 4,4% – Km 181,1) tra le 17.15 e le 17.45
ARRIVO: ad Alcoy, in Carretera de Banyeres de Mariola, tra le 17.25 e le 17.56
ULTIMO CHILOMETRO: rettilineo di 300 metri in salita al 3,8%, leggera curva a destra e rettilineo di 320 metri in salita al 7,8%, leggera curva a sinistra e rettilineo d’arrivo di 280 metri in salita al 5,5%.
Lunedì 6 settembre – giorno di riposo
10a TAPPA: TARRAGONA – VILANOVA I LA GELTRÚ (175,7 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 12.15, Anfiteatro Romano (Paseo de las Palmeras) (partenza ore 13.10)
VIA VOLANTE: ore 13.23, T11 Autovía de Noroeste
MEDIE PREVISTE: 39 – 43 Km orari
SPRINT: Valls (Km 40), tra le 14.18 e le 14.24; El Pont d’Armentera (Km 56,9), tra le 14.42 e le 14.50
ZONA RIFORNIMENTO: Sant Martí Sarroca, attorno al 93° Km
GPM: Alto del Rat Penat (495m – 1a cat. – 4,4 Km al 10,8% – Km 66,8) tra le 16.43 e le 17.04
ARRIVO: a Vilanova i la Geltrú, in Paseo Marítimo, tra le 17.28 e le 17.53
ULTIMO CHILOMETRO: rettilineo di 130 metri pianeggiante, curva dolce a sinistra, rettilineo di 250 metri pianeggiante, rotatoria, curva dolce a destra e rettilineo d’arrivo di 520 pianeggiante.
11a TAPPA: VILANOVA I LA GELTRÚ – ANDORRA (PAL) (208,4 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 10.55, Paseo Marítimo (monumento a Francesc Macía) (partenza ore 11.50)
VIA VOLANTE: ore 12.03, Km 3 della C-15 (direzione Vallafranca del Penedés)
MEDIE PREVISTE: 39 – 43 Km orari
SPRINT: Igualada (Km 45,2), tra le 13.12 e le 13.20; Andorra la Vella (Km 190), tra le 16.55 e le 17.28
ZONA RIFORNIMENTO: Ponts, attorno al 108° Km
GPM: Alto del Refugio (795m – 3a cat. – 9,4 Km al 4,1% – Km 56,8) tra le 13.30 e le 13.40; Andorra / Pal (1925m – 9,9 Km al 6,5% – arrivo in salita)
ARRIVO: alla Estació de Vallnord Sector Pal, tra le 17.23 e le 18.00
ULTIMO CHILOMETRO: in salita (6%-3%), curve e destra e sinistra e rettilineo d’arrivo di 200 metri pianeggiante.
12a TAPPA: ANDORRA LA VELLA – LLEIDA (172,5 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 12.20, Parc Central (partenza ore 13.15)
VIA VOLANTE: ore 13.34, confine di stato
MEDIE PREVISTE: 40 – 44 Km orari
SPRINT: Figuerola d’Orcau (Km 82), tra le 15.26 e le 15.37; Balaguer (Km 146), tra le 16.53 e le 17.13
ZONA RIFORNIMENTO: Figuerola d’Orcau, attorno al 83° Km
GPM: Coll de Bóixols (1370m – 2a cat. – 15,8 Km al 5% – Km 54,3) tra le 14.48 e le 14.55
ARRIVO: a Lleida, in Avinguda de Tortosa, tra le 17.29 e le 17.52
ULTIMO CHILOMETRO: rettilineo di 100 metri pianeggiante, curva a sinistra e rettilineo di 600 metri pianeggiante, curva a destra e rettillineo d’arrivo di 310 metri pianeggiante.
Siti dedicati: www.paeria.es/cat/ajuntament/noticies.asp?Detall=True&IdNoticia=11579
13a TAPPA: RINCÓN DE SOTO – BURGOS (196 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 11.45, Avenida de la Rioja (partenza ore 12.40)
VIA VOLANTE: ore 12.54, LR-115
MEDIE PREVISTE: 39 – 43 Km orari
SPRINT: Calahorra (Km 8,4), tra le 13.05 e le 13.06; Villasur de Herreros (Km 171), tra le 16.52 e le 17.17
ZONA RIFORNIMENTO: Nájera, attorno al 92° Km
GPM: Alto de Pradilla (1260m – 3a cat. – 5,9 Km al 5,6% – Km 136,5) tra le 16.04 e le 16.24; Alto de Valmala (1200m – 3a cat. – 4 Km al 5% – Km 159,9) tra le 16.37 e le 17.00
ARRIVO: a Burgos, in Calle de Vitoria, tra le 17.27 e le 17.55
ULTIMO CHILOMETRO: rettilineo di 500 metri pianeggiante, curva a destra e rettilineo d’arrivo di 500 metri pianeggiante.
14a TAPPA: BURGOS – PEÑA CABARGA (178 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 11.55, Museo de la Evolución Humana (partenza ore 12.50)
VIA VOLANTE: ore 12.54, Km 4 della N-623 e N-627 (direzione Santander)
MEDIE PREVISTE: 36 – 40 Km orari
SPRINT: Espinosa de los Monteros (Km 90,5), tra le 15.14 e le 15.29; Villacarriedo (Km 139,3), tra le 16.27 e le 16.51
ZONA RIFORNIMENTO: Espinosa de los Monteros, attorno al 91° Km
GPM: Alto de Bocos (790m – 3a cat. – 3,1 Km al 6,4% – Km 78,6) tra le 14.56 e le 15.10; Portillo de Lunada (1340m – 2a cat. – 8,7 Km al 5,7% – Km 107,5) tra le 15.40 e le 15.58; Alto del Caracol (815m – 2a cat. – 5,1 Km al 7,3% – Km 126,6) tra le 16.08 e le 16.30; Peña Cabarga (565m – 5,9 Km al 9,2% – arrivo in salita)
ARRIVO: sulla Peña Cabarga, tra le 17.26 e le 17.55
ULTIMO CHILOMETRO: salita al 10-14% per 350 metri, due lievi curve a destra e rettilineo di 150 metri con lievi curve a destra e sinistra, rettilineo di 450 metri in salita al 10%, leggera curva a sinistra e rettilineo d’arrivo di 60 metri in salita al 10%.
15a TAPPA: SOLARES – LAGOS DE COVADONGA (187,3 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 11.35, Balneario de Solares (comune di Medio Cudeyo) , Estación de autobuses (partenza ore 12.30)
VIA VOLANTE: ore 12.45, Km 12 della N-635 (direzione Santander)
MEDIE PREVISTE: 36 – 40 Km orari
SPRINT: Suances (Km 38), tra le 13.42 e le 13.48; San Vicente de la Barquera (Km 77,3), tra le 14.40 e le 14.53
ZONA RIFORNIMENTO: Pesués, attorno al 85° Km
GPM: Lagos de Covadonga (1120m – 12,5 Km al 7% – arrivo in salita)
ARRIVO: ai Lagos de Covadonga, tra le 17.25 e le 17.57
ULTIMO CHILOMETRO: discesa in leggera curva verso sinistra per 500 metri, salita al 5% per 300 metri, leggera curva a destra e rettilineo d’arrivo di 200 metri in salita al 4%.
16a TAPPA: GIJÓN – COTOBELLO (181,4 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 11.10, Universidad Laboral (partenza ore 12.05)
VIA VOLANTE: ore 12.30, Km 21,2 della AS-II – AS-18 (direzione Oviedo)
MEDIE PREVISTE: 33 – 37 Km orari
SPRINT: Bárzana (Km 132), tra le 16.04 e le 16.30; Pola de Lena (Km 151,9), tra le 16.36 e le 17.06
ZONA RIFORNIMENTO: Almurfe, attorno al 83° Km
GPM: Alto de la Cabruñana (375m – 3a cat. – 6,6 Km al 4,8% – Km 45,8) tra le 13.44 e le 13.53; Puerto de San Lorenzo (1350m – 1a cat. – 10 Km al 8,5% – Km 101,1) tra le 15.13 e le 15.33; Alto de la Cobertoria (1182m – 1a cat. – 8,1 Km al 8,5% – Km 141,9) tra le 16.20 e le 16.48; Alto de Cotobello (1198m – 10,1 Km al 8,1% – arrivo in salita)
ARRIVO: al Cotobello (comune di Aller), tra le 17.24 e le 17.59
ULTIMO CHILOMETRO: rettilineo di 260 metri in salita, curva a destra e a sinistra, rettilineo di 320 metri, rettilineo di 110 metri in salita, curva a destra, rettilineo di 300 metri. Curva a sinistra e rettilineo d’arrivo di 100 metri in salita. Pendenza dell’8%.
Martedì 14 settembre – giorno di riposo
17a TAPPA: PEÑAFIEL – PEÑAFIEL (cronometro individuale – 46 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 13.10, Carretera de Soria (partenza primo corridore ore 14.05)
MEDIE PREVISTE: 55 Km orari
ARRIVO: quello dell’ultimo corridore è atteso a Peñafiel, alle 17.40. Previsti circa 50 minuti di gara.
18a TAPPA: VALLADOLID – SALAMANCA (148,9 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 13.05, Campo Grande (partenza ore 14.00)
VIA VOLANTE: ore 14.13, Km 4 della CL-610 (direzione Medina del Campo)
MEDIE PREVISTE: 41 – 45 Km orari
SPRINT: La Serrada (Km 21), tra le 14.41 e le 14.43; Medina del Campo (Km 39,6), tra le 15.05 e le 15.10
ZONA RIFORNIMENTO: Vadillo de la Guareña, attorno al 81° Km
ARRIVO: a Salamanca, in Avenida de Federico Anaya, tra le 17.31 e le 17.50
ULTIMO CHILOMETRO: rettilineo di 600 metri in dolce ascesa, rotatoria e rettilineo d’arrivo di 400 metri in dolce ascesa.
19a TAPPA: PIEDRAHITA – TOLEDO (231,2 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 10.30, Plaza Nueva de la Villa (partenza ore 11.25)
VIA VOLANTE: ore 11.45, AV-P 507 (direzione Villafranca de la Sierra)
MEDIE PREVISTE: 37 – 41 Km orari
SPRINT: El Barraco (Km 67), tra le 13.23 e le 13.33; Aldea del Fresno (Km 126,6), tra le 14.50 e le 15.10
ZONA RIFORNIMENTO: attorno al 105° Km
GPM: Puerto de Chía (1670m – 2a cat. – 8 Km al 5,5% – Km 14) tra le 12.05 e le 12.07
ARRIVO: a Toledo, in Calle del Cardenal Tavera, tra le 17.23 e le 17.59
ULTIMO CHILOMETRO: 100 metri in pavè, rettilineo di 500 in leggera discesa, rotatoria a sinistra e salita al 6,2% per 500 metri, curva a destra e rettilineo d’arrivo di 200 metri pianeggiante.
