VAN AERT, PROVE DI MONDIALE A PLOUAY. SUA LA BRETAGNE CLASSIC
Wout van Aert (Team Jumbo Visma) vince da favorito la Bretagne Classic e manda un chiaro messaggio ai prossimi avversari del Mondiale australiano. Per l’Italia buone prove di Filippo Fiorelli (Team Bardiani CSF) giunto quarto e di Andrea Piccolo (Team EF Education EasyPost), molto attivo nel finale.
Rostervel, Cadoudal, La Scaouët, Bot Coët, Tréorzan, Kerloas, Le Hinguer , Marta, Longeo, Kerlucas, Le Lezot. Ecco i nomi delle cotes nei dintorni di Plouay, alcuni dei quali dovranno essere affrontati due volte, che accoglieranno i ciclisti per l’86° edizione della Bretagne Classic – Ouest France. Una corsa radicata nel calendario francese ed internazionale dove gli organizzatori si sbizzarriscono spesso nel cambiare il percorso, la cui partenza ed arrivo, almeno quelli, restano a Plouay. L’edizione 2022 è lunga quasi 255 e, notizia dell’ultima ora, a causa delle cattive condizioni in cui versano, sono stati annullati i passaggi sui due sterrati negli ultimi 60 km che avrebbero animato ulteriormente la corsa. La lista dei partenti è di alto livello, con un confermatissimo Benoit Cosnefroy (Team AG2R Citroen), vincitore lo scorso anno ai danni di Julian Alaphilippe. La star alla partenza è senza dubbio Wout van Aert (Team Jumbo Visma), che dopo un po’ di riposo dopo il Tour, ha ricominciato a macinare km a partire dalla settimana scorsa sfiorando la vittoria alla Classica di Amburgo. Il belga parte favorito ed ha una squadra tutta al suo servizio. C’è il ritorno alle corse anche da parte di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates). Lo sloveno non è tra i favoriti. Almeno sulla carta, e nella sua squadra potrebbe fare il gregario di lusso per Matteo Trentin e Diego Ulissi. Se il ritmo degli ultimi km non sarà troppo indiavolato, anche i velocisti presenti avranno le loro chances di vittoria e tra quelli più forti alla partenza citiamo Giacomo Nizzolo (Team Israel Premier Tech), Elia Viviani (Team INEOS), Arnaud Demare (Team Groupama FDJ), Michael Matthews (Team BikeExchange Jayco) ed Arnaud de Lie (Team Lotto Sudal). La fuga di giornata si formava dopo la partenza da Plouay grazie all’azione di sei ciclisti: Luke Rowe (Team INEOS), Pierre Rolland (Team B&B Hotels KTM), Chris Hamilton (Team DSM), Yevgeniy Gidich (Team Astana Qazaqstan), Johan Meens (Team Bingoal Pauwels) e Martin Urianstad (Uno-X Pro Cycling Team). Dopo 110 km, praticamente i più facili altimetricamente con una sola cote affrontata, su un totale di 13, la fuga aveva 3 minuti di vantaggio sul gruppo tirato dal Team Jumbo Visma. A circa 50 km dall’arrivo al gruppo di testa si univano altri nove ciclisti, ovvero Aurelien Paret-Peintre (Team AG2R Citroen), Markus Hoelgaard (Team Trek Segafredo), Kevin Geniets (Team Groupama FDJ), Krists Neilands (Team Israel Premier Tech), Andrea Piccolo (Team EF Education EasyPost), Jan Tratnik (Team Bahrain Victorious), Pavel Bittner (Team DSM), Matteo Trentin e Rui Oliveira (UAE Team Emirates) e Samuele Zoccarato (Team Bardiani CSF). Il primo ciclista della fuga a rialzarsi era Gidich, a 45 km dall’arrivo. Il gruppo principale insegiva a 45 secondi di ritardo. Delle 13 cotes in programma, sei dovevano essere affrontate negli ultimi 25 km. A 20 km dall’arrivo iniziavano gli scatti anche nel gruppo principale. Molto attivi erano David Gaudu (Team Groupama FDJ) e lo stesso Wout van Aert. A 15 km dal termine in testa alla corsa erano rimasti Piccolo, Tratnik e Zoccarato. A fare il forcing nel gruppo inseguitore erano Jumbo Visma e Groupama FDJ. I tre di testa venivano ripresi a 4 dall’arrivo da un gruppo piuttosto frastagliato forte di una ventina di unità. L’ultimo ad arrendersi era Tratnik. Il forcing decisivo lo facevano Lotto Soudal e Intermarchè Wanty Gobert. Van Aert, sempre nelle primissime posizioni, sembrava in controllo sugli scatti di alcuni ciclisti negli ultimi 3 km. Nella volata il belga aveva la meglio su Axel Laurance (Team B&B Hotels KTM) ed Alexander Kamp (Team Trek Segafredo). Chiudevano la top five Arnaud de Lie (Team Lotto Soudal) in quarta posizione e Filippo Fiorelli (Team Bardiani CSF) in quinta posizione. Da segnalare nella top ten anche il decimo posto di Andrea Piccolo. Van Aert ritorna al successo dopo poco più di un mese, visto che la sua ultima vittoria è stata nella cronometro della ventesima tappa del Tour. E tra meno di un mese, al Mondiale in Australia, su un percorso non troppo dissimile da quello di oggi, il belga può a ben vedere essere uno degli uomini da battere.
Giuseppe Scarfone

Wout van Aert vince la Bretagne Classic (foto: Bruno Bade/Getty Images)
VINE CONCEDE IL BIS A COLLAU FANCUAYA. EVENEPOEL RAFFORZA LA LEADERSHIP.
E’ ancora prematuro dire che è nata una stella, ma di sicuro il Jay Vine visto nelle ultime 48 ore lascia pensare che l’australiano nei prossimi anni potrebbe essere uno degli uomini da tenere più in considerazione nelle tappe di montagna. L’australiano, campione del mondo di E-Cycling, ha colto oggi il bis vincendo l’8a tappa della Vuelta, La Pola Llaviana-Collàu Fancuaya appena 2 giorni dopo la sua prima vittoria in assoluto in una corsa World Tour. Il corridore dell’Alpecin-Deceuninck è andato in fuga insieme ad altri 9 corridori, tra cui Thibaut Pinot (Groupam-FDJ) e Marc Soler (UAE Team Emirates) per poi staccarli inesorabilmente lungo la salita finale. Alle sue spalle, secondo posto per Marc Soler (a 43″) davanti a Rein Taaramae (Intermarchè-Wanty-Gobert Materiaux) giunto a 47″ insieme a Pinot. Bene Remco Evenepoel (Quick Step Alpha Vinyl) che ha forzato nel finale consolidando la sua leadership nella classifica generale. Il fiammingo ora guida con 28″ su Enric Mas (Movistar Team) e 1′01″ sul campione uscente Primoz Roglic (Jumbo-Visma).
