TOUR OF THE ALPS, A SCHWAZ VINCE JUAN PEDRO LOPEZ E DIVENTA LEADER DELLA CORSA
Grazie ad un attacco sulla prima delle due scalate del Pillberg, Juan Pedro Lopez (Team Lidl Trek) è il protagonista di un’azione incisiva condivisa insieme a Giulio Pellizzari (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) fino a che lo spagnolo decide di andarsene da solo sul secondo Pillberg. LA vittoria in solitaria gli garantisce anche il primo posto in classifica generale
La terza tappa del ToTA 2024 ci dirà molto sui possibili ciclisti che si giocheranno la vittoria finale. Gli ultimi 40 km sono davvero impegnativi con la doppia scalata di Weerberg e Pillberg, due salite che ci starebbero benissimo, ad esempio, in un Giro dei Paesi Baschi. Lunghe entrambe poco più di 3 km ma con pendenze in doppia cifra per la maggior parte del loro percorso. Capiremo in particolare se Tobias Foss (Team INEOS Grenadiers) è diventato o sta diventando un uomo da giri, come lui stesso ha dichiarato recentemente. Il ciclista norvegese parte da Schwaz in maglia verde e può contare comunque su una squadra molto compatta anche se il capitano designato alla vigilia sembrava Geraint Thomas. E a proposito di INEOS Grenadiers, era proprio Filippo Ganna ad attaccare dopo una quindicina di km. Il ciclista piemontese vinceva il primo traguardo volante di Reintaler See posto al km 23.4 e si ripeteva sul secondo traguardo volante di Jenbach posto al km 71.2. All’inizio della prima ascesa del Weerberg Ganna aveva 2 minuti e 20 secondi di vantaggio sul gruppo maglia verde. Il ciclista dell’INEOS riusciva a scollinare in prima posizione anche se alla sue spalle il gruppo inseguitore si faceva sempre più minaccioso. Ganna veniva ripreso a 28 km dalla conclusione dopo una violenta accelerazione del Team DSM Firmenich PostNL. Il gruppo si spezzettava in diversi tronconi ed il passaggio sul Pillberg vedeva in testa la coppia formata da Juan Pedro Lopez (Team Lidl Trek) e Giulio Pellizzari (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). All’inizio della seconda salita del Weerberg i due battistrada avevano 49 secondi di vantaggio sul gruppo maglia verde tirato dagli uomini dell’INEOS Grenadiers. Lopez scollinava in prima posizione mentre il gruppo inseguitore, ridotto ad una ventina di unità, inseguiva a circa 40 secondi di ritardo. Lopez staccava Pellizzari sulle prima rampe del secondo ed ultimo Pillberg e scollinava con una ventina di secondi di vantaggio sull’ex compagno d’avventura mentre il gruppo maglia verde era ancora più dietro. Lopez andava a vincere in solitaria sul traguardo di Schwaz mentre Pellizzari era secondo a 22 secondi di ritardo mentre il gruppetto dei migliori veniva regolato in terza posizione da Tobias Foss a 38 secondi di ritardo da Lopez. Chiudevano la top five Romain Bardet (Team DSM Firmenich PostNL) in quarta posizione ed Aurelien Paret-Peintre (Decathlon AG2R La Mondiale Team) in quinta posizione. La prima vittoria stagionale di Lopez gli vale anche la vetta della classifica generale visto che adesso è la nuova maglia verde con 31 secondi di vantaggio su Foss e 45 seconi di Vantaggio su Ben O’Connor (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Domani è in programma la quarta tappa del ToTA 2024, un vero e proprio tappone alpino che non ci starebbe affatto male in un Giro d’Italia. SI parte da Leives e si arriva a Borgo Valsugana dopo 141.3 km. Ci sono molti saliscendi ma i gpm categorizzati sono il Passo del Compet ed il Passo del Vetriolo, entrambi di prima categoria. Da non sottovalutare neanche la salita non categorizzata che si scalerà dopo il secondo traguardo volante di Novaredo e che termina a meno di 10 km dall’arrivo. I big di classifica saranno ancora protagonisti.
Antonio Scarfone

Juan Pedro Lopez vince a Schwaz (foto: Getty Images)
DE MARCHI CORONA LA FUGA E VINCE A STANS. FOSS MANTIENE LA MAGLIA VERDE
In un ciclismo dove le fughe vincenti sono sempre più rare, Alessandro De Marchi (Team Jayco AlUla) vince meritatamente a Stans dopo aver staccato i compagni sul gpm di Gnadenwald. I big di classifica di prendono una giornata di riposo ma li rivedremo sicuramente domani nel terribile finale della terza tappa con la doppia ascesa di Weerberg e del Pillberg
Dopo una prima tappa molto combattuta che ha già definito in modo evidente la classifica generale,il ToTA offre una seconda tappa altrettanto esplosiva che ha nel gpm finale di Gnadenwald il suo clou. Una salita di 4 km e mezzo con una pendenza che supera il 7% ma che in alcuni tratti supera il 10%. Gli uomini di classifica torneranno a darsi battaglia e la maglia verde Tobias Foss (Team INEOS) dovrà guardarsi dagli attacchi che gli verranno portati. Dopo la partenza da Salorno si metteva subito in evidenza Atsushi Oka (Team JLC Team UKYO) che vinceva il primo traguardo volante di Laives posto al km 22.8. Il giapponese continuava nella sua azione e lo raggiungevano in testa altri cinque ciclisti ovvero Alessandro De Marchi (Team Jayco AlUla), Simon Pellaud (Team Tudor Pro Cycling), Yuma Koichi (JLC Team UKYO), Lukas Postlberger (Nazionale Austriaca) e Patrick Gamper (Team BORA Hansgrohe). Pallaud vinceva il traguardo volante di Vipiteno posto al km 102.6 mentre Gamper scollinava per primo sul gpm del Brennero posto al km 116.8. A 55 km dalla conclusione il vantaggio della fuga sul gruppo maglia verde era di 3 minuti e 40 secondi. La fatica si faceva sentire tra i componenti delle fuga che a poco a poco perdeva pezzi nel tratto finale molto mosso. A 35 km dalla conclusione restavano in