20a TAPPA: SAN MARTÍN DE VALDEIGLESIAS – BOLA DEL MUNDO (172,1 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 11.30, Castillo, Calle del Doctor Félix Rodríguez de la Fuente (partenza ore 12.25)
VIA VOLANTE: ore 12.37, Avenida de Marcial Llorente (Pelayos de la Presa)
MEDIE PREVISTE: 32 – 36 Km orari
SPRINT: La Granja de San Ildefonso (Km 103,6), tra le 15.29 e le 15.51; Alpedrete (Km 149), tra le 16.45 e le 17.16
ZONA RIFORNIMENTO: attorno al 81° Km
GPM: Puerto de la Cruz Verde (1260m – 3a cat. – 5,1 Km al 7% – Km 31,2) tra le 13.29 e le 13.35; Alto del León (1515m – 1a cat. – 7,8 Km al 6,8% – Km 63) tra le 14.22 e le 14.35; Puerto de Navacerrada (1860m – 1a cat. – 7 Km al 7,5% – Km 120,4) tra le 15.57 e le 16.22; Bola del Mundo (2247m – 21,6 Km al 6,2% – arrivo in salita)
ARRIVO: sulla Bola del Mundo, tra le 17.23 e le 17.59
ULTIMO CHILOMETRO: rettilineo di 200 metri in salita, curve a sinistra e destra in 100 metri, rettilineo di 200 metri, curve dolci a sinistra e destra in 100 metri e rettilineo di 400 metri in salita al 10,5%, con rampe al 12%, 14% e 16%.
21a TAPPA: SAN SEBASTIÁN DE LOS REYES – MADRID (85 Km)
RADUNO DI PARTENZA: ore 13.20, Recinto Ferial, Avenida de Navarrondán) (partenza ore 14.15)
VIA VOLANTE: ore 15.10, Avenida de Europa
MEDIE PREVISTE: 32 – 36 Km orari
SPRINT: Madrid – 3° passaggio (Km 33,7), tra le 16.06 e le 16.13; Madrid – 8° passaggio (Km 62,2), tra le 16.53 e le 17.06
ARRIVO: a Madrid, in Plaza de Cibeles, tra le 17.31 e le 17.49
a cura di Mauro Facoltosi

Planimetria della Vuelta 2010 (www.lavuelta.com)
BOCCOLA, LA SALITA CHE SMOCCOLA
agosto 5, 2010 by Redazione
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Chissà quanti “moccoli” avranno tirato gli ignari cicloamatori che, nel tentativo di emulare i professionisti, avranno voluto cimentare sulla breve ma secca erta verso Bergamo Alta. È la Boccola, l’asperità che il mondo del ciclismo ha conosciuto grazie al Giro di Lombardia e che, dopo due passaggi del Giro d’Italia, adesso si candida a diventare momento chiave del mondiale 2015. Ce la illustra Gabriele Bugada, giornalista de ilciclismo.it e, prima ancora, infaticabile pedalatore appassionato di salite.
Foto copertina: Porta Garibaldi rappresenta l’inizio della vera Boccola, ascesa dal “cuore di pietra” (fotoalbum.virgilio.it)
Il profilo inconfondibilmente austero – aereo e assieme severo di nuda pietra – della città antica ci squadra dall’alto, tra le quinte dei tetti: siamo in via Maironi da Ponte, strada serpeggiante e prettamente urbana, quando una curva opportuna ci schiude il miraggio dell’altra città, la Città alta. Siamo in piano, ancora, ma una serie di intralci (un ponticello, una rotonda, dei dossi, una strettoia) ci insegna il confine interno tra l’abitato e quella terra misteriosa di giardini e prati incolti che occupa i declivi ascendenti alle Mura.
Sorpassiamo una chiesa, ed ecco che lo scenario cambia, come la strada sotto le nostre ruote: sale, nervosa, circondata non più da case ma da alti muri a secco contraddistinti dai tipici archi ciechi; siamo in una conca, quasi una valletta appartata, segnata da vitigni curati o bruschi roveti, cespugli prepotenti e prati ameni. Incombe qualche cipresso; isolato e cupo un vecchio palazzo lasciato a se stesso e alla malinconia della sua pietra nera.
Sale la strada, ma non ci si pensa, tra il pimpante 9% e un modesto 6%: si lascia scorrere per queste prime centinaia di metri un 39×21 agile, rimandando il fiatone alle rampe che ci aspettano, e che ora – dopo aver curvato verso destra – vediamo lassù, alla nostra sinistra.
Le facciate antiche ricompaiono, allineate, quasi spettatrici con ognuna delle proprie cento finestre come occhi scuri. Ci aspettano.
Ma prima si tratta di varcare la porta Garibaldi, dritta davanti a noi e preannunciata dal ciottolato fitto e violento che caratterizza i prossimi duecento metri. Sì, perché dopo la porta un secco scarto di novanta gradi a sinistra dice che la strada si è accorta di essere ancora in basso, troppo in basso, rispetto a quel sogno di pietra antica, e cambia strategia: balza, e morde le balze. Punta dritto per dritto verso Città alta.
La gamba si indurisce e i battiti salgono, anche per la tensione imposta dalla guida equilibristica che è necessaria a tenersi sullo stretto marciapiede di arenaria liscia, evitando i sassetti tondi, piccoli e cattivi come pugni, che tempestano la carreggiata vera e propria.
Ancora, una curva, un controtornante in cui tirare il fiato, e.
E: gustiamoci – piano, se possibile, sciogliendo la gamba – gli ultimi cento metri pedalabili.
Poi, un fulmine, un guizzo, un’impennata violenta.
La Boccola: è questa la Boccola vera e propria, questi ultimi due-trecento metri che vanno su, su, su, dritti dritti, con in mezzo giusto una “chicane” a spezzare il ritmo e costringere i polpacci già gonfi a riesplodere un raddoppio di scatto. 13% costante, con punte del 16%: per poco, epperò già per troppo.
Non si vede quel che c’è al nostro fianco – le case di qua, il paesaggio di là – mentre scattiamo a tutta: ma sì, anche col 39×21 o col 39×23, senza pensare, senza respirare, o senza pensare al respiro impazzito. Senza niente di niente, se non un urlo di fatica bianco e protratto fino allo stremo.
Se siamo fortunati, con questo grido muto di tutto il corpo scagliato, abbiamo raggiunto la brevissima spianata caratterizzata dall’aprirsi di Piazza Mascheroni alla nostra sinistra, e dal nostro infilarci in un buio voltone, ultima soglia per il Colle Aperto.
Se non ce l’abbiamo fatta, ogni singolo metro che ci separa da quel respiro costerà dolore e frustrazione. Pressoché fermi, inchiodati ai pedali.
Ma comunque sia, si arriva: si passa in quel buio, poi la strada risale appena, ma quasi non si sente; davanti a noi la luce verde filtrata dagli ippocastani, l’aria larga del Colle Aperto. Gireremo a sinistra, con un’ultima gobba che ci scaraventa giù dalle Mura. O a destra, verso le ulteriori ambizioni della Panoramica.
Ma adesso non ci pensiamo, perché noi no, non siamo in gara: noi respiriamo, con il cuore a tutta, e i quadricipiti in acido. Noi respiriamo, ci godiamo la fontanella, la gente che sfila, e proprio là davanti c’è la gelateria Marianna.
Gabriele Bugada
AUSTRALIA, MONDIALE & VACANZA
agosto 4, 2010 by Redazione
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L’Australia accoglierà quest’anno i mondiali di ciclismo, avendo scelto l’UCI di assegnare le competizioni iridate a Geelong, centro dello stato del Victoria. Per l’appassionato si offre la ghiotta occasione di effettuare una breve vacanza nel più piccolo degli stati australiano che, considerate le stagioni ribaltate rispetto all’emisfero boreale, consentirà di abbinare sci e ciclismo e di ammirare panorami da favola. Ilciclismo.it vi offre una breve rassegna delle principali attrattive, tralasciando quelle della capitale Melbourne, il cui nome e la cui fama valgono da sole almeno una veloce visita.
Foto copertina: Costiera amalfitana? Costiera salentina? No, queste sono le gelide acque oceaniche del Loch Ard Gorge, all’estremo sud dell’Australia (desktopnature.com)
FASCIA COSTIERA AD SUD OVEST DI MELBOURNE
Geelong
75 Km a sud-ovest di Melbourne. È la seconda città per numero di abitanti dello stato del Victoria dopo la capitale Melbourne, con la quale rivaleggiò a lungo per il commercio della lana, prima di diventare un importante centro manifatturiero. Il luogo più frequentato della cittadina è il lungo-oceano (Geelong si affaccia sulla Port Phillip Bay), adorno di bizzarre sculture e sul quale prospettano edifici di diverse epoche, antichi e moderni, che rappresentano il passato e il presente di questo centro. Tra le dimore più interessanti segnaliamo Barwon Grange, che ha mantenuto l’arredamento datogli nel 1855 dal commerciante che la costruì. All’interno dell’Eastern Park, infine, potrete visitare uno dei più antichi giardini botanici australiani.
Barwon Grange
http://www.fotothing.com/photos/a52/a5216fe923aace0c07e43b7961237236_e50.jpg
Werribee
32 Km a sud-ovest di Melbourne. Meritevole di una visita è il Werribee Park Mansion, villa eretta in stile “Italianate” nel 1877 dai Chrinside e testimonianza del livello di ricchezza raggiunto all’epoca da una famiglia di semplici allevatori. All’interno del vasto parco che la circonda e che ogni autunno accoglie un premio di scultura si trovano anche il Victorian State Rose Garden e uno zoo.
http://www.bcl.com.au/melbourne/images/tvic/30646V.jpg
Anakie
20 Km a nord di Geelong. Se scenderete in Australia con i pargoli al seguito non potrete non recarvi in questo piccolo centro, nel quale si trova il Fairy Park. Il “parco delle fate” è il più vecchio parco divertimenti della nazione, inagurato nel 1959 e costituito da una rupe rocciosa percorsa da un tortuoso sentiero. Lungo il cammino 22 diorami illustrano le più celebre favole.
http://www.fairypark.com/gallery/castleview.jpg
Queenscliff
30 Km a sudest di Geelong. Questa località ha conservato le vestigia dei fasti d’un tempo quando, alla fine dell’800, era uno dei principali centri termali australiani. Vi si trovano un faro e un forte costruito nel XIX secolo, quando si temeva un attacco russo a Melbourne.
http://www.eurekacouncil.com.au/Australia-History/images/The_Old_Fort.jpg
Torquay
21 Km a sud di Geelong. Con la vicina Bells Beach (sede di una nota gara surfistica che si svolge il giorno di Pasqua), è uno dei centri più gettonati dagli appassionati di questo sport, grazie al forte vento che spira sullo Stretto di Bass, il canale oceanico che separa l’Australia dall’isola di Tasmania.
http://commondatastorage.googleapis.com/static.panoramio.com/photos/original/958130.jpg
Anglesea
37 Km da Geelong. Centro famoso per la cospicua colonia di canguri che vivono nel locale campo da golf. Inoltre, è il punto di partenza della Great Ocean Road, strada litoranea che offre 200 Km di stupendi paesaggi, i più belli dello stato del Victoria.
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Lorne
65 Km a sudovest di Geelong. Piccola cittadina situata lungo la Great Ocean Road, all’altezza di una pittoresca baia. A gennaio è sede della frequentatissima “Pier to Pub Swim”, gara di nuoto che si svolge nelle calde acque dell’oceano (sono mesi estivi nell’emisfero australe) e che nel 1998 è stata citata nel Guinnes dei Primati per l’elevato numero di partecipanti (3071).
