LA LEGGE DI TAO GEOGHEGAN HART, BIS AL TOUR OF THE ALPS

aprile 19, 2023 by Redazione  
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Seconda vittoria consecutiva per Tao Geoghegan Hart (Ineos) al Tour of the Alps 2023, il britannico rafforza il primato in classifica generarle protetto da una squadra perfetta con un ultimo uomo, Pavel Sivakov, capace di chiudere sugli attacchi nel finale. Al secondo posto si piazza Jack Haig al terzo il compagno di squadra Santiago Buitrago della (Bahrain-Victorious). Fuori dai giochi invece Felix Gall (Ag2r Citröen) per una scivolata nell’ultima curva.

Anche quest’oggi la fuga si forma nei primissimi chilometri di corsa, infatti poco dopo cinque chilometri a prendere il largo è Simon Carr (EF Education – EasyPost) su cui si portano Moran Vermeulen (Austria) e Marti Marquez (Equipo Kern Pharma). Il terzetto sembra poter andare via di comune accordo ma una foratura per Marquez fa si che la fuga resti di soli due uomini. Qualche chilometro dopo provano ad uscire dal gruppo anche Sergio Samitier (Movistar) e Sebastian Schonberger (Austria) i due restano in avanscoperta senza però riuscire a portarsi sulla testa della corsa che detiene un vantaggio di circa 3’. I contrattaccanti vengono ripresi da un terzo tentativo promosso da Txomin Juaristi (Euskaltel – Euskadi). I tre immediati inseguitori riescono questa volta a portarsi sui fuggitivi, il gruppo resta dietro a 2’ con 65 Km di corsa percorsi. A circa metà tappa dopo aver scollinato il Passo del Brennero i cinque al comando, in discesa, riescono a guadagnare un minuto sul gruppo che, tirato dagli Ineos, non rischia più di tanto nella lunga discesa. Discorso che cambia sulla salita di Velturno, la fuga perde pedine ed in testa rimangono Carr, Samitier e Schonberge, dietro il gruppo si porta a 2’:40” riassorbendo intanto Juaristi e Vermeulen. Verso la successiva salita di Barbiano i tre iniziano a faticare tanto che ad alzare bandiera bianca è Schonberger, il più in palla sembra essere Carr ed infatti grazie ad un allungo si toglie da ruota Samitier e resta così da solo al comando. Al GPM Carr transita con 1:15” sul gruppo in netta rimonta, in pianura grazie ad un sontuoso Thymen Arensaman (Ineos Grenadiers) il gruppo recupera ancora arrivando ai piedi dell’ultima salita di giornata con soli 30” da recuperare. Sorti segnate per Carr ripreso a poco più di 7 Km dall’arrivo. Il copione è lo stesso di ieri, andatura folle degli Ineos per non far scattare nessuno e portare il capitano nella miglior condizione e posizione in vista dell’ultimo chilometro. E così Laurens de Plus ancora in testa a fare l’andatura proprio come nella prima tappa, la situazione non sta bene a Santiago Buitrago (Bahrain-Victorious) che con grande coraggio prova un allungo in faccia alla corazzata Ineos. Immediata è la reazione di Sivakov che si riporta sotto il colombiano nel falsopiano subito dopo il GPM. Il ritmo di Sivakoc fa male tanto che in testa restano in pochissimi, il gruppetto dei migliori è formato da Geoghegan Hart, Sivakov, Felix Gall (Ag2r Citroën), Hugh Carthy (EF Education-EasyPost), Ivan Sosa (Movistar), Buitrago, Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa) e Jefferson Cepeda (EF Education-EasyPost). Il grande assente è Aleksandr Vlasov e la sua Bora-hansgrohe. Il gruppetto dei nove arriva a giocarsi la vittoria di tappa all’ultimo chilometro che tira all’insù, nell’ultima curva Gall cade, senza conseguenze, esce bene, invece, Geoghegan Hart che tutto solo va a vincere sulla coppia Haig e Buitrago della (Bahrain-Victorious), quarto Siavakov nonostante il grande lavoro nel finale, quinto Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa). In classifica generale Geoghegan Hart si porta a 18” su Felix Gall (Ag2r Citroën), accreditato allo stesso tempo per via della neutralizzazione nei chilometri conclusivi, segue in terza posizione Buitrago (Bahrain-Victorious) a 22”. Domani tappa regina del Tour of the Alps 2023 con arrivo in salita a San Valentino, ascesa di 15,4 Km con media al 7,4%, vedremo se qualcuno riuscirà a scalfire gli Ineos ed mettere in difficoltà Tao Geoghegan Hart.