testa Gamper, De Marchi e Pellaud. Gamper rompeva le riserve e se ne andava da solo a 33 km dal termine mentre il gruppo inseguitore rallentava visto che nessuno dei fuggitivi impensieriva i big di classifica. De Marchi e Pellaud non si arrendevano e rientravano su Gamper a circa metà della salita di Gnadenwald. De Marchi e Gamper allungavano a loro volta mentre Gamper si arrendeva e si sfilava nelle retrovie. De Marchi staccava Pellaud e scollinava in prima posizione mentre nel gruppo inseguitore vigeva un patto di non belligeranza visto che nessuno tra i big di classifica sembrava voler animare la corsa. Ci provavano al dire in vero Joan Bou (Team Euskaltel Euskadi) e Georg Steinhauser (Team EF Education EasyPost), due ciclisti fuori classifica, ma l’INEOS controllava la situazione senza troppi patemi. Contando sulle sue ottime doti da passista De Marchi aumentava il vantaggio su Pellaud fino ad andar a vincere in solitaria sul traguardo di Stans. Gamper, che nel frattempo aveva raggiunto Pellaud, si piazzava in seconda posizione a 1 minuto e 20 secondi di ritardo mentre terzo era Pellaud a 1 minuto e 24 secondi di ritardo da De Marchi. Gregor Muhlberger (Team Movistar) regolava il gruppo maglia verde in quarta posizione a 1 minuto e 47 secondi di ritardo mentre chiudeva la top five Bou in quinta posizione. Il ciclista friulano interrompe un digiuno ancora più lungo di quello di Foss visto che non saliva sul gradino più alto del podio dal 2021, quando vinse la Tre Valli Varesine. La classifica generale resta invariata nelle prime posizioni con Tobias Foss (Team INEOS Grenadier) in maglia verde davanti a Chris Harper (Team Jayco AlUla) ed Esteban Chaves (Team EF Education EasyPost). Domani è in programma la terza tappa da Schwaz a Schwaz di 124.8 km. Tappa corta ma dal finale ancora più esplosivo delle due precedenti con la doppia ascesa del Weerberg e del Pillberg, lunghe entrambe 3 km e 200 metri e con una pendenza media superiore al 9%. Per gli uomini di classifica sarà un’altra giornata campale.
Antonio Scarfone

Alessandro De Marchi vince a Stans (foto: Getty Images)
AL TOTA E’ SUBITO SPETTACOLO! FOSS TAPPA E MAGLIA A CORTINA
Tobias Foss (Team INEOS Grenadiers) si rivede dopo un lungo digiuno e batte in una volata ridottissima Chris Harper (Team Jayco ALUla) ed Esteban Chaves (Team EF Education EasyPost). La classifica generale è già abbastanza delineata con Foss prima maglia verde
La prima tappa del Tour of the Alps 2024 parte da Egna e termina a Cortina dopo 133.3 km. Saranno subito protagonisti gli uomini di classifica visto che sono in programma tre gpm. Dopo 25 km si scalerà il primo gpm di Andalo, sul quale probabilmente prenderà il via la fuga di giornata. Nel finale la doppia scalata di Penon dovrebbe scatenare la bagarre nel gruppo che dovrà affrontare tratti che superano il 16%. Le squadre più attrezzate per la vittoria finale sembrano essere Bahrain Victorious, EF Education asyPost, INEOS Grenadiers, BORA Hansgrohe e Decathlon AG2R La Mondiale. I protagonisti della fuga di giornata erano Mattia Bais (Team Polti Kometa), Asier Etxeberria (Team Euskaltel – Euskadi), Nicklas Amdi Pedersen (TDT – Unibet Cycling Team), Andrea Garosio (Team Polti Kometa), Simon Pellaud (Team Tudor Pro Cycling), Masaki Yamamoto (JCL Team UKYO) e Kyrylo Tsarenko (Team Corratec – Vini Fantini). Bais si aggiudicava il traguardo volante di Spormaggiore posto al km 33.9 e si ripeteva una decina di km più tardi quando scollinava in prima posizione sul primo gpm di Andalo posto al km 44.8. Pedersen era il primo ciclista ad alzare bandiera bianca ed a venire ripreso dal gruppo quando mancavano meno di 80 km alla conclusione. Sul primo dei due gpm di Penon posto al km 89.8 la fuga iniziava a sfaldarsi. Bais riusciva comunque a scollinare ancora in prima posizione ma il gruppo inseguitore tirato da INEOS Grenadiers e Decathlon AG2R La Mondiale si faceva sempre più minaccioso alle spalle dei fuggitivi. Garosio vinceva il secondo traguardo volante di Magrè posto al km 96.1. La fuga veniva infine annullata poco prima della seconda ascesa di Penon. A poco più di 8 km dalla conclusione il gruppo di testa era formato da Antonio Tiberi e Wout Poels (Team Bahrain Victorious), Esteban Chaves (Team EF Education EasyPost), Romain Bardet (Team DSM-Firmenich PostNL), Chris Harper (Team Jayco ALUla), Tobias Foss e Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers), Amanuel Ghebreigzabhier e Juan Pedro Lopez (Team Lidl – Trek), Aurelien Paret-Peintre e Ben O’Connor ( Decathlon AG2R La Mondiale Team). Un allungo all’ultimo km di Foss allungava il drappello degli uomini di testa. Al ciclista norvegese riuscivano a unirsi Chaver, O’Connor e Harper; era proprio Foss a sprintare per la vittoria ed a mettere la sua ruota davanti a quella di Harper mentre Chaves era terzo e O’Connor chiudeva in quarta posizione. A 3 secondi di ritardo si piazzava Lopez a completamento della top five. Per Foss è la prima vittoria individuale dopo la medaglia d’oro conquistata nella prova a cronometro individuale ai Mondiali di Wollongong 2022. Il ciclista norvegese è anche la prima maglia verde con 4 secondi di vantaggio su Harper e 6 secondi di vantaggio su Chaves. Domani la seconda tappa da Salorno a Stans presenta un altro finale esplosico con la salita di Gnadenwald, lunga 4.5 km e con una pendenza media del 7.3% ma con una parte centrale che supera il 10%. Dallo scollinamento mancheranno una quindicina di km all’arrivo ed a giocarsi la vittoria di tappa saranno di nuovo gli uomini di classifica.
