PRIMOZ IN TUTTO. ROGLIC VINCE LA CRONOMETRO DI BILBAO E SI PRENDE LA MAGLIA GIALLA
Nella cronometro d’apertura di Bilbao, Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) vince con autorità e già si candida a ruolo di protagonista al Giro dei Paesi Bassi 2021
La cronometro individuale di Bilbao che inaugura il Giro dei Paesi Baschi 2021 è un concentrato di quello che i ciclisti affronteranno in questa settimana: ripide salite, rapide discese e poca pianura. Nei 14 km di lunghezza troviamo infatti nei primi due costante salita con rampe all’11%, poi ci sarà una parte centrale in discesa, fino ad arrivare all’ultimo km dove la strada ritorna a salire su una vera e propria rampa con pendenze che arrivano al 19%. Tra i partenti sono presenti tutti i vincitori delle brevi corse a tappe WT di Marzo: Adam Yates (Team INEOS Grenadiers), vincitore del Giro di Catalogna, Maximilian Schachmann (Team Bora Hansgrohe) vincitore della Parigi Nizza, Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) vincitore della Tirreno Adriatico e Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) vincitore della Settimana Coppi & Bartali. Inoltre è presente anche Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) che pare non essere al meglio dopo le botte subite nella doppia caduta dell’ultima tappa della Parigi Nizza. Proprio quest’ultimo sceglie di partire tra i primi, in una situazione di vento quasi assente, e questa scelta premia lo sloveno, già eccellente cronoman, che si impone con il tempo di 17 minuti e 17 secondi alla media di 48 km e 220 m. Sogna fino alla fine Brandon McNulty (UAE Team Emirates), che all’intermedio fa meglio di Roglic di 5 secondi, ma si deve arrendere nella seconda parte del tracciato, con la micidiale rampa finale sulla quale sembra appesantito. L’americano chiude la sua prova in 17 minuti e 19 secondi, a 2 secondi di ritardo da Roglic. In terza e quarta posizione, a suggellare l’ottima prova complessiva degli uomini in giallo nero della Jumbo Visma, si classificano Jonas Vingegaard e Tobias Foss, rispettivamente a 18 e 24 secondi da Roglic. Più dietro, tutti a 28 secondi di ritardo dallo sloveno, troviamo un terzetto formato da Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), Adam Yates (Team INEOS Grenadiers) e Patrick Bevin (Team Israel StartUp Nation). Chiudono la top ten Ide Schelling (Team Bora Hansgrohe), ottavo a 29 secondi di ritardo, Alex Aranburu (Team Astana), a 30 secondi di ritardo e Maximilian Schachmann (Team Bora Hansgrohe), a 31 secondi di ritardo. La classifica generale rispecchia le posizioni e i distacchi della cronometro, con Roglic davanti a McNulty e Vingegaard. Domani è in programma la seconda tappa da Zalla a Sestao di quasi 155 km. Nella seconda parte del tracciato i ciclisti dovranno affrontare tre GPM, di cui tre di terza categoria ed uno di seconda categoria. Quest’ultimo si scollinerà a 14 km dall’arrivo. Sulla carta non sembra una tappa adatta ai velocisti e potremo assistere già a qualche schermaglia in ottica classifica generale.
Giuseppe Scarfone

Primoz Roglic in azione nella cronometro di Bilbao (foto:Getty Images Sport)
ASGREEN, VOLATA MONUMENTALE. IL DANESE BATTE VAN DER POEL ALLO SPRINT E VINCE IL FIANDRE
aprile 4, 2021 by Redazione
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Un cerchio che si è chiuso dopo 2 anni. Nel 2019 un giovane Kasper Asgreen si rivelò al grande pubblico sul traguardo di Oudenaarde ottenendo un sorprendente secondo posto al suo primo Giro delle Fiandre. A distanza di due anni il campione di Danimarca si è imposto di prepotenza sullo stesso traguardo e ha conquistato la prima classica monumento della sua giovane carriera. Il corridore della Deceuninck-Quick Step, recente vincitore del E3 Prijs Harelbeke, ha battuto al termine di un avvincente sprint a due Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix),il vincitore uscente e grande favorito della vigilia. Sul terzo gradino del podio il redivivo Greg Van Avermaet (Ag2r Citroen Team) che ha avuto la meglio su Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) nello sprint per il 3° posto. Prestazione deludente per Wout Van Aert (Jumbo-Visma) che si è dovuto accontentare del 6° posto, alle spalle anche di Sep Vanmarcke (Israel Start-Up Nation).
La 105a edizione della Ronde Van Vlaanderen prevedeva il via per il 4° anno consecutivo da Anversa e ed un percorso molto simile a quello delle ultime edizioni, nonostante l’assenza (così come nel 2020) del Kapelmuur. Il muro simbolo della corsa fiamminga è stato nuovamente lasciato fuori dalla corsa ufficialmente per motivi legati all’emergenza covid. Gli organizzatori hanno infatti preferito non percorrere la Route Nationale e il ‘Muur’ al fine di sfavorire potenziali assembramenti dei tifosi.
Il menù di giornata prevedeva dunque 254 km caratterizzati da diversi tratti in pavè e da 19 muri, tra cui l’Oude Kwaremont (da affrontare tre volte, rispettivamente ai km 121, 200 e 238), il Paterberg (due passaggi, ai km 203 e 241) e il terribile Koppenberg posto al km 210.
La fuga di giornata ha iniziato a prendere forma al km 7 grazie all’attacco dell’elevetico Stefan Bissegger (EF Education Nippo) a cui si sono rapidamente accodati il danese Mathias Norsgaard (Movistar Team), i fiamminghi Jelle Wallays (Cofidis) e Fabio Van Den Bossche (Sport Vlaanderen-Baloise) e il neerlandese Matthijs Paasschens (Bingoal). I cincque battistrada nel giro di pochi chilomentri sono riusciti a prendere il largo portando il gap ad oltre 40” (km 12). Una volta capito che l’azione sarebbe stata quella buona, gli uomini dell’Astana PremierTech e del Team DSM, evidentemente intenzionati a rientrare sui fuggitivi, hanno provato ad rilanciare l’andatura del gruppo. Proprio in questa fase è giunta la squalifica per Otto Vergaerde (Alpecin-Fenix) e Evgeny Fedorov (Astana PremierTech). Durante le concitate fasi iniziali della corsa, il belga avava colpito con una spallata il kazako che a sua volta aveva provato a ricambiare la cortesia. Entrambi sono stati puniti dalla giuria dopo aver esaminato le immagini.
Poco dopo, intorno al km 20, proprio un corridore dell’Astana, il canadese Hugo Houle, e uno del Team DSM, il tedesco Nico Denz, sono evasi dal gruppo lanciandosi all’inseguimento dei fuggitivi. I due contrattaccanti sono rientrati al km 34 mentre il gruppo, che nel frattempo si era completamente rialzato, era scivolato già a 5’45”.