Antonio SCarfone

Tao Geoghegan Hart seconda vittoria al Tour of the Alps 2023 (Image credit: Getty Images)

Tao Geoghegan Hart seconda vittoria al Tour of the Alps 2023 (Image credit: Getty Images)

TAO GEOGHEGAN HART E LA INEOS METTONO SUBITO LE COSE IN CHIARO AL AL TOUR OF THE ALPS

aprile 17, 2023 by Redazione  
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Tao Geoghegan Hart conquista in solitaria la prima tappa con arrivo in salita al Tour of the Alps 2023 dopo che la Ineos lo ha pilotato al meglio nel finale di tappa, al secondo posto chiude Felix Gall (Ag2r Citröen) riuscendo a precedere Hugh Carthy (EF Education-EasyPost) tutto solo al comando della corsa fino all’imbocco della salita conclusiva. Nel gruppo dei migliori si piazza, per gli italiani, Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa) in settima posizione.

Tappa esigente in apertura al Tour of the Alps 2023 con arrivo in salita che chiama subito allo scoperto gli uomini di classifica andando a definire le gerarchie in ogni squadra al via. Si parte subito forte con un drappello di sei uomini che riescono a portare via la fuga buona, i loro nomi sono: Andrea Garosio (Eolo-Kometa), Kinfe Hailemichael (Caja Rural), Alex Martin (Eolo-Kometa), Valentin Paret-Peintre (Ag2R), Sergio Samitier (Movistar) e Moran Vermeulen (Selezione Austria). Per loro vantaggio massimo di 3′, con il gruppo tirato da Ineos Grenadiers e Bora-hansgrohe, vantaggio che resterà invariato fino ai piedi della prima asperità di giornata, la salita verso Brandenberg dove al GPM scollina per primo Paret-Peintre; il gruppo inizia a rosicchiare secondi preziosi transitando a 2’. Tra la successiva discesa e la seconda salita il gruppo aumenta la velocità e così si porta a solo un minuto dalla testa della corsa, al GPM di Alpbach il vantaggio dei sei scende sotto il minuto per poi annullarsi a 17 Km dal traguardo. Resta da affrontare l’ultimo GMP il più ostico con pendenze in doppia cifra, ciò che resta del gruppo è tirato da Laurens De Plus con tutta la Ineos Grenadiers in blocco in testa, ritmo importante tanto che a farne le spese è proprio un Ineos, Thymen Arensman. Il lavoro di De Plus screma ulteriormente il gruppo ridotto ad una ventina di uomini, ad 1,5 Km dal GPM il primo attacco è piazzato da è Jack Haig (Bahrain-Victorious), l’australiano riesce subito a guadagnare una cinquantina di metri, da dietro esce anche Jefferson Cepeda (EF Education-EasyPost) che in un amen si porta sotto Haig e lo passa restando da solo al comando della corsa scollinando per primo, nel gruppo è Pavel Sivakov (Inoes Grenadiers) a tirare. In discesa Haig riesce ad agganciare Cepada e grazie ad una maggiore abilità di guida della bicicletta tra i tornanti tecnici riesce ad avvantaggiarsi, per lui 26” di vantaggio al termine della discesa. Dietro c’è anche Geraint Thomas ad aiutare Sivakov (Ineos Grenadiers) che con un grande lavoro riescono a guadagnare secondi preziosi su Haig distante solo 15” con la strada che nei cinque chilometri conclusivi torna a salire verso il traguardo. Nell’ultimo chilometro, quello con la pendenza più dura, Haig va in sofferenza, da dietro allunga sia Felix Gall (Ag2r Citröen) sia Hugh Carthy (EF Education-EasyPost) seguiti un attimo dopo da Geoghegan Hart la pedalata del britannico è più efficiente e si toglie così tutti di ruota andando a prendersi il traguardo di Alpbach a braccia alzate concretizzando un magistrale lavoro di squadra, Ineos faro della corsa mette subito le cose in chiaro piazzando Hart al comando della classifica generale, seguono Felix Gall a 6”, Hugh Carthy a 10”, poi tre uomini a 16” e sono Iván Ramiro Sosa (Movistar), Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe) e Pavel Sivakov (Ineos), Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa) e Lennard Kamna (Bora-hansgrohe) a 20”, Santiago Buitrago (Bahrain-Victorious) nono a 22” chiude la top dieci Jack Haig (Bahrain-Victorious) a 24”. Domani seconda tappa con arrivo a Renon e la scalata al Monte di Mezzo GPM di seconda categoria posto a 4 chilometri dal traguardo.

