ELIA VIVIANI, UN JET AD AVIANO. TAPPA E MAGLIA PER L’ITALIANO
Elia Viviani (Nazionale Italiana) vince con autorità la prima tappa dell’Adriatica Ionica Race nella volata di Aviano. L’italiano è il primo leader di una corsa che quest’anno presenta soltanto tre tappe in linea. Domani sul Monte Grappa sarà la volta dei big di classifica.
Al via l’Adriatica Ionica Race con tre tappe in linea presenta tra le squadre una formazione WorldTour, la Astana-Premier Tech, sei team Professional, sette Continental e due selezioni nazionali quella italiana e quella colombiana. La prima tappa odierna ha visto la partenza da Trieste con arrivo ad Aviano con ben 183 Km da percorrere ed un profilo che strizzava l’occhio ai velocisti. Pronti via e subito tanti tentativi in testa al gruppo per portare via la fuga di giornata che va a concretizzarsi grazie all’azione di Diego Pablo Sevilla (Eolo-Kometa), Luca Rastelli (Colpack Ballan), Matteo Donegà (CT Friuli), Davide Cattelan (Zalf Euromobil Fior) e Leslie Lührs (Tirol KTM). Il gruppetto in avanscoperta arriva a transitare al GPM di giornata di San Michele del Carso, vinto da Sevilla, con un vantaggio di circa 5’. In salita il primo a perdere contatto è Lührs, che non riuscirà più a rientrare, davanti quindi restano in quattro. Il gruppo è tirato da Bardiani CSF Faizanè, Vini Zabù e dalla selezione Italia. Un momento particolare è vissuto dalla corsa al Km 90 di gara quando i fuggitivi imboccano una strada al di fuori dal tracciato previsto, episodio che costringe gli Organizzatori ad interrompere momentaneamente la corsa, ripristinare l’andamento di gara e farla riprendere. Vantaggio che intanto inizia a scendere sotto i 3 minuti ed a soli 10” ai meno 30 dall’arrivo. Sarà, come da previsione volata con le squadre più organizzate a prendere in testa il comando dell’inseguimento che va a concretizzarsi in vista del cartello dei meno 5 Km dall’arrivo. Volata lanciata ed Elia Viviani va a vincere a braccia alzate tornando così al successo, il secondo stagionale, che mancava da la Cholet-Pays de la Loire. Al secondo posto Davide Persico (Colpack), al terzo Luca Pacioni (Eolo), a seguire Jakub Mareczko (Vini Zabù), Enrico Zanoncello (Bardiani-CSF), Andrea D’Amato (Iseo Rime Carnovali), Davide Boscaro (Colpack), Edgar Pinzon (Nazionale Colombia), Davide Martinelli (Astana-Premier Tech) e Stefano Di Benedetto (Work Service Marchiol Vega). Ordine di arrivo che rispecchia la classifica generale in vista di domani con la seconda frazione decisamente con un profilo diverso che porterà la gara da Vittorio Veneto alla ascesa di Cima Grappa dal versante di Crespano.
Antonio Scarfone

Elia Viviani vince ad Aviano la prima tappa dell'Adriatica Ionica Race (foto: Bettini Photo)
CORT NIELSEN SVETTA SUL CASTELLO DI PEYREPERTEUSE. PEDRERO VINCE LA ROUTE D’OCCITANIE 2021
Una fuga partita a circa metà tappa, dopo altri tentativi precedenti, vede la vittoria di Magnus Cort Nielsen (Team EF Education Nippo), abile a salire del suo ritmo sull’ultima salita verso il castello di Peyreperteuse. Il danese raggiunge Gianluca Brambilla (Team Trek Segafredo) e lo stacca negli ultimi 400 metri. Nonostante qualche difficoltà sulla salita finale, Antonio Pedrero (Team Movistar) tiene la maglia gialla e vince la Route d’Occitanie 2021
Antonio Pedrero (Team Movistar) parte oggi in maglia gialla nella quarta ed ultima tappa della Route d’Occitanie 2021. Lo scalatore spagnolo deve gestire 44 secondi di vantaggio su Jesus Herrada per ottenere la sua prima vittoria stagionale in una corsa a tappe, seppur di soli quattro giorni. Una tappa che, dopo la partenza da Lavenalet-Pays d’Olmes affronterà subito il Col de Montségur, quasi 5 km all’8.6 di pendenza media. Una salita che potrebbe innescare la fuga di giornata, ma visto che sulla vetta ci sarà il primo traguardo intermedio, anche i big potrebbero essere interessati ai secondi di abbuono. La lotta tra i big si scatenerà con più decisione negli ultimi 16 km, quando prima l’ascesa verso Grau de Maury Sous Quéribus e poi l’arrivo finale sullo Chateau de Peyperteuse determineranno il risultato finale della breve corsa a tappe francese. Sul Col de Montségur come nelle previsioni si scatenava la bagarre per la fuga di giornata. In sei riuscivano ad evadere di prepotenza dal gruppo maglia gialla: Mikel Bizkarra (Team Euskaltel Euskadi), Juan Pedro Lopez (Team Trek Segafredo), Andrea Vendrame (Team AG2R Citroen), la coppia INEOS Owain Doull e Brandon Rivera e l’onnipresente Alvaro Cuadros (Team Caja Rural), presenza costante nelle fughe di questa Route d’Occitanie 2021 ed ormai ad un passo dalla conquista della classifica GPM. Vendrame si aggiudicava lo sprint intermedio del Col de Montségur. Nella discesa il gruppo di testa si rimescolava: Lopez e Rivera venivano ripresi dal gruppo mentre in testa si portava Jeremy Cabot (Team Total Direct Energie) che si ricongiungeva con Vendrame, Cuadros, Doull e Bizkarra. Il gruppo tirato dagli uomini della EF Education Nippo annullava però questo primo tentativo di fuga ed il gruppo tornava compatto al km 22. La situazione cambiava nell’avvicinamento a Rennes-les-Bains, secondo traguardo intermedio posto al km 62.8. Un paio di gruppetti riuscivano a evadere a più riprese dal gruppo principale e si univano in testa prima dello stesso traguardo intermedio. Erano in tutto sette ciclisti che riuscivano a evadere dal gruppo e cioè Alexandre Geniez e Jeremy Cabot (Team Total Direct Energie), Gianluca Brambilla (Team Trek Segafredo), Stan Dewulf e Tony Gallopin (Team AG2R Citroen), Magnus Cort Nielsen (Team EF Education Nippo) ed Adrie Guillonet (Team St Michel Auber 93). Dewulf si aggiudicava lo sprint intermedio di Rennes-les-Bains. AI piedi del successivo Col du Linas, la nuova fuga aveva quasi 2 minuti di vantaggio sul gruppo maglia gialla nel quale il Team Movistar controllava la situazione in testa. Cabot scollinava per primo sul Col du Linas. A 55 km dalla conclusione il vantaggio della fuga era salito a 3 minuti e 50 secondi. Nel gruppo maglia gialla erano Team Astana e Team Movistar ad alternarsi in testa. A 20 km dalla conclusione il vantaggio dei fuggitivi era di poco più di 2 minuti. Sull’ascesa verso Grau de Maury Sous Quéribus nel gruppo dei fuggitivi si avvantaggiavano Gallopin, Brambilla e Cort Nielsen. Il terzetto di