RENDEZ-VOUS A FOUGERES CON MARK CAVENDISH
Come sei anni fa, ancora sull’arrivo di Fougères è Mark Cavendish a vincere la volata di gruppo al Tour de France! Una favola per il folletto dell’Isola di Man ad un passo dal ritiro dalle corse rinato nella Deceuninck-QuickStep ed ora a quota 31 successi nella Grande Boucle. Fantastica la sua volata dopo uno straordinario lavoro dei compagni di squadra con la quale regola al traguardo Nacer Bouhanni (Arkea-Samsic) e Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix).
Una tappa, la quarta del Tour de France, che inizia in seno alla protesta dei corridori per i fatti accaduti ieri in merito alla discutibile pericolosità delle strade percorse, dopo 10 Km il gruppo, secondo accordi presi in partenza, decide di fermarsi per qualche minuto. La ripresa è ad andatura lenta, per far tornare le cose alla normalità bisogna aspettare la fuga di giornata grazie all’allungo di Brent Van Moer (Lotto Soudal) e Pierre-Luc Périchon (Cofidis) questa azione contraddistinguerà tutta la frazione. In gruppo l’Alpecin-Fenix della maglia gialla controlla l’andatura tenendo il vantaggio dei fuggitivi a 2’. Il ritmo inizia ad alzarsi soltanto in vista del traguardo volante di Vitré vinto da Van Moer, dietro dopo circa 1’ transita il gruppo regolato da Mark Cavendish (Deceuninck-QuickStep). Ai meno 15 Km dal traguardo è sempre Van Moer ad essere ancora protagonista scattando e portandosi da solo in testa alla corsa mentre Brent Van Moer viene riassorbito, qualche chilometro dopo dal gruppo. Il belga della Lotto Soudal non si arrende tanto che addirittura torna a guadagnare secondi preziosi, ai meno 10 dall’arrivo di Fougères conserva 1’:04”. Soltanto in questa fase di corsa si vedono le squadre dei velocisti dare un sensibile segnale in testa, inizia la Groupama-FDJ a far alzare l’andatura, subito dopo vengono in testa a dar man forte i Deceuninck-QuickStep ed il Team Arkéa Samsic tra di loro a rompere i cambi con l’intento di proteggere il loro compagno di squadra si inseriscono in testa anche i Lotto Soudal in chiara azione di disturbo. L’esito della corsa diventa così incertissimo, il fuggitivo entra negli ultimi 3 Km con ben 33” di vantaggio. Dietro arrivano gli uomini del Team DSM che insieme al grande lavoro ancora dell l’Alpecin-Fenix della Trek – Segafredo e della Bahrain – Victorious riescono a portare il gruppo, ormai lanciatissimo ai meno 2 Km con 21” da recuperare. Davanti Van Moer è a tutta, transita con una decina di secondi sotto l’arco dell’ultimo chilometro e viene ripreso in vista del cartello dei 200 m con il gruppo ormai che si lancia, per forza di cose, in una volata lunghissima con gli Alpecin-Fenix che hanno questa volta come ultimo uomo Jasper Philipsen, il belga esce in testa dalla semicurva prima del traguardo ma deve fare i conti con un redivivo Mark Cavendish che lo passa a centro strada con Nacer Bouhanni alla sua ruota chiude secondo. Il folletto mannese libera tutta la sua emozione con le mani in avanti subito dopo l’arrivo in segno di liberazione, è un sogno da raccontare e rivedere perché fa bene dopo quanto accaduto ieri, intorno a Cavendish in lacrime, nuova maglia verde, gli abbracci di tutti i suoi compagni di squadra. In classifica generale non cambia nulla, domani invece la maglia gialla potrebbe cambiare perché è prevista la prima delle due crono del Tour de France da Changé a Laval Espace Mayenne di 27,2 Km.
Antonio Scarfone

La vittoria di Mark Cavendish a Fougeres (foto: Getty Images Sport)
MERLIER SVOLAZZA NELL’ECATOMBE DI PONTIVY. VAN DER POEL RESTA IN GIALLO
Il velocista dell’ Alpecin-Fenix si impone in volata nella terza tappa del Tour de France caratterizzata da tante cadute in cui sono rimasti coinvolti anche i due uomini più attesi per la vittoria finale Primoz Roglic (Jumbo Visma) e Tadej Pogacar (UAE-Team Emirates).
Il Tour e France riparte con la terza tappa in linea da Lorient a Pontivy con i suoi 182,9 Km, frazione che strizza l’occhio ai velocisti con un finale piuttosto nervoso caratterizzato da stradine strette e rese umide da un po’ di pioggia prevista nel finale. La fuga di giornata si forma ben presto ed è portata avanti dall’onnipresente Ide Schelling (Bora-hansgrohe), all’attacco per il terzo giorno di fila, Cyril Barthe e Maxime Chevalier (B&B Hotels p/b KTM), Michael Schar (Ag2r Citroen) e Jelle Wallays (Lotto Soudal). Le squadre dei velocisti non concedono troppo spazio ai fuggitivi ed infatti soprattutto la Groupama-FDJ di Arnaud Démare tiene il gruppo in controllo. Vantaggio massimo che oscilla intorno ai 2’:30”. Intorno al trentesimo chilometro di gara c’è da registrare una prima caduta in gruppo, purtroppo come vedremo saranno tante, e restare coinvolti sono Robert Gesink e Tony Martin (Jumbo-Visma) e Geraint Thomas (Ineos Granadiers). Ad avere la peggio è l’olandese costretto