Antonio Scarfone

Tao Geoghegan Hart esulta sul traguardo di Alpbach (Credit Images: Tim de Waele/Getty Images)

Tao Geoghegan Hart esulta sul traguardo di Alpbach (Credit Images: Tim de Waele/Getty Images)

RESTREPO FA SUO IL GIRO DELLA CITTÀ METROPOLITANA DI REGGIO CALABRIA

aprile 17, 2023 by Redazione  
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Successo del colombiano che regala alla GW Shimano Sidermec di Gianni Savio il primo successo di questo 2023. Sul podio salgono Tivani e Maestri.

A Reggio Calabria il porta colori della GW Shimano Sidermec Jhonatan Restrepo si è imposto in una volata ristretta di undici elementi, un successo che ha permeso al colombiano di iscrivere il suo nome nell’albo d’oro della corsa calabrese, ritornata in calendario dopo 11 anni di assenza.
Il gruppetto di undici elementi che si è giocato la competizione si era creato nelle fasi finali, dopo aver scollinato il Monte Sant’Elia. Fino a quel punto la corsa era stata tenuta chiusa dagli uomini della Eolo-Kometa, reduci dal buon Giro di Sicilia di Vincenzo Albanese.
La presenza nel gruppetto in testa alla corsa di corridori a proprio agio nello sprint fa si che prima di arrivare al traguardo ci siano stati i tentativi di Valerio Conti (Corratec) ed Alessandro Tonelli (Green Project), seguiti poi da quello di Filippo Magli (Green Project). Per loro non c’è stata fortuna. Il gruppetto si è così presentato compatto a giocarsi la corsa in volata, dove ha primeggiato il colombiano davanti a German Nicolás Tivani (Corratec) e Mirco Maestri (Eolo-Kometa). Quarto Felix Engelhardt del Team Jayco-AlUla, unica formazione WT al via, quinto Bart Lemmen (Human Powered Health).
Prima che si formasse il gruppetto che ha animato le fasi finali del Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria, la corsa è vissuta sullo stretto controllo della Eolo-Kometa, che ha messo il guinzaglio a tutti i tentativi di fuga. Da segnalare che questo gran lavoro aveva fatto spezzare il gruppo in due tronconi salendo verso il primo GPM di giornata.