Nei pressi di Lorne si trova il Great Otway National Park, caratterizzato da foreste di felci ed eucalipti: da non perdere l’escursione alle cascate Erskine e Hopetoun.
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Kennet River
90 Km a sudovest di Geelong. Da questa località, situata sulla costa, è possibile raggiungere in auto (6 Km) la Grey Scenic Reserve, una delle più belle escursioni pedestri dello stato, che si snoda per 1,5 Km in una gola tutta felci ed eucalipti.
Skenes Creek
107 Km a sudovest di Geelong. Altra località costiera utilizzabile come “base” per un interessante escursione nell’entroterra, diretta in una quindicina di chilometri al Turton’s Track, itinerario che attraversa le Otway Ranges. Dalla cresta che s’incontra al termine della foresta si gode un panorama che abbraccia gli speroni boscosi che discendono verso il mare, i laghi vulcanici e la pianura del Western District.
Apollo Bay
118 Km da Geelong. A chi soffre di vertigini è assolutamente sconsigliata la visita all’Otway Fly, nella foresta alle spalle dell’omonimo capo: una rete di ponti aerei estesa per 0,6 Km permette di passaggiare direttamente sotto la chioma degli eucalipti, sospesi a 25 metri da terra. Chi preferisce rimanere con i piedi per terra può optare per la più tranquilla visita al capo, sul quale troneggia la Lighthouse, il faro che dal 1848 sorveglia l’accesso allo Stretto di Bass.
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Princetown
210 Km da Melbourne, 135 da Geelong. Dopo questo centro inizia il Port Campbell National Park, che protegge uno spettacolare tratto di costa “lavorato” dall’oceano. Tre i luoghi meritevoli di una sosta: i “Dodici Apostoli” (rimasti in undici dopo il crollo di un faraglione, avvenuto nel 2005), l’arco naturale chiamato “London Bridge” e la Loch Ard Gorge.
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Warrnambool
265 Km da Melbourne. Un tempo porto assai frequentato, oggi è diventata una località turistica, che attrae i visitatori con il Flagstaff Hill Maritime Village (ricostruzione di un porto del XIX secolo), una pinacoteca di artisti australiani e la possibilità di scorgere, nell’inverno australe (la nostra estate), le balene che si avvicinano alla costa per partorire. Gli amanti della natura e degli animali devono mettere in programma anche un’escursione alla vicina Tower Hill State Game Reserve, cratere vulcanico presso il quale è possibile incontrare anatre, emù, koala e, la sera, numerosi canguri.
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Port Fairy
293 Km da Melbourne. Porto di pescatori “battezzato” nel 1810 dal capitano James Wishart, che vi riparò durante una battuta di caccia alle foche. Saranno proprio i cacciatori a costruire i cottage di pietra ancora visibili. Alla foce del fiume Moyne nell’oceano si trova la Griffiths Island, un tempo stazione di balenieri e oggi luogo di nidificazione delle berte grigie (settembre).
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Portland
362 Km da Melbourne. È una delle città più antiche dello stato del Victoria, fondata nel 1834 dall’inglese Edward Henty. Da non perdere le escursioni ai capi Nelson e Bridgewater: davvero spettacolare quest’ultimo, poichè acque e vento hanno creato una foresta pietrificata.
Dopo Portland la strada costiera, procedendo verso il confine con lo stato del South Australia sfiora il Mount Richmond (vulcano coperto di sabbia, splendente di fiori in primavera), il Discovery Bay Coastal Park (dune) e il Lower Glenelg National Park (gola, grotte).
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ENTROTERRA AD OVEST DI MELBOUNE
Grampians National Park
È uno dei principali parchi nazionali australiani, in particolar modo per i siti rupestri aborigeni. Una delle principali porte d’accesso è la località di Halls Gap (256 Km a ovest di Melbourne, nell’entroterra). Si estende nella zona dei monti Grampiani (da non confondere con gli omonimi scozzesi), serie di catene rocciose caratterizzate da spettacoli scarpate sul versante est e da morbidi pendii verso ovest. Da notare le cascate e le sculture di roccia modellate dall’erosione. Le escursioni permettono di salire fino alla vetta più elevata del complesso, il Mount William (1167m).
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Horsham
303 Km a nordovest di Melbourne. Questa cittadina si trova al centro della regione di Wimmera, nota come il “granaio” dello stato per le sue immense distese dorate di campi di grano. Vanta un bel giardino botanico e una galleria d’arte. A nord di Horsham si trova il Wyperfeld National Park, caratterizzato da dune e laghi prosciugati.
Great Western
225 Km a nordovest di Melbourne. Se siete amanti del vino non dovete rinunciare a una visita a questo centro, terra di produzione di un rosso e di un bianco frizzante: i primi ad avviarvi l’attività enelogica furono due coloni francesi che, nel 1863, notarono che queste terre avevano un suolo e un clima simile a quello della terra natia e v’impiantarono delle vigne.
Beaufort
164 Km a ovest di Melbourne. Interessante la “rotunda”, gazebo ottagonale costruito nel 1908 per le esibizioni della locale banda musicale.
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Ballarat
105 Km a nordovest di Melbourne. È la principale città dell’entroterra del Victoria, la terza per numero di abitanti, dopo la capitale e Geelong. La ricostruzione del centro aurifero di Sovereing Hill permette di rivivere i fasti della seconda metà dell’800, quando Ballarat era famosa per i suoi giacimenti d’oro. Tra gli altri centri minerari della zona ricordiamo Clunes, Daylesford (nota anche per le sue terme), Castelmain e Maldon: quest’ultimo, considerata come “la prima città insigne dell’Australia” è raggiungibile anche con un trenino a vapore.
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Bendigo
131 Km a nord di Melbourn. È un altro centro sviluppatosi grazie alle miniere d’oro, ma è ricco anche di spettacolari giacimenti di quarzo, le cui vene hanno creato stravaganze barocche. Alcuni edifici di foggia “cinese” (case da thè e templi), come la Joss Hous, ricordano che, contagiati dalla “febbre dell’oro”, qui giunsero minatori provenienti dall’Asia.
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Echuca
214 Km a nord di Melbourne. Questo centro si affaccia sul corso del fiume Murray, del quale un tempo costituiva uno dei principali approdi. Perfettamente conservato, il suo magnifico molo di legno è oggi punto di partenza per una breve crociera fluviale, che si svolge a bordo d’un antico piroscafo a ruote.
Swan Hill
210 Km a nordovest di Melbourn. La principale attrazione di questo centro, pure situato lungo le rive del Murray, è costituita dal Pioneer Settlement, ricostruzione di una tipica cittadina del XIX secolo.
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Mildura
415 Km a nordovest di Melbourn. È una piacevole località che permette, grazie alla presenza del corso del Murray – che per un ampio tratto funge da confine con lo stato del Nuovo Galles del Sud – e di diversi piccoli laghetti, di praticare sport acquatici come il nuoto, la pesca e il canottaggio. È, inoltre, una città da “record”, potendo vantare il bancone più lungo del mondo (91 metri, al Workingman’s Club), la più grande fabbrica di succhi di frutta e la più grande sedia a sdraio, esposta lungo una delle principali strade della cittadina.
ENTROTERRA AD EST DI MELBOUNE
Dandenong Ranges
38 Km a est di Melbourne. Catena di ripide montagne situate 38 Km a est di Melbourne, protette da un parzo nazionale e attraversate da un treno a vapore. Vi si trovano le piacevoli cittadine di Belgrave e Olinda (presso quest’ultima è possibile ammirare gli stupendi National Rhododendron Gardens) e il William Ricketts Sanctuary, raccolta di effigi di spiriti aborigeni, intagliate nel legno e collocate nei boschi del parco.
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Yarra Valley
80 Km a est di Melbourne. È terra di produzione enologica. Vi si trova la Yering Station, il primo vigneto impiantato nel Victoria, ora trasformatosi in una moderna azienda.
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Healesville
52 Km a est di Melbourne. Un altro luogo da visitare con i bambini, che avranno l’opportunità di vedere dal vivo diversi esemplari della flauna nativa nell’Healesville Sanctuary, uno dei più famosi zoo australiani.
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Lake Mountain
90 Km da Melbourne. È la località di sport invernali più vicina alla capitale. Al proposito segnaliamo che nell’emisfero australe le stagioni sono ribaltate e quella degli sport invernali si concluderà a ridosso delle settimane mondiali.
Mount Buller
208 Km da Melbourne. È la principale stazione sciistica dello stato del Victoria. Si trova a 1800 metri di quota e nei mesi estivi è frequentata dagli appassionati di pesca, diretti al vicino Lake Eildon.
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Glenrowan
236 Km a NE di Melbourne. È uno dei centri maggiormente legati alla figura di Edward “Ned” Kelly, il fuorilegge che, alla fine dell’Ottocento, si ribellò alle ingiustizie sofferte dai suoi concittadini per mano della polizia inglese. Riuscì a tenere in ostaggio una città per tre interi giorni e sulla sua figura sono stati girati diversi film (ad interpretare Kelly sono stati, tra gli altri, Heath Ledger e la rockstar Mick Jagger). L’ultima resistenza di Kelly prima della sua definitiva cattura ebbe luogo proprio a Glenrowan, dove diversi manichini rievocano quella giornata del 1880.
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Benalla
188 Km a nordest da Melbourne. È definita la “città delle rose” (fioritura da ottobre ad aprile) e offre al turista anche un’insolita galleria d’arte.
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Wangaratta
230 Km a nordest di Melbourne. Centro agricolo nel quale abitano parecchi cittadini d’origine italiana, principalmente provenienti dalla Sicilia e dalla Calabria. Oggi conosciuto per i suoi lanifici e per un importante festival di jazz (a primavera, vale a dire nel periodo successivo al mondiale), un tempo anche questo centro basò le sue fortune sulle miniere d’oro.
Chiltern
281 Km a nordest di Melbourne. La principale attrazione è la casa natale della romanziera Ethel Richardson, più conosciuta con lo pseudonimo di Henry Handel Richardson e autrice di alcuni classici australiani.
Rutherglen
276 Km a nordest di Melbourne. È il centro principale del più vecchio distretto vinicolo australiano, importante soprattutto per i vini fortificati.
Corryong
431 Km a nordest di Melbourne. Situata a pochi chilometri dal confine con lo stato del Nuovo Galles del Sud, vanta il Man From Snowy River Folk Museum, dedicato agli sport invernali e definito come “la più apprezzata collezione di sci in Australia”.
Beechworth
284 Km a nordest di Melbourne. È il centro aurifero meglio conservato del Victoria nordorientale. Oltre trenta dei suoi edifici sono iscritti nell’elenco dell’ACNT (The Australian Council of National Trusts), associazione istituita per salvaguardare l’Australia indigena e la sua eredità storico-naturale.
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Mount Buffalo National Park
200 Km a nordest di Melbourne. Si tratta di uno dei più antichi parchi nazionali australiani, istituito nel 1898. Protegge un vasto altopiano, situato a 1370 metri d’altezza, che in primavera si ricopre d’un tappeto di fiori selvatici mentre d’inverno diviene una grande pista da sci.