a ritirarsi dalla corsa, va meglio al britannico che seppur apparso molto dolorante risale in bisi ed aiutato da Luke Rowe, Jonathan Castroviejo e Dylan Van Baarle, dopo un dispendioso inseguimento riesce a rientrare in gruppo. Davanti intanto Schelling conquista il GPM della Côte de Cadoudal, si rialza e si fa riprendere dal plotone. I fuggitivi, rimasti in quattro, arrivano al successivo traguardo volante di La Fourchette, dove inizia a venir giù qualche goccia di pioggia, senza darsi battaglia vede il passaggio con Barthe su Chevalier, Schär e Wallays. Quando transita il gruppo si assiste ad un accenno di ciò che potrà essere il finale di tappa, la lotta per i restanti punti della maglia verde è vinta da Caleb Ewan (Lotto Soudal) su Cavendish e Mørkøv. Da qui in poi è tutta un’altra corsa con la velocità che sale e le squadre dei velocisti a prendere le posizioni di testa. Il vantaggio dei quattro al comando scende così a 1’:30 in vista del GPM de la Côte de Pluméliau, vinto da Wallays. Negli ultimi 15 chilometri perde contatto dalla testa della corsa Maxime Chevalier, davanti restano in tre uomini con un vantaggio di soli 40”. La corsa inizia ad essere sempre più nervosa, a causa anche della sede stradale stretta e tortuosa, avvengono altre due cadute, nella prima tra i nomi grossi a farne le spese sono David Gaudu (Groupama-FDJ) e Miguel Angel Lopez (Movistar), nella seconda quando mancano 11 Km al traguardo, invece, il primo colpo di scena con Primoz Roglic (Jumbo-Visma) che va a toccare la ruota posteriore di Sonny Colbrelli (Bahrain Victorious) e cadere rovinosamente a terra. Tanta paura per lo sloveno, diverse le escoriazioni riportate, atteso da Kruijswijk, Kuss, Martin, Teunissen e Vingegaard cerca di limitare i danni gettandosi in un disperato inseguimento dal gruppo con dentro i migliori che intanto va a riassorbire i tre fuggitivi. Restano 6 Km da percorrere ed il ritardo di Roglic è di 50″, per strada gli Jumbo Visma trovano un gruppetto con dentro Miguel Angel Lopez, restato anch’esso attardato dalla frammentazione del gruppo principale, avendo così la collaborazione della Movistar nel ricucire. In vista dei meno 4Km all’arrivo ecco il secondo colpo di scena, altra caduta, con diversi uomini, che taglia fuori uno degli uomini più attesi per la volata, Arnaud Démare (Groupama-FDJ) mentre ha la peggio Jack Haig (Bahrain Victorious) che è costretto al ritiro. Riesce a restare in bici invece Tadej Pogacar (UAE-Team Emirates) costretto a frenare e lanciarsi in un difficile inseguimento per riportarsi sugli uomini di classifica rimasti davanti tra cui la maglia gialla Mathieu Van Der Poel (Alpecin-Fenix). In vista dell’arrivo restano una ventina di corridori a disputarsi la volata ma, ancora un ennesimo colpo di scena, ancor in negativo, fuori dall’ultima semicurva Caleb Ewan (Lotto Soudal) tocca la ruota di Peter Sagan (Bora-hansgrohe) e finisce violentemente a terra portandosi sull’asfalto anche lo slovacco. Il corridore della Lotto Soudal ha la peggio, frattura della clavicola e ritiro dalla corsa. Davanti gli Alphen-Fenix restano compatti e con un maestoso Mathieu van der Poel al servizio dei compagni viene lanciata la volata vinta facilmente, nonostante i dubbi della vigilia sulle sue condizioni, da Tim Merlier sul compagno di squadra Jasper Philipsen, terzo l’atleta di casa Nacer Bouhanni (Arkea-Samsic), quarto Davide Ballerini (Deceuninck – Quick Step), quinto Sonny Colbrelli (Bahrain Victorious). L’attenzione è tutta agli uomini di classifica infatti oltre a Julian Alaphilippe, l’unico big rimasto davanti è Richard Carapaz (ineos Granadiers). Arriva con 14″ di ritardo un gruppetto con dentro Enric Mas, Vincenzo Nibali, Jakob Fuglsang, Nairo Quintana, Wilco Kelderman e Pierre Latour, poi ancora a 26″ arriva il gruppetto con la maglia bianca Tadej Pogacar, Sergio Higuita, Bauke Mollema, David Gaudu, Rigoberto Urán, Geraint Thomas, Esteban Chaves, Emanuel Buchmann, Lucas Hamilton, Richie Porte e Guillaume Martin. Si devono aspettare ben 1’:21” per vedere arrivare Primoz Roglic, Miguel Ángel López, Alejandro Valverde e Steven Kruijswijk per una classifica generale stravolta da una tappa campale che vede in giallo sempre Mathieu van der Poel con 8” su Julian Alaphilippe e 31” su Richard Carapaz. Domani il Tour de France riparte da Redon per puntare a Fougères con soli 150, 4 Km che serviranno, per tanti, a metabolizzare le ferite odierne.
Antonio Scarfone

Tim Merlier vince a Pontivy (foto: Getty Images Sport)
SUL MURO SPUNTA LA STELLA DI VAN DER POEL, ADOMBRATO ALAPHILIPPE
Uno strepitoso Mathieu van der Poel (Team Alpecin Fenix) vince sul Mur-de-Bretagne piazzando uno scatto mortifero a circa 2 km dall’arrivo della seconda tappa. Nessun avversario riesce a tenergli testa e grazie agli abbuoni guadagnati durante la tappa è la nuova maglia gialla.
