LIEGI FEUDO SLOVENO ANCHE NEL 2021: POGACAR SUCCEDE A ROGLIC

aprile 25, 2021 by Redazione  
Filed under 7) LIEGI - BASTOGNE - LIEGI, News

Aveva già rischiato di vincerla l’anno scorso, ma nello sprint finale fu messo fuori giocao dalla manovra irregolare di Julian Alaphilippe. Dopo poco più di sei mesi Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) si è ripreso la più dolce delle rinvincite conquistando la Liegi-Bastogne-Liegi al termine di uno sprint ristretto proprio davanti a quel Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step) che lo aveva ostacolato nello scorso autunno. Il giovane fuoriclasse sloveno, alla prima affermazione in una classica monumento, succede nell’albo d’oro al connazione Primoz Roglic (Jumbo-Visma) apparso oggi in affanno. Sul terzo gradino del podio, alle spalle di Pogacar e Alaphilippe, David Gaudu (Groupama-FDJ) che ha preceduto l’eterno Alejandro Valverde (Movistar Team) e Michael Woods (Israel Start-Up Nation).

Il percorso della 107a edizione della Liegi-Bastogne-Liegi ricalcava quasi completamente quello della passata edizione. I corridori erano attesi da 259,1 km induriti dalla presenza di 11 cotes e da numerosi altri strappetti non segnalati ufficialmente. L’unica eccezione rispetto al 2020 era rappresentata dall’introduzione della Cote de Desniè (km 210,8), posta tra il Col du Rosier e la Cote de la Redoute in sostituzione del più noto Col du Maquisard.

Appena dato il via ufficiale alla corsa, sei corridori sono riusciti ad avvantaggiarsi sul gruppo: Tomasz Marczynski (Lotto-Soudal), Lorenzo Rota e Loic Vliegen (Intermarché Wanty Gobert), Sergei Chernetski (Gazprom-RusVelo), Laurens Huys (Bingoal-Pauwels Sauzen BW) e Aaron Van Poucke (Sport Vlaanderen Baloise). Poco dopo, sul gruppetto di testa è rientrato un altro corridore della Bingoal, il neerlandese Matthijs Paasschens, mentre il gruppo si è completamente rialzato, lasciando il via libera ai fuggitivi. Dopo appena 10 km dalla partenza il vantaggio dei 7 battistrada si aggirava intorno ai 5 minuti, mentre al km 20 il margine era salito a 9′50”. Poco dopo, in testa al plotone sono apparse prima le maglie della Jumbo-Visma e poi quelle della Deceuninck-Quick Step, evidentemente intenzionate a non lasciare dilagare il vantaggio dei battistrada. Il gap, dopo aver toccato un massimo di 10′35”, si è stabilizzato intorno ai 10 minuti e la corsa ha proseguito a lungo senza sussulti.
Durante la parte centrale della corsa, il gruppo ha iniziato ad aumentare il ritmo, principalmente grazie al lavoro svolto dagli uomini di Jumbo-Visma, Deceuninck-Quick Step e Movistar. Di conseguenza, il distacco è lentamente calato raggiungendo gli 8′40” in prossimità della Cote de La Roche-en-Ardenne (km 76), per poi scendere sotto i 7 minuti in cima alla seconda asperità di giornata, la Cote de Saint-Roch (km 123,5).

Entrati negli ultimi 100 km, i corridori erano attesi da una prima sequenza di strappi ravvicinati: la Cote de Mont-le-Soie (ai -95), la Cote de Wanne (-85), la Cote de Stockeau (-80) e la Cote de l’Haute-Levée (-76). In questa fase si sono registrate le prime azioni in testa al gruppo principale: la prima brusca accelerazione è stata impressa da Luis Leon Sanchez (Astana Premiertech) lungo la Cote de Wanne. Qualche chilometro dopo, in cima all Cote de l’Haute-Levée, è stato il campione Olimpico Greg Van Avermaet (Ag2r Citroen Team) a provare l’allungo, ma la reazione del gruppo è stata immediata e nel giro di 200 metri il tentativo è stato neutralizzato.
Si è così giunti ai piedi della Cote du Rosier (-62) con i 7 battistrada che potevano vantare un vantaggio di poco superiore ai 4 minuti. Proprio lungo il Rosier (4,5 km al 5,7% di pendenza media) si è assistito ad un nuovo aumento dell’andatura del gruppo, questa volta ad opera di Remy Rochas (Cofidis), alla cui ruota si sono immediatamente portati Mikkel Honorè (Deceuninck-Quick Step) e Matteo Jorgenson (Movistar Team). Di lì a poco i tre contrattaccanti sono stati raggiunti da altri corridori, tra cui il basco Alex Aranburu (Astana Premiertech) che a sua volta ha provato ad allungare in contropiede. Il rimescolamento in testa al gruppo è andato avanti finchè si sono avvantaggiati Harm Vanhoucke (Lotto-Soudal), Mark Donovan (Team DSM) e Mark Padun (Bahrain-Victorius). I tre contrattancanti, transitati in cima alla cote du Rosier con 2′15” di ritardo dai 7 battistrada ed una quindicina di secondi di vantaggio sul gruppo principale, lungo la successiva discesa hanno definitivamente preso il largo: a 50 chilometri dall’arrivo il loro distacco dai fuggitivi era ormai inferiore ai 2 minuti mentre il gruppo, completamente rilassato, era scivolato a quasi 4 minuti dalla testa della corsa.

Sulla successiva salita, l’inedita Cote de Desnié (1,7 km al 7,3 %) posta a 48,3 km dal traguardo, il gruppo è tornato ad aumentare l’andatura sotto l’impulso degli uomini di Deceuninck-Quick Step (lodevole il lavoro di Peter Serry) e Bora-Hansgrohe. Il distacco dai battistrada è così tornato sotto i 3 minuti, mentre i tre contrattaccanti si sono ulteriomente avvicinati alla testa della corsa, portando il gap a poco più di un minuto.
La corsa è definitivamente esplosa lunga la terzultima cote di giornata, la famigerata Col de la Redoute (2 km al 8,6%). Nel gruppo di testa Lorenzo Rota ha immediatametne alzato il ritmo, facendo staccare prima Matthijs Paasschens e poi Sergey Chernetski. Nel giro di poche centinaia di metri Rota è riuscito a liberarsi anche degli altri ex compagni di fuga, restando in compagnia del solo Laurens Huys. Nel gruppo principale è stata invece l’Ineos a prendere il comando delle operazioni. La squadra britannica ha imposto un ritmo decisamente alto culminato con la violenta progressione di Tao Geoghegan che ha letteralmente sgretolato il plotone. Tra gli uomini rimasti inizialmente attardati anche Julian Alaphilippe (Deceunick-Quick Step), poi rientrato nel tratto successivo insieme a molti altri corridori.
Nel frattempo Marczynski e Vliegen erano rinvenuti su Rota e Huys, andando a ricomporre un quartetto di testa a cui restavano ormai solo 45” secondi di vantaggio sul gruppo. A questo punto è stato Vliegen a provare l’azione solitaria, staccando gli altri 3 compagni di fuga nel tratto di saliscendi posto a valle della Redoute. Il belga però lungo le prime rampe della Cote de Forges (-23,5) si è dovuto arrendere ai crampi ed è stato rapidamente ripreso e superato da Marczynski e Rota.