L’8a tappa della Vuelta 2022 era lunga appena 153,4 km ma era piena zeppa di salite. La prima asperità, l’Alto della Colladona (7 km al 6,3%, 2a cat.) iniziava ad appena un manciata di km dal via. Dopo la successiva discesa ed un tratto di fondovalle, iniziava la seconda salita, l’Alto de la Mozqueta (7,2 km al 6%, 2 cat.) la cui vetta era posta al km 49. Il tratto successivo prevedeva altri tre gpm, questa volta di 3a categoria: l’Alto de Santo Emiliano (5,8 km al 5,3%) al km 67, il Puerto de Tenebredo (5,9 km al 5,5%) al km 99 e il Puerto de Perlavia (3,8 km al 7,9%) al km 115. Un ultimo tratto di fondovalle in leggera salita, anticipava l’ascesa finale che portava i corridori a Collàu Fancuaya (10,2 km al 7,9%), banco di prova decisamente interessante per il leader Evenepoel e per tutti gli aspiranti alla vittoria finale. Una tappa destinata a cambiare ulteriormente la fisionomia della classifica generale.
Pronti via e Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team) ha subito provato ad evadere dal gruppo. Alle sue spalle si è immediatamente scatenata la bagarre con un Brandon McNulty (UAE Team Emirates) particolarmente attivo. Ai piedi della prima salita di giornata si è così formato un gruppetto di 7 uomini che comprendeva, oltre al Kazako e allo Statunitense, anche la coppia australiana dell’Alpecin-Deceuninck formata Jay Vine e Robert Stannard e poi Davide Villella (Cofidis), Elie Gesbert (Arkea-Samsic) e Mark Padun (EF Education-EasyPost). Di lì a poco dal gruppo, che non era troppo distante, è partito Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) a cui si sono immediatamente accodati Oscar Cabedo (Burgos-BH) e Rein Taaramae (Intermarchè-Wanty-Gobert Materiaux). Il terzetto è rientrato sul gruppo di testa nel giro qualche centinaia di metri, andando a formare un drappello di 10 corridori. Il ritmo del gruppo principale però non voleva calare, poichè molte squadre erano rimaste fuori dall’azione e così diversi altri corridori, tra cui Richard Carapaz (Ineos Grenadiers) ed Alejandro Valverde (Movistar Team) sono man mano rientrati sulla testa della corsa. L’azione, diventata troppo numerosa e pericolosa per la maglia roja di Remco Evenepoel, ha scatenato la reazione della Quick Step Alpha Vinyl che ha provato a chiudere. Contemporaneamente, i battistrada avevano ulteriormente aumentato il ritmo per non farsi riprendere dal plotone. Ciò ha contribuito a selezionare sia il drappello di testa che il gruppo principale dal quale si erano staccati molti corridori. Vine e Soler hanno scollinato in testa allungando in discesa, mentre gli ex-compagni di fuga sono stati riassorbiti man mano dal gruppo. La bagarre è continuata senza tregua e i vari tentativi di rientrare su Soler e Vine si sono sprecati finchè, intorno al km 25, un gruppetto di 6 uomini formato da Mikel Landa (Bahrain-Victorius), Lucas Hamilton (Team BikeExchange-Jayco), Mads Pedersen (Trek-Segafredo), Bruno Armirail (Groupama-FDJ), Rein Taaramae e Alexey Lutsenko non è riuscito ad ottenere il ‘via libera’ dal plotone, rientrando sulla coppia di testa. Poco dopo dal gruppo principale sono evasi altri due corridori della Groupama col chiaro intento di rientrare sui battistrada: Thibaut Pinot e Sebastien Reichenbach. Al km 30 gli otto di testa avevano circa 50″ sul duo della Groupama ed 1′30″ sul gruppo principale che si era dato una calmata, pur non rialzandosi.
Nel tratto di fondovalle, Armirail si è volontariamete staccato dal gruppo di testa per aspettare i compagni di squadra e guidare l’inseguimento ai 7 battistrada. Il ricongiungimento si è consumato intorno al km 40, dando vita ad un plotoncino di testa formato da 10 corridori mentre il gruppo, sempre tirato dagli uomini di Evenepoel, si trovava già ad oltre 2 minuti di ritardo. A questo punto, la corsa ha decisamente cambiato volto. Dopo un avvio a dir poco scoppiettante, le acque si sono calmate: i fuggitivi hanno iniziato a procedere di comune accordo mentre il plotone continuava lentamente a perdere qualche secondo transitando ai -100 con circa 3′50″ di ritardo. Nei chilometri successivi è successo veramente poco: il gap si è stabilizzato intorno ai 4′10″/4′20″ mentre Jay Vine ha continuato a fare incetta di punti validi per la classifica della maglia a pois transitando per primo su tutti i gpm. Proprio ai fini della classifica dei gpm, da segnalare il ritiro di Victor Langellotti (Burgos-BH). Il monegasco, in testa alla graduatoria stamane, ha dovuto abbandonare a causa di una caduta.
Una volta entrati negli ultimi 30 km, il gruppo ha iniziato leggermente ad accelerare e difatti il gap ha iniziato la sua discesa, seppur molto lenta approcciando la salita finale con un distacco di 3′30″.
La corsa si è riaccesa proprio lungo l’ascesa finale. Il gruppo ha approcciato la salita guidato dagli uomini di Ineos e soprattutto Quick Step (molto attivo il campione del mondo Julien Alaphilippe), recuperando a vista d’occhio sul gruppetto di testa, dal quale avevano iniziato a perdere contatto i primi corridori: il gap ai -7 era sceso già a 2′30″. A quel punto davanti hanno capito che dovevano muoversi. Il primo a farlo è stato Lutsenko quando mancavano 6300 metri al traguardo. Il kazako così facendo ha però scatenato la reazione di Jay Vine che in contropiede è partito tutto solo. Alle sue spalle sono rimasti Soler, Pinot e Taaramae, ma ben presto l’australiano è riuscito a mettere tra se e i primi inseguitori un rassicurante margine di 30″ secondi. Dietro nel frattempo era salito in cattedra proprio Remco Evenepoel. Il belga ha impostato il suo ’solito’ ritmo facendo staccare man mano buona parte degli uomini di classifica. Alla sua ruota sono rimasti man mano solo Enric Mas (Movistar Team) e Primoz Roglic (Jumbo-Visma).
Vine ha tagliato il traguardo in solitaria con ben 43″ su Soler, 47″ sulla coppia Taaramae-Pinot. Quinto posto per Evenepoel (ad 1′20″) che ha regolato Mas e Roglic. Seguono Simon Yates (Team BikeExchange-Jayco) e Carlos Rodriguez (Ineos-Grenadiers) ad 1′33″ e Sebastien Reichebach ad 1′42″. Più indietro LA coppia UAE formata da Jose Almeida e Juan Ayuso (2′10″).
La nuova classifica generale vede in testa sempre Evenepoel con 28″ su Mas e 1′01 su Roglic, salito dalla quarta alla terza posizione. Quindi troviamo Carlos Rodriguez ad 1′47″, Tao Geoghegan Hart (Ineos Grenadiers) ad 1′54″, Juan Ayuso a 2′02″ e Simon Yates a 2′05″. Chiudono la top ten provvisonria Almeida a 2′44″, Jai Hindley (Bora-Hansgrohe) a 2′51″ e Ben O’Connor (Ag2r Citroen Team) a 2′59″.
Pierpaolo Gnisci

Bis di Vine alla Vuelta (fonte: Sprint Cycling Agency)
La nuova clas
HERRADA VINCE E SI COMMUOVE. I FUGGITIVI BEFFANO IL GRUPPO. EVENEPOEL RESTA LEADER
Il giorno dopo il piccolo terremoto che ha lanciato Evenepoel in testa alla classifica generale, la Vuelta ha vissuto una tappa piuttosto tranquilla che ha premiato l’astuzia e l’esperienza di Jesus Herrada (Cofidis). Lo Spagnolo ha regolato allo sprint i quattro compagni di fuga superstiti, relegando Samuele Battistella (Astana Qazaqstan Team) ad un amaro secondo posto e il frettoloso Fred Wright (Bahrain-Victorius) al gradino più basso del podio. Beffati i velocisti che, almeno nelle previsioni della viglia, avrebbero dovuto giocarsi la vittoria di tappa. Remco Evenepoel (Quick Step Alpha Vinyl) resta comodamente in testa alla classifica conservando 21″ di vantaggio su Rudy Molard (Groupama-FDJ) e 28″ su Enric Mas (Movistar Team).
La 7a tappa del Giro di Spagna, 190 km da Camargo a Cistierna, incarnava per molti veri il classico caso della quiete dopo la tempesta. I primi 110 km erano sostanzialmente pianeggianti, dopodichè i corridori dovevano affrontare l’unica salita di giornata, il Puerto de San Glorio (19,3 km al 5,9% di pendenza media) la cui cima era posta a circa 65 km dal traguardo. Una volta scollinato e superata la successiva discesa, la strada ritornava ad essere nuovamente pianeggiante favorendo il rientro di chi aveva eventualmente perso terreno lungo la precedente ascesa. Una frazione che, almeno sulla carta, sembrava destinata a sorridere nuovamente agli sprinter, già protagonisi della 2a e della 3a tappa in terra d’Olanda.
Da segnalare la non-partenza di Andrea Vendrame e Jakko Hanninen. Il duo dell’Ag2r Citroen Team ha dovuto alzare bandiera bianca a causa della positività al covid.
Il primo tentativo di fuga è arrivato al km 4 grazie all’azione di Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team) a cui un paio di chilometri dopo s’è aggiunto l’olandese Julius Van der Berg (EF Education-EasyPost). La coppia non ha però avuto molta fortuna e si è dovuta arrendere al ritorno del plotone nel giro di pochissime pedalate. Subito dopo è partita l’azione che ha poi caratterizzato l’intera frazione. Ad animarla 6 corridori: Samuele Battistella (Astana Qazaqstan Team), Omer Goldstein (Israel-PremierTech), Jesus Herrad (Cofidis), Jimmy Janssens (Alpecin-Deceuninck), Harry Sweeny (Lotto-Soudal) e Fred Wright (Bahrain Victorius). Il gruppo, tirato da Burgos-BH ed Euskaltel-Euskadi, ha provato a tenere vicino il sestetto con l’intento di rientrare sui battistrada, ma ha poi man mano mollato visto che i fuggitivi non avevano nessuna intenzione di rallentare. Ai -150 dall’arrivo il gap era già di 3 minuti e ha poi continuato a crescere fino a superare i 4′. Nel frattempo in testa al plotone erano arrivati gli uomini della Trek-Segafredo di Mads Pedersen e quelli del Team BikeExchange-Jayco per Kaden Groves. Il gap ha così iniziato lentamente a scendere, arrivando a circa 3′30″ quando i fuggitivi erano giunti ai piedi del Puerto de San Glorio.
Lungo l’ascesa, l’Israeliano Goldstein ha perso irrimediabilmente contatto dagli altri cinque fuggitivi, venendo poi ripreso dal gruppo sempre tirato dagli uomini della Trek. In questa fase il ritmo imposto dalla squadra americana ha fatto ulteriormente scendere il gap dai battistrada e contemporaneamente è riuscito a far perdere contatto ai principali velocisti: prima Tim Merlier (Alpecin-Deceuninck) e Pascal Ackermann (UAE Team Emirates) e successivamente anche Sam Bennett (Bora-Hansgrohe), Daniel McLay (Team Arkea-Samsic) e Kaden Groves. Allo scollinamento ai 5 fuggiviti restavano appena 2′40″ su un gruppo che sembrava destinato a riprendere i battistrada senza troppi patemi. La Trek ha continuato a tirare finchè da dietro non sono rientati tutte le ruote veloci precedentemente staccate. La ricomposizione del gruppo invece che accelerarne l’andatura, ha dato vita ad una fase di studio che ha consentito ai fuggitivi di mantenere il vantaggio praticamente inalterato: ai -40 il gap era ancora di 2′40″. Nei chilometri successivi è stata la Bora a prendere in mano le redini dell’inseguimento, ma evidentemente le energie rimaste nelle gambe dei corridori non erano tante e così il plotone ha sì guadagnato sui fuggitivi, ma non abbastanza da poterli mettere nel mirino: ai -15 il distacco era ancora superiore al minuto; ai -10 era appen inferiore (55″).
A quel punto i fuggitivi hanno capito che le possibilità di giungere al traguardo erano piuttosto alte e di conseguenza non hanno rallentato. Nel finale è stato soprattutto l’Inglese Wright a tenere alto il ritmo evitando che qualcuno degli altri fuggitivi potesse scappare via. Wright ha imboccato gli utimi 500 metri in testa al drappello, intenzionato a fare volata di testa. Alle sue spalle è però spuntato con grande furbizia Jesus Herrada che ha agilmente superato il britannico tenendo a bada anche Samuele Battistella partito colpevolmente in ritardo dalla 5a posizione. Per l’iberico è così giunta la seconda vittoria di tappa alla Vuelta (la prima nel 2019) della sua carriera. Una vittoria che lo ha particolarmente emozionato a giudicare dalla quantità di lacrime versate dopo aver tagliato per primo il traguardo. Battistella e Wright si sono dovuti accontentare dei gradini più bassi del podio dopo aver sbagliato entrambi la volata: il primo è partito troppo tardi, il secondo ha invece avuto il demerito d’aver anticipato troppo. Janssen e Sweeny si sono invece piazzati rispettivamente in quarta e quinta posizione. Alle loro spalle il gruppo (giunto a 29″) è stato regolato da Sam Bennett che ha battuto Jake Stewart (Groupama-FDJ), Kaden Groves, Mads Pedersen e Daniel McLay.
La classifica generale resta intatta, con Evenepoel (Quick Step Alpha Vinyl) che guida sempre con 21″ su Rudy Molard (Groupama-FDJ), 28″ su Enric Mas (Movistar Team), 1′01″ su Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e 1′12″ su Juan Ayuso (UAE Team Emirates). Seguono tre corridori dell’Ineos: Pavel Sivakov e Tao Geoghegan Hart (entrambi ad 1′27″) e Carlos Rodriguez ad 1′34″. Chiudono la top ten provvisoria Simon Yates (Team BikeExchange-Jayco) 9° ad 1′52″ e Joao Almeida a 1′54″
Domani è in programma l’8a tappa che prevede un nuovo arrivo in salita. La frazione, che porterà i corridori da La Pola Llaviana a Collàu Fancuaya dopo 153 km, prevede ben 5 gpm prima della salita finale (10,2 km al 7,9 %), un’ascesa che potrebbe nuovamente portare i big della generale alla ribalta.
Pierpaolo Gnisci
VENI, VINE, VICI. SHOW DELL’AUSSIE SUL PICO JANO. EVENEPOEL NUOVA MAGLIA ROSSA
I ‘puertos’ cantabrici sono protagonisti della sesta tappa che vede la vittoria, dopo l’ultima scalata sul Pico Jano, di Jay Vine (Team Alpecin Deceunimck) che attacca sull’ultima salita e va a vincere in solitaria. Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl) è secondo a 15 secondi di ritardo da Vine ed è la nuova maglia rossa.
La sesta tappa della Vuelta 2022 lascia i Paesi Baschi e si inerpica sulle colline più lunghe ma ancora ripide della Cantabria dove gli scalatori e in generale i big di classifica troveranno pane per i loro denti. Sono poco più di 181 i km da Bilbao a San Miguel de Aguayo con tre GPM esigenti che daranno molto probabilmente una nuova fisionomia alla classifica generale, dopo il blitz dei fugaioli nella tappa di ieri. Rudy Molard (Team Groupama FDJ) parte da Bilbao con la maglia rossa e vedremo se riuscirà a mantenerla alla fine della tappa. Alla partenza si segnalava il forfait di Jan Hirt (Team Intermarchè Wanty Gobert), trovato positivo al covid. La fuga di giornata partiva dopo una decina di km grazie all’azione di dieci ciclisti: Kaden Groves (Team BikeExchange Jayco), Ruben Fernandez (Team Cofidis), Jan Bakelants (Team Intermarchè Wanty Gobert), Mark Padun (Team EF Education EasyPost), Nelson Oliveira (Team Movistar), Marco Brenner (Team DSM), Xabier Azparren (Team Euskaltel Euskadi), Fausto Masnada (Team Quick Step Alpha Vinyl), Dario Cataldo (Team Trek Segafredo) e Xandro Meurisse (Team Alpecin Deceuninck). Il gruppo maglia rossa lasciava fare, anche perché il più pericoloso in classifica generale era Bakelants, a 5 minuti e 2 secondi di ritardo da Molard. Il Team Groupama FDJ manteneva per il momento un ritmo regolare in testa al gruppo. Dopo 35 km il vantaggio della fuga era di circa 4 minuti. Fernandez transitava in prima posizione sul primo GPM di giornata, il Puerto de Alisas, posto al km 77.7. Verso metà tappa qualche problema meccanico affligeva quasi contemporaneamente Molard, Tao Geoghegan Hart (Team INEOS) e Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl) ma il pronto intervento delle ammiraglie non faceva perdere troppo tempo ai tre ciclisti che rientravano in gruppo. La fuga iniziava la scalata verso la Collada de Brenes, secondo GPM della tappa con le pendenze più dure, con 1 minuto e 50 secondi di vantaggio sul gruppo maglia rossa, in testa al quale erano arrivati gli uomini del Team INEOS ad aumentare l’andatura. Anche Julian Alaphilippe (Team Quick Step Alpha Vinyl) si faceva notare nelle prime posizioni, a completa disposizione di Evenepoel. Nel frattempo Padun staccava i compagni di fuga e provava l’allungo sotto una pioggia battente. All’inseguimento del ciclista ucraino si portavano Masnada e Fernandez. Molard restava costantemente in coda al gruppo, staccandosi infine a circa 1 km dallo scollinamento. Padun scollinava tutto solo in cima alla Collada de Brenes mentre la pioggia si faceva sempre più fitta. Padus si aggiudicava il traguardo volante di Santa Cruz de Iguna posto al km 162. Molard nel frattempo era riuscito a rientrare nel gruppo principale, alla testa del quale tiravano sempre Quick Step Alpha Vinyl e INEOS. Padun iniziava l’ultima scalata del Pico Jano, verso il traguardo di San Miguel de Aguayo, con 55 secondi di vantaggio sul gruppo maglia rossa. La salita, lunga 12 km e 600 metri, presentava le pendenze più impegnative nei primi 7 km. Jay Vine (Team Alpecin Deceuninck) raggiungeva Padun a poco meno di 7 km dall’arrivo mentre il gruppo principale era scoppiato sotto i colpi di un devastante Evenepoel a cui resisteva per il momento il solo Enric Mas (Team Movistar). Vine staccava Padun che veniva ripreso da Evenepoel e da Mas. L’australiano manteneva il suo vantaggio nei confronti della coppia al suo inseguimento di circa 20 secondi e andava a trionfare in solitaria. Evenepoel era secondo a 15 secondi di ritardo dall’australiano mentre Mas chiudeva in terza posizione a 16 secondi di ritardo da Vine. La top five era completata da Juan Ayuso (UAE Team Emirates) quarto a 55 secondi di ritardo e Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) quinto ad 1 minuto e 37 secondi di ritardo. Lo sloveno regolava un drappello di 11 ciclisti mentre usciva praticamente di classifica Richard Carapaz (Team INEOS), addirittura 25mo a quasi 3 minuti di ritardo da Vine. L’australiano ottiene la prima vittoria stagionale mentre la classifica generale è rivoluzionata, con Evenepoel nuova maglia rossa davanti a Rudy Molard ed Enric Mas, staccati rispettivamente di 21 e di 28 secondi. Domani, a chiusura della prima settimana della Vuelta 2022, è in programma la settima tappa da Camargo a Cistierna, lunga 180 km e impegnativa solamente a metà, quanto verrà scalato l’unico GPM di prima categoria del Puert de San Glorio. La salita è lunga oltre venti km ed è piuttosto regolare, con tratti tra il 6 ed il 7%. La fuga ha le sue buone possibilità di riuscita anche se non è totalmente da scartare un arrivo in volata, visto che dallo scollinamento del GPM all’arrivo di Cistierna mancheranno circa 65 km e qualche velocista non troppo attardato potrebbe riuscire con la propria squadra a riprendere la coda del gruppo.
Giuseppe Scarfone

Jay Vine in azione sulla prima salita vera della Vuelta 2022 (foto Sprint Cycling Agency)
RISPLENDE IL SOLER DELLA RINASCITA? TAPPA ALLO SPAGNOLO DELL’UAE, MOLARD NUOVA MAGLIA ROSSA
Dopo un anno e mezzo di prove incolori, Marc Soler (UAE Team Emirates) torna alla ribalta azzeccando la fuga giusta nella seconda tappa corsa nei Paesi Baschi e fa sua la quinta tappa della Vuelta 2022 attaccando sull’insidioso Alto del Vivero. I compagni di fuga lo rivedono solo all’arrivo ma Rudy Molard (Team Groupama FDJ) è sicuramente il più contento tra i fuggitivi visto che è la nuova maglia rossa.
La quinta tappa della Vuelta 2022 ha ancora i Paesi Baschi come sfondo e rispetto a quello di ieri, il percorso è senz’altro più impegnativo. Sono poco più di 187 i km da percorrere da Irun a Bilbao con cinque GPM che si dovranno affrontare nella seconda parte della tappa. Dopo il Puerto de Gontzagarigana, il Balcon de Bizkaia e l’Alto de Morga, tutti di terza categoria e posizionati tra il km 95 ed il km 125, il piatto forte della tappa di oggi sarà la doppia scalata dell’Alto de Vivero, salita affrontata diverse volte al Giro dei Paesi Baschi e che, seppur non lunghissima, presenta parecchi strappi in doppia cifra nei quali fondo e potenza prevarranno sulla regolarità. Dal secondo scollinamento mancheranno 14 km al traguardo di Bilbao. Da Irun non partiva Daan Hoole (Team Trek Segafredo), trovato positivo al covid. Dopo diversi attacchi, tra i quali si segnalava anche un tentativo della maglia bianca Ethan Hayter (Team INEOS), la fuga di giornata partiva solamente poco prima della scalata del primo GPM della tappa. Erano in 18 i ciclisti che comprendevano la fuga, ovvero: Vadim Pronskiy (Team Astana Qazaqstan), Fred Wright (Team Bahrain Victorious), Jonathan Caicedo (Team EF Education EasyPost), Rudy Molard e Jake Stewart (Team Groupama FDJ), Julius Johansen (Team Intermarchè Wanty Gobert), Alessandro De Marchi e Daryl Impey (Team Israel Premier Tech), Kamil Malecki (Teal Lotto Soudal), Gregor Muhlberger (Team Movistar), Fausto Masnada (Team Quicl Step Alpha Vinyl), Lawson Craddock (Team BikeExchange Jayco), Nikias Arndt (Team DSM), Marc Soler (UAE Team Emirates), Victor Langellotti (Team Burgos BH), Roger Adrià (Team Kern Pharma), Ibai Azur mendi (Team Euskaltel Euskadi) ed Anthony Delaplace (Team Arkea Samsic). Langellotti scollinava in prima posizione sul Puerto de Gontzagarigana, posto al km 95.6. Il ciclista monegasco scollinava in prima posizione anche sul successivo GPM del Balcon de Bizkaia posto al km 102.4. indossando virtualmente la maglia di miglior scalatore. Invece virtualmente maglia rossa era il francese Molard, a soli 58 secondi di ritardo da Primoz Roglic. Il Team Jumbo Visma tirava il gruppo ma senza strafare ed il vantaggio della fuga, quando mancavano 60 km all’arrivo, era di 5 minuti. Langellotti completava la sua personale ‘tripletta’ scollinando in prima posizione anche sull’Alto de Morga, posto al km 125.4. La corsa si avvicinava così nel circuito finale di Bilbao da ripetere due volte, con la doppia scalata dell’Alto del Vivero. I fuggitivi iniziavano la prima ascesa verso l’Alto del Vivero con 3 minuti e 15 secondi di vantaggio sul gruppo maglia rossa tirato da Jumbo Visma, BORA Hansgrohe e Quick Step Alpha Vinyl. Craddock staccava i compagni di fuga a 2 km dalla vetta e scollinava in prima posizione ma veniva raggiunto subito dopo lo scollinamento da Langellotti. Il gruppo maglia rossa manteneva un ritmo piuttosto blando e scollinava con 4 minuti e 15 secondi di ritardo dalla coppia di testa. Nella discesa e nella successiva pianura prima della seconda ed ultima scalata dell’Alto del Vivero, Craddock e Langellotti venivano raggiunti da dieci ex compagni di fuga. Langellotti vinceva il traguardo volante di Bilbao posto al km 158 mentre il gruppo maglia rossa inseguiva ad oltre 5 minuti di ritardo. La seconda scalata verso l’Alto del Vivero vedeva scatti e controscatti dei 12 ciclisti in testa. Marc Soler, dopo alcuni momenti di impasse in cui aveva perso le ruote dei primi durante la seconda scalata verso il Vivero, riusciva a rientrare sulla testa della corsa ed anzi a rilanciare l’azione, avvantaggiandosi di 12 secondi a 15 km dall’arrivo, dopo essere scollinato in prima posizione. Lo spagnolo manteneva un vantaggio tale da non essere più ripreso negli ultimi km e vinceva in solitaria sul traguardo di Irun con 4 secondi di vantaggio su Daryl Impey e Fred Wright. Chiudevano la top five Rudy Molard in quarta posizione e Lawson Craddock in quinta posizione, mentre il gruppo maglia rossa veniva regolato, per così dire, da Robert Gesink (Team Jumbo Visma) a 5 minuti e 9 secondi di ritardo da Soler, che torna alla vittoria dopo più di un anno, visto che si era imposto per l’ultima volta nella quinta tappa del Giro di Romandia 2021. In classifica generale Molard è la nuova maglia rossa con 2 secondi di vantaggio su Wright ed 1 minuto e 9 secondi di vantaggio su Arndt. Domani è in programma la sesta tappa, probabilmente il primo ‘tappone’ della Vuelta 2022. Si parte da Bilbao e si arriva a San Miguel de Aguayo dopo 181 km che presentano tre GPM, di cui uno di seconda e due di prima categoria. Gli ultimi due sono concentrati nei 40 km finali e i big di classifica potrebbero scatenare la prima vera battaglia per la maglia rossa. Si prevede un’altra rivoluzione in classifica generale.
Giuseppe Scarfone

Marc Soler vince a Irun (foto:Getty Images)
ROGLIC, CHE GAMBA! PRIMOZ SENZA RIVALI A LAGUARDIA
L’insidioso arrivo in salita di Laguardia è pane per i denti di Primoz Roglic (Team Jumbo Visma), che con uno scatto dei suoi si impone nettamente davanti a Mads Pedersen (Team Trek Segafredo) ed Enric Mas (Team Movistar). Lo sloveno è la nuova maglia gialla e lancia già un segnale importante per il prosieguo della Vuelta.
Dopo il primo giorno di riposo ed il trasferimento dall’Olanda, la Vuelta riparte da Vitoria- Gasteiz per la quarta tappa con una tappa tipica dei Paesi Baschi, che prevede un GPM di seconda ed uno di terza categoria. Quest’ultimo è posizionato a 14 km dall’arrivo e può essere un interessante occasione per i puncheurs, anche se – fuga permettendo – la tappa dovrebbe avere il momento clou nell’ultimo km prima dell’arrivo a Laguardia, con pendenze in doppia cifra che scateneranno la bagarre anche tra i big di classifica. Sembra scontato il cambio di maglia rossa, visto che Edoardo Affini (Team Jumbo Visma) non ha le caratteristiche per mantenerla sulla ripida impennata finale; ecco quindi che Primoz Roglic può subentrare all’italiano al primo posto della classifica generale, visto che è un finale su misura per lui. Lo sloveno dovrà comunque stare attento a gente come Alejandro Valverde (Team Movistar), Julian Alaphilippe e Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl), Sergio Almeida (Team BORA Hansgrohe), eccetera, senza dimenticare qualche buon outsider che può dire la sua in arrivi come questo. Dopo la partenza da Vitoria-Gasteiz si formava la fuga di giornata grazie all’azione di sei uomini: Joan Bou (Team Euskaltel Euskadi), Ander Okamika (Team Burgos BH), Jarrad Drizners (Team Lotto Soudal), Alessandro De Marchi (Team Israel Premier Tech), James Shaw (Team EF Education EasyPost) ed Alexey Lutsenko (Team Astana Qazaqstan). Dopo 20 km il vantaggio della fuga era di 2 minuti e 30 secondi. Era il Team BORA Hansgrohe a farsi notare nelle prime posizioni del gruppo. La squadra tedesca puntava alla tripletta di Sam Bennett, anche se l’arrivo di oggi era più adatto a gente come Wilco Kelderman, Sergio Higuita e Jai Hindley. Bou scollinava per primo sul Puerto de Opakua, primo GPM della tappa, posto al km 61.9, diventando così il nuovo leader della specialità. A 75 km dal termine il vantaggio dei fuggitivi sul gruppo maglia rossa era stabile intorno ai 2 minuti. Okamika era il primo dei fuggitivi a rialzarsi, venendo ripreso dal gruppo. A 53 km dall’arrivo anche Drizners e Bou si rialzavano e così in testa alla corsa restavano solamente De Marchi, Lutsenko e Shaw. Un’improvvisa accelerazione del gruppo, tirato da BORA Hansgrohe e Jumbo Visma, riduceva ancora di più il vantaggio dei tre fuggitivi, che a 40 km dall’arrivo avevano soltanto 20 secondi da gestire. I fuggitivi riuscivano ad affrontare ancora in testa il traguardo volante di Lagran, posto al km 118.3. Era Shaw a transitare in prima posizione, proprio mentre il gruppo riprendeva i tre di testa. Sam Bennett (Team BORA Hansgrohe) era costretto a fermarsi a bordo strada a causa di una foratura ma ripartiva dopo l’intervento dell’ammiraglia. Il Team Trek Segafredo approfittava delle difficoltà di Bennett, leader della classifica a punti, per accelerare e distanziare l’irlandese, favorendo Mads Pedersen che a questo punto faceva un pensierino alla vittoria di tappa, o almeno ad un buon posizionamento all’arrivo, per rosicchiare qualche punto proprio nei confronti di Bennett. Sul Puerto de Herrera, secondo GPM di tappa, era il Team Jumbo Visma a prendere le redini della corsa, aumentando ulteriormente il ritmo. Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) scollinava in prima posizione e Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl) si metteva in testa allungando il gruppo. Era il Team INEOS a mettersi in testa al gruppo quando mancavano 5 km alla conclusione. Anche il Team Movistar era molto attivo. L’ultimo km, altimetricamente il più difficile, vedeva una grossa bagarre per guadagnare le prime posizioni. Era Roglic a sferrare l’attacco decisivo a circa 200 metri dall’arrivo, mantenendo una frequenza di pedalata impressionante che nessun altro riusciva ad eguagliare. Lo sloveno vinceva nettamente davanti a Mads Pedersen (Team Trek Segafredo) ed Enric Mas (Team Movistar). Chiudevano la top five Quentin Pacher (Team Groupama FDJ) in quarta posizione e Pavel Sivakov (Team INEOS) in quinta posizione. Roglic ottiene la terza vittoria stagionale dopo essersi già imposto nella settima tappa della Parigi – Nizza e nella prima tappa del Giro dei Paesi Baschi; la quarta, se consideriamo anche la cronosquadre di Utrecht, sempre alla Vuelta. Fatto sta che lo sloveno ha dato già un bel segnale per le gerarchie della corsa spagnola, balzando al comando della classifica generale con 13 secondi di vantaggio su Sepp Kuss (Team Jumbo Visma) e 26 secondi di vantaggio su Ethan Hayter (Team INEOS). Domani Paesi Baschi ancora protagonisti con la quinta tappa da Irun a Bilbao, lunga quasi 188 km. In particolare la seconda metà del percorso è costellata di GPM, ben cinque in 80 km, con la doppia scalata dell’Alto del Vivero, nei dintorni di Bilbao, salita spesso affrontata durante il Giro dei Paesi Baschi. Dal secondo scollinamento mancheranno circa 14 km all’arrivo, per cui la probabile volata finale vedrà protagonista un gruppo quasi certamente frazionato.
Giuseppe Scarfone

Primoz Roglic vince a Laguardia (foto: Tim de Waele/Getty Images)
BEMER CYCLASSIC: HALLER BEFFA VAN AERT AD AMBURGO. TERZO QUINTEN HERMANS.
L’austriaco Marco Haller (Bora-Hasgrohe) conquista a sorpresa la 25a edizione della Cyclassic Hamburg (da quest’anno ribattezzata BEMER Cyclassic), al termine di uno sprint a ranghi ristretti in cui ha saputo beffare Wout Van Aert (Jumbo-Visma) e Quinten Hermans (Intermarchè-Wanty-Gobert Materieux). La corsa è stata condizionata da una pesante caduta avvenuta a poco più di 30 km dall’arrivo che ha letteralemente disintegrato il gruppo, dando il là all’azione decisiva messa in atto dal solito straripante Van Aert lungo l’ultimo passaggio al Waseberg. Il belga, già apparso in grande condizione dopo un mese di inattività, ha subito messo in mostra una grande gamba portando via un gruppetto di 5 corridori ma proprio quando la vittoria sembrava poco più di un formalità si è dovuto poi piegare ad Haller, bravo a sorprenderlo all’imbocco dell’ultima curva.
La Classica di Amburgo, che tornava in calendario dopo due anni di assenza a causa del covid, si snodava lungo un percorso classico anche se la distanza (205 km) risultava leggermente inferiore rispetto a quella delle precedenti edizioni: dopo la partenza, fissata come al solito nel centro della Città Anseatica, la corsa si dirigeva verso nord per una sessantina di km, quindi i corridori dovevano compiere una sorta di ‘inversione ad U’ che li conduceva per una prima volta sulla linea del traguardo dopo aver affrontato al km 138 lo strappo del Waseberg (900 m al 7,7%). A questo punto il percorso prevedeva due giri di un breve circuito con altri altri due passaggi sul Waseberg, posti rispettivamente ai km 180 e 188. Gli ultimi 15 km erano quasi del tutto piatti, antipasto di un probabile epilogo allo sprint di massa.
La fuga di giornata si è formata solo dopo una quarantina di km grazie all’azione di un terzetto formato da Yevgeny Gidich (Astana Qazaqstan Team), Anthony Jullien (Ag2r Citroen Team) e Jacopo Mosca (Trek-Segafredo). Il trio ha guadagnato rapidamente un vantaggio di circa 5 minuti sul plotone tirato dalla Quick Step Alpha Vinyl di Fabio Jakobsen e dalla Groupama-FDJ di Arnaud Démare. Il ritmo del gruppo è ovviamente aumentato col passare dei chilomentri mentre il vantaggio dei tre battistrada diminuiva di pari passo: al primo passaggio in cima al Waseberg (-67) a Jullien, Mosca e Gidich restavano appena 45″ di vantaggio. Proprio lungo lo strappo dal plotone è partito tutto solo Ide Schelling (Bora-Hansgrohe). L’olandese è rapidamente rinvenuto sul trio di testa, dando nuovo slancio ad una fuga che sembrava destinata a dissolversi prematuramente. Il quartetto ha però perso un primo vagone ai -49 quando un esausto Yevgeny Gidich ha perso contatto dal drappello di testa. Il gruppo invece proseguiva con un’andatura costante, sotto l’impulso di Yves Lampaert (Quick Step Alpha Vinyl).
Quando la corsa sembrava ormai indirizzata verso un probabile sprint di gruppo, il nervosismo che serpeggiava in gruppo in vista degli ultimi 2 passaggi sul Waseberg ha causato una mega-caduta (ai -30) che ha coinvolto tantissimo corridori: alcuni caduti, molti altri rimasti rallentati dal groviglio di bici e uomini. Tra questi anche alcuni dei favoriti come Fabio Jakobsen (Quick Step Alpha Vinyl), Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) e Peter Sagan (TotalEnergies). Il gruppo superstite uscito fuori dalla caduta non ha rallentato considerata la distanza del traguardo e la prossimità del Waseberg. Nel frattempo, proprio sul penultimo passaggio sul Waseberg hanno alzato bandiera bianca anche Jullien e Mosca, lasciando tutto solo in testa alla corsa Schelling. Nel tratto sucessivo, compreso tra il 2° e il 3° passaggio sullo strappo, in testa a quel che rimaneva del gruppo si sono alternati diversi tentativi di attacco: il primo a muoversi è stato Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates), imitato poco dopo da Greg Van Avermaet (Ag2r Citroen Team) nel tentativo (invano) di riportarsi in testa alla corsa. Bjerg ci ha riprovato poco dopo in compagnia di Patrick Konrad (Bora-Hansgrohe) sfruttando la confusione che regnava nel gruppo principale. Il duo inseguitore si è rapidamente riportato su Schelling che a quel punto ha deciso di sacrificarsi per il compagno di squadra.
L’austriaco ha quindi provato l’accelerazione in solitaria proprio ai piedi dello strappo finale, dove si è consumato lo show del solito Wout Van Aert (Jumbo-Visma). Il belga ha preso di petto il Waseberg portando via di forza un gruppetto comprendente Quinten Hermans (Intermarché-Wanty-Gobert Materiaux), Jonathan Narvaez (INEOS Grenadiers) e il duo della Bora formato da Marco Haller e dallo stesso Konrad, bravo a resistere al ritmo indiavolato di Van Aert. Alle loro spalle si è invece formato un terzetto inseguitore formato da Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost), Elia Viviani (INEOS Grenadiers) e Brent Van Moer (Lotto-Soudal). L’azione dei contrattaccanti si è però ben presto esaurita e così il quintetto di testa si è ritrovato con un vantaggio di circa 25-30 secondi (ai -10) su un gruppo di una trentina di unità tirato principalmente da Quick Step e Bahrain. Il ritmo dei 5 battistrada è rimasto sempre molto alto e si è ben presto capito che per il gruppo (o meglio, quel che ne restava) sarebbe stato molto complicato rientrare sui fuggitivi. Ai -3 il quintetto aveva ancora oltre 20 secondi di vantaggio. A quel punto Konrad, il meno veloce del lotto, si è sacrificato per Haller mettendosi in testa al drappello e tirando fino ai 300 metri dall’arrivo. Ai -250 Van Aert si trovava a ruota di Konrad e davanti rispettivamente ad Haller, Hermans e Narvaez. In prossimità dell’ormai famosa curva verso sinistra che anticipa il traguardo, il Belga ha deciso di controllare il lato interno ma Haller lo ha sorpreso partendo all’esterno con una mossa a dir poco intelligente. Van Aert, sorpreso dall’austriaco, ha impiegato qualche istante di troppo per lanciare una rimonta utile a superare Hermans ma non Haller. Per il corridore della Bora si tratta della vittoria più importante della carriera, mentre per Van Aert l’ennesimo secondo posto che ha il sapore della beffa. Quinten Hermans si ferma sul gradino più basso del podio confermando però d’essere ormai diventato uno dei corridori più forti nelle corse d’un giorno. Quarto posto per Narvaez davanti ad un esausto Patrick Konrad, il cui lavoro è stato ricompensato dalla vittoria del compagno e connazionale Haller. Il gruppo inseguitore è giunto decisamente sfilacciato con un ritardo di appena 9 secondi e regolato da Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) davanti a Phil Bauhaus (Bahrain-Victorius), Hugo Hofstetter (Team Akrea-Samsic), Max Kanter (Movistar Team) e il solito Alexander Kristoff (Intermarché-Wanty-Gobert Materiaux).
Pierpaolo Gnisci
BIS IN VOLATA DI SAM BENNET SUL TRAGUARDO DI BREDA, AFFINI IN MAGLIA ROSSA!
Il velocista della Bora – Hansgrohe Sam Bennet alza ancora le braccia al cielo nella terza tappa della Vuelta 2022 battendo sul traguardo di Breda Mads Pedersen (Trek-Segafredo) che a sua volta precede Daniel McLay (Arkéa-Samsic). Cambia ancora la maglia rossa che questa volta grazie al miglior piazzamento va sulle spalle di Edoardo Affini (Jymbo-Visma).
Terza tappa della Vuelta 2022 appannaggio ancora dei velocisti ma che vede la prima parte di corsa caratterizzata da numerosi attacchi per portare via la fuga di giornata. Ed allora a fare la voce grossa in avanscoperta abbiamo Julius van den Berg (EF Education-EasyPost), Jan Bakelants (Intermarché-Wanty-Gobert), Thomas de Gendt (Lotto Soudal), José Herrada (Cofidis), Ander Omamika (Burgos-BH), Pau Miquel (Equipo Kern Pharma ) e Mikel Iturria (Euskaltel-Euskadi), per loro subito un buon vantaggio con 3’ sul resto del gruppo. Dietro le squadre dei velocisti prendono subito in mano la situazione andando a lavorare per far sì il vantaggio dei fuggitivi non cresca a dismisuro e così davanti al gruppo inseguitore si portano la Bora-Hansgrohe, la Trek – Segafredo, l’Alpecin e la Deceuninck.
Il profilo della tappa offre la possibilità di fare velocità, nessuna particolare difficoltà altimetrica, e via veloce con la prima ora di corsa che scorre via a 46 Km7H di media, il destino dei fuggitivi appare subito segnato ed infatti inizia a calare. Da segnalare una caduta che costringe al ritiro, intorno al 50mo chilometro di gara, lo sfortunato Mike Woods (Israel-PremierTech), per lui commozione celebrale diagnosticata in ospedale.
Sull’unico GPM di giornata a transitare per primo è De Gendt davanti a Van Den Berg, che conserva così la sua maglia a pois, il gruppo insegue ad 1’, la fuga ha ancora margine per regalare un’altra gloria a De Gendt che passa per primo sotto il traguardo volante. La fuga è ripresa dentro i 12 Km con le squadre dei velocisti a prendersi adesso la scena. La UAE Team Emirates esce in testa all’ultimo chilometro, provando così a lanciare Pascal Ackermann. Ma un vento contrario fa sì che la formazione emiratina si sfaldi, lascia al vento il capitano, che, in testa, è costretto a partire lungo, a portarsi sulla sua ruota è Sam Bennett (Bora-Hansgrohe), che approfitta al meglio del rallentamento che si crea, rimontare da dietro, ed imporsi nettamente su Mads Pedersen (Trek-Segafredo) e Dan McLay (Arkéa-Samsic). Il velocista irlandese va così a bissare la vittoria di ieri confermandosi il più forte rafforzando il primato nella speciale classifica a punti. In classifica generale la maglia rossa passa sulle spalle di Edoardo Affini (Jymbo-Visma). Domani quarta tappa con un GPM di terza categoria posto a pochi chilometri dal traguardo, lo scenario cambierà visto l’arrivo posto in salita al centro storico di Laguardia dopo un rampa di circa un chilometro.
Antonio Scarfone

La vittoria di Sam Bennet alla terza tappa della Vuelta (Image credit: Getty Images)
GIRO DI DANIMARCA: LAPORTE COMPLETA LA RIMONTA NELL’ULTIMA TAPPA E SI AGGIUDICA LA CORSA
Con il successo nell’ultima frazione il francese Laporte (Jumbo-Visma) completa la rimonta e si aggiudica la corsa danese. Alle sue spalle Sheffield (Ineos) a 4” e Skjelmose Jensen (Trek-Segafredo) e 9”.
I tre si erano issati ai primi posti della classifica dopo la cronometro della seconda tappa, 12 km nella città di Assens. Ad aggiudicarsela l’americano con una media di poco inferiore ai 54km/h. Dietro di lui Skjelmose e terzo Laporte con lo statunitense che si issava anche a leader della generale scalzando Olav Koij (Jumbo).
L’olandese aveva a sua volta vinto la prima frazione, terminata con arrivo in volata a ranghi compatti, precedendo grazie a un perfetto colpo di reni il ben più quotato Philipsen (Alpecin). A prendere, però, gli onori della cronaca della prima frazione è stato anche Egan Bernal (Ineos), al rientro dopo il terribile incidente che lo ha costretto ad un lunghissimo stop.
La terza tappa, lunga e mossa (240 km con arrivo a Herning e diversi settori di sterrato), ha visto un altro passettino verso la vittoria di Laporte, il quale ha fatto un lavoro egregio per lanciare Koij verso la seconda vittoria personale e finendo per concludere al secondo posto, completando così una prestigiosa doppietta per la Jumbo-Visma e salendo al secondo posto della generale. Alle loro spalle Magnus Cort (EF), ancora indietro Philipsen che dovrà attendere la quarta frazione, con partenza e arrivo a Skive, per poter alzare le braccia al cielo. Weemans (Sport Vlaanderen), Vernon (Quick Step), Stuyven (Trek) e Pedersen (Denmark) completano la top five di una giornata che non provoca scossoni in generale.
Scossoni che invece arriveranno nell’ultima e più impegnativa frazione, 126.5km tra Give e Vejle e parecchi strappi da afrontare nel finale. I primi due (Sheffield e Laporte) partono con lo stesso tempo grazie agli abbuoni ottenuti dal francese nei giorni precedenti. Skjelmose è 3° a 3”, più indietro sono Thomas (Ineos) a 15” con Kragh Andersen (DSM). La tappa, seppur impegnativa, ha fatto una selezione parziale e i tre si sono giocati la classifica nello sprint finale, in leggera ascesa, dove Laporte è stato più veloce di tutti andando ad imporsi e scalzando Sheffield dal primo gradino. Secondo posto per l’americano, terzo per Skjelmose e in quest’ordine si collocheranno anche nella classifica generale finale.
La Jumbo conclude così con 3 vittorie su 5 tappe e con la conquista della maglia di leader e di quella verde della classifica a punti, pure finita sulle spalle di Laporte. La classifica dei giovani va invece a Sheffield su Skjelmose, la maglia a pois degli scalatori a Vallin (Restaurant Surli) e la classifica a squadre alla Trek – Segafredo
Andrea Mastrangelo

Laporte si impone nell'ultima e decisiva tappa della corsa danese (foto Sprint Cycling Agency)
SAM BENNETT, GRAN VOLATA AD UTRECHT. TEUNISSEN NUOVA MAGLIA ROSSA
Sam Bennett (Team BORA Hansgrohe) vince nella seconda tappa della Vuelta battendo in volata Mads Pedersen (Team Trek Segafredo) e Tim Merlier (Team Alpecin Deceuninck). Il ciclista irlandese sfrutta al meglio il grande lavoro di Danny van Poppel che lo lancia perfettamente vincendo nettamende davanti al danese ed al belga. Mike Teunissen (Team Jumbo Visma) è la nuova maglia rossa.
Malconcio, poco allenato, deluso da un Tour che alla fine lo ha visto fare il gregario per Jonas Vingegaard, eppure Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) è lì a guardare tutti dall’alto in basso dopo la cronosquadre di Utrecht. La maglia rossa è indossata da Robert Gesink, in onore della lunga militanza nella formazione orange e del paese natale da dove è partita la Vuelta, ma lo sloveno può già farsi qualche calcolo sulle strategie delle prossime tappe. La seconda tappa della Vuelta, la prima in linea, parte da ‘s-Hertogenbosch e termina ad Utrecht dopo 175.1 km. Praticamente un piattone che vedrà, salvo imprevisti, la prima volata a ranghi compatti dell’ultimo GP dell’anno. I pretendenti alla maglia verde dovranno farsi trovare pronti in un GT che ha comunque più arrivi in volata rispetto a Giro e Vuelta di quest’anno. La fuga di giornata partiva subito dopo la partenza grazie all’azione di cinque ciclisti: Julius van den Berg (Team EF Education EasyPost), Jetse Bol (Team Burgos BH), Xabier Azparren (Team Euskaltel Euskadi), Thibault Guernalec (Team Arkea Samsic) e Pau Miquel (Team Kern Pharma). Dopo 50 km il vantaggio della fuga era di 2 minuti e 10 secondi. Sotto l’impulso del Team Alpecin Deceuninck, il vantaggio della fuga, che aveva raggiunto i 5 minuti dopo 20 km, diminuiva velocemente tanto che già dopo 90 km ai cinque ciclisti in testa restavano soltanto 20 secondi di vantaggio sul gruppo maglia rossa. Van den Berg riusciva a scollinare per primo sul facile GPM dell’Alto de Amerongen posto al km 105.1, diventando così il primo titolare della speciale classifica. La fuga veniva ripresa a 59 km dall’arrivo. A 45 km dall’arrivo contrattaccava Luis Angel Mate (Team Euskaltel Euskadi) ma l’azione dello spagnolo si appesantiva col passare dei km ed il gruppo lo riprendeva a 21 km dall’arrivo. Da segnalare negli ultimi 50 km della tappe le cadute, in diversi momenti , di Mark Donovan (Team DSM), Gregor Muhlberger (Team Movistar), Wout Poels (Team Bahrain Victorious), Kamil Malecki e Stef Cras (Team Lotto Soudal). Il gruppo si presentava compatto negli ultimi km con Trek Segafredo e UAE Team Emirates che sembravano avere i treni migliori per lanciare Pedersen e Ackerman, mentre l’Alpecin di Merlier era un po’ più dietro. Ma era Danny van Poppel (Team BORA Hansgrohe) a lanciare alla perfezione Sam Bennett che quasi in versione americana superava prima il compagno dandogli quasi il cambio e con un affondo deciso andava a vincere davanti a Pedersen e Merlier. Chiudevano il podio Mike Teunissen (Team Jumbo Visma) in quarta posizione e Pascal Ackermann in quinta posizione. Bennett ottiene la seconda vittoria stagionale dopo quella nella Classica di Francoforte e prova a tornare alla ribalta dopo un 2021 che lo aveva visto perdere tutta la seconda parte di stagione a causa di un infortunio al ginocchio. Grazie alla somma dei posizionamenti, Mike Teunissen è la nuova maglia rossa davanti ai compagni di squadra Edoardo Affini e Sam Oomen. Domani è in programma la terza tappa da Breda a Breda. Saranno oltre 193 i km da percorrere e come oggi la tappa non presenta difficoltà altimetriche rilevanti, anche se si correrà per diversi km lungo la costa olandese ed il vento potrà fare qualche danno. I velocisti hanno comunque una seconda possibilità per farsi valere.
Antonio Scarfone

Sam Bennett vince ad Utrecht (foto: Sprint Cycling Agency)