La corsa si è così stabilizzata: i 7 fuggitivi hanno trovato una buona collaborazione e, complice l’atteggiamento rilassato del gruppo, hanno continuato ad incrementare il gap che, dopo i primi 50 km aveva già superato i 10 minuti
Per i primi 80 km il gruppo principale è stato tirato dal solo Edoardo Affini (Jumbo-Visma). Giunti in prossimità dei primi due tratti di pavè (Lippenhovestraat e Paddestraat, rispettivamente ai km 85 e 87) in testa al gruppo sono arrivate anche le maglie della Deceuninck-Quick Step. Tuttavia il ritmo del plotone non è per nulla cambiato, anzi propio in questa fase i fuggitivi hanno raggiunto il massimo vantaggio, portando il gap ad oltre 12’. Si è così giunti senza particolari colpi di scena a primo muro di giornata, il Katteberg (km 102) che faceva da preludio al terzo tratto di pavè, quello di Holleweg (km103).
Il gruppo ha cambiato marcia poco dopo, mentre si avvicinava al primo passaggio sul Oude Kwaremont (km 121), in particolare grazie al lavoro svolto dal solito Tim Declercq (Deceuninck-Quick Step). Il ritmo imposto dal gigante fiammingo ha prodotto una prima diminuzione del distacco, sceso sotto i 10’ già in cima al Kwaremont. Gli uomini della Deceuninick (oltre a Declercq, molto attivi anche Bert Van Lerberghe e successivamente Davide Ballerini) hanno continuato ad imprimere un’andatura elevanta anche nei chilometri successivi producendo un ulteriore decremento del gap: a 100 chilometri dal traguardo, dopo aver superato il Molenberg (6° muro di giornata), il distacco era ormai inferiore ai 7 minuti.
Gli uomini di Patrick Lefevere hanno ulteriormente incrementato il ritmo lungo il tratto in pavè di Marlboroughstraat (-98), grazie ad un’accelerazione portentosa di Kasper Asgreen che ha letteralmente spaccato il gruppo, contribuendo ad avvicinare ulteriormente i 7 battistrada ( 5’40” di vantaggio al km 95). Poco dopo, all’inizio del muro di Berendries, Kevin Genites (Groupama-FDJ) ha tentato un nuovo allungo dal gruppo principale. Sulle ruote del lussemburghese si è subito riportato Davide Ballerini (Deceuninck-Quick Step) insieme ad altri 8 corridori: Luke Rowe (Ineos Grenadiers), Edward Theuns (Trek-Segafredo), Nathan Van Hooydonck (Jumbo Visma), Joris Nieuwenhuis (Team DSM), Edvald Boasson Hagen (Total Direct Energie), Bryan Coquard (B&B Hotels p/b KTM), Oscar Riesebeek (Alpecin-Fenix) e Boy Van Poppel (Intermarchè-Wanty Gobert). I 10 contrattaccanti hanno resistito in avanscoperta solo per qualche km, prima di essere ripresi in prossimità del Valkenberg. Nel frattempo il vantaggio dei 7 fuggitivi era calato ad appena 4 minuti.
I corridori del gruppo hanno rifiatato sul successivo muro, quello di Berg Ten Haute (-76), per poi ricominciare a darsi battaglia sul Kanarieberg (-70) quando è arrivato l’attacco di Soren Kragh Andersen (Team DSM). Il danese, evidentemente intenzionato a portare via un gruppetto, è rimasto per una paio di chilometri solo all’inseguimento dei 7 fuggitivi, prima di farsi riprendere da un gruppo che aveva iniziato ad essere sempre meno folto.
A 66 chilometri dall’arrivo una caduta avvenuta poco dietro la testa del gruppo ha coinvolto molti corridori, tra cui diversi attesi protagonisti come Julian Alaphilippe (Deceunick-Quick Step), Alexander Kristoff (UAE Team Emirates) e Oliver Naesen (Ag2r Citroen Team). Tutti I corridori finiti a terra sono riusciti a risalire in bici e a rientrare sul gruppo principale nei chilometri successivi, poco prima di arrivare al secondo passaggio sul Oude Kwaremont (-54).
Proprio sul Kwaremont, l’elvetico Stefan Bissegger ha deciso di rompere gli indugi visto che il vantaggio del gruppo di testa sul plotone principale si era ormai ridotto ad 1’40”. L’elevetico si è facilmente tolto di ruota gli ormai ex compagni di fuga. Tra questi il più in difficoltà era il giovane (classe 2000) Fabio Van Den Bossche che non è riuscito a tenere neanche le ruote di Denz, Houle, Wallays, Norsgaard e Paasschens, rimasti all’inseguimento di Bissegger.
Nel gruppo principale la prima accelerazione è stata operata da Yves Lampaert (Deceuninck-Quick Step) con a ruota il capitano Julian Alaphilippe e Tim Wellens (Lotto-Soudal). La loro azione non ha però sortito particolari effetti. Decisamente più incisiva l’iniziativa di Mathieu Van der Poel e Kasper Asgreen che nel tratto finale del Kwaremont sono riusciti ad allungare sul resto del gruppo. Fiutato il pericolo, Wout Van Aert ha immediatamente reagito, portandosi a ruota dei due rivali e trascinando con se quel che restava del gruppo dei migliori. Un nuovo scatto della coppia Asgreen-Van Der Poel si poi consumato al primo passaggio sul Paterberg (-51) e ancora una volta è stato Wout Van Aert a ricucire lo strappo. Una volta ripresi Asgreen e Van der Poel, sono partiti in contropiede Florian Senechal (Deceuninck-Quick Step), Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), Marco Haller (Bahrain Victorius) e Tim Wellens a cui poco dopo si sono aggiunti Christophe Laporte (Cofidis) e Julian Alaphilippe. Il sestetto inseguitore di lì a poco ha ripreso i cinque reduci della fuga di giornata ed ha approcciato le durissime rampe del Koppenberg con 35”di distacco da Bissegger ed appena 15” di vantaggio sul gruppetto comprendente tutti gli altri favoriti.
Lungo il Koppenberg (-45) Alaphilippe ha provato ad evitare il rientro del gruppo inseguitore imprimendo una nuova accelerazione e andando a riprendere facilmente un esausto Bissegger. La nuova coppia di testa è rimasta da sola al comando per appena un paio di chilometri visto che di lì a poco sono rientrati anche Van der Poel, Van Aert, Turgis, Pidcock, Wellens, Laporte e Haller e poco dopo anche il gruppetto di Van Avermaet. Ad approfittare del successivo rallentamento è stato così Marco Haller che ha allungato poco prima di imboccare il Taaienberg (-37). Anche sul quart’ultimo muro di giornata i big non hanno esistato a darsele: all’ennesimo attacco di Van der Poel hanno nuovamente risposto Asgreen, Van Aert, Alaphilippe e poi anche un ottimo Dylan Teuns (Bahrain Victorius). I cinque contrattaccanti hanno rapidamente ripreso Haller andando a formare un interessante sestetto che vedeva la presenza di ben 2 corridori per Deceuninck e Bahrain, oltre ai due fenomeni del ciclocross. Il drappello di testa ha in breve tempo guadagnato una ventina di secondi sul gruppo inseguitore formato da Greg Van Avermaet (Ag2r Citroen Team), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), Dylan Van Baarle e Thomas Pidcock (Ineos Grenadiers), Tiesj Benoot (Team DSM), Anthony Turgis (Total Direct Energie), Christophe Laporte (Cofidis), Tim Wellens (Lotto-Soudal), Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix), Valentin Madouas (Groupama-FDJ) e Sep Vanmarcke (Israel Strat-Up Nation).