tesat iniziava l’ultima salita verso il castello di Peyrepertuse con 1 minuto e 30 secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Brambilla accelerava a circa 3 km dall’arrivo ed il primo a farne le spese era Gallopin che non riusciva a mantenere il ritmo dell’italiano. Al suo inseguimento restava soltanto Cort Nielsen. Il danese non mollava e nonostante avesse una ventina di secondi di ritardo a meno di 2 km dall’arrivo, andava del suo ritmo . Proprio nell’ultimo km, con le pendenze che superavano anche il 10%, Cort Nielsen si avvicinava a Brambilla, raggiungendolo infine a circa 500 metri dall’arrivo. Il danese accelerava a sua volta e si involava verso la seconda vittoria stagionale dopo quella nell’ottava tappa della Parigi – Nizza. Brambilla chiudeva al secondo posto a 18 secondi da Nielsen, mentre Gallopin era terzo a 34 secondi. Jesus Herrada (Team Cofidis) era quarto a 52 secondi e nonostante l’attacco finale nei confronti di Pedrero, quest’ultimo riusciva a limitare i danni terminando a sua volta decimo a 19 secondi di ritardo dallo spagnolo secondo in classifica. Pedrero vinceva così la Route d’Occitanie con 25 secondi di vantaggio su Herrada e 34 secondi di vantaggio su Oscar Rodriguez (Team Astana). Per quanto riguarda le altre classifiche, Andrea Vendrame (Team AG2R Citroen) si aggiudica quella a punti, Alvaro Cuadros (Team Caja Rural) domina quella dei GPM e Simon Carr (Team EF Education Nippo) vince quella di miglior giovane. Infine il Team Astana vince la classifica a squadre. Oltre alla Route d’Occitanie, oggi si concludono anche Giro di Svizzera, Giro di Slovenia e Giro del Belgio; tutte corse nelle quali ciclisti più o meno attesi hanno riscaldato i motori per il Tour de France che inizia il 26 Giugno. Mentre l’ultimo weekend prima della Grande Boucle sarà riservato ai Campionati Nazionali su strada e a cronometro.
Giuseppe Scarfone

Antonio Pedrero vince la Route d'Occitanie 2021 (foto: Getty Images)
CARAPAZ SI PRENDE IL GIRO DI SVIZZERA. ULTIMA TAPPA A GINO MADER
La tappa regina del Tour de Suisse 2021 non riserva nessuna sorpresa, ma conferma i valori emersi nel corso della settimana. A conquistare l’85a edizione della corsa elvetica è quindi un Richard Carapaz (Ineos Grenadiers) apparso decisamente brillante e sempre rapido nel chiudere sugli attacchi dei rivali.L’ultima frazione è andata a Gino Mader (Bahrain-Victorius), che ha facilmente battuto in uno sprint a due il canadese Michael Woods (Israel Start-Up Nation). Carapaz chiude la corsa con 17” di vantaggio su Rigoberto Uran (EF Education-Nippo) e 1′15” su Jakob Fuglsang (Astana-Premier Tech) che ha approfittato della defaillance di Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe) per sfilargli il gradi più basso del podio.
L’8a ed ultima frazione della corsa elvetica era stata ridisegnata (ed indurita) proprio all’ultimo minuto. Le autorità locali infatti ieri pomeriggio avevano deciso di non autorizzare il passaggio della corsa dal versante del San Gottardo che parte da Airolo (in superstrada) ‘costringendo’ la corsa a salire attraverso la vecchia strada della Val Tremola (ben più dura e per diversi tratti lastricata in pavè) che era stata esclusa dal percorso pochi giorni prima della partenza del Tour de Suisse a causa della presenza di neve.
Il nuovo percorso, che quindi ripercorreva quello originario, era un anello di 159,5 km con partenza ed arrivo ad Andermatt. Neanche il tempo di partire che i corridori dovevano subito affrontare l’Oberalpass dal versante percorso in discesa nella cronometro di sabato (10,8 km al 5,5% di pendenza media). Al termine della successiva discesa, iniziava la seconda salita di giornata, il Lukmanierpass (16,5 km a, 5,3%) la cui cima era posta al km 49,8. Dopo lo scollinamento i corridori erano attesi da una nuova discesa e da un lungo tratto di fondovalle che poi portava ad Airolo dove (poco dopo il cartello dei -30) iniziava la salita finale, il passo del San Gottardo dalla Val Tremola (11,9 km al 7,4% di pendenza media). L’ascesa, caratterizzata in un tratto finale quasi tutto in pavè, offriva il terreno ideale per poter ribaltare la corsa. Dalla cima fino all’arrivo mancavano poco meno di 15 km, di cui solo gli ultimi 3 in pianura.
La battaglia è iniziata già sulle prime rampe dell’Oberlapass. Il primo a muoversi è stato Wout Poels (Bahrain-Victorius) 15° in classifica generale a quasi 6 minuti di distacco dal leader Richard Carapaz (Ineos Grenadiers). Il gruppo, tirato dagli uomini della Movistar, ha reagito immediatamente. Gli spagnoli hanno imposto un ritmo infernale che ha letteralmente disintegrato il gruppo. La bagarre è continuata lungo tutta l’ascesa ed è stata alimentata principalmente dagli uomini della Movistar con Marc Soler particolarmente attivo. Poels nel frattempo continuava la sua azione solitaria con una vantaggio di appena 25” su quel che rimaneva del gruppo maglia gialla. I tentativi di evasione dal plotone sono continuati anche nella parte finale della salita, ma il gruppo ha sempre reagito. Poels è così transitato al gpm dell’Oberlapass con 15” sul gruppo regolato da Sergio Samitier (Movistar Team) davanti a David De La Cruz (UAE Team Emirates) e Antonio Nibali (Trek-Segafredo) che ha così momentaneamente difeso la maglia della classifica dei gpm. Lungo la successiva discesa, Poels non è riuscito ad incrementare il margine anche perchè in tanti avevano ancora voglia di andare via dal gruppo. L’azione buona è venuta al termine della prima parte di discesa, quando Marc Soler (Movistar Team), Dries Devenyns (Deceuninck-Quick Step), Omar Fraile (Astana-Premier Tech), Fabien Doubey (Total Direct Energie) e Soren Kragh Andersen (Team DSM) sono riusciti ad evadere dal gruppo andando a riprendere Poels. La battaglia non si è comunque placata perchè altri corridori hanno provato (invano) il contrattacco. Di conseguenza il margine dei 6 fuggitivi è rimasto a lungo intorno ai 25”. Lungo il secondo tratto di discesa un terzetto formato da Stefan Kung (Groupama-FDJ), Tiesj Benoot e Andreas Leknessund (Team DSM) è finalmente riuscito a partire all’inseguimento dei battistrada. Nel giro di pochi chilometri il gruppo si è rialzato, mentre i 3 inseguitori sono riusciti a rientrare sulla testa della corsa poco prima del km 35, lungo le prime rampe del Passo di Lucomagno.