Mario Prato

La vittoria di Restrepo a Reggio Calabria (www.strettoweb.com)

La vittoria di Restrepo a Reggio Calabria (www.strettoweb.com)

TOUR DU DOUBS, VINCE HERRADA DAVANTI A PINOT

aprile 16, 2023 by Redazione  
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Jesus Herrada vince la classica francese davanti a Thibaut Pinot e Nans Peters

Nuovo giorno di classiche nell’est della Francia, stesse condizioni meteo variabili e incerte a giocare un ruolo non di secondo piano sulla corsa. La fuga del giorno evade dopo pochi chilometri, un gruppetto abbastanza folto composto da Nicolas Debeaumarché (St. Michel-Mavic-Auber 93), Gianni Marchand (Tarteletto-Isorex), Angel Madrazo (Burgos-BH), Dawit Yemane, Vinzent Dorn (Bike Aid), Andreas Stokbro Nielsen (Leopard TOGT), James Fouché (Bolton Equities-Black Spoke), Aaron van Poucke (Team Flanders), Clément Alleno (Burgos-BH) e Joan Bou (Euskaltel-Euskadi), ai quali dopo un non semplicissimo inseguimento si aggiungono anche Viggo Moore (Rappresentativa Usa) e Charlie Quarterman (Corratec). Il gruppo lascia fare mandando i battistrada ad un vantaggio massimo di quasi cinque minuti, sotto il vigile controllo della Groupama – FDJ.
Con il passare dei chilometri il ritmo da dietro si alza progressivamente, con la diretta conseguenza di vedere il margine sempre più ridotto man mano che la bandiera a scacchi si fa più vicina. Ai piedi dell’ultima asperità di giornata il ritardo del gruppo è sotto il minuto, e davanti parte la bagarre fra gli attaccanti per provare ad avvantaggiarsi ed allungare le speranze di vittoria.
Quando dietro però attaccano Joris Delbove (St-Michel-Mavic-Auber 93) e Xabier Azparren (Euskaltel-Euskadi) per la fuga del mattino non c’è più niente da fare, con gli ultimi ex battistrada raggiunti e sopravanzati dalla nuova coppia di testa. Il più pimpante davanti è Azparren, il quale tiene botta anche al rientro e rilancio da dietro di Yael Joalland (CIC U Nantes Atlantique), mentre Delbove perde le ruote e resta a mezzo fra la nuova coppia al comando e il resto del gruppo, che comunque è incombente a meno di 10″ di distanza.
Ai -3 un allungo della Cofidis per il capitano Guillaume Martin ricompatta la testa della corsa: è proprio il capitano della formazione francese a sferzare poco dopo un allungo, seguito a ruota da Thibaut Pinot (Groupama – FDJ). La coppia francese tuttavia non riesce a fare il vuoto alle loro spalle, e da dietro poco prima del rush finale rientra un nutrito gruppetto di corridori per giocarsi la volatina a ranghi ristretti per la vittoria, in una nebbia fitta calata sulla corsa.
Fra questi il più lesto è Jesus Herrada (Cofidis), che beffa Pinot ancora una volta piazzato e battuto nelle fasi conclusive. Chiude il podio Nans Peters (AG2R Citroen).

Lorenzo Alessandri

Jesus Herrada vince nella nebbia francese di Doubs. Photo Credit: Agence Zoom / Fabien Boukla

Jesus Herrada vince nella nebbia francese di Doubs. Photo Credit: Agence Zoom / Fabien Boukla

POGACAR PIGLIATUTTO: L’AMSTEL E’ SUA E PUNTA AL TRIS ALLE ARDENNE

aprile 16, 2023 by Redazione  
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Tadej Pogacar ha vinto l’Amstel Gold Race con un attacco partito a 90 Km dall’arrivo insieme ad un gruppo di 16 uomini che ha sgretolato un po’ per volta sino a rimanere da solo ai meno 27. In realtà non c’è stata storia, senza Van der Poel e Van Aert: la superiorità dello sloveno è stata netta anche nei confronti di Pidcock,l che pure aveva fatto una impresa proprio in stile Pogacar alla Strade Bianche.