Julian Alaphilippe parte in maglia gialla da Perros-Guirec nella seconda tappa del Tour 2021 dopo la schiacciante vittoria di ieri; la prima tappa, con le due maxicadute nel finale, lascia però pesanti strascichi. Ieri i ritiri in corsa di Ignatas Konovalovas (Team Groupama FDJ), Jasha Sutterlin (Team DSM) e Cyril Lemoine (Team B&B Hotels KTM). Oggi il forfait, prima della partenza, di Marc Soler (Team Movistar) che ieri era riuscito a tagliare il traguardo con un ritardo considerevole ma con fratture ad entrambe le braccia. La tappa di oggi, ancora in Bretagna, si concluderà sulla sua ‘Alpe d’Huez’, ovvero l’omonimo Mur più volte affrontato al Tour; le ultime due volte si sono registrate la vittoria di Alexis Vuillermoz nel 2015 e quella di Daniel Martin nel 2018. La fuga di giornata si formava dopo pochi km. Erano in sei ad evadere dal gruppo: Ide Schelling (Team Bora Hansgrohe), Edward Theuns (Team Trek Segafredo), Anthony Perez (Team Cofidis), Simon Clarke (Team Qhubeka NextHash), Jeremy Cabot (Team Total Energies) e Jonas Koch (Team Intermarchè Wanty Gobert). Dopo 30 km il vantaggio della fuga superava i 3 minuti. Perez si aggiudicava il GPM della Cote de Sainte-Barbe posto al km 72.8. Poco più tardi Theuns transitava in prima posizione sul traguardo volante di Plouha. A circa metà tappa il gruppo si avvicinava ai fuggitivi, tirato dagli uomini della Deceuninck Quick Step. Il primo passaggio sul Mur-de-Bretagne era provvisto di abbuoni speciali in secondi per i primi tre ciclisti a transitarvi (otto, cinque e tre secondi), per cui Julian Alaphilippe era interessato a fare il massimo per aumentare il proprio vantaggio in classifica generale. Sulla Cote de Pordic Schelling transitava in prima posizione dopo aver staccato Perez. Mathieu van der Poel era vittima di una foratura a 73 km dall’arrivo. Il talento olandese, tra i favoriti della tappa di oggi, si faceva assistere dal meccanico che gli sostituiva la ruota posteriore e grazie ad un paio di compagni rientrava in breve tempo nel gruppo maglia gialla. Sulla successiva Cote de Saint-Brieuc Theuns transitava in prima posizione. A 40 km dalla conclusione Theuns e Cabot mantenevano un vantaggio di 1 minuto e 45 secondi sul gruppo maglia gialla. Dopo una prima parte di tappa condizionata dalle avverse condizioni climatiche, il sole faceva capolino nel finale. A 20 km dall’arrivo il forte ritmo imposto dal gruppo faceva crollare il vantaggio della coppia in testa, che aveva ormai soltanto 20 secondi di margine. Sulla Cote du Village de Mur-de-Bretagne, posta al km 165.2, Theuns riusciva a scollinare per primo. All’inizio della prima ascesa sul Mur-de-Bretagne, Mathieu Van der Poel (Team Alpecin Fenix) attaccava immediatamente. Il giovane olandese scollinava per primo andando a conquistare gli otto secondi dell’abbuono speciale. Il gruppo tornava compatto nella discesa che avrebbe condotto alla seconda ed ultima scalata. L’INEOS Grenadiers era tutta schierata in testa al gruppo. All’inizio della seconda salita verso il Mur-de-Bretagne, Davide Formolo (UAE Team Emirates) attaccava ma il ritmo dell’INEOS era troppo elevato perché l’ex campione italiano potesse cullare sogni di gloria. Una trentina di ciclisti affrontavano a tutta la parte iniziale, quella più difficile, con pendenze che arrivavano al 13%. A circa 2 km dall’arrivo un nuovo scatto di Van der Poel decideva la tappa. L’olandese si avvantaggiava progressivamente sul gruppo e andava in solitaria a trionfare sul traguardo. A 6 secondi Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) si piazzava davanti a Primoz Roglic (Team Jumbo Visma). In quarta posizione giungeva Wilco Kelderman (Team Bora Hansgrohe) mentre chiudeva la top five Julian Alaphilippe a 8 secondi di ritardo. Tra le delusioni della giornata, si segnalano Migiel Angel Lopez (Team Movistar) e Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers), giusnti entramdi nel secondo gruppetto a 23 secondi di ritardo da Van der Poel. Grazie agli abbuoni guadagnati complessivamente Van der Poel è la nuova maglia gialla con 8 secondi di vantaggio su Alaphilippe e 13 secondi di vantaggio su Pogacar. Domani è in programma la terza tappa da Lorient a Pontivy per un totale di 183 km. Due semplici GPM di quarta categoria nella seconda parte del tracciato non daranno troppe noie ai velocisti puri, che dovrebbero giocarsi la prima vittoria allo sprint.
Giuseppe Scarfone

Mathieu van der Poel vince sul Mur-de-Bretagne (foto: Getty Images Sport)
ALAPHILIPPE DOMA LA FOSSA DEI LUPI E METTE LA MAGLIA GIALLA SOPRA L’IRIDE
Uno spettacolare finale di prima tappa, nonostante due maxi cadute una ai meno 35 e l’altra ai meno 7, consegna la vittoria a Julian Alaphilippe (Team Deceuninck Quick Step) che con un’azione delle sue parte nel tratto più duro della salita finale e va a vincere sul traguardo di Landerneau con 8 secondi di vantaggio sui diretti inseguitori. Il duello Roglic-Pogacar è già iniziato.
La Bretagna è protagonista del grand depart del Tour 2021. Si parte da Brest e si arriva dopo quasi 200 km a Landerneau. I ciclisti affronteranno un percorso antiorario dirigendosi prima a sud fino a Quimper e successivamente risalendo fino a Landerneau, che in linea d’aria è distante solamente una ventina di km dalla sede di partenza. E’ già grande l’attesa per conoscere il primo ‘indossatore’ della maglia gialla, visto che il tracciato della prima tappa apre diverse soluzioni a riguardo. Una fuga ben nutrita potrebbe avere interessanti prospettive di successo e i sei GPM – due di terza e quattro di quarta categoria – spalmati omogeneamente sul percorso, avranno a loro volta una valenza non trascurabile. In particolare l’arrivo finale piazzato al termine della Cote de la Fosse aux Loups, in caso di arrivo del gruppo compatto, favorirà i finisseur e i velocisti più resistenti. I nomi più gettonati per la vittoria nella prima tappa sono Mathieu van der Poel (Team Alpecin Fenix), Wout van Aert (Team Jumbo Visma) e Julian Alaphilippe (Team Deceuninck Quick Step). Ma attenzione a gente come Peter Sagan (Team Bora Hansgrohe), Alejandro Valverde (Team Movistar) ed al campione italiano Sonny Colbrelli (Team Bahrain Victorious), che si esalta su arrivi del genere e sarà ancora più motivato indossando la maglia di campione italiano. Dei velocisti più attesi, che possono dire la loro su un arrivo del