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Falls Creek
350 Km a nordest di Melbourne. È la principale stazione di sport invernali delle “Alpi australiane”, la più elevata catena montuosa del continente. Un altro importante comprensorio della zona è quello del Mount Hotham, definito la “capitale della polvere” per le abbondanti precipitazioni nevose (3 metri, record per lo stato del Victoria).
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Moe
135 Km a est di Melbourne. Centro principale della Latrobe Valley – vallata ricca di miniere di carbone, la cui estrazione fornisce il 90% dell’elettricità dello stato – offre al turista l’Old Gippstown, parco a tema dedicato alla metà del XIX secolo.
Walhalla
182 Km a est di Melborne. È una minuscola comunità montana presso la quale è possibile visitare la Long Tunnel Extended Gold Mine, che fu la più ricca miniera d’oro dello stato.
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Mount Baw Baw
120 Km a est di Melbourne. Stazione di sport invernali le cui piste di sci alpino sono le più prossime alla capitale.
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FASCIA COSTIERA AD EST DI MELBOURNE
Bairnsdale
281 Km a est di Melbourne. È il cuore dell’East Gippsland, centro famoso per i suoi giardini botanici e la chiesa di St Mary, definita la “Cappella Sistina” dell’Australia.
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Paynesville
293 Km a est di Melbourne. Centro nautico nel quale spicca per originalità la chiesa di St Peter, costruita come luogo di culto per pescatori: la guglia e il pulpito sono stati innalzati in foggia di faro e di prua mentre un vecchio fanale di ancoraggio è stato riciclato come lampada.
Lakes Entrance
321 Km a est di Melbourne. Situata lungo la Princes Highway per Sydney, questa località si colloca in un’insenatura artificiale che spezza i Gippsland Lakes, catena di lagune estesa per ben 80 Km e separate dal mare dalla Ninety Mile Beach, stretta fascia tutta dune e rilievi. È possibile attraversare quest’area con piccole crociere panoramiche, pescarvi oppure nuotare nelle acque di quella che è stata definita “la Riviera del Victoria”. Una parte dei Gippsland Lakes è protetta da due parchi naturali.
Orbost
375 Km a est di Melbourne. Nei pressi di questa località si trova lo Snowy River National Park, caratterizzato da profonde gole, molto gettonate dagli amanti del rafting.
Bucham
356 Km a est di Melbourne. Nei dintorni di questo centro si concentrano ben 350 grotte, tra le quali si annoverano le più belle dello stato. Al pubblico ne sono aperte solamente tre: da visitare almeno la Fairy Cave, al cui interno sono state rinvenute antiche osse di marsupiali.
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Mallacoota
523 Km a est di Melbourne. È una piccola località di villeggiatura circondata da un parco nazionale costiero, il Croajingolong, vasto 86mila ettari, lungo quasi 100 Km e caratterizzato da una serie di spiagge libere alternate a rupi rocciose, brughiere e boscaglie. In questo habitat convivono numerosi mammiferi notturni (opposum, scoiattoli volanti), serpenti – talvolta velenosi – e centinaia di specie di volatili.
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Wilson’s Promontory
224 Km a sudest di Melbourne. Si tratta del più popolare parco nazionale dello stato, costituito da un’immensa penisola rocciosa, estremità meridionale dell’Australia (Tasmania esclusa). Soprannominato “The Prom”, è visituato annualmente da quasi centomila persone, che possono usufruire di oltre 80 Km di passeggiate, tracciate tra lunghe spiaggie sabbiose, paludi, pendici boscose e brughiere. Il centro principale di quest’area è Port Albert (236 Km a sudest di Melbourne), dove è ancora visibile il molo di legno al quale, nell’Ottocento, attraccavano i cinesi, attirati in queste terre dalla “febbre dell’oro”. Da visitare, sempre a Port Albert, il Gippsland Regional Maritime Museum.
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Phillip Island
140 Km a sud est di Melbourne. Soprannominata “isola dei pinguini” e collegata da un ponte alla cittadina costiera di San Remo, è famosa per il circuito che dal 1989 accoglie il Gran Premio d’Australia del motomondiale. Le principali attrazioni dell’isola sono la “Penguin Parade” e le Seal Rocks, dove è possibile ammirare, oltre che i pinguini, la più grande colonia australiana di otarie orsine.
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Mornington Peninsula
90 Km a sudest di Melbourne. È la destinazione più frequentata nei week end dai “melbournesi” la penisola che cinge a sud est la Port Phillip Bay. Vi si trovano piccole località di soggiorno, la principale delle quali è Sorrento, che presenta spiagge aperte sia verso le acque interne della baia, sia verso quelle più fredde oceaniche.
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French Island
61 Km a sudest di Melbourne. È situata nella Western Port Bay ed è protetta da un parco nazionale. Un tempo utilizzata per confinarvi i carcerati ai lavori forzati, oggi è divenuta uno dei luoghi più tranquilli dello stato, raggiungibile in traghetto e visitabile comodamente in bicicletta, anche per la quasi totale assenza di automobili.
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A cura di Mauro Facoltosi
IL PERCORSO MONDIALE DI BERGAMO 2015: ANALISI E COMMENTI
agosto 4, 2010 by Redazione
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In casa GS Domus si cerca di giocare d’anticipo per blindare il non semplice ottenimento del Mondiale 2015, possibilmente con congruo anticipo. Non per niente il tracciato è stato presentato ufficialmente benché ancora ipotetico; si è tentato inoltre di guadagnare tempo valendosi dell’esperienza maturata con la Settimana Tricolore 2008. Da quel campionato nazionale si devono però trarre anche alcuni insegnamenti…
Foto copertina: un momento della presentazione della candidatura bergamasca (www.bicibg.it)
Diamo i numeri
I conti non tornano. Detta così, l’affermazione risulta un po’ brutale: però c’è poco da fare, cartine e odometri alla mano il percorso del circuito mondiale per BG2015 non misura “circa 18km” (come riportato nero su bianco anche dalle fonti di informazione locale) bensì 20,3km. Il lapsus ha del freudiano, perché quella era invece la misura del tracciato su cui si corse il campionato italiano: l’aggiunta della Panoramica, però, aumenta anche la distanza da percorrere in ciascun giro, con alcune importanti conseguenze. La prima e più ovvia riguarda, è chiaro, il numero di giri che è possibile compiere. Se con i 18,7km del vecchio percorso sarebbe pensabile che il Mondiale professionisti maschile si corresse su una distanza di 15 giri, risulterebbe invece davvero forzato portare la distanza totale a 305km facendo 15 giri col reale chilometraggio del nuovo percorso. Giri in meno implica però minor dislivello complessivo: con soli 14 giri avremmo un Mondiale da poco più di 3000m di dislivello (contro i 4700 di Mendrisio o i 4000 di Verona o anche i 3700 di Varese), con gli ancor più probabili 13 giri si scenderebbe sotto ai 3000. Certo, Madrid o la competizione australiana di quest’anno si aggirano di poco sopra ai 2000, quindi siamo ben lungi dal pensare a un tracciato per velocisti come in codesti casi; il rischio però è quello di creare un terreno di competizione schizofrenico, ovvero amico degli scalatori per disegno altimetrico, ma incapace di diventare effettivamente selettivo per mancanza di dislivello complessivo ed eccessiva controllabilità. Un circuito, insomma, che se fosse “anestetizzato” dai corridori potrebbe persino finire spuntato. Anche perché, è importante ricordarlo, addirittura un terzo del dislivello deriva da leggerissimi falsopiani al 2% o meno: sui quali quindi, anche se le tossine si accumulano, viaggiare a ruota dà un enorme vantaggio, per non dire poi di come essi poco si prestino a scremature con azioni di forza. Non solo: anche in caso di corsa “dura” su quegli interminabili piani “appena appena” inclinati rischierebbero di cuocersi più di tutti gli scalatori, arrivando letteralmente bolliti all’ascesa clou. Dove però, per fare distacco, c’è davvero bisogno di una gamba da grimpeur. A meno che non si giochi il tutto per tutto proponendo appunto un tracciato di estrema resistenza over 300km… a quel punto già la distanza direbbe la sua. Ma sarà compatibile con le esigenze orarie (un’ora di gara in più rispetto alla media degli ultimi anni?) e accettato dall’UCI?
I fantasmi del passato
Utile il confronto con il campionato italiano. A questo proposito c’è da chiedersi (il punto non è apparso chiarissimo) se sia stata giustamente cassata la formula del “mezzo giro” in più, che portava all’arrivo con un’ulteriore decina di km di pianura dopo la discesa. Proprio su quegli stradoni Simeoni si inventò lo scatto che salvò “i campionati della Boccola” da un arrivo in volata. Bella, bellissima quell’azione; però giustamente non impediva a noi di chiederci il senso di disegnare un percorso con il mitico strappo se poi l’esito doveva rassomigliare a quello di una qualunque semiclassica pianeggiante. Ci sono già quasi 4km di discesa, in buona parte da pedalare, dopo lo scollinamento: questi dovrebbero comunque assicurare che le azioni in salita vengano condotte col massimo impulso, per acquisire il maggior distacco possibile. I riuscitissimi giri di Lombardia bergamaschi rappresentano da questo punto di vista un modello decisamente migliore che quel campionato nazionale. Anche perché se lo scopo è stimolare le azioni da lontano, il rimedio all’attendismo da ultimo giro può essere peggiore del male: con 18km tra una salita è l’altra c’è poco da credere in avventure di fuoriclasse, al massimo possono funzionare mezze fughe concertate, ma sempre tatticamente controllate. Con 18km piatti tra l’una e l’altra falliscono gli anticipi sulle grandi salite alpine, figuriamoci sui colli orobici.
Il ruolo dell’UCI
Importantissimo per gli organizzatori cercare di captare le esigenze dell’UCI. La tendenza degli ultimi anni, Mendrisio escluso, è stata a privilegiare percorsi di non devastante impegno altimetrico. Questo potrebbe tarpare le ali all’organizzazione, inducendola ad ammorbidire un percorso che per tipologia delle salite è minacciosamente aspro. D’altro canto, potrebbe invece nel 2015 essere tornato il turno di un Mondiale selettivo, degno delle classiche ardennesi. Certamente con questo percorso è difficile indirizzarsi a quelle “vie di mezzo” aperte a più soluzioni che piacciono ai capoccia del ciclismo. Qui si rischia di avere la volata assicurata, se si reintroducesse il mezzo giro piatto finale, senza speranze di azioni determinati in salita, o al contrario di non vedere comunque i velocisti all’arrivo. Ma forse quest’ultima è la scelta più coerente e coraggiosa.
Il pubblico
Connesso al punto precedente c’è il ruolo del pubblico. Le circonvallazioni non si prestano molto ad essere gradite al pubblico. Poco spettacolari, in gran parte esposte al sole, “chiuse” rispetto alla viabilità di modo che per raggiungerne molte parti si dovrebbe camminare per venti minuti o mezz’ora rispetto all’uscita più prossima. Tutto ciò per vedere i ciclisti che transitano a 50km/h, con un’alta improbabilità di scatti, in un contesto privo di luoghi di rinfresco o consumazione. Oltretutto lo scenario architettonico è esteticamente assai deprimente. Il rischio è che oltre un terzo del tracciato risulti quasi completamente disertato dal pubblico, una visione deprimente da scongiurare in ogni modo. O se il pubblico vi si assiepasse comunque, visto che i posti in Boccola e Panoramica saranno pochi e probabilmente a pagamento, sarebbe destinato a un’esperienza tutt’altro che gratificante nonché poco lusinghiera per la città ospitante. Un Mondiale ha ben altri numeri ed esigenze rispetto a un “italiano”: non si può “sprecare” così un terzo del tracciato.