Niente da fare: disco rosso per tutti.
Gli aggettivi per definire Tadej Pogacar si sono ormai esauriti e quindi tanto vale definirlo semplicemente per quello che è: un fuoriclasse. Quando punta ad una corsa non ce n’è per nessuno, con qualche rarissima eccezione, come ad esempio la Sanremo, con la quale ha ancora un conto aperto e che vuole vincere nonostante non sia affatto adatta alla sue caratteristiche.
Pogacar ha dichiarato di voler disputare tutte e tre le corse delle Ardenne (Amstel, Freccia e Liegi) per vincerle nello stesso anno e realizzare così uno storico tris.
La cosa, a quanto pare, è iniziata nel migliore dei modi, visto che lo sloveno oggi ne ha fatta una delle sue.
Non appena il gruppo ha ripreso la fuga del mattino, quando mancavano ancora 90 Km allo striscione del traguardo, è nato un tentativo con sedici uomini di primo piano nel quale il capitano UAE si è inserito senza farsi pregare.
Le manovre di inseguimento, forse non organizzate al meglio, non hanno avuto esito ma lo sloveno non si è limitato ad inserirsi nella fuga ed a dare il suo contributo. Invece, ha piazzato accelerate su ogni collina, assottigliando sempre di più il drappello fino a rimanere con i soli Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers) e Ben Healy (EF Education-EasyPost) che sono stati messi in croce e staccati perentoriamente sul Keutenberg.
Da lì, un assolo di 30 chilometri come tanti ne abbiamo visti sinora, il vantaggio che sale inesorabilmente poco alla volta grazie a un ritmo regolare ma molto elevato, che dietro non riescono proprio a tenere. I vari gruppi formatisi al suo inseguimento hanno continuato a perdere e al traguardo i distacchi sono stati abissali. Solo un ottimo Healy ha tentato di reagire intorno ai -13, attaccando a testa bassa Pidcock, che ha dovuto cedere e ha rischiato di perdere il podio. Con l’attacco Haely ha recuperato una quindicina di secondi sino a portarsi a 20 dal battistrada ma, quando Pogacar ha visto assottigliarsi il gap ha aumentato il ritmo e il vantaggio ha ripreso a lievitare fino a quando l’irlandese ha un po’ pagato lo sforzo e si è arreso, tagliando comunque il traguardo con un braccio alzato per festeggiare quello che è per lui è comunque un gran risultato.
In un simile quadro la cronaca della corsa diventa un elemento quasi relativo.
La fuga, partita nei primi chilometri, è formata da Alessandro Fedeli (Q36.5 Pro Cycling Team), Leon Heinschke (Team DSM), Tobias Ludvigsson (Q36.5 Pro Cycling Team), Martin Urianstad (Uno-X), Mathias Vacek (Trek – Segafredo), Ward Vanhoof (Team Flanders – Baloise) e Mattéo Vercher (TotalEnergies). Il vantaggio massimo di questi uomini arriverà a toccare i 4 minuti e mezzo per poi ridursi fino ad essere annullato intorno ai 100 Km dalla conclusione.
A questo punto, è già il momento decisivo, attaccano Pogacar, Healy, Pidcock, Gianni Veermersch (Alpecin), Kévin Geniets (Groupama – FDJ), Christopher Juul-Jensen (Team Jayco – AlUla), Andreas Kron (Lotto Dstny), Arjen Livyns (Lotto Dstny), Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team), Quentin Pacher (Groupama – FDJ), Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers), Matteo Sobrero (Team Jayco – AlUla), Tosh Van Der Sande (Jumbo-Visma), Axel Zingle (Cofidis), Lars van den Berg (Groupama – FDJ) e Stan Van Tricht (Soudal – QuickStep).
Sono presenti molti uomini rappresentativi di diverse squadre e quindi in gruppo sono poche le formazioni che si incaricano dell’inseguimento; lo scarso coordinamento tra loro non aiuta.
