GIRMAY TIMBRA LA GAND-WEVELGEM, PRIMO AFRICANO A TRIONFARE IN UNA CLASSICA
Il corridore eritreo classe 2000 ha conquistato la ottantaquattresima edizione della Gand Wevelgem, storico preludio al Giro delle Fiandre, battendo in uno sprint a 4 Laporte, Van Gestel e Stuyven, che erano riusciti ad evadere insieme a lui dal controllo del gruppo a 25 chilometri dalla conclusione.
Due settori di sterrato e nove muri sono la caratteristica di questa interessante corsa che annuncia il Giro delle Fiandre. Diversamente dalla più illustre sorella, questa corsa presenta gli ultimi 30 chilometri in piano e, per questo, è tradizionalmente considerata una corsa adatta a quei velocisti che riescono a non naufragare sui muri.
Per questo motivo non è infrequente vedere arrivi in sprint molto più affollati rispetto a quello a quattro andato in scena quest’oggi. Ancor più sorprendente è il fatto che l’attacco decisivo sia partito in un tratto pianeggiante, quando i muri erano ormai terminati.
E’ stato Christophe Laporte (Jumbo-Visma) ad aprire le danze con un’accelerata alla quale hanno risposto Jasper Stuyven (Trek – Segafredo), Dries Van Gestel (TotalEnergies) e Biniam Girmay (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux).
L’accordo dei quattro e la mancanza di un’organizzazione seria per imbastire un inseguimento efficace hanno giocato a favore della riuscita dell’attacco.
Allo sprint, Laporte ha provato ad anticipare tutti, ma Girmay, piazzato in quarta posizione, è riuscito ad uscire bene all’aria e a battere il francese, regalando il primo successo in una classica non solo al suo paese, ma a tutta l’Africa.
La fuga di giornata è andata via dopo 30 Km per iniziativa di Jelle Wallays (Cofidis), Johan Jacobs (Movistar), Nikias Arndt (Team DSM), Ludovic Robeet (Bingoal Pauwels Sauces BW), Lindsay De Vylder (Sport Vlaanderen-Baloise), Lars Saugstad (Uno-X Pro Cycling) e Alexander Konychev (Team BikeExchange-Jayco), i quali riescono bene presto a guadagnare sino a 6 minuti sul gruppo, guidato dagli uomini di Wout Van Aert (Jumbo-Visma).
Il gruppo inizia ad accelerare con l’avvicinarsi dei muri e la battaglia per stare davanti provoca alcune cadute; tra i corridori coinvolti ci sono anche Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e Arnaud Démare (Groupama – FDJ), che comunque riusciranno a rientrare.
Dopo i primi due muri, il vantaggio dei battistrada è ridotto ad un primo e trenta.
Sul Kemmelberg accelera Kasper Asgreen (Quick-Step Alpha Vinyl Team), molto attivo oggi, e la sua andatura fa male a Peter Sagan (TotalEnergies), che perde contatto. Le continue accelerate del danese portano il gruppo a sfilacciarsi, finché davanti si ritrova un gruppetto composto da Nathan Van Hooydonck, Mike Teunissen (Jumbo-Visma), Asgreen, Victor Campenaerts, Arnaud De Lie e Cedric Beullens (Lotto Soudal), Andrea Pasqualon e Girmay (Intermarché-Wanty-Gobert), Greg Van Avermaet e Stan Dewulf (Ag2r Citroën), Matej Mohoric (Bahrain Victorious), Démare e Olivier Le Gac (Groupama-FDJ), Dylan Van Baarle e Ben Turner (Ineos Grenadiers), Alex Kirsch, Otto Vergaerde ed Edward Theuns (Trek-Segafredo) e ultimo Silvan Dillier (Alpecin-Fenix) ad inseguire la testa della corsa.
Davanti cominciano gli scatti, con Jacobs che prova ad allungare, ma all’uscita del secondo settore di sterrato il primo gruppo inseguitore raggiunge la testa della corsa.
Nel gruppetto si cerca di cogliere l’occasione per distanziare i velocisti e, soprattutto, l’ultimo vincitore della corsa Van Aert, rimasto nel plotone tirato dagli uomini della TotalEnergies.
A 58 chilometri dalla conclusione il gruppo rientra, ma sul Kemmelberg Asgreen accelera ancora una volta andando a chiudere su Arjen Livyns (Bingoal Pauwels Sauces WB), che si era nel frattempo avvantaggiato, e formando nuovamente un drappello di circa 20 corridori. Il tentativo di attacco di Laporte con Campenaerts e Anthony Turgis (TotalEnergies) viene stoppato dall’attivissimo Asgreen ma, alla fine, anche questo drappello verrà riacciuffato dal gruppo principale.
Dopo una fase con vari tentativi di attacco naufragati, Van Aert prova a dare la zampata all’ultimo passaggio sul Kemmelberg, che rappresenta anche l’ultimo muro.
Il belga guadagna qualche secondo, ma non è sufficiente ad impedire il rientro di Mads Pedersen (Trek-Segafredo), Asgreen, Mohoric, Laporte (Jumbo-Visma), Soren Kragh Andersen (Team DSM) e Van Baarle.
Ai meno 26 su questi otto rientrano diversi corridori, ma la tranquillità dura poco perché, un chilometro più avantyi, riparte a tutta Laporte. Stavolta a seguirlo sono solo Girmay, Stuyven e Van Gestel
Davanti c’è accordo, mentre dietro la Groupama – che conduce l’inseguimento con il passistone Stefan Kung – non trova la collaborazione delle altre formazioni; così ai -5 i battistrada hanno ancora 30 secondi di vantaggio.
Ovviamente, avvicinandosi il traguardo, inizia una fase di studio con i cambi che vanno un po’ a ramengo e il gruppo che si avvicina.
E’ Kragh Andersen che si lancia ai – 2 nell’ultimo disperato tentativo di chiudere, ma non c’è niente da fare. I quattro battistrada vanno così a giocarsi la vittoria alllo sprint, con Laporte che lancia la volata ma si vede superare da Girmay, partito dalle retrovie.
Classica molto affascinante perché aperta, considerata favorevole ai velocisti ma che può comunque riservare sorprese, sia per la presenza di numerosi muri, sia comunque per un chilometraggio che nel finale può farsi sentire.
Il vincitore è un corridore interessante, un classe 2000 che sembra avere un buon potenziale, soprattutto perché è stato abbastanza tranquillo ed anonimo, riuscendo tuttavia ad indovinare l’attacco giusto e a sfruttarlo a proprio vantaggio, scegliendo la posizione ottimale per battere corridori più blasonati di lui allo sprint.
Dopo il consueto preludio, il Giro delle Fiandre è alle porte, ma lì la musica sarà ben diversa.
