IL GIRO D’ABRUZZO PARLA KAZAKO, VITTORIA FINALE AD ALEXEY LUTSENKO
Missione compiuta per il capitano dell’Astana – Qazaqstan, che dopo la vittoria di ieri a Prati di Tivo, opta per l’attacco da lontano e si prende la classifica finale. Sul traguardo conclusivo dell’Aquila a vincere è Pavel Sivakov (UAE Team Emirates), che supera facilmente George Bennett (Israel – Premier Tech) e lo stesso Lutsenko.
Al 36° Giro d’Abruzzo la tappa finale (Montorio al Vomano – L’Aquila, 173 km) prometteva scintille e così e stato. Il percorso era molto impegnativo, con pochissimi momenti in cui poter rifiatare a causa dei 3000 metri di dislivello spalmati lungo l’intero tragitto e con i GPM di Forca di Penne e a Castel del Monte. Jan Christen, svizzero dell’UAE Team Emirates ed ex leader della classifica generale, farà parte della fuga in compagnia di Matthew Riccitello (Israel – Premier Tech), Sebastien Reichenbach (Tudor Pro Cycling Team), Alessandro Tonelli (VF Group – Bardiani – CSF – Faizané), Adrien Maire (TDT – Unibet Cycling Team) e Simone Raccani (Zaf Euromobil Fior).
Questi sono quasi tutti uomini che hanno chance di agganciare il podio, in particolare lo stesso Christen che è 10° a 2′19” dal capoclassifica Alexey Lutsenko (Astana – Qazaqstan). Infatti è la squadra del kazako a mettersi fin da subito a lavorare in testa al gruppo inseguitore in modo da non far aumentare troppo il distacco. La fuga che viene presa dopo il primo GPM, mentre sulle rampe verso Castel del Monte il primo ad attaccare è George Bennett. Il neozelandese della Israel – Premier Tech prova l’azione solitaria ma Pavel Sivakov (UAE Team Emirates) e Lutsenko gli si accodano. In seguito ci saranno scaramucce tra il neozelandese e Sivakov, roba che non preoccupa affatto il leader della classifica generale. Allo sprint conclusivo Lutsenko lascia fare e Bennett prende la volata da troppo lontano, regalando il successo al francese di origine russa.
Il gap ottenuto basta ai tre anche per salire sul podio finale poichè Lutsenko si impone in classifica con 31” su Sivakov e 34” su Bennett, che scalzano dal secondo e terzo posto rispettivamente Adam Yates (UAE Team Emirates) e Yannis Voisard (Tudor Pro Cycling Team).
Adesso le grandi manovre in vista del Giro d’Italia prevedono, settimana prossima, la disputa dell’impegnativo Tour of the Alps, mentre domenica andrà in scena un altro capitolo delle grandi classiche del nord con l’Amstel Gold Race.
Andrea Giorgini

Alexey Lutsenko (Getty Images)
GIRO D’ABRUZZO, A PRATI DI TIVO IL COLPO DOPPIO DI LUTSENKO
Con il dorsale n.1 il capitano dell’Astana – Qazaqstan e’ il vincitore della tappa regina nella corsa abruzzese, battendo la coppia della UAE – Team Emirates composta da Adam Yates e Diego Ulissi. Alle loro spalle colpaccio dello svizzero Voisard, che nella volata ristretta ha avuto la meglio su George Bennett e Pavel Sivakov. Domani ultima tappa da Montorio al Vomano a L’Aquila con 3000 metri di dislivello e pochissima pianura.
Cambio della guardia in vetta alla classifica generale del Giro d’Abruzzo, dove Alexey Lutsenko leva dal trono lo svizzero Jan Christen (UAE Team Emirates) e si veste di azzurro. Il portacolori dell’Astana – Qazaqstan, nonostante l’essere stretto nella morsa dell’UAE Team Emirates, era colui che si trovava nella miglior condizione per vincere sul duro traguardo in salita a Prati di Tivo, 15 km impegnativi che vedremo anche al prossimo Giro d’Italia (sabato 11 maggio, tappa con partenza da Spoleto).
Nella giornata odierna a muovere la fuga ci hanno pensato Marco Tizza (Bingoal – WB), Matteo Malucelli (JCL Team Ukyo), Filippo Fiorelli (VF Group – Bardiani – CSF – Faizané), Dennis Lock (Zalf Euromobil Fior) e Manuel Peñalver (Team Polti – Kometa), raggiunti in seguito da Marco Oliva (Vini Monzon – Savini Due – OMZ) e da Tommaso Nencini, quest’ultimo compagno di squadra di Lock. Il vantaggio massimo si aggira sui 2′30” e il primo a staccarsi è Oliva, mentre sulla salita verso Croce Abbio restano al comando solamente Lock, Tizza e Fiorelli, che verranno ripresi all’attacco della salita finale. Qui, sulle rampe verso Prati di Tivo, è la UAE Team Emirates a dettare il passo, con il leader della classifica Jan Christen sugli scudi. La salita si fa più dura e la selezione è totale, restano una decina di corridori a lottare per tappa e maglia, anche perchè il giovane svizzero cede a causa il ritmo imposto. Così, ci pensano Adam Yates (UAE Team Emirates) e Lutsenko a comandare la corsa. Il britannico ci prova con uno scatto non secco e si ripete poco dopo in modo più potente; resta solamente il kazako alle sue ruote, ma i due rallentano e Diego Ulissi (UAE Team Emirates) si riporta sotto. Il corridore toscano scandisce il ritmo per il suo capitano e mette nella morsa Lutsenko, che ha comunque ancora energie per vincere la tappa e prendersi la maglia di leader della classifica generale.
Ottima la prova di Yannis Voisard (Tudor Pro Cycling Team), che è quarto nella tappa e sale al terzo posto provvisorio assoluto. Ad una tappa dal termine Lutsenko ha ora 14” su Yates e 37” sull’elvetico, ma la tappa che domani porterà da Montorio al Vomano fino a L’Aquila non lascerà respiro e tutto potrebbe ancora cambiare. Sonio previsti quasi 3400 metri di dislivello spalmati lungo l’intero percorso e non c’è praticamente pianura: due sono i GPM in programma, il primo a Forca di Penne e il secondo a Castel del Monte e sorprese potranno arrivare in qualsiasi momento. In salita saranno anche i mille metri conclusivi al 6.9% verso il traguardo dell’Aquila.
Andrea Giorgini

Lutsenko stacca Ulissi e Yates a pochi passi dal traguardo di Prati di Tivo (foto RCS Sport/La Presse)
BENOIT COSNEFROY VINCE LA FRECCIA DEL BRABANTE
Nell’antipasto delle Ardenne bella vittoria di Benoit Cosnefroy (Team Decathlon AG2R La Mondiale) che ha la meglio in una volata ristretta su Dylan Teuns (Team Israel Premier Tech) e Tim Wellens (UAE Team Emirates)
La Freccia del Brabante segna come di consueto il passaggio dalle classiche del pavè a quelle dei muri. Si parte da Leuven e si arriva ad Overijse sopo quasi 196 km ricchi di brevi salite spezzagambe con un circuito finale da ripeter 4 volte dove gli attacchi saranno all’ordine del giorno. La fuga di giornata si concretizzava soltanto dopo una quarantina di km grazie all’azione di Alan Riou (Team Arkea B&B Hotels), Nicolas Debeaumarché (Team Cofidis), Jens Reynders (Team Bingoal WB), Lorrenzo Manzin (Team TotalEnergies), Anders Halland Johannessen (Team Uno X Mobility), Tomáš Kopecký (TDT – Unibet Cycling Team), James Whelan (Q36.5 Pro Cycling Team) e Jordi Warlop (Team Soudal Quick Step). Il gruppo teneva nel mirino la fuga e nelle prime posizioni si facevano vedere gli uomini del Team Decathlon AG2R La Mondiale. Dopo una violenta accelerazione del Team Alpecin Deceuninck la fuga veniva ripresa a 67 km dal termine. Ricominciavano attacchi e contrattacchi e tre ciclisti riuscivano ad evadere dal gruppo e cioè Alec Segaert (Team Lotto Dstny), Antoine Huby (Team Soudal Quick Step) ed Andreas Leknessund (Team Uno X Mobility).Seguivano una trentina abbondante di km in cui alle spalle dei tre battistrada si alternavano nuovi attacchi che rimescolavano continuamente la situazione, del resto una delle caratteristiche principali della Freccia del Brabante. A circa 20 km dalla conclusione in testa alla corsa erano presenti Tim Wellens (UAE Team Emirates), Dylan Teuns (Team Israel Premier Tech) e Marijn van den Berg (Team EF Education EasyPost). Il terzetto raggiungeva un vantaggio massimo sul gruppo inseguitore che arrivava a 25 secondi. Dal gruppo, molto frammentato a causa dei continui cambi di ritmo, uscivano a loro volta altri ciclisti ed il primo a raggiungere il terzetto di testa era Quinten Hermans (Team Alpecin Deceuninck). Subito dopo riuscivano ad aggregarsi ai quattro battistrada anche Benoit Cosnefroy (Team Decathlon AG2R La Mondiale) Jefferson Cepeda (Team Caja Rural Seguro RGA) e Joseph Blackmore (Team Israel Premier Tech). Questi sei ciclisti si sarebbero giocati la vittoria visto che alle loro spalle il gruppo non era più compatto ed i vari drappelli esistenti non riuscivano a ricucire su quello di testa, Van den Berg provava l’azione solitaria a circa 3 km dalla conclusione ma l’arrivo in salita lo costringeva a desistere visto che i cinque ciclisti alle sue spalle rientravano su di lui dopo lo striscione dell’ultimo km. Nella volata in costante ascesa Cosnefroy vinceva davanti a Teuns e Wellens, mentre chiudevano la top five Blackmore in quarta posizione e Cepeda in quinta posizione. Il primo gruppo inseguitore veniva regolato da Michael Matthews (Team Jayco AlUla) in ottava posizione a 28 secondi di ritardo da Cosnefroy. Il francese vince finalmente la Freccia del Brabante dopo aver collezionato tre podi negli ultimi quattro anni e si candida come una delle minacce più serie per Mathieu van der Poel all’Amstel Gold Race di domenica prossima.
Antonio Scarfone

Benoit Cosnefroy vince la Freccia del Brabante (foto: Getty Images)
UAE TROPPO FORTE A MAGLIANO DE’ MARSI. PER CHRISTEN TAPPA E MAGLIA
Nella seconda tappa del Giro d’Abruzzo Jan Christen (UAE Team Emirates) attacca a cinque km dalla conclusione e vince in solitaria a Magliano de’ Marsi, ben coadiuvato alle sue spalle dai compagni di squadra, abili a chiudere qualsiasi velleità di recupero da parte di altri ciclisti, con Adam Yates e Pavel Sivakov in versione gregari di lusso
Il Monte Urano è l’unico gpm della seconda tappa del Giro d’Abruzzo da Alanno a Magliano de’ Marsi di 161 km. Un vero e proprio muro di 4.5 km al 9.4% di pendenza media con il tratto centrale che presenta pendenze ben superiori al 10%. Il problema è che questa salita si affronta dopo una quarantina di km dalla partenza e con ancora oltre 100 km da percorrere, per cui non crediamo che gli uomini di classifica si muoveranno ed anzi aspetteranno la tappa di domani ai Prati di Tivo per darsi battaglia. La fuga di giornata partiva dopo una ventina di km grazie all’azione di Abram Stockman (TDT – Unibet Cycling Team), Diego Bracalente (Team MBH Bank Colpack Ballan), Andrea Guerra (Zalf Euromobil Fior) ed Alessandro Tonelli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Il vantaggio della fuga sul gruppo maglia azzurra raggiungeva saliva a circa 2 minuti in pochi km. AI piedi del Monte Urano il vantaggio era salito ulteriormente e sfiorava i 4 minuti. Guerra scollinava in prima posizione sul gpm di Monte Urano posto al km 45.5. Nel lungo tratto in pianura tra il km 70 ed il km 135 il gruppo, tirato soprattutto dall’UAE Emirates e dall’Astana Qazaqstan, si avvicinava sensibilmente ai quattro battistrada. Guerra si aggiudicava il traguardo volante di Luco dei Marsi posto al km 113.8. La corsa si accendeva negli ultimi 10 km dopo che la maglia azzurra Davide Zanoncello (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) aveva perso contatto dal gruppo dei favoriti. Era l’UAE Team a prendere in mano le redini della corsa con Jan Christen che scattava a poco più di 5 km dal termine. Il giovane ciclista svizzero raggiungeva 15 secondi di vantaggio sul drappello degli inseguitori ben controllato dai compagni dai squadra Adam Yates e Pavel Sivakov. Christen manteneva intatto il vantaggio che lo portava a vincere in solitaria sul traguardo di Magliano de’ Marsi con 16 secondi di vantaggio su Alexey Lutsenko (Team Astana Qazaqstan) che regolava il drappello alle sue spalle davanti a Thomas Pesenti (JCL Team UKYO). Chiudevano la top five i due ciclisti della Tudor Pro Cycling, ovvero Yannis Voisard in quarta posizione e Sebastien Reichenbach in quinta posizione. Nella top five si segnalava inoltre il buon sesto posto di Domenico Pozzovivo (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) ed il nono posto di Giovanni Carboni (JCL Team UKYO). Christen ottiene la prima vittoria stagionale dopo esserci andato molto vicino alla scorsa Milano – Torino, quando venne battuto soltanto da un brillante Alberto Bettiol (Team EF Education EasyPost). Christen è ora la nuova maglia azzurra e può gestire 20 secondi di vantaggio su Lutsenko , secondo e 22 secondi di vantaggio su Pesenti, terzo. Il resto degli avversari si trova a 26 secondi di ritardo per cui Christen domani se ha la gamba buona anche sulla salita dei Prati di Tivo può aspirare concretamente alla vittoria della breve corsa appenninica. Vedremo se Adam Yates e Pavel Sivakov faranno da chioccia al diciannovenne svizzero e se in caso di attacchi più o meno decisi da parte di altri ciclisti, i capitani dell’UAE Team si muoveranno in prima persona. Resta il fatto che, come accennato precedentemente, la terza tappa di domani sarà decisiva per la vittoria finale del Giro d’Abruzzo 2024.
Antonio Scarfone

Jan Christen vince a Magliano de' Marsi (foto: @ilgirodabruzzo)
GIRO D’ABRUZZO, ENRICO ZANONCELLO VINCE IN VOLATA A PESCARA E INDOSSA LA PRIMA MAGLIA AZZURRA
Nella più che prevedibile volata della prima tappa del Giro d’Abruzzo, Enrico Zanoncello (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) vince davanti a Matteo Malucelli (JLC Team UKYO) e Manuel Penalver (Team Polti Kometa). Il ciclista veneto è la prima maglia azzurra
Il Giro d’Abruzzo sostituisce in calendario il Giro di Sicilia e presenta un tracciato che strizza l’occhio a scalatori e uomini da GT. La terza tappa in particolare, con l’arrivo ai Prati di Tivo, determinerà molto probabilmente il vincitore della breve corsa appenninica. La prima delle quattro tappe totali parte da Vasto e termina a Pescara dopo 161 km. Si risale la costa abruzzese per una trentina di km fino a Rocca San Giovanni, dopodichè ci si addentra nell’entroterra, dove è previsto l’unico gpm di Chieti posto dopo 106 km, fino a rivedere il mare a Pescara. Delle 22 squadra alla partenza solo due sono WT, ovvero UAE Team Emirates ed Astana Qazaqstan. La fuga di giornata partiva dopo una dozzina di km grazie all’azione di otto ciclisti ovvero Andrea Guerra (Team Zalf Euromobil Fior), Nicholas Tonioli (Team UM Tools Caffè Mokambo), Diego Bracalente (Team MBH Bank Colpack Ballan), Bernardo Suaza (Team Petrolike), Matteo Spreafico (Team MG.K Vis – Colors for Peace), Georgo Orosz (Epronex – Hungary Cycling Team), Tommaso Dati (Team Biesse Carrera) e Nicola Rossi (Team Beltrami TSA – Tre Colli). Guerra si aggiudicava il traguardo volante di Rocca San Giovanni posto al km 31.1. Orosz era il primo fuggitivo ad alzare bandiera bianca e ad essere ripreso dal gruppo. Tonioli condivideva stessa sorte una trentina di km più avanti, rallentato oltre che dalla fatica anche da una foratura. A 70 km dalla conclusione i sei battistrada avevano poco più di 4 minuti di vantaggio sul gruppo inseguitore. Guerra transita per primo sul gpm di Chieti mentre anche tra i sei fuggitivi in testa alla corsa iniziava a farsi sentire la fatica. A 35 km dal termine restavano in testa soltanto Dati, Bracalente e Guerra. Dal gruppo inseguitore nel frattempo attaccavano altri sette ciclisti ovvero Dimitri Peyskens (Team Bingoal WB), Giovanni Bortoluzzi (Team General Store – Essegibi – F.lli Curia), Manabu Ishibashi (JCL Team UKYO), Ben Granger (Mg.K Vis – Colors for Peace), Alex Martin (Team Polti Kometa), Nicolò Garibbo (Team Technipes #inEmiliaRomagna) e Filippo Magli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Una violenta accelerazione del gruppo riprendeva il primo gruppo inseguitore a 22 km dalla conclusione. Era in particolare l’UAE Team Emirates a tirare il gruppo. Anche il Team Corratec Vini Fantini si univa all’inseguimento posizionando alcuni uomini nelle posizioni do testa. La fuga veniva definitivamente annullata a 12 km dalla conclusione. Valerio Conti (Team Corratec Vini Fantini) attaccava a poco meno di 8 km dal termine ma la sua azione non impensieriva il gruppo che lo riprendeva in poco tempo. A 4 km dal termine si facevano vedere Diego Ulissi (UAE Team Emirates) ed Alexey Lutsnko (Team Astana Qazaqstan) ma anche la loro azione era destinata a fallire dopo che il gruppo tornava compatto a poco più di 1 km dall’arrivo. Nella volata si imponeva per questione di cm Enrico Zanoncello (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) davanti a Matteo Malucelli (JLC Team UKYO) mentre terzo era Manuel Penalver (Team Polti Kometa). Chiudevano la top five Max Kanter (Team Astana Qazaqstan) in quarta posizione e Niklas Pedersen (Team TDT Unibet Cycling) in quinta posizione. Per Zanoncello è la prima vittoria stagionale ed in classifica generale veste anche la prima maglia azzurra davanti a Malucelli e Penalver, staccati rispettivamente di 4 e 6 secondi. Domani è in programma la seconda tappa da Alanno a Magliano de’ Marsi di 162 km. Il Monte Urano, nelle fasi iniziali della tappa, è l’unico gpm da scalare. Saranno 4.5 km al 9.4%, un vero e proprio muro con pendenze che arrivano al 15% ed un tratto di circa due km dove non si scende mai al di sotto del 10%. Potrebbe essere il punto in cui la fuga di giornata prenderà le mosse, anche se il gruppo dovrebbe chiudere successivamente, visto che la strada sarà pianeggiante per una settantina di km. Gli ultimi 30 km sono più movimentati ma anche domani i velocisti, per lo meno quelli più resistenti, potrebbero avere le loro chances di vittoria.
Antonio Scarfone

Enrico Zanoncello vince a Pescara (foto: Bettini Photo)
VAN DER POEL, LECTIO MAGISTRALIS DI PAVÈ: IMPRESA DELL’OLANDESE NELLA CLASSICA DELLE PIETRE
aprile 7, 2024 by Redazione
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Van der Poel vince la Parigi-Roubaix 2024 con un attacco a 60 Km dell’arrivo, anticipando un’azione che tutti si aspettavano sul difficile settore di Mons-en-Pévèle e andando ad incrementare il vantaggio chilometro dopo chilometro grazie anche al lavoro dei suoi compagni di squadra che hanno rotto i cambi e che, alla fine, sono riusciti a piazzare un altro Alpecin sul secondo gradino del podio.
In questi ultimi anni ci sono atleti che danno la sensazione di fare un altro sport.
E’ quello che si prova quando si vede Tadej Pogacar attaccare a 80 Km dall’arrivo alla Strade Bianche o appunto il campione del mondo andare via da solo a 45 chilometri dall’arrivo nell’ultimo Giro delle Fiandre.
Anche oggi la scena andata in onda non si è discostata molto da quello che ci si aspettava, anche se, in questa edizione della Parigi-Roubaix, ci sono stati anche temi tattici interessanti che hanno mostrato la meticolosità con la quale la Alpecin ha preparato questa corsa, meticolosità che è stata premiata, oltre che dalla vittoria, in verità ampiamente prevista, di Mathieu van der Poel, anche dal secondo posto di Jasper Philipsen che, in volata, avuto ragione di un Mad Pedersen (Lidl – Trek), che ovviamente aveva dovuto lavorare molto di più, e di un Nils Politt (UAE Team Emirates) bravo a restare tra i primi inseguitori di Van der Poel.
La squadra del campione del mondo ha lavorato alacremente per tenere la corsa sotto controllo e poi per fare selezione nel settore della foresta di Arenberg, ma è uscita dalla bagarre in netta superiorità numerica rispetto alle altre formazioni. Quando Van der Poel è partito all’attacco, distanziando con disarmante facilità tutti gli avversari, gli uomini del suo team sono stati bravissimi ad interpretare il ruolo di stopper, non solo andando a chiudere su ogni tentativo di contrattacco, ma anche rompendo i cambi, piazzandosi subito alle spalle del corridore che cercava di tirare e causando un rallentamento ogni volta che questi cercava un cambio.
Il più temibile avversario del campione del mondo, vale a dire Pedersen, si è trovato stretto in questa morsa e ha dovuto cedere anche la seconda posizione nella volata finale, vinta da Philipsen, che si era limitato a stare a ruota (salvo tentare una sortita offensiva nel tratto finale del Carrefour de l’Arbre).
Se tutto questo è vero e innegabile, è però altrettanto vero che, sin dall’allungo di Van der Poel nel settore di Orchies, è apparso subito evidente come dietro non ne avessero proprio né per provare a seguire l’olandese, né per provare a limitare il distacco, che infatti ha continuato a salire sino ad arrivare a 3 minuti tondi tondi nel velodromo di Roubaix.
Appare quindi forse più corretto dire che il gioco di squadra della Alpecin ha favorito il secondo posto di Philipsen più che la vittoria di Van der Poel che, vista la superiorità dimostrata, non è mai stata seriamente in dubbio.
La verità è che quando ci sono atleti come Pogacar e Van der Poel su certi percorsi non ce n’è per nessuno e ci vogliono corse tradizionalmente incerte come la Sanremo, nelle quali è difficilissimo fare la differenza, per impedire a questi atleti di dilagare, mettendo in campo tutta la loro superiorità rispetto ai rivali.
Ciononostante, di fronte a certi numeri di classe sopraffina, l’appassionato non può far altro che assaporare ogni minuto il gesto atletic e non conta il fatto che, a 60 o 80 km dall’arrivo, la corsa appaia già segnata, conta invece lo spettacolo dell’azione del grande campione e anche quello che offrono gli inseguitori che si danno battaglia per il podio.
Oggi, infatti, oltre all’azione di Van der Poel grande emozione l’hanno offerta anche gli uomini che hanno lottato per i piazzamenti.
La corsa ha visto partire una fuga con Per Strand Hagenes (Team Visma), Rasmus Tiller (Uno-X Mobility), Kasper Asgreen (Soudal Quick-Step), Marco Haller (BORA – hansgrohe), Liam Slock (Lotto Dstny), Gleb Syritsa (AST) e Kamil Malecki (Q36.5) dopo 20 Km di gara. I sette uomini vengono seguiti da Dusan Rajovic (Bahrain Victorious) e Dries de Bondt (Decathlon Ag2r La Mondiale), che però riescono ad accordarsi solo al Km 80. In questa fase va menzionata una caduta in esito alla quale si dovranno ritirare Jonathan Milan (Lidl – Trek) ed Elia Viviani (INEOS Grenadiers).
La fuga non riesce, però, a prendere il largo perché l’Alpecin non lo permette ed anzi il ritmo della formazione belga spezza il gruppo in vari tronconi, azione resa ancor più insidiosa dal vento laterale
All’ingresso della foresta di Arenberg il gruppo dei big è già composto da una trentina di unità, con Pedersen che esce in testa dalla orribile chicane che lo stesso campione del mondo aveva definito uno scherzo e che si spera verrà eliminata dal percorso, in quanto il rimedio è peggiore del pericolo che si propone di scongiurare.
Il pavè della forrsta opera una spietata selezione e il gruppo dei big si riduce a Van del Poel, Philipsen, Pedersen e Mick van Dijke (Team Visma), mentre dietro ad inseguire ci sono Stefan Küng (Groupama-FDJ) e Laurence Pithie (Groupama – FDJ). In questa fase Philpsen fora e questa circostanza permette un rimescolamento delle carte con il rientro di vari corridori, mentre il corridore belga è costretto a spendere energie preziose per rientrare, cosa che toccherà anche a Pedersen, sempre a causa di una foratura.
Subito dopo il settore di Hélesmes c’è l’attacco a sorpresa di Gianni Vermeersch (Alpecin-Deceuninck), compagno di squadra di Van der Poel, che viene prontamente seguito da Kung e Politt. L’attacco portato da un Alpecin è un po’ da decifrare, ma il risultato concreto sarà quello di costringere altre squadre, in particolare la Lidl del temibile Pedersen, a lavorare per chiudere il buco.
Dopo il ricongiungimento c’è una fase di bagarre con vari tentativi di attacco ma, nel settore di Orchies, è l’iridato a muoversi in prima persona un po’ a sorpresa, perché quel tratto di pavè è classificato con 3 stelle, non è tra i più difficili e temuti e arrivava poco prima di quello storico di Mons-en-Pévèle, molto più difficile e selettivo, nel quale tutti si aspettavano l’attacco del campione del mondo.
Non è, però, la sorpresa che impedisce a Pedersen e compagnia di seguire Van der Poel, bensì semplicemente la velocità che l’olandese riesce a sviluppare, superiore rispetto a quella degli avversari.
I pochi secondi di vantaggio aumenteranno costantemente sino a diventare minuti e, mentre il capitano dell’Alpecin si lancia nella sua cavalcata vincente, dietro si fiuta subito la mala parata, sia per l’ingombrante presenza dei compagni dell’iridato che impediscono di organizzare un serio inseguimento, sia per l’oggettiva superiorità dell’uomo al comando da solo.
A questo punto, non resta che organizzarsi per le posizioni sul podio.
Su una prima accelerazione di Pedersen, all’inseguimento rimangono oltre al danese anche Kung, Pithie, Politt e Philipsen.
Pithie sarà fuori dai giochi a causa di una caduta, mentre un attacco a sorpresa di Philipsen nel settore a 5 stelle del Carrefour de l’Arbre fa fuori anche Kung e così restano in tre all’inseguimento.
Per il vincitore l’entrata nel velodromo con la più grande tranquillità gli permetterà di assaporare la vittoria metro per metro, mentre la volata dei battuti viene vinta da Philipsen, che va a completare il successo dell’Alpecin, con Pedersen che deve accontentarsi del gradino più basso del podio.
La prossima classica in programma è l’Amstel Gold Race, ma i riflettori sono tutti puntati sulla Liegi- Bastogne – Liegi che andrà in scena in 21 aprile ed alla quale parteciperanno sia Tadej Pogacar, che questa corsa l’ha già vinta, sia il campione del mondo, che invece ha partecipato solo in una occasione, concludendo la corsa in sesta posizione.
Non sarà, invece, della partita il vincitore della ultime due edizioni, Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), che la recente caduta al Giro dei Paesi Baschi ha messo fuori gioco.
Benedetto Ciccarone

Van der Poel all'attacco solitario sul pavè della Parigi-Roubaix (Getty Images)
AD EIBAR FA FESTA CARLOS RODRIGUEZ, JUAN AYUSO VINCE IL GIRO DEI PAESI BASCHI 2024
Scoppiettante ultima tappa della corsa basca che vede prima una maxi fuga prendere il largo salvo poi il recupero degli uomini di classifica con protagonista Juan Ayuso (UAE Team Emirates) che attacca sull’ultima salita insieme a Carlos Rodriguez (Team INEOS Grenadiers). A Rodriguez la tappa, ad Ayuso la maglia e la vittoria finale
La sesta ed ultima tappa del Giro dei Paesi Baschi è sicuramente quella più impegnativa dal punto di vista altimetrico con ben sette gpm che caratterizzano il percorso con partenza e arrivo ad Eibar. In particolare il quarto ed il sesto gpm – Krabelin ed Izua – hanno le pendenze più cattive con tratti che arrivano al 17%. La classifica generale è ancora molto corta e la maglia gialla Matthias Skjelmose Jensen (Team Lidl Trek) non può dormire sonni tranquilli visto che ha Maximilian Schachmann (Team BORA Hansgrohe) e Juan Ayuso (UAE Team Emirates) che lo braccano alle spalle, avendo rispettivamente 2 e 4 secondi di ritardo sul ciclista danese. Tra il primo gpm di Elkorrieta ed il secondo gpm di Azurki si formava la prima fuga di giornata composta da 22 ciclisti. Quello messo meglio in classifica generale era Brandon Smith Rivera (Team INEOS Grenadiers), che aveva 1 minuto e 21 secondi di ritardo da Skjelmose Jensen. Altri ciclisti presenti nella fuga che potevano insidiare la leadership del ciclista danese erano Milan Vader (Team Visma Lease a Bike), Esteban Chaves (Team EF Education EasyPost), Lucas Hamilton (Team Jayco AlUla) e David De La Cruz (Team Q36.5 Pro Cycling), tutti e quattro a meno di 3 minuti di ritardo da Skkelmose Jensen. La fuga scollinava sul terzo gpm in programma di Gorla, posto al km 45, con 3 minuti e 15 secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Sul successivo gpm di Krabelin, probabilmente la salita più dura del Giro dei Paesi Baschi 2024, il gruppo dei fuggitivi si sfaldava sotto l’azione di Chaves e restavano in testa, oltre al colombiano, Igor Arrieta (UAE Team Emirates), James Shaw (Team EF Education EasyPost), Bauke Mollema (Team Lidl Trek), Oscar Onley (Team DSM-Firmenich PostNL), Gregor Muhlberger (Team Movistar), Sepp Kuss e Steven Kruijswijk (Team Jumbo Lease a Bike). Chaves vinceva il primo traguardo volante di Markina-Xemein posto al km 82.9 . All’inizio del successivo gpm di Trabakua il vantaggio degli otto battistrada sul gruppo era di un minuto. Il forcing della Bora Hansgrohe e della Lidl Trek aveva raccolto i suoi frutti. Marc Soler (UAE Team Emirates) e Lucas Hamilton rientravano sul gruppo di testa a 43 km dalla conclusione. Proprio Soler era adesso la maglia gialla virtuale avendo in classifica generale 47 secondi da recuperare a Skjelmose Jensen. Il ciclista spagnolo vinceva anche il secondo traguardo volante di Eibar posto al km 103.7. Sul gpm di Izua una decisa accelerazione del gruppo maglia gialla riduceva il distacco sui battistrada finchè Juan Ayuso (UAE Team Emirates) e Matthias Skjelmose Jensen si impegnavano in prima persona per ricucire sui primi. Una volta raggiunti, veniva affrontato l’ultimo gpm in programma di Urkaregi. Ayuso sferrava il suo attacco a 17 km dalla conclusione. Gli rispondeva soltanto Carlos Rodriguez (Team INEOS Grenadiers) che aveva nel frattempo raggiunto i battistrada. La coppia di testa aumentava metro dopo metro il suo vantaggio nei confronti di Skjelmose Jensen, Onley e Soler. Ayuso e Rodriguez erano ormai irraggiungibili e nel più classico dei copioni Rodriguez andava a vincere la tappa mentre Auyso si accontentava del secondo posto ma soprattutto della maglia gialla. Soler chiudeva in terza posizione a 41 secondi da Rodriguez mentre Skjelmose Jensen era quarto e Onley quinto a chiudere la top five. Per Rodriguez è la prima vittoria stagionale mentre Ayuso vince un Giro dei Paesi Baschi decapitato dai ritiri contemporanei di Vingegaard, Ayuso ed Evenepoel. Rodriguez è secondo a 42 secondi di ritardo mentre Skjelmose Jensen è trezo a 43 secondi di ritardo. Per quanto riguarda le altre classifiche Alex Aranmuru (Team Movistar) vince quella a punti, Sepp Kuss (Team Visma Lease a Bike) quella dei gpm e Juan Ayuso quella dei giovani. Infine l’UAE Tea Emirates vince la classifica a squadre.
Antonio Scarfone

Carlos Rodrigue vince a Eibar (foto: Getty Images)
ROMAIN GREGOIRE VINCE IN VOLATA AD AMOREBIETA-ETXANO. SKJELMOSE JENSEN RESTA IN GIALLO
La quinta tappa del Giro dei Paesi Baschi si accende nella seconda parte con la doppia salita di Muniketagaina che riduce il gruppo di testa ad una trentina di unità. Nella volata ristretta Romain Gregoire (Team Groupama FDJ) ha la meglio su Orluis Aular (Team Caja Rural Seguros RGA). Domani la sesta ed ultima tappa di Eibar sarà decisiva per le sorti della classifica generale finale
Dopo la brutta caduta della quarta tappa che ha messo fuori gioco una buona parte degli uomini di classifica come Vingegaard, Roglic, Evenepoel e Vine, oltre ad altri sfortunati ciclisti come Cras, Tesfatsion e Quinn, il ciclismo e il Giro dei Paesi Baschi prova a ripartire dalla quinta tappa da Vitoria-Gasteiz ad Amorebieta-Etxano di 175.9km. Sono tre i gpm da affrontare con il circuito finale della località d’arrivo da percorrere due volte e nel quale spicca la doppia scalata del gpm di Muniketagaina. Matthies Skjelmose Jensen (Team Lidl Trek) parte con la maglia di leader della classifica generale ed ha a questo punto ottime chance di vittoria finale, anche se i suoi avversari non sono lontani in classifica generale, primo fra tutti Juan Ayuso (UAE Team Emirates) a 4 secondi di ritardo. Nonostante qualche timido attacco nei primi km della tappa, subito sventato dal gruppo principale, i primi veri tentativi di fuga o presunti tali si avevano soltanto poco prima gpm di Urkiola, posto al km 87.8. Ad evadere dal gruppo erano Mauro Schmid (Team Jayco AlUla) ed Enekoitz Azparren (Team Euskaltel Euskadi). Il gruppo però reagiva immediatamente e annullava l’azione dei due battistrada. Il gruppo pedalava compatto anche lungo la predetta salita. Proprio in corrispondenza dello scollinamento Seppa Kuss (Team Visma Lease a Bike) ed Isaac Del Toro (UAE Team Emirates) acceleravano in testa al gruppo mentre erano costretti al ritiro a causa di una caduta precedente Gil Gelders (Team Soudal Quick Step), Mikel Landa (Team Soudal Quick Step), Pelayo Sanchez (Team Movistar) e Gonzalo Serrano (Team Movistar). L’iniziativa dei due attaccanti sembrava in un primo tempo scuotere il gruppo che accelerava a sua volta a e si sfilacciava vistosamente. All’inseguimento di Kuss e Del Toro restavano per il momento circa 30 ciclisti. I due attaccanti venivano ripresi a 63 km dall’arrivo. Riprendevano così gli scatti e i controscatti che caratterizzavano la prima scalata verso il gpm di Muniketagaina. Era Santiago Buitrago (Team Bahrain Victorious) a scollinare in prima posizione. A poco meno di 30 km dall’arrivo ci riprovavano Michal Kwiatkowski (Team INEOS Grenadiers), Johannes Staune-Mittet (Team Jumbo Lease a Bike), Rémy Rochas (Team Groupama FDJ), Ibon Ruiz (Team Kern Pharma) e Mark Donovan (Team Q36.5 Pro Cycling). L’intesa del quintetto di testa era buona tanto che nel giro di un paio di km raggiungeva i 30 secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. La squadra maggiormente impegnata all’inseguimento era il Team Lidl Trek. I cinque battistrada iniziavano la seconda scalata di Muniketagaina con 20 secondi di vantaggio sul gruppo. L’elevata andatura del gruppo accorciava ulteriormente il distacco degli uomini di testa tanto che si formava un altro drappello di contrattaccanti formato tra gli altri da un sempre presente Del Toro e da Maximilian Schachmann (Team BORA Hansgrohe), che tra l’altro scollinava in prima posizione. Nella discesa verso il traguardo il gruppo si ricompattava e l0ultimo ciclista a tentare la sortita solitaria era Brandon McNulty (UAE Team Emirates), anch’esso ripreso a circa 5 km dalla conclusione. La volata ristretta di una trentina di ciclisti premiava Romain Gregoire (Team Groupama FDJ) che precedeva per questione di cm Orluis Aular (Team Caja Rural – Seguros RGA) e Schachmann. Quarto era Quentin Pacher (Team Groupama FDJ) mentre chiudeva la top five Alex Aranburu (Team Movistar). Nella top ten si segnalava la nona posizione di Samuele Battistella (Team Astana Qazaqstan). Gregoire ottiene la prima vittoria stagionale dopo un secondo posto alla Faun-Ardèche Classic che risale allo scorso 24 Febbraio. In classifica generale Matthias Skjelmose Jensen (Team Lidl Trek) resta in prima posizione ma il vantaggio sul secondo si riduce visto che Schachmann grazie agli abbuoni conquistati è ora secondo a 2 secondi. Domani è in programma la sesta ed ultima tappa da Eibar ad Eibar di 137.8 km Saranno sette i gpm in programma e vedremo molti attacchi visto che la classifica generale è ancora decisamente corta con 23 ciclisti racchiusi in un minuto. Chi vince domani a Eibar potrebbe essere anche il vincitore del Giro dei Paesi Baschi 2024.
Antonio Scarfone

Romain Gregoire vince ad Amorebieta-Etxano (foto: Getty Images)
ECATOMBE NEI PAESI BASCHI, I TRE FAVORITI PER LA VITTORIA CADONO E SI RITIRANO
I ritiri di Vingegaard, Roglic ed Evenepoel sono la notizia più saliente della quarta tappa del Giro dei Paesi Baschi, sconvolta dalla terribile caduta che ha coinvolto una decina di ciclisti nella discesa di Olaeta. Vince Louis Meintjes (Team Intermarchè Wanty) ma dopo la caduta di Van Aert nella Dwars door Vlaanderen gli appassionati passano un’altra brutta giornata
Il percorso della quarta tappa del Giro dei Paesi Baschi 2024 ricalca a grandi linee quello del giorno prima ma il finale è sicuramente più esplosivo con la salita di Leintz-Gatzaga che sarà molto probabilmente decisiva per la vittoria di tappa e non solo. I big di classifica si daranno battaglia su pendenze che arrivano al 18% e Primoz Roglic (Team BORA Hansgrohe) dovrà difendere la maglia gialla dopo le botte rimediate nella caduta di ieri a 40 km dalla conclusione. Per la verità bisogna monitorare anche la situazione di Juasn Ayuso (UAE Team Emirates) e di Matthias Skjelmose Jensen (Team Lidl Trek), caduti a loro volta nel concitato finale della terza tappa. La fuga di giornata si formava dopo ripetuti attacchi e contrattacchi intorno al km 30. Erano sei i ciclisti che riuscivano ad evadere dal gruppo maglia gialla ovvero Louis Meintjes (Team Intermarchè Wanty), Reuben Thompson (Team Groupama FDJ), Mathieu Burgaudeau (Team TotalEnergies), Mikel Retegi (Team Kern Pharma), Joseba Lopez (Team Caja Rural Seguros RGA) e Karel Vacek (Team Burgos BH). Meintjes scollinava in prima posizione sul primo gpm di Opakua posto al km 40.8 mentre Lopez si aggiudicava il primo traguardo volante di Legutio posto al km 107.4. Il vantaggio della fuga sul gruppo maglia gialla era di 4 minuti quando mancavano 50 km alla conclusione. Il gruppo aumentava l’andatura grazie al lavoro in testa di diverse squadre tra cui si segnalavano la Soudal Quick Step, La Jumbo Lease a Bike e la Bahrain Victorious. Il plotone dei fuggitivi si sgranava sul successivo gpm di Olaeta sul quale scollinava in prima posizione Meintjes mentre il gruppo inseguitore era segnalato a 2 minuti e 50 secondi di ritardo. Nella discesa dal gpm di Olaeta una caduta nel gruppo coinvolgeva tra gli altri Jonas Vingegaard (Team Jumbo Lease a Bike), Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) e Primoz Roglic (Team BORA Hansgrohe). La corsa veniva immediatamente neutralizzata ed i ciclisti fermati per permettere a medici e ambulanze di soccorrere i ciclisti caduti. Una volta terminati i soccorsi, la corsa riprendeva ma l’organizzazione decideva di neutralizzare i tempi all’arrivo e di annullare gli abbuoni temporali. In particolare si prendeva la decisione di far continuare a correre soltanto i sei ciclisti di testa mentre il resto del gruppo veniva scortato verso gli autobus, A vincere. Dopo un bell’assolo, era Meintjes. Alle sue spalle giungeva Thompson mentre terzo era Vacek. Chiudevano la top five Retegi in quarta posizione e Burgaudeau in quinta posizione. Meintjes ottiene la prima vittoria stagionale, anche se in condizioni eccezionali, e spezza un digiuno che durava dal 2022, quando vinse la nona tappa della Vuelta a Espana. Matthias Skjelmose Jensen (Team Lidl Trek) è la nuova maglia gialla davanti a Juan Ayuso (UAE Team Emirates) e Kevin Vauquelin (Team Arkea B&B Hotels). Domani è in programma la quinta tappa da Vitoria-Gasteiz ad Amorebieta-Etxano di 175.9km. Nel finale la doppia scalata del gpm di Muniketagaina – 3.4 km al 7.3% – potrà offrire nuove possibilità di attacco agli uomini di classifica anche se dopo la tapa di oggi saranno un po’ di meno.
Antonio Scarfone

I corridori a terra dopo la caduta avvenuta durante la quarta tappa (Eurosport)
TIM MERLIER VINCE LO SCHELDEPRIJS 2024
Il 112° Scheldeprijs vede una volata trionfale da parte di Tim Merlier (Team Soudal Quick Step) che stacca tutti dalla sua ruota e vince con autorità davanti a Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) e Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla)
Lo Scheldeprijs giunge alla sua 112° edizione e conferma il record di essere la corsa più longeva delle Fiandre. Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) insegue la terza vittoria in quattro anni ma gli avversari non mancano a cominciare dal connazionale Tim Merlier (Team Soudal Quick Step). Le speranze azzurre ricadono su Luca Mozzato (Team Arkea B&B Hotels), secondo al Giro delle Fiandre la scorsa domenica. Il percorso è identico a quello dello scorso anno con partenza da Terneuzen in Olanda ed arrivo a Schoten in Belgio dopo 205.3 km. Le prime fasi di corsa vedevano subito un attacco da parte di cinque ciclisti ovvero Liam Slock (Team Lotto Dstny), Tord Gudmestad (Team Uno X Mobility), Mirko Bozzola (Team Q26.5 Pro Cycling), Bram Dissel (Team BEAT Cycling Club) e Peder Dahl Strand (Team Tarteletto Isorex). Una caduta dopo 16 km coinvolgeva la coppia dell’Intermarchè Wanty formata da Arne Marit e Gerben Thijssen. Entrambi erano costretti al ritiro. Nell’avvicinamento al confine tra Olanda e Belgio iniziavano i ventagli ed i battistrada venivano ripresi dalla prima parte del gruppo. All’inseguimento del primo gruppo di testa era segnalato un secondo gruppo all’interno del quale erano presenti Edward Theuns (Team Lidl Trek) e Sam Welsford (Team BORA Hansgrohe), due velocisti in predicato di lanciarsi nella prevedibile volata finale. Le cose si normalizzavano con l’entrata della corsa in Belgio quando il gruppo si ricompattava e partiva la vera fuga di giornata formata da cinque ciclisti ovvero Axel Huens (Team TDT Unibet Cycling Team), Vincent van Hamelen (Team Flanders Baloise), Liam Slock (Team Lotto Dstny), Baptiste Planckaert (Team Intermarchè Wanty) e Stijn Appel (Team BEAT Cycling Club). Il gruppo controllava la situazione finchè iniziava ad imprimere un ritmo più elevato. I fuggitivi venivano risucchiati dal gruppo ad uno ad uno fino a Slock, ultimo degli attaccanti ad essere ripreso a 7 km dall’arrivo. Gli ultimi 5 km vedevano le squadre dei velocisti tirare a turno per mantenere una elevata velocità. Nella volata finale Tim Merlier era protagonista di una volata superlativa con cui addirittura staccava tutti dalla sua ruota. Merlier vinceva nettamente davanti a Philipsen, che era partito tardi ma che aveva comunque dimostrato di essere inferiore a Merlier. Terzo era Dylan Groenewegen (Team Jayco ALUla) mentre chiudevano la top five Cees Bol (Team Astana Qazaqstan) in quarta posizione ed Hugo Hofstetter (Team Israel Premier Tech) in quinta posizione. Nella top ten si segnalava la presenza di Matteo Moschetti (Team Q36.5 Pro Cycling) e di Matteo Trentin (Team Tudor Pro Cycling), rispettivamente ottavo e decimo. Merlier ottiene la settima vittoria stagionale dimostrando di essere uno dei velocisti più in forma del momento.
Antonio Scarfone

Tim Merlier vince lo Scheldeprijs 2024 (foto: Getty Images)