Pogacar parla spesso via radio con l’ammiraglia che in un primo tempo non riesce ad avvicinarsi, finché sul Kruisberg raggiunge il capitano che cambia la bicicletta.
Su questa salita attaccano Andrea Bagioli (Soudal-QuickStep), Jai Hindley (Bora-hansgrohe), Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) e Alexander Kamp (Tudor Pro Cycling), che rispondono a una accelerazione di Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e Ide Schelling (BORA – hansgrohe), che vengono ripresi e staccati. Sul quartetto di contrattaccanti si riportano pure Mattias Skjelmose Jensen (Trek – Segafredo) e Maxim Van Gils (Lotto Dstny). Il drappello arriva sino a 15 secondi dalla testa della corsa, ma sull’Eyserbosweg Pogacar fa il diavolo a quattro e solo Pidcock resiste, mentre Healy si riporta sulla coppia in un secondo momento, gestendosi molto bene. Invece, Lutsenko e Kron non riescono a seguire l’irlandese.
Questa battaglia taglia fuori dai giochi il gruppetto di Bagioli, che continua a perdere terreno.
Sul Keutenberg Pogacar piazza il colpo del knock out, staccando senza pietà Pidcock e Healy. In un primo tempo Pidcock rimane da solo all’inseguimento ma successivamente Healy si riporta su di lui ed ai -13 riuscirà anche a staccarlo.
Healy taglia il traguardo con un distacco di 38 secondi mentre Pidcock, molto provato nel finale, ha rischiato di perdere il podio venendo praticamente raggiunto dalla coppia Kron – Lutsenko, giunta con un ritardo di oltre 2 minuti.
A oltre 3 minuti il gruppo di Bagioli, regolato in volata proprio dall’italiano.
Forse gli inseguimenti non sono stati organizzati bene ed è mancata la collaborazione tra le squadre, ma è anche vero che quando va via un gruppo con quei componenti il rischio che almeno qualcuno vada all’arrivo è molto alto, per cui quelli che puntano alla vittoria devono inserirsi (cosa che Pogacar ha dimostrato di aver capito). Semmai il problema sta nel fatto che la moderna cultura del ciclismo fa considerare scriteriato un tentativo che parte da così lontano. Da quando, però, sono comparsi sulla scena atleti come Mathieu van der Poel, Wout Van Aert e Pogacar questi schemi mentali devono cambiare, perché questi corridori hanno dimostrato di essere capaci di tirare fuori il coniglio dal cilindro in ogni gara. Ovviamente per potersi inserire nei vari tentativi non basta solo la lettura tattica, ma servono anche le gambe che indubbiamente fanno la differenza.
L’impresa di oggi, con l’attacco partito a 90 Km dal traguardo, dimostra che non è affatto vero quel che da più parti si va dicendo, ossia che si dovrebbero ridurre i chilometraggi dei tracciati per avere più spettacolo. Simili assurde tesi sono portate avanti soprattutto dalle televisioni, che puntano a far adattare gli sport alle loro esigenze e ai loro tempi. E’ invece importante lottare in ogni modo contro questa insana sottocultura affaristica che fa dello sport un prodotto economico. Occorre resistere per difendere la bellezza, il fascino, la vera emozione e il valore sportivo della tradizione ciclistica.
Dopo la grande impresa di oggi, si attende Pogacar mercoledì alla Freccia Vallone, secondo atto delle Ardenne che lo sloveno intende conquistare.
Si tratta di una corsa ancor più antica ed iconica dell’Amstel, tuttavia l’aver posto l’arrivo sul durissimo muro di Huy ha portato spesso a una corsa decisa all’ultimo chilometro, senza particolari sussulti nei chilometri precedenti. Visto, però, il modo di correre del fuoriclasse sloveno gli appassionati sono legittimati ad aspettarsi lo spettacolo che una corsa di tradizione come la Freccia Vallone merita.