Proprio lungo la Cote de Forges si è assistito ad una nuova e impetuosa accelerazione di Tao Geoghegan Hart. Il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia in men che non si dica si è riportato sulle ruote di Rota e Marczynski, trascinando con se il compagno di squadra Adam Yates e altri 9 corridori: Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma), Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), Richard Carapaz (Ineos Grenadiers), Esteban Chaves (Team BikeExchange), David Gaudu (Groupama-FDJ), Jack Haig (Bahrain-Victorius), Mauri Vansevenant (Deceuninck-Quick Step), Sergio Higuita (EF Education-Nippo) e Krists Neilands (Israel Start-Up Nations).
Poco dopo lo scollinamento, gli uomini della Ineos hanno provato approfittare della superiorità numerica grazie all’attacco di Richard Carapaz (-21). L’azione dell’Ecuadoriano ha trovato impreparati i compagni di fuga che si sono letteralmente rialzati venendo poi ripresi dal resto del gruppo. Carapaz si è quindi ritrovato in testa con circa 25” di vantaggio quando ormai mancava solo una salita prima del traguardo di Liegi, la temibile Cote de la Roche aux Faucons (1,3 km al 10,5%).
A guidare l’inseguimento del gruppo lungo le prime rampe dello strappo è stato James Knox (Deceuninck-Quick Step). Il britannico ha consentito al plotone di riavvicinarsi notevolmente a Carapaz che è stato infine ripreso a circa 200 metri dall’arrivo, quando è giunto lo scatto di Davide Formolo (UAE Team Emirates) che ha ulteriomente selezionato il già ridotto gruppo di testa.
L’azione decisiva è arrivata poche centinaia di metri dopo, lungo lo strappetto che seguiva la Roche-Aux-Faucons: Michael Woods (Israel Start-Up Nation) è partito secco nel tratto più duro provocando una decisa selezione. A resistere all’attacco del canadese sono stati solo in 4: Julien Alaphilippe, Tadej Pogacar, David Gaudu e Alejandro Valverde, che proprio oggi festeggiava le 41 primavere. Alle loro spalle si è ritrovato un quartetto formato da Jakob Fuglsang (Astana PremierTech), Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e dal duo della UAE composto da Marc Hirschi e Davide Formolo. Proprio a causa della presenza di due compagni di Pogacar, gli inseguitori non hanno trovato un accordo e sono stati ripresi poco dopo dal gruppo.
In cinque battistrada hanno invece collaborato alla perfezione e ai -11 potevano vantare un margine di circa 15 secondi sul gruppo inseguitore in cui tra gli altri erano presenti Primoz Roglic, Bauke Mollema (Trek-Segafredo), Michal Kwiatkowski (Ineos Grenadiers), Esteban Chaves (Team BikeExchange), Tiesj Benoot (Team DSM) e Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe). Il margine è continuato a crescere nei chilomentri successivi, arrivando a 35” ai -5.
I battistrada hanno proseguito di comune accordo fino ai -2, quando sono iniziati i primi tatticismi. Ai 1300 metri dall’arrivo Woods ha provato l’allungo in solitaria ma è stato prontamente riacciuffato dai 4 compagni di fuga. Giunti sotto lo striscione dell’ultimo chilomentro con Valverde in testa al drappello, i 5 battistrada hanno iniziato a controllarsi, riducendo notevolmente l’andatura, mentre da dietro Hirschi, Mollema e Benoot tentavano disperatamente di rientrare.
Lo stallo è continuato fino ai 250 metri quando Valverde ha lanciato il suo sprint con a ruota Woods e Gaudu. Proprio dalla scia del corridore della Groupama ai 150 metri è uscito a velocità doppia Alaphilippe, ma il transalpino nulla ha potuto di fronte alla rimonta poderosa di Pogacar che ha tagliato il traguardo a braccia alzate, davanti allo stesso Alaphilippe, Gaudu, Valverde e Woods. La volata per il sesto posto è andata a Marc Hirschi (giunto a 7”) che ha battuto Benoot e Mollema. Poco dopo, a 9” da Pogacar, è arrivato un altro drappello regolato da Schachmann davanti a Matej Mohoric (Bahrain-Victorius), Michal Kwiatkowski, Jakob Fuglsang e Primoz Roglic.

Per Pogacar l’ennesima conferma di un talento che non si limita solo alle corse a tappe, ma può ambire alla vittoria anche nelle corse di un giorno. Da sottolineare anche l’8o podio alla Doyenne per l’intramontabile Alejandro Valverde il cui ritiro a fine anno sembra sempre meno probabile. Giornata no invece per il vincitore uscente Primoz Roglic che non è riuscito a tenere le ruote dei migliori sull’ultimo strappetto, mentre per Alaphilippe continua la maledizione della Liegi che nelle ultime stagioni lo ha già visto per ben 4 volte nei primi 5, ma mai vincitore.

Pierpaolo Gnisci

Pogacar sprint vincente a Liegi (fonte: Getty Images)

Pogacar sprint vincente a Liegi (fonte:Getty Images)

GROSSSCHARTNER SI IMPONE A RIVA DEL GARDA. SIMON YATES VINCE IL TOTA 2021

aprile 23, 2021 by Redazione  
Filed under News

Felix Grossschartner (Team Bora Hansgrohe) vince a Riva del Garda dopo una fuga che comprendeva 16 ciclisti. L’austriaco saluta tutti sulla seconda ascesa di Lago di Tenno e va a vincere in solitaria. Simon Yates (Team Bikeexchange) vince il Tour of The Alps 2021.