L’intuizione geniale
Di certo è stata una grande intuizione quella di sfruttare vicolo Sottoripa per proporre almeno parzialmente la Panoramica, strada larga e regolare, adattissima a un Mondiale, il cui limite era quello di possedere strade di discesa solamente con strettoie inaccettabili. Decurtata del proprio finale, insaporisce comunque la Boccola (di per sé non bastevole alla grandiosità dello scenario), e va a inserirsi – per scendere – nel tratto più ampio della Ripa (che andrà comunque provvisoriamente asfaltata e messa in sicurezza). La salita dei potenziali Mondiali bergamaschi “rischia” seriamente di essere la più bella affrontata in quasi vent’anni di gare iridate, sia dal punto di vista tecnico che paesaggistico. Così come la susseguente discesa gode dei crismi dell’assoluta eccezionalità. Il problema sta tutto nel come contestualizzare questo vero e proprio gioiellino.
Altre possibilità
Andrebbe considerata l’ipotesi di cambiare la parte di tracciato che coinvolge le circonvallazioni. Non disconosciamo il fatto che un grande vantaggio di quella sezione sia per chi organizza, avendo a disposizione molti km facili da controllare e mettere in sicurezza. Ma un Mondiale è una sfida alla quale non indirizzarsi in modo sparagnino. Una possibilità potrebbe essere in un più breve tracciato tutto urbano, che renderebbe più complicati i recuperi da parte degli squadroni e potrebbe valorizzare altre aree di Bergamo storiche e molto pregevoli, come quella delle piscine/ospedale e quindi via Broseta. Inoltre il semplice accorciamento della parte di pianura permetterebbe di aumentare il dislivello complessivo. Si potrebbe girare verso la rotonda dei Mille, quindi via Garibaldi, Statuto, Albricci, Rosmini, Villasanta, Statuto, Costituzione, B.go Canale, Bonomini, Broseta, Palma, Baschenis e quindi su verso la stazione per Simoncini e Bonomelli, e da lì come da previsioni. Un percorso mosso e stimolante, tutto interessante. Il giro intero misurerebbe 15km, il dislivello non sarebbe dissimile (ma con i promettenti “zampellotti” di via Albricci e via Costituzione), epperò si potrebbero agevolmente proporre 18 tornate. Tanto più che aumentare il numero di tornate va a sicuro vantaggio del pubblico.
In ogni caso va tenuto conto che l’esperienza degli ultimi anni abbia mostrato come dal punto di vista tattico per avere una corsa mossa sia quasi indispensabile la presenza di una duplice e distinta asperità nel singolo giro, anche se di difficoltà ridotta: viceversa la pur rilevante ascesa unica delle Torricelle ha favorito quelli che comunque erano “ruote veloci”, anche se fuoriclasse da classiche, come Freire, Zabel o Paolini. Nell’ottica delle due ascese, si potrebbero contemplare i colli prospicienti Bergamo, come quelli di Sorisole, peraltro storici per il ciclismo locale e caratterizzati da strade molto ampie. Tutto ciò però comporterebbe stravolgimenti forse troppo sensibili rispetto al disegno già sperimentato, così come le – fors’anche più plausibili – ipotesi di coinvolgere S. Martino della Pigrizia o la Madonna del Bosco presso Longuelo.
Gabriele Bugada
Domani concluderemo la serie di servizi sulla candidatura bergamasca con la descrizione dell’ascesa alla Boccola
A TUTTO TOURBO: L’INTERO TOUR IN UN’INTERVISTA
luglio 30, 2010 by Redazione
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Un ciclismo rinverdito, con alla testa un duo di “giovani e forti” che ci farà divertire ancora per molti anni. Il corridore che però colpisce al cuore è della vecchia guardia, il monumentale Vinokourov. In salita, grande Navarro.
Foto copertina: Giuseppe Guerini festeggia, sul traguardo di Le Puy-en-Velay, il secondo successo in carriera al Tour de France (foto Robert Laberge/Getty Images Sport)
Questo Tour dal divano è apparso un poco “noioso”, ma uno che quelle strade le percorreva in corsa ha potuto percepire emozioni diverse?
Non mi sono poi così annoiato, ho apprezzato il duello tra due corridori davvero forti, con qualcosa in più, una marcia in più rispetto a tutti gli altri. Certo, da Contador mi sarei aspettato di meglio in salita, e di Schleck si può dire che abbia perso un’occasione. Tuttavia non userei la parola “deludente”, tutti e due sono giovani o giovanissimi e incredibilmente forti, si sfideranno con distacchi minimi e pertanto ci proporranno duelli vibranti.
Contador si è dimostrato molto solido, ma a più riprese trasparivano i suoi timori e la sua ansia; Schleck invece non ha portato gli affondi sui cedimenti rimasti potenziali dello spagnolo, né ha mai espresso guizzi creativi. Non è forse emersa da parte dei due, sì giovani, ma già campioni, una certa qual mancanza di personalità, di forza di carattere, del “salto io o salta lui” di pantaniana memoria? Cioè determinazione ci vuole per forza, quando si arriva in cima a un Tour: ma oltre alla “tenuta mentale”, non servirebbe a un campione anche un quid di intensità “all’attivo” in più?
No, non sono d’accordo. Contador ha vinto, e quindi non c’è nulla da rimproverargli. Schleck è giovane, ha tutto il tempo. E poi sulle sue sicurezze ha inciso sia dal punto di vista personale, ma soprattutto dal punto di vista tattico, la perdita del fratello Frank. Un uomo in meno in squadra, e un uomo molto importante: difficile ridisegnare in corsa un piano da cui sparisce un pezzo così importante. In pratica, a Andy sono mancati un paio di uomini forti sulle salite; la squadra è stata cruciale nella tappa del pavé, ma per attaccare sulle montagne non basta essere grandi atleti: per fare selezione servono uomini per fare ritmo, per scremare, e poi portare lo scatto al momento opportuno. Sul Tourmalet la Saxo è finita troppo presto, altrove nemmeno è comparsa…
Anche perché dall’altra parte l’Astana si è dimostrata, alla faccia delle valutazioni della vigilia, la compagine più robusta, specialmente in salita… e non solo, grazie a Vinokourov.
Navarro è stato grandioso, ad Avoriaz ha probabilmente messo il mattone più importante per il Tour di Contador, chilometri e chilometri a tutta, col vento in faccia, e ha fatto più selezione lui che gli scattini dei capitani nel finale. Anche Tiralongo ha fatto un discreto Tour. Vinokourov è stato grande sul pavé, poi è salito di condizione fino a stare coi migliori quattro cinque nelle ultime salite; se non avesse mollato sul Tourmalet sarebbe finito nei dieci. Definirei l’Astana come la squadra di gran lunga meglio strutturata.
Non sorprende a fronte di tutto questo, cioè la squadra cruciale per vincere di contro a quella che semmai ha deluso, sapere del passaggio di Contador proprio dall’una all’altra?
In realtà la cosa non mi sconvolge più di tanto. Ho grande stima per Riis, sono anche stato suo compagno di squadra per un anno. Non ha mai fallito nell’allestire squadre sempre e comunque competitive, tatticamente ben preparate, con un forte spirito collettivo, e ottimi, ottimi materiali. Riis è uomo molto attento anche ai più piccoli particolari. Ho corso tanto anche assieme a Vinokourov, siamo particolarmente amici. Anche lui è attentissimo in tutto, estremamente professionale: non penso deluderebbe come direttore sportivo.
Capire da fuori queste storie è estremamente complesso: in una squadra ci possono essere divisioni, gruppi interni; in Telekom era così. Questa potrebbe essere una spiegazione, cioè la percezione da parte di Alberto di un ambiente non del tutto integrato, con cui non si trovava fino in fondo. Oppure può darsi che stia cercando qualcosa, nuovi stimoli.
In effetti Contador è sempre parso “a sé stante”, con i suoi interessi e la sua individualità, pur avendo “collezionato” una serie impressionante di d.s. tra i più rinomati e potenti, da Manolo Saiz a Bruyneel, ora Martinelli e poi… Riis?
Sarà… però quello che però ha raccontato Martinelli è di non essersi sentito una vera e propria guida per Contador, dice di aver svolto il suo compito ma di non aver vissuto un coinvolgimento profondo.
Questo è vero, però un ruolo importante su un tema Martinelli ce l’ha avuto: è lui che ha spinto molto Contador per sperimentarsi e provare ad essere competitivo nelle Classiche delle Ardenne, incentivando anche la naturale tendenza di Contador a voler sempre vincere, anche nelle gare cosiddette “minori” o che per altri sono mera preparazione. Non sarà che Contador ha retrospettivamente imputato a queste scelte la propria forma non al 100% del Tour?
Già Contador, non era di certo al 100% in questo Tour. Oggi per vincere da febbraio bisogna davvero essere al top, non è mai affatto facile, in ogni gara ci sono atleti che pur essendo forse di qualità inferiore programmano il picco di forma per vincere quelle competizioni; non è più come negli anni ’80 e ’90, con tanti gregari e tante gare secondarie corse “piano”. Adesso si va a 50km/h già dall’Australia. Per tutto questo posso solo dire “tanto di cappello” a Contador, una bella differenza rispetto all’atteggiamento di Armstrong. L’annata di Contador gli rende molto, molto onore, trionfando da Algarve a Parigi-Nizza a Castilla y León… fino al Tour. Ma soprattutto con le Classiche corse ad altissimo livello: solo per inesperienza (il suo primo tentativo) non ha vinto alla Freccia Vallone, e alla Liegi ha chiuso con facilità impressionante su Gilbert e Andy Schleck (non esattamente gli ultimi arrivati!) nella salita più dura. Però con quel che è successo a luglio, forse gli converrà meditare sull’opportunità di modificare almeno una parte dell’inizio di stagione. Martinelli ha sempre propugnato questa politica, anche con Pantani o Cunego, ma così il rischio è di spremere i corridori, e lo dico appunto da corridore!
L’anno scorso quattro o cinque team hanno dominato il Tour, piazzando perfino due o tre uomini e presidiando la generale o le tappe. Quest’anno molto è cambiato da questo punto di vista. Quali possono essere le spiegazioni?
I fattori sono tanti e complicati, anche semplici coincidenze. Comunque in generale c’è stato un moltiplicarsi di squadre ricche, e quindi una distribuzione dei corridori. Il processo di medio periodo però implica che il sorgere di alcune formazioni molto sponsorizzare e potenti che puntano quasi tutto sul bersaglio grosso del Tour, farà sì che si portino in Francia due capitani di peso, proprio a causa degli imprevisti di corsa. E se tutto va bene… entrambi i capitani entreranno in classifica.