Benedetto Ciccarone

Prima storica vittoria di un corridore africano alla Gand-Wevelgem (foto Luca BettiniSprintCyclingAgency2022)
BAGIOLI SPEZZA IL DIGIUNO A BARCELLONA. SERGIO HIGUITA VINCE IL GIRO DI CATALOGNA 2022
Dopo un digiuno durato più di un anno, Andrea Bagioli (Team Quick Step Alpha Vinyl) vince a Barcellona una volata ristretta nell’ultima tappa del Giro di Catalogna davanti ad Attila Valter (Team Groupama FDJ) e Fernando Barcelò (Team Caja Rural). Sergio Higuita (Team Bora Hansgrohe) vince con merito la breve corsa spagnola.
Il Giro di Catalogna 2022 vede nella consueta tappa finale di Barcellona l’epilogo di una corsa che si conferma divertente ed aperta fino alla fine. Ieri l’attacco combinato di Richard Carapaz (Team INEOS) e Sergio Higuita (Team Bora Hansgrohe) ha nuovamente scosso la classifica generale che con Joao Almeida (UAE Team Emirates) sembrava aver preso una fisionomia definitiva. Invece adesso Higuita è in pole position per la prima vittoria di una corsa a tappe del 2022. Ma il colombiano deve fare i conti con i sei passaggi sulla salita del Montjuic, che svetta nel circuito finale di Barcellona. Dopo la partenza, che vedeva il forfait di Wout Poels (Team Bahrain Victorious) – il gruppo rimaneva compatto per diversi km. Kaden Groves (Team BikeExchange Jayco) vinceva il primo traguardo intermedio di Molins de Rei posto al km 8.4. La corsa si animava dopo il km 40 quando un gruppetto ben assortito di dodici ciclisti evadeva dal gruppo principale. I ciclisti che formavano la fuga erano Dries Devenyns (Team Quick Step Alpha Vinyl), Steven Kruijswijk (Team Jumbo Visma), Marc Soler (UAE Team Emirates), Dylan Teuns (Team Bahrain Victorious), Michael Storer, Sebastien Reichenbach e Quentin Pacher (Team Groupama FDJ), Antwam Tolhoek e Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo), Louis Meintjes (Team Intermarchè Wanty Gobert), Jesus Herrada (Team Cofidis) ed Henri Vandenabeele (Team DSM). La fuga veniva controllata dal gruppo del leader, in cui proprio il Team Bora Hansgrohe dettava il ritmo. Teuns era il più pericoloso in ottica classifica generale visto che aveva un ritardo di 2 minuti e 5 secondi da Higuita. Reichenbach vinceva il secondo sprint intermedio di Castelldefels posto al km 68.1. mentre Vandenabeele era vittima di una foratura e veniva ripreso dal gruppo. All’ingresso del circuito finale di Barcellona la fuga aveva 1 minuto di vantaggio sul gruppo. Tolhoek scollinava in testa al primo passaggio del GPM del Montjuic posto al km. A 38 km dall’arrivo Kruijswijk e Pacher restavano da soli in testa alla corsa. L’olandese scollinava per primo al secondo, al terzo ed al quarto passaggio sul GPM del Montjuic, posti ripettivamente ai km 101.8, 109.6 ed 117.5. Era l’INEOS con Carlos Rodrigue a tirare il gruppo degli inseguitori mentre tra la coppia di testa ed il gruppo principale si segnalava la presenza di Hugh Carthy (Team EF Education EasyPost), che aveva attaccato a circa 17 km dall’arrivo. La coppia di testa iniziava il penultimo giro del circuito con 23 secondi di vantaggio sul gruppo. Il gruppo riprendeva prima Carthy e subito dopo Kruijswijk e Pacher, quando mancavano 400 metri al quinto scollinamento dal GPM del Montjuic. Era Tobias Halland Johannessen (Uno-X Pro Cycling Team) a scollinare in prima posizione. Il norvegese con la sua azione trainava con sé Higuita. Carapaz, Andrea Bagioli (Team Quick Step Alpha Vinyl), Juan Ayuso (UAE Team Emirates), Santiago Buitrago (Team Bahrain Victorious) e Ben O’Connor (Team AG2R Citroen). Con un po’ di difficoltà raggiungevano il gruppetto di testa anche Joao Almeida UAE Team Emirates), Nairo Quintana (Team Arkea Samsic) e Guillaume Martin (Team Cofidis). Buitrago attaccava in discesa e riusciva a mettere un po’ di vantaggio tra sé ed il gruppo inseguitore, che nel frattempo era tornato ad essere un po’ più numeroso. Lo spagnolo iniziava l’ultimo giro del circuito con una decina di secondi di vantaggio sugli immediati inseguitori. Era la Bora Hansgrohe a condurre l’andatura. Buitrago veniva ripreso a 600 metri dal sesto ed ultimo scollinamento. Era Fernando Barcelo (Team Caja Rural) ad inaugurare una nuova serie di attacchi. Dopo lo scollinamento, si avvantaggiava un gruppetto con Ayuso, Almeida, Johannessen, O’Connor, Higuita e Carapaz. A 2 km e 500 metri dall’arrivo rientrava anche Quintana e subito dopo altri 5 o 6 ciclisti. La vittoria, in una volata ristretta di una quindicina di uomini, premiava Andrea Bagioli ad Attila Valter (Team Groupama FDJ) e Fernando Barcelò (Team Caja Rural). Chiudevano la top five Juan Ayuso in quarta posizione e Dylan Teuns in quinta posizione. Bagioli ottiene la prima vittoria stagionale dopo un digiuno durato tredici mesi, visto che l’ultima vittoria dell’italia era datata 28 Febbraio 2021 alla Drome Classic. Sergio Higuita vinve il Giro di Catalogna 2022 davanti a Richard Carapaz e Joao Almeida. Per quanto riguarda le altre classifiche, Kaden Groves (Team BikeExchange Jayco) vince quella a punti, Higuita vince quella GPM e quella dei giovani, mentre il team Bahrain Victorious vince la classifica a squadre. La Spagna tornerà protagonista del calendario ciclistico internazionale ad inizio Aprile quando si correrà il GP Miguel Indurain e qualche giorno dopo il Giro dei Paesi Baschi.
Giuseppe Scarfone

Andrea Bagioli vince a Barcellona (foto: Gonzalo Arroyo Moreno/Getty Images)
A CANTAGRILLO LA FUGA PREMIA CERNY. EDDIE DUNBAR VINCE LA SETTIMANA COPPI & BARTALI 2022
Una fuga partita dopo una decina di km dalla partenza si gioca la vittoria nella quinta ed ultima tappa della Settimana Internazionale Coppi & Bartali. Josef Cerny (Team Quick Step Alpha Vinyl) vince in parata davanti al compagno di squadra Remi Cavagna. Eddie Dunbar (Team INEOS) vince la Settimana Internazionale 2022.
La Settimana Coppi e Bartali 2022 si conclude con una tappa dal percorso frizzante sull’Appennino Toscano. Si parte da Cantagrillo e si arriva a Cantagrillo dopo un giro di 160 km che presenta nei primi 80 una strada sostanzialmente pianeggiante con il breve GPM di Serravalle Pistoiese a movimentare un po’ la corsa. Dopo la scalata del San Baronto dal suo versante più semplice e prima dell’arrivo di Cantagrillo, inizia il circuito finale di tre giri di Casalguidi, nel quale svetta la salita di Mungherino che determinerà molto probabilmente l’esito della tappa. Eddie Dunbar (Team INEOS) è ad un passo dalla vittoria finale, scortato dal compagno Ben Tulett in seconda posizione. Dopo una decina di km dalla partenza si formava la fuga di giornata grazie all’azione di Frederik Wandahl (Team Bora Hansgrohe), Fabio Van den Bossche (Team Alpecin-Fenix), David Martin (Team Eolo-Kometa), Giovanni Carboni (Nazionale Italiana), Jacopo Cortese (Team Mg K Vis), Julius Van der Berg (Team EF Education EasyPost), Omer Goldstein (Team Israel – Premier Tech), Tom Paquot e Johan Meens (Team Bingoal Pauwels), Josef Cerny e Remi Cavagna (Team Quick Step Alpha Vinyl). Dopo una settantina di km il vantaggio della fuga saliva ad oltre 8 minuti di vantaggio sul gruppo inseguitore. Il leader virtuale della classifica a questo punto era Goldstein, che rilanciava spesso l’azione ed anzi evadeva dal drappello dei fuggitivi insieme a Cerny ed a Cavagna. Negli ultimi 30 km il gruppo inseguitore diminuiva il ritardo dagli attaccanti ma non riusciva più a rientrare. Cerny allungava negli ultimi 5 km e a circa 1 km dall’arrivo veniva ripreso dal compagno di squadra Cavagna. Come ieri ad Harelbeke con protagonisti Van Aert e Laporte, anche oggi sul traguardo di Cantagrillo si assistiva ad un arrivo in parata, con Cerny che vinceva davanti a Cavagn. Al terzo posto si piazzava Goldstein a 14 secondi di ritardo mentre chiudevano la top five Julius Van den Berg in quarta posizione a 46 secondi di ritardo e Frederik Wandahl a 3 minuti e 3 secondi di ritardo. Il gruppo veniva regolato a 4 minuti e 23 secondi di ritardo da Natnael Tesfazion (Team Drone Hopper Androni Giocattoli). Cerny ottiene la prima vittoria stagionale mentre la Settimana Internazionale Coppi & Bartali è vinta da Eddie Dunbar (Team INEOS) con 9 secondi di vantaggio sul compagno di Squadra Ben Tulett e 24 secondi di vantaggio su Marc Hirschi (UAE Team Emirates). Un’edizione della Settimana Internazionale che ha visto interessanti nomi alla partenza e che ha onorato nell’ultima tappa la memoria di Franco Ballerini. Per quanto riguarda le altre classifiche, Ethan Hayter (Team INEOS) vìnce quella a punti, Andrea Garosio (Team Biesse Carrera) vince quella GPM e Ben Tulett vince quella dei giovani. Infine, la classifica a squadre è vinta dal Team INEOS. Molti dei protagonisti della Settimana Internazionale saranno di scena già domani del GP Industria & Artigianato di Larciano.
Antonio Scarfone

Josef Cerny vince a Cantagrillo (foto: Tommaso Pelagalli/SprintCyclingAgency2022)
LA COSTA DAURADA ATTIRA L’ORO OLIMPICO. VITTORIA PER CARAPAZ. HIGUITA NUOVO LEADER
Con un attacco congiunto a lunga gittata iniziato ad oltre 100 km dall’arrivo, Sergio Higuita (Team Bora Hansgrohe) e Richard Carapaz (Team INEOS) sono i grandi protagonisti della penultima tappa del Giro di Catalogna 2022. I sudamericani resistono al ritorno del gruppo e si giocano la vittoria di tappa e la nuova leadership in classifica generale. Vince Carapaz al fotofinish mentre Higuita, secondo, è la nuova maglia biancoverde. Domani finale interessantissimo a Barcellona dove Higuita dovrà tenere gli occhi apertissimi.
Mentre all’orizzonte si staglia Barcellona con leguglie della Sagrata Familia, oggi la penultima tappa del Giro di Catalogna 2022 vede l’incantevole scenario della Costa Daurada a fare da sfondo alla competizione meramente sportiva. Si parte da Salou e dopo un giro in senso antiorario nell’entroterra si ritorna sulla costa a Cambrils dove si possono immaginare diversi scenari. Infatti la tappa non è banale perché bisognerà affrontare tre GPM e c’è davvero poca pianura lungo il percorso. Una fuga ben assortita potrebbe anche giocarsi la vittoria finale ma se le squadre degli uomini di classifica volessero creare scompiglio, il terreno è adattissimo. Infine, ci sarebbe anche l’ipotesi volata, che potrebbe verificarsi nel caso in cui il ritmo non sia proprio infernale. Tra i non partenti da Salou si segnalavano Alejandro Valverde (Team Movistar), Michael Woods (Team Israel Premier Tech) e Neilson Powless (Team EF Education EasyPost), che nei pronostici iniziali sembravano poter dire la loro in classifica generale. Dopo la partenza sotto la pioggia il primo attacco era portato da Steven Kruijswijk (Team Jumbo Visma), Simone Petilli (Team Intermarchè Wanty Gobert) e Casper Pedersen (Team DSM) ma il gruppo reagiva immediatamente e non lasciava spazio ai tre. Il gruppo iniziava compatto la scalata verso il primo GPM del Coll de les Llebres Mussara posto al km 41. Nelle prime posizioni era molto attivo il Team INEOS che riusciva a sgranare il gruppo con un ritmo indiavolato. In breve tempo il gruppo principale contava non più di una ventina di unità e si segnalava in difficoltà il leader Joao Almeida (UAE Team Emirates). Era Luke Plapp (Team INEOS a scollinale in prima posizione). Nella successiva discesa un attacco combinato di Richard Carapaz (Team INEOS) e Sergio Higuita (Team Bora Hansgrohe) dava nuova linfa all’azione di testa. La coppia sudamericana guadagnav a oltre 1 minuto di vantaggio sui diretti inseguitori nel giro di una decina di km. Carapaz si aggiudicava il successivo GPM del Coll de Capafons posto al km 63.2. Il campione olimpico transitava in prima posizione anche sul successivo traguardo volante di Prades posto al km 66.6. A 80 km dall’arrivo la coppia di testa aveva aumentato il proprio vantaggio a 3 minuti e 15 secondi sul primo gruppo inseguitore formato da una ventina di ciclisti, tra i quali era riuscito a rientrare anche Almeida, che era in compagnia dei compagni di squadra Marc Soler e Juan Ayuso. L’UAE Team Emirates accelerava, cercando di ridurre il ritardo dalla testa della corsa. Higuita e Carapaz sognavano di giocarsi la vittoria di tappa, e non solo quella, con una fagianata a lunga gittata.A 57 km dall’arrivo il vantaggio degli attaccanti era ancora superiore ai 3 minuti. Higuita scollinava per primo sul Coll de la Teixeta posto al km 140.1. Il colombiano si aggiudicava anche il secondo traguardo volante di Viaducte del Masos posto al km 146.7. Il ritardo del gruppo inseguitore diminuiva ma non in modo da evitare la vittoria di uno dei due ciclisti all’attacco. Nella volata a due Carapaz si imponeva per una questione di centimetri su Higuita. Il gruppo veniva regolato a 48 secondi di ritardo da Kaden Groves (Team BikeExchange Jayco). Chiudevano la top five Simone Velasco (Team Astana Qazaqstan) in quarta posizione e Quentin Pacher (Team Groupama FDJ) in quinta posizione. E’ la prima vittoria stagionale in Europa di Carapaz. La seconda, se consideriamo anche la vittoria nei campionati ecuadoriani a cronometro. Higuita è la nuova maglia biancoverde di leader della classifica generale. Carapaz insegue a 16 secondi di ritardo mentre Almeida è terzo a 52 secondi di ritardo. Domani a Barcellona scenderà il sipario sul Giro di Catalogna 2022. E come di consueto, l’ultima tappa non sarà la solita passerella finale. Certamente Sergio Higuita partirà con i favori del pronostico, ma le distanze in classifica generale generano l’aspettativa di una tappa combattutissima fino alla linea del traguardo.
Giuseppe Scarfone

Richard Carapaz vince a Cambrils (foto: Gonzalo Arroyo Moreno/Getty Images)
COPPI E BARTALI: VAN DER POEL, STOCCATA E FUGA
Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix) ha vinto in volata la quarta tappa della Coppi e Bartali dopo essere stato per metà tappa in fuga e venire ripreso negli ultimi dieci chilometri. Ethan Hayter (INEOS Grenadiers) e Remy Mertz (Bingoal Pauwels Sauces WB) hanno completato il podio di giornata. Gianluca Brambilla (Trek-Segafredo) è stato il migliore degli italiani chiudendo undicesimo.
La quarta tappa della Coppi e Bartali 2022 di 156 chilometri a Montecatini Terme aveva un percorso impegnativo con 2600 metri di dislivello, nonostante ciò il percorso era forse il più favorevole per i velocisti.
Il percorso si apriva in un circuito di 14 chilometri con all’inizio la salita di Vico, 3.2 chilometri al 5.3%, da ripetere quattro volte per poi effettuare un circuito più lungo, di 42 chilometri con una lunga salita di Femminamorta, senza particolari pendenze, ma che sicuramente avrebbe fatto faticare gli sprinter puri del gruppo. Una volta ritornati sul traguardo di Montecatini Terme gli atleti dovevano affrontare altri 4 giri del circuito iniziale.
Alla partenza non prendeva il via Gianmarco Garofoli (Astana Qazaqstan Team), mentre la fuga prendeva il largo velocemente con Luc Wirtgen (Bingoal Pauwels Sauces WB), Samuele Rivi (EOLO-Kometa), Andrea Piras (Beltrami Tsa Tre Colli), Andrea Garosio (Biesse-Carrera), Emil Dima (Giotti Victoria Savini Due) e Paul Wright (Mg.K Vis Colors For Peace Vpm).
Questi atleti raggiungevano un vantaggio massimo di 3’15” dopo 30 chilometri di corsa, con il gruppo che andava leggermente a recuperare grazie al lavoro della Alpecin-Fenix. In cima alla salita a metà percorso di Femminamorta il ritardo era sceso a 1’48”, mentre in discesa c’era movimento sia in testa che nel gruppo, dalla fuga era Wirtgen ad avvantaggiarsi di 26 secondi, ma la sorpresa avveniva dietro con l’attacco di Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix).
L’assenza del lavoro della Alpecin-Fenix causava due effetti quando la fuga transitava sul traguardo di Montecatini Terme con 4 giri al termine, il primo era un rilassamente del gruppo che perdeva ora 1’25” dalla testa, mentre il secondo era la presenza del fenomeno olandese a 1’25” dal sestetto di nuovo compatto.
In poco tempo Van der Poel riusciva a riportarsi sul gruppo di testa, transitando al giro seguente al comando con 2’05” sul gruppo, vantaggio che si manterrà invariato per un giro, ma con un gruppo di soltanto quattro atleti resistenti: Van der Poel, Rivi, Garosio e Wirtgen.
Il penultimo giro segna un cambio radicale degli equilibri con un’accelerazione da parte del gruppo che porta il ritardo ad appena 35 secondi con Van der Poel che prova sull’ultimo passaggio della salita di Vico ad arrivare al traguardo in solitaria.
Il resto della fuga non opponeva resistenza, mentre era la selezione della nazionale italiana in primis ad inseguire nel gruppo riuscendo nel tentativo poco prima dello scollinamento. A questo punto provavano a sfruttare il momento per sorprendere le squadre dei velocisti Nicola Conci (selezione nazionale italiana) e Mauro Schmid (Quick-Step Alpha Vinyl Team) andando ad avvantaggiarsi di undici secondi in discesa. Un margine troppo risicato per il duo per poter sperare di resistere al ritorno del gruppo che riusciva a chiudere su di loro ad appena 700 metri dall’arrivo. Il lavoro finale era sulle spalle della INEOS Grenadiers che lanciava per lo sprint finale Ethan Hayter, il quale veniva però battuto da uno stoico Van der Poel, che nonostante la fuga di oltre 60 chilometri trovava le energie necessarie per trovare il primo successo stagionale al suo quinto giorno di gara. Per il terzo posto la spuntava Remy Mertz (Bingoal Pauwels Sauces WB). Il migliori degli italiani di giornata era Gianluca Brambilla (Trek-Segafredo) chiudendo undicesimo nella volata.
La classifica generale resta invariata con Eddie Dunbar al comando sul compagno di squadra Ben Tulett (INEOS Grenadiers) per 9” e 24” su Marc Hirschi (UAE – Team Emirates).
Nella tappa conclusiva di domani gli atleti troveranno un percorso di 160 chilometri da Casalguidi a Cantagrillo. Seppur la tappa sia quella sulla carta col minor dislivello complessivo (2000 metri), poteva comunque fare la differenza grazie a una seconda parte di corsa impegnativa. I primi 80 chilometri saranno completamente pianeggianti con l’eccezione di un muro di 700 metri all’11.1% a Serravalle Pistoiese, dove la corsa passerà di fronte a un memoriale per Franco Ballerini, scomparso 12 anni fa a seguito di un incidente in una gara di rally.
La seconda parte di corsa invece avrà ben poca pianura con la scalata al San Baronto, 11.1 chilometri al 2.8% che porterà i corridori a Cantagrillo dove inizierà il circuito finale di 20 chilometri da affrontare 3 volte con la difficile salita di Mungherino, 5.3 chilometri al 6.2% con i primi tre chilometri oltre all’8%.
Al termine della salita l’arrivo sarò distante tredici chilometri, quasi interamente in discesa.
Una tappa del genere può sicuramente mantenere in gara per il successo finale diversi atleti, principalmente quelli intorno al minuto di distacco, ma la INEOS avendo i primi due della generale e Hayter comunque distante 1’12” sarà la squadra da battere per portare a casa il successo finale.
Carlo Toniatti.

L'esultanza di Van der Poel a Montecatini Terme (Getty Images)
L’ETHAN NON E’ UN PROBLEMA. BABY VERNON VINCE IN VOLATA. ALMEIDA NUOVO LEADER
A Vilanova i la Gertrù la volata premia Ethan Vernon (Team QUick Step Vinyl Team) che ottiene la prima vittoria tra i professionisti. Il britannico classe 2000 prevale su Phil Bahuaus (Team Bahrain Victorious) e Dorian Godon (AG2R Citroen). Joao Almeida (UAE Team Emirates) grazie all’abbuono ottenuto nei traguardi volanti è il nuovo leader della classifica generale.
Con la quinta tappa del Giro di Catalogna 2022 si lasciano le montagne che hanno caratterizzato la terza e la quarta frazione e si ritorna a respirare l’aria della costa. Da La Pobla de Segur si arriva a Vilanova i la Gertrù al termine di oltre 206 km abbastanza accidentati ma con la tendenza alla discesa. Un solo GPM posto dopo 37 km non dovrebbe condizionare più di tanto una tappa che ha come sbocco quasi naturale un arrivo in volata. I pretendenti alla vittoria finale oggi dovrebbero riposarsi in vista delle ultime due tappe che nascondono trappole altimetriche dove si deciderà il vincitore delle breve corsa spagnola. La fuga di giornata si formava dopo una ventina di km dalla partenza; erano tre i ciclisti che riuscivano ad evadere dal gruppo: Gotzon Martin (Team Euskaltel Euskadi), Joel Nicolau (Team Caja Rural Seguros) e Urko Berrade (Team Kern Pharma). All’inizio dell’ascesa del Coll de Comiols il terzetto di testa poteva vantare 2 minuti e 40 secondi di vantaggio sul gruppo, tirato per il momento dal Team BikeExchange Jayco. Nicolau scollinava in prima posizione mentre il gruppo, che aveva rallentato l’andatura, inseguiva ad oltre 4 minuti di ritardo. A 85 km dall’arrivo la fuga manteneva un vantaggio di 2 minuti e 10 secondi sul gruppo. Nicolau vinceva il rimo traguardo intermedio di La Bisbal del Penedès posto al km 176.5 proprio prima che il gruppo raggiungesse i fuggitivi. Tobias Halland Johannessen (Uno-X Pro Cycling Team) si aggiudicava il secondo traguardo volante di Pantà de Foix posto al km 189.7. Nonostante alcuni scatti e attacchi negli ultimi km , tra i quali si segnalavano quelli di Rui Costa (UAE Team Emirates) e di Richard Carapaz (Team INEOS), il gruppo giungeva compatto sotto lo striscione dell’ultimo km. Il guizzo vincente in volata lo dava Ethan Vernon (Team Quick Step Alpha Vinyl) che precedeva sul traguardo di Vilanova i la Gertrù Phil Bauhaus (Team Bahrain Victorious) e Dorian Godon (Team AG2R Citroen). Chiudevano la top five Guillauma Boivin (Team Israel Premier Tech) in quarta posizione e Kaden Groves (Team BikeExchange Jayco) in quinta posizione. Vernon fa la sua entrata nel ciclismo che conta ottenendo la prima vittoria da pro mentre in classifica generale, grazie all’abbuono di tempo ottenuto nel secondo traguardo volante, Joao Almeida (UAE Team Emirates) diventa la nuova maglia biancoverde con 1 secondo di vantaggio su Nairo Quintana (Team Arke Samsic). Sergio Higuita (Team Bora Hansgrohe) resta terzo a 7 secondi di ritardo da Almeida. Domani è in programma la sesta tappa da Salou a Cambris di 167.7 km. Oltre alla presenza di tre GPM, il percorso presenta pochissima pianura e una fuga potrebbe avere delle ottime chances di successo. Non escludiamo però l’arrivo di un gruppo più o meno cospicuo di ciclisti che si giocheranno la vittoria in volata. La terza ipotesi, sicuramente la più suggestiva, sarebbe l’entrata in scena degli uomini di classifica e delle loro squadre sui saliscendi che precedono il Coll de la Teixeta, ultimo GPM ad una ventina di km dall’arrivo. In questo caso eventuali attacchi tra i big renderebbero certamente più interessante il finale di tappa.
Giuseppe Scarfone

Ethan Vernon vince a Vilanova i la Gertrù (foto: Getty Images)
VAN AERT, LA E3 SAXO BANK CLASSIC 2022 È SUA
Wout Van Aert vince la E3 Saxo Bank Classic stracciando la concorrenza coadiuvato dal compagno di squadra Christophe Laporte. E’ il sostanzioso aperitivo alla prima delle grandi classiche del nord, la Gand-Wevelgem di domenica
Alla scorsa Parigi-Nizza il compagno di squadra gli concesse il successo davanti al suo pubblico. Ora Christophe Laporte (Jumbo Visma) restituisce la cortesia a Wout Van Aert che, a due giorni dalla Gand-Wevelgem, se ne gusta appieno il succulento antipasto aggiudicandosi la E3 Saxo Bank Classica 2022. Per il belga, da poco diventato papà, è il 33° successo in classifica con la conferma di essere tra i principali favoriti della prima grande classica del Nord in programma domenica. Alle spalle del duo Van Aert-Laporte, che hanno salutato tutti ai -40 con uno straordinario attacco sul leggendario Paterberg, arrivano Stefan Kung (Groupama – FDJ) e il vincitore dell’ultima Milano-Sanremo Matej Mohoric (Bahrain – Victorious).
Sulla prima asperità di giornata, il Paddestraat, sono in nove ad andare in fuga. Si tratta dei britannici Lewis Askey (Groupama-FDJ) e Luke Rowe (Ineos-Grenadiers), del danese Niklas Larsen (Uno-X Pro Cycling), dell’olandese Mathijs Paasschens (Bingoal Pauwel Sauces WB), dei belgi Jenthe Biermans (Israel-Premier Tech) e Lindsay De Vylder (Sport Vlaanderen-Baloise), dei francesi Victor Koretzky e Alexis Gougeard – entrambi della B&B Hotels-KTM -, e del tedesco Jonas Koch (Bora-Hansgrohe).Guadagneranno molto poco, penalizzati anche da un passaggio a livello, e alla fine vengono risucchiati dal gruppo.
A provarci successivamente sono Ryan Mullen e l’austriaco Lukas Postelberger, entrambi della Bora-Hansgrohe, ai quali si aggiungono Brent Van Moer (Lotto-Soudal), Jelle Wallays (Cofidis) e Mathijs Paasschens (Bingoal Pauwels Sauces WB). Assieme a loro ci sono Daniel Oss (TotalEnergies) e Lasse Norman Hansen (Uno-X Pro Cycling Team). Ai -100 dal traguardo questi sette raggiungono 1’50” di vantaggio sul gruppo.
Dopo il Knokteberg (1,2 km con pendenza media del 7,3%) il vantaggio aumenta a 2’05”, poi arriva il turno del Kortekeer (900 metri al 6,7% con punte al 17%).
All’inseguimento dei battistrada ci sono a questo punto Wout Van Aert, Tiesj Benoot e Cristophe Laporte – tutti e 3 della Jumbo-Visma – Kasper Asgreen (Quick-Step Alpha Vinyl Team), Mohoric, Kung e Jasper Stuyven (Trek – Segafredo).
Sul Taaienberg (6,6 km con punte al 16%) parte Van Aert, portando con sé Benoot, Laporte, Asgreen, Mohoric, Kung e Stuyven. Mohoric si stacca, ma poi rientra. Alla fine Van Aert riprende i fuggitivi facendo lavorare Bennot. L’azione provoca una scrematura in testa alla corsa e alla fine restano in 8 davanti: Van Aert, Benoot, Laporte, Asgreen, Kung, Stuyven, Oss e Mohoric. Il secondo gruppo inseguitore, tirato dalla Ineos, lavora per rosicchiare secondi mentre anche Oss si stacca.
Arriva il Paterberg e ai -42 km dal traguardo parte in progressione Van Aert, seguito da Laporte. Muro dopo muro il loro vantaggio aumenta. Gli ultimi tre ostacoli sono Karnemelkbeekstraat, Varent e Tiegemberg. Van Aert e Laporte li superano indenni consolidando il loro margine sugli inseguitori e arrivano praticamente assieme al traguardo. Il successo, meritato, va a Van Aert.
Vito Sansone

Van Aert e Laporte esultano assieme sul glorioso traguardo di Harelbeke (foto Sprint Cycling Agency)
COPPI E BARTALI, A SAN MARINO DOMINA ANCORA LA INEOS
Ben Tulett (INEOS Grenadiers) ha vinto la tappa regina della Coppi e Bartali battendo nel finale il suo compagno di squadra Eddie Dunbar, che mantiene però la maglia di leader, e Marc Hirschi (UAE – Team Emirates). Ottima la prova di Antonio Tiberi (Trek-Segafredo), quinto all’arrivo oggi e anche in classifica generale.
La terza tappa della Coppi e Bartali 2022 era la frazione regina con i suoi 4000 metri di dislivello compressi in appena 147 chilometri tra le colline di San Marino. La prima parte con partenza da San Marino aveva un tratto di 70 chilometri comprendente la lunga Serra San Marco nella prima parte e una lunga discesa-falsopiano fino a Serravalle dove iniziava a salire la strada entrando nel circuito finale a ridosso dell’arrivo a San Marino. Questa prima salita di 10 chilometri aveva una pendenza media del 5.7%. Il circuito di 18 chilometri da ripetere quattro volte comprendeva due salite senza nessun metro di pianura. Una volta passati sul traguardo il percorso scendeva immediatamente per prendere la salita di Chiesanuova, 2.6 chilometri al 5.1%, seguito da una rapida picchiata per imboccare la salita finale verso l’arrivo, con una lunghezza di 5.7 chilometri al 7.5% con diversi tratti impegnativi e punte in doppia cifra nella prima parte di salita.
La INEOS Grenadiers partiva con i primi due della generale e il quarto, ma erano presenti alcuni scalatori nella corsa in grado di metterli in difficoltà come Diego Ulissi e Marc Hirschi (UAE Team-Emirates), Vincenzo Nibali (Astana), Gianluca Brambilla (Trek – Segafredo), Simon Carr (EF Education-EasyPost) o Nicola Conci (Selezione nazionale italiana). Inoltre, era molto interessante seguire la prova di Cian Uijtdebroeks (BORA – hansgrohe), classe 2003 molto brillante nelle prime due tappe.
Al via della frazione non partivano Joel Suter (UAE Team Emirates), Mark Christian (EOLO-Kometa), Sergio Meris, Gidas Umbri e Mattia Petrucci (Team Colpack Ballan), Davide Baldaccini e Jan Stöckli (Team Corratec), in particolare il Team Colpack Ballan non aveva più nessun atleta in gara.
La fase iniziale era molto attiva con Edoardo Zardini e Natnael Tesfatsion (Drone Hopper – Androni Giocattoli) tra gli atleti più attivi, non riuscendo però ad avvantaggiarsi sulle prime pendenze della Serra San Marco. Intorno a metà salita provavano un attacco interessante Remi Cavagna (Quick-Step Alpha Vinyl Team), Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix), Antonio Tiberi (Trek-Segafredo) e Frederik Wandahl (BORA – hansgrohe). Il gruppo però rispondeva chiudendo su di loro cinque chilometri più tardi, lasciando quindi la chance ad un altro tentativo di fuga che questa volta non trovava molta resistenza. In cima alla salita scollinavano due gruppi che lungo la discesa andavano a ricompattarsi creando un gruppo di undici corridori al comando con 4’ di margine sul gruppo ai -91. Mattia Cattaneo (Quick-Step Alpha Vinyl Team), Mason Hollyman (Israel – Premier Tech), Oscar Riesebeek (Alpecin-Fenix), Andrea Garosio (Biesse – Carrera), Alessandro Monaco (Giotti Victoria – Savini Due), Antonio Nibali (Astana Qazaqstan Team), Edgar Andres Pinzon Villalba (Colombia Tierra de Atletas – GW Bicicletas – Shimano), Tony Gallopin (Trek – Segafredo), James Shaw (EF Education-EasyPost), Zardini e Luca Covilli (Bardiani-CSF-Faizanè) erano gli atleti in fuga, mentre la INEOS Grenadiers controllava questo tentativo andando ad abbassare il ritardo sotto il traguardo a 3’10”, dove la fuga si trovava quindi a 4 giri dal termine.
Sulla salita di Chiesanuova Cattaneo se ne andava in solitaria, con il resto del gruppo che andava a ridursi man mano. Inizialmente erano Hollyman, Riesebeek, Garosio, Nibali, Gallopin e Shaw all’inseguimento a 28” di ritardo quando al traguardo mancavano 53 chilometri, al termine del primo giro, mentre Garosio allungava sul resto dei fuggitivi che velocemente perdevano terreno. Il ritardo del gruppo andava a dilatarsi pesantemente a 5’12”, portando quindi Cattaneo virtualmente nuova maglia di leader con un margine di 2’ su Eddie Dunbar (INEOS Grenadiers).
Durante il secondo giro l’andatura di Cattaneo però calava permettendo a Garosio di rientrare su di lui, mentre Shaw e Gallopin inseguivano a breve distanza, col gruppo ritornato a un ritardo di 3’12” quando si entrava ormai nel penultimo giro. All’inizio della penultima scalata i primi quattro fuggitivi si ricompattavano, mentre il gruppo inseguiva a due minuti avendo ripreso tutto il resto della fuga.
Sulla salita Garosio e Cattaneo pagavano probabilmente gli sforzi degli attacchi fatti perdendo contatto da Gallopin e Shaw, anche se Garosio riusciva in un secondo momento a rientrare, mentre il gruppo continuava ad avvicinarsi, perdendo tra gli altri Van der Poel, e iniziando il giro finale con 20-30 unità e 20” da recuperare, che venivano colmati ai piedi della salita di Chiesanuova. Guy Niv (Israel – Premier Tech) tentava l’attacco ai -10 riuscendo a guadagnare 14”, ma venendo ripreso in vista dello scollinamento grazie all’ottimo lavoro di Geraint Thomas.
Al termine della discesa, Marc Hirschi attaccava subito all’inizio della salita finale, al suo inseguimento si portavano altri corridori, nell’ordine si riportavano sul ciclista elvetico Uijtebroeks, Dunbar, Ben Tulett (INEOS Grenadiers), Antonio Tiberi (Trek-Segafredo), Brambilla, Jefferson Alexander Cepeda (Drone Hopper – Androni Giocattoli), Ulissi, Carr e Conci.
A questo punto Carr attaccava con Dunbar, mentre Hirschi e Tulett si portavano al loro inseguimento riuscendo a chiudere in vista degli ultimi due chilometri, poco dopo la INEOS Grenadiers sfruttava la superiorità numerica lanciando Tulett in solitaria con il solo Carr che si sacrificava provando a inseguire, ma perdendo progressivamente secondi permettendo a Tulett il successo finale. Lo sprint finale di Dunbar permetteva di recuperare molti secondi (chiudendo a 3”) e completare la doppietta INEOS con Hirschi a 5” e Carr a 7”. Tiberi era il migliore degli italiani chiudendo a 12”, mentre Ulissi e Uijtdebroeks perdevano 25”, Brambilla 38”, Conci e Cepeda 51”, Hayter perdeva diverse posizioni arrivando a 1’09” come Nibali a 1’12”.
Dunbar ha quindi difeso la maglia di leader con 9” sul compagno di squadra e 24” su Hirschi, 30” su Carr, 45” su Tiberi e 48” su Ulissi e Uijtdebroeks.
Nella giornata di domani i corridori si sposteranno in Toscana, più precisamente a Montecatini Terme, in un’altra frazione impegnativa di 156 chilometri con 2400 metri di dislivello.
La frazione si disputerà quasi interamente su un circuito di 14 chilometri da ripetere 8 volte con la salita di Vico, 3.2 chilometri al 5.3%, inframezzate dopo il quarto giro da un circuito più lungo di 42 chilometri con la lunga salita di Femminamorta, 20 chilometri in totale con pendenze comunque non eccessive. Il percorso si adatta ad una volata ristretta con chance di attacchi sulla salita di Vico, anche se i maggiori attacchi alla leadership di Dunbar potrebbero arrivare nella tappa conclusiva di sabato.
Carlo Toniatti.

Ben Tulett esulta a San Marino (Dario Belingheri/Getty Images)
ALMEIDA DOMA BOI TAULL. QUINTANA E’ LA NUOVA MAGLIA BIANCOVERDE
Nella tappa più impegnativa del Giro di Catalogna 2022, è decisiva l’ultima salita verso Boi Taull con diversi attacchi e contrattacchi che spezzettano sempre di più il gruppo dei favoriti finchè si assiste ad un duello a tre nell’ultimo km che vede trionfare Joao Almeida (UAE Team Emirates) davanti a Nairo Quintana (Team Arkea Samsic) e Sergio Higuita (Team Bora Hansgrohe). Quintana veste la nuova maglia biancoverde grazie anche al ritardo accumulato dall’ex leader Ben O’Connor (Team AG2R).
Il Giro di Catalogna 2022 entra nel vivo con la quarta tappa, la più esigente dal punto di vista altimetrico, con i suoi 166.7 km da La Seu d’Urgell a Boi Taull. I primi due GPM del Coll de Boixols e del Port de la Creu de Perves metteranno fatica nelle gambe dei ciclisti che dovranno dare tutto, almeno gli aspiranti alle prime posizioni della classifica generale, sull’erta finale verso il Boi Taull, una salita di quasi 13 km al 5.6% che presenta le pendenze più ostiche nei primi 4 e negli ultimi 4 km di scalata, con una parte centrale più facile. Ben O’Connor (Team AG2R) parte in maglia biancoverde dopo la bella vittoria di ieri ma saranno in molti ad insidiare il giovane australiano, anche perché in classifica generale i primi 20 ciclisti sono racchiusi in 25 secondi. Da La Seu d’Urgell i ciclisti non partenti erano cinque e tra di loro spiccava il nome di Simon Yates (Team BikeExchange Jayco). Il britannico, che era caduto nella seconda tappa ed aveva accumulato un ritardo incolmabile nella terza dovuto anche alle botte patite, era uno dei maggiori papabili per la vittoria della breve corsa spagnola. Dopo 3 km dalla partenza il primo attacco lo portava Louis Vervaeke (Team Quick Step Alpha Vinyl) ma dopo un paio di km il gruppo riprendeva a tutta velocità il ciclista belga. Il gruppo restava compatto fino all’inizio del primo GPM del Coll de Boixols, quando iniziavano gli scatti. I primi a provarci erano Marc Soler (UAE Team Emirates) e Jesus Herrada (Team Cofidis), seguiti poco più tardi da Bruno Armirail (Team Groupama FDJ), Juan Pedro Lopez (Team Trek Segafredo) e Hugh Carthy (Team EF Education EasyPost). I cinque di testa riuscivano a guadagnare sul gruppo maglia biancoverde un quarantina di secondi. Soler scollinava in prima posizione. Dopo un inseguimento durato una ventina di km, intorno al km 50 riuscivano ad aggregarsi alla fuga Mark Donovan (Team DSM) e Mikel Bizkarra (Team Euskaltel Euskadi). Dopo 70 km i sette di testa avevano 2 minuti e 40 secondi di vantaggio sul gruppo tirato dagli uomini del team AG2R. Herrera scollinava in prima posizione sul secondo GPM di giornata del Port de la Creu de Perves, posto al km 119.7. La corsa viveva una fase di stanca visto che il vantaggio della fuga era ormai stabile intorno ai 2 minuti e mezzo da oltre 70 km. Con l’avvicinarsi alla salita finale di Boi Taull le cose però cambiavano visto che il gruppo aumentava l’andatura. Soler transitava per primo sotto il traguardo volante di El Pont de Suert posto al km 134.9. A 23 km dall’arrivo restavano soli in testa alla corsa Armirail e Donovan. Quest’ultimo si aggiudicava il secondo traguardo volante di Barruera posto al km 148.6. A 15 km dall’arrivo il vantaggio della coppia di testa era di 1 minuto e 5 secondi. Armirail staccava Donovan a 13 km dall’arrivo, proprio all’inizio dell’ascesa finale. Nel gruppo il forcing del Team Arkea Samsic e del Team AG2R riduceva sempre di più il gap dal francese. A poco meno di 12 km dall’arrivo attaccavano George Bennett (UAE Team Emirates), Richard Carapaz (Team INEOS), Sergio Higuita (Team Bora Hansgrohe) e Ben O’Connor. Grazie all’azione di questi quattro ciclisti, il gruppo dei migliori restava forte di una trentina di unità. Bennett riusciva da solo a raggiungere Armirail a 9 km dall’arrivo. Il Team INEOS aumentava l’andatura mettendo il gruppo in una lunga fila indiana. Armirail e Bennett venivano ripresi a meno di 4 km dall’arrivo. A 3 km dall’arrivo scattava Carapaz. Sul campione olimpico si portava Higuita. Il gruppetto con i migliori riprendeva la coppia sudamericana a 2 km dall’arrivo. Almeida allungava trainandosi Carapaz, Higuita e Quintans, mentre O’Connor perdeva qualche decina di metri. Anche Carapaz perdeva qualche metro negli ultimi metri e nello sprint a tre in salita Almeida aveva la meglio su Quintana e Higuita. Chiudevano la top five Wout Poels (Team Bahrain Victorious) in quarta posizione a 7 secondi di ritardo da Almeida mentre Tobias Halland Johannessen (Uno-X Pro Cycling team) era quinto a 13 secondi di ritardo, in un gruppetto che comprendeva anche Juan Ayuso (UAE Team Emirates), Richard Carapaz, Jai Hindley (Team Bora Hansgrohe), Carlos Rodriguez (Team INEOS) e Guillaume Martin (Team Cofidis). O’Connor chiudeva dodicesimo a 23 secondi di ritardo da Almeida mentre Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo), che ben si era comportato nella tappa di ieri, chiudeva a quasi 4 minuti di ritardo. Almeida ottiene la prima vittoria stagionale mentre a guidare la classifica generale è Nairo Quintana proprio davanti al portoghese con lo stesso tempo ma favorito dai migliori piazzamenti. Higuita è terzo a 6 secondi di ritardo da Quintana. La classifica è ancora abbastanza corta visto che ci sono 15 ciclisti raggruppati in 1 minuto e ancora mancano tre tappe non difficilissime ma che possono nascondere trappole insidiose. Domani è in programma la quinta tappa da La Pobla de Segur a Vilanova i la Geltrù di oltre 206 km. Il Coll de Corniols, dopo 37 km, è l’unico GPM della tappa che presenta per il resto qualche saliscendi ma non dovrebbe impedire al gruppo di giungere al traguardo forte di parecchie unità. A meno di una fuga vincente, ci aspettiamo perciò un finale dove a prevalere sarà un velocista.
Giuseppe Scarfone

Joao Almeida vince a Boi Taull (foto David Ramos/Getty Images)
BRUGES – LA PANNE: TIM MERLIER AL PHOTOFINISH
Terzo centro stagionale per Tim Merlier che si è aggiudicato oggi una Bruges – La Panne avara di emozioni. Piazze d’onore per Dylan Groenewegen e Nacer Bouhanni. Settimo Simone Consonni.
Seppur un po’ in sordina è cominciata quella che viene definita, non senza epica enfasi, “Campagna del Nord”. In attesa degli appuntamenti “monumento” le strade e le pietre di questa porzione di Europa sono già terreno di tenzone tra chi preferisce sfidarsi a queste latitudini piuttosto che nelle brevi corse a tappe in programma in questo periodo. Mercoledì 23 marzo in Belgio era in programma la 46ª edizione della Bruges – La Panne, che in questa edizione si è guadagnata il prefisso “Minerva Classic”. Gli appassionati di ciclismo sanno bene che questa corsa è caratterizzata dal vento che la rende una prova impegnativa e di difficile interpretazione, nonostante la totale mancanza di difficoltà altimetriche. La sua assenza, però, ha fatto sì che nella ricetta mancasse un ingrediente fondamentale, quel lievito che fa sì che un semplice impasto diventi una torta appetitosa.
I 208 km scarsi odierni sono così stati percorsi come una tappa di trasferimento di un Grande Giro, con una fuga di comprimari destinata ad esaurirsi prima del traguardo e una volata finale che ha coinvolto le ruote veloci.
A rendersi protagonisti della fuga di giornata sono stati Enrico Battaglin (Bardiani-CSF), Dimitri Peyskens (Bingoal Pauwels Sauces WB) e Jens Reynders (Sport Vlaanderen-Baloise). I tre, involatisi al primo chilometro di gara, sono partiti con il botto arrivando dopo soli 20 km ad avere un vantaggio di 7’10”. Col trascorrere dei chilometri il vantaggio accumulato ha lentamente cominciato a scendere e l’italiano è stato ripreso ai meno 34, tre chilometri prima degli altru compagni di fuga.
L’inevitabile conclusione in volata ha visto primeggiare Tim Merlier (Alpecin-Fenix), al terzo successo stagionale, che ha preceduto di un nonnulla Dylan Groenewegen (BikeExchange-Jayco). Terza piazza per Nacer Bouhanni (Arkéa Samsic). Competano la TopTen Max Walscheid (Cofidis), Olav Kooij (Jumbo-Visma), Arnaud Démare (Groupama-FDJ), Simone Consonni (Cofidis), Arnaud De Lie (Lotto Soudal), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) ed Heinrich Haussler (Bahrain-Victorious).
Il prossimo appuntamento sulle strade del nord è previsto per domani, venerdì 25 marzo, quando è in programma la 64ª edizione della E3 Saxo Bank Classic ad Harelbeke, con la speranza di trovare le emozioni mancate oggi.
Mario Prato

La volata al termine della quale si è imposto Tim Merlier (foto Luc Claessen / Getty Images)