Gli inseguitori hanno provato a rientrare sui sei battistrada, rieuscendo però a recuperare solo qualche secondo, non abbastanza per poter ricucire il buco. E così, lungo il terzultimo muro, il Kruisberg-Hotond, Anthony Turgis ha provato a riportarsi tutto solo sui fuggitivi, riuscendo a riprenderli poco dopo lo scollinamento, proprio mentre dietro uno sfortunato Trentin forava nel momento peggiore.
Turgis non ha avuto neanche il tempo di rifiatare perchè proprio al termine del Kruisberg, Kasper Asgreen ha impresso l’ennesima progressione di giornata, stavolta seguito solo da Wout van Aert e Mathieu Van der Poel. Il gruppetto di Alaphilippe, Turgis, Haller e Teuns ha invece lentamente perso terreno venendo poi ripreso dagli inseguitori ai 19 km dall’arrivo, poco prima del terzo e ultimo passaggio sul Oude Kwaremont.
Sul Kwaremont (-17), Turgis ha nuovamente provato a rientrare sulla testa della corsa portandosi a ruota un ottimo Van Avermaet e riducendo parzialmente il gap dal terzetto dei battistrada. Ma proprio nelle ultime centinaia di metri del muro, è giunto l’ennesima sferzata di Van der Poel che ha mandanto in netta difficoltà Van Aert. Asgreen, dopo aver perso qualche metro, è invece rapidamente rientrato sul campione olandese. Terminato il Kwaremont, i corridori erano attesi dal breve ma durissimo Paterberg (-14), ultima asperità prima del traguardo di Oudenaarde. Van Aert ha disperatamente tentato di rientrare su Asgreen e Van der Poel ma le forze erano ormai vicine all’esaurimento e il fuoriclasse belga è rimbalzato sull’ultimo muro di giornata. Asgreen e Van der Poel hanno invece scollinato insieme continuando poi a collaborare lungo i successivi 12 km.
Van Aert è stato invece mestamente ripreso dal gruppo inseguitore che viaggiava con un distacco di circa 28” dai battistrada. Proprio da tale drappello, ai -3 è giunto lo scatto di Van Avermaet e del vincitore dell’ultima Milano-San Remo, Jasper Stuyven, decisi ad anticipare gli altri inseguitori nella lotta per il 3° posto.
Davanti, Asgreen aveva continuato a tirare nonostante fosse, almeno sulla carta, molto meno veloce di Van der Poel. Soltanto una volta entrati nell’ultimo chilomentro, il danese ha deciso di non collaborare più ponendosi a ruota del campione d’Olanda, in una condizione molto simile a quella che si era verificata nell’edizione 2020 della classica fiamminga con Wout Van Aert. Van der Poel ha controllato Asgreen fino ai 250 metri dall’arrivo, quando il danese ha lanciato la sua lunga volata da dietro. Van der Poel ha resistito in testa fino a 100 metri dal traguardo quando la luce si è completamente spenta. Asgreen ha affiancato un Van der Poel ormai in piena riserva e sempre più barcollante e l’ha passato a velocità doppia imponendosi con un margine nettissimo.
Asgreen centra così la vittoria più importante della sua carriera davanti al favorito n°1, battuto e visibilmente deluso nel post-gara. La volata per il terzo posto ha invece premiato un ottimo Greg Van Avermaet (a 32”) che ha battuto in un’altro sprint a due il connazionale Stuyven. La volata del gruppo inseguitore (giunto a 47″) è andata a Sep Vanmarcke bravo a beffare un deludente Wout Van Aert, il sorprendente Gianni Vermeersch, Anthony Turgis, Florian Senechal, Dylan Van Baarle e Christophe Laporte.
Per gli uomini del ‘Wolfpack’ si tratta dell’ennesimo trionfo in un grande classica del nord. Per Kasper Asgreen è invece il primo alloro in una classica momumento, dopo le vittorie ottenute ad Harelbeke e alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne.
Pierpaolo Gnisci

Asgreen trionfo al Fiandre (fonte: Getty Images Sport)
GP INDURAIN, TRIS DI VALVERDE
Alejandro Valverde torna a vincere dopo quasi due anni staccando Alexey Lutsenko e Luis Leon Sanchez.
Corsa movimentata nelle battute iniziali quando evade la fuga di giornata composta da Angel Madrazo (Burgos-BH), Jon Irisarri (Caja Rural – RGA), Emerson Oronte (Rally Cycling), Antonio Carvalho (Efapel), Vincenzo Albanese (Eolo Kometa) e Mikel Aristi (Euskaltel Euskadi). Il gruppo sembra accettare la composizione del drappello insediatosi al comando, che raggiunge un vantaggio massimo intorno ai due minuti e mezzo.
È sull’Alto Guirguillano che la Movistar inizia a fare sul serio, quando al traguardo mancano circa 75 km, nonostante il ritiro della propria punta Enric Mas in seguito ad una caduta. Il ritmo dietro diventa troppo elevato per permettere alla testa della corsa di mantenere il vantaggio, che viene totalmente azzerato in poco tempo.
In situazione di gruppo compatto per alcuni chilometri non succede granché: si deve attendere un tratto vallonato che permette ad un quartetto di fuoriuscire dal plotone e guadagnare rapidamente 30″ di vantaggio. Si tratta di Luis Leon Sanchez (Astana-Premier Tech), Ben Swift (Ineos-Grenadiers), Ben Hermans (Israel Start-Up Nation), Jefferson Cepeda (Caja Rural-Seguros Rga). Questi corridori raggiungono un vantaggio consistente di circa 40″ quando il traguardo dista ormai solo 20 km, ma la Movistar non molla e continua a frustare il gruppo con un ritmo forsennato.
Sull’Alto de Eraul il vantaggio si è ridotto a soltanto 20 secondi, ed è qui che dal gruppo partono gli attacchi: quello buono è portato da Alejandro Valverde (Movistar), che riassorbe uno ad uno i fuggitivi e si piazza al comando della corsa insieme all’ultimo degli attaccanti rimasti, L.L. Sanchez che gli si pone prontamente a ruota. Da dietro è poi il turno di Alexey Lutsenko (Astana-Premier Tech), il quale raggiunge la coppia spagnola al comando e riesce anche a prendere il largo in salita, ma pagando lo sforzo nel falsopiano seguente che porta allo strappo finale venendo così raggiunto.
Sono questi tre a giocarsi la vittoria: nonostante la superiorità numerica in termini di gioco di squadra, nulla può il duo Astana contro lo scatto fulminante del campione murciano che ottiene così il suo terzo successo al GP Indurain, raggiungendo nel palmares Angel Vicioso che deteneva finora questo record da solo. Alle sue spalle è Lutsenko ad aggiudicarsi la piazza d’onore, mentre il compagno di squadra Sanchez resiste per solo 2 secondi al rientro del gruppo e porta a casa il terzo posto finale davanti a Pello Bilbao (Bahrain-Victorious) ed Elie Gesbert (Arkea-Samsic).
Lorenzo Alessandri
Alejandro Valverde esulta in solitaria sul traguardo (Credit: Bettini Photo)
ATTRAVERSO LE FIANDRE ARRIVA IL SUCCESSO DI DYLAN VAN BAARLE
Nell’ultimo appuntamento prima del Giro delle Fiandre di domenica il successo ha arriso a Dylan van Baarle, capace di dare la botta giusta ai meno 53. Podio per Laporte e Merlier.
Come ben sanno gli appassionati di ciclismo, in questo periodo si susseguono senza soluzione di continuità appuntamenti più o meno importanti. Se il Giro delle Fiandre di domenica prossima è stato evidenziato da molti come uno degli appuntamenti clou della stagione, l’odierna Dwars door Vlaanderen – À travers la Flandre non poteva essere trascurata perchè una eventuale débâcle di qualsiasi dei top rider avezzi a muri e pietre sarebbe stata oggetto di analisi e controanalisi da oggi a domenica mattina. Facendo passare in secondo piano anche il nome del vincitore.
Cosa questa avvenuta in parte, perché gli attesi Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix) e Julian Alaphilippe (Deceuninck – Quick Step) non hanno proprio convinto, anche se è facile pensare che si siano nascosti. Un’altro dei grandi protagonisti di questo inizio di stagione, Wout Van Aert (Jumbo-Visma) non era nemmeno al via.
Comunque è miglior cosa parlare dei veri protagonisti e non di chi protagonista, per un motivo o per l’altro, non lo è stato.
La corsa ha avuto un avvio velocissimo, cosa che ha fatto sì che il nascere della fuga di giornata, elemento classico di quasi ogni appuntamento ciclistico, si vedesse solo dopo 76 km con l’allungo di Ethan Hayter (Ineos Grenadiers), seguito a breve da Jelle Wallays (Cofidis, Solutions Crédits) e Florian Vermeersch (Lotto Soudal), quest’ultimo rimasto nel trio di testa solo per una trentina di chilometri.
Da segnalare ai meno 60 la scivolata di Elia Viviani (Cofidis), che ha provocato la caduta di altri ciclisti, tra i quali Matteo Trentin (UAE-Emirates), più rapido a ripartire rispetto al veronese, successivamente ritiratosi e condotto in ospedale per accertamenti.
Con una situazione di gara già abbastanza effervescente sullo tratto in pavè dello Steenbeekdries, ai -58, ci ha provato Greg Van Avermaet (AG2R Citroën), seguito da Dylan Teuns (Bahrain-Victorious). A quel punto la corsa è letteralmente esplosa alle spalle dei due battistrada con un susseguirsi di gruppetti e groppuscoli che viaggiavano ognuno per proprio conto.
La fuga di Wallays e Hayter si è conclusa ai meno 57, poco prima dell’attacco portato sull’ottavo dei 13 muri, il Berg Ten Houte, da Dylan Van Baarle (Ineos).
La risposta di Van der Poel non ha dato l’esito sperato e non ha intaccato la provvisoria leadership del battistrada, che ha continuato in solitaria fino al traguardo, dove ha colto il suo più importante successo in carriera, nonostante gli inseguitori non abbiano mai mollato e si siano esibiti in tentativi di riagganciare la lepre olandese.
Alla fine il vincitore si è presentato al traguaredo con 26″ di vantaggio su Christophe Laporte (Cofidis), scattato all’ultimo chilometro, che ha preceduto di un nulla in volata Tim Merlier (Alpecin-Fenix), Yves Lampaert (Deceuninck – Quick Step), Thos Van der Sande (Lotto Soudal), Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates), Van Avermaet, Anthony Turgis (Total Direct Énergie), Florian Sénéchal (Deceuninck – Quick Step) e il vincitore della Sanremo Jasper Stuyven (Trek – Segafredo)
Primo degli italiani si è piazzato Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka ASSOS), che ha terminato la gara in quindicesima posizione.
Mario Prato

Van Baarle al traguardo della "Attraverso le Fiandre" (Getty Images Sport)
VAN AERT SVERNICIA GLI ITALIANI ALLA GAND-WEVELGEM
marzo 28, 2021 by Redazione
Filed under 2) GAND - WEVELGEM, News
Un grande Wout Van Aert (Jumbo-Visma) vinceva in una volata ristretta di soli sette ciclisti l’ottantatresima edizione della Gand-Wevelgem, corsa del calendario Uci World Tour di 254,00 chilometri che dalla città di Ypres terminava a Wevelgem.
Una Gand-Wevelgem spettacolare, segnata dalle forti raffiche di vento e dall’assenza forzata della Trek-Segafredo e della Bora-Hansgrohe a causa di positività al covid riscontrate nel loro gruppo squadra, a cui si aggiungeva anche l’assenza dell’acerrimo rivale di Van Aert: Mathieu Van der Poel. Il fuoriclasse olandese aveva deciso di rallentare un attimo e ricaricarsi in vista del Giro delle Fiandre.
Con il vincitore dell’anno scorso anno Mads Pedersen (Trek – Segafredo) costretto ai box, tra le folate del vento si partiva da Ypres, cittadina tristemente nota per la battaglia che si combattè nella prima guerra mondiale nei mesi di aprile e maggio 1915 tra i belgi e i francesi da un lato e i tedechi dall’altro, battaglia dove avvenne per la prima volta l’uso di armi chimiche, precisamente l’uso di gas tossico.
Gruppo che subito la partenza vedeva vari ciclisti tentare la fuga. Dopo soli 8 chilometri si muovevano Christophe Noppe (Arkéa Samsic), Jonas Rutsch e Stefan Bissegger (EF Education-Nippo), e Laurenz Rex (Bingoal Pauwels Sauces WB), ai quattro si sarebbe accodato dopo un centinaio di metri Yevgeniy Fedorov (Astana Premier Tech). I fuggitivi, di cui Noppe non faceva più parte, aiutati dal vento portavano il loro vantaggio sul gruppo a 9′ quando i chilometri percorsi erano appena cinquanta. Quando la strada, salendo verso nord incontrava il vento forte lateralmente, il gruppo si spezzava in più parti con gruppi di ciclisti che formavano i famosi ventagli. A 175 km dalla fine nel primo ventaglio si sono trovavano 21 ciclisti, tutti bravi a farsi trovare pronti e preparati. Deceuninck- QuickStep che si lasciava sorprendere indietro, unico corridore per il team di Lefévére presente era Sam Bennett. Il primo ventaglio era formato dagli italiani Sonny Colbrelli (Bahrain-Victorious), Matteo Trentin (UAE-Emirates) e Giacomo Nizzolo (Qhubeka Assos), gli altri componenti del gruppo erano Sam Bennett (Deceuninck-Quick Step), Jasper De Buyst (Lotto Soudal), Danny Van Poppel (Intermarché-Wanty), Wout Van Aert e Nathan Van Hooydonck (Jumbo-Visma), Jack Bauer, Luka Mezgec, Michael Matthews e Robert Stannard (BikeExchange), Imanol Erviti e Lluís Mas (Movistar), Jasha Sütterlin (DSM), Sven Erik Bystrøm (UAE-Emirates), Stefan Küng (Groupama-FDJ), Michal Golas (Ineos Grenadiers), Timothy Dupont (Bingoal), Jérémy Lecroq e Cyril Lemoine (B&B Hotels p/b KTM). I fuggitivi venivano ripresi a 154 chilometri dall’arrivo, mentre tiravano all’inseguimento nel secondo ventaglio gli uomini dell’AG2R Citroen Team e della Deceuninck, con quest’ultimi che invece di recuperare terreno continuavano a spezzare il loro gruppo facendo perdere contatto a gente come Philippe Gilbert (Lotto) e Jens Keukeleire (EF Education Nippo).