Dovendo scegliere un corridore che al di là dei risultati ti ha molto colpito?
Nessun dubbio: Vinokourov! Ci siamo visti a cena qui a Bergamo proprio prima della sua Liegi. Non molla mai, mai: quanti corridori con anni di meno gli invidiano la sua grinta incredibile. Quasi quasi finiva nei dieci, dopo la Liegi conquistata, un Giro ad alto livello e soprattutto molto dispendioso, sempre all’assalto; e comunque ha vinto da “Campione con la C maiuscola” la tappa, dopo aver già investito tantissimo su quella del giorno prima. Una mossa importante per lui, ma anche per il team e per Alberto, aiutato fedelmente quando ce n’è stato più bisogno. E sul Balès il primo a chiudere su Andy era sempre lui…
Una valutazione complessiva?
Quanti giovani nella top ten! Il ciclismo si sta finalmente aprendo, svecchiando, rinnovando. Davvero un bel segnale. E l’apertura è anche geografica, con uno sport che alla buon ora diventa mondiale, con atleti competitivi che sorgono dalla Danimarca alla Nuova Zelanda: nei GT Merckx o Hinault vincevano e stravincevano contro i ciclisti di tre paesi – Italia, Francia, Spagna – e poco più. Oggi invece la sfida è contro tutto il mondo.
E da scalatore di razza, dacci una valutazione conclusiva ristretta alle salite? Chi ti ha impressionato? E tra i due più forti quando la strada si impennava, che poi sono i primi due della generale, che somiglianze e differenze vedi?
Come ho detto, Navarro è forse quello che in salita mi ha impressionato di più non solo per qualità ma anche per quantità. Un gregario da comprare a peso d’oro! Tra i due campioncini, dovendo scegliere vedo molto meglio Schleck perché composto, regolare, pulitissimo nello stile, davvero gradevole esteticamente anche quando è sotto il massimo sforzo. Contador all’opposto è molto sporco, si alza sui pedali, e ha il suo caratteristico ondeggiare laterale. Alla fine però come potenze e velocità si equivalgono, sebbene su qualche scatto di Andy lo spagnolo abbia fatto moltissima fatica a chiudere, specie in termini di reattività: cento, duecento, trecento metri e diversi secondi che fan tic tac sull’orologio. Però alla fine il responso della salità è stato di pareggio. Lo ripeto: nei prossimi anni avremo di che divertirci parecchio.
Intervista raccolta da Gabriele Bugada
UN DECENNIO DI SALITE IN “SALSA GIALLA”
luglio 28, 2010 by Redazione
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Abbiamo analizzato le tappe di montagna dell’ultimo decennio di Grande Boucle, partendo dall’edizione 2001, la prima del XXI secolo, quella successiva all’ultima che vide ai nastri di partenza Marco Pantani. Per ciascuna frazione vi proponiamo una breve cronaca, per farvi rivivere gli spettacoli messi in scena giorno per giorno dai primattori del Tour. Spettacoli talvolta meritevoli di applausi a scena aperta, talaltra da dimenticare (se non addirittura assenti).
Foto copertina: Basso e Armstrong all’attacco sul Tourmalet, tappa della Mongie del 2004
2001
AIX-LES-BAINS – L’ALPE D’HUEZ. E’ la tappa del bluff di Armstrong. La Telekom fa un ritmo sostenuto, anche se non esagerato, su Madeleine e Glandon riducendo il gruppo a 40 corridori. Poi sull’ascesa finale Armstrong parte e gli altri lo vedono sul traguardo .
PERPIGNAN – AX-LES-THERMES (Plateau de Bonascre). Tappa non durissima con solo l’ascesa finale veramente impegnativa. Vince Cardenas che era in fuga. Negli ultimi chilometri Ullrich e Armstrong se ne vanno: l’americano stacca il tedesco nel finale.
FOIX – SAINT-LARY-SOULAN (Pla d’Adet). Classico tappone pirenaico con tanti colli uno dietro l’altro. Lo spettacolo non è mancato. Lunga fuga di Jalabert mentre già sul Peyresourde Ullrich attacca Armstrong e i due rimangono soli con il texano, che aspetta il tedesco caduto in discesa. Ai piedi dell’ultima salita ci sono una decina di corridori rimasti nel primo gruppo con Armstrong che se ne va, riprende Jalabert e vince.
TARBES – LUZ-ARDIDEN. Anche qui non manca lo spettacolo con il solito Ullrich che attacca sul Tourmalet, rimanendo ancora una volta solo con Armstrong. Il tedesco ci riprova sull’ascesa finale, i due arrivano assieme ma la tappa va a Laiseka, scattato ai piedi di Luz Ardiden.
Altimetrie: http://www.ilciclismo.it/2009/?p=1157
2002
PAU – LA MONGIE. Fuga di una decina di uomini con Jalabert ultimo a mollare, ritmo regolare della US Postal sull’Aubisque e poi, sull’ultima salita, forcing di Heras alla cui ruota rimangono Armstrong e Beloki. Il texano vince la tappa.
LANNEMEZAN – PLATEAU DE BEILLE. Tappone pirenaico anche se la penultima salita è lontana dal traguardo. Ancora in fuga Jalabert (con Dufaux e Nozal) mentre dietro la US Postal controlla e non c’è grande selezione. Arrivano in una sessantina ai piedi dell’ultima ascesa, sulla quale si rivede il trio Heras-Armstrong-Beloki. È ancora l’americano a staccare tutti e a vincere.
LODÈVE – MONT VENTOUX. Tappa pianeggiante prima dell’ascesa finale. Virenque stacca il resto dei fuggitivi e vince mentre dietro c’è un po’ di forcing da parte della Once. Attacco di Beloki a 7-8 km dall’arrivo, ma Armstrong lo riprende e lo stacca
VAISON-LA-ROMAINE – LES DEUX ALPES. Salite abbastanza facili prima dell’ultima. Mentre Botero va in fuga e vince, in gruppo non succede niente fino agli ultimi 3 km, quando si assistono a timidi scatti di Heras e Mancebo e ad un allungo di Beloki nel finale. I big arrivano separati di pochi secondi l’uno dall’altro
LES DEUX ALPES – LA PLAGNE. Si parte affrontando il Galibier dal versante più facile: sul mitico colle non succede niente se non nel finale, quando nasce la fuga che porterà Boogerd al successo. Anche sulla Madeleine non c’è grande selezione nel gruppo, forte di una quarantina di unità. Andando verso la Plagne, il solo Sastre scatta ai piedi della salita finale mentre dietro la US Postal fa un ritmo sostenuto ma regolare. Armstrong va a prendersi altri secondi di margine negli ultimi 5 km
AIME – CLUSES. Quattro colli uno dietro l’altro. La corsa si accende sul Roselend – con attacchi di Heras, Botero, Leipheimer e I. González de Galdeano tra gli altri – e poi ancora sul Saisies, quando ci prova Mancebo. Per un po’ rimangono davanti solo i migliori ma su Aravis e Colombière non attacca più nessuno (se non ancora Botero) e arrivano una ventina di corridori al traguardo, preceduti da Frigo che batte in volata Aerts e Guerini.
Altimetrie: http://www.ilciclismo.it/2009/?p=1159
2003
LIONE – MORZINE. Virenque vince con una fuga da lontano. Sul punto più duro della Ramaz scatta Vinokourov e in quel momento restano davanti una ventina di corridori. Il kazako viene ripreso e la US Postal conduce il gruppo dei migliori che, nel frattempio, si è rinfoltito (40 corridori). Rimangono tagliati fuori Botero e Simoni.
SALLANCHES – L’ALPE D’HUEZ. Sul Galibier non succede nulla. La US Postal fa un ritmo regolare e anche qui scollinano in 40. Sull’ascesa finale qualche timido tentativo di Beloki prima di quello di Mayo, che va a vincere la tappa
LE BOURG-D’OISANS – GAP. Tappa con le salite più impegnative all’inizio. Nel finale i big si danno comunque battaglia, con gli attacchi di Vinokourov e Beloki che riescono a provocare grande selezione. Davanti rimangono in 8, con il kazako che vince la tappa e il basco che cade in discesa, compromettendo qui la sua carriera
TOLOSA – AX 3 DOMAINES. Sul Port de Pailhères il gruppo si riduce a una qundicini di unità per il forcing della Bianchi di Ullrich. Non succede granchè a parte lo scatto di Sastre – che era comunque lontano in classifica – e altri due, piuttosto timidi, di Mayo. Sull’ultima ascesa è Vinokourov ad accendere la miccia. Ullrich gli risponde ma guadagna soli 7” su Armstrong, che qui avrebbe potuto perdere il Tour, dopo anche la pessima prestazione del giorno precedente nella difficile cronometro di Cap’Découverte. Sastre vince la tappa
SAINT-GIRONS – LOUDENVIELLE. Simoni va in fuga con altri 15 e vince la tappa mentre dietro, malgrado il susseguirsi delle salite, non succede nulla se non sul Peyresourde, dove Vinokourov attacca ancora insieme a Mayo e guadagna 40” su Armstrong e Ullrich.
BAGNÈRES-DE-BIGORRE – LUZ-ARDIDEN. Tappa fotocopia di quella disputata nel 2001, con Ullrich che accelera sul Tourmalet rimanendo per un po’ solo con Armstrong e poi anche con Zubeldia e Mayo. Vinokourov è in difficoltà, ma in discesa il kazako e altri 15 corridori rientrano. Sull’ultima salita Armstrong dopo una caduta attacca e va a prendersi il quinto Tour de France.
PAU – BAYONNE. La tappa prevede i colli di Soudet e Bagargui, salite molto dure ma anche lontane dal traguardo. E’ il giorno dell’impresa di Hamilton che va a conquistarsi il successo e il 4° posto in classifica, nonostante corra con una clavicola fratturata fin dalla seconda tappa. Tra i big non succede nulla.
Altimetrie: http://www.ilciclismo.it/2009/?p=1161
2004
LIMOGES – SAINT-FLOUR. Tappa di media montagna. Va in fuga il solito Virenque che vince, mentre nel gruppo dei leader c’è un po’ di selezione sul Pas de Peyrol : rimangono davanti una ventina di corridori, ma di concreto non succede nulla.
CASTELSARRASIN – LA MONGIE. Sull’Aspin ci sono attacchi di Rasmussen, Moreau e ancora Virenque, che si contendono la maglia a pois. Il gruppo, guidato dalla US Postal ,si riduce a 40 corridori e la battaglia che conta si ha sull’ascesa finale, con Armstrong e Basso che se ne vanno a 7-8 km dall’arrivo. Il varesino vince la tappa
LANNEMEZAN – PLATEAU DE BEILLE. Lunga fuga di Chavanel, Voigt e Rasmussen e gruppo condotto dalla US Postal che si riduce a una quindicina di unità sul Col d’Agnès, complice un timido tentativo di Mancebo. Sull’ultima salita Armstrong e Basso non hanno neanche bisogno di attaccare, perchè il ritmo di Azevedo fa staccare tutti gli altri. Distacchi importanti al traguardo con il texano che supera il varesino in volata.