genere, citiamo Arnaud Demare (Team Groupama FDJ), Caleb Ewan (Team Lotto Soudal) e Michael Matthews (Team DSM). Infine un occhio di riguardo lo avranno anche i big di classifica o presunti tali, che già oggi si testeranno su un arrivo insidioso, dove tutti vorranno arrivare nelle prime posizioni; gli sloveni terribili Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) li vedremo senz’altro protagonisti, così come i capitani del Team INEOS Grenadiers: Richie Porte, Richard Carapaz e Geraint Thomas sono pronti a insidiare la coppia prima citata, autentica protagonista del Tour 2020. Dopo la partenza da Brest si segnalavano vari attacchi ma quello più deciso era portato da Victor Campenaerts (Team Qhubeka ASSOS) che scattava con decisione più volte, mantenendo un margine di vantaggio che gli consentiva di scollinare in prima posizione sul GPM della Cote de Trebeollin posta al km 8.6. Il ciclista belga veniva ripreso e ricominciavano attacchi e contrattacchi. Si avvantaggiava questa volta un drappello di sei ciclisti formato da Ide Schelling (Team Bora Hansgrohe), Anthony Perez (Team Cofidis), Danny Van Poppel (Team Intermarchè Wanty Gobert), Connor Swift (Team Arkea Samsic), Cristian Rodriguez (Team Total Direct Energie) e Franck Bonnamour (Team B&B Hotel KTM). Questa volta il gruppo lasciava fare e all’inizio della Cote de Rosnoen, secondo GPM di giornata, il sestetto dio testa aveva 2 minuti e 30 secondi di vantaggio. Questa volta era Van Poppel a scollinare in prima posizione mentre il gruppo inseguiva a quasi 4 minuti di ritardo. Sulla successiva Cote de Locronan posta al km 61.5 Perez scollinava in prima posizione. Nella seconda parte della tappa il gruppo accelerava l’andatura e il vantaggio della fuga diminuiva progressivamente. Schelling attaccava nel gruppo dei fuggitivi e scollinava in prima posizione sulla Cote de Stanga ar Garront posta al km 115. Il tedesco guadagnava sugli ex compagni di fuga e restava da solo al comando. Al traguardo volante di Brasparts Schelling transitava ancora in prima posizione con un vantaggio di circa 2 secondi sul gruppo tirato dagli uomini della Deceuninck Quick Step e della Fenix Alpecin. Intanto i cinque ex fuggitivi, compagni di fuga di Svhelling, venivano ripresi dal gruppo. Schelling scollinava in prima posizione sul penultimo GPM della Cote de Saint-Rivoal. Il gruppo era segnalato a 1 minuto e 25 secondi di ritardo. Uno spettatore con un cartello in evidenza, un po’ troppo in mezzo alla strada, già stretta di suo, provocava una maxi caduta. Il primo a cadere era Tony Martin (Team Jumbo Visma) e a sua volta cadeva praticamente tutto il gruppo. I ciclisti indenni, tra cui quasi tutta l’INEOS Grenadiers e quasi tutta la Deceuninck Quick Step, rallentava davanti ed aspettava i ciclisti rimasti attardati. La caduta costringeva al ritiro Jasha Sutterlin (Team DSM) che così era il primo ciclista che diceva addio al Tour 2021. Tra i nomi caldi che restavano attardati e che dovevano recuperare sul gruppo principale a 35 km dall’arrivo si segnalavano Wout van Aert (Team Jumbo Visma), Sonny Colbrelli (Team Bahrain Victorious) e Miguel Angel Lopez (Team Movistar). Il gruppo si ricompattava a circa 30 km dall’arrivo e riprendeva anche Schelling. A 7 km dall’arrivo nella discesa prima dell’ultima salita una nuova caduta innescata da un ciclista del team Movistar spezzava il gruppo. La Deceuninck a questo punto prendeva in mano le operazioni con un monumentale Davide Ballerini che guidava alla perfezione Julian Alaphilippe nelle prime centinaio di metri della salita finale, che erano anche i più duri con pendenze che arrivavano in doppia cifra. Alaphilippe scattava con prepotenza a circa 3 km dall’arrivo ed alla sua ruota provava a portarsi Anthony Turgis (Total Direct Energie). Più dietro si staccavano dal gruppo anche Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Primoz Roglic (Team Jumbo Visma), che già facevano le prove generali per il duello forse più atteso di questo Tour. Alaphilippe resisteva al ritorno degli immediati inseguitori dando tutto negli ultimi 2 km, dalle pendenze più facili. Il campione del mondo si andava a imporre con 8 secondi di vantaggio su Michael Mattews (Team BikeExchange) che regolava il gruppetto davanti a Primoz Roglic terzo. Una delle vittorie più spettacolari al Tour de France da parte di Alaphilippe gli consente di vestire la maglia gialla con 12 secondi di vantaggio su Matthews e 14 secondi di vantaggio su Roglic. Tra gli attardati nella caduta ai meno 7 dall’arrivo si segnalavano Richie Porte (Team INEOS Grenadiers) e Miguel Angel Lopez (Team Movistar). Il Tour per loro forse è già terminato e vedremo nei prossimi giorni se ci saranno conseguenze anche per altri ciclisti. Domani è in programma la seconda tappa da Perros-Guirec al Mur-de-Bretagne. Altri sei GPM attendono i ciclisti e anche questa volta sull’ultimo di questi è situato l’arrivo di tappa. L’arrivo finale, con 2 km al 6.9% è altrettanto esplosivo di quello della prima tappa, e dovremmo aspettarci un duello tra gli stessi protagonisti di oggi.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Julian Alaphilippe a Landerneau (foto: Getty Images Sport)
BEN HERMANS DOMA L’APPENNINO
Ben Hermans (Israel Start-Up Nation) ha vinto in solitaria il Giro dell’Appennino grazie ad un azione sulla Madonna della Guardia. Valerio Conti (UAE-Team Emirates) ha regolato il gruppo per la seconda posizione davanti a Enrico Battaglin (Bardiani-CSF-Faizanè).
L’82esima edizione del Giro dell’Appennino partiva da Pasturana e arrivava a Genova dopo 192 chilometri con cinque salite da affrontare e 2700 metri di dislivello, con la Madonna della Guardia come salita più importante, 7.2km al 7.7%, a 25 chilometri dall’arrivo.
I corridori più importanti alla partenza erano Gianni Moscon e Thomas Pidcock per la Ineos – Grenadiers, Ben Hermans della Israel Start-Up Nation e la UAE-Team Emirates con Diego Ulissi, Matteo Trentin e il neopro Juan Ayuso, attesissimo alla sua prima prova tra i professionisti.
La fuga di giornata prendeva il via dopo una trentina di chilometri con Paolo Totò (Amore E Vita), al quale si aggregano Diego Pablo Sevilla (EOLO-Kometa Cycling Team), Niccolò Salvietti (Mg.k Vis VPM), Raffaele Radice (Mg.k Vis VPM), Thibault Guernalec (Team Arkéa – Samsic), Mattia Guasco (Team Qhubeka) e Andrea Di Renzo (Vini Zabù).