Antonio Scarfone

Tobias Foss vince a Cortina (foto: Getty Images)
PIDCOCK, STAVOLTA LO SPRINT E’ VINCENTE. IL BRITANNICO TRIONFA ALL’AMSTEL
aprile 14, 2024 by Redazione
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Il finale dell’Amstel 2021 lo aveva visto sconfitto per una questioni di millimetri e tra le polemiche di chi contestava l’esito di un incertissimo fotofinish. Stavolta non c’è neanche stato il bisogno di ricorrere al replay perchè la volata con cui Thomas Pidcock (Ineos Grendadiers) è riuscito ad imporsi nella corsa più importante dei Paesi Bassi ha avuto un esito ben più netto. E così, dopo averla rincorsa per per diversi anni (fu terzo la passata stagione), il britannico è riuscito ad imporsi superando i tre compagni di fuga con cui si era avvantaggiato nel finale. Alle sue spalle Marc Hirschi (UAE Team Emirates), Tiesj Benoot (Visma | Lease a Bike) e Mauri Vansevenant (Soudal-Quick Step). Non pervenuto Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck), evidentemente a corto di energie dopo la fragorosa doppietta Fiandre-Roubaix.
La 58sima edizione della corsa organizzata dalla famosa birra Olandese presenteva un percorso uguale a quello dello scorso anno, con partenza a Maastricht e arrivo a Berg en Terbljit, nei pressi di Valkeburg, dopo 253 km costellati dagli ormai classici “berg” del Limburgo. Il menu prevedeva ben 33 strappetti, gli ultimi dei quali componevano l’ormai classica sequenza:Cauberg (0.6 km à 8.3%), Geulhemmerberg (1 km à 5.9%) e Bemelerberg (0.7 km à 5.9%).
Da segnalare un ininfluente cambio di percorso causato da un incidente occorso ad un poliziotto al seguito della corsa che ha costretto gli organizzatori a fermare momentamente la corsa e a deviare la gara sul Korenweg (al posto del Bergseweg).
La fuga di giornata ha preso corpo dopo circa 35 km per merito di 4 corridori: Tosh van der Sande (Visma | Lease a Bike), Enzo Leijnse (Team DSM-Firmenich-PostNL), Alexander Hajek (Bora-Hansgrohe) e Zeb Kyffin (TDT-Unibet Cycling Team). Il quartetto non ha però mai preso il largo, tanto che il suo vantaggio sul gruppo non ha mai superato i 2 minuti in particolare per merito del lavoro profuso dagli uomini di Alpecin-Deceuninck, Ineos-Grenadiers, Groupama-FDJ e Lidl-Trek. La corsa ha proseguito senza nessun particolare sussulto (qualche caduta a parte) fino ai -80, quando sono iniziate le scaramucce in testa al gruppo. Il primo a muoversi è stato Bob Jungels (Bora-Hansgrohe) che ha cercato invano di portare via un gruppetto di inseguitori. Poco dopo, ai -74, Kyffin e Leijnse sono stati ripresi dal gruppo, stesso destino toccato poco dopo anche ad Hajek e Van der Sande. Ai -70, nel tratto di avvicinamento al primo passaggio sul Bemelerberg, una caduta ha coinvolto Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck), Arthur Kluckers (Tudor) e il duo della Lotto-Dstny formato da Pascal Eenkhoorn e Jonas Gregaard.
Poco prima del Loorberg (-63) la corsa si è nuovamente accesa grazie all’azione di Louis Vervaeke (Soudal Quick-Step), Mikkel Frølich Honoré (EF Education-EasyPost) e Paul Lapeira (Decathlon AG2R La Mondiale) che sono riusciti ad avvantaggiarsi guadagnando una ventina di secondi sul gruppo. Nella fase successiva il nuovo terzetto di testa è riuscito a mantenere un minimo vantaggio sul plotone che però inseguiva con un distacco minimo. E così ai -44 Michal Kwiatkowski (Ineos-Grenadiers) ha provato ad uscire dal plotone nel tentativo di ricucire il gap coi battistrada. Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck) ha però immediatamente reagito, vanificando l’azione del Polacco. Qualche chilometro più in là (-36) Vervaeke ha perso contatto da Honoré e Lapeira venendo ripreso dal gruppo in testa al quale stava scandendo il ritmo Richard Carapaz (EF Education-EasyPost) di ritorno alle corse dopo l’infortunio patito alla Tirreno-Adriatico.
La situazione è nuovamente esplosa ai -35 quando sul Fromberg Marc Hirschi è riuscito ad andare via dal gruppo imitato poco dopo da Roger Adrià (Bora-Hansgrohe) e Valentin Madouas (Groupama-FDJ) e quindi dal ‘vecchio’ Bauke Mollema (Lidl-Trek). L’attacco di Hirschi ha letteralmente dato il via alle danze perchè alle spalle del quartetto appena citato molti altri corridori hanno provato ad evadere dal gruppo: per primo trovavamo un terzetto formato Andreas Kron (Lotto Dstny), Matteo Jorgenson (Visma | Lease a Bike)e Pello Bilbao (Bahrain – Victorious), quindi vi erano Mauri Vansevenant (Soudal Quick-Step), Quentin Pacher (Groupama-FDJ) e poi anche Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers) e Tiesj Benoot (Visma | Lease a Bike). Nel giro di poco più di 5 km i vari gruppetti di attaccanti si sono rincongiunti andando a formare un drappello di testa forte di ben 12 uomini: Adrià, Benoot, Bilbao, Lapeira, Honoré, Hirschi,
Madouas, Mollema, Pacher, Pidcock,Vansevenant e Kevin Vauquelin (Arkea – B&B Hotels).