VALRÉAS > VILLARD-DE-LANS. Tappa di montagna non difficilissima, nella quale non doveva succedere granchè. Invece sul Col de l’Echarrasson, duro ma abbastanza lontano dal traguardo, c’è l’attacco di Ullrich che guadagna un minutino. Nel gruppo Armstrong rimangono 7-8 corridori. Il gran lavoro di Landis e Voigt annulla, però, l’azione del leader della Telekom e tutto si gioca sullo strappo finale, dove è ancora Armstrong a spuntarla.
LE BOURG-D’OISANS – LE GRAND-BORNAND. Si parte con Glandon e Madeleine, che sono però lontane dal traguardo. Infatti, non succede niente anche perché la US Postal mantiene un controllo ferreo della corsa. C’è selezione sui colli della Forclaz e di Croix Fry, dove il solo Sastre prova ad attaccare ma viene ripreso da Landis, che si porta dietro i soli Armstrong, Ullrich, Basso e Kloden. Quest’ultimo scatta nell’ultimo chilometro, una volta terminata la discesa, ma il texano lo riprende e lo batte in volata.
Nota: non considerata la seconda frazione alpina, la cronoscalata all’Alpe d’Huez, vinta da Lance Armstrong
Altimetrie: http://www.ilciclismo.it/2009/?p=1164
2005
GRENOBLE – COURCHEVEL. Il Cormet de Roselend viene affrontato ad andatura piuttosto blanda. Solo nel finale c’è qualche timido tentativo – di Valverde e Mancebo tra gli altri – ma senza esito. Sull’ascesa finale la Discovery impone un grande ritmo finchè, a una decina di km dall’arrivo, non restano davanti i soli Armstrong, Rasmussen, Mancebo e Valverde. Tra di loro non c’è nessuno scatto ed è il murciano a imporsi in volata.
COURCHEVEL – BRIANÇON. Sulla Madeleine c’è un’azione importante di Mancebo, Vinokourov, Botero e altri ma la Discovery non lascia spazio e in cima riprende lo spagnolo, che era il più pericoloso. Sul Galibier sono sempre gli uomini di Armstrong a fare un ritmo sostenuto ma regolare. Nessuno scatta e in cima rimangono una ventina di corridori. Davanti Vinokourov batte Botero in volata.
AGDE – AX 3 DOMAINES. Sul Pailhères c’è grande battaglia con attacchi, fin dai primi chilometri di salita, di Ullrich e Basso che rimangono soli con Armstrong, Landis e Leipheimer ,riuscendo a staccare Rasmussen (che poi rientra con altri in discesa). Sull’ultima salita è Basso ad attaccare, rimanendo solo con Armstrong e staccando Ullrich.Totschnig, unico sopravvissuto della fuga del mattino, vince la tappa.
LEZAT SUR LEZE – SAINT LARY SOULAN (Pla d’Adet). Classico tappone pirenaico. Nella prima parte non succede nulla (se non la fuga di una ventina di uomini che porterà Hincapie alla vittoria). La corsa si accende sul Peyresourde, terzultima salita di giornata, con il forcing della CSC che riduce il gruppo a 15 corridori e prelude all’attacco di Basso sul Colle di Val Louron. Davanti rimangono il varesino con i soli Armstrong e Ullrich, che poi si stacca sull’ascesa finale.
MOURENX – PAU. I colli di Marie Blanque e dell’Aubisque sono lontani dal traguardo ma ci sono comunque degli attacchi di Basso e Ullrich, anche se non troppo convinti. Nel finale in discesa e pianura tutto si ricompatta e Pereiro, che era scattato sul Marie Blanque, va a vincere la tappa
ALBI – MENDE. Decisamente più battaglia rispetto alla tappa vista al Tour 2010, con scaramucce già nella salita precedente e Basso che affronta a tutta la Croix Neuve, rimanendo con i soli Armstrong, Ullrich ed Evans, infliggendo distacchi pesanti agli avversari . La vittoria va allo spagnolo Serrano.
Nota: non considerate le due tappe disputate sui Vosgi (Pforzheim – Gerardmer e Gerardmer – Mulhouse)
Altimetrie: http://www.ilciclismo.it/2009/?p=1167
2006
CAMBO LES BAINS – PAU. In programma Soudet e Marie Blanque ma sono lontani dal traguardo e in gruppo non succede nulla. Dessel vince la tappa e si prende la maglia gialla
TARBES – VAL D’ARAN / PLA DE BERET. Nessun attacco su Tourmalet, Aspin e Peyresourde, dove c’è selezione da dietro. Qualcosa di più succede sul Portillon, dove il forcing della T-Mobile riduce il gruppo a 15 unità. La battaglia vera avviene solo nell’ultima salita malgrado essa non sia durissima: sono Menchov, Landis e Leipheimer a fare la differenza, con il russo che batte i due americani in volata.
GAP – ALPE D’HUEZ. Fuga di una ventina di uomini, tra i quali Franck Schleck e Cunego, che alla fine saranno 1° e 2° al traguardo. Tra i big nulla avviene su Izoard e Lautaret, anche perchè lontani dal traguardo. Si decide tutto verso l’Alpe, dove sono Landis e Kloeden a staccare i diretti rivali.
BOURG D’OISANS – LA TOUSSUIRE. Tappa durissima con Galibier in partenza e poi Croix de Fer. Sulla prima ascesa ci sono molti attacchi ma non di uomini di classifica, mentre sulla seconda – malgrado dopo un accenno di forcing della CSC il leader Landis sembri in difficoltà – attacca il solo Leipheimer che è lontano in classifica generale. Mentre Rasmussen va a vincere la tappa, è Sastre ad attaccare tra i big a circa 10 km dall’arrivo, provocando il crollo di Landis nonchè pesanti distacchi tra gli altri uomini di classifica.
SAINT JEAN DE MAURIENNE – MORZINE. È il giorno dell’impresa di Landis che se ne va sul primo colle di giornata, il Saisies, mentre i vari Sastre, Kloeden e Menchov tentano invano di tenergli la ruota. Dietro si ricompatta un gruppo di 30 corridori all’inseguimento dell’americano, che continua a guadagnare e vince riprendendosi la maglia gialla. Dietro, Sastre che attacca ai piedi della salita dello Joux Plane e arriva 2°, conquistando un posto sul podio dopo la squalifica di Landis.
Altimetrie: http://www.ilciclismo.it/2009/?p=1169
2007
BOURG EN BRESSE – LE GRAND BORNAND. L’unica salita di giornata è la Colombière nel finale ma non succede nulla tra i big. Davanti Gerdemann stacca gli altri fuggitivi e vince la tappa.
LE GRAND BORNAND – TIGNES. Sul Cormet de Roselend attacca Rasmussen che, non considerato uomo di classifica, viene lasciato andare. Mentre il danese vince e prende la maglia gialla dietro Moreau accende la miccia sull’ultima salita, portandosi dietro Contador, F. Schleck, Evans, Mayo e Valverde e guadagnando qualcosa sul gruppo guidato dall’Astana. L’ascesa è comunque troppo facile e non ci sono grandi differenze, con il solo Mayo che guadagna qualcosa nel finale.
VAL D’ISERE – BRIANCON. Non succede nulla nè sull’Iseran affrontato in partenza, nè sul Telegraphe (a parte lo scatto di Soler, che andrà a vincere la tappa). Sul Galibier, invece, Valverde accende la miccia e scatta più volte ma a fare la differenza è Contador, che rimane dapprima con Evans e poi da solo ma viene raggiunto in discesa dal gruppetto degli altri big.
MAZAMET – PLATEAU DE BEILLE. Il Pailhères è abbastanza lontano dal traguardo e non ci sono attacchi ma solo un ritmo sostenuto da parte di Saunier Duval e Rabobank ,che riduce il gruppo a 20 corridori. A metà dell’ascesa finale Contador scatta più volte finchè non riesce a rimanere solo con Rasmussen, battutto in volata
FOIX – LOUDENVIELLE LE LOURON. Calma piatta sulle prime salite e si ha un po’ di selezione sul Port de Balès grazie a un attacco, seppur timido, di Kasheckin. Anche qui rimangono in 20, la battaglia vera si ha però solo negli ultimi 3 km del Peyresourde, con alcuni scatti molto violenti di Contador cui risponde il solo Rasmussen. I due staccano gli altri big mentre davanti Vinokourov vince la tappa (poi assegnata al lussemburghese Kirchen per la squalifica per doping del kazako).
ORTHEZ – GOURETTE (Col d’Aubisque). Sastre a caccia di un posto sul podio accende la miccia sul Soudet, prima salita di giornata, rimanendo con Mayo e Soler. Dietro la Rabobank non molla e questo fa ridurre il gruppo a 15 corridori sul Marie-Blanque. Anche oggi i big aspettano il finale: Contador ci prova più volte ma i suoi scatti non sono incisivi e nell’ultimo chilometro è Rasmussen che stacca lo spagnolo, Leipheimer ed Evans, andando a vincere prima di venire espulso dal Tour
Altimetrie: http://www.ilciclismo.it/2009/?p=1171
2008
AIGURANDE – SUPER BESSE. Non succede molto prima degli ultimi 3 km, nè poteva succedere visto che non c’era il terreno. Ci provano Vande Velde, Efimkin e Piepoli ma è Riccò a spuntarla battendo Valverde in volata. In seguito alla squalifica per doping del romagnolo, sarà il murciano ad essere ufficialemente considerato vincitore di questa frazione.
TOLOSA – BAGNERES DE BIGORRE. Peyresourde affrontato ad andatura regolare, con l’Euskaltel davanti e 60 uomini che scollinano insieme. Sull’Aspin ci sono diversi scatti ma non di uomini di classifica: riesce a fare la differenza Riccò che, comunque, è lontano nella generale e viene lasciato andare, mentre gli altri si controllano e 40 corridori arrivano insieme al traguardo dietro al modenese. Dopo la squalifica, sarà considerato vincitore il russo Vladimir Efimkin.
PAU – HAUTACAM. Forcing della CSC (e segnatamente di Voigt) sul Tourmalet, che riduce il gruppo a 15 unità e fa staccare Samuel Sanchez, Valverde e Cunego. Il tedesco prosegue l’azione in discesa insieme a Cancellara, che era in fuga, e all’inizio dell’ascesa finale Frank Schleck se ne va insieme a Cobo Acebo e Piepoli . Quest’ultimo vince la tappa, mentre i vari Sastre, Menchov, Evans e Riccò si controllano tra loro e arrivano al traguardo dopo 2 minuti.
EMBRUN – PRATO NEVOSO. Il Colle dell’Agnello è lontano dal traguardo e non succede nulla di rilevante (a parte la drammatica caduta di Pereiro Sio in discesa). Tutto si decide nel finale con il forcing di Andy Schleck e alcuni scatti e controscatti tra i big che, però, non portano a nulla. A circa 3 km dall’arrivo è Kohl a fare la differenza, portandosi dietro Sastre e guadagnando secondi sugli altri, mentre Gerrans vince la tappa e Franck Schleck strappa la maglia gialla a Evans.
CUNEO – JAUSIERS. Andatura molto blanda sulla Lombarda e in molti, non nei primi 10 in classifica, ne approfittano per andare in fuga. La CSC accelera poi sulla Bonette riuscendo a staccare Vande Velde ma non c’è nessuno scatto. Franck Schleck, Sastre, Evans, Menchov, Kohl, Valverde, Samuel Sanchez e Kirchen rimangono in scia di Andy Schleck, mentre davanti Dessel vince la tappa.
EMBRUN – ALPE D’HUEZ. Nessun attacco e andatura blanda sul Galibier, poi Cancellara fa un grande ritmo sulla Croix de Fer riducendo il gruppo a 15 unità. In cima, a causa di un rallentamento, tornano a essere in 30: la vera battaglia si accende solo sull’Alpe d’Huez, con Sastre che parte ai piedi della salita e va a conquistare il Tour.
Nota: non considerate la 7a tappa (Brioude – Aurillac) e l’11a (Lannemezan – Foix)
Altimetrie: http://www.ilciclismo.it/2009/?p=1173
2009
BARCELLONA – ANDORRA ARCALIS. Non succede assolutamente nulla, nè nelle prime salite di giornata, peraltro non dure, nè sull’ultima fino a 3 km dall’arrivo, quando Evans scatta da un gruppo in cui c’erano ancora 40 corridori. Poi c’è il contrattacco di Contador, che guadagna una manciata di secondi sui rivali mentre davanti il francese B. Feillu vince e Nocentini prende la maglia gialla.
ANDORRA LA VELLA (AND) – SAINT GIRONS. Sull’Envalira affrontato in partenza c’è battaglia con numerosi uomini che tentano la fuga, (tra i quali Andy Schleck, Wiggins ed Evans, che a un certo punto rimane da solo al comando), ma nel successivo tratto di discesa e pianura l’Astana chiude sugli attaccanti. Il lussemburghese ci riprova sul Col d’Agnès ma non in modo incisivo, al punto che si porta dietro 4 Astana e altri 15 corridori e l’azione si esaurisce.
SAINT GAUDENS – TARBES. Fedrigo batte Pellizotti in volata mentre in gruppo non succede assolutamente nulla, nè sull’Aspin, nè sul Tourmalet dove 80 corridori scollinano assieme in vetta.
PONTARLIER – VERBIER. L’unica salita significativa di giornata è l’ultima e, dopo il forcing della Saxo, ai piedi della stessa Contador attacca a 7 km dall’arrivo, stacca tutti, vince la tappa e prende la maglia gialla.
MARTIGNY – BOURG SAINT MAURICE. Sul Gran San Bernardo attacchi solo di uomini fuori classifica; sul Piccolo, invece, a 7-8 km dalla vetta ci prova Andy Schleck che rimane con il fratello maggiore, Contador, Kloeden, Wiggins e Nibali ma la salita è troppo facile per fare ulteriori differenze. Verso il GPM Armstrong rientra e, poco dopo, anche altri 15 corridori. Davanti, Astarloza vince la tappa
BOURG SAINT MAURICE – LE GRAND BORNAND. Roselend, Saisies e Aravis vengopno affrontate con un ritmo sostenuto ma regolare dal gruppo guidato da Astana e Saxo, che all’inizio del Romme è comunque ridotto a una trentina di unità. Il primo ad attaccare è Sastre ma non va lontano e, dopo alcuni scatti, sono i fratelli Schleck a fare la differenza con Contador e Kloeden a ruota. Sulla Colombière i lussemburghesi non attaccano ma si limitano a fare un’andatura sostenuta e da segnalare c’è solo uno scattino di Contador a 5 km dalla vetta che fa staccare Kloeden. In ogni caso i distacchi al traguardo sono pesanti.
MONTELIMAR – MONT VENTOUX. Il gruppo si presenta già molto ristretto all’inizio della salita a causa dei ventagli, ma tutti i big sono davanti e succede poco con gli scatti di Andy e Frank Schleck, sempre rintuzzati da Contador e Armstrong in difesa del 1° e del 3° posto in classifica. Questi scatti sono intervallati da lunghe fasi di rallentamento che consentono a Garate di resistere al ritorno del gruppo e di vincere la tappa
Note: non considerata la 13a tappa (Vittel – Colmar)
Altimetrie: http://www.ilciclismo.it/2009/?p=1175
2010
TOURNUS – STATION DES ROUSSES. Succede poco anche perchè le salite troppo facili. Comunque, in gruppo c’è più selezione del previsto con Kloeden, tra gli altri, a lasciarci le penne.
STATION DES ROUSSES – MORZINE / AVORIAZ. Non si assiste a nessuno scatto dei big sulla Ramaz, anche se la salita è condotta a buon ritmo dall’Astana e fa staccare, tra gli altri Armstrong, Nessuno scatto neppure sull’ascesa finale fino a 2 km dall’arrivo: a quel punto ci prova Kreuziger ma a fare la differenza è Andy Schleck, che vince battendo in volata Samuel Sanchez e guadagna 10” su Contador e sugli altri.
MORZINE – SAINT JEAN DE MAURIENNE. Scaramucce sulla Colombière con Vinokourov, tra gli altri, a provarci . Ma questa salita, così come le successive Aravis e Saisies, sono lontane dal traguardo e presto torna la calma. La battaglia si riaccende a metà della Madeleine con alcuni scatti di Andy Schleck, che rimane solo con Contador e prosegue fino all’arrivo con lo spagnolo, infliggendo distacchi pesanti agli avversari. Davanti, Casar va a vincere la tappa.
REVEL – AIX 3 DOMAINES. Il Port de Pailhères è affrontato a ritmo molto blando e in cima sono ancora in 40. Ne approfittano uomini non nelle prime posizioni come Sastre e Cunego per andarsene. Sull’ultima ascesa Andy Schleck ci prova più volte, salvo rallentare quando vede che Contador gli è a ruota. In questo modo Menchov e Samuele Sanchez riescono addirittura a staccarli.
PAMIERS – BAGNERES DE LUCHON. Sulle prime salite non succede nulla. Andy Schleck ci prova una prima volta a circa 5 km dalla vetta del Balès ma in maniera poco incisiva, tanto che poco dopo si ricompatta un gruppo di 20 corridori. Il secondo scatto è ben più convinto, ma un problema meccanico alla catena consente a Contador di avvantaggiarsi e guadagnare 39”, prendendo la maglia gialla.
PAU – COL DU TOURMALET. Nessun attacco su Marie Blanque e Soulor, anche perchè ci sono troppi tratti in discesa e pianura tra una salita e l’altra. A 11 km dall’arrivo parte Andy Schleck con a ruota Contador e i due rimangono in questa posizione fino al traguardo, se si eccettua un breve scatto dello spagnolo quando mancavano 4 Km.
Note: non considerata l’11a tappa (Chambery – Gap ) e la 17a (Bagneres de Luchon – Pau)
Marco Salonna
I TABELLONI FINALI DEL TOUR 2010: PROMOSSI E BOCCIATI
luglio 28, 2010 by Redazione
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Si è conclusa da qualche giorno l’edizione 2010 del Tour de France, una corsa che è stata tanto incerta quanto monotona, dominata da attendismi logoranti e insensati tatticismi. Per la terza volta in carriera è stato il madrileno Alberto Contador a trionfare mentre gli italiani si consolano con la maglia verde di Petacchi.
Foto copertina: la stretta tra Contador e Schleck nel corso dell’ultima tappa del Tour (foto Bettini)
Alberto Contador. Anche quest’anno vince un GT con un esiguo margine di vantaggio sul secondo. I distacchi risicati grazie ai quali batte gli avversari sono indicativi delle reali capacità dell’atleta spagnolo. Delle sue prestazioni in montagna ho già scritto in una precedente pagella ma quest’anno, a differenza di quelli passati, anche nelle prove a cronometro ha deluso o, per meglio dire, ha fatto registrare dei tempi adeguati alle sue caratteristiche fisiche. Vince grazie al supporto di una grande squadra ma non convince. VOTO 8
Andy Schleck. Aveva ragione, con un minuto di vantaggio su Contador la Grand Boucle sarebbe stata sua. Resta il fatto però che, aldilà dell’ormai famigerato inconveniente tecnico, non ha mai attaccato seriamente il “Pistolero”. Sulla salita di Avoriaz aspetta l’ultimo chilometro per dare la stoccata mentre sul Tourmalet si accontenta delle briciole. Sorvoliamo, poi, sui deleteri surplace cui si è reso mesto protagonista sulle altre salite pirenaiche. A cronometro è molto migliorato ma gli manca una squadra in grado di sostenerlo nelle frazioni più impegnative e, soprattutto, una mentalità vincente. VOTO 7,5
Denis Menchov. Regolarista per eccellenza, patisce sulle Alpi ma sfrutta il controllo esasperato tra Schleck e Contador nella tappa di Ax-3-Domaines per rosicchiare qualche secondo al duo. Sul Tourmalet resiste agli attacchi di un dolorante Samuel Sanchez e, grazie ad una buona gara contro il tempo, strappa all’olimpionico la terza piazza finale. Poteva rischiare di più considerando che questo piazzamento non impreziosisce certo la sua già ricca carriera. VOTO 6,5
Samuel Sanchez. A differenza del russo capitano della Rabobank, per il campione olimpico un piazzamento nei primi 5 della generale è da considerarsi soddisfacente. Senza la brutta caduta della 17° tappa sarebbe potuto arrivare sul podio, dato che è riuscito comunque a staccare Menchov negli ultimi 2 km di ascesa verso il Tourmalet. Bisogna chiedersi se un quarto posto finale vale quanto una possibile vittoria nelle classiche delle Ardenne, gare che lo spagnolo ha disertato per concentrarsi unicamente sulla corsa a tappe francese. VOTO 7
Fabian Cancellara. Si conferma il più forte passista al Mondo, gregario prezioso per Schleck sia sul pavè che sul Tourmalet. VOTO 10
Alexandre Vinokourov. Rimango dell’idea che, senza le tante energie sprecate tra solerti azioni di gregariato, fughe e scatti, avrebbe vinto il Tour. La sua rabbiosa vittoria a Revel resta l’immagine più bella della Grande Boucle. VOTO 9
Alessandro Petacchi. Essere il secondo velocista al Mondo, a 36 anni suonati, significa avere classe e spirito di abnegazione nei confronti della disciplina. Aspettiamo con trepidazione l’evolversi della vicenda sul doping che lo riguarda. VOTO 8
Mark Cavendish. Dotato di accelerazioni brucianti, vince anche grazie alla penuria di giovani velocisti sul panorama internazionale e all’età avanzata dei grandi sprinter del passato. VOTO 8,5
Ivan Basso. La tracheobronchite che lo ha colpito durante la corsa non può giustificare l’andamento di un Tour in cui Ivan non è mai stato protagonista. L’anno prossimo deve puntare a vincere la maglia gialla. VOTO 4
Cadel Evans. Corre due settimane di Tour con un gomito rotto e questo pregiudica fortemente il risultato finale. A differenza di Basso si toglie almeno la soddisfazione di portare, seppur per un giorno, la maglia gialla. VOTO 5
Carlos Sastre. Prova a far saltare il banco nella tappa del Tourmalet, per poco non gli riesce ma poi crolla. Onorevole Tour per un ciclista che se avesse avuto qualche anno in meno avrebbe potuto far male a molti. VOTO 5
Bradley Wiggins. Invisibile. VOTO 2
Francesco Gandolfi