Il vantaggio massimo della fuga saliva fino a 2’30” con le tre formazioni dei favoriti a controllare la corsa, andando a riprendere i fuggitivi già ai piedi della Crocetto d’Orero, penultima salita di giornata. Stefano Pirazzi (Amore & Vita) era l’unico corridore a provarci in questo tratto, ma la Israel controllava con decisione la corsa fino alla salita finale. Con l’aiuto di UAE e INEOS il ritmo aumentava sulla Madonna della Guardia fino all’attacco di Gianni Moscon (INEOS – Grenadiers), al quale riuscivano a rispondere Giovanni Carboni (Bardiani-CSF-Faizanè), Ben Hermans (Israel Start-Up Nation) e Juan Ayuso (UAE-Team Emirates). In seguito anche Nikolay Cherkasov (Gazprom-RusVelo) , Diego Ulissi, Jan Polanc e Valerio Conti (UAE-Team Emirates) riuscivano a rientrare. La salita continuava però a mietere vittime con i soli Moscon, Hermans e Ayuso a resistere a un chilometro dallo scollinamento. Il corridore belga attaccava proprio prima dello scollinamento riuscendo a guadagnare subito un margine di venti secondo lungo la discesa con il resto del gruppo a quaranta secondi. Hermans era scatenato nel tratto pianeggiante riuscendo ad aumentare il suo vantaggio sul duo inseguitore a 45” ai meno dieci, mentre una quindicina di corridori riuscivano a riavvicinarsi fino a chiudere su Moscon e Ayuso all’ultimo chilometro. Purtroppo per loro Ben Hermans restava saldamente al comando riuscendo a conquistare una meritatissima vittoria andando a transitare sulla linea di arrivo con la bici in mano come negli ultimi anni fatto da Philippe Gilbert al Giro delle Fiandre o da Diego Rosa al Giro dei Paesi Baschi. Alle sue spalle era Valerio Conti (UAE-Team Emirates) a vincere la volata del gruppetto, davanti a Enrico Battaglin (Bardiani-CSF-Faizanè). Da segnalare anche il dodicesimo posto di un eterno Davide Rebellin (Work Service Marchiol Vega).
Carlo.
Ben Hermans trionfa con la bici in mano (Bettini photo)
SONNY E I SUOI FRATELLI. L’ESITO DEI CAMPIONATI NAZIONALI PAESE PER PAESE
Da Lisbona a Mosca, da Stoccolma ad Ankara, un breve riassunto sui Campionati Nazionali di Ciclismo su Strada 2021
Se Sonny Colbrelli ha dimostrato di essere attualmente il ciclista italiano più forte, vincendo a Imola e garantendosi di portare la maglia tricolore per un anno intero, che sfoggerà con fierezza da a partire da sabato con l’inizio del Tour de France, negli altri paesi europei l’esito delle corse nazionali è in seguente. In Portogallo ha vinto Josè Fernandes (Team W52-FC Porto) con un margine di tutto rispetto, quasi un minuto, su Rui Oliveira (UAE Team Emirates). In Spagna lotta di altissimo livello nel finale con, tra gli altri, Carlos Rodriguez (Team INEOS Grenadiers), Pello Bilbao (Team Baharin Victorious), Jesus Herrada (Team Cofidis) e la coppia Astana formata da Alex Aranburu ed Omar Fraile. Ha la meglio proprio quest’ultimo in volata su Herrada. In Francia attacco in solitaria di Remi Cavagna (Team Deceuninck Quick Step). Il francese sfrutta le sue abilità di fenomanale passista e centra un uno-due strepitoso, bissando il successo di tre giorni prima nella cronometro; a 58 secondi di ritardo Rudy Molard (Team Groupama FDJ) regola il gruppetto dei battuti davanti a Damien Touzé (Team AG2R Citroen). In Belgio spettacolo allo stato puro con Wout Van Aert (Team Jumbo Visma) che alla vigilia si dichiarava ‘affaticato’ ma sulla strada rivela il suo talento cristallino. A Waregem sembra che la vittoria possa decidersi in volata ma un allungo proprio nel finale permette a Van Aert di guadagnare sul gruppo. Riesce a resistergli Edward Theuns (Team Trek Segafredo); nella volata a due Van Aert vince al fotofinish. In terza posizione l’altro talento remco Evenepoel (Team Deceuninck Quick Step). In Lussemburgo Kevin Geniets (Team Groupama FDJ) si riconferma campione nazionale bissando il successo del 2020; secondo classificato Jempy Drucker (Team Cofidis). In Olanda, sul circuito di Vamberg da ripetere ben 26 volte, ha la meglio Timo Roosen (Team Jumbo Visma). A 30 secondi il carneade Bax Sjoerd (Team Metec) ottiene la seconda piazza davanti ad Oscar Riesebeek (Team Alpecin Fenix). In Germania Maximilian Schachmann (Team Bora Hansgrohe) dimostra di avere un’ottima gamba dominando la corsa e vincento con oltre un minuto di vantaggio su Jonas Koch (Team Intermarchè Wanty Gobert). In Polonia in un concitato finale Matej Paterski (Team Voster ATS) vince con un secondo di vantaggio su Alan Banaszek (Team HRE) e con due secondi di vantaggio su Lukasz Owsian (Team Arkea Samsic). In Slovacchia, come diceva Dan Peterson in un famoso spot degli anni ‘80, ‘non si sbaglia’: Peter Sagan (Team Bora Hansgrohe) vince praticamente senza avversari visto che Matus Stocek (Team Topforex), è secondo al oltre 3 minuti. In Repubblica Ceca Mikel Kurkle (Team Elkov Kasper) batte il compagno di squadra Dominik Neuman. In Austria è ancora la Bora Hansgrohe sugli scudi con Patrik Konrad che vince con un margine di 34 secondi su Marco Haller (Team Bahrain Victorious). In Svizzera una volata ristretta premia Silvan Dillier (Team Alpecin Fenix) davanti a Simon Pellaud (Team Androni Giocattoli). In Danimarca nella ridente cittadina di Give è Mads Wurtz Schmidt (Team Israel StartUp Nation) a battere in volata Frederik Wandahl (Team Bora Hansgrohe). In Norvegia Tobia Foss (Team Jumbo Visma) conferma le doti già dimostrate al recente Giro d’Italia e dopo aver vinto la cronometro si impone anche su strada con oltre 34 secondi di vantaggio su Anders Skaarseth (Team Uno-X Pro Cycling). In Svezia alungo finale di Victor Rundh Hillerstrom che ha la meglio davanti a Richard Larsen. In Slovenia Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) fa il diavolo a quattro per tre quarti di corsa, salvo poi mollare nel finale. Vince Matej Mohoric (Team Bahrain Victorious) che vince con 15 secondi di vantaggio su Jan Polanc (UAE Team Emirates). In Croazia Viktor Potocki (Team Ljubljana Gusto Santic) vince davanti a Fran Miholjevic (Cycling Team Friuli ASD). In Russia il Team Gazprom Rusvelo domina il podio: Artem Nich primo, Ilnur Zakarin secondo ed Ivan Rovny terzo. In Turchia Onur Balkan (Team Salcano Sakarya) batte il compagno di squadra Batuhan Ozgur. In Kazakhstan non poteva essere che dominio Astana. Vince Yevgeniy Fedorov davanti all’omonimo Gidich, mentre chiude al terzo posto Artyom Zahkarov. In Lituania un sempre(giallo)verde Ignatas Konovalovas (Team Groupama FDJ) vince nettamente con oltre 6 minuti di vantaggio su Aivaras Mikutis (Team Ampler Development). In Estonia Mikel Raim (Team HRE) vince con quasi 2 minuti di vantaggio su Karl Patrick Lauk. Per quanto riguarda infine i paesi anglosassoni, se in Australia e Nuova Zelanda conosciamo i rispettivi campioni nazionali già da Febbraio – Cameron Meyer per gli aussie e George Bennett per i kiwi – si è corso soltanto negli USA con la vittoria di Joey Rosskopf (Team Rally Cycling) che ha avuto la meglio davanti a Brent Bookwalter (Team BikeExchange). Nelle isole britanniche dovremo aspettare ancora un po’ per sapere chi vincerà. Infine in Colombia, con il forfait della maggior parte dei big, ha vinto Aristobulo Cala davanti a Marco Tulio Suesca.