Benedetto Ciccarone

Il decisivo attacco di Pogacar sulle strade del Limburgo (Getty Images)

Il decisivo attacco di Pogacar sulle strade del Limburgo (Getty Images)

TOUR DU JURA, VAUQUELIN VINCE NELLA NEBBIA

aprile 15, 2023 by Redazione  
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Kevin Vauquelin vince la classica francese davanti a Thibaut Pinot e Guillaume Martin

È il giorno della classica per scalatori che si corre della regione della Giura, dipartimento francese nella zona della Borgogna. Il percorso strizza l’occhiolino agli scalatori, e non mancano i nomi di peso a riguardo come Pinot e Martin.
Il clima è uggioso per le costanti piogge che cadono oggi sulla corsa, così la fuga tarda a prendere il largo fino a quando si forma un manipolo di sei uomini al comando composto da Théo Delacroix (St Michel-Mavic-Auber 93), Mauro Verwilt, Jonas Geens (Tarteletto-Isorex), Xabier Mikel Azparren (Euskaltel-Euskadi), Rory Townsend (Bolton Equities Black Spoke) e Nicolas Dalla Valle (Team Corratec). Prima che questi riescano definitivamente a prendere il largo però dal gruppo continuano gli attacchi, così che si stacca un altro avamposto composto stavolta da Morne Van Niekerk (St Michel-Mavic-Auber 93), Luca Van Boven (Bingoal WB), Vinzent Dorn (Bike Aid), Andreas Stokbro Nielsen, Emil Vinjebo (Leopard TOGT Pro Cycling) e Noa Isidore (CIC U Nantes Atlantique). Dopo qualche chilometro di rincorsa i due gruppetti in avanscoperta si uniscono in un unico corposo plotoncino a guidare le ostilità, a cui il resto del gruppo lascia fino a 3 minuti e mezzo di margine massimo.
A questo punto sono soprattutto Groupama-FDJ e Ag2r Citroën a dirigere le operazioni di rincorsa, con il vantaggio che è intanto è già ridotto a 1 minuto e mezzo dopo le prime asperità in programma oggi, ancora sotto una leggera ma costante pioggia. Quando in gruppo si aggiunge anche la Cofidis, oramai il vantaggio dei battistrada è minimo: vengono riassorbiti uno ad uno tutti gli attaccanti del mattino con l’eccezione dell’unico stoico rimasto Azparren, il quale riuscirà a tenere botta in solitaria al comando della corsa fino ai -27 km dal traguardo.
Raggiunto il portacolori della Euskaltel-Euskadi a provarci è subito Alessadro Verre (Arkéa-Samsic), che riesce a guadagnare un piccolo margine e scollinare da solo al comando, raggiungendo 45″ di distacco sul gruppo guidato dalla Groupama-FDJ ormai ai piedi della salita anche arrivo di giornata, Mont Poupet. Dopo i primi chilometri senza pendenze arcigne il vantaggio dell’azzurro crolla una volta che la strada inizia ad inerpicarsi in modo severo, tanto che dietro un gruppetto di attaccanti composto da Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), Guillaume Martin (Cofidis), Kevin Vauquelin (Arkéa-Samsic), Igor Arrieta (Equipo Kern Pharma), Ben O’Connor (Ag2r Citroen) e Victor Lafay (Cofidis) riesce a chiudere.
Non è finita però l’azione di giornata di Verre, che si mette subito a fare un grande lavoro per il compagno Vauquelin: è ai -2300 metri dal traguardo che questi si sposta dalla ruota dell’italiano e piazza l’attacco che lascia tutti sul posto, per portarlo vittorioso in solitaria al traguardo nella nebbiolina giunta sulla vetta del monte.
Volata per il piazzamento alle sue spalle fra Pinot e Martin, con il primo in grado di aggiudicarsi la medaglia d’argento.