I battistrada hanno rapidamente guadagnato un margine interessante (circa 1′ ai -22) su quel che rimaneva di un gruppo che non sembrava avere le forze necessarie per imbastire un inseguimento adatto alla situazione. In particolare, l’Alpecin-Decuninck del favorito Van der Poel era rimasta col solo Quentin Hermans a disposizione, troppo poco per poter pensare di andare a riprendere i 12 scatenati fuggitivi. Sull’ultimo passaggio sul Cauberg (-18) si sono così consumati gli ultimi tentativi di contrattacco con Matthias Skjelmose (Lidl-Trek) prima e Andreas Kron in compagnia di Michael Matthews (Team Jayco-Alula) poi. Nessuno di loro è però riuscito a guadagnare abbastanza. Il plotone, con un Van der Poel apparso decisamente sottotono, ha quindi alzato bandiera bianca.
Davanti invece la situazione è tornata ad essere decisamente frizzante: sul penultimo strappo, il Geulhemmerberg, Bilbao ha provato a salutare la compagnia degli altri fuggitivi, ma il suo tentativo è stato neutralizzato da Pidcock, Hirschi e Vansevenant. Proprio al termine della salita è partito in maniera molto decisa Hirschi portandosi dietro Vansevenant, Benoot e Pidcock. Gli altri 6 fuggitivi superstiti (Lapeira, Adrià, Madouas, Pacher, Mollema e Bilbao) hanno provato a più riprese senza successo a rientrare sul nuovo quartetto di testa che si è così presentato all’ultimo km in testa con una ventina di secondi di vantaggio sui 6 inseguitori e poco più di mezzo minutio sul gruppo principale. Lo sprint è stato lanciato dal meno veloce dei battistrada ovvero Vansevenant che è partito lungo ai -300. Ai 150 metri dall’arrivo dalla sua ruota è uscito però Pidcock con Hirschi che ha provato a superare il britannico spuntando fuori alla sua sinistra. Stavolta però Pidcock ha saputo resistere al ritorno dell’avversario, tagliando il traguardo davanti allo svizzero e a Benoot che si è così dovuto accontentare del terzo gradino del podio. Quarta posizione per il bravo Vansevenant che ha provato a salvare la disastrosa primavera del Wolfpack. Subito dietro il giovane Lapeira seguito da Madouas, Mollema, Pacher e Bilbao. La volata del gruppo, giunto ad 11″, è stata vinta da Matthews che ha così chiuso in decima posizione. Il campione del mondo Van der Poel ha chiuso con un anonimo 22° posto.
Prossimo appuntamento con le classiche del nord mercoledì 17 Aprile con la Fleche Wallonne e l’arrivo sul famigerato Mur d’Huy.
Pierpaolo Gnisci
IL GIRO D’ABRUZZO PARLA KAZAKO, VITTORIA FINALE AD ALEXEY LUTSENKO
Missione compiuta per il capitano dell’Astana – Qazaqstan, che dopo la vittoria di ieri a Prati di Tivo, opta per l’attacco da lontano e si prende la classifica finale. Sul traguardo conclusivo dell’Aquila a vincere è Pavel Sivakov (UAE Team Emirates), che supera facilmente George Bennett (Israel – Premier Tech) e lo stesso Lutsenko.
Al 36° Giro d’Abruzzo la tappa finale (Montorio al Vomano – L’Aquila, 173 km) prometteva scintille e così e stato. Il percorso era molto impegnativo, con pochissimi momenti in cui poter rifiatare a causa dei 3000 metri di dislivello spalmati lungo l’intero tragitto e con i GPM di Forca di Penne e a Castel del Monte. Jan Christen, svizzero dell’UAE Team Emirates ed ex leader della classifica generale, farà parte della fuga in compagnia di Matthew Riccitello (Israel – Premier Tech), Sebastien Reichenbach (Tudor Pro Cycling Team), Alessandro Tonelli (VF Group – Bardiani – CSF – Faizané), Adrien Maire (TDT – Unibet Cycling Team) e Simone Raccani (Zaf Euromobil Fior).
Questi sono quasi tutti uomini che hanno chance di agganciare il podio, in particolare lo stesso Christen che è 10° a 2′19” dal capoclassifica Alexey Lutsenko (Astana – Qazaqstan). Infatti è la squadra del kazako a mettersi fin da subito a lavorare in testa al gruppo inseguitore in modo da non far aumentare troppo il distacco. La fuga che viene presa dopo il primo GPM, mentre sulle rampe verso Castel del Monte il primo ad attaccare è George Bennett. Il neozelandese della Israel – Premier Tech prova l’azione solitaria ma Pavel Sivakov (UAE Team Emirates) e Lutsenko gli si accodano. In seguito ci saranno scaramucce tra il neozelandese e Sivakov, roba che non preoccupa affatto il leader della classifica generale. Allo sprint conclusivo Lutsenko lascia fare e Bennett prende la volata da troppo lontano, regalando il successo al francese di origine russa.
Il gap ottenuto basta ai tre anche per salire sul podio finale poichè Lutsenko si impone in classifica con 31” su Sivakov e 34” su Bennett, che scalzano dal secondo e terzo posto rispettivamente Adam Yates (UAE Team Emirates) e Yannis Voisard (Tudor Pro Cycling Team).
Adesso le grandi manovre in vista del Giro d’Italia prevedono, settimana prossima, la disputa dell’impegnativo Tour of the Alps, mentre domenica andrà in scena un altro capitolo delle grandi classiche del nord con l’Amstel Gold Race.
Andrea Giorgini

Alexey Lutsenko (Getty Images)
GIRO D’ABRUZZO, A PRATI DI TIVO IL COLPO DOPPIO DI LUTSENKO
Con il dorsale n.1 il capitano dell’Astana – Qazaqstan e’ il vincitore della tappa regina nella corsa abruzzese, battendo la coppia della UAE – Team Emirates composta da Adam Yates e Diego Ulissi. Alle loro spalle colpaccio dello svizzero Voisard, che nella volata ristretta ha avuto la meglio su George Bennett e Pavel Sivakov. Domani ultima tappa da Montorio al Vomano a L’Aquila con 3000 metri di dislivello e pochissima pianura.
Cambio della guardia in vetta alla classifica generale del Giro d’Abruzzo, dove Alexey Lutsenko leva dal trono lo svizzero Jan Christen (UAE Team Emirates) e si veste di azzurro. Il portacolori dell’Astana – Qazaqstan, nonostante l’essere stretto nella morsa dell’UAE Team Emirates, era colui che si trovava nella miglior condizione per vincere sul duro traguardo in salita a Prati di Tivo, 15 km impegnativi che vedremo anche al prossimo Giro d’Italia (sabato 11 maggio, tappa con partenza da Spoleto).