Giuseppe Scarfone

Il podio dei campionati nazionali negli USA (foto: Patrick Daly)
UN COBRA D’ACCIAIO A IMOLA. COLBRELLI E’ CAMPIONE ITALIANO SU STRADA
Sul percorso iridato di Imola, un po’ più breve di quello dei Mondiali 2020, uno strepitoso Sonny Colbrelli (Team Bahrain Victorious) dimostra di essere il ciclista italiano attualmente più forte. Risponde in prima persona ai ripetuti scatti degli avversari, attacca lui stesso sulle ultime due salite di Mazzolano e di Cima Gallisterna e va a vincere sprintando su Fausto Masnada (Team Deceuninck Quick Step), unico a resistergli nel finale. Terzo posto per un ottimo Samuele Zoccarato (Team Bardiani CSF).
L’impegnativo percorso del circuito di Imola, già affrontato ai Mondiali di Ciclismo su Strada 2020, fa da sfondo ad un Campionato Italiano di Ciclismo che vede alla partenza tutti i migliori ciclisti italiani, se si eccettuano i forfait per infortunio dell’ultima ora di Alberto Bettiol (Team EF Education First) e di Matteo Trentin (UAE Team Emirates). Sono in totale 225.9 km dove spiccano le cinque ascese di Cima Gallisterna e le quattro di Mazzolano. Prima di entrare nel circuito finale, dopo 82 km, si affronterà anche la salita di Monticino, antipasto di quel che verrà. Tra i ciclisti più attesi troviamo Sonny Colbrelli (Team Bahrain Victorious), brillante al Giro del Delfinato e già in forma Tour de France, Diego Ulissi (UAE Team Emirates) che parte sempre come uno dei grandi favoriti nella corsa tricolore, Gianni Moscon (Team INEOS Grenadiers) artefice di un Giro in cui ha mostrato un’ottima gamba e. Piani B delle squadre appena citate possono essere Damiano Caruso, Davide Formolo e perché no, Filippo Ganna, che vorrà rifarsi dopo la delusione nella cronometro di venerdì. Partono come outsiders, ma neanche troppo, i vati Mattia Cattaneo (Team Deceuninck Quick Step), Andrea Vendrame (Team AG2R), Matteo Sobrero (Team Astana) e Domenico Pozzovivo (Team Qhubeka ASSOS). Infine c’è molta curiosità attorno alla Trek Segafredo, che vede in Vincenzo Nibali, Gianluca Brambilla e Giulio Ciccone un tridente di tutto rispetto votato all’attacco. Fin qui i più attesi delle squadre WT. Per quanto riguarda invece le Professional, tra cui citiamo Vini Zabù, Androni Sidermec, Bardiani CSF, EOLO Kometa, ci attendiamo bagarre anche perché porteranno tanti uomini. Dopo la partenza da Bellaria Igea Marina il primo tentativo di attacco era portato da Mirco Maestri e Alesandro Tonelli (Team Bardiani CSF), Niccolò Bonifazio (Team Total Direct Energie) ed Edoardo Affini (Team Jumbo Visma). Ad essi si univano altri nove atleti: Mattia Viel e Matteo Malucelli (Team Androni Sidermec), Samuele Zoccarato (Team Bardiani CSF), Simone Bevilacqua (Team Vini Zabù), Federico Burchio (Team Work Service), Matteo Baseggio (Team Generale Store F.lli Curia), Alexander Konychev (Team BikeExchange), Daniel Smarzaro (Team D’Amico UM Tools), e Manuele Tarozzi (Team #InEmiliaRomagna). Il gruppo rallentava e la fuga prendeva un vantaggio già abbastanza consistente dopo una ventina di km, avendo sul gruppo oltre 5 minuti di vantaggio. In queste prime fasi di corsa l’inseguimento se lo accollavano per il momento il Team EOLO Kometa ed il Team Bahrain Victorious. Al primo passaggio sul traguardo di Imola il vantaggio della fuga era stabile intorno ai 5 minuti. Il primo dei fuggitivi a staccarsi era Smarzaro. Al secondo passaggio sul traguardo il gruppo aveva rosicchiato qualcosa sulla fuga ed aveva un ritardo di 4 minuti e mezzo. A tre giri dal termine la situazione restava molto fluida con gli 11 fuggitivi – nel frattempo si era staccato anche Bonifazio – che mantenevano un discreta vantaggio sul gruppo che ancora non aveva accelerato con decisione. Il penultimo giro del circuito era quello decisivo. Il primo ad attaccare era Davide Formolo, che trainava con sé un gruppetto con Giulio Ciccone, Fausto Masnada, Mattia Cattaneo, Gianni Moscon, Sonny Colbrelli, Giovanni Carboni, Daniel Oss, Domenico Pozzovivo. I dieci avevano un ritardo di circa 1 minuto dalla testa della corsa, dove restavano Malucelli, Konyshev, Affini, Tarozzi e Maestri. Sull’ultima salita verso Mazzolano Colbrelli aumentava l’andatura, dimostrando di avere un’ottima gamba. Alla sua ruota resisteva Masnada e Zoccarato. A 20 secondi dall’arrivo i tre di testa avevano una trentina di secondi di vantaggio su un gruppetto con Nibali, Ciccone, Pozzovivo, Formolo ed un paio di fuggitivi della prima ora. Sull’ultima salita di Cima Gallisterna Masnada provava a sbarazzarsi di Colbrelli scattando un paio di volte ma il bresciano rilanciava a sua volta dimostrando di avere una gamba davvero esplosiva. A 7 km dall’arrivo restavano in testa Masnada e Colbrelli. I due lombardi a questo punto si sarebbero giocati la vittoria. Lo sponto veloce non tradiva Colbrelli che aveva facilmente la meglio su Masnada secondo. In terza posizione Zoccarato a 37 secondi di ritardo mentre Moscon regolava il gruppetto dei ritardatari davanti a Konyshev. Colbrelli dopo diversi tentativi vince con merito una corsa dove ha dimostrato di essere il più forte. Al prossimo Tour de France vestirà con orgoglio il tricolore e magari farà un pensierino per la maglia verde.