Lorenzo Alessandri

Vauquelin spunta in solitaria nella nebbia (foto Zoé Soullard, DirectVelo)

Vauquelin spunta in solitaria nella nebbia (foto Zoé Soullard, DirectVelo)

CLASSIC GRAND BESANCON DOUBS, VINCE LAFAY

aprile 14, 2023 by Redazione  
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Victor Lafay vince la classica francese in volata ristretta su Lenny Martinez e Roger Adrià

Pronti via ed esce subito la fuga di giornata ad opera di una decina di unità, che dopo qualche tira e molla iniziale si compatta al comando. Una volta raggiunto buon accordo e avendo perso un paio di unità lungo la strada, la testa della corsa è composta da Morne Van Niekerk (St Michel-Mavic-Auber 93), Sean Christian (Stati Uniti), Wesley Mol (Bike Aid), Emil Vinjebo (Leopard TOGT Pro Cycling), Rory Townsend (Bolton Equities Black Spoke) e Charles Quarterman (Team Corratec), ai quali il gruppo lascia rapidamente un vantaggio consistente fino a sfiorare i 5 primi.
Dietro il plotone gestisce le operazioni di rincorsa da manuale, rosicchiando progressivamente e inesorabilmente il margine agli uomini al comando fino a riassorbirli ai -14 km dalla bandiera a scacchi. Si giunge così a ranghi compatti ai piedi della rampa conclusiva, Montfaucon: i due più pimpanti sono Lenny Martinez (Groupama-FDJ) e Victor Lafay (Cofidis), i quali riescono dopo scatti a controscatti a fare un piccolo buco su due pezzi da novanta presenti in gara oggi, Guillaume Martin (Cofidis) e Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), ai quali si aggiunge successivamente anche Roger Adrià (Kern Pharma).
Quando ormai per la coppia al comando sembra fatta, l’immobilismo ai -500 metri riavvicina sensibilmente il terzetto alle loro spalle tanto che Adrià prova a prendere tutti in contropiede con una spring lunghissimo. I due francesi al comando però oggi non hanno rivali per condizione fisica, e lanciata la volata raggiungono e sopravanzano appaiati lo spagnolo che concluderà terzo. Showdown transalpino per la vittoria finale: a prevalere è Lafay su un deluso Martinez oggi apparso in grande spolvero, forse anche troppo viste le energie sprecate in precedenza.

Lorenzo Alessandri

La vittoria di Lafay nella corsa transalpina

La vittoria di Lafay nella corsa transalpina

GIRO DI SICILIA: LUTSENKO FA FILOTTO… TAPPA E SUCCESSO FINALE

aprile 14, 2023 by Redazione  
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Nella ultima e decisiva ultima tappa del Giro di Sicilia il kazako dell’Astana fa filotto conquistando tappa e classifica finale. Sul podio di giornata Meintjes e Albanese che ottengono le stesse posizioni anche nella generale.

Nelle previsioni dei giorni scorsi la tappa odierna era stata indicata dai più come quella definitiva e nel novero dei pretendenti della corsa a tappe siciliana quello di Alexey Lutsenko era uno nomi dei più gettonati.
Mai previsioni e pronostici sono stati più azzeccati.
La tappa era certamente decisiva e le capacità di gestirsi del giovane Finn Fisher-Black (UAE Team Emirates) erano tutte da scoprire. Non erano, invece, una novità le qualità e la determinazione di altri pretendenti al successo finale. Uno su tutti quel Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team) che non aveva mai fatto mistero di puntare al successo nella terra del “Gattopardo”. “Sono felicissimo per questa vittoria e per il lavoro della mia squadra. – queste le sue parole dopo il traguardo – Era da molto tempo che non vincevo una gara, più di un anno, e anche la mia squadra aveva bisogno di vincere. Sono riuscito a partire sul tratto più duro della salita e ho continuato fino al traguardo. È bello vincere Il Giro di Sicilia prima delle classiche delle Ardenne. Sono molto contento. Era da tanto che non vincevo, così come la squadra. Vincere Il Giro di Sicilia ci rende di nuovo felici. È importante per il morale. Domani volerò in Olanda per disputare l’Amstel Gold Race. L’anno scorso, in questo periodo, mi sono rotto una clavicola durante un ