ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI RAPALLO

maggio 10, 2011 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: il commento tecnico alle tappe di montagne, dalla voce di un ex corridore di prestigio che scoprirete tra qualche giorno; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la rubrica tricolore di N@po; le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1961. Seguiteci.

Foto copertina: il podio rimasto vuoto e, sullo schermo, le immagini di un soccorso rimaston inutie (foto Bettini)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Tragedia al Giro: muore Weylandt. Arrivati la moglie e il padre(Gazzetta dello Sport)

Dramma al Giro d’Italia. Muore il belga Weylandt (Corriere dello Sport – Stadio)

Belgian rider Weylandt dies in high-speed crash in Giro (The Independent)

Weylandt killed in Giro (The Daily Telegraph)

Le jour d’après (L’Equipe)

Le coureur belge Wouter Weylandt est mort (Le Monde)

Weylandt falleció al chocar con un muro (AS)

Weylandt se deja la vida en el Giro (Marca)

Drama en el Giro: muere Weylandt (El Mundo Deportivo)

Les équipiers de Wouter Weylandt restent au Giro (Le Soir)

Décès du coureur Wouter Weylandt: Leopard-Trek reste sur le Giro (Sud Presse)

Les équipiers de Wouter Weylandt restent au Giro (L’Avenir)

Fatale val in afdaling (De Standaard)

Wouter Weylandt, un gars sympa et jovial (La Dernière Heure/Les Sports)

Ploegmaats Weylandt blijven in Giro (Het Nieuwsblad)

Net als Casartelli (De Telegraaf)

Belgian Cyclist Dies After Crashing in Giro d’Italia(The New York Times)

Belgian cyclist Weylandt dies in crash (USA Today)

Cyclist killed in Giro crash (Herald Sun)

Belgian cyclist dies after Giro d’Italia crash (The Age)

Tragedy hits peloton in Giro (The Australian)

Belgian cyclist killed in horror crash (The Daily Telegraph – Australia)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Gnaldi: Gravissimo incidente a Weylandt; è in coma.

Pedale Pazzo: Ho visto delle immagini in diretta che francamente avrei preferito non vedere.

Lo hanno intubato e stano praticamente il massaggio cardiaco ma la situazione è gravissima. Dovrebbe essere subito trasportato in ospedale ma l’elicottero già arrivato dopo 20 e ripeto 20 minuti non è riuscito ad atterrare e ora praticamente dovranno trasportarlo in ambulanza, l’avessero fatto subito non avrebbero perso questi 20 minuti. Bisogna sperare nel miracolo.

Mauro Facoltosi: L’incidente è accaduto in una zona impervia… l’elicottero non era certo dietro l’angolo

Pedale Pazzo: A me sembra che abbiano le idee molto confuse, han già cambiato idea 3 volte.

Che la zona fosse impervia lo sapevano già da subito, bisognava trasportarlo in ambulanza subito dopo averlo intubato verso il fondo della discesa dove ci sono degli spiazzi buoni per l’elicottero. Stanno facendo questo solo ora, erano le 16.20 quando il ragazzo è caduto, ora sono le 17.20. Un’ora è tanta roba e non siamo a 3 mila metri sperduti sulle alpi.

Gnaldi: Sembrano non esserci più speranze, ahimé.

Pedale Pazzo: Non c’è l’ha fatta.

Gibosimoni: io credo che sia praticamente morto sul posto ma che lo abbiano voluto dire solo più tardi per rispetto alla famiglia. Altrimenti sarebbe veramente un scandalo esagerato un tal ritardo nei soccorsi, una tal calma e lentezza di tutti i soccorritori.

MirkoBL: Non c’è stato nessun ritardo nei soccorsi: la macchina medica si è fermata subito, c’erano i volontari di pronto soccorso e del Soccorso Alpino, l’elicottero era stato avvisato per tempo. A tutti quelli che hanno cercato di salvargli la vita non si può obiettare niente.

Pedra85: Un quarto d’ ora di massaggio cardiaco non lascia ben sperare…
Non ho parole, solo un grande dispiacere per uno di noi, oltre che per un futuro padre…

Versosella: è una morte simile a quella di Casartelli. Là non c’era il casco, qui sì.
Ma sono morti sul colpo, quasi sicuramente.
Fa impressone quel lago di sangue dalla testa: sembra la stessa immagine. Solo che allora al tour festeggiarono all’arrivo. Solo la sua squadra arrivò (ma forse era il giorno dopo) insieme, commovente, alla fine della tappa. tutti i corridori piangevano. Non ho mai dimenticato quella scena.
Il ciclismo è uno sport unico anche in questo. Nella tragedia, nel rischio che ci si prende, nella sua “silenziosa umiltà” nascosta. Nonostante il doping, nonostante quanto male se ne parli (da chi magari non è mai montato in sella).
Un abbraccio virtuale alla sua famiglia.

Pincopallino2005: Cose che succedono, quello che pero` mi fa veramente incazzare son le ammiraglie che suonavano per passare.

Pedale Pazzo: A questo punto credo sia l’ipotesi più probabile. La discesa era ripida e tecnica ed è stata affrontata a velocità incredibile. Anche prima della caduta io sinceramente mi sono spaventato in un paio di occasioni nel vedere alcune moto che non riuscivano a superare e staccare a distanza di sicurezza i ciclisti rimanendo spesso in mezzo, mentre le ammiraglie sembrava facessero una gara di gran turismo.

Mauro Facoltosi: Questa tragica notizia ha fatto passare in secondo piano tutta la cronaca di tappa. Sotto quest’ultimo aspetto la notizia principale è il ritardo di 1′14″ accusato da Sastre, costretto ad un cambio di bicicletta (ha finito la tappa su quella di Ardila)

MirkoBL: E Contador ha guadagnato 2″ al traguardo volante.

Hotdogbr: due parole sull’aspetto tecnico della corsa anche se passa in secondo piano di fronte alla tragedia di Weylandt, ora non so se in gruppo si sapesse delle condizioni del belga e questo abbia condizionato la corsa nel finale ma è significativo che non siano riusciti a prendere Vicioso e compagni che anzi hanno sempre aumentato il vantaggio, il punto è che tutte le squadre sono infarcite di scalatori e dunque non ci sono uomini in grado di controllare la corsa in queste tappe intermedie per i loro velocisti

Versosella: Finito il divertimento. Finito il Giro.
Come Casartelli.

Patavium82: Una tragedia. Povero Wouter, 25 anni. Ogni parola sembra di troppo in questi casi. Che possa continuare a pedalare in cielo.

Gibosimoni: Purtroppo il ciclismo è anche questo. Wouter vigila sempre su questo magnifico ma talvolta omicida sport. Una tragica fatalità. Condoglianze alla famiglia di cuore.

MirkoBL: Sento solo una grande tristezza.

N@po: Il giro è un racconto. La sua grandezza risiede nell’essere una metafora della vita. La morte a volte irrompe a sorpresa… Non ci puoi fare niente. La puoi solo osservare come tutte le altre grandi contraddizioni della vita. L’unica certezza che si può avere è che mai e poi mai un corridore vorrebbe che una sua disgrazia interrompesse lo svolgersi di quella che è stata la passione della sua vita e cioè la competizione ciclistica.

Mmeasso: Molto bella questa riflessione…
penso che non serva aggiungere altro…

Vedo23: Concordo!
E soprattutto spero che non sbuchino i soliti media sciacalli, a speculare sulle disgrazie altrui… Il Giro e il Team Leopard devono continuare, anche per onorare le fatiche immani e i rischi, a volte notevevoli, che questi ragazzi affrontano quotidianamente, di certo per molti meno zeri nello stipendio di piloti di F1 o – pensando ad un gioco ancora meno pericoloso – dei calciatori…
Tutti noi veri appassionati siamo rimasti spiaciuti veramente, e non ricerchiamo scoop o teatri lacrimevoli. Sappiamo che la bicicletta può farci del male – lo sanno bene molti del forum! -, sappiamo che la strada è ruvida e dura, sappiamo che le auto e altri pericoli possono darci spiacevoli sorprese.
Possono tradirci gli altri, le condizioni della strada, le nostre forze, la ma bici no, quella non ci tradisce mai: è la nostra passione e la viviamo, fino in fondo.
Un pensiero sentito e senza fanfare per il povero Wouter.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

BIANCO, ROSSO E VERDE
I MISTERI DELLA CASSAPANCA

In queste tristi ore non ce la sentiamo di “scherzare” col Giro. Siamo in lutto come tutto il movimento ciclistico e piangiamo la scomparsa di un amico, prima che di un corridore.
Le nostre due rubriche leggere torneranno tra qualche giorno.

La redazione

Una sola segnalazione riguardo l’ordine d’arrivo riportato su Televideo RAI: il corridore arrivato 4° è Daniel Moreno Fernandez (Katusha Team) e non Javier Moreno Bazán, corridore che, tra l’altro, non sta nemmeno disputando il Giro, tantomeno la sua formazione (Andalucía-Caja Granada)

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Genova / Quarto dei Mille – Livorno

Genova: cielo sereno, 18,7°C, venti deboli da N (8-11 Km/h), umidità al 60%, mare quasi calmo
Sestri Levante (Km 44,3): cielo sereno, 21°C (percepiti 22° C causa vento), venti deboli da NW (5-8 Km/h), umidità al 48%, mare calmo
Ceparana-Carpena – rifornimento (Km 99,5): cielo sereno, 22,2°C (percepiti 24° C causa vento), venti deboli da N (3 – 6 Km/h), umidità al 35%
Lido di Camaiore – T.V. (Km 144,9): poco nuvoloso, 22,1°C (percepiti 23,5°C causa vento), venti deboli da N (5 – 10 Km/h), umidità al 45%, mare quasi calmo
Livorno: cielo sereno, 23,4°C (percepiti 24,5°C causa vento), venti moderati da NW (13 – 14 Km/h), umidità al 41%, mare poco mosso

I TITOLI DELL’UNITA’

Ecco come l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del Centenario dell’Unità (1961). Altimetrie e grafice dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

A GENOVA: SCHROEDERS BATTE ALLO SPRINT BAILETTI
Continua nel “Giro” il dominio degli stranieri
L’attacco del giovane biancoceleste – La reazione di Poblet – Oggi il circuito di Cagliari (118 Km)

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ARCHIVIO ALMANACCO
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1a tappa Venaria Reale – Torino
2a tappa Alba – Parma

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI PARMA

maggio 9, 2011 by Redazione  
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Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: il commento tecnico alle tappe di montagne, dalla voce di un ex corridore di prestigio che scoprirete tra qualche giorno; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la rubrica tricolore di N@po; le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1961. Seguiteci.

Foto copertina: il dorsale “centocinquantenario” di Visconti (foto Bettini)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Petacchi signore di Parma. La rosa consola Cavendish(Gazzetta dello Sport)

Giro, tappa a Petacchi. Cavendish in rosa (Corriere dello Sport – Stadio)

Cavendish left fuming after Petacchi win but still takes leader’s jersey (The Independent)

Irate Cavendish beaten to the punch (The Daily Telegraph)

Petacchi tombe Cavendish (L’Equipe)

Petacchi (Lampre) : “J’ai pensé perdre”. Cavendish : “Une émotion incroyable” (Le Monde)

Cavendish pierde la etapa (AS)

En Italia el rey del sprint es Petacchi (Marca)

Cavendish, nuevo líder del Giro (El Mundo Deportivo)

Petacchi plus rapide que Cavendish (Le Soir)

Petacchi l’emporte devant Cavendish, nouveau maillot rose (Sud Presse)

Cavendish subit la loi de Petacchi (L’Avenir)

Petacchi sneller dan Cavendish in Giro (De Standaard)

Victoire de Petacchi. Cavendish, 2e (La Dernière Heure/Les Sports)

Cipo fietst mee (en blijft dé rittenkaper van de Giro) (Het Nieuwsblad)

Petacchi wint, Cavendish boos (De Telegraaf)

Petacchi Wins Giro Second Stage, Cavendish Takes Lead(The New York Times)

Alessandro Petacchi wins second stage of Giro (USA Today)

Petacchi sprints but in Cavendish pink (Herald Sun)

Petacchi wins stage, Cavendish leads Giro (The Age)

Cavendish in pink as controversy rages (The Australian)

Petacchi wins but Cavendish in pink (The Daily Telegraph – Australia)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Pedale Pazzo: Vittoria stra meritata di Petacchi, è riuscito a prendere meravigliosamente la ruota di Cavendish e poi lo ha anticipato alla grande.
Ha cambiato 2 volte traiettoria e l’Inglese si è lamentato molto, ma secondo me non c’è stata alcuna scorrettezza. Un pò tonto Cavendish a non capire subito la parte giusta dove infilarsi!
Ottimo ’sto Belletti, Farrar conferma di non essere in forma e Mcwen a quasi 40 anni non può far miracoli: duello a 2 per tutte le tappe per sprinter insomma.

Salitepuntocià: Ma per domani, con la Madonna delle Grazie, 3 km al 6-7%, cosa dite? quale velocista non fara’ la volata?

Hotdogbr: come al Tour dell’anno scorso Cavendish si è fatto sorprendere da Petacchi nella prima tappa ma pur non essendo super rimane il velocista più forte e per lo spezzino si fa dura di qui in avanti, interessante notare come uomini da salita come Niemec, Navarro e Szmyd nel finale abbiano perso secondi, io fossi nelle loro squadre cercherei di fare in modo invece che restino in classifica il più possibile

Ceemo: Complimenti a Petacchi, bella volata anche se Cavandish ha aspettato un pò troppo ed è sembrato avere un gran potenziale.
Negativissimo il fatto che invece nessuno a parte il povero Lang abbia azzardato un tentativo di fuga per quasi tutta la tappa. Faceva così schifo un pò di visibilità in tv di Domenica?

Howling Wolf14: Szmyd, Niemiec e Navarro sono dei gregari. Dei luogotenenti, diciamo, gregari di lusso. La loro funzione è stare vicino ai capitani nelle salite. Che siano o no in classifica non avrebbe alcun significato. L’aiuto ai loro leader lo possono dare anche essendo fuori classifica. Anzi, forse meglio.

Howling Wolf14: Ceemo, nel finale ci hanno provato Giordani e soprattutto Bakelandts. L’aspetto sorprendente è che nessuno abbia raccolto l’invito di Lang a inizio corsa. Squadre come la Colnago, l’Euskaltel, l’Androni, l Rabobank e la stessa Quick Step avrebbe potuto aggregarsi al tedesco. Anch’io non capisco perché non abbiano colto l’occasione.

Garda Bike: E’ la stessa cosa che mi sono chiesto io. E’ assolutamente curioso e strano che nessun altro corridore si sia unito a Lang. Fosse stato un bel gruppetto forse sarebbero stati lo stesso ripresi, ma più vicini al traguardo. Bravo Petacchi, benissimo Belletti e Ferrari, Cavendish sfortunato e un po’ piagnone, volata assolutamente regolare.

Hotdogbr: se sono in classifica e vanno in fuga nella prima scalata dell’Etna le altre squadre li devono inseguire, se sono già a 10′ no

Pedale Pazzo: Io credo sia abbastanza normale che non ci sia stata una vera fuga.
La tappa era completamente piatta, troppo ghiotta per i velocisti per farsela sfuggire dato che ce ne sono davvero poche di tappe così.
Il terreno per attaccare da lontano c’è in questo giro, ci sono almeno 5 o 6 tappe di media montagna..probabilmente gli attaccanti non vogliono seprecare troppe energie per fare fughe impossibili e attendono il terreno adatto, secondo me se ne vedranno delle belle..sono fiducioso!

Antares86: Per me la volata è stata regolare ma quasi al limite… dall’immagine frontale si nota bene che prima Petacchi viaggia a filo della striscia bianca e poi si sposta ad un metro abbastanza rapidamente, proprio quando Cavendish aveva scelto quel lato. Dico che c’è stato un po’ di mestiere/esperienza/furbizia, gli stessi post-commenti di Petacchi sono stati eloquenti.
D’altra parte Cavendish non è stato chiuso, poteva benissimo proseguire su quel lato.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

BIANCO, ROSSO E VERDE

Rubrica semiseria sul Giro 2011, a cura di N@po che giornalmente assegnerà le maglie secondarie ai protagonisti della corsa rosa.

Maglia Bianca: Vorganov. Si esibisce in un doppio carpiato da antologia, mentre è in fuga, e non ottiene nemmeno una valutazione eccellente per l’eleganza del tuffo….

Maglia rossa: Alla canzone dedicata dalla RAI a Savoldelli per il suo compleanno….
disgustorama…

Maglia verde: Sebastian Lang. 200km a 42 di media… In partenza gli hanno
detto: oggi Lang-he in partenza e lui li ha presi in parola…..

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Reggio Emilia – Rapallo

Reggio Emilia: cielo sereno, 20,2°C, venti moderati da ENE (12-13 Km/h), umidità al 41%
Fornovo di Taro (Km 54,6): cielo sereno, 19,8°C, venti deboli da E (9-16 Km/h), umidità al 43%
Borgo Val di Taro – rifornimento (Km 93): cielo sereno, 19,2°C, venti moderati da NE (12 – 27 Km/h), umidità al 38%
Chiavari – T.V. (Km 160,1): nuvole sparse, 20,2°C (percepiti 22°C causa vento), venti deboli da NNW (3 – 12 Km/h), umidità al 51%
Rapallo: nuvole sparse, 18,3°C, venti deboli da N (5 – 13 Km/h), umidità al 61%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Anche quest’anno spazio agli strafalcioni dei telecronisti

Bartoletti, rivolto a Paolo Belli: “Mi piacerebbe l’idea che tu fossi travolto dalle ammiraglie: sai quanto si alzerebbe l’ascolto”
Pancani: “Alla partenza osservato un minuto di riposo”
Pancani: “Traguardo volante di tabiano castello” (era un più nobile GPM, seppur di 4a categoria)
Pancani: “Il direttore di corsa Mauro Zegni” (Vegni, è già il secondo strafalcione verso il diretto interessato, che alla Tirreno-Adriatico aveva presentato come marchigiano il vice di Zomegnan, che è toscano di nascita, romano d’adozione e lombardo di residenza, ma non c’ha una briciola di “marchigianità”)
Savoldelli: “Vedo il gran premio del GPM a 6-7 secondi di ritardo”
Di Stefano: “Verdi, nato a Roncole di Verdi” (sarebbe Roncole Verdi, ma quando ci era nato era Roncole e basta)
Di Stefano: “A New York dovrebbero essere le 8.30 del mattino” (circa, erano le 11.30)
Televideo RAI: “Davide Apollonio” (Appollonio), Jan Bakelandts (Bakelants)

I TITOLI DELL’UNITA’

Ecco come l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del Centenario dell’Unità (1961). Altimetrie e grafice dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

A SANREMO SEMPRE POBLET
Battistini e Massignan di nuovo sulla breccia
Superata l’indisposizione accusata nella prima tappa – Generosa ma sfortunata fuga dei due italiani – Contestazioni sull’ordine d’arrivo a Sanremo – Bahamontes “sfuggito” al giudice d’arrivo

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ARCHIVIO ALMANACCO
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1a tappa Venaria Reale – Torino

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI TORINO

maggio 8, 2011 by Redazione  
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Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: il commento tecnico alle tappe di montagne, dalla voce di un ex corridore di prestigio che scoprirete tra qualche giorno; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la rubrica tricolore di N@po; le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1961. Seguiteci.

Foto copertina: la mole vestita a festa per il Giro e il centocinquantenario dell’Unità (www.torinotoday.it)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

L’ingegnere al comando. Prima rosa a Pinotti (Gazzetta dello Sport)

Giro d’Italia, Pinotti prima maglia rosa (Corriere dello Sport – Stadio)

Contador defends right to race (The Daily Telegraph)

Pinotti premier leader. Mission accomplie pour HTC (L’Equipe)

L’équipe HTC remporte la première étape du Giro (Le Monde)

Primer asalto: Nibali araña ocho segundos a Contador (AS)

HTC cumple los pronósticos en Turín y viste a Pinotti de rosa (Marca)

Pinotti, primer líder del Giro (El Mundo Deportivo)

Pinotti en rose pour lancer le Giro de l’unité italienne (Le Soir)

HTC-Highroad survole le chrono par équipes, Pinotti premier leader (Sud Presse)

Alberto Contador favori malgré lui (L’Avenir)

Omega Pharma-Lotto knap vierde in ploegentijdrit Giro (De Standaard)

Marco Pinotti pour une fête aux couleurs italiennes (La Dernière Heure/Les Sports)

HTC wint ploegentijdrit, Omega Pharma-Lotto knap vierde (Het Nieuwsblad)

HTC pakt eerste roze in Giro (De Telegraaf)

Two Cyclists Draw the Spotlight at Giro (The New York Times)

Alberto Contador is Giro favorite despite doping probe (USA Today)

Pinotti in pink as HTC win time-trial (Herald Sun)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Garda Bike: mi ha sorpreso in positivo la Lampre e sono felice per Pinotti (almeno per ora)

Hotdogbr: Distacchi minimi ma era abbastanza prevedibile un po’ per la brevità della prova e un po’ perchè le squadre degli uomini di classifica erano tutte di livello analogo ovvero combatte ma senza superspecialisti a differenza dell’HTC che non a caso ha fatto la differenza, bene la Lampre mentre hanno perso qualcosa in più Katusha e Geox che però sono le due squadre più forti in salita, forse la delusione maggiore è stata l’Astana

Vavass: Grande Pinotti…ing. bergamasco!
Scusate, ma siamo compaesani e quindi io sono decisamente “di parte”..

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

BIANCO, ROSSO E VERDE

Rubrica semiseria sul Giro 2011, a cura di N@po che giornalmente assegnerà le maglie secondarie ai protagonisti della corsa rosa.

Maglia Bianca: Igor Anton, se il buongiorno si vede dal mattino…
Maglia rossa: Va bene che sono l’Acqua e Sapone… ma farsi centrifugare da una rotonda….
Maglia verde: Pinotti… un sempreverde…

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Alba – Parma

Alba: poco nuvoloso, 19,8°C (percepiti 21°C causa vento), venti deboli da S (5-8 Km/h), umidità al 55%
Alessandria (Km 61,4): cielo sereno, 22,5°C (percepiti 24°C causa vento), venti deboli da SSW (8 Km/h), umidità al 48%
Casteggio – rifornimento (Km 109,1): cielo sereno, 24°C (percepiti 25°C causa vento), venti deboli da SW (9 – 11 Km/h), umidità al 43%
Piacenza (Km 157,1): cielo sereno, 25,2°C (percepiti 27°C causa vento), venti deboli da W (8 Km/h), umidità al 42%
Salsomaggiore Terme – T.V. (Km 202,6): cielo sereno, 24,6°C (percepiti 26°C causa vento), venti deboli da WNW (4 Km/h), umidità al 44%
Parma: cielo sereno, 25,1°C (percepiti 27°C causa vento), venti deboli da WNW (4 Km/h), umidità al 46%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Anche quest’anno spazio agli strafalcioni dei telecronisti

Sgarbozza 1: “Corridori capace di tirare rapporti lunghissimi”
Sgarbozza 2 con bis: “La Sax Bank” (due volte, detto e scritto sulla lavagna)
Sgarbozza 3: “I fratelli Sleck
Pasqualin: “Repressione alla lotta al doping” (Ma come!!!!)
Bartoletti: “Rete 3”
Cassani: “La stazione cronometrata” (per definire il luogo dove vengono presi i tempi dei corridori…. o i ritardi dei treni?)
Magrini (Eurosport): “Peccato che un uomo Katusha ha da inseguire subito alla partenza, è un bel problema per la squadra di Di Luca e Rodriguez” (l’uomo che ha avuto il problema tecnico era dell’Astana)
Aiello (Eurosport): “Rujano che arrivò 2° nel 2005 (fu invece terzo), corridore di 31 anni (ne ha 29)”
Televideo Rai: Popovic (Popovych)

I TITOLI DELL’UNITA’

Ecco come l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del Centenario dell’Unità (1961). Altimetrie e grafice dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

TREMENDO INIZIO DEL GIRO D’ITALIA
Baldini costretto al ritiro
Anche Hoevenaers e Domenicali, all’ospedale per cadute, hanno dato forfait – Massignan e Battistini in ritardo per avvelenamento da cibi guasti – Il guizzo di Poblet – Oggi si va a Sanremo

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GIRO VS TOUR. STAVOLTA SI SFIDANO I GT

maggio 6, 2011 by Redazione  
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Il percorso di crescita del Giro sulla ribalta mondiale continua. Prima sono arrivati i percorsi più innovativi e spettacolari, poi la competizione si è fatta via via più appassionante. E così, per la prima volta, nel 2010 la corsa italiana ha strappato al Tour il titolo di GT migliore, secondo i lettori della più importante e internazionale rivista online di ciclismo: quest’anno anche la lista dei contendenti sembra in grado di competere con quella transalpina.

Foto servizio e copertina di Giuseppe De Socio

La gara tra le gare: quella che intercorre tra Giro e Tour è una rivalità storica, capace di dividere i tifosi di ciclismo quasi più che le sfide tra gli atleti che su quelle strade si rincorrono.
Il Giro, c’è poco da dire, insegue. Si opina se insegua dappresso o da lontano: epoche diverse hanno visto le distanze assottigliarsi o viceversa farsi incolmabili; tuttavia, a radicale differenza di quanto accada nel ciclismo pedalato, in questa gara chi sta in testa non prende il vento in faccia, anzi! Similmente a quanto si verifica in molte altre gare dell’esistenza, in questa competizione chi domina gode pure di una rendita difficile da erodere. Il Tour è più grande perché è più ricco, è più ricco perché è più grande. In definitiva, e per meglio dire, il Tour è più grande perché è più grande.
Tuttavia anche in questa sfida, e qui sì c’è affinità con le battaglie tra atleti, la sorte interviene a sparigliare le carte, e se l’astuzia umana carpisce l’occasione la gara può riaprirsi.

Il Giro ha cominciato pian piano a proporre percorsi più peculiari, soprattutto venendo incontro al gusto più istintivo e talora superficiale del pubblico: a breve il Tour si è trovato costretto a giocare di rimessa, a imitare se non proprio a inseguire, scoprendosi gregario delle tendenze che venivano impostate sul lato italico delle Alpi.
Ecco allora sorgere una prima settimana più vivace, a discapito dell’ormai cristallizzato e quasi rituale susseguirsi ininterrotto di tappe per velocisti: un’istituzione che il Tour propinava con sovrana arroganza, e che aveva il suo effetto tecnico nello sfinimento dei corridori più leggeri prima ancora delle prime salite, a vantaggio dunque di una ben precisa tipologia di atleti.
Arrivano le tappe con difficoltà specifiche ad aumentare tasso tecnico e imprevedibilità strategica, gli sterrati (assimilabili al pavé della Roubaix integrato al Tour nel 2010) o i settori assai battuti dal vento.
Infine un aumento delle tappe di salita, e una contestuale riduzione via via sempre più netta delle tappe a cronometro. Se per il Giro però questo significava rafforzare la propria impronta tecnica (recentemente, va detto, esagerando in questo senso), per il Tour questa opzione implicava abdicare a un altro dei propri capisaldi ritenuti immutabili. A vantaggio degli spettatori e, molto probabilmente, della gara stessa. Un gesto d’intelligenza, oltretutto, perché questo tipo di difesa tutela da improvvisi anche se improbabili sorpassi da parte del Giro: marcando stretti l’avversario non si rischiano sorprese; tuttavia viene certamente meno una “supremazia culturale” che determinava qualità e preparazione degli atleti di punta nei GT.

In un modo o nell’altro, è suppergiù un lustro che il Giro finisce per esprimere contenuti tecnici di maggior rilievo e interesse rispetto al Tour. E bisogna ribadire “tecnici” perché dal punto di vista della godibilità si potrebbe anche dire che gli ultimi due Tour di Armstrong siano stati meno emozionanti che i Giri vinti da Cunego prima e poi da Savoldelli, però il livello tecnico espresso era ancora inconfrontabile.
Un livello tecnico che non si concretizza unicamente e ottusamente nella “forza” dell’atleta che vince l’una o l’altra gara, e men che meno nella domanda se chi vince qua vincerebbe anche là o viceversa: competizioni che, per fortuna, hanno ancora una natura intrinsecamente diversa mal si prestano a questi paragoni (anche perché “sulla carta” o “in teoria” tutto sembra ovvio: nella realtà della strada invece, ogni volta per motivi svariati, i campioni del Tour non sempre in Italia hanno fatto gli sfracelli che si sarebbe previsto).
Livello tecnico vuol dire anche complessità strategica, agonismo e combattività, imprese memorabili e gioco di squadra. Il solo 2007 vede il Tour tutto sommato “competitivo”, benché la vittoria di un Contador ancora “pulcino” dopo l’assurda espulsione del “pollo” Rasmussen non ingioielli certo quelle settimane, per di più macchiate dal ritiro dell’Astana. Dopo tutto la presenza nella top ten di Kirchen, Zubeldia, Astarloza, Popovych (e un Leipheimer già stagionato sul podio) non fa sfigurare troppo l’emergente Andy Schleck, e Pellizotti, Simoni o Arroyo; senza dire del fatto che il bello di quel Giro fu più sul “come” che sul “chi”. Al di là di quella stagione, comunque, sul 2006 non c’è lotta, così come sul 2008: e non parliamo del 2010. Il 2009 d’altro canto pur avendo offerto un Giro dal percorso “minore” ha regalato un duello ad altissima tensione tra Menchov e Di Luca, con rivali quali Basso o Sastre, mentre il Tour si impaludava nelle minacce di Armstrong per tener bassi i ritmi e nei giochetti di famiglia sul Mont Ventoux, insulto incancellabile e imperdonabile al monumento del ciclismo.

Inevitabile che lungo questa inerzia finisse per spostarsi anche l’equilibrio del livello dei partecipanti, che essendo fortemente vincolato a fattori economici e mediatici è sempre rimasto il principale punto di forza del Tour. La via dell’internazionalizzazione – che per il Giro è stata oltre che una politica consapevole anche una ricaduta positiva (una delle poche!) del pasticcio chiamato Pro Tour – si è dimostrata vincente, e così la lista dei partenti si va facendo di tutto rispetto.
Sulla qualità media complessiva con ogni probabilità il Tour prevarrà ancora, ma per quanto riguarda i principali protagonisti raramente si vedrà un confronto pari come quest’anno: complici giri di fortuna (come abbiamo anticipato poco sopra) quali il declassamento della Geox o le vicende giudiziarie di Contador, il Giro “più duro che mai” sulla carta, presenta anche una “carta”, nel senso di menù, con pretendenti di primissimo ordine. Proviamo a confrontarli con quelli – necessariamente presunti – del Tour in uno “scontro diretto”.

I FAVORITI: CONTADOR E ANDY SCHLECK

Nonostante un avvio di stagione meno luccicante del solito – da scontare pure un inverno più turbolento dell’ausicabile – Alberto Contador è il favorito principe del Giro.
Diverse spanne sopra tutti gli altri nei grandi giri, la sofferta prova del Tour 2010 depone ancor più a favore della sua netta superiorità sul rivale Schleck: pur ritrovandosi con parecchi fattori contro (catena di Andy esclusa…), vinse.
Non dimentichiamo che l’esito finale è scaturito perfino da un incrocio di destini estremo nel giorno della decisiva cronometro, quando Alberto ha sfoderato una prestazione ben al di sotto dei propri standard mentre Andy si è inventato d’emblée mago delle lancette. Difficile dire se quella di Andy fosse una “giornata sì” o una “naturale” evoluzione tecnica: correndo pochissimo, il lussemburghese non offre molti riscontri, ma di certo non lo si è visto né prima né dopo offrire altre prove convincenti contro il tempo. Contador invece, pur meno dirompente, ha dimostrato anche recentemente che l’affinità con questa specialità non è venuta meno, e che quindi quella fu proprio una tappa storta. Ad ogni modo i palmarés parlano chiaro: certo, gli albi d’oro sono quanto di meno “aureo” si possa usare per valutare campioni e corse, ma non si può dire che Andy abbia fatto chissà che cosa per smentire i propri dati, che raccontano di un corridore a cui “manca sempre qualcosa”. Per sua fortuna sembra che al Tour 2011 quello che gli mancherà sarà… un rivale all’altezza.
Su questo piano il Giro stravince: il candidato a conquistare il Tour è un “perdente”, per quanto extralusso. A favore del Tour invece c’è da dire che Andy “dovrebbe” arrivarvi nelle condizioni migliori, mentre il Contador del Giro patirà un avvicinamento, comunque sia, travagliato.

I “VECCHI” E I “GIOVANI” (CON VIRGOLETTE D’OBBLIGO)

Nomi illustri, alcuni tra i quali hanno vivacizzato il Giro 2010, hanno deciso di puntare sul Tour proprio per approfittare della probabile assenza di Contador: o – nella migliore delle ipotesi per lo spagnolo – per affrontarlo già affaticato da un Giro mostruosamente esigente. Tra loro Basso, campione rosa in carica, Vinokourov e Evans. Vinokourov naturalmente ha già dichiarato di non puntare alla vittoria finale, ma solo ad indossare la maglia gialla in qualche occasione. Basso ed Evans invece tenteranno di agguantare il proprio sogno di una vita, sfuggito sempre all’uno e all’altro per cause disparate. Escludendo i corridori d’anteguerra, fin qui è ancora Bartali a detenere il record di corridore ad aver vinto il Tour in età più avanzata: basti dire che Evans gli strapperebbe questo titolo, mentre Basso lo avvicinerebbe di molto (per soli quattro mesi…). Il “vecchio” Riis vinse trentaduenne.

Da questa particolare prospettiva colpisce osservare come, al contrario, due dei giovani corridori più promettenti affacciatisi alla top ten del Tour de France negli ultimi anni abbiano stavolta optato per il Giro d’Italia: primo fra tutti Nibali, che l’anno scorso con il podio al Giro e il trionfo alla Vuelta si è dimostrato pronto ad attestarsi su una dimensione diversa. In seconda battuta Kreuziger, il giovane più regolare ad alto livello al Tour negli ultimi anni, escludendo ovviamente Andy Schleck.
In questa categoria al Giro si sente la mancanza forte del solo Robert Gesink, atleta che per caratteristiche senz’altro sarebbe stato più adatto per il Giro, dirottato però verso il Tour dalla sua formazione, olandese quanto lui stesso, nell’orgogliosa speranza nazionalistica di infilarsi nel vuoto di potere lasciato (almeno si pensa) da Contador. Dopo un’apertura di stagione in cui si intravidero strabilianti progressi a cronometro e in discesa, Robert si è espresso nella campagna delle Ardenne ad un livello veramente infimo e deludente. C’è da augurarsi, per il bene del Tour, che questa tendenza non debba continuare, in una spirale di problemi fisici e psicologici chissà se dovuti proprio alla responabilità totale affidatagli.
Nel gioco dei rovesciamenti speculari, tuttavia, dobbiamo allora nominare il “vecchietto terribile” Sastre, presente al Giro: il suo 2010 è stato arduo… ma correre tre GT in un anno non è nemmeno tanto facile! Ed è riuscito pure a portare a casa due top ten, nonostante i guai alla schiena. Correndo in maniera anonima, forse, ma allora ricordiamoci che solo nel 2009 il buon Carlos fece sprizzare classe sulle salite del Giro.

I PRINCIPALI CONTENDENTI

A questa elegante simmetria tra “vecchi leoni” e “giovani emergenti” va affiancata una distribuzione pressoché equa di corridori giunti alla maturità, tra i 28 e i 32 anni diciamo, che si trovano al culmine delle proprie potenzialità per arricchire il proprio palmarés.
Il pezzo forte del Giro qui si chiama Menchov, presumibilmente oggi l’atleta da GT più forte dopo Contador ed Andy Schleck: dove l’onore concesso ad Andy di sopravanzare il russo è legato al risultato sul campo dell’anno scorso, perché le affermazioni concretamente ottenute sono di altro segno. Dall’altro lato delle Alpi correranno invece Samuel Sanchez e Van den Broeck, grandi campioni dimostratisi recentemente attenti e in forma sulle Ardenne, il cui limite è – in quello che sembra il leit motiv di questo confronto – apparire più dei piazzati che dei vincenti, corridori da primi cinque quasi garantiti, che però non abbiano ancora apposto il loro graffio sul primato di un GT.
Lo stesso discorso vale per Frank Schleck o Joaquin Rodriguez, anche se va detto che il secondo – ascritto per quest’anno al Giro – ha corso fino ad oggi come gregario, e svincolato da quel compito si è dimostrato subito nettamente più convinto, “cattivo” e competitivo che il buon Frank, spesso mera comparsa o zavorra nella sua pur onestissima carriera da “uomo a tappe” inventato dal nulla.
Eterno incompiuto, per malasorte o discontinuità, è Igor Anton, che vedremo al Giro non si sa con quanta voglia, ma con un percorso potenzialmente tagliato su misura: la sua dimensione internazionale è garantita non solo dalle ovvie premesse di ibericità, ma pure dalle belle esibizioni che fece sulle Ardenne. Ammesso che non si sia perso nel frattempo.

L’ago della bilancia potrebbe essere la prestazione di Wiggins: se il campione prelevato dalla pista dovesse confermarsi ad alto livello (fin qui non ne ha proprio dato l’impressione, ma le occasioni sono state poche) sarebbe un pezzo validissimo per impreziosire le gerarchie del Tour, che pure come percorso non sembra venirgli affatto incontro. Se invece i suoi risultati nello strano Tour 2009 dovessero rimanere “una tantum”, la sua presenza in Francia non aggiungerebbe nulla al livello tecnico della lotta per la maglia gialla.
In questo senso sembra offrire garanzie ben diverse, in senso positivo, Scarponi per il Giro: rispetto agli altri che abbiamo nominato va detto che la dimensione di Michele è più legata alla nostra penisola, ma alcuni confronti ad alto livello sia in tempi recenti sia nel passato paiono indicare che senza la cesura della squalifica l’atleta marchigiano avrebbe risultati più rispondenti al suo potenziale, a confermare che la sua presenza possa senz’altro qualificare la lotta per la rosa ben più di quanto in Francia non facciano molti mediocri habitué del Tour.

NUMERI, NUMERI, NUMERI

Un dato è impressionante: dei sette corridori (in grado di correre quest’anno) che abbiano già vinto un GT nell’era post-Armstrong, ben cinque saranno al Giro. E se vogliamo dire che Di Luca o Sastre non hanno reali opzioni di vittoria – ma sarà così? – pur a malincuore lo stesso discorso andrebbe fatto per Vinokourov. Eppure, anche tolti di mezzo questi tre, il ristrettissimo club dei vincenti “veri”, sul campo, continua ad opporre il solo Basso a Nibali, Contador e Menchov.
Un’altra statistica è veramente sorprendente, specialmente se si tiene conto di quanto enunciato in apertura sulla difficoltà per il GT che “insegue” di “rubare campioni” al fratello maggiore, più roboante, più titolato (anche nel senso dei titoli sui giornali), soprattutto molto ma molto più danaroso: ebbene, tanto osservando la top ten francese del 2009, quanto considerando quella del 2010, in entrambi i casi si nota che il 40% di quegli atleti si è spostato sul Giro.
Si dirà magari che Le Mével non è un campione di prim’ordine, ma d’altro canto la top ten è stata il verdetto del Tour stesso, e oltretutto lo stesso giudizio severo varrebbe per altri atleti di quelle classifiche rimasti “fedeli” al Tour, come Hesjedal o Vande Velde. Armstrong oltretutto si è frattanto ritirato… e tra i decrepiti si notano anche Kloeden (basti pensare che la sua occasione per vedere Parigi in giallo è probabilmente questa!) oppure l’incredibile Horner. Se Lovkvist trovasse solidità li varrebbe tranquillamente, anche se lo svedese potrebbe appartenere alla triste categoria degli atleti bruciati dalla HTC, squadra spremiagrumi che sembra far sfavillare i giovani per poi lasciarli infarciti di problemi fisici e psicologici.

IN CONCLUSIONE

Se proprio non vogliamo dire che il Giro quest’anno partirà con un parco di contendenti più qualificato, bisogna riconoscere che – incredibilmente – non si possa affermarlo nemmeno in merito al Tour. La differenza la potranno certamente fare seconde linee più forti portate al Tour, oppure i soliti fenomeni “scoperti” di punto in bianco da HTC, Garmin, Radioshack… Però per adesso, almeno sulla carta, almeno per quanto riguarda i grossi nomi, il Giro comanda di un’incollatura. La fortuna ci ha messo lo zampino, inutile negarlo: e non è detto che i campioni rispondano alle attese; quest’ultimo problema però vale da entrambi i versanti delle Alpi.

Uscendo, per concludere, dallo scherzo su cui si è retto tutto questo articolo, da appassionati di ciclismo dobbiamo dire che ci interessa la gara tra i corridori, e non quella tra le corse.
E per quanto riguarda le gare vere e proprie, una situazione come quella verificatasi quest’anno è davvero ideale, con due GT – ciascuno con le proprie stimolanti specificità – entrambi assiepati di un buon numero di atleti assai validi e tra loro diversificati, in modo da assicurare la battaglia più articolata e di alto livello possibile. Certo, il sogno sarebbe che gli stessi – e quindi tutti parimenti “già affaticati” – lottassero in tutte le corse, o quasi: evidentemente però le epoche passano e quei tempi non ci sono più. Anche i tempi attuali però, visti così, non sono tanto male, e certamente promettono meglio che il soporifero settennato di re Lance.

APPENDICE: UN OCCHIO A…

Purtroppo abbiamo dovuto sorvolare su una serie di nomi, non perché non li consideriamo più che papabili per una discreta se non eccellente classifica al Giro, ma perché mal si conciliavano, per giovane età o per squadra di appartenenza, al paragone tra la corsa italiana e il Tour.
Vogliamo allora ricordare velocemente alcuni tra questi possibili protagonisti del Giro imminente non rientrati nel “focus” dell’articolo.

* Pozzovivo, un Giro fatto apposta per lui? Forse troppe discese. Ma questo deve essere un anno di “risposte definitive”. O quasi. Perché i numeri ci sono, e chissà che la compagnia così simile a quella del suo Giro più brillante, con Contador e Menchov a battagliare sulla Marmolada, non gli riaccendano la miccia.

* F. Masciarelli, un ruolo da gregario o da battitore libero? Forse deciderà la strada. Stagioni difficili per lui dopo l’apparizione alla ribalta, finalmente l’abbiamo rivisto in qualche lampo isolato. Questo Giro ha molto terreno per consentirgli di tornare a brillare.

* Tiago Machado, lo si direbbe il capitano della Radioshack assistito da chioccia Popovych. Un’incognita, anche se le qualità non gli mancano e la squadra che lo supporta ama le “missioni impossibili”.

* Richie Porte, gregario di Contador, oppure? Le dichiarazioni che fece sullo spagnolo non promettono niente di buono, ma Riis dovrebbe sapersi imporre. A meno che lo stesso Riis non lo abbia portato come “paracadute”.

* Fabio Duarte, il giovane colombiano della Geox ci ha davvero impressionato sia al Trentino sia ai Paesi Baschi. Potrebbe essere in calo, ma se non lo è regalerà scintille.

* Scalatori tascabili, come Rujano o Gadret: altissima quota… in classifica? Probabilmente no. Spettacolo? Probabilmente sì!

* Virgulti: due coppie di due squadre diverse, nelle quali (senza offesa per Garzelli o Weening) questi atleti costituiscono il motivo principale di attenzione. Due colombiani nell’Acqua e Sapone: Sarmiento (1987) e Betancur (1989); due olandesi nella Rabobank, Kruijswijk (1987) e Slagter (1989). Potenziale entusiasmo nella lotta per la maglia bianca, che con queste età sarebbe davvero più bianca del bianco.

* Diego Ulissi, il nostro diarista!!!


Gabriele Bugada

GIRO D’ITALIA 2011 – IL VADEMECUM

maggio 5, 2011 by Redazione  
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Gli orari di passaggio, se non vorrete farvi trovare in ritardo all’appuntamento col Giro d’Italia; le “generalità” dei GPM, per farvi un’idea generica sulla tappa del giorno; le vie di passaggio, per scegliervi il posto più comodo per assistere al passaggio dei “girini”; i luoghi del rifornimento, se siete cacciatori di souvenir e vorrete cogliere l’occasione per riuscire a mettere nel vostro palmares di tifosi qualche borraccia…. Tutto questo è il vademecum, il bigino della corsa rosa targato ilciclismo.it

Sito ufficiale del Giro d’Italia: www.gazzetta.it/Speciali/Giroditalia/2011/it/

1a TAPPA: VENARIA REALE – TORINO (cronometro a squadre – 19,3 Km)

PARTENZA PRIMA SQUADRA: ore 15.50, Corte d’Onore (Reggia di Venaria Reale)
MEDIE PREVISTE: 51 – 55 Km orari
RILEVAMENTO TEMPI INTERMEDI: quadrivio Corso Regina Margherita (Km 9,1)
ARRIVO: l’arrivo dell’ultima squadra è previsto a Torino, in Piazza Vittorio Veneto, alle ore 17.45 circa. Previsti circa 22 minuti di gara.
PERCORSI INTERNI: Venaria Reale (Via Mensa, Viale Buridani, Via Salvemini, Via Guarini, Corso Puccini, Via Petrarca, Via Druento),Torino (Strada Comunale di Altessano, C orso Toscana, Corso Potenza, Corso Lecce, Corso Trapani, Corso Carlo e Nello Rosselli, Corso Lione, Corso Mediterraneo, Corso Castelfidardo, Corso Vittorio Emanuele II, Corso Cairoli, Lungo Po Armando Diaz, Piazza Vittorio Veneto)
QUARTIERTAPPA: Centro Conservazione Restauro (c/o Reggia di Venaria Reale; da mercoledì 4 a venerdi 6 maggio); Cavallerizza Reale (Torino, Via Verdi, 9, sabato 7 maggio)
SITI DEDICATI: www.comune.venariareale.to.it/IT/Page/t04/view_html?idp=484


2a TAPPA: ALBA – PARMA (244 Km)

RADUNO DI PARTENZA: piazzale stabilimento Ferrero
VIA VOLANTE: ore 11.10, Corso Asti (SS 231)
MEDIE PREVISTE: 38 – 42 Km orari
T.V.: Salsomaggiore Terme (Km 202,6), tra le 15.59 e le 16.26
ZONA RIFORNIMENTO: Casteggio, tra i Km 109 e 112
GPM: Tabiano Castello (315m – 4a cat. – 3 Km al 5,8% – Km 210,4) tra le 16.10 e le 16.42
ARRIVO: a Parma, in Stradone Martiri della Libertà, tra le 16.58 e le 17.35
QUARTIERTAPPA: Centro Congressi, parco Ex-Eridania (via Toscana)
PERCORSI INTERNI: Castello d’Annone (Via Novello, Via Roma), Alessandria (Spalto Borgoglio, Spalto Gamondio), Tortona (Corso Cavour, Corso Romita), Voghera (Corso Fratelli Rosselli, Via Emilia), Piacenza (Stradone Farnese), Salsomaggiore Terme (Viale Matteotti), Noceto (Via IV Novembre), Parma (via Emilia Ovest, Viale Gramsci, Strada Massimo d’Azeglio, Strada Mazzini, Strada della Reppublica, Viale San Michele, Stradone Martiri della Libertà)
QUARTIERTAPPA: Centro Congressi (Parco Eridania)
SITI DEDICATI: www.comune.parma.it/notizie/news/BENESSERE+E+STILI+DI+VITA/2011-04-26/Parma-in-fermento-si-prepara-allarrivo-del-Giro-dItalia.aspx


3a TAPPA: REGGIO EMILIA – RAPALLO (173 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Piazza Martiri del 7 luglio
VIA VOLANTE: ore 12.55, Via Teggi
MEDIE PREVISTE: 38 – 42 Km orari
T.V.: Chiavari (Km 160,1), tra le 16.43 e le 17.07
ZONA RIFORNIMENTO: Borgo Val di Taro, tra i Km 90 e 93
GPM: Passo del Bocco (957m – 3a cat. – 6 Km al 4% – Km 133,3) tra le 16.05 e le 16.25; Madonna delle Grazie (183m – 4a cat. –2,6 Km al 6,9% – Km 164) tra le 16.49 e le 17.13
ARRIVO: a Rapallo, in Piazza IV Novembre, tra le 17.02 e le 17.28
QUARTIERTAPPA: Casa della Gioventù, Via Lamarmora, 20
PERCORSI INTERNI: Rapallo (Via Aurelia Levante, Via Montebello, Lungomare Vittorio Veneto, Piazza IV Novembre)

4a TAPPA: GENOVA QUARTO DEI MILLE – LIVORNO (216 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Porto Antico di Genova
VIA VOLANTE: ore 12, Quarto dei Mille (Genova), SP 1
MEDIE PREVISTE: 39 – 43 Km orari
T.V.: Lido di Camaiore (Km 144,9), tra le 15.22 e le 15.42
ZONA RIFORNIMENTO: Ceparana-Carpena, tra i Km 100 e 103
GPM: Passo del Bracco (613m – 3a cat. – 15,8 Km al 3,8% – Km 62) tra le 16.05 e le 16.25; Castellaccio (288m – 4a cat. – 4,6 Km al 6% – Km 200,5) tra le 16.39 e le 17.08
ARRIVO: a Livorno, in Viale Italia, tra le 17.01 e le 17.32
PERCORSI INTERNI: Rapallo (Via Aurelia Levante, Via Montebello, Lungomare Vittorio Veneto, Piazza IV Novembre), Sarzana (Via Cisa, Via Sobborgo Spina, Via Sobborgo Emiliano, Via Neri), Lido di Camaiore (Viale Colombo), Livorno (Via Firenze, Viale Nievo, Viale Alfieri, Viale Petrarca, Viale Boccaccio, Via dell’Ardenza, Via Mondolfi, Via di Montenero, Santuario di Montenero, Via Byron, Via di Castellaccio, Via di Quercianella, Via del Littorale, Via Pigafetta, Viale Vespucci, Viale di Antignano, Viale Italia)

5a TAPPA: PIOMBINO – ORVIETO (191 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Piazza Bovio
VIA VOLANTE: ore 12.25, Loc. Gagno (SP 23)
MEDIE PREVISTE: 37 – 41 Km orari
T.V.: Arcidosso (Km 106,6), tra le 15.01 e le 15.17
ZONA RIFORNIMENTO: SP 64 – bivio di Montenero, tra i Km 90 e 93
GPM: Saragiolo (930m – 3a cat. – 6,6 Km al 3,7% – Km 120,4) tra le 15.21 e le 15.40; Croce di Fighine (732m – 3a cat. – 3 Km al 5,5% – Km 154) tra le 16.10 e le 16.34
ARRIVO: a Orvieto, in Piazza Cahen, tra le 17.04 e le 17.34
QUARTIERTAPPA: Centro Studi Città di Orvieto, piazza Duomo
PERCORSI INTERNI: Piombino (Piazza Bovio, Viale del Popolo, Via G. Bruno, Piazza Verdi, Corso Italia, Via C. Lombroso, Via della Repubblica, Via F. Petrarca, Piazza Costituzione, Via Vivaldi, Via G. Amendola, Viale Matteotti, Viale Unità d’Italia, Loc. Gagno), Santa Fiora (Via Martiri di Niccioleta, Via Marconi), Orvieto (Via Adige, Strada della Stazione, Piazza Cahen)
SITI DEDICATI: www.comune.piombino.li.it/pagina1121_giro-ditalia-2011.html

6a TAPPA: ORVIETO – FIUGGI (216 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Piazza Duomo
VIA VOLANTE: ore 11.50, Loc. Acquafredda (SR 205)
MEDIE PREVISTE: 38 – 42 Km orari
T.V.: Cave (Km 159,8), tra le 15.38 e le 16.02
ZONA RIFORNIMENTO: Fiano Romano, tra i Km 97 e 100
GPM: Soriano nel Cimino (450m – 4a cat. – 4,5 Km al 4,2% – Km 41,7) tra le 12.49 e le 12.55
ARRIVO: a Fiuggi, in Via IV Giugno, tra le 16.58 e le 17.31

7a TAPPA: MADDALONI – MONTEVERGINE DI MERCOGLIANO (110 Km)

RADUNO DI PARTENZA: ore 14.15, Largo Pietro Coletta
VIA VOLANTE: ore 14.25, via Ponti della Valle (SP 335-I)
MEDIE PREVISTE: 36 – 40 Km orari
T.V.: Avellino (Km 89), tra le 16.38 e le 16.53
GPM: Serra della Strada (705m – 2a cat. – 9,5 Km al 5,3% – Km 66,1) tra le 16.04 e le 16.15; Montevergine di Mercogliano (1260m – 2a cat. – 17,1 Km al 5% – arrivo)
ARRIVO: a Montevergine di Mercogliano, tra le 17.10 e le 17.28
QUARTIERTAPPA (a Mercogliano): Scuola Media Guido Dorso, Via Matilde Serao 9
PERCORSI INTERNI: Maddaloni (Largo Colletta, via Serao, , via Libertà, via Mercorio, via Santacroce, via Marconi, Piazza Umberto I°, Piazza Matteotti, ingresso Villaggio dei Ragazzi, uscita su via Bixio, via Altomari, Piazza della Pace, via Capillo, via S. Francesco d’Assisi, via Ponte Carolino, via Ponti della Valle), Avellino (Piazza Libertà, Corso Italia), Mercogliano (Via Nazionale Torrette, Via Nicola Santangelo, Via Loreto, Via Ramiro Marcone,Via Michele Santangelo, Via Santo Stefano, Piazza Silvati e Morelli, Via Partenio)
SITI DEDICATI: www.comune.maddaloni.caserta.it,
www.comunemercogliano.it/sito/news.php?id=285&op=dettagli

8a TAPPA: SAPRI – TROPEA (217 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Lungomare
VIA VOLANTE: ore 11.40, Via San Giorgio (SS 18)
MEDIE PREVISTE: 37 – 41 Km orari
T.V.: Vibo Valentia Marina (Km 192), tra le 16.20 e le 16.51
ZONA RIFORNIMENTO: SS 18 – svincolo di Paola, tra i Km 102 e 105
ARRIVO: a Tropea, in Largo Fleming, tra le 16.57 e le 17.31
QUARTIERTAPPA: Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e Ristorazione
PERCORSI INTERNI: Vibo Valentia Marina (Via Santa Venere, Viale Parodi), Tropea (Via Ierocades, Via Marina Vescovado, Discesa Belisario, Discesa Vescovado, Via Umberto I°, Via Libertà, Via Annunziata, Largo Fleming)

9a TAPPA: MESSINA – ETNA (169 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Piazza Unione Europea
VIA VOLANTE: ore 12.10, Via Consolare Valeria, Loc. Contesse
MEDIE PREVISTE: 35 – 39 Km orari
T.V.: Acireale (Km 122,7), tra le 15.18 e le 14.40
ZONA RIFORNIMENTO: Zafferana Etnea, tra i Km 105 e 108
GPM: Etna – La Lenza (1631m – 1a cat. – 18 Km al 6,1% – Km 90,2) tra le 14.28 e le 14.44; Etna – Rifugio Sapienza (1892m – 1a cat. – 19,4 Km al 6,2% – arrivo)
ARRIVO: sull’Etna, Rifugio Sapienza, tra le 16.30 e le 16.59
PERCORSI INTERNI: Taormina (Via Garipoli, Via Pirandello), Calatabiano (Via Duomo, Via Umberto I°), Acireale (Corso Umberto I°, Via Vigo)

Lunedì 16 maggio – giorno di riposo
QUARTIERTAPPA: Municipio di Termoli

10a TAPPA: TERMOLI – TERAMO (159 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Piazzale del Porto
VIA VOLANTE: ore 13.30, Via Pertini
MEDIE PREVISTE: 40 – 44 Km orari
T.V.: Pescara (Km 97,9), tra le 15.43 e le 15.56
ZONA RIFORNIMENTO: Stazione di Tollo-Canosa Sannita, tra i Km 81 e 83
GPM: Vasto (123m – 4a cat. – 2,1 Km al 5,6% – Km 30,9) tra le 14.12 e le 14.16
ARRIVO: a Teramo, alla Porta Reale, tra le 17.06 e le 17.28
QUARTIERTAPPA: Parco della Scienza, via Tripoti
PERCORSI INTERNI: Vasto (Via Donizetti, Corso Mazzini), Pescara (Corso Vittorio Emanuele II), Teramo (Viale Europa, Viale Crispi, Ponte San Ferdinando, Porta Reale)
SITI DEDICATI: www.provincia.teramo.it/giro-ditalia-2011, www.comune.teramo.it/comune/banner.asp?ca=6


11a TAPPA: TORTORETO LIDO – CASTELFIDARDO (144 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Lungomare Sirena
VIA VOLANTE: ore 13.35, SS 16
MEDIE PREVISTE: 37 – 41 Km orari
T.V.: Recanti (Km 129,7), tra le 16.44 e le 17.05
GPM: Monte-Ripaberarda (486m – 4a cat. – 13,7 Km al 3% – Km 48,9) tra le 14.46 e le 14.54; Monte Vidon Combatte (393m – 4a cat. – 2,6 Km al 8,6% – Km 73,1) tra le 15.21 e le 15.33; Rapagnano (326m – 4a cat. – 5,1 Km al 3,8% – Km 91,3) tra le 15.48 e le 16.03; Morrovalle (249m – 4a cat. – 4,2 Km al 4,4% – Km 115,9) tra le 16.24 e le 16.42
ARRIVO: a Castelfidardo, in Via Donizetti, tra le 17.05 e le 17.28
PERCORSI INTERNI: Castelfidardo (Via Marx, Via Brandoni, Via Murri, Via Rossini, Via Donizetti)
QUARTIERTAPPA: Scuola elementare “Dalla Chiesa”, località Fornaci
SITI DEDICATI: www.provincia.teramo.it/giro-ditalia-2011, www.comune.castelfidardo.an.it/giro2011

12a TAPPA: CASTELFIDARDO – RAVENNA (184 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Via XXV Aprile
VIA VOLANTE: ore 12.55, Via della Stazione
MEDIE PREVISTE: 40 – 44 Km orari
T.V.: Cesenatico (Km 134,1), tra le 15.57 e le 16.16
ZONA RIFORNIMENTO: SS 16 – svincolo di Cattolica, tra i Km 90 e 93
ARRIVO: a Ravenna, in Via di Roma, tra le 17.05 e le 17.31
PERCORSI INTERNI: Castelfidardo (Via XXV Aprile, Via Colombo, Via Dante, Via Marconi, Piazza della Repubblica, Via XVIII Settembre, Via Matteotti, Via della Stazione), Ancona (Piazza Italia, Via Flaminia), Pesaro (Viale della Vittoria, Viale Fiume), Rimini (Lungomare Tintori, Viale Principe Amedeo), Cesenatico (Via Saffi, Viale Mazzini), Ravenna (Sant’Apollinare in Classe, Via Romea Sud, Viale Europa, Circonvallazione Canale Molinetto, Viale dei Navigatori, Punta Marina, Lungomare Colombo, Viale della Pace, Via Trieste, Viale Europa, Via Destra Canale Molinetto, Via Bellucci, Circonvallazione Piazza d’Armi, Via Darsena, Circonvallazione alla Rotonda dei Goti, Via Sant’Alberto, Via di Roma)
SITI DEDICATI: www.comune.castelfidardo.an.it/giro2011, www.comune.ra.it/Eventi/Ravenna-e-il-Giro-d-Italia


13a TAPPA: SPILIMBERGO – GROSSGLOCKNER (223 Km)

VIA VOLANTE: ore 12.45, Via Gaio
MEDIE PREVISTE: 35 – 39 Km orari
T.V.: Arta Terme (Km 56,4), tra le 14.11 e le 14.21
ZONA RIFORNIMENTO: Kötschach, tra i Km 90 e 93
GPM: Passo di Monte Croce Carnico (1336m – 2a cat. – 10,4 Km al 4,9% – Km 79,6) tra le 14.47 e le 15.01; Gailbergsattel (981m – 3a cat. – 6,8 Km al 4,1% – Km 99) tra le 15.17 e le 15.34; Iselsbergpass (1209m – 2a cat. – 8,5 Km al 6,5% – Km 127,5) tra le 16.01 e le 16.23; Kasereck (1908m – 1a cat. – 13,6 Km al 6,3% – Km 159,8) tra le 16.50 e le 17.18
ARRIVO: sul Grossglockner, alla Glocknerhaus, tra le 17.01 e le 17.31
PERCORSI INTERNI: Arta Terme (Via Carducci, Via Marconi)
SITI DEDICATI: www.felbertauernstrasse.at/de/aktuelles/95-giro-ditalia.html, www.dolomitensport-lienz.com/giro-d-italia.html

14a TAPPA: LIENZ – MONTE ZONCOLAN (210 Km)

VIA VOLANTE: ore 11.10, Pustertaler Strasse
MEDIE PREVISTE: 33 – 37 Km orari
T.V.: Villa Santina (Km 139,9), tra le 14.56 e le 15.24
ZONA RIFORNIMENTO: Forni di Sopra, tra i Km 105 e 108
GPM: Passo di Monte Croce Comelico (1636m – 3a cat. – 5,8 Km al 5,1% – Km 54) tra le 12.37 e le 12.48; Passo di Sant’Antonio (1476m – 3a cat. – 4,8 Km al 5,3% – Km 69,6) tra le 13.02 e le 13.16; Passo della Mauria (1298m – 2a cat. – 12,1 Km al 4,7% – Km 96,2) tra le 13.46 e le 14.04; Monte Crostis (1982m – 1a cat. – 14 Km al 10,1% – Km 172,8) tra le 15.50 e le 16.24; Monte Zoncolan (1730m – 1a cat. – 10,1 Km al 11,9% – arrivo)
ARRIVO: sul Monte Zoncolan (culmine salita), tra le 16.50 e le 17.31
QUARTIERTAPPA: Rifugio Aldo Moro, Monte Zoncolan (zona impianti)
PERCORSI INTERNI: Rovigo (Via Circonvallazione Ovest), Padova (Via Battaglia, Via Adriatica, Via Goito, Via Cernaia), Asolo (loc. Casella, Via Castellana, Via Schiavonea-Marosticana, Viale Tiziano Vecellio / traguardo, Via Foresto Nuovo, Via Browning, Piazza Garibaldi / traguardo volante, Via Canova, Via Foresto Casonetto)
SITI DEDICATI: www.dolomitensport-lienz.com/giro-d-italia.html, www.giroitaliabelluno.it


15a TAPPA: CONEGLIANO – GARDECCIA / VAL DI FASSA (229 Km)

VIA VOLANTE: ore 10.40, SS 13 (sottopasso A 27)
MEDIE PREVISTE: 33 – 37 Km orari
T.V.: Rocca Pietore (Km 190,4), tra le 15.48 e le 16.26
ZONA RIFORNIMENTO: Mezzocanale, tra i Km 100 e 103
GPM: Piancavallo (1290m – 1a cat. – 13,7 Km al 8,3% – Km 43,3) tra le 11.50 e le 11.58; Forcella Cibiana (1530m – 2a cat. – 10,2 Km al 7% – Km 123,1) tra le 13.59 e le 14.23; Passo Giau (2236m – CIMA COPPI – 15,9 Km al 6,5% – Km 171,8) tra le 15.18 e le 15.52; Passo Fedaia (2057m –1a cat. – 13,4 Km al 7,9% – Km 201,4) tra le 16.06 e le 16.46; Rifugio Gardeccia (1948m – 1a cat. – 6,2 Km al 10% – arrivo)
ARRIVO: al Rifugio Gardeccia, tra le 16.51 e le 17.36
SITI DEDICATI: www.fassa.com/IT/News–Val-di-Fassa–Gardeccia-la-15a-tappa-del-94o-Giro-d-Italia-e-vicina/?s=45, www.giroitaliabelluno.it

Lunedì 23 maggio – giorno di riposo

16a TAPPA: BELLUNO – NEVEGAL (cronometro individuale – 12,7 Km)

PARTENZA PRIMA CORRIDORE: ore 13.20, Piazza dei Martiri
MEDIE PREVISTE: 24-28 Km orari
RILEVAMENTO TEMPI INTERMEDI: Caleipo (Km 5,3)
GPM: Nevegal (1047m – 1a cat. – 7,3 Km al 8,2% – arrivo)
ARRIVO: quello dell’ultimo corridore è previsto al Nevegal, in Piazzale Nevegal , alle ore 17.15 circa. Previsti circa 29 minuti di gara.
QUARTIERTAPPA: Centro Le Torri, Piazzale Nevegal
PERCORSI INTERNI: Belluno (Piazza dei Martiri, Piazza Castello, Via San Lucano, Via del Piave, Via Rugo, Via Uniera dei Zater, Ponte della Vittoria, Via Monte Grappa, Via Col Cavalier, Via De Amicis, Via San Cipriano, Via Nevegal, Piazzale Nevegal)
SITI DEDICATI: www.giroitaliabelluno.it

17a TAPPA: FELTRE – TIRANO (230 Km)

VIA VOLANTE: ore 11.20, via Culiada (SS 50)
MEDIE PREVISTE: 37 – 41 Km orari
T.V.: Edolo (Km 195,9), tra le 16.06 e le 16.37
ZONA RIFORNIMENTO: Dermulo, tra i Km 116 e 119
GPM: Passo del Tonale (1883m – 2a cat. – 15,2 Km al 6% – Km 166,2) tra le 15.23 e le 15.49; Aprica (1173m – 3a cat. – 15,4 Km al 3,1% – Km 211,5), tra le 16.29 e le 17.02
ARRIVO: a Tirano, in Piazza Marinoni, tra le 16.56 e le 17.32
PERCORSI INTERNI: Levico Terme (Corso Centrale, Via Claudia Augusta), Trento (Piazza Venezia), Villa di Tirano (Stazzona, Via Giambonelli, Via San Bernardo), Tirano (Lungo Adda IV Novembre, Lungo Adda Quinto Alpini, Via dell’Artigianato, Via alla Polveriera, Via Sondrio, Madonna di Tirano, Viale Italia, Piazza Marinoni)
SITI DEDICATI: www.giroitaliabelluno.it

18a TAPPA: MORBEGNO – SAN PELLEGRINO TERME (151 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Piazza Sant’Antonio
VIA VOLANTE: ore 13.30, Via Valeriana
MEDIE PREVISTE: 38 – 42 Km orari
T.V.: Bergamo (Km 91,8), tra le 15.41 e le 15.54
ZONA RIFORNIMENTO: Ponte San Pietro, tra i Km 80 e 83
GPM: Passo di Ganda (1060m – 2a cat. – 9,2 Km al 7,3% – Km 120,9) tra le 16.22 e le 16.40
ARRIVO: a San Pellegrino Terme, in Viale Papa Giovanni XXIII, tra le 17.05 e le 17.28
QUARTIERTAPPA: Casinò Municipale
PERCORSI INTERNI: Bergamo (Via Longuelo, Via San Martino della Pigrizia, Via Borgo Canale, Largo di Porta Sant’Alessandro, Largo Colle Aperto, Viale delle Mura, Porta San’Agostino, Viale Vittorio Emanuele II, Via Francesco Petrarca, Via Verdi, Via San Giovanni, Via Cesare Battisti, Via Borgo Santa Caterina, Via Corridoni, Via Trento), San Pellegrino Terme (Via De Medici, Via Moro, Viale Papa Giovanni XXIII)
SITI DEDICATI: www.promoeventisport.it/GIROITALIA2011/default.htm

19a TAPPA: BERGAMO – MACUGNAGA (209 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Via Sentierone
VIA VOLANTE: ore 12,25, Via per Grumello (SS 525)
MEDIE PREVISTE: 34 – 38 Km orari
T.V.: Ornavasso (Km 165), tra le 15.45 e le 16.16
ZONA RIFORNIMENTO: Sesto Calende, tra i Km 95 e 98
GPM: Mottarone (1341m – 1a cat. – 13,8 Km al 6,2% – Km 135,3) tra le 14.58 e le 15.23; Macugnaga (1360m – 3a cat. – 28,2 Km al 3,9% – arrivo)
ARRIVO: a Macugnaga, in località Pecetto, tra le 16.55 e le 17.33
PERCORSI INTERNI: Brembate (Via Bergamo, Via San Vittore), Monza (Via Boccaccio, Villa Reale, Viale Battisti), Saronno (Via Roma, Via Marconi, Via Caduti della Liberazione, Via Carcano, Corso Italia, Via Primo Maggio, Via Novara), Gallarate (Viale Milano, Via Luigi Borghi, Via 20 Settembre, Via Roma, Corso Sempione)
SITI DEDICATI: www.comune.macugnaga.vb.it/ComAppuntamentiDettaglio.asp?Id=29831

20a TAPPA: VERBANIA – SESTRIERE (242 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Palazzo della Provincia del Verbano Cusio Ossola, Viale dell’Industria
VIA VOLANTE: ore 10.45, Via Turati
MEDIE PREVISTE: 35 – 39 Km orari
T.V.: Torino (Km 97,9), tra le 14.26 e le 14.52
ZONA RIFORNIMENTO: Cigliano, tra i Km 102 e 105
GPM: Colle delle Finestre (2178m – 1a cat. – 18 Km al 7,1% – Km 214,4) tra le 16.14 e le 16.52; Sestriere (2035m – 2a cat. – 6,2 Km al 6,4% – arrivo)
ARRIVO: a Sestriere, in Piazza Agnelli, tra le 16.57 e le 17.39
QUARTIERTAPPA: Palazzetto dello Sport
PERCORSI INTERNI: Omegna (Via Fratelli Di Dio, Lungolago Buozzi), Borgomanero (Corso Garibaldi, Corso Mazzini), Torino (Corso Grosseto)
SITI DEDICATI: www.comune.verbania.it/Turismo/Calendario-Eventi/Settimana-in-Rosa-in-occasione-del-Giro-d-Italia,


21a TAPPA: MILANO – MILANO ( cronometro individuale – 31,5 km)

PARTENZA PRIMA CORRIDORE: ore 13.30, Castello Sforzesco
MEDIE PREVISTE: 48 – 52 Km orari
RILEVAMENTO TEMPI INTERMEDI: Fiera di Milano (Km 11,6), Piazza Giulio Cesare (21 Km)
ARRIVO: quello dell’ultimo corridore è previsto a Milano, in Piazza Duomo, alle ore 17.30 circa. Previsti circa 37 minuti di gara.
PERCORSI INTERNI: Milano (Castello Sforzesco, viale Gadio, via Legnano, via Douhet, Corso Sempione, via Emanuele Filiberto, Piazzale Damiano Chiesa, via Colonna, PIazzale Accursio, via Gallarate), Pero (Via Sempione, Fiera di Milano, via Papa Giovanni XXIII, via Sempione), Milano (Molino Dorino, via Luigi Rizzo,
viale Alcide De Gasperi, viale Lodovico Scarampo, viale Eginardo, Piazza Giovanni Amendola, via Michelangelo Buonarroti, via Giotto, via del Burchiello, Piazza della Conciliazione, Piazzale Aquileia, viale Papiniano, Porta Ticinese, viale Gian Galeazzo, Porta Romana, viale Emilio Caldara, Porta Vittoria, viale Bianca Maria, Porta Monforte, viale Luigi Maino, Porta Venezia, Corso Venezia, Piazza San Babila, Corso Europa, via Larga, via Palazzo Reale, via Pecorari, via Rastrelli, via Mazzini, Piazza Duomo.

a cura di Mauro Facoltosi

UNA ROSA NEL DESERTO

aprile 25, 2011 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Gilbert ha letteralmente sbaragliato la concorrenza, nel prima, nel durante e nel dopo. Vincitore a ripetizione negli scorsi giorni, ieri si è ripetuto nella Liegi ed è risultato in testa anche nella nostra pagella. Inevitabile per lui il voto massimo…. ma dietro c’è un autentico abisso.

Foto copertina: Fränk Schleck sembra quasi inchinarsi a “re” Gilbert (foto Bettini)

Nel desolante panorama di ciclisti da corse di un giorno risalta la rosa di Philippe Gilbert. Bisogna ammettere, tuttavia, che anche nella Liegi dominata dallo strapotere del belga non si trovano, nei primi posti della classifica, autentici specialisti di classiche ma solamente bravi corridori da corse a tappe. In quest’ultima gara delle Ardenne l’Italia si consola con l’ottavo posto di Nibali, anche se sono lontani i giorni in cui a farla da padroni eravamo proprio noi italiani.

Philippe Gilbert: Cavendish per le volate, Contador per le gare a tappe, Cancellara per cronometro e pavè, Gilbert per tutto il resto. Può essere riassunta così l’attuale situazione del ciclismo internazionale, in cui a dettar legge in tutte le gare che contano sono i ciclisti appena menzionati. Il belga si consacra durante questo inizio di stagione dominatore indiscusso delle classiche dove non sia presente il pavè . Nonostante il fisico possente ha letteralmente spianato un muro, quello di Huy, almeno sulla carta non adatto alle sue caratteristiche e anche nella Doyenne ha risposto con disarmante facilità, sulla côte dei Falconi e di St. Nicolas, agli allunghi dei fratelli Schleck per poi batterli in una volata che, di fatto, non c’è stata. Questa volta la lode sembra quasi riduttiva. Voto: 10 e lode

Andy e Frank Schleck: come gregari di Gilbert meriterebbero 10 e lode ma, dato che i due corrono per una squadra diversa da quella del belga, risulta inspiegabile la tattica di gara dei due fratelli. Dopo aver iniziato l’azione decisiva sulla côte dei Falconi, non sono stati capaci neppure una volta di fare gioco di squadra, anzi sembrava quasi di veder correre due ciclisti appartenenti a due differenti formazioni. La tattica di attaccare Gilbert sul St. Nicolas, dopo averlo scortato da bravi gregari fino ai piedi della côte, è sembrata una scelta suicida. Infatti su quella che è stata la “salita degli Italiani” lo scatto, invece che farlo i fratelli, l’ha compiuto Gilbert. Voto: 4

Joachim Rodriguez: aveva tutta la squadra a sua disposizione, ha impedito ad atleti del calibro di Kolobnev e Di Luca di poter fare la loro corsa e alla fine è mancato clamorosamente nei punti chiave della corsa. Voto: 3

Roman Kreuziger: l’incidente meccanico che ha bloccato Vinokourov non ha impedito alla formazione kazaka di piazzare nei primi 5 posti un proprio atleta. Lanciato più che mai verso un Giro d’Italia che lo vedrà tra i protagonisti, Roman ha dimostrato di poter vincere un domani anche una grande classica come la Liegi. Voto: 7,5

Enrico Gasparotto: l’unico italiano, insieme a Nibali, ad aver saputo interpretare in maniera egregia una classica così esigente. L’ex campione italiano ha risposto alla perfezione agli ordini di scuderia, collaborando attivamente nella fuga più importante della giornata, e una volta esser stato raggiunto si è messo a totale disposizione di Kreuziger. Voto: 7,5

Vincenzo Nibali: dopo aver disputato un Giro del Trentino in funzione del Giro d’Italia, l’atleta della Liquigas è riuscito a tenere le ruote di un pimpante Kreuziger sulle rampe del St. Nicolas, anticipando quella che potrà essere la sfida sulle strade della corsa rosa. Sicuramente non ancora al top della condizione, dobbiamo ringraziarlo in modo particolare perché il suo piazzamento risulta il migliore della spedizione italiana in queste classiche delle Ardenne. Voto: 7.

Samuel Sanchez, Damiano Cunego: hanno corso entrambi in maniera anonima, solo raramente li si è notati nelle prime dieci posizioni del gruppo. Il campione olimpico è riuscito, a differenza del veronese, ad entrare nei primi dieci ma riteniamo che per entrambi gli obbiettivi fossero ben altri. Voto: 4,5

Alexandre Vinokourov: il campione uscente ha gestito al meglio la squadra (voto: 8) fino sulla decisiva côte dei Falconi dove un incidente meccanico gli ha impedito di essere presente nel momento clou. Quest’ultima partecipazione del kazako alla Liegi si è conclusa in maniera deludente tanto più per un atleta che ha saputo, nel passato, esaltare il pubblico sulle strade della Doyenne. Voto: N.C

Francesco Gandolfi

Foto copertina:

Nel desolante panorama di ciclisti da corse di un giorno risalta la rosa di Philippe Gilbert. Bisogna ammettere, tuttavia, che anche nella Liegi dominata dallo strapotere del belga non si trovano, nei primi posti della classifica, autentici specialisti di classiche ma solamente bravi corridori da corse a tappe. In quest’ultima gara delle Ardenne l’Italia si consola con l’ottavo posto di Nibali, anche se sono lontani i giorni in cui a farla da padroni eravamo proprio noi italiani.

Philippe Gilbert: Cavendish per le volate, Contador per le gare a tappe, Cancellara per cronometro e pavè, Gilbert per tutto il resto. Può essere riassunta così l’attuale situazione del ciclismo internazionale, in cui a dettar legge in tutte le gare che contano sono i ciclisti appena menzionati. Il belga si consacra durante questo inizio di stagione dominatore indiscusso delle classiche dove non sia presente il pavè. Nonostante il fisico possente ha letteralmente spianato un muro, quello di Huy, almeno sulla carta non adatto alle sue caratteristiche e anche nella Doyenne ha risposto con disarmante facilità, sulle côtes dei Falconi e di St. Nicolas, agli allunghi dei fratelli Schleck per poi batterli in una volata che, di fatto, non c’è stata. Questa volta la lode sembra quasi riduttiva. Voto: 10 e lode

Andy e Frank Schleck: come gregari di Gilbert meriterebbero 10 e lode ma, dato che i due corrono per una squadra diversa da quella del belga, risulta inspiegabile la tattica di gara dei due fratelli. Dopo aver iniziato l’azione decisiva sulla côte dei Falconi, non sono stati capaci neppure una volta di fare gioco di squadra, anzi sembrava quasi di veder correre due ciclisti appartenenti a due differenti formazioni. La tattica di attaccare Gilbert sul St. Nicolas, dopo averlo scortato da bravi gregari fino ai piedi della côte, è sembrata una scelta suicida. Infatti su quella che è stata la “salita degli Italiani” lo scatto, invece che farlo i fratelli, l’ha compiuto Gilbert. Voto: 4

Joachim Rodriguez: aveva tutta la squadra a sua disposizione, ha impedito ad atleti del calibro di Kolobnev e Di Luca di poter fare la loro corsa e alla fine è mancato clamorosamente nei punti chiave della corsa. Voto: 3

Roman Kreuziger: l’incidente meccanico che ha bloccato Vinokourov non ha impedito alla formazione kazaka di piazzare nei primi 5 posti un proprio atleta. Lanciato più che mai verso un Giro d’Italia che lo vedrà tra i protagonisti, Roman ha dimostrato di poter vincere un domani anche una grande classica come la Liegi. Voto: 7,5

Enrico Gasparotto: l’unico italiano, insieme a Nibali, ad aver saputo interpretare in maniera egregia una classica così esigente. L’ex campione italiano ha risposto alla perfezione agli ordini di scuderia, collaborando attivamente nella fuga più importante della giornata, e una volta esser stato raggiunto si è messo a totale disposizione di Kreuziger. Voto: 7,5

Vincenzo Nibali: dopo aver disputato un Giro del Trentino in funzione del Giro d’Italia, l’atleta della Liquigas è riuscito a tenere le ruote di un pimpante Kreuziger sulle rampe del St. Nicolas, anticipando quella che potrà essere la sfida sulle strade della corsa rosa. Sicuramente non ancora al top della condizione, dobbiamo ringraziarlo in modo particolare perché il suo piazzamento risulta il migliore della spedizione italiana in queste classiche delle Ardenne. Voto: 7.

Samuel Sanchez, Damiano Cunego: hanno corso entrambi in maniera anonima, solo raramente li si è notati nelle prime dieci posizioni del gruppo. Il campione olimpico è riuscito, a differenza del veronese, ad entrare nei primi dieci ma riteniamo che per entrambi gli obbiettivi fossero ben altri. Voto: 4,5

Alexandre Vinokourov: il campione uscente ha gestito al meglio la squadra (voto: 8) fino sulla decisiva côte dei Falconi dove un incidente meccanico gli ha impedito di essere presente nel momento clou. Quest’ultima partecipazione del kazako alla Liegi si è conclusa in maniera deludente tanto più per un atleta che ha saputo, nel passato, esaltare il pubblico sulle strade della Doyenne. Voto: N.C

Francesco Gandolfi

C’ERA UNA VOLTA L’AMSTEL

aprile 19, 2011 by Redazione  
Filed under 5) AMSTEL GOLD RACE, Approfondimenti

Questa volta la lode è rimasta nella penna del nostro pagellista che, vedendo l’ultima edizione dell’Amstel, ha rimpianto gli anni passati, quando in questa gara i protagonisti si chiamavano solo Boogerd, Di Luca, Rebellin, Bettini e Vinokourov. Gilbert ha comunque ottenuto il massimo dei voti ma, visto il livello della concorrenza, c’è da dire che stavolta la vittoria era praticamente scontata in partenza.

Foto copertina: la facile vittoria di Gilbert sul Cauberg (foto Bettini)

Vedendo l’edizione di quest’anno viene una gran malinconia a pensare come veniva corsa questa gara quando i protagonisti si chiamavano Boogerd, Di Luca, Rebellin, Bettini e Vinokourov. Solo una fuga di alcuni comprimari ha animato la fase centrale della gara mentre nel finale i big, ad esclusione di Andy Schleck e Rodriguez, sono rimasti in attesa dello show di Gilbert che, portato in carrozza ai piedi del Cauberg, li ha puntualmente giustiziati. Gli italiani saranno protagonisti della prossima puntata di ‘Chi l’ha visto?’.

Philippe Gilbert: già da febbraio è in ottima forma e, fresco vincitore della Freccia del Brabante, ha condotto la gara con sicurezza e in maniera ineccepibile. Supportato da un compagno di squadra della levatura di Van den Broeck (voto: 8 ), ha di fatto controllato con freddezza gli ultimi 20 km di corsa. Bisogna sottolineare, tuttavia, che la facilità con la quale ha gestito la gara è dipesa anche dal fatto che gli avversari non hanno nemmeno provato a fargli il solletico. Aspettiamo ad attribuire la lode al belga quando riuscirà a dar prova della sua classe anche sul Muro di Huy. Voto: 10.

Joachim Rodriguez: ha tentato una prima sparata sul Keutenberg sperando, forse, di riuscire a portarsi dietro un compagno per potersi giocare la vittoria sull’ultimo strappo. Inspiegabile, altrimenti, lo spreco di energie effettuato dall’iberico su quella côte. Tanto più ingiustificabile dal momento che al traguardo mancavano ancora più di 10 km, molti dei quali in pianura. Sarebbe stato, forse, più efficace riservare tutte le proprie forze per tentare uno scatto secco sul tratto più duro del Cauberg poiché il suo tentativo su quest’ultimo strappo non è stato, infatti, molto efficace. Lo attendiamo mercoledì sul Muro di Huy dove, in assenza di Evans, potrà finalmente aggiudicarsi (Contador permettendo) la più prestigiosa fra le ‘Frecce’. Voto: 7,5.

Simon Gerrans, Jakob Fulgsang, Alexandre Kolobnev: non me ne vogliano questi tre bravi corridori ma vederli rispettivamente 3°,4° e 5° in una gara come questa riesce a dare la misura del livello di partecipanti che oggi è possibile schierare in questa tipologia di corse. Il solo Kolobnev ha tentato di favorire il compagno Rodriguez con un tentativo di allungo nel finale. Voto: 7.

Andy Schleck: sapendo di essere battuto in partenza sul Cauberg ha provato, con una azione alla Vinokourov, di andarsene sul falsopiano che segue il duro strappo del Keutenberg. Il problema è che il lussemburghese non ha le qualità da passista del corridore kazako e per questo motivo non è riuscito a fare il vuoto. Ripreso negli ultimi 800 m, ha fatto ricordare la gara di Kolobnev dell’anno passato. Sicuramente la condizione migliorerà in vista della Doyenne.Voto: 8.

Damiano Cunego, Alexandre Vinokourov: entrambi hanno preparato le classiche delle Ardenne ai Paesi Baschi ma, evidentemente, la condizione deve ancora affinarsi. In seria difficoltà sul Keutenberg, lo strappo più arcigno, ci auguriamo di vederli pimpanti alla Liegi. Voto: 5.

Rabobank: il team di casa delude profondamente. Rimasta con ben quattro atleti nel finale non ha accennato minimamente a fare gioco di squadra, per cercare di prendere in una morsa il favorito Gilbert. Un atleta del calibro di Gesink (voto: 4) atteso e pronosticato fra i favoriti alla vigilia ha tenuto un atteggiamento rinunciatario quando la gara è entrata nel vivo. Si pensi che un ciclista come Freire (voto: 7), con caratteristiche sicuramente non del tutto compatibili con un finale come quello dell’Amstel, ha ottenuto un onorevole sesto posto. Voto: 4.

Francesco Gandolfi

LA FORZA DELLA SQUADRA

aprile 11, 2011 by Redazione  
Filed under 4) PARIGI - ROUBAIX, Approfondimenti

Ancora un 10 e lode e non poteva che andare al vincitore della classica del pavè, Johan Van Summeren, riuscito a sgominare non solo le pietre dell’Inferno del Nord ma anche una concorrenza di tutto rispetto. Elogi anche per Cancellara e tutte le seconde linee che, per una volta, si sono ritrovate davanti a giocarsi un posto al sole in una delle gare più nobili del calendario.

Foto copertina: Van Summeren esulta sotto il sole della Roubaix (foto Bettini)

Anche questa seconda Classica del Nord si conclude con la vittoria di un corridore, Van Summeren, che alla vigilia non compariva di certo fra i favoriti. Ottima, ancora una volta, la prestazione di Cancellara giunto alle spalle del vincitore. Corsa caratterizzata dalle innumerevoli cadute che hanno coinvolto, e messo fuori gioco, alcuni fra i favoriti come Boonen, Haussler, Pozzato e Chavanel. Disgustosa, ancora una volta, la condotta dei motociclisti al seguito della gara i quali ne hanno più volte influenzato l’esito, spesso in momenti topici. Ottima la prestazione di Alessandro Ballan che ha colto un meritato sesto posto.

Johan Van Summeren: vale il discorso fatto la settimana scorsa per Nuyens, vincitore delle Fiandre. La differenza sostanziale tra le due vittorie risiede nel fatto, però, che Van Summeren ha conquistato il successo dopo che, in fuga per quasi 70 km con un drappello di una ventina di corridori, ha saputo trovare le energie per salutare il resto della compagnia (lungo il famigerato Carrefour de l’Arbre) e percorrere in solitaria gli ultimi chilometri di gara. Dopo i buoni piazzamenti ottenuti in edizioni precedenti della corsa, finalmente anche Johan potrà annoverare, tra i suoi trofei, quello più prestigioso, l’ormai famoso blocco di pavè. Voto : 10 e lode

Fabian Cancellara: se la settimana scorsa potevamo imputargli di aver perso la gara per un errore tattico, questa volta l’atleta svizzero ha corso in maniera ineccepibile. Purtroppo, quest’anno, non può disporre di una squadra attrezzata per affrontare le Classiche del Nord e, conseguentemente, in grado di supportarlo. Così, Fabian, si è trovato stretto nella morsa di due formazioni (BMC e Garmin) che invece hanno saputo, per lo meno la seconda, sfruttare alla perfezione il gioco di squadra. E’ doveroso sottolineare che ha corso con entusiasmo tutta la gara e, anche quando al traguardo mancavano solo pochi chilometri e il successo di Van Summeren era quasi scontato, ha continuato a credere nella vittoria spremendosi fin sulla linea d’arrivo. Voto : 9

Maarten Tjallingii, Gregory Rast, Lars Bak: queste seconde linee hanno avuto l’intelligenza di cogliere il momento opportuno per andarsene dal gruppo di corridori avvantaggiatosi dopo la Foresta di Arenberg. Purtroppo, sulla loro strada, hanno incontrato Van Summeren che è molto più adatto di loro per le corse sul pavè. Rispettivamente 3°, 4°, 5° sul traguardo, possono ritenersi più che soddisfatti. Voto : 8

Alessandro Ballan: tornato a correre la Parigi-Roubaix dopo due anni, si è dimostrato davvero in forma. Dopo aver ricucito tutto solo e con relativa facilità lo strappo creato da uno scatenato Cancellara in uno dei tanti tratti di pavè, evidenziando una condizione di forma superlativa, si è trovato costretto ad obbedire ad una logica di gara della BMC (voto al direttore sportivo : 4) che, per favorire il compagno Quinziato rimasto nel gruppo di testa, ha finito per bloccare ogni eventuale tentativo di Ballan di giocarsi la vittoria. Voto : 8

Thor Hushovd: sicuramente uno dei più in forma insieme a Cancellara, ha finito per correre da stopper per tutta la gara, svoltasi all’insegna dei tatticismi. La Garmin è riuscita, quindi, come la Quick Step domenica scorsa, ad obbligare il campione elvetico ad esporsi in prima persona, assumendosi da solo il peso della corsa. Questa è la dimostrazione che, nel ciclismo di oggi, non solo nelle corse a tappe ma anche in quelle in linea il corridore, anche se campione formidabile, può vincere solo se ha il supporto della squadra. Voto : 7

Juan Antonio Flecha: bravo corridore da pavè, forse i suoi anni migliori sono già passati. Soffre le accelerazioni di Cancellara e Ballan, e, anche nel finale, si è dimostrato il meno brillante tra i favoriti. Riesce comunque ad entrare nella top ten. Voto : 6

Tom Boonen: la sua gara termina, di fatto, lungo la Foresta di Arenberg, dove un incidente meccanico lo mette fuori dai giochi. Bravo nella rimonta successiva, cade quando ormai stava per rientrare sul gruppo di testa. Può consolarsi con la vittoria nella Gand-Wevelgem. Voto : n.c

Filippo Pozzato, Heinrich Haussler, Sylvain Chavanel: altre vittime dell’Inferno del Nord, a differenza di Boonen tornano a casa con l’amaro in bocca per le occasioni mancate. Voto : n.c

Francesco Gandolfi

CRISTIANA CAPOTONDI: GIRO, CHE PASSIONE

marzo 29, 2011 by Redazione  
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Il Giro dei 150 anni dell’Unità d’Italia è un evento che avviene una sola volta nella storia. Per questo RCS Sport ha scelto – dopo l’olandesina Yolanthe Cabau l’anno scorso, quando si era partiti da Amsterdam – una madrina nostrana e ha trovato in Cristiana Capotondi un vero esempio di pura italianità. L’abbiamo incontrata durante la presentazione delle maglie del Giro 2011 e gli abbiamo chiesto di raccontarci le sue emozioni sportive.

Foto copertina: Cristiana Capotondi e la maglia rosa (sport.sky.it)

Cristiana, un grande onore per te per un importantissimo evento.

E’ un’onore per me essere la madrina di una evento importante come il Giro, soprattutto in contemporanea ad una ricorrenza storica come i 150 anni dell’Unità d’Italia. Devo dire grazie a RCS per avermi scelta.

C’è un ciclista per cui fai il tifo?

L’anno scorso ha vinto Ivan Basso quindi spero in un suo bis.

Cosa ti ha spinto ad essere la madrina del Giro?

Il fatto che io faccio molto sport, poi RCS Sport cercava per il Giro dei 150 anni dell’Unità d’Italia una madrina italiana. Ho la fortuna di conoscere qualcuno degli organizzatori ed eccomi qua.

Cosa provi dal passare da un set cinematografico a quello di un evento sportivo così importante?

La differenza fondamentale è semplice: si passa da una fatica psicologica ad un enorme sforzo fisico. Però la determinazione a fare bene il proprio lavoro è tanta e fondamentale in entrambi i casi.

Quando ti vedremo prossimamente?

Sto girando un film che uscirà a fine anno dove sarò protagonista. Però prima ci vedremo sicuramente al Giro!

Andrea Giorgini

SANREMO, CONTINUA IL DIGIUNO

marzo 20, 2011 by Redazione  
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Una delle più avvincenti Milano-Sanremo degli ultimi anni si conclude con la bella volata di Matthew Goss, nelle vesti di vice Cavendish. Deludono gli italiani, ancora a secco nelle grandi classiche dalla Freccia Vallone 2009. Solo la straordinaria prestazione di Scarponi e la convincente azione di Nibali sul Poggio riescono a risparmiare una figuraccia al ciclismo di casa nostra.
Ecco le pagelle de ilciclismo.it sull’edizione 2011 della “classicissima”

Foto copertina: la Sanremo vista da un tunnel ferroviario quasi anticipa il “cannocchiale” del nostro Francesco Gandolfi sui protagonisti dell’edizione 2011 della classicissima (foto Bettini)

Matthew Goss. Molto abile nel saper cogliere l’occasione che la sorte gli ha riservato. Con il suo capitano Cavendish fuori dai giochi, a causa della caduta che ha coinvolto Freire lungo la discesa delle Manie, l’australiano, superato indenne il Poggio, riesce a sfruttare i ‘battibecchi’ nel finale di corsa fra le primedonne e a battere tutti grazie ad uno sprint regale. Possiamo immaginare che, da oggi, i rapporti con Cavendish non saranno più gli stessi perché Goss reclamerà maggiori libertà in corsa (come già accaduto l’anno scorso con Greipel). Voto : 10

Fabian Cancellara. Una condotta di gara quasi anonima quella dello svizzero. Accenna un allungo nel finale, cercando di ripetere l’exploit del 2008, ma questa volta i suoi compagni di fuga lo marcano molto da vicino, non lasciandogli scampo. Si conferma formidabile discesista, ricucendo insieme a Nibali lo strappo da Van Avermaet (voto 9) lungo la discesa del Poggio. Nella volata finale riesce ad ottenere un ragguardevole secondo posto davanti a corridori più veloci di lui, segno questo di una condizione di forma eccellente. Voto : 8

Philippe Gilbert. Tutti si aspettavano un suo scatto sul Poggio ma, evidentemente, le gambe lo hanno tradito. Sul Poggio è suo il primo tentativo di ricucire lo strappo con il quartetto che si era avvantaggiato prima dell’imbocco della salita senza però riuscirci. Sul finale di gara prova ad anticipare la volata ma viene prontamente stoppato da Pozzato. Voto 7

Vincenzo Nibali. Nonostante le caratteristiche del percorso non gli si addicano, tenta di aggiudicarsi la corsa negli unici punti dove può far valere le sue doti. Porta la sua firma l’unico vero scatto sul Poggio e, terminato quest’ultimo con un leggero margine di vantaggio sul gruppo, prova a fare la differenza anche in discesa, disegnando le curve come solo lui sa fare. Voto : 8

Michele Scarponi. Uscito dalla Tirreno-Adriatico in grande condizione, recupera più di un minuto al gruppo di testa con una strepitosa azione solitaria sulla Cipressa. Rientrato nel gruppo principale, non riesce, dopo lo sforzo profuso lungo la salita di Costarainera, a scattare nuovamente sul Poggio. Tenta ancora di anticipare la volata negli ultimi 500 m ma inutilmente. Voto : 9

Filippo Pozzato. Spreca l’occasione di far sua, per la seconda volta in carriera, la Classicissima interpretando la gara in maniera a dir poco anonima. Spreme la squadra per tantissimi chilometri per poi non provare nemmeno un timido allungo e, cosa forse ancor più grave, non tenta neppure di lanciarsi nello sprint finale. L’unica nota positiva è stata l’attenta marcatura svolta nel finale nei confronti del rivale Gilbert. Voto : 5

Petacchi, Boonen. Entrambi hanno la fortuna di trovarsi nel gruppo che è uscito indenne dalla discesa delle Manie. Anche se il ritmo su Cipressa e Poggio non è elevato, non riescono a tenere le ruote del gruppetto che si giocherà il successo.
Voto : 4

Freire, Hushovd. I due corridori più attesi vengono messi fuori gioco dalle Manie. Lo spagnolo cade lungo la discesa mentre il campione del mondo addirittura prima dell’imbocco della salita. Entrambi tentano, grazie al supporto delle rispettive squadre, di organizzare l’inseguimento al gruppo di testa. Il tentativo di ricucire lo strappo sembra poter avere esito positivo ma la salita della Cipressa toglie loro ogni speranza. N.C.

Francesco Gandolfi

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