Giuseppe Scarfone

Sobby Colbrelli vince a Imola i Campionati Italiani su Strada (foto: Bettini Photo)
SOBRERO TRICOLORE A CRONOMETRO, SOLO QUARTO L’IRIDATO GANNA
Si aprono i campionati nazionali con l’assegnazione del titolo a cronometro e a sorpresa la maglia iridata finisce sulla spalle di Matteo Sobrero. Solo quarto il grande favorito Filippo Ganna
Era il favorito d’obbligo, l’uomo più atteso, il campione del mondo ed indiscusso re delle crono che al Giro d’Italia è riuscito a vincere la tappa a cronometro finale nonostante lo stop forzato a causa di una foratura a pochi chilometri dalla conclusione.
Oggi la maglia iridata è stata invece pesantissima per il passistone piemontese Ganna, che nei primi chilometri sembrava avviato ad una facile marcia trionfale che però si è rivelata man mano più complessa fino al crollo definitivo degli ultimi chilometri che ha reso anche il podio una chimera.
Edoardo Affini, protagonista di un duello entusiasmante nelle breve crono d’apertura della corsa rosa di quest’anno, non è riuscito ad approfittare della prova negativa di Ganna, pagando un passivo di 26 secondi alla nuova maglia tricolore di specialità che è andata a sorpresa a Matteo Sobrero. Non che il ventiquattrenne albese non sia un ottimo passista, tuttavia nonostante le convincenti prove sfornate nel recente giro di slovenia, non era considerato tra i favoriti.
Ha completato il podio Mattia Cattaneo, giunto al traguardo di Faenza con un ritardo di 41 secondi dal vincitore.
Il percorso che, come il mondiale dello scorso anno, è stato scelto dal CT della nazionale Davide Cassani, si snodava sulle colline del ravennate ed è stato progettato per essere molto simile a quello in programma alle prossime olimpiadi di Tokio. Cassani ha voluto ovviamente mettere alla prova le punte per la specialità e prepararle al maglio per il tracciato a cinque cerchi che andranno ad affrontare nel paese del sol levante.
45 chilometri con partenza ed arrivo a Faenza nella centralissima Piazza del Popolo.
I primi 15 chilometri si presentavano pianeggianti, mentre nella parte centrale, erano previste tre brevi ascese a quote comunque molto basse, la più elevata era infatti la prima, Cima di Monte Poggiolo 178 metri sul livello del mare, posta dopo 17 chilometri di gara in corrispondenza del primo intertempo. La seconda asperità, Cima Sabbioni, 158 metri di altitudine, era posta subito dopo senza pianura in mezzo, pianura che invece c’era prima d andare ad affrontare l’ultima difficoltà altimetrica di Via Agello 166 metri a 10 Km dalla conclusione.
E’ stata proprio l’ultima parte di gara ad essere fatale a Ganna ed a scavare solchi tra i primi tre che, sino a secondo intertempo, erano racchiusi in soli 12 secondi.
Il chilometraggio della prova, che una volta sarebbe stato considerato limitato, è oggi invece elevato per le nuove leve, meno abituate a chilometraggi che non vengono più proposti nelle corse a tappe. Probabilmente, proprio la lunghezza della prova ha fatto venir fuori l’uomo al momento più in forma. Ganna ed Affini infatti erano al top al giro d’italia ed è ovvio che ora siano in fase calante, mentre Sobrero è uscito in gran forma dal giro di Slovenia, conclusosi il 13 giugno e vinto, manco a dirlo, dal padrone di casa Tadej Pogacar.
Sobrero ha fatto quindi valere la condizione proprio nella parte finale seguendo il detto dei veri cronoman: “partire forte ed arrivare fortissimo”.
A questo punto, c’è da sperare che Ganna possa recuperare la condizione per le olimpiadi dove gli avversari saranno davvero tosti
Benedetto Ciccarone

Matteo Sobrero in maglia tricolore (foto Bettini)
A COMACCHIO VIVIANI CONCEDE IL BIS. A FORTUNATO L’ADRIATICA IONICA RACE 2021
Elia Viviani (Nazionale Italiana) sfrutta al meglio il lavoro della sua squadra e bissa il successo con una volata al cardiopalma, battendo Jakub Mareczko (Team Vini Zabù) al fotofinish. Lorenzo Fortunato vince la sua prima corsa a tappe, dando lustro all’EOLO Kometa, squadra giovane e combattiva.