Con la corsa che stava per raggiungere i primi muri, la Deceuninck-QuickStep si giocava le ultime carte facendo attaccare Davide Ballerini, Zdenek Stybar e Yves Lampaert. Azione di cuore ma dall’esito negativo scontato. Selezine che avveniva invece anche tra i ciclisti che facevano parte del gruppo di Van Aert. Sul secondo passaggio del Kemmelberg, quando di chilometri ne mancavano 53, il fuoriclasse Van Aert attaccava portandosi dietro il compagno di squadra Van Hooydonck, Bennett, Van Poppel, Matthews, Küng e tutti e tre gli italiani che facevano parte del gruppetto: Trentin, Colbrelli e Nizzolo. Mentre Arnaud Démare (Groupama – FDJ)prima, e Greg Van Avermaet (AG2R Citroen)dopo, si lanciavano da dietro in futili tentativi di inseguimento, i nove in testa procedevano spediti all’arrivo.
A sedici chilometri dall’arrivo si staccava Bennett, salutando così anche l’ultima possibilità in casa Deceuninck-QuickStep. In prossimità del traguardo, con Matthews che si picchiava la gamba per sciogliere i muscoli (segno di problemi muscolari) e Bennett out, aumentavano le chances di vittoria per i tre corridori italiani, in particolar modo per Giacomo Nizzolo autore di un buon inizio di stagione. Proprio il corridore della Qhubeka Assos riprendeva facilmente un Kung che provava ad anticipare la volata ai meno due dal traguardo. L’arrivo in volata era ormai imminente, così il freddo e calmo Un Van Aert metteva il fido Van Hooydonck in testa a tenere alta l’andatura. Dopo un altro tentativo di Kung ai -300 metri si arrivava alla volata. Van Aert che aveva affiancato Kung, si lanciava in uno sprint imbattibile agile e potente. Alle sue spalle nulla potevano uno stanco Matthews e un Colbrelli non esplosivo. Amaro in bocca per Nizzolo, partito da troppo dietro, recuperava posizione su posizione chiudendo al secondo posto. Terzo posto per Trentin che seguiva a ruota Nizzolo,quarto posto per Colbrelli. Wout Van Aert aggiungeva così la Gand-Wevelgem al suo palmarès, corsa vinta meritatamente grazie alla sua condotta perfetta di gara, abile sui muri e sul pavé, scattante nel vento e freddo e attento nei momenti chiave della corsa.
Luigi Giglio

La vittoria di Van Aert alla Gand-Wevelgem (Getty Images Sport)
DE GENDT, STOCCATA CATALANA. A BARCELLONA VINCE IL BELGA. AD ADAM YATES IL GIRO DI CATALOGNA 2021
Nell’ultima tappa del Giro di Catalogna, la fuga è la grande protagonista della giornata. Tra gli attaccanti è Thomas De Gendt (Team Lotto Soudal) ad avere la meglio sul resto della compagnia, scattando con decisione a 5 km dall’arrivo. Adam Yates (Team INEOS Grenadiers) vince la centesima edizione della breve corsa spagnola.
L’ultima tappa del Giro di Catalogna 2021 vede Barcellona come sede di partenza e di arrivo. Nella prima parte ci si dirige verso la zona collinare al di fuori della città per poi ritornare sul circuito finale di sei giri in cui spicca l’Alt de Montjuic e sul quale si scatenerà la bagarre tra pretendenti alla vittoria finale ed alla tappa stessa. Alla partenza si presentavano 139 ciclisti, mentre non partenti erano Jordi Meeus (Team Bora Hansgrohe), Steff Cras e Sylvan Moniquet (Team Lotto Soudal). Un inizio scoppiettante vedeva il primo tentativo di fuga grazie a Wouter Poels (Team Baurain Victoriuos), Daniel Martin (Team Israel StartUp Nation), David De La Cruz (UAE Team Umirates) Remy Rochas (Team Cofidis), Alexander Kamp (Team Trek Segafredo), Fausto Masnada e Remi Cavagna (Team Deceuninck Quick Step). Al km 17 il gruppo tornava compatto e iniziava a scalare il Coll de la Creu d’Ordall , primo GPM in programma. Attila Valter (Team Groupama FDJ) scollinava in prima posizione mentre i tentativi d’attacco riprendevano con veemenza. Un nuovo attacco era portato, tra gli altri, da Wilco Kelderman (Team Bora Hansgrohe), ma la INEOS Grenadiers chiudeva immediatamente visto che l’olandese poteva impensierire e non poco il leader Adam Yates, essendo quinto in classifica generale a poco più di un minuto di ritardo dal britannico. A 90 km dall’arrivo si formava finalmente la fuga di giornata, composta da 32 ciclisti, il cui miglior piazzato in classifica generale era Nicolas Edet (Team Cofidis), che aveva 6 minuti e 42 secondi di ritardo da Yates. L’INEOS lasciava andare la fuga ma controllava comunque che il suo vantaggio non si dilatasse eccessivamente. Al primo traguardo volante di Castelldefels era Dion Smith (Team Bikeexchange) a transitare in prima posizione. Il fuggitivi, all’ingresso del circuito finale di Barcellona, avevano 4 minuti di vantaggio sul gruppo. Al termine del primo giro del circuito in testa si erano portati Thomas De Gendt (Team Lotto Soudal) e Matej Mohoric (Team Bahrain Victorious). De Gendt si aggiudicava il traguardo del Centenario. A 20 km dall’arrivo il gruppo inseguitore aveva aumentato il ritmo. Mohoric e De Gendt iniziavano l’ultimo giro del circuito con un vantaggio di 1 minuto e 8 secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore. De Gendt attaccava a 5 km dall’arrivo e si involava verso una vittoria delle sue. Il belga era primo con 22 secondi di vantaggio su Mohoric mentre si classificava terzo a 1 minuto e 42 secondi di ritardo Valter. Chiudevano la top five Sebastien Reichenbach (Team Groupama FDJ) e Alejandro Valverde (Team Movistar) a 1 minuto e 46 secondi di ritardo da De Gendt. Adam Yates vince la centesima edizione del Giro di Catalogna con 45 secondi di vantaggio su Richie Porte (Team INEOS Grenadiers) e 49 secondi di vantaggio su Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers). Lo squadrone britannico domina la breve corsa spagnola con tre ciclisti nelle prime tre posizioni. Per quanto riguarda le altre classifiche, Esteban Chaves (Team Bikeexchange) vince quella a punti e quella dei GPM e Joao Almeida (Team Deceuninck Quick Step) è invece il miglior giovane. Infine la classifica a squadre la vince, e non poteve essere altrimenti, l’INEOS Grenadiers. Con le Classiche del Nord che entrano nel vivo, la Spagna sarà comunque ancora protagonista a inizio Aprile con i prossimi appuntamenti del GP Miguel Indurain e del Giro dei Paesi Baschi.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Thomas De Gendt a Barcellona (Foto: Getty Images Sport)
IL RITORNO DI PETER. SAGAN VINCE A MATARO’, ADAM YATES SEMPRE PRIMO
Una volata a ranghi praticamente compatti in quel di Matarò dà la vittoria a un ritrovato Peter Sagan (Team Bora Hansgrohe), che dopo un 2020 deludente ed una positività al covid ritorna a far paura per le classiche del Nord. Adam Yates (Team INEOS Grenadiers) resta in maglia blancoverde e domani ha tutte le carte in regola per vincere la sua prima corsa a tappe stagionale nella tappa conclusiva di Barcellona.
I 203 km da Tarragona a Matarò presentano due GPM nella seconda parte, in una tappa – la penultima del Giro di Catalogna 2021 – che potrebbe ricalcare grosso modo lo stesso svolgimento di quella appena trascorsa, con un gruppo più o meno sostanzioso di ciclisti fuori classifica abili a concretizzare la fuga vincente. Tutto ciò sullo sfondo di un’INEOS Grenadiers che sta dominando la classifica generale con tre uomini nelle prime tre posizioni. Dopo la partenza da Tarragona si segnalavano diversi attacchi nell’avanguardia del gruppo, che procedeva in lunga fila indiana. In cinque riuscivano ad avvantaggiarsi dopo una decina di km: Harold Tejada(Team Astana), Dmitri Strakhov (Team Gazprom Rusvelo), Matej Mohoric (Team Bahrain Victorious), Mattias Skjelmose Jensen (Team Trek Segafredo) ed Antoine Duchesne (Team Groupama FDJ). Dopo 35 km il rirado del gruppo era di 3 minuti e 15 secondi. Strakhov si aggiudicava il primo traguardo volante di Sant Jaume dels Domenys. Strakhov transitava in prima posizione anche sul successivo traguardo del Centenario mentre sul Port d’Ullastrell scollinava in prima posizione Mohoric. Il gruppo inseguitore transitava sul GPM con un ritardo di 4 minuti e 20 secondi dalla fuga. A condurre l’inseguimento erano in particolare quattro squadre: Team DSM, UAE Team Emirates, Team Euskaltel e Team Bora Hansgrohe. Nel frattempo si segnalava il ritiro di Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo). A 66 km dalla conclusione il vantaggio della fuga sul gruppo era sceso a 3 minuti e 40 secondi. Anche Nathan Brown (Team EF Education Nippo) abbandonava la corsa. A 60 km dall’arrivo, il vantaggio della fuga era di 3 minuti. Il gruppo si faceva sempre più minaccioso alle spalle dei fuggitivi. Strakhov era l’ultimo a venire ripreso a 18 km dal termine, poco prima dell’inizio del secondo GPM di giornata, l’Alt El Collet, sul quale scollinava per primo Elie Gesbert (Team Arkea Samsic). Nella discesa il gruppo si ricompattava e Remi Cavagna (Team Deceuninck Quick Step) provava un attacco dei suoi. Il gruppo, allungatissimo, doveva impegnarsi per riprendere il forte atleta francese. In particolare la Bora Hansgrohe lavorava per Peter Sagan e nella volata finale il tre volte campione del mondo vinceva su Daryl Impey (Team Israel StartUp Nation) e Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates). Chiudevano la top five, al quarto posto Reinardt Janse Van Rensburg (Team Qhubeka ASSOS) ed al quinto posto Alexander Kamp (Team Trek Segafredo). Sagan ottiene la prima vittoria stagionale e guarda con fiducia alle classiche del Nord dopo un buon quarto posto alla Sanremo. La classifica generale resta invariata nelle prime posizioni, con la tripletta dell’INEOS Grenadiers formata da Adam Yates, Richie Porte e Geraint Thomas che completano il podio, mentre sono più dietro, a più di un minuto di ritardo da Yates, Alejandro Valverde (Team Movistar) e Wilco Kelderman (Team Bora Hansgrohe). Domani è in programma la tappa conclusiva di Barcellona che vede come insidia principale l’Alt de Castell de Montjuic all’interno del circuito finale da affrontare sei volte. Yates ha un piede e mezzo sul gradino più alto del podio finale ma dovrà tenere gli occhi aperti, magari chissà dando uno sguardo interessato anche a Porte e Thomas.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Peter Sagan a Matarò (foto: Getty Images)
C’E’ DEL MAGICO IN DANIMARCA: A FORLI’ VINCE HONORE’, LA SETTIMANA COPPI & BARTALI E’ DI VINGEGAARD
Un’ultima tappa appassionante vede una fuga iniziale ripresa sull’ultimo GPM a 16 km dall’arrivo. Tra scatti e controscatti se ne vanno Mikkel Honorè (Team Deceuninck Quick Step), già presente nella fuga iniziale, e Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma), primo in classifica generale. La coppia danese non viene ripresa e si gioca la vittoria a Forlì: vince Honorè su Vingegaard che si consola vincendo la Settimana Coppi e Bartali 2021.
La Settimana Coppi & Bartali ci riserva un finale appassionante grazie alle distanze ancora minime che persistono in classifica generale. Pur avendo vinto due tappe ed aver racimolato prezioni secondi di vantaggio grazie agli abbuoni, Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) ha solo 7 secondi di vantaggio sul secondo classificato, l’australiano Nick Schultz (Team Bikeexchange), per non parlare del resto degli avversari diretti, tutti racchiusi in alcune decine di secondi. Ed il percorso dell’ultima tappa autorizza a credere che Vingegaard dovrà guadagnarsi la vittoria in quel di Forlì, da dove la tappa conclusiva parte ed arriva dopo 166.2 km, racchiusa in un percorso cittadino da ripetere sette volte. Dopo la partenza da Forlì si formava un gruppetto in testa di cui facevano parte Ben Swift (Team INEOS Grenadiers), Mikkel Honorè (Team Deceuninck Quick Step), Alessandro De Marchi (Team Israel StartUp Nation), Matteo Jorgenson (Movistar Team), Giovanni Carboni (Team Bardiani CSF Faizanè), Alejandro Osorio (Team Caja Rural Seguros) ed Alessandro Fancellu (Team Eolo Kometa). La Jumbo Visma non dava troppo spazio alla fuga e la manteneva a 2 minuti. Il primo GPM di Rocca della Caminate , che effettivamente era la terza scalata della salita principale della tappa odierna, se lo aggiudicava Osorio. Il gruppo scollinava con quasi 3 minuti di ritardo mentre proprio Osorio si faceva sfilare; la fuga perdeva così un uomo. La Jumbo Visma aumentava il ritmo anche perché Honorè, ottavo a 26 secondi di ritardo da Vingegaard, era una seria minaccia per il danese ed infatti era virtualmente primo. Dopo 90 km il vantaggio della fuga sul gruppo era di 2 minuti e 50 secondi. Honorè scollinava in prima posizione sul successivo GPM, mentre il gruppo inseguiva a 2 minuti e 30 secondi. Nel frattempo Ivan Sosa (Team INEOS Grenadiers) soffriva ancora delle botte rimediate per la caduta nella terza tappa ed era costretto al ritiro. A poco più di 40 km dalla conclusione in testa alla corsa restava un terzetto formato da Honorè, De Marchi e Swift. Una decisa accelerazione del gruppo sull’ultimo GPM annullava infine la fuga, con Swift e Konorè ultimi ad arrendersi. Ben Hermans (Team Israel StartUp Nation) scollinava per primo. Honorè non si arrendeva e tentava un nuovo attacco alla fine della discesa, ma era proprio Vingegaard a portarsi sul danese. La coppia di danesi andava d’accordo e aumentava il vantaggio sui diretti inseguitori. A 2 km dall’arrivo la coppia in testa aveva 30 secondi di vantaggio e sembrava ormai certo che si sarebbero giocati la vittoria di tappa. Era Honorè a tagliare il traguardo per primo ed ad ottenere così la prima vittoria stagionale. Vingegaard, secondo, si consola con la vittoria della Settimana Coppi e Bartali 2021. Per quanto riguarda le posizioni di rincalzo, Shane Archbold (Teamdeceuninck Quick Step) era terzo a 19 secondi da Honorè, mentre chiudevano la top five Ethan Hayter (Team INEOS Grenadiers) in quarta posizione e Juan Ayuso (Team Colpack Ballan) in quinta posizione. Come detto, Vingegaard vince la Settimana Coppi & Bartali 2021 con 22 secondi di vantaggio su Honorè e 32 secondi di vantaggio su Nick Schultz (Team Bikeexchange). Da notare che nella top five non ci sono italiani, ed il primo è Kevin Colleoni (Team Bikeexchange), undicesimo a 1 minuto e 21 secondi di ritardo da Vingegaard. Per quanto riguarda le altre classifiche, Vingegaard vince anche quella a punti, Alejandro Osorio (Team Caja Rural) quella GPM e Hayter quella dei giovani, mentre l’INEOS Grenadiers vince la classifica a squadre.
Antonio Scarfone

La vittoria di Mikkel Honorè a Forlì (foto: Bettini Photo)
IMPRESA DI ASGREEN ALLA E3 SAXO BANK CLASSIC
Kasper Asgreen (Deceuninck – Quick Step) ha vinto in maniera sorprendente la E3. Dopo un’azione solitaria di 55 chilometri, ha avute le energie per attaccare nuovamente negli ultimi cinque andando a trionfare sul compagno di squadra Florian Sénéchal e Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix). Matteo Trentin (UAE-Team Emirates) è stato il migliore degli italiani concludendo al 18° posto.
La sessantaquattresima edizione della E3 Saxo Bank Classic presentava un percorso simile a quello della passata edizione con 204 chilometri da compiere con 10 tratti di pavè e 17 salite. I passaggi più importanti della corsa erano il Taaienberg ai -80, l’Eikenberg ai -60 seguito da Stationsberg, e in particolare Paterberg (-42) e Oude Kwaremont (ai -38) affrontati con sequenza inversa rispetto al Giro delle Fiandre.
La lista di partenza era estremamente importante con il solito confronto tra Wout Van Aert (Team Jumbo-Visma) e Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix). I principali avversari provenivano da Deceuninck – Quick Step, Lotto Soudal, AG2R Citroën Team, Trek – Segafredo, Team DSM e UAE-Team Emirates che schieravano più corridori in grado di giocarsi carte importanti. Altri outsiders erano Michael Matthews (Team BikeExchange), Alberto Bettiol (EF Education – Nippo), Sonny Colbrelli (Bahrain – Victorious), Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers) e Sep Vanmarcke (Israel Start-Up Nation).
La prima notizia della giornata era la non partenza dell’intera BORA – Hansgrohe a seguito della positività al coronavirus di Matthew Walls. La partenza invece era caratterizzata da un forte vento che causava un altissimo ritmo in gruppo che impediva gli attacchi almeno fino al primo tratto in pavè da affrontare dopo 30km. Qua riuscivano a sganciarsi dal plotone un tentativo di dieci atleti comprendente Alexys Brunel (Groupama – FDJ), Lindsay De Vylder (Sport Vlaanderen – Baloise), Marco Haller e Jonathan Milan (Bahrain – Victorious), Johan Jacobs e Lluís Mas (Movistar Team), Rasmus Tiller (Uno-X Pro Cycling Team), Jelle Wallay (Cofidis, Solutions Crédits) e Taco van der Hoorn (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux). Questi corridori riuscivano a raggiungere un vantaggio massimo di tre minuti.
Dopo sessanta chilometri una caduta coinvolgeva Jhonatan Narvaez (INEOS Grenadiers) e Fernando Gaviria (UAE-Team Emirates) che erano costretti al ritiro.
A 95 chilometri dalla conclusione Victor Campenaerts (Team Qhubeka ASSOS) aumentava il ritmo allungando il gruppo fino ai primi movimenti con Quinn Simmons (Trek – Segafredo). Il corridore americano veniva ripreso da un fortissimo ritmo della Deceuninck Quick-Step sul Taaienberg. Il forcing produceva un gruppetto di attaccanti rappresentato da Kasper Asgreen, Yves Lampaert e Zdenek Stybar (Deceuninck Quick-Step), Matthews, Van Aert, Van der Poel, Jasper Stuyven (Trek – Segafredo) e Matteo Trentin (UAE-Team Emirates). Questa azione veniva però influenzata dalla foratura di Van Aert, il quale veniva ripreso dal gruppo principale dove grazie all’aiuto di un paio di gregari riusciva a rientrare sul gruppo di testa che nel frattempo aveva ripreso i fuggitivi. A 66 chilometri dall’arrivo proprio quando stava per avvenire il ricongiungimento Asgreen riusciva ad andarsene in solitaria con vari atleti che provavano senza successo ad inseguirlo. A 57 chilometri, sullo Stationsberg, Van der Poel imprimeva una violenta accelerazione con alla sua ruota Van Aert e Stybar. Nel tratto seguente vari corridori riuscivano a rientrare ritrovandosi a una decina di secondi da Asgreen che riusciva a resistere al comando.
In un momento di rilassamento erano Haller, Oliver Naesen (AG2R Citroën Team), Markus Hoelgaard (Uno-X Pro Cycling Team), Florian Sénéchal (Deceuninck Quick-Step), Anthony Turgis (Team Total Direct Energie) e Florian Vermeersch (Lotto Soudal) a fiondarsi all’inseguimento del danese. Una volta giunti sul Paterberg Asgreen manteneva un margine di 20” sul gruppo inseguitore e 1’ sul resto del gruppo. Van Aert attaccava con forza sul muro, tenendo alla sua ruota Stybar, Greg Van Avermaet (AG2R Citroën Team) e Van der Poel. Lungo il Kwaremont questo gruppetto riusciva a rientrare sul primo gruppo abbassando il vantaggio di Asgreen a 15”. Lampaert e Dylan Van Baarle (INEOS – Grenadiers) nel frattempo provavano a rientrare sul gruppo inseguitore, riuscendo a compiere questa azione a 26 chilometri dalla conclusione con il danese che riusciva a difendere ancora il margine di vantaggio sui 15-20 secondi. Nel frattempo Tiesj Benoot (Team DSM) e Stuyven venivano segnalati all’inseguimento a circa 50” da Asgreen, mentre ormai solo Van Aert e Van der Poel collaboravano nell’inseguimento, facendo prendere velocemente margine ad Asgreen. Lampaert rimaneva vittima di una foratura che lo costringeva a perdere diversi secondi venendo ripreso da Benoot e Stuyven.
Sull’ultimo muro di giornata, il Tiegemberg, Van Aert attaccava, con Van der Poel che rilanciava in maniera molto più importante, infatti Van Aert subiva il colpo restando attardato Solo Stybar, Van Avermaet, Sénéchal e Naesen restavano col fuoriclasse olandese andando ad abbassare il ritardo da Asgreen a soltanto 12” con 19 km da compiere. Van Baarle in solitaria riusciva a rientrare sul primo gruppo inseguitore, mentre Van Aert era poco più attardato. Asgreen veniva ripreso a dodici chilometri dalla conclusione formando quindi un gruppetto di sette atleti con 15” su Van Aert, Haller, Vermeersch, Turgis e Hoelgaard, ma questo gruppo perdeva inesorabilmente terreno perché davanti, ad eccezione di Asgreen, la collaborazione era totale. A sorpresa, a 5 chilometri dalla conclusione, dopo aver ricaricato la batterie, Asgreen attaccava secco. Riusciva subito a prendere una decina di secondi e i soli AG2R provavano con attacchi e accelerazioni a chiudere il buco sempre ben marcati dai Deceuninck. Van der Poel scattava secco ai -2, ma Sénéchal si incollava alla sua ruota, in questo momento il gruppo alzava bandiera bianca concentrandosi alla lotta per il secondo posto.
Kasper Asgreen conquistava così una vittoria meritatissima dopo due azioni davvero intense. Naesen, dietro, lanciava una volata lunga con Van der Poel che rispondeva, ma veniva comunque anticipato da Senechal che completava la doppietta Deceuninck Quick-Step davanti a Van der Poel. Stybar concludeva al quinto posto andando così a confermare una grandissima prestazione di squadra. Il miglior italiano era Trentin al 18° posto, vittima di una foratura che non gli ha permesso di giocarsi le sue carte al meglio.

Carlo Toniatti
KAMNA VINCE A MANRESA. ADAM YATES SEMPRE PRIMO
La quinta tappa del Giro di Catalogna 2021 è caratterizzata da una fuga di ottimi ciclisti coronata da un attacco finale a 7 km dalla conclusione da parte di Lennard Kamna (Team Bora Hansgrohe). Le buone doti da passista gli permettono di ottenere una vittoria meritata mentre Adam Yates (Team INEOS Grenadiers) mantiene saldamente sulle spalle la maglia di leader.
Dopo le ultime due tappe che hanno definito ulteriormente la classifica generale con il dominio INEOS che colloca tre ciclisti nelle prime tre posizioni, oggi il Giro di Catalogna offre una tappa lunga, superiore ai 200 km, che vede due GPM, il primo dei quali verrà affrontato dopo quasi 40 km ed il secondo, dalle pendenze costanti e abbastanza impegnative, a circa 25 km dall’arrivo. La partenza è a La Pobla de Segur e l’arrivo a Manresa dopo precisamente 201.1 km. Purtroppo nella penultima tappa non prendeva il via la Kern Pharma a causa della positività al covid di due suoi componenti. Dopo una decina di km dalla partenza c’era il primo tentativo di fuga grazie all’azione di Fausto Masnada, Remi Cavagna e James Knox (Team Deceuninck Quick Step), David De La Cruz (UAE Team Emirates), Ruben Guerreiro (Team EF Education First), Elie Gesbert (Team Arkea Samsic), Callum Scotson (Team Bikeexchange), Gianluca Brambilla ed Alexander Kamp (Team Trek Segafredo), Marc Soler (Team Movistar), Wouter Poels (Team Bahrain Victorious), Francois Bidard (Team AG2R Citroen), Sean Bennett (Team Qhubeka ASSOS), Omer Goldstein (Team Israel StartUp Nation) e Antonio Jesus Soto (Team Euskaltel). Il gruppo non dava molto spazio ai quattordi attaccanti che venivano ripresi già in vista della ascesa del primo GPM di giornata, il Coll de Comiols. Era Koen Bouwnìman (Team Jumbo Visma) a scollinare in prima posizione. Nella successiva Cavagna tentava un nuovo attacco in collaborazione con Matej Mohoric (Team Bahrain Victorious). Thiman Arensman (Team BDC) e Ide Schelling (Team Bora hansgrohe) raggiungevano la coppia in testa. Si formava così un quartetto che provava a guadagnare sul gruppo. Arensman si aggiudicava lo sprint del Centenario. A 81 km dal termine le carte in tavola si mescolavano ancora visto che il gruppo di testa era formato ora da De La Cruz, Knox, Valter, Jungels, Mohoric, Soler, Arensman, Schelling, Goldstein e Cavagna. Allo sprint intermedio di Calaf, posto al km 95.5, Cavagna transitava in prima posizione. Jungels si aggiudicava il successivo traguardo intermedio di Manresa posto al km 140. Cavagna provava l’azione solitaria a circa 50 km dal termine. Il francese aumentava sia gli sforzi che il vantaggio sugli ex compagni di fuga ed iniziava la salita verso il Port de Montserrat con 1 minuto e 50 secondi di vantaggio sui diretti inseguitori, mentre il gruppo inseguiva più dietro ad oltre 3 minuti di ritardo. Cavagna scollinava in prima posizione ma nel falsopiano prima della discesa vera e propria veniva raggiunto da altri ciclisti, ovvero Mikel Bizkarra (Team Euskaltel), Sebastien Reichenbach (Team Groupama FDJ), Carlos Verona(Team Movistar), Rigoberto Uran (Team EF Education Nippo), Lennard Kamna (Team Bora Hansgrohe), Steven Kruijswijk (Team Jumbo Visma),Gesbert, Storer e Smith. Verona provava l’allungo in discesa ma veniva ripreso a 10 km dall’arrivo. A 8 km dalla conclusione era Kamna a portare un nuovo attacco. Il ciclista tedesco, molto attivo anche in alcune tappe precedenti, si involava tutto solo verso la vittoria finale, la prima del 2021, e trionfava sul traguardo di Manresa. In seconda posizione giungeva Ruben Guerreiro (Team EF Education First) a 39 secondi di ritardo mentre Bizkarra era terzo a 42 secondi di ritardo. Il primo gruppo inseguitore era regolato da Dion Smith a 44 secondi di ritardo da Kamna. Il gruppo principale con il leader della classifica generale giungeva al traguardo con 1 minuto e 59 secondi di ritardo. Adam Yates (Team INEOS Grenadiers) resta tranquillamente primo rispettivamente con 45 secondi di vantaggio e 49 secondi di vantaggio sui compagni di squadra Richie Porte e Geraint Thomas. Domani è in programma la sesta e penultima tappa da Tarragona a Matarò, di 193.8 km. L’assenza pressoché totale di pianura ed i due GPM – Port d’Ullastrell e Alt de Collet nella seconda metà della tappa – potrebbero essere utilizzati come trampolino di lancio per qualche azione interessante, anche da parte di uomini in classifica.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Lennard Kamna a Manresa (foto: Getty Images Sport)