Nella giornata odierna a muovere la fuga ci hanno pensato Marco Tizza (Bingoal – WB), Matteo Malucelli (JCL Team Ukyo), Filippo Fiorelli (VF Group – Bardiani – CSF – Faizané), Dennis Lock (Zalf Euromobil Fior) e Manuel Peñalver (Team Polti – Kometa), raggiunti in seguito da Marco Oliva (Vini Monzon – Savini Due – OMZ) e da Tommaso Nencini, quest’ultimo compagno di squadra di Lock. Il vantaggio massimo si aggira sui 2′30” e il primo a staccarsi è Oliva, mentre sulla salita verso Croce Abbio restano al comando solamente Lock, Tizza e Fiorelli, che verranno ripresi all’attacco della salita finale. Qui, sulle rampe verso Prati di Tivo, è la UAE Team Emirates a dettare il passo, con il leader della classifica Jan Christen sugli scudi. La salita si fa più dura e la selezione è totale, restano una decina di corridori a lottare per tappa e maglia, anche perchè il giovane svizzero cede a causa il ritmo imposto. Così, ci pensano Adam Yates (UAE Team Emirates) e Lutsenko a comandare la corsa. Il britannico ci prova con uno scatto non secco e si ripete poco dopo in modo più potente; resta solamente il kazako alle sue ruote, ma i due rallentano e Diego Ulissi (UAE Team Emirates) si riporta sotto. Il corridore toscano scandisce il ritmo per il suo capitano e mette nella morsa Lutsenko, che ha comunque ancora energie per vincere la tappa e prendersi la maglia di leader della classifica generale.
Ottima la prova di Yannis Voisard (Tudor Pro Cycling Team), che è quarto nella tappa e sale al terzo posto provvisorio assoluto. Ad una tappa dal termine Lutsenko ha ora 14” su Yates e 37” sull’elvetico, ma la tappa che domani porterà da Montorio al Vomano fino a L’Aquila non lascerà respiro e tutto potrebbe ancora cambiare. Sonio previsti quasi 3400 metri di dislivello spalmati lungo l’intero percorso e non c’è praticamente pianura: due sono i GPM in programma, il primo a Forca di Penne e il secondo a Castel del Monte e sorprese potranno arrivare in qualsiasi momento. In salita saranno anche i mille metri conclusivi al 6.9% verso il traguardo dell’Aquila.
Andrea Giorgini

Lutsenko stacca Ulissi e Yates a pochi passi dal traguardo di Prati di Tivo (foto RCS Sport/La Presse)
BENOIT COSNEFROY VINCE LA FRECCIA DEL BRABANTE
Nell’antipasto delle Ardenne bella vittoria di Benoit Cosnefroy (Team Decathlon AG2R La Mondiale) che ha la meglio in una volata ristretta su Dylan Teuns (Team Israel Premier Tech) e Tim Wellens (UAE Team Emirates)
La Freccia del Brabante segna come di consueto il passaggio dalle classiche del pavè a quelle dei muri. Si parte da Leuven e si arriva ad Overijse sopo quasi 196 km ricchi di brevi salite spezzagambe con un circuito finale da ripeter 4 volte dove gli attacchi saranno all’ordine del giorno. La fuga di giornata si concretizzava soltanto dopo una quarantina di km grazie all’azione di Alan Riou (Team Arkea B&B Hotels), Nicolas Debeaumarché (Team Cofidis), Jens Reynders (Team Bingoal WB), Lorrenzo Manzin (Team TotalEnergies), Anders Halland Johannessen (Team Uno X Mobility), Tomáš Kopecký (TDT – Unibet Cycling Team), James Whelan (Q36.5 Pro Cycling Team) e Jordi Warlop (Team Soudal Quick Step). Il gruppo teneva nel mirino la fuga e nelle prime posizioni si facevano vedere gli uomini del Team Decathlon AG2R La Mondiale. Dopo una violenta accelerazione del Team Alpecin Deceuninck la fuga veniva ripresa a 67 km dal termine. Ricominciavano attacchi e contrattacchi e tre ciclisti riuscivano ad evadere dal gruppo e cioè Alec Segaert (Team Lotto Dstny), Antoine Huby (Team Soudal Quick Step) ed Andreas Leknessund (Team Uno X Mobility).Seguivano una trentina abbondante di km in cui alle spalle dei tre battistrada si alternavano nuovi attacchi che rimescolavano continuamente la situazione, del resto una delle caratteristiche principali della Freccia del Brabante. A circa 20 km dalla conclusione in testa alla corsa erano presenti Tim Wellens (UAE Team Emirates), Dylan Teuns (Team Israel Premier Tech) e Marijn van den Berg (Team EF Education EasyPost). Il terzetto raggiungeva un vantaggio massimo sul gruppo inseguitore che arrivava a 25 secondi. Dal gruppo, molto frammentato a causa dei continui cambi di ritmo, uscivano a loro volta altri ciclisti ed il primo a raggiungere il terzetto di testa era Quinten Hermans (Team Alpecin Deceuninck). Subito dopo riuscivano ad aggregarsi ai quattro battistrada anche Benoit Cosnefroy (Team Decathlon AG2R La Mondiale) Jefferson Cepeda (Team Caja Rural Seguro RGA) e Joseph Blackmore (Team Israel Premier Tech). Questi sei ciclisti si sarebbero giocati la vittoria visto che alle loro spalle il gruppo non era più compatto ed i vari drappelli esistenti non riuscivano a ricucire su quello di testa, Van den Berg provava l’azione solitaria a circa 3 km dalla conclusione ma l’arrivo in salita lo costringeva a desistere visto che i cinque ciclisti alle sue spalle rientravano su di lui dopo lo striscione dell’ultimo km. Nella volata in costante ascesa Cosnefroy vinceva davanti a Teuns e Wellens, mentre chiudevano la top five Blackmore in quarta posizione e Cepeda in quinta posizione. Il primo gruppo inseguitore veniva regolato da Michael Matthews (Team Jayco AlUla) in ottava posizione a 28 secondi di ritardo da Cosnefroy. Il francese vince finalmente la Freccia del Brabante dopo aver collezionato tre podi negli ultimi quattro anni e si candida come una delle minacce più serie per Mathieu van der Poel all’Amstel Gold Race di domenica prossima.
Antonio Scarfone

Benoit Cosnefroy vince la Freccia del Brabante (foto: Getty Images)
UAE TROPPO FORTE A MAGLIANO DE’ MARSI. PER CHRISTEN TAPPA E MAGLIA
Nella seconda tappa del Giro d’Abruzzo Jan Christen (UAE Team Emirates) attacca a cinque km dalla conclusione e vince in solitaria a Magliano de’ Marsi, ben coadiuvato alle sue spalle dai compagni di squadra, abili a chiudere qualsiasi velleità di recupero da parte di altri ciclisti, con Adam Yates e Pavel Sivakov in versione gregari di lusso
Il Monte Urano è l’unico gpm della seconda tappa del Giro d’Abruzzo da Alanno a Magliano de’ Marsi di 161 km. Un vero e proprio muro di 4.5 km al 9.4% di pendenza media con il tratto centrale che presenta pendenze ben superiori al 10%. Il problema è che questa salita si affronta dopo una quarantina di km dalla partenza e con ancora oltre 100 km da percorrere, per cui non crediamo che gli uomini di classifica si muoveranno ed anzi aspetteranno la tappa di domani ai Prati di Tivo per darsi battaglia. La fuga di giornata partiva dopo una ventina di km grazie all’azione di Abram Stockman (TDT – Unibet Cycling Team), Diego Bracalente (Team MBH Bank Colpack Ballan), Andrea Guerra (Zalf Euromobil Fior) ed Alessandro Tonelli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Il vantaggio della fuga sul gruppo maglia azzurra raggiungeva saliva a circa 2 minuti in pochi km. AI piedi del Monte Urano il vantaggio era salito ulteriormente e sfiorava i 4 minuti. Guerra scollinava in prima posizione sul gpm di Monte Urano posto al km 45.5. Nel lungo tratto in pianura tra il km 70 ed il km 135 il gruppo, tirato soprattutto dall’UAE Emirates e dall’Astana Qazaqstan, si avvicinava sensibilmente ai quattro battistrada. Guerra si aggiudicava il traguardo volante di Luco dei Marsi posto al km 113.8. La corsa si accendeva negli ultimi 10 km dopo che la maglia azzurra Davide Zanoncello (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) aveva perso contatto dal gruppo dei favoriti. Era l’UAE Team a prendere in mano le redini della corsa con Jan Christen che scattava a poco più di 5 km dal termine. Il giovane ciclista svizzero raggiungeva 15 secondi di vantaggio sul drappello degli inseguitori ben controllato dai compagni dai squadra Adam Yates e Pavel Sivakov. Christen manteneva intatto il vantaggio che lo portava a vincere in solitaria sul traguardo di Magliano de’ Marsi con 16 secondi di vantaggio su Alexey Lutsenko (Team Astana Qazaqstan) che regolava il drappello alle sue spalle davanti a Thomas Pesenti (JCL Team UKYO). Chiudevano la top five i due ciclisti della Tudor Pro Cycling, ovvero Yannis Voisard in quarta posizione e Sebastien Reichenbach in quinta posizione. Nella top five si segnalava inoltre il buon sesto posto di Domenico Pozzovivo (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) ed il nono posto di Giovanni Carboni (JCL Team UKYO). Christen ottiene la prima vittoria stagionale dopo esserci andato molto vicino alla scorsa Milano – Torino, quando venne battuto soltanto da un brillante Alberto Bettiol (Team EF Education EasyPost). Christen è ora la nuova maglia azzurra e può gestire 20 secondi di vantaggio su Lutsenko , secondo e 22 secondi di vantaggio su Pesenti, terzo. Il resto degli avversari si trova a 26 secondi di ritardo per cui Christen domani se ha la gamba buona anche sulla salita dei Prati di Tivo può aspirare concretamente alla vittoria della breve corsa appenninica. Vedremo se Adam Yates e Pavel Sivakov faranno da chioccia al diciannovenne svizzero e se in caso di attacchi più o meno decisi da parte di altri ciclisti, i capitani dell’UAE Team si muoveranno in prima persona. Resta il fatto che, come accennato precedentemente, la terza tappa di domani sarà decisiva per la vittoria finale del Giro d’Abruzzo 2024.
Antonio Scarfone

Jan Christen vince a Magliano de' Marsi (foto: @ilgirodabruzzo)
GIRO D’ABRUZZO, ENRICO ZANONCELLO VINCE IN VOLATA A PESCARA E INDOSSA LA PRIMA MAGLIA AZZURRA
Nella più che prevedibile volata della prima tappa del Giro d’Abruzzo, Enrico Zanoncello (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) vince davanti a Matteo Malucelli (JLC Team UKYO) e Manuel Penalver (Team Polti Kometa). Il ciclista veneto è la prima maglia azzurra
Il Giro d’Abruzzo sostituisce in calendario il Giro di Sicilia e presenta un tracciato che strizza l’occhio a scalatori e uomini da GT. La terza tappa in particolare, con l’arrivo ai Prati di Tivo, determinerà molto probabilmente il vincitore della breve corsa appenninica. La prima delle quattro tappe totali parte da Vasto e termina a Pescara dopo 161 km. Si risale la costa abruzzese per una trentina di km fino a Rocca San Giovanni, dopodichè ci si addentra nell’entroterra, dove è previsto l’unico gpm di Chieti posto dopo 106 km, fino a rivedere il mare a Pescara. Delle 22 squadra alla partenza solo due sono WT, ovvero UAE Team Emirates ed Astana Qazaqstan. La fuga di giornata partiva dopo una dozzina di km grazie all’azione di otto ciclisti ovvero Andrea Guerra (Team Zalf Euromobil Fior), Nicholas Tonioli (Team UM Tools Caffè Mokambo), Diego Bracalente (Team MBH Bank Colpack Ballan), Bernardo Suaza (Team Petrolike), Matteo Spreafico (Team MG.K Vis – Colors for Peace), Georgo Orosz (Epronex – Hungary Cycling Team), Tommaso Dati (Team Biesse Carrera) e Nicola Rossi (Team Beltrami TSA – Tre Colli). Guerra si aggiudicava il traguardo volante di Rocca San Giovanni posto al km 31.1. Orosz era il primo fuggitivo ad alzare bandiera bianca e ad essere ripreso dal gruppo. Tonioli condivideva stessa sorte una trentina di km più avanti, rallentato oltre che dalla fatica anche da una foratura. A 70 km dalla conclusione i sei battistrada avevano poco più di 4 minuti di vantaggio sul gruppo inseguitore. Guerra transita per primo sul gpm di Chieti mentre anche tra i sei fuggitivi in testa alla corsa iniziava a farsi sentire la fatica. A 35 km dal termine restavano in testa soltanto Dati, Bracalente e Guerra. Dal gruppo inseguitore nel frattempo attaccavano altri sette ciclisti ovvero Dimitri Peyskens (Team Bingoal WB), Giovanni Bortoluzzi (Team General Store – Essegibi – F.lli Curia), Manabu Ishibashi (JCL Team UKYO), Ben Granger (Mg.K Vis – Colors for Peace), Alex Martin (Team Polti Kometa), Nicolò Garibbo (Team Technipes #inEmiliaRomagna) e Filippo Magli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Una violenta accelerazione del gruppo riprendeva il primo gruppo inseguitore a 22 km dalla conclusione. Era in particolare l’UAE Team Emirates a tirare il gruppo. Anche il Team Corratec Vini Fantini si univa all’inseguimento posizionando alcuni uomini nelle posizioni do testa. La fuga veniva definitivamente annullata a 12 km dalla conclusione. Valerio Conti (Team Corratec Vini Fantini) attaccava a poco meno di 8 km dal termine ma la sua azione non impensieriva il gruppo che lo riprendeva in poco tempo. A 4 km dal termine si facevano vedere Diego Ulissi (UAE Team Emirates) ed Alexey Lutsnko (Team Astana Qazaqstan) ma anche la loro azione era destinata a fallire dopo che il gruppo tornava compatto a poco più di 1 km dall’arrivo. Nella volata si imponeva per questione di cm Enrico Zanoncello (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) davanti a Matteo Malucelli (JLC Team UKYO) mentre terzo era Manuel Penalver (Team Polti Kometa). Chiudevano la top five Max Kanter (Team Astana Qazaqstan) in quarta posizione e Niklas Pedersen (Team TDT Unibet Cycling) in quinta posizione. Per Zanoncello è la prima vittoria stagionale ed in classifica generale veste anche la prima maglia azzurra davanti a Malucelli e Penalver, staccati rispettivamente di 4 e 6 secondi. Domani è in programma la seconda tappa da Alanno a Magliano de’ Marsi di 162 km. Il Monte Urano, nelle fasi iniziali della tappa, è l’unico gpm da scalare. Saranno 4.5 km al 9.4%, un vero e proprio muro con pendenze che arrivano al 15% ed un tratto di circa due km dove non si scende mai al di sotto del 10%. Potrebbe essere il punto in cui la fuga di giornata prenderà le mosse, anche se il gruppo dovrebbe chiudere successivamente, visto che la strada sarà pianeggiante per una settantina di km. Gli ultimi 30 km sono più movimentati ma anche domani i velocisti, per lo meno quelli più resistenti, potrebbero avere le loro chances di vittoria.
Antonio Scarfone

Enrico Zanoncello vince a Pescara (foto: Bettini Photo)
VAN DER POEL, LECTIO MAGISTRALIS DI PAVÈ: IMPRESA DELL’OLANDESE NELLA CLASSICA DELLE PIETRE
aprile 7, 2024 by Redazione
Filed under 4) PARIGI - ROUBAIX, News
Van der Poel vince la Parigi-Roubaix 2024 con un attacco a 60 Km dell’arrivo, anticipando un’azione che tutti si aspettavano sul difficile settore di Mons-en-Pévèle e andando ad incrementare il vantaggio chilometro dopo chilometro grazie anche al lavoro dei suoi compagni di squadra che hanno rotto i cambi e che, alla fine, sono riusciti a piazzare un altro Alpecin sul secondo gradino del podio.
In questi ultimi anni ci sono atleti che danno la sensazione di fare un altro sport.
E’ quello che si prova quando si vede Tadej Pogacar attaccare a 80 Km dall’arrivo alla Strade Bianche o appunto il campione del mondo andare via da solo a 45 chilometri dall’arrivo nell’ultimo Giro delle Fiandre.
Anche oggi la scena andata in onda non si è discostata molto da quello che ci si aspettava, anche se, in questa edizione della Parigi-Roubaix, ci sono stati anche temi tattici interessanti che hanno mostrato la meticolosità con la quale la Alpecin ha preparato questa corsa, meticolosità che è stata premiata, oltre che dalla vittoria, in verità ampiamente prevista, di Mathieu van der Poel, anche dal secondo posto di Jasper Philipsen che, in volata, avuto ragione di un Mad Pedersen (Lidl – Trek), che ovviamente aveva dovuto lavorare molto di più, e di un Nils Politt (UAE Team Emirates) bravo a restare tra i primi inseguitori di Van der Poel.
La squadra del campione del mondo ha lavorato alacremente per tenere la corsa sotto controllo e poi per fare selezione nel settore della foresta di Arenberg, ma è uscita dalla bagarre in netta superiorità numerica rispetto alle altre formazioni. Quando Van der Poel è partito all’attacco, distanziando con disarmante facilità tutti gli avversari, gli uomini del suo team sono stati bravissimi ad interpretare il ruolo di stopper, non solo andando a chiudere su ogni tentativo di contrattacco, ma anche rompendo i cambi, piazzandosi subito alle spalle del corridore che cercava di tirare e causando un rallentamento ogni volta che questi cercava un cambio.
Il più temibile avversario del campione del mondo, vale a dire Pedersen, si è trovato stretto in questa morsa e ha dovuto cedere anche la seconda posizione nella volata finale, vinta da Philipsen, che si era limitato a stare a ruota (salvo tentare una sortita offensiva nel tratto finale del Carrefour de l’Arbre).
Se tutto questo è vero e innegabile, è però altrettanto vero che, sin dall’allungo di Van der Poel nel settore di Orchies, è apparso subito evidente come dietro non ne avessero proprio né per provare a seguire l’olandese, né per provare a limitare il distacco, che infatti ha continuato a salire sino ad arrivare a 3 minuti tondi tondi nel velodromo di Roubaix.
Appare quindi forse più corretto dire che il gioco di squadra della Alpecin ha favorito il secondo posto di Philipsen più che la vittoria di Van der Poel che, vista la superiorità dimostrata, non è mai stata seriamente in dubbio.
La verità è che quando ci sono atleti come Pogacar e Van der Poel su certi percorsi non ce n’è per nessuno e ci vogliono corse tradizionalmente incerte come la Sanremo, nelle quali è difficilissimo fare la differenza, per impedire a questi atleti di dilagare, mettendo in campo tutta la loro superiorità rispetto ai rivali.
Ciononostante, di fronte a certi numeri di classe sopraffina, l’appassionato non può far altro che assaporare ogni minuto il gesto atletic e non conta il fatto che, a 60 o 80 km dall’arrivo, la corsa appaia già segnata, conta invece lo spettacolo dell’azione del grande campione e anche quello che offrono gli inseguitori che si danno battaglia per il podio.
Oggi, infatti, oltre all’azione di Van der Poel grande emozione l’hanno offerta anche gli uomini che hanno lottato per i piazzamenti.
La corsa ha visto partire una fuga con Per Strand Hagenes (Team Visma), Rasmus Tiller (Uno-X Mobility), Kasper Asgreen (Soudal Quick-Step), Marco Haller (BORA – hansgrohe), Liam Slock (Lotto Dstny), Gleb Syritsa (AST) e Kamil Malecki (Q36.5) dopo 20 Km di gara. I sette uomini vengono seguiti da Dusan Rajovic (Bahrain Victorious) e Dries de Bondt (Decathlon Ag2r La Mondiale), che però riescono ad accordarsi solo al Km 80. In questa fase va menzionata una caduta in esito alla quale si dovranno ritirare Jonathan Milan (Lidl – Trek) ed Elia Viviani (INEOS Grenadiers).
La fuga non riesce, però, a prendere il largo perché l’Alpecin non lo permette ed anzi il ritmo della formazione belga spezza il gruppo in vari tronconi, azione resa ancor più insidiosa dal vento laterale
All’ingresso della foresta di Arenberg il gruppo dei big è già composto da una trentina di unità, con Pedersen che esce in testa dalla orribile chicane che lo stesso campione del mondo aveva definito uno scherzo e che si spera verrà eliminata dal percorso, in quanto il rimedio è peggiore del pericolo che si propone di scongiurare.
Il pavè della forrsta opera una spietata selezione e il gruppo dei big si riduce a Van del Poel, Philipsen, Pedersen e Mick van Dijke (Team Visma), mentre dietro ad inseguire ci sono Stefan Küng (Groupama-FDJ) e Laurence Pithie (Groupama – FDJ). In questa fase Philpsen fora e questa circostanza permette un rimescolamento delle carte con il rientro di vari corridori, mentre il corridore belga è costretto a spendere energie preziose per rientrare, cosa che toccherà anche a Pedersen, sempre a causa di una foratura.
Subito dopo il settore di Hélesmes c’è l’attacco a sorpresa di Gianni Vermeersch (Alpecin-Deceuninck), compagno di squadra di Van der Poel, che viene prontamente seguito da Kung e Politt. L’attacco portato da un Alpecin è un po’ da decifrare, ma il risultato concreto sarà quello di costringere altre squadre, in particolare la Lidl del temibile Pedersen, a lavorare per chiudere il buco.
Dopo il ricongiungimento c’è una fase di bagarre con vari tentativi di attacco ma, nel settore di Orchies, è l’iridato a muoversi in prima persona un po’ a sorpresa, perché quel tratto di pavè è classificato con 3 stelle, non è tra i più difficili e temuti e arrivava poco prima di quello storico di Mons-en-Pévèle, molto più difficile e selettivo, nel quale tutti si aspettavano l’attacco del campione del mondo.
Non è, però, la sorpresa che impedisce a Pedersen e compagnia di seguire Van der Poel, bensì semplicemente la velocità che l’olandese riesce a sviluppare, superiore rispetto a quella degli avversari.
I pochi secondi di vantaggio aumenteranno costantemente sino a diventare minuti e, mentre il capitano dell’Alpecin si lancia nella sua cavalcata vincente, dietro si fiuta subito la mala parata, sia per l’ingombrante presenza dei compagni dell’iridato che impediscono di organizzare un serio inseguimento, sia per l’oggettiva superiorità dell’uomo al comando da solo.
A questo punto, non resta che organizzarsi per le posizioni sul podio.
Su una prima accelerazione di Pedersen, all’inseguimento rimangono oltre al danese anche Kung, Pithie, Politt e Philipsen.
Pithie sarà fuori dai giochi a causa di una caduta, mentre un attacco a sorpresa di Philipsen nel settore a 5 stelle del Carrefour de l’Arbre fa fuori anche Kung e così restano in tre all’inseguimento.
Per il vincitore l’entrata nel velodromo con la più grande tranquillità gli permetterà di assaporare la vittoria metro per metro, mentre la volata dei battuti viene vinta da Philipsen, che va a completare il successo dell’Alpecin, con Pedersen che deve accontentarsi del gradino più basso del podio.
La prossima classica in programma è l’Amstel Gold Race, ma i riflettori sono tutti puntati sulla Liegi- Bastogne – Liegi che andrà in scena in 21 aprile ed alla quale parteciperanno sia Tadej Pogacar, che questa corsa l’ha già vinta, sia il campione del mondo, che invece ha partecipato solo in una occasione, concludendo la corsa in sesta posizione.
Non sarà, invece, della partita il vincitore della ultime due edizioni, Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), che la recente caduta al Giro dei Paesi Baschi ha messo fuori gioco.
Benedetto Ciccarone

Van der Poel all'attacco solitario sul pavè della Parigi-Roubaix (Getty Images)