Il circuito di Longastrine da ripetere due volte, con un totale di sei passaggi su tratti in sterrato che interesseranno complessivamente una quindicina di km in una tappa dieci volte più lunga, è praticamente l’insidia principale di una tappa completamente pianeggiante, che dovrebbe ad ogni modo premiare un velocista. A Lorenzo Fortunato (Team EOLO Kometa), ieri grande protagonista sulla Cima Grappa, basta arrivare nel gruppo dei migliori all’arrivo di Comacchio per ottenere una vittoria di pregio nell’Adriatica Ionica Race, una corsa che promette in futuro di confermarsi su buoni livelli, magari cercando in calendario una collocazione migliore. Dopo la partenza da Ferrara, erano molti gli attacchi portati dai ciclisti. Al km 25 riuscivano a prendere un vantaggio superiore ai 20 secondi Riccardo Carretta (Team CT Friuli), Riccardo Bobbo e Giacomo Garavaglia (Team Work Service Dynatek Vega) e Matteo Zurlo (Team Zalf Euromobil Fior), ma il gruppo ricuciva nel giro di qualche km. Al km 30 era un altro quartetto a tentare la fuga. A Carretta, Bobbo e Zurlo, già presenti nel precedente tentativo, si univa Giacomo Garavaglia (Team Work Service Dynatek Vega). Il gruppo questa volta lasciava fare ed i fuggitivi guadagnavano un vantaggio superiore ai 2 minuti e mezzo dopo 50 km dal via. Il primo traguardo volante di Longastrine se lo aggiudicava Bobbo. Carretta era il primo fuggitivo ad alzare bandiera bianca ed a farsi riprendere dal gruppo. Una foratura metteva ko Zurlo a circa 60 km dal traguardo. In testa restavano così soltanto Bobbo e Garavaglia. Bobo si aggiudicava anche il secondo traguardo volante di Longastrine. A 45 km dall’arrivo, al termine dei tratti in sterrato, il gruppo aveva un ritardo di 45 secondi sulla coppia di testa. Il gruppo guadagnava lentamente ma progressivamente sulla fuga. A 15 km dal termine restavano soltanto 15 secondi di vantaggio. A meno di 10 km dal termine il gruppo rientrava definitivamente sui fuggitivi sotto l’impulso della Nazionale Italiana e del Team Vini Zabù. LA volata era a questo punto un duello tra Elia Viviani e Jakub Mareczko. Era Viviani a vincere al fotofinish, avendo la meglio su Mareczko per un solo centimetro. Viviani vince così la seconda tappa dell’Adriatica Ionica Race mentre Fortunato si porta a casa la vittoria in classifica generale. Questo week end è dedicato ai campionati nazionali su strada e a crono, prima di tuffarsi, estivamente parlando, sulle strade francesi da sabato 26 Giugno per un Tour de France che promette spettacolo.
Antonio Scarfone
Elia Viviani vince a Comacchio (foto: Bettini Photo)
FORTUNATO SEMPRE PIU’ IN ALTO. VINCE SULLA CIMA GRAPPA ED E’ A UN PASSO DELLA VITTORIA NELLA ADRIATICA IONICA RACE
Sulla Cima Grappa si decide l’Adriatica Ionica Race 2021. Vadim Pronsky (Team Astana) accelera a 4 km dall’arrivo e sembra andare incontro alla vittoria ma le durissime pendenze degli ultimi 2 km lo respingono a vantaggio di Lorenzo Fortunato (Team EOLO Kometa) che con una conduzione di gara accorta da la stoccata decisiva a un km dal termine andando a prendere il kazako e superarlo proprio sulla linea d’arrivo. Il bolognese è il nuovo leader della generale e domani gli basterà controllare nell’ultima tappa per vincere la sua prima corsa a tappe del 2021.
La seconda tappa dell’Adriatica Ionica Race ci dirà chi vuole vincere la breve corsa italiana che quest’anno come già detto si è svolta in sole tre tappe invece delle cinque originariamente previste. Sono 145 i km da Vittorio Veneto alla Cima Grappa e l’ascesa finale sarà giudice inappellabile della corsa. Nei quasi 20 km di salita, anche se con alcuni tratti dove si potrà rifiatare, gli aspiranti alla vittoria finale saranno i protagonisti. Alla partenza da Vittorio Veneto non si presentava Matteo Sobrero (Team Astana), già focalizzato sui Campionati Italiani a Cronometro di dopodomani. La fuga di giornata partiva nei primi km di tappa. Riuscivano ad avvantaggiarsi in sei: Mattia Bais (Team Androni-Sidermec), Luca Rastelli (Team Colpack Ballan), Andrea Debiasi (Team CT Friuli), Ricardo Tosin (Team General Store), Francesco Zandri (Team Work Service Dynatek Vega) e Riccardo Verza (Team Zalf Euromobil Fior). Il gruppo lasciava fare e Zandri transitava per primo sul GPM di Combai. Le squadre più impegnate nell’inseguimento dei sei uomini in fuga erano la Gazprom Rusvelo, l’Astana e la Nazionale Italiana. A 60 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era di 2 minuti e 30 secondi. Al traguardo volante di Mussolente Zandri transitava in prima posizione. Una decisa accelerazione del gruppo riduceva il suo ritardo nei confronti della fuga. All’inizio della salita finale del Monte Grappa i fuggitivi avevano una quarantina di secondi di vantaggio sul gruppo. A 17 km dal termine il gruppo riprendeva i fuggitivi. Il ritmo imposto prima dalla Gazprom Rusvelo e successivamente dall’Androni Sidermec si faceva sentire nelle gambe dei ciclisti ed a 15 km dal traguardo il gruppo era già ridotto ad una ventina di unità. A meno di 10 km dal termine si portava in testa la coppia dell’Astana formata da Merhawi Kudus e Vadim Pronsky. Alle loro spalle molto attivi gli italiani con Giovanni Carboni e Filippo Zana (Team Bardiani CSF), Lorenzo Fortunato (Team EOLO Kometa). Anche Luca Covili e Alessandro Monaco (Team Bardiani CSF) erano in recupero. A 4 km dal termine Pronsky accelerava e sembrava avere la gamba migliore. Il ciclista kazako transitava per primo sotto lo striscione dell’ultimo km ma alle sue spalle Fortunato marcato da Kudus tentava il forcing finale. Il bolognese era artefice di un recupero costante e tenace e raggiungeva Pronsky praticamente sulla linea d’arrivo, dove riusciva a mettere la ruota davanti a quella del kazako, che veniva superato anche da Kudus. Fortunato, già vincitore quest’anno al Giro d’Italia sul Monte Zoncolan, balza al primo posto in classifica generale. Domani è in programma la terza ed ultima tappa da Ferrara a Comacchio, lunga 150 km. Il tracciato è completamente pianeggiante e nella parte centrale si dovrà percorrere per due volte un circuito di una ventina di km in cui sono presenti tre tratti in sterrato. Fortunato ha la grande occanione di vincere la prima corsa a tappe del suo 2021.
Antonio Scarfone

Vincenzo Fortunato dopo lo Zoncolan espugna anche il Monte Grappa (foto Bettini)