Porprio nei primi chilometri del Lukmanierpass sono ricominciati gli attacchi in testa al gruppo che nel frattempo era scivolato a circa 1 minuto dai 9 battistrada. Nel giro di una manciata di chilometri, il gap nei confronti del gruppo, ridotto a meno di 40 corridori, era sceso intorno ai 30 secondi. A 5 km dalla vetta dal gruppo si è infiammata anche la lotta per la maglia rossa: dal gruppo si sono mossi Sergio Samitier, David De La Cruz e Antonio Nibali, i primi tre della graduatoria. L’italiano non ha però tenuto il ritmo dei due iberici che si sono lanciati all’inseguimento dei 9 fuggitivi. Dal gruppo nel frattempo erano evasi Hermann Pernsteiner (Bahrain-Victorius), Mauri Vansevenant (Deceuninck-Quick Step) e Nans Peters (Ag2r Citroen Team). Il terzetto ha ripreso Nibali a 3 km dalla vetta del Lucomagno mentre De La Cruz e Samitier erano già riusciti a rientrare sulla testa della corsa. Il quartetto inseguitore invece si è riportato in testa proprio ad un km dal gpm, poi vinto da Poels davanti a De La Cruz, Samitier e Nibali. Il drappello di testa, ormai formato da 15 uomini, ha scollinato con quasi 2 minuti di vantaggio sul gruppo da cui poco prima del gpm erano usciti 3 corridori elvetici: Johan Jacobs (Movistar Team), Marc Hirschi (UAE Team Emirates) e Michael Schar (Ag2r Citroen Team).
La corsa si è stabilizzata lungo la discesa del Lucomagno: a 75 km dall’arrivo, quando era già iniziato il lungo fondovalle che anticipava il San Gottardo, i fuggitivi avevano un vantaggio di 2′00” sui tre inseguitori e 2′25” sul gruppo maglia gialla. I contrattaccanti sono stati riassorbiti a 68 chilometri dall’arrivo proprio mentre alla testa erano arrivati gli uomini del Team BikeExchange e dell’Israel Start-Up Nation evidentemente intenzionati a giocarsi la tappa coi rispettivi capitani, Esteban Chaves e Michael Woods. Il vantaggio dei fuggitivi di conseguenza non è mai decollato, anzi al traguardo volante di Giornico (-58), vinto da Kung davanti a Poels e Devenyns, era addiritura sceso a poco più di un minuto. Da lì in poi il gruppo si è leggermente rialzato e i battistrada hanno riguadagnato qualcosa, transitando ai -45 con circa 2′00” sul plotone.
Intorno ai -40, nel tratto in leggera salita che portava al secondo traguardo volante, sono iniziate le prime manovre nel gruppo dei battistrada. Mentre Poels aveva irriemediabilmente perso contatto in preda a quella che sembrava una crisi di fame, gli altri fuggitivi hanno iniziato a scattarsi in faccia. E così allo sprint di Quinto (-35,8) è passato per primo un gruppetto di 4 corridori formato da Devenyns, Peters, Leknessund e Benoot. Dietro di loro, con circa 20” di ritardo, era rimasto a bagnomaria Hermann Pernsteiner mentre Doubey, Nibali, Vansevenant, Kung, Andersen, e De La Cruz inseguivano a quasi un minuto. Soler, Samitier e Poels erano invece già stati ripresi dal gruppo che pagava un ritardo di circa 2′30”.
Il gruppo, questa volta sotto l’impulso degli uomini della EF Education-Nippo, è tornato ad aumentare vistosamente l’andatura proprio nel tratto di avvicinamento al San Gottardo, andando a riprender man mano tutti gli inseguitori a meno di Pernsteiner, rientrato sui 4 battistrada ai -29. Nel giro di pochissimi chilometri il ritmo del gruppo ha letteralmente fatto crollare il distacco che all’imbocco del San Gottardo era abbondantemente inferiore al minuto. Nel frattempo davanti solo Benoot e Peters avevano sostenuto l’andatura imposta da Pernsteiner, mentre Devenyns e Leknessund hanno perso contatto e sono stati ripresi dal gruppo (ai -26). Di lì a poco lo stesso destino è toccato a Peters. Gli ultimi due superstiti hanno invece proseguito la loro azione seppur con un vantaggio di poco superiore ai 10” sul gruppo ora tirato dalla Ineos. Ai -21 Pernsteiner grazie all’ennesimo scatto si è liberato della presenza di Benoot, proseguendo la sua cavalcata in solitaria. Il fiammingo è stato ripreso poco dopo (ai -20), mentre l’austriaco si è arreso ai – 18,5 quando dal gruppo è partito Neilson Powless (EF Education-Nippo). Jakob Fuglsang (Astana-Premier Tech) ha provato reagire ma alla sua ruota si è subito posto Richard Carapaz, leader della generale. Powless ha mantenuto qualche secondo di vantaggio sul gruppo, finchè ai -17,3 è arrivato lo scatto del suo capitano Rigoberto Uran a cui ha subito risposto nuovamente Carapaz. 300 mentri dopo è partito Michael Woods a cui si è poco dopo accodato Mattia Cattaneo (Deceuninck-Quick Step). Carapaz questa volta non ha risposto e la nuova coppia di testa ha rapidamente guadagnato una decina di secondi. Ai -16 Jakob Fuglsang ha riprovato a lasciare la compagnia di Carapaz, ma l’ecuadoriano anche questa volta è stato attento e brillante nel chiudere velocemente. Poco dopo è giunto un nuovo attacco, questa volta molto più deciso, di Rigoberto Uran a cui hanno risposto come Carapaz e Fuglsang. Woods nel frattempo aveva abbandonato la compagnia di Cattaneo su cui poi ai -15 si è riportato Gino Mader (Bahrain-Victorius), a sua volta evaso dal gruppo dei migliori.