Da Valle del Chiese a Riva del Garda sono poco più di 120 km, ma la quinta ed ultima tappa del TOTA 2021 presenta poca pianura, se si eccettua la parte pianeggiante dei primi 18 km, dopodiché sarà un continuo saliscendi tra le montagne trentine fino al traguardo. In particolare la doppia scalata verso il Lago di Tenno negli ultimi 35 km potrà dare il la a qualche azione interessante, anche perché abbiamo visto una certa tendenza ad attaccare in tutte le salite finali di questo Tour of the Alps. Simon Yates (Team Bikeexchange) ha la vittoria praticamente in pugno ma dovrà comunque tenere gli occhi bene aperti. Da segnalare, prima della partenza da Valle di Chiese, l’annuncio del forfait di Jai Hindley (Team DSM), caduto nella tappa di ieri. Gli attacchi iniziavano immediatamente e si firmava un nutrito drappello di fuggitivi composto da Thibaut Pinot (Team Groupama FDJ), Vadim Pronskiy (Team Astana), Matteo Fabbro e Felix Grossschartner (Team Bora Hansgrohe), Tejay Van Garderen (Team EF Education Nippo), Alessandro de Marchi e Daniel Martin (Team Israel StartUp Nation), Tony Gallopin (Team AG2R Citroen), Nicolas Roche e Michael Storer (Team DSM). Sul primo gruppo rientravano prima dell’inizio della scalata verso Passo Duron Ivan Ramiro Sosa (Team INEOS Grenadiers), Nick Schultz (Team Bikeexchange), Hermann Pernsteiner (Team Bahrain Victorious), Julen Amezqueta (Team Caja Rural), Francois Bidard (Team AG2R Citroen) e Georg Steinhauser (Tirol KTM Cycling Team). Sul Passo Duron De Marchi scollinava per primo e nella successiva discesa si avvantaggiava insieme a Steinhauser, Roche, Amezqueta, Grossschartner e Pinot. De Marchi faceva suo anche il successivo traguardo intermedio di Fiavè. All’inizio della prima ascesa verso il Lago di Tenno i sette uomini di testa avevano pochi secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore mentre il gruppo maglia verde, tirato dai compagni di squadra di Simon Yates, inseguiva a 2 minuti di ritardo. Steinhauser scollinava in prima posizione. Nella discesa il gruppo maglia gialla aumentava il ritmo. In particolare Aleksandr Vlasov (Team Astana) provava a scompaginare le carte accelerando insieme al compagno Luis Leon Sanchez. Ma il gruppo maglia verde non si faceva sorprendere e si compattava all’inseguimento dei fuggitivi. A 20 km dall’arrivo i sette di testa avevano 57 secondi di vantaggio sul gruppo maglia verde. Storer rientrava sulla testa della corsa proprio quando iniziavano gli scatti lì davanti. Era Grossschartner ad andarsene tutto solo. Una caduta nel gruppo rallentava alcuni uomini come Domenico Pozzovivo (Team Qhubeka ASSOS) e Gianluca Brambilla (Team Trek Segafredo). Grossschartner aumentava il vantaggio su De Marchi e Roche, diretti inseguitori, mentre il gruppo maglia verde era poco più dietro. L’austriaco non veniva più ripreso ed andava a vincere in solitaria sul traguardo di Riva del Garda. A 34 secondi di ritardo Roche aveva la meglio su De Marchi nello sprint per la seconda posizione, mentre il gruppo maglia verde era regolato da Gianni Moscon (Team INEOS Grenadiers) a 40 secondi di ritardo. Grossschartner ottiene la prima vittoria stagionale mentre Simon Yates vince con merito il Tour of the Alps 2021 davanti a Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious) e Aleksander Vlasov (Team Astana). Per quanto riguarda le altre classifiche Alessandro De Marchi si aggiudica quella dei GPM e Cepeda quella dei giovani. Infine l’INEOS Grenadiers si porta a casa il titolo di squadra migliore. Il Tour of the Alps è stata come al solito un’ottima preparazione in vista del Giro d’Italia ed ha già fatto capire i ciclisti che potranno dire la loro nella corsa rosa. A questi dovremo aggiungere coloro che non hanno partecipato alla corsa trentina come Egan Bernal, Vincenzo Nibali o Mikel Landa. Insomma, tra due settimane e per tutto il mese di Maggio dalla partenza di Torino fino alla conclusione di Milano ne vedremo delle belle.

Giuseppe Scarfone

Felix Grossschartner vince a Riva del Garda (foto: Getty Images Sport)

Felix Grossschartner vince a Riva del Garda (foto: Getty Images Sport)

CHE PELLO! BILBAO VINCE A PIEVE DI BONO, YATES RESTA IN MAGLIA VERDE

aprile 22, 2021 by Redazione  
Filed under News

Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious) si aggiudica la terza tappa del Tour of the Alps imponendosi in una volata a tre davanti ad Aleksandr Vlasov (Team Astana) e Simon Yates (Team Bikeexchange). Lo spagnolo è ora secondo in classifica generale alle spalle di Yates mentre Pavel Sivakov (Team INEOS Grenadiers) crolla sull’ultimo GPM di Boniprati.

La quarta tappa del Tour of the Alps 2021 parte da Naturno e termina a Pieve di Bono dopo 168.6 km. Anche se non è classificata come GPM, la prima salita che i ciclisti dovranno affrontare potrebbe già dire molto sullo svolgimento della tappa; infatti dopo 25 km si inizia a salire verso Passo Castrin, la cui vetta è dopo altri 25 km. Successivamente i ciclisti dovranno affrontare i due GPM di Passo Campo Carlo Magno e di Boniprati. Quest’ultimo si conclude a 8 km dall’arrivo, tutti in discesa. Gli uomini di classifica si sfideranno sicuramente e Simon Yates (Team Bikeexchange) dovrà difendere la maglia verde. Dopo i primi attacchi risultati infruttuosi, proprio sulle rampe del Passo Castrin, intorno al km 40, si formava la fuga di giornata ad oprera di nove ciclisti: Chris Froome (Team Israel StartUp Nation), Attila Valter (Team Groupama FDJ), Amanuel Ghebreigzabhier (Team Trek Segafredo), Luis Leon Sanchez (Team Astana), Felix Grosssschartner (Team Bora Hansgrohe), Hermann Pernsteiner (Team Bahrain Victorious), Nichilas Prodhomme (Team AG2R Citroen), Nicolas Roche (Team DSM) e Marton Dina (Team Eolo Kometa). A 100 km dalla conclusione il vantaggio della fuga era di 2 minuti sul gruppo maglia verde. Sanchez si aggiudicava il traguardo volante di Dimaro dopodiché iniziava la scalata verso il Passo Campo Carlo Magno, primo GPM in programma. Il gruppo maglia verde tirato dal Team Bikeexchange manteneva un ritmo costante ed il ritardo sulla fuga si manteneva intorno ai 2 minuti anche durante l’ascesa del Passo Campo Carlo Magno. Era Dina a scollinare in prima posizione. A 40 km dall’arrivo il vantaggio della fuga sul gruppo era di 1 minuto e 30 secondi. Il gruppo annullava la fuga a 18 km dal termine, all’inizio dell’ultimo GPM di Boniprati. Sulle prime rampe del GPM erano gli uomini dell’INEOS Grenadiers e dell’Arkea Samsic a dettare il ritmo nelle prime posizioni. Il primo attacco lo postava Hugh Carthy (Team EF Education Nippo) a 4 km e mezzo dalla vetta. Simon Yates rispondeva senza scomporsi più di tanto all’attacco del ciclista statunitense, mentre tra i grandi nomi perdeva contatto Pavel Sivakov (Team INEOS Grenadiers). Al comando della corsa si portavano Aleksandr Vlasov (Team Astana) e Simon Yates. Il russo scollinava per primo, mentre alle loro spalle inseguivano ad una decina di secondi Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious) e Daniel Martin (Team Israel StartUp Nation). Quest’ultimo cadeva due volte in discesa e diceva addio alla top five generale. Bilbao raggiungeva la coppia di testa a 2 km dall’arrivo e si imponeva nella volata a tre davanti a Vlasov e Yates. Al quarto posto si piazzava Quintana a 58 secondi mentre quinto era Jefferson Cepeda a 1 mintuto e 6 secondi di ritardo da Bilbao. In classifica generale Yates, ad una tappa dalla conclusione, ha 58 secondi di vantaggio su Bilbao e 1 minuto e 6 secondi di vantaggio su Vlasov. Domani è in programma la quinta ed ultima tappa del TOTA 2021. Sono soltanto 121 i km da percorrere ma non c’è praticamente un metro di pianura, se si eccettuano i primi 18 km. Passo Duron e Lago di Tenno – quest’ultima da percorrere due volte nel finale – sono due salite pedalabili ma chi vuole provare a far saltare il banco dovrà attaccare per mettere in difficoltà Yates ma per quanto visto finora il britannico sembra aver ipotecato la vittoria finale.

Giuseppe Scarfone

Lavittoria di Pello Bilbao a Pieve di Bono (foto: Getty Images)

Lavittoria di Pello Bilbao a Pieve di Bono (foto: Getty Images)

L’ALA IRIDATA SPIANA ROGLIC E IL MURO DI HUY

aprile 21, 2021 by Redazione  
Filed under 6) FRECCIA VALLONE, News

Vittoria di Julian Alaphilippe in uno sprint a due con Primoz Roglic. Per il Campione del Mondo si tratta della terza Freccia Vallone vinta in carriera. Terzo posto per un eterno Alejandro Valverde, male i pochi italiani presenti.

Un superbo Julian Alaphilippe (Deceunicnk-QuickStep) vinceva in volata la Freccia Vallone, la Classica delle Ardenne che come ogni anno anticipa di qualche giorno la Liegi-Bastogne-Liegi. Il corridore transalpino trionfava sull’arrivo della ripida salita di Huy, il simbolo della Freccia Vallone, battendo gli atri favoriti di giornata come Primoz Roglic (Team Jumbo-Visma) e Alejandro Valverde (Movistar Team). Partenza della corsa che avveniva a Charleroi, cittadina belga che tornava ad ospitare il via della gara dopo 9 anni, infatti tradizione vuole che ogni anno la sede di partenza cambi per dare lustro così a diverse città della Vallonia. Percorso odierno che si presentava più corto di 8,4 km rispetto allo scorso anno per un totale di 193,6 chilometri. Il gruppo, di cui non facevano parte i corridori l’UAE Team Emirates a causa di due positività riscontrate il giorno prima all’interno della squadra, affrontava come prima asperità di giornata a 142,7 km dal traguardo con la Côte d’Yvoir che aveva preso il posto della Côte de Trasenster. Chi passava per primo sulla Côte d’Yvoir era il gruppo dei fuggitivi che si era avvantaggiato dopo alcuni chilometri dalla partenza, fuggitivi che erano Diego Rosa (Arkéa-Samsic), Louis Vervaeke (Alpecin-Fenix), Simone Velasco (Gazprom-Rusvelo),Alex Howes (EF Education-Nippo), Sylvain Moniquet (Lotto-Soudal), Sander Armée (Team Qhubeka Assos), Maurits Lammertink (Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux) e Julian Mertens (Sport Vlaanderen-Baloise).
Il gruppo dei fuggitivi toccava a 82 km dal traguardo i 4′20″ di vantaggio dal gruppo che veniva progressivamente perso a causa del gran lavoro della Movistar, segno che Alejandro Valverde voleva provare a tutti i costi a vincere la sua sesta Freccia Vallone in carriera. Si entrava nel circuito finale con il primo passaggio sul muro di Huy, con un ritardo del gruppo di 2′40”. Il percorso della Freccia Vallone 2021 presentava infatti un circuito locale dove i corridori dovevano affrontare per ben due volte la Côte d’Ereffe e la Côte de Chemin des Gueuses, mentre il famigerato Muro di Huy tre volte. Muro di Huy che avrebbe segnato anche il destino della corsa con la sua pendenza media di 10,2% in soli 1,3 chilometri, un’asperità sulla carta ideale per Primoz Roglic.
Con il passare dei chilometri la situazione nel gruppo diventava sempre più incandescente, si assisteva ad una lotta per prendere le prime posizioni in testa, mentre i fuggitivi vedendo il loro vantaggio diminuire si rialzavano, l’ultimo era Maurits Lammertink che resisteva stoicamente fino a 1,5 chilomentri dalla linea d’arrivo. Gran lavoro nell’inseguimento lo aveva fatto la Deceuninck QuickStep di Alaphilippe con James Knox, per l’inglese una prestazione notevole nella sua qualità di gregario. Il Campione del Mondo in carica sembrava aver scacciato le nubi che era apparse all’Amstel quando era apparso in difficoltà sul Cauberg, e ne primi due passaggi sul Muro di Huy mostrava una freschezza atletica che faceva ben sperare.
Negli ultimissimi chilometri i big iniziavano a farsi la guerra, Michel Kwiatkowski (Ineo Grenadiers), Primoz Roglic (Jumbo-Visma) provavano ad allungare ma nulla, si arrivava compatti fino alla parte centrale del Muro quando ai meno 500 metri partiva nuovamente Roglic. Lo sloveno scattava e sembrava che potesse fare il vuoto, invece alle sue spalle rinveniva uno straordinario Alaphilippe che con un numero incredibile lo riprendeva e addirittura rimontava andando a vincere per la terza volta in carriera la Freccia Vallone. Un arrivo bellissimo dove Roglic sembrava nettamente favorito, ma un Alaphilippe in grande spolvero ribaltava la situazione con una rimonta di assoluta bellezza. Terzo posto per l’eterno Alejandro Valverde che precedeva Michael Woods (Israel Start – Up Nation) e Warren Barguil (Team Arkea Samsic). Miglior italiano di giornata, come domenica all’Amstel Gold Race, Kristian Sbaragli (Alpecin – Fenix) 25° a 0′36” dal vincitore Alaphilippe.

Luigi Giglio

Il momento nel quale Alaphilippe asfalta Roglic (Getty Images Sport)

Il momento nel quale Alaphilippe "asfalta" Roglic (Getty Images Sport)

MOSCON CI PRENDE GUSTO, BIS A NATURNO

aprile 21, 2021 by Redazione  
Filed under News

Gianni Moscon (Team INEOS Grenadiers) ottiene la vittoria nella terza tappa del Tour of the Alps 2021 da Imst a Naturns, andando in fuga insieme ad una decina di ciclisti. Il trentino anticipa la volata e batte nettamente Felix Grossschartner (Team Bora Hansgrohe). Simon Yates (Team Bikeexchange) resta in maglia verde.

La terza tappa del Tour of the Alps 2021 offre un percorso che strizza l’occhio agli attaccanti, visto che dopo la partenza da Imst si sale subito verso il Piller Sottler, già grande protagonista nella tappa di ieri e pur non essendo valido come GPM dovrebbe consentire alla fuga di avvantaggiarsi sul gruppo maglia verde. Fuga che poi potrebbe avere buone possibilità di riuscita visto che bisognerà affrontare Passo Resia e Maso Albergad, prima di arrivare al traguardo di Naturno dopo 162 km. Simon Yates (Team Bikeexchange) sembra ormai proiettato versa la vittoria finale e prepara l’assalto al Giro. Alla partenza da Imst non si presentava l’Uno-X Pro Cycling Team, che restava a casa essendo emerso un caso di positività al coronavirus all’interno della squadra e condividendo così la stessa sorte dell’UAE Team Emirates alla Freccia Vallone. I primi a provare l’attacco erano Matteo Fabbro (Team Bora Hansgrohe) ed Alessandro De Marchi (Team Israel StartUp Nation), ma il loro tentativo veniva annullato dal gruppo. Reuben Thompson (Team Goupama FDJ), Gianni Moscon (Team INEOS Grenadiers), Antonio Nibali (Team Trek Segafredo), Luis Leon Sanchez e Harold Tejada (Team Astana), Matteo Fabbro e Felix Grossschartner (Team Bora Hansgrohe), Tejay Van Garderen (Team EF Education First), Alessandro De Marchi, Hermann Pernsteiner (Team Bahrain Victorious), Francois Bidard e Tony Gallopin (Team AG2R Citroen), Michael Storer (Team DSM), Edward Ravasi e Christian Mark (Team Eolo Kometa). Moscon si aggiudicava il traguardo intermedio di Pfunds posto al km 54. All’inizio dell’ascesa di Passo Resia il gruppo di testa aveva 3 minuti di vantaggio sul gruppo maglia verde. De Marchi scollinava in prima posizione, rafforzando il primato nella classifica di specialità. Ravasi, Gallopin e Ravasi faticavano a reggere il ritmo dei compagni di fuga e si staccavano. Sul successivo GPM di Tarsch attaccavano Fabbro, Storer, Moscon e Grossschartner. Il quartetto pedalava compatto verso la cima della salita, sulla quale Fabbro transitava in prima posizione. Alle loro spalle cercavano di rientrare Sanchez, Bilbao, Pernsteiner, Nibali, De Marchi e Bidard. Nel primo gruppo inseguitore riusciva a entrare anche Pello Bilbao (Team Bahrai Victorious) dopo un attacco veemente sulla salita di Tarsch. A 9 km dall’arrivo i quattro di testa avevano 25 secondi di vantaggio sul secondo gruppetto inseguitore e 50 secondi di vantaggio sul gruppo maglia verde. Nonostante l’inseguimento a pancia a terra del secondo gruppo inseguitore, in particolare con Sanchez e Bilbao, i quattro di testa riuscivano a giocarsi la vittoria di tappa. Moscon partiva lungo a circa 300 m dall’arrivo riusciva ad avere la meglio su Grossschartner. A 1 secondo, in terza posizione, giungeva Storer. Chiudevano la top five Fabbro in quarta posizione e De Marchi in quinta posizione. Il gruppo maglia verde veniva regolato da Nicolas Roche (Team DSM) a 49 secondi di ritardo. Moscon ottiene la seconda vittoria al Tour of the Alps e a questo punto sarà da valutare molto attentamente in ottica Liegi-Bastogne-Liegi. In classifica generale Simon Yates (Team Bikeexchange) resta in maglia verde con 45 secondi di vantaggio su Pavel Sivakov (Team INEOS Grenadiers), vittima oggi di una scivolata senza conseguenze nella discesa di Tarsch, e 1 minuto e 4 secondi di vantaggio su Pello Bilbao, che grazie alla buona prova odierna entra prepotentemente nella top five. Domani la quarta e penultima tappa parte da Naturns e termina a Pieve di Bono dopo 168.8 km. Due GPM impegnativi nella seconda parte del tracciato attendono i ciclisti, anche se il Passo Castrin, non classificato come GPM, è una salita di tutto rispetto e inizia dopo 25 km dalla partenza. Una tappa da seguire con attenzione perché specialmente sull’ultima salita di Boniprati, a 8 km dall’arrivo, gli uomini di classifica si muoveranno senz’altro.

Giuseppe Scarfone

La vittoria di Gianni Moscon a Imst (Foto: Getty Images)

La vittoria di Gianni Moscon a Imst (Foto: Getty Images)

YATES SENZA AVVERSARI A FEICHTEN IM KAUNERTAL. TAPPA E MAGLIA PER IL BRITANNICO

aprile 20, 2021 by Redazione  
Filed under News

Simon Yates (Team Bikeexchange) vince con autorità la seconda tappa del Tour of the Alps attaccando con decisione a un km dallo scollinamento dell’impegnativo GPM di Kaunergrat-Piller Sattel. Il britannico gestisce nel migliore dei modi oltre 40 secondi di vantaggio sui diretti inseguitori e veste la maglia verde che difficilmente gli verrà tolta a meno di clamorose sorprese.

La seconda tappa del Tour of the Alps 2021 si svolge interamente nel Tirolo austriaco, partendo da Innsbruck e terminando a Feichten im Kaunertal dopo 121.5 km. Dopo la bella e forse inaspettata vittoria di ieri ed il conseguente primato in classica generale, Gianni Moscon (Team INEOS Grenadiers) è chiamato alla conferma in una tappa molto esigente, visto che sono in programma due impegnativi GPM: si scaleranno da due versanti diversi il Piller Salter. In particolare la seconda fa tremare gambe e polsi perché saranno 7 km e mezzo ad oltre il 9% di pendenza media, con i tre km centrali che non scendono mai sotto il 10%. Dopo la partenza da Innsbruck iniziavano immediatamente gli attacchi e si formava un drappello di sei uomini al comando composto da Reuben Thompson (Team Groupama FDJ), Reinardt Janse Van Rensburg (Team Qhubeka ASSOS), Mathias Vacek (Team Gazprom Rusvelo), Davide Bais (Team Eolo Kometa), Morten Hulgaard (Uno-X Pro Cycling Team) e Felix Engelhardt (Tirol KTM Cycling Team). Era la fuga giusta visto che il gruppo non reagiva. Dopo 15 km il vantaggio del sestetto era di 1 minuto e 50 secondi. Engelhardt si aggiudicava lo sprint volante di Silz posto al km 37. Intanto nelle prime posizioni del gruppo si portavano gli uomini dell’INEOS Grenadiers che iniziavano a imprimere un ritmo costante per tenere a bada la fuga. All’inizio dell’ascesa di Gachenblick-Piller Sattel, primo GPM in programma, il ritardo del gruppo era di circa 3 minuti. Sul GPM nel gruppo di testa si avvantaggiavano Bais e Thompson. L’australiano scollinava per primo. Nella successiva discesa il gruppo accorciava sulla coppia in testa, che iniziava la seconda salita di giornata con 2 minuti di vantaggio sul gruppo. All’inizio del GPM di Kaunergrat-Piller Sattel era il Team Arkea Samsic a imprimere un ritmo indiavolato, che metteva in fila i ciclisti. Bais e Thompson venivano ripresi a poco meno di 6 km dallo scollinamento. Iniziava la parte centrale del GPM, la più dura con tratti dalla pendenza costantemente in doppia cifra. Nairo Quintana (Team Arkea Samsic) scattava a 4 km e 800 metri dall’arrivo, scremando una prima volta il drappello in testa. A 3 km e mezzo dalla vetta attaccava Daniel Martinez (Team INEOS Grenadiers). A 3 km dallo scollinamento restavano in testa quattro ciclisti: Pavel Sivakov (Team INEOS Grenadiers), Simon Yates (Team Bikeexchange), Hugh Carthy (Team EF Education First) e Nairo Quintana. Yates accelerava e faceva il vuoto alle sue spalle a poco più di 1 km dallo scollinamento. Il britannico scollinava con oltre 30 secondi di vantaggio sul terzetto inseguitore. Nella successiva discesa si ricompattava il gruppo alle spalle di Yates. A 10 km dall’arrivo Yates aveva 50 secondi di vantaggio sul gruppo degli inseguitori. A 6 km dall’arrivo Yates aveva 42 secondi di vantaggio su Jay Hindley (Team DSM), Jefferson Cepeda (Team Androni Giocattoli), Daniel Martin (Team Israel StartUp Nation), Aleksandr Vlasov (Team Astana) e Pavel Sivakov. Quest’ultimo accelerava e si portava tutto solo all’inseguimento di Yates, che ormai sembrava imprendibile. E infatti il britannico tagliava il traguardo di Feichten im Kaunertal in solitaria con 41 secondi di vantaggio su Sivakov e 58 secondi di vantaggio su Daniel Martin. Chiudevano la top five Vlasov al quarto e Cepeda al quinto posto. Yates ottiene la prima vittoria stagionale ed ipoteca già al termine della seconda tappa la vittoria del Tour of the Alps 2021, visto che indossa la maglia verde con 45 secondi di vantaggio su Sivakov e 1 minuto e 4 secondi di vantaggio su Martin. Domani è in programma la terza tappa da Imst a Naturn, con due GPM da scalare. Tappa sicuramente meno impegnativa di quella odierna, con l’ultimo GPM di Tarsch a 18 km dall’arrivo. La fuga potrebbe avere buone possibilità di riuscita, ma non escludiamo del tutto una volata a ranghi più o meno compatti.

Giuseppe Scarfone

La vittoria di Simon Yates a Feichten im Kaunertal  (foto: Getty Images)

La vittoria di Simon Yates a Feichten im Kaunertal (foto: Getty Images)

MOSCON RITORNA A SVOLAZZARE SULLE ALPI. TAPPA E MAGLIA PER IL CICLISTA TRENTINO

aprile 19, 2021 by Redazione  
Filed under News

Un redivivo Gianni Moscon (Team INEOS Grenadiers) vince la prima tappa del Tour of the Alps in quel di Innsbruck grazie ad un deciso attacco portato negli ultimi tre km. Il ciclista trentino, dopo un paio d’anni di anonimato passati tra infortuni e squalifiche, torna a far parlare di sé positivamente e prova ad essere di nuovo protagonista. Veste la maglia di leader della classifica generale e già domani dovrà confermarsi in una seconda tappa che dirà già molto sui reali pretendenti alla vittoria finale.

Il Tour of the Alps 2021 conferma il percorso dello scorso anno, edizione non disputata a causa del Covid19. Saranno 22 le squadre alla partenza da Bressanone, di cui 12 WT, 8 Professional e due Continental. La partecipazione è come al solito di livello, anche perché molti ciclisti vanno in Austria e in Trentino come al solito per affinare la preparazione in vista del Giro d’Italia. Tra i grandi nomi che si sfideranno al prossimo Giro da segnalare l’assenza di Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers) che ha preferito allenarsi in ‘separata sede’ e lo vedremo direttamente l’8 Maggio alla partenza di Torino. Purtroppo anche Vincenzo Nibali (Team Trek Segafredo) non potrà partecipare a causa della caduta in allenamento di una decina di giorni fa con la frattura del radio. Ma il siciliano è un osso duro e tenterà un miracoloso recupero per il Giro. Come anticipato poc’anzi la prima tappa parte da Bressanone e termina ad Innsbruck, in Austria, dopo 140.6 km. Sono due i GPM in programma, il Passo del Brennero al km 52 ed Axams al km 105, quest’ultimo posizionato all’interno del circuito finale da ripetere due volte. Dopo la partenza da Bressanone si formava la fuga di giornata, favorita dalla strada che immediatamente si inerpicava verso la località di Nez. Erano in tre a guadagnare su gruppo principale: Alessandro De Marchi (Team Israel StartUp Nation), Marton Dina (Team Eolo Kometa) e Felix Engelhardt (Team Tirol KTM). Al traguardo volante di Vipiteno, posto al km 39, era Engelhardt a transitare per primo, con il gruppo che inseguiva a circa 5 minuti di ritardo. Iniziava l’ascesa verso il Passo del Brennero, sul quale era De Marchi a scollinare in prima posizione. Il gruppo, tirato dal Team Astana, accelerava il ritmo ed a 80 km dal termine il ritardo nei confronti dei fuggitivi era sceso a 2 minuti e 20 secondi. Si entrava così nel circuito finale di Innsbruck da ripetere due volte. Sul primo GPM di Axams, posto al km 105, De Marchi accelerava e restava da solo in testa alla corsa, con il gruppo che era cronometrato allo scollinamento con un ritardo di un minuto. Il ciclista italiano veniva ripreso a una ventina di km dalla conclusione. Diversi ciclisti erano protagonisti di nuovi attacchi, tra cui Hugh Carthy (Team EF Education First), Nicolas Roche (Team DSM) e Luis Leon Sanchez (Team Astana). Ai meno 15 riusciva ad evadere un drappello di quattro ciclisti formato da Pello Bilbao (team Bahrain Victorious), Santiago Umba (Team Androni Giocattoli), Daniel Savini (Team Bardiani CSF) e Mattias Skjelmose Jensen (Team Trek Segafredo). Era l’INEOS Grenadiers a ricucire con decisione sugli attaccanti che venivano raggiunti a meno di 4 km dalla conclusione. Con uno scatto improvviso attaccava immediatamente Gianni Moscon (Team INEOS Grenadiers) che riusciva ad avvantaggiarsi sul gruppo favorito da un leggero tratto in discesa e da alcune curve con strada stretta. Il ciclista italiano veniva raggiunto a circa un km e mezzo dalla conclusione da Idar Andersen (Team Uno-X Pro Cycling). La coppia guadagnava un margine sufficiente a sfidarsi per la vittoria finale. Era Moscon con un’ultimo scatto ad avere la meglio sul norvegese mentre il gruppo alle loro spalle veniva regolato da Alexandr Riabushenko (UAE Team Emirates). Quarto era Fabio Felline (Team Astana) e quinto Nick Schultz (Team Bikeexchange). Moscon, la cui ultima vittoria risaliva alla quarta tappa del Gree Tour of Guangxi 2018, torna a far parlare di sé per meriti sportivi dopo tre anni di latitanza, e siamo curiosi di capire quanto potrà reggere adesso in classifica generale, visto che guarda tutti dall’alto in basso con 4 secondi di vantaggio su Andersen e 6 secondi di vantaggio su Riabushenko. Domani è in programma la seconda tappa da Innsbruck a Feichten im Kaunertal,che si percorrerà interamente in Austria e che è il primo vero esame per i ciclisti che intendono fare classifica: due GPM molto impegnativi dovranno essere scalati in rapida successione nella seconda parte del tracciato ed anche l’arrivo presenta delle insidie notevoli visto che la strada sale costantemente.

Giuseppe Scarfone

La vittoria di Gianni Moscon a Innsbruck (foto: Getty Images)

La vittoria di Gianni Moscon a Innsbruck (foto: Getty Images)

GROUPAMA-FDJ PIGLIATUTTO ALLA COMUNITAT VALENCIANA: TAPPA A DEMARE, CORSA A KÜNG.

aprile 18, 2021 by Redazione  
Filed under News

Volata vincente per Arnaud Demare (Groupama-FDJ) alla tappa conclusiva della Comunitat Valenciana, il francese conquista la seconda vittoria nella corsa iberica, il terza stagionale, regolando Jon Aberasturi (Caja Rural-Seguros RGA) e Timothy Dupont (Bingoal-WB) all’arrivo di Valencia. Invariata la classifica generale con Stefan Küng (Groupama-FDJ) che conquista la corsa, completano il podio i Movistar Nelson Oliveira ed Enric Mas (Movistar).

Ultima tappa con il via da Paterna per arrivare, dopo 91,2 Km, a Valencia, scorre via senza particolari sussulti vista anche la classifica generale ormai assestata dalle posizioni di classifica consolidatesi nella crono di ieri. Il profilo del percorso non offre asperità altimetriche e bisogna aspettare metà corsa per vedere un allungo in testa al gruppo portato da cinque uomini: Paul Wright (Mg.K Vis VPM), Abner Gonzalez (Movistar), Maxime Cam (B&B Hotels p/b KTM), Joan Bou (Euskaltel-Euskadi), Julien Van Der Brande (Tarteletto-Isorex). Per loro vantaggio massimo che arriverà a 1’:32”. Il gruppo insegue con le squadre dei velocisti in controllo per non farsi scappare l’arrivo allo sprinti con il proprio uomo veloce. Su tutte la Groupama-FDJ e la Lotto Saudal alternano in testa i propri uomini aiutati anche dalla (Cofidis, Solutions Crédits). A meno 25 Km dall’arrivo dalla testa della corsa il primo a staccarsi è Julien Van Der Brande, restano così in quattro con il destino ormai segnato. L’ultimo fuggitivo a cedere, dopo un disperato allungo a 10 Km dal traguardo, è Maxime Cam ma viene subito assorbito dal gruppo ai meno 7,5Km da Valencia. La squadra più organizzata è, come nella seconda tappa, ancora la Groupama-FDJ che grazie anche all’aiuto del leader della generale, Stefan Küng, protegge il proprio velocista lanciandolo verso la conquista della seconda vittoria in terra iberica, sua anche la maglia a punti. Il francese ha la meglio su Jon Aberasturi (Caja Rural-Seguros RGA) e Timothy Dupont (Bingoal-WB) rsipettivamente secondo e terzo, quarto Simone Consonni (Cofidis, Solutions Crédits), quinto Colin Joyce (Rally Cycling), sesto Caleb Ewan (Lotto Saudal). La classifica generale vede le stesse posizioni di ieri con lo svizzero Stefan Küng vincere la corsa sulla coppia Movistar Nelson Oliveira ed Enric Mas a 6” e 36”, in quarta posizione Victor Lafay (Cofidis, Solutions Crédits) a 45”, quinto Gesbert Élie (Team Arkéa Samsic), determinante come detto in apertura la straordinaria rimonta da parte dello svizzero nella cronometro di ieri.

Antonio Scarfone

Stefan Küng è il vincitore della breve corsa a tappe iberica (foto Bettini)

Stefan Küng è il vincitore della breve corsa a tappe iberica (foto Bettini)

SPLENDE L’AMSTEL PER VAN AERT, SUA LA CORSA OLANDESE AL FOTOFINISH

aprile 18, 2021 by Redazione  
Filed under 5) AMSTEL GOLD RACE, News

Dopo un anno di assenza forzata a causa della pandemia da Covid-19, oggi si tornava a correre l’Amstel Gold Race, corsa ciclistica che si tiene come tradizione nella provincia del Limburgo tra Valkenburg e Maastricht, nei Paesi Bassi nel mese di Aprile. Cinquantacinquesima edizione della classiche delle Ardenne che veniva vinta dal fenomeno Wout Van Aert (Team Jumbo-Visma) grazie ad uno sprint a tre contro Maximilian Schachmann (Bora Hansgrohe) e Thomas Pidcock (Ineos Grenadiers).

Al via centosettantacinque ciclisti suddivisi in venticinque squadre tra cui la Deceuninck – QuickStep, il Team Jumbo-Visma e il Team Ineos Grenadiers che si presentavano con un roster di tutto rispetto. Julian Alaphilippe, grande sconfitto di oggi e con qualche dubbio sulla Liegi-Bastogne-Liegi poteva contare su gregari come Mattia Cattaneo, Florian Sénéchal e Mauri Vansevenant, mentre in casa Jumbo-Visma sia Wout Van Aert e Primoz Roglic partivano coi gradi di capitano. Molto aggressiva nella parte centrale e soprattutto finale della corsa la condotta di gara del team britannico del DS Servais Knaven. Ineos Grenadiers che ha avuto un ottimo Dylan Van Baarle attivo nel cercare di spezzare la corsa nei primi chilometri per mettere pressione ai rivali dei suoi capitani Michel Kwiatkowski e Thomas Pidcock. Finale invece dove Carapaz si spendeva per permettere l’allungo di Pidcock, difeso poi da Kwiatkowski. Peccato per l’ex Team Sky non aver conquistato la corsa dopo una condotta così egregia, purtroppo per loro si sono trovati di fronte un campione come Van Aert. Solo dieci gli italiani al via, tra di loro Matteo Trentin (UAE-Team Emirates) e Sonny Colbrelli (Bahrein-Victorious), gli unici che avevano sulla carta buone possibilità di un piazzamento importante. Assente il vincitore dell’edizione del 2019, Mathieu Van der Poel (Alpecin – Fenix), presente invece tra i pochi spettatori presenti sulle strade, per le normative belghe, un Tom Dumoulin ormai semplice spettatore. Normative prese dagli organi di sicurezza belga insieme agli organizzatori della corsa per ridurre l’afflusso delle persone, come si poteva notare già dalla partenza che avveniva alle 12:00 dall’interno di un’area chiusa in cima al Cauberg e non come gli scorsi anni dalla Vrijthof a Maastricht. Percorso stravolto di 216,7 km da correre in un circuito di 16,9 chilometri da ripetere 12 volte, più un ultimo giro leggermente diverso e accorciato a 15,8 chilometri, con le asperità del Geulhemmerberg, Bemelerberg e del già citato Cauberg dove era posto anche l’arrivo.
Subito dopo aver superato la stazione di partenza e arrivo a Vilt, avveniva la partenza ufficiale in prossimità dell’Hotel Lamerichs. Percorsi pochi minuti di strada si formava un piccolo gruppo di dieci ciclisti in testa alla corsa, ne facevano parte Edward Theuns, Julien Bernard (Trek – Segafredo), Stan Dewulf (AG2R Citroën Team), Sébastien Grignard (Lotto Soudal), Maurits Lammertink, Loïc Vliegen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), Chad Haga (Team DSM), Ryan Gibbons (UAE-Team Emirates), Kenny Molly (Bingoal Pauwels Sauces WB) e Anders Skaarseth (Uno-X Pro Cycling Team). Assenti corridori italiani e soprattutto gli uomini della Deceuninck QuickStep e della Jumbo-Visma. I fuggitivi prendevano tranquillamente il largo, tanto che a 100 chilometri dalla linea d’arrivo avevano più di tre minuti di vantaggio. Mentre nel gruppo si notava un Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) in difficoltà, avanti si mettevano a tirare con un notevole ritmo la Qhubeka Assos di Simon Clarcke e dell’ancora promessa non confermata Robert Power, e la BikeExchange di Michael Matthews che facevano crollare notevolmente il vantaggio dei dieci corridori in fuga.
Quando di chilometri alla conclusione ne mancavano poco più di 40, i fuggitivi potevano contare su solo 35 secondi di vantaggio, il loro destinato era quasi segnato quando dal gruppo allungavano sei ciclisti: Sonny Colbrelli (Bahrain – Victorious), Dylan Van Baarle (Ineos Grenadiers), Florian Sènèchal (Deceuninck – Quick Step), Rui Costa (UAE-Team Emirates) e Simon Clarke (Team Quebeka-Assos). I sei corridori riprendevano i fuggitivi ai piedi del Cauberg, tutti tranne Vliegen che aveva allungato ulteriormente trovandosi da solo in testa. Arrivati sul Cauberg, con Ineos Grenadiers e Deceuninck – QuickStep presenti pericolosamente nel primo gruppetto, usciva prepotentemente fuori Primoz Roglic. Lo sloveno della Jumbo-Visma accelerava di gran lena andando a riprendere i ciclisti che si erano avvantaggiati precedentemente, ad eccezione del solito Vliegen che veniva ripreso facilmente dal gruppo qualche chilometro dopo. Chi invece veniva ripreso con diffocoltà era Ide Schelling (Bora – hansgrohe). L’olandese gregario di Schachmann si era avvantaggiato sfruttando l’attimo in cui il gruppo dopo aver ripreso Vliegen si era messo a rifiatare qualche minuto. Azione di Schelling che sarebbe durata fino all’ultimo passagio sul Cauberg quando grazie all’andatura di Mauri Vansevenant il gruppo lo riprendeva.
Si arrivava all’ultimo giro di circuito con grossi colpi di scena, Primoz Roglic aveva avuto un problema alla catena sulle prime rampe del Cauberg, mentre il Campione del Mondo in carica Alaphilippe era apparso in grosse difficoltà a ruota di Alejandro Valverde (Movistar Team). Il team Ineos Grenadiers notando questi due colpi di scena partiva all’attacco, accelleravano Pidcock e Kwiatkowski seguiti dal fido Richard Carapaz. Attento Van Aert a non farli scappare con Matthews e Schachman a ruota. Sui sei battistrada rientrava un eterno Valverde, ma nemmeno il tempo di rifiatare che la Ineos sfruttava la propria superiorità numerica con Kwiatkowski che allungava ulteriormente, allungo che sarebbe durato pochi chilometri.
Mentre dietro la UAE-Team Emirates e soprattutto la Deceuninck – QuickStep cercavano di riprendere il gruppetto in testa che reggeva il vantaggio grazie anche ad un gran lavoro di Carapaz, Pidcock partiva in progressione portandosi dietro gli attenti Van Aert e Schachmann. A dieci chilometri dall’arrivo si trovavano in testa alla corsa: Wout Van Aert della Jumbo Visma, Maximilian Schachmann della Bora Hansgrohe e Thomas Pidcock della Ineos Grenadiers, grande assente Julian Alaphilippe. I tre si davano cambi regolari con un vantaggio che oscillava tra i 15 e i 20 secondi dal primo gruppo inseguitore dove Bauke Mollema abbandonava per una foratura e Michel Kwiatkowski da grande uomo squadra si metteva a rompere i cambi regolari in testa per rallentare il ritmo dell’inseguimento.
Si arrivava all’ultimo chilometro con i tre davanti che avevano accumulato ben 22 secondi di vantaggio sugli inseguitori, ormai il destino della corsa era deciso, l’Amstel Gold Race 2021 sarebbe stata vinta da uno di loro. Più si avvicinavano al traguardo più i tre rallentavano studiandosi l’un l’altro. Schachmann in volata sicuramente meno veloce dei tre doveva provare il classico colpo da finesseur, ma la stanchezza era tale che per il tedesco della Bora non c’è stato nemmeno un timido tentativo. Si arrivava alla volata con Van Aert che partiva lungo, uno sprint potente ed elegante, imbattibile, tanto sicuro il campione belga che smetteva di pedalare a ridosso della linea d’arrivo non rendendosi conto di un recupero in extremis di Pidcock. Il corridore della Ineos Grenadiers era partito subito dopo Va Aert, e la sua progressione in volata era stata notevole, un rientro su cui ha dovuto intervenire il fotofinish per aggiudicare la vittoria a Van Aert. Un altro successo importante per il belga, questa volta per una questione di pochi millimetri. Primo tra gli inseguitori Matthews, solo sesto Alaphilippe che arrivava alle spalle di un eterno Valverde. Tra gli italiani il primo a tagliare il traguardo era Kristian Sbaragli (Alpecin-Fenix) giunto settimo. Grandi assenti di giornata gli uomini Astana. Jakob Fuglsang, Alexey Lutsenko e Alex Aranburu assenti ingiustificati.

Luigi Giglio

Il fotofinish che ha decretato la vittoria di Van Aert

Il fotofinish che ha decretato la vittoria di Van Aert

KUNG VINCE LA CRONO DI PLAYA ALMENARA ED E’ LA NUOVA MAGLIA GIALLA

aprile 17, 2021 by Redazione  
Filed under News

Stefan Kung vince la cronometro di Playa Almenara e si prende con autorità la maglia gialla, complice anche la prova disastrosa di Enric Mas (Team Movistar), capace di dilapidare un vantaggio di 51 secondi sullo svizzero dopo la tappa di ieri.

Se ieri Enric Mas (Team Movistar) è stato abile ad attaccare Miles Scotson (Team Groupama FDJ) negli ultimi 20 km della terza tappa ed è riuscito a vincere vestendo la maglia gialla di leader della classifica generale, oggi lo spagnolo non può dormire sugli allori visto che è in programma la cronometro individuale di 14 km da Xilxes a Playa Almenara e lo spagnolo non è proprio un drago della specialità. L’avversario più temibile sarà senza ombra di dubbio Stefan Kung (Team Groupama FDJ), campione europeo della specialità e da molti considerato erede di Fabian Cancellara. E anche Nelson Oliveira, compagno di squadra di Mas. Non starà certo a guardare. Come da previsione, Kung polverizzava i 14 km in programma in 16 minuti e 12 secondi, alla media monstre di quasi 53 km all’ora. Oliveira era secondo con il tempo di 16 minuti e 23 secondi. Mas, dopo un’ottima prima parte in cui faceva segnare all’intertempo il terzo tempo in assoluto alle spalle di Kung e Oliveira, crollava nella seconda parte circa tre secondi al km da Kung. Il dramma finale per lo spagnolo si verificava proprio all’ultimo km quando già segnato da un’evidente appesantimento nello sforzo, era anche vittima di una foratura che annullava del tutto le residue speranze di limitare i danni da Kung. Mas giungeva al traguardo in 15° posizione, a 1 minuto e 27 secondi di ritardo da Kung. Lo svizzero ribaltava così in suo favore quei 51 secondi che lo vedevano dietro a Mas alla fine della terza tappa e diventava la nuova maglia gialla, con un vantaggio di 6 secondi su Oliveira e di 36 secondi su Mas. Chissà cosa sarebbe successo se ieri Oliveira non avesse lavorato per il compagno e con una tattica più accorta avesse guadagnato lui quei sei secondi su Kung che oggi gli avrebbero potuto valere il primato della generale. La Movistar si dimostra squadra dalle tattiche abbastanza discutibili ed infatti la stagione 2021 per la squadra spagnola non è certo iniziata nel migliore dei modi visto che ha messo nel carniere soltanto la vittoria al GP Indurain con Alejandro Valverde, se escludiamo a questo punto proprio la vittoria di Pirro di ieri di Mas. A meno di clamorose sorprese domani Kung dovrebbe difendere la maglia gialla senza troppe difficoltà nell’ultima tappa in linea da Paterna a Valencia di 92 km. Il percorso non presenta difficoltà altimetriche e la conclusione più probabile dovrebbe essere quella di uno sprint a ranghi compatti. Kung è vicinissimo ad ottenere la sua prima vittoria in una corsa a tappe di una settimana.

Antonio Scarfone

Stefan Kung in azione nella cronometro di Playa Almenara (foto: Bettini Photo)

Stefan Kung in azione nella cronometro di Playa Almenara (foto: Bettini Photo)

« Pagina precedentePagina successiva »