Il canadese è transitato al gpm (ai -14,8) con una quindicina di secondi su Mader e Cattaneo. Poco dietro Jakob Fuglsang (Astana Premier Tech), Richard Carapaz (Ineos Grenadiers), Rigoberto Uran (EF Education First), Eddie Dunbar (Ineos Grenadiers), Rui Costa (UAE Team Emirates), Domenico Pozzovivo (Team Qhubeka-Assos). Staccati invece Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe) e Esteban Chaves (Team BikeExchange). Cattaneo è stato ripreso poco dopo lo scollinamento, mentre Mader ha continuato l’inseguimento a Woods lungo la discesa, portandolo a compimento ai -8. Il gruppetto dei migliori era però distante solo una decina di secondi e così ai -4,5 Eddie Dunbar ha provato ad uscire dal gruppo e a rientrare tutto solo sui battistrada. L’azione dell’irlandese è stata però stroncata dal rientro di Rui Costa e come diretta conseguenza il gruppetto inseguitore ha rallentato l’andatura, lasciando via libera al duo di testa. Entrati nell’ultimo chilometro Mader e Woods hanno iniziato a controllarsi, finchè ai -400 Woods ha lanciato la sua lunghissima volata, Mader gli si è posto a ruota passandolo facilmente negli ultimi 100 metri. Il gruppetto inseguitore è arrivato a 9” regolato da Mattia Cattaneo davanti ad Eddie Dunbar, Richard Carapaz, Rui Costa, Rigoberto Uran, Domenico Pozzovivo e Jakob Fuglsang. 10° posto, a 21” da Mader, per Maximilian Schachmann che perde il podio in favore di Fuglsang.
La classifica finale va dunque a Richard Carapaz che ha difeso splendidamente la sua leadership nell’ascesa verso il San Gottardo. Rigoberto Uran chiude secondo ad appena 17” dall’ecuadoriano, mentre sul terzo gradino del podio sale Jakob Fuglsang (ad 1′15”). Schachmann termina la corsa 4° ad 1′19” davanti a Woods (5° a 2′55”), Pozzovivo (6° a 3′16”) e Rui Costa (7° a 3′43”). Chiudono la top ten Sam Oomen (Jumbo-Visma) 8° a 4′16”, Mattia Cattaneo (9° a 4′39”) ed Esteban Chaves (10° a 5′33”).
Pierpaolo Gnisci

Carapaz conquista la Svizzera (Getty Images)
BIS PER BAUHAUS A NOVO MESTO E SUCCESSO FINALE PER POGAČAR
La giornata conclusiva del Giro di Slovenia ha dato modo di festeggiare alle due squadre degli emirati arabi che hanno fatto incetta di tappe e classifiche generali. L’ultima frazione ha visto trionfare Phil Bauhaus (Bahrain – Victorious) davanti a Alex Edmondson (Team BikeExchange) e Heinrich Haussler (Bahrain – Victorious). Tadej Pogačar (UAE – Team Emirates) invece ha confermato il successo finale confermando un’ottima condizione in vista del Tour de France, mentre Diego Ulissi (UAE – Team Emirates) e Matteo Sobrero (Astana – Premier Tech) hanno completato il podio conclusivo.
La quinta e ultima tappa del Giro di Slovenia 2021 come sua consuetudine prendeva il via dalla capitale Ljubljana con arrivo finale a Novo Mesto dopo un percorso di 178 chilometri che includeva qualche salita, seppur il finale non presentava nessuna particolare difficoltà.
La fuga prendeva il largo immediatamente con 7 atleti come protagonisti: Torstein Træen (Uno-X Pro Cycling Team), Julien Irizar (Euskaltel – Euskadi), Viktor Potočki (Ljubljana Gusto Santic), Patrik Tybor (Dukla Banska Bystrica), Jeppe Aaskov Pallesen (ColoQuick), Paweł Bernas (HRE Mazowsze Serce Polski), Martin Lavrič (Selezione slovena).
L’inseguimento dei fuggitivi veniva impostato principalmente dalla Bahrain – Victorious con la Caja Rural – Seguros RGA. A 30 chilometri dalla conclusione Træen attaccava portandosi con sé Aaskov Pallesen, Bernas e Lavrič, i quali dovevano comunque arrendersi al ritorno del gruppo negli ultimi otto chilometri. Bahrain – Victorious si occupava di gestire il finale con un ritmo molto intenso che non permetteva alle squadre rivali di risalire il gruppo. Grazie a questo lavoro forsennato Phil Bauhaus riusciva a trovarsi in una posizione ottimale che sfruttava alla perfezione per fare il bis con Alex Edmondson (Team BikeExchange) che riusciva a classificarsi al secondo posto davanti a Heinrich Haussler che dopo aver tirato una volata perfetta è comunque riuscito a piazzarsi davanti a Matteo Trentin (UAE – Team Emirates).
C’è comunque modo per la UAE – Team Emirates di festeggiare con il successo finale di Tadej Pogačar (oltre alla classifica dei gran premi della montagna) e il secondo posto di Diego Ulissi, davanti a Matteo Sobrero (Astana – Premier Tech), inoltre hanno classificato Rafał Majka al quarto posto e anche Ian Polanc in top10. La classifica a punti veniva invece vinta da Matej Mohorič (Bahrain – Victorious). Infine, la classifica dei giovani (riservata ai nati dopo il 1999) è stata vinta da Kristjan Hočevar (Adria Mobil).
Carlo Toniatti.

Tadej Pogacar trionfa nella classifica finale del giro di casa (@ Tour of Slovenia)
GIRO U23, HEALY VINCE L’ULTIMA TAPPA. AYUSO PORTA A CASA LA MAGLIA ROSA
Ben Healy vince l’ultima tappa del Giro U23 davanti a Menegotto e Hoole. Juan Ayuso porta a casa meritatamente la Maglia Rosa
Tappa conclusiva di questa edizione del Giro d’Italia Under 23: quasi 163 chilometri pressoché pianeggianti da San Vito al Tagliamento a Castelfranco Veneto.
Il ritmo è forsennato fin da subito con vari tentativi in testa al gruppo. L’attacco giusto che porta via la fuga ha la firma di Ben Healy (Trinity Racing), Dan Hoole (SEG Racing) e Jacopo Menegotto (General Store), quando al traguardo mancano circa 80 chilometri.
Il gruppo lascia fare e a contendersi la tappa alla fine sono i battistrada: ai -3 parte l’attacco decisivo di Healy che si lascia alle spalle i due compagni di fuga e conquista in solitaria l’ultima tappa di questa edizione. Secondo posto conteso in volata fra Menegotto e Hoole, con l’italiano della General Store a spuntarla di poco.
Il gruppo giunge al traguardo con un ritardo di 55”: per la Maglia Rosa Juan Ayuso (Team Colpack Ballan) è una parata trionfale.
Lorenzo Alessandri
TW @LorenzoAle8

Juan Ayuso è il vincitore della 44a edizione del Giro d'Italia riservata ai futuri professionisti (© Giro d'Italia Under 23)
URAN RISORGE AD ANDERMATT. CARAPAZ RESTA LEADER ALLA VIGILIA DELLA TAPPA REGINA
Dopo quasi 3 anni dall’ultimo successo, Rigoberto Uran torna alla vittoria al Tour de Suisse con una prestazione spettacolare. Il colombiano della EF Education-Nippo ha letteralmente dominato la settima tappa della corsa elvetica, una cronometro individuale di 23 km caratterizzata da una lunga salita nella parte iniziale. Alle spalle di Uran, che non vinceva dal Giro di Slovenia del 2018, un ottimo Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step), giunto a 40” da Uran e il sorprendente Gino Mader (Bahrain-Victorius) arrivato a 54”, stesso tempo del leader Richard Carapaz (Ineos Grenadiers). Male invece Jakob Fulsang (Astana-Premier Tech) e Maximilian Schachmann, arrivati rispettivamente con un passivo di 1′43” ed 1′23”.
Piuttosto rivoluzionata la classifica generale, che vede sempre in testa il corridore Ecuadoriano ma con un margine che si è ridotto ad appena 17” su Uran, risalito dalla 5a alla seconda posizione. Un vantaggio non del tutto rassicurante in vista della tappa regina che si disputerà domani.
La 7a tappa del Tour de Suisse, una crono di 23 km da Disentis Sedrun ad Andermatt, offriva agli uomini di classifica una nuova opportunità per darsi battaglia. La prova contro il tempo, decisamente atipica, proponeva una prima parte quasi tutta all’insù e un finale tutto in discesa. Dopo i primi 2 km pianeggiati, i corridori erano chiamati a scalare la salita dell’Oberlapass (9,5 km al 6,5% di pendenza media) in cima alla quale era posto l’intermedio (km 11,5). Dalla vetta fino all’arrivo il percorso era invece quasi totalmente in discesa, a parte un breve tratto finale nell’abitato di Andermatt. Da segnalare la suddivisione dei corridori in due maxiblocchi per permettere ai veicoli al seguito della corsa di rientrare verso la partenza. Il primo gruppo, formato dagli ultimi 67 corridori della classifica generale, partiva tra le 12:29 e le 13:20, mentre la partenza degli altri 75 atleti era prevista dalle 15:20 in poi.
Il primo corridore a prendere il via è stato il neozelandese Connor Brown, ultimo nella classifica generale. Il giovane del Team Qhubeka-Assos è riuscito a concludere con un tempo di 40′24” che gli ha consentito di restare in testa alla classifica provvisoria per quasi un’ora, fino all’arrivo del connazionale Tom Scully (EF Education-Nippo), il primo a scendere sotto i 40 minuti (39′50”). Di lì a poco il duo kiwi è stato superato prima dall’elvetico Johan Jacobs (Movistar Team) con un tempo di 39′38” e poi dal bravo Jonas Rutsch, anche lui in forza alla EF. Il corridore tedesco, capace di abbassare il miglior tempo di oltre 2 minuti con un ottimo 37′37”, è rimasto tranquillamente in testa alla graduatoria fino alla partenza del secondo blocco di corridori, mentre alle sue spalle si inserivano in seconda posizione prima Rob Britton (Rally Cycling) con un tempo di 39′07” e poi Marc Soler (Movistar Team) con un buon 38′04”. Non altrettanto si può dire di Stefan Bissegger (EF Education-Nippo), già secondo nella crono d’apertura e poi vincitore a Gstaad: per il giovane Svizzero quasi 3 minuti di ritardo del compagno di squadra Rutsch.
Terminata la lunga pausa, il primato di Rutsch è stato immediatamente messo in discussione da Soren Kragh Andersen (Team DSM). Il danese è partito fortissimo, transitando all’intertempo posto in cima al gpm con ben 34” sul tedesco, e ha poi difeso il vantaggio in discesa, tagliando il traguardo con un tempo di 38′06”, mezzo minuto in meno rispetto a Rutsch.
Nel frattempo erano partiti in rapida sequenza tre dei cronoman più attesi, ovvero Tom Dumoulin (Jumbo-Visma), Rohan Dennis (Ineos Grenadiers) e Stefan Kung (Groupama-FDJ), quest’ultimo vincitore della prima crono del Tour de Suisse. Dumoulin è transitato all’intertempo con 6” di vantaggio su Andersen, ma è stato superato poco dopo di 9” dal sorprendente Gino Mader (Bahrain-Victorius) che era partito 3 minuti dopo di lui. Il Limburghese ha poi guadagnato qualche secondo in discesa, transitando sul traguardo con 8” su Andersen. Mader ha invece interpretato meno bene la seconda parte della crono ma è riuscito comunque a difendersi da Dumoulin chiudendo con un vantaggio di appena 2 secondi e 57 centesimi.
Meno positive le prestazioni di Dennis e Kung, passati in cima al gpm con un ritardo di oltre 30” da Mader. L’australiano ha mantenuto inalterato lo svantaggio in discesa, terminando a 34” dal corridore della Bahrain-Victorius; Kung è invece andato fortissimo, recuperando una ventina di secondi e chiudendo con 11” di ritardo dal connazionale, in quarta posizione provvisoria alle spalle anche di Dumoulin e Kragh Andersen.
A questo punto l’ordine d’arrivo provvisorio si è stabilizzato, in attesa dell’entrata in scena degli uomini di classifica che sono partiti di lì a poco. Il primo ad avvicinarsi a Mader è stato Mattia Cattaneo (Deceuninck-Quick Step), già 3° nella crono d’apertura. Il corridore bergamasco è transitato al gpm con appena 5” di ritardo da Mader e ha poi concluso in terza posizione a soli 4” dallo svizzero e 2” da Dumoulin. Degna di nota anche la prestazione di Rui Costa (UAE Team Emirates). Il portoghese è transitato con 21” di ritardo da Mader a causa anche di un cambio di bici in vetta, ma ha poi recuperato tantissimo lungo la discesa, andando a chiudere in 4a posizione ad appena 2” da Cattaneo.
Nel frattempo, l’intermedio di Mader era stato superato da Domenico Pozzovivo (Team Qhubeka-Assos) bravo a far meglio di 7 secondi. Il lucano ha però trovato difficoltà in discesa ed ha chiuso in 37′02”, stesso tempo di Rui Costa. Chi però ha fatto la voce grossa dal primo all’ultimo chilometro è stato Rigoberto Uran (EF Education-Nippo). Il colombiano, capace di battere il tempo di Pozzovivo al gpm di ben 29 secondi, si è imposto al traguardo con un tempo di 36′02”, addirittura 54 secondi meglio di Mader. Bene anche Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step), secondo sia all’intertempo (a 12”) sia al traguardo dove è giunto con un passivo di 40” da Uran.
In difficoltà i primi tre della classifica generale. Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe) che già aveva un ritardo di 1′15” in vetta, ha perso ancora qualche secondo nella seconda parte, terminando la sua prova in 1′22”. Peggio ancora Jakob Fulgsang (Astana-Premier Tech) che già in cima pagava 1′35” ed ha poi concluso ad 1′43” da Uran. Ha invece limitato i danni Richard Carapaz (Ineos Grenadiers), giunto al traguado a 54” da Uran in 4a posizione. Il corridore Ecuadoriano è così riuscito a difendere la leadership.
L’ordine d’arrivo della tappa vede dunque Rigoberto Uran dominatore della crono con 40” su Alaphilippe, 54” su Mader e Carapaz, 56” su un redivivo Tom Dumoulin e 58” sul bravo Mattia Cattaneo. Chiudono la top ten di giornata Domenico Pozzovivo e Rui Costa, rispettivamente 7° ed 8° ad un minuto da Uran, Soren Kragh Andersen (9° a 1′04”) e Stefan Kung (10° a 1′05”).
La nuova classifica generale vede sempre in testa Richard Carapaz, con un margine di soli 17” su Uran e 39” su Alaphilippe. Quest’ultimo stasera abbandonerà la corsa per assistere alla nascita del figlio. Retrocede in 4a posizione Schachmann (a 1′07”), davanti a Fuglasang (1′15”). Molto più staccati Michael Woods (Israel Start-Up Nation), oggi autore di una prova pessima e scivolato a 3′10”, Domenico Pozzovivo (a 3′16”) e Sam Oomen (Jumbo-Visma) che occupa l’8a piazza a 3′39”.
Domani è in programma la tappa regina del Tour de Suisse, la Andermatt-Andermatt di 160 km. Subito dopo la partenza i corridori affronteranno nuovamente l’Oberalpass, questa volta dal versante opposto (10,8 km al 5,5% di media) rispetto a quello scalato nella cronometro. Quindi troveranno il Passo di Lucomagno (16,5 km al 5,3%) e infine il Passo del San Gottardo dal versante della Val Tremola (punte fino al 12% e tratti in pavè), riaperto in extremis per evitare il passaggio della corsa attraverso la superstrada. Dalla vetta della salita mancheranno soltanto 15 km di cui i primi 10 tutti in discesa. Una tappa che potrebbe dare una nuova fisionomia, questa volta definitiva, alla corsa.
Pierpaolo Gnisci

Uran risorge ad Andermatt (fonte: Getty Images)
PEDRERO, COLPO DOPPIO A LE MOURTIS. TAPPA E MAGLIA PER LO SPAGNOLO
Nella terza tappa con arrivo a Le Mourtis, Antonio Pedrero (Team Movistar) attacca a 4 km dall’arrivo e riesce ad avvantaggiarsi progressivamente sugli avversari che non riescono più a raggiungerlo. Il giovane spagnolo vince il tappone della Route d’Occitanie 2021 e veste la maglia gialla che domani dovrà difendere nell’ultima tappa.
Dall’alto dei suoi 2115 metri d’altezza il Col du Tourmalet svetta in tutta la sua imponenza ma una delle montagne che ha fatto la storia del Tour viene affrontata soltanto dopo 30 km dalla partenza di Pierrefitte-Nestalas, nella terza tappa della Route d’Occitanie 2021. Fino all’arrivo di Le Mourtis mancheranno, una volta scollinato, ancora oltre 140 km di strada, che terminerà proprio con la scalata verso Le Mourtis, prosecuzione del Col de Mentè. Sarà una giornata determinante per la classifica generale, visto che la classifica è ancora molto corta dopo le prime due tappe ed oggi chi vorrà vincere la breve corsa ai piedi dei Pirenei dovrà attaccare. Proprio sulle prime rampe del Col du Tourmalet, dopo una trentina di km dalla partenza, prendeva vigore la fuga di giornata composta da dieci attaccanti, ovvero Marlon Gaillard (Team Total Direct Energie), Dayer Quintana (Team Arkea Samsic), Nicola Bagioli (Team B&B Hotels KTM), Juri Hollman (Team Movistar), Ibon Ruiz (Team Kern Pharma), Logan Owen (Team EF Education Nippo), Alro Cuadros (Team Caja Rural), Mikel Iturria (Team Euskaltel Euskadi), Delio Fernadez (Team Delko) e Daniel Navarro (Team Burgos BH). Il gruppo maglia gialla rallentava l’andatura e la fuga guadagnava a poco a poco oltre 2 minuti di vantaggio. Era comunque l’AG2R Citroen, la squadra della maglia gialla Andrea Vendrame, a controllare la situazione in testa al gruppo e a non far lievitare eccessivamente il vantaggio della fuga, visto che Iturria e Navarro erano le maggiori minacce per Vendrame, avendo entrambi dall’italiano 33 secondi di ritardo. A tirare il gruppo erano presenti anche uomini del Team Cofidis e del Team INEOS Grenadiers. Sui dieci di testa si riportava prima Diego Lopez (Team Kern Pharma) quando mancavano circa 10 km dalla vetta del Tourmalet. Cuadros si avvantaggiava di qualche centinaio di metri sui compagni di fuga e scollinava per primo sul Col du Tourmalet, rafforzando anche il suo primato nella classifica GPM. Il gruppo maglia gialla scollinava a sua volta con un ritardo di 3 minuti e 15 secondi dall’avanguardia della fuga. Al traguardo volante di Bagnères-de-Bigorre era Gaillard a transitare per primo. Alle spalle dei fuggitivi il gruppo si ricompattava, con AG2R e Cofidis a condurre l’inseguimento. Sul gruppo di testa intanto si era riportato con una bella azione personale anche Jokin Murguialday (Team Caja Rural). Sulla Cote de Mauvezin, secondo GPM di giornata posto al km 92.4, Cuadros scollinava in prima posizione. Iturria si aggiudicava il secondo sprint intermedio di Saint-Bertrand-de-Comminges posto al km mentre Cuadros accumulava altri punti della classifica GPM scollinando in prima posizione sul Cap de la Coste posto al km. Nel frattempo la maglia gialla Andrea Vendrame (Team AG2R Citroen) era vittima di un problema meccanico che lo costringeva a fermarsi a bordo strada. Dopo l’intervento del meccanico, l’italiano ripartiva e rientrava nel gruppo principale poco prima dell’inizio della scalata verso il Col de Larrieu, penultima asperità di giornata. Era ancora Cuadros a scollinare per primo mentre il gruppo era segnalato a circa 2 minuti di ritardo. Ai piedi dell’ascesa finale verso Le Mourtis in testa alla corsa erano rimasti in sette, ovvero Cuadros, Navarro, Murguialday, Iturria, Quintana, Hollman e Lopez. Il gruppo inseguitore accelerava ed ai meno 13 il ritardo sulla testa della corsa era di soli 55 secondi. A 5 km dall’arrivo il gruppo rientrava su Navarro, ultimo dei fuggitivi a resistere. Contemporaneamente, Vendrame alzava bandiera bianca perdendo le speranze di conservare la maglia gialla. Lo sparuto gruppo di testa era formato da A tonio Pedrero (Team Movistar), Merhawi Kudus (Team Astana), Simon Carr (Team EF Education First), Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo), Julen Amezqueta (Team caja Rural), Jesus Herrada (Team Cofidis), Oscar Rodriguez (Team Astana), Cristian Rodriguez (Team Total Direct Energie) ed Elie Gesbert (Team Arkea Samsic). Pedrero attaccava poco meno di 4 km dal termine ed aumentava progressivamente il vantaggio sugli avversari. Lo spagnolo guadagnava praticamente 10 secondi al km e andava a vincere in solitaria. A 40 secondi di ritardo si piazzava Herrada mentre Oscar Rodriguez era terzo a 43 secondi. Chiudevano la top five Cristian Rodriguez e Simon Carr, rispettivamente quarto e quinto a 46 secondi di ritardo. Pedrero è la nuova maglia gialla con 44 secondi di vantaggio su Herrada e 49 secondi di vantaggio su Oscar Rodriguez. Domani è in programma la quarta ed ultima tappa da Lavelanet-Pays d’Olmes a Duilhac-Sous-Peyrepertuse, per un totale di 151.2 km. Si inizia subito con la scalata verso il Col de Montsegur che pur non essendo categorizzato come GPM potrebbe fungere da trampolino di lancio per la fuga di giornata. Le cose si faranno più interessanti nel finale, con gli ultimi 15 km praticamente senza pianura. Un saliscendi continuo in cui i ciclisti dovranno affrontare prima la salita verso Grau de Maury Sous Quéribus e poi la successiva ascesa verso l’arrivo, oltre 4 km all’8.5% con punte in doppia cifra. A meno di clamorose sorprese, Pedredo sembra aver ipotecato la vittoria della breve corsa francese.
Giuseppe Scarfone

Pedrero si impone sul traguardo di Le Mourtis (Getty Images)
GIRO DI SLOVENIA: ULISSI LASCIA IL SEGNO A SVETA GORA
Diego Ulissi (UAE – Team Emirates) ha conquistato il successo nella quarta tappa del Giro di Slovenia 2021 venendo scortato dal suo capitano Tadej Pogačar che si è classificato al secondo posto davanti a Matteo Sobrero (Astana – Premier Tech). Per Pogačar è stata la conferma della leadership mantenendo un ampio margine di sicurezza sugli stessi Ulissi e Sobrero, rispettivamente al secondo e terzo posto.
La frazione numero quattro da Ajdovščina a Sveta Gora di Nova Gorica, anche conosciuta come Monte Santo di Gorizia, era la tappa regina con i suoi 162 chilometri e 3000 metri di dislivello. Nella prima metà di corsa le difficoltà erano la salita di Temnica, 4.4km all’8.1%, e quella di Ravnica, 2.8km al 10.4%. A 50 chilometri dall’arrivo era posta la salita di Vrhovije, 4.4km al 7.3%, seguito da un su e giù col Monte Sabotino, 1.5km all’8.7%, a 20 chilometri dall’arrivo che precedeva un’altra scalata a Ravnica. Dalla cima mancavano soltanto 9 chilometri con un breve strappo e un tratto in discesa che portava agli ultimi 2400 metri durissimi al 13.5% di media che conducevano a Sveta Gora.
La fuga di giornata veniva composta da Josip Rumac (Androni Giocattoli – Sidermec), Urko Berrade e Jon Irisarri (Caja Rural – Seguros RGA), Antonio Jesus Soto (Euskaltel – Euskadi), David Per (Adria Mobil), Adam Stachowiak (HRE Mazowsze Serce Polski) e Kristijan Koren (Selezione slovena). Il gruppo controllava questo tentativo intorno ai due minuti di distanza con il lavoro di Matteo Trentin (UAE – Team Emirates) in particolare, andando a ridurre il distacco intorno al minuto a Vrhovije. Sul Sabotino era Stachowiak ad attaccare, il quale veniva però ripreso dal resto della fuga nel tratto pianeggiante prima della salita di Ravnica. Piccola indecisione in gruppo in un incrocio con alcuni corridori che sbagliavano direzione creando un po’ di caos in gruppo, nonostante ciò riuscivano a chiudere sui fuggitivi ai piedi della salita. La BikeExchange is occupava della selezione nel gruppo di testa, ma era la UAE – Team Emirates a intensificare il ritmo ai -9. Nel tratto di discesa era Matej Mohorič ad attaccare, ma il percorso non tecnico non permetteva al corridori di casa di prendere margine venendo chiuso facilmente ed era anche il primo a perdere contatto sulla salita conclusiva. Tadej Pogačar (UAE – Team Emirates) a due chilometri dalla conclusione provava ad aumentare il ritmo, lasciando poi il compagno di squadra Rafal Majka a condurre il passo con Matteo Sobrero (Astana – Premier Tech) e Diego Ulissi (UAE – Team Emirates). Quest’ultimo sembrava quello più in difficoltà, però stringendo i denti riusciva a restare a contatto del gruppetto. Majka terminava il suo lavoro negli ultimi 300 metri lasciando Pogačar a tenere un ritmo contenuto, preparando così l’attacco di Ulissi negli ultimi 120 metri col quale riusciva ad andarsene agilmente conquistando la vittoria, mentre Pogačar si limitava a controllare Sobrero sopravanzandolo negli ultimi metri. Pogačar chiaramente difendeva la maglia di leader, mantenendo un vantaggio di 1’21” sul compagno di squadra Ulissi e 1’35” su Sobrero.
Nella giornata di domani la frazione conclusiva da Ljubljana a Novo Mesto che dovrebbe concludersi in volata.
Carlo Toniatti

La vittoria di Diego Ulissi nella tappa regina della corsa slovena (© Tour of Slovenia)
ABERASTURI CONQUISTA IL SUCCESSO A KRŠKO
Jon Aberasturi (Caja Rural – Seguros RGA) ha vinto la terza frazione del Giro di Slovenia battendo in volata Matej Mohorič (Bahrain – Victorious) e Matteo Trentin (UAE – Team Emirates). Tadej Pogačar (UAE – Team Emirates) ha mantenuto la maglia leader con 1’15” su Mohorič prima della tappa regina dell’edizione numero ventotto.
La terza frazione di 168km partiva da Brežice con arrivo a Krško con tre salite categorizzate da scalare, quella più insidiosa era anche l’ultima. La scalata a Sremič infatti è lunga 4km al 5.7%, ma la pendenza media può ingannare, perché la salita è “a scale” con almeno tre strappi di 500 metri in doppia cifra. Come nella giornata di ieri, dalla cima i corridori dovevano affrontare 19 chilometri, dei quali la prima parte in discesa, seguita da uno strappo di 1200 metri al 6% che continuava come falsopiano, prima di un breve tratto di discesa e gli ultimi dieci chilometri pressoché pianeggianti.
La prima parte di corsa era molto combattuta per riuscire a formare la fuga di giornata, con un drappello di sette corridori in grado di emergere dopo una trentina di chilometri. Raul Garcia Pierna e Jaime Castrillo (Equipo Kern Pharma), Andrea Garosio (Bardiani-CSF-Faizanè), Jacob Scott (Canyon dhb SunGod), David Per (Adria Mobil), Jonas Iversby Hvideberg (Uno-X Pro Cycling Team) e Jon Irisarri (Caja Rural – Seguros RGA) erano i componenti di questo tentativo che veniva comunque ripreso dopo appena 45 chilometri di avventura. Sulla seconda salita di giornata a 75 chilometri dall’arrivo si formava un nuovo attacco con Alessandro Monaco (Bardiani-CSF-Faizanè), Jhonatan Restrepo (Androni Giocattoli – Sidermec), Sergio Araiz (Equipo Kern Pharma), Kenny Molly (Bingoal Pauwels Sauces WB), Jefferson Alveiro Cepeda (Caja Rural – Seguros RGA) e Antonio Angulo (Euskaltel – Euskadi). Il gruppo tirato principalmente dalla Uno-X Pro Cycling Team chiudeva sulla fuga ai piedi dell’ultimo GPM di giornata di Sremič con Restrepo ultimo ad arrendersi. La BikeExchange faceva il ritmo nel primo tratto di salita, mentre a metà salita era Rafal Majka (UAE – Team Emirates) ad accelerare con Jan Tratnik (Bahrain – Victorious) a chiudere su di lui in prima persona e poi seguita dalla Astana – Premier Tech che lanciava poco dopo Javier Romo Olivier all’attacco. La UAE – Team Emirates andava a chiudere su di lui poco prima dello scollinamento e guidava un gruppo ristretto a una ventina di atleti lungo la discesa. Sul breve strappetto a fine discesa, Markus Hoelgaard (Uno-X Pro Cycling Team) attaccava, mentre un gruppetto di una quindicina di corridori riusciva a rientrare sugli inseguitori. La formazione degli emirati arabi continuava il suo controllo della corsa chiudendo sull’attaccante norvegese ai -6 e su altri piccoli movimenti di atleti che provavano ad anticipare la volata, in particolare Tratnik, che riusciva ad avvantaggiarsi in maniera pericolosa, ma come nella prima giornata Tadej Pogačar lavorava per i suoi velocisti chiudendo sul connazionale e lanciando lo sprint per Matteo Trentin, il quale si lanciava forse un filo troppo presto venendo sopravanzato nel finale da Jon Aberasturi (Caja Rural – Seguros RGA) che conquistava così il successo. Al secondo posto, anche oggi, Matej Mohorič (Bahrain – Victorious) partito un po’ troppo indietro, mentre Trentin doveva arrendersi al terzo posto.
Mohoric riusciva ad avvicinarsi leggermente in classifica generale grazie all’abbuono, portandosi ora a 1’15” di ritardo da Pogačar che rimane comunque leader incontrastato della corsa.
Domani la tappa regina con l’arrivo al Monte Santo di Gorizia su pendenze in doppia cifra.
Carlo Toniatti.

Successo di Jon Aberasturi (Tour of Slovenia)
LA SCORRETTEZZA “COSTA” IN SVIZZERA: RETROCESSO IL PORTOGHESE, VITTORIA A KRON
La tappa montana di Disentis-Sedrun veniva vinta da Andreas Kron (Lotto-Soudal) dopo che la giuria retrocedeva al secondo posto per una volata irregolare Rui Costa (UAE – Team Emirates) al termine di una giornata che non vedeva variazioni e pericoli per gli uomini delle prime posizioni di classifica. Per il portoghese trentaquattrenne si sarebbe trattata del primo trionfo in stagione; purtroppo per lui la giuria riteneva, giustamente, la sua volata pericolosa e lo retrocedeva al secondo posto dietro Kron, che conquistava così la seconda vittoria stagionale
La sesta frazione del Giro di Svizzera iniziava con due grandi novità, la prima era il nuovo leader della classifica generale Richard Carapaz (Ineos-Grenadiers) – che nella tappa di ieri aveva conquistato la vittoria di giornata e la maglia gialla – La seconda era ll’addio alla corsa del precedente leader, Mathieu Van der Poel (Alpecin – Fenix), costretto al ritiro da un raffreddore che poteva compromettere la sua salute in vista dei suoi prossimi obiettivi, Olimpiade su tutti. Nei primi chilometri si vedevano molti tentativi di fuga, spesso promossi dalla Deceuninck-QuickStep e la Ineos Grenadiers di Carapaz era costretta a controllare, badando solo che all’attacco non andassero corridori pericolosi per la classifica generale.
Partita la fuga giusta, nei chilometri finali Rui Costa, l’austriaco Hermann Pernsteiner (Bahrain-Victorious) e Andres Kron si avvantaggiavano sugli altri compagni d’avventura andando a giocarsi la vittoria finale allo sprint. L’austriaco si arrendeva ai meno 300 metri e davanti restavano Kron e Rui Costa. Il primo a partire era il portoghese, mentre alle sue spalle rinveniva il corridore della Lotto-Soudal. Rui Costa tagliava per primo il traguardo dopo aver deviato la sua traiettoria ostacolando il danese, che si lamentava per il comportamento dell’avversario. Così la giuria si vedeva costretta a retrocedere il corridore della UAE – Team Emirates e assegnare la vittoria a Kron, che conquistava così il secondo successo stagionale dopo la prima tappa del Giro della Catalagna. Il gruppo Maglia gialla arrivava invece unito e senza patemi al traguardo 2′49” dopo l’arrivo dei primi.
Da evidenziare in chiave italiana il nono posto di Matteo Fabbro (Bora-Hansgrohe) e soprattutto la conquista della maglia a pois di leader del Gran Premio della Montagna da parte di Antonio Nibali (Trek-Segafredo).
Domani si disputa una delle frazioni più interessante della corsa elvetica, una cronometro individuale di 23 Km da Disentis-Sedrun ad Andermatt che nella prima metà ha la forma della cronoscalata perchè si dovrà salire fino ai 2046 metri dell’Oberalppass, affrontando 9.5 Km d’ascesa al 6.5% di pendenza media.
Luigi Giglio

Rui Costa esulta, Kron contesta sul rettilineo d'arrivo di Sedrun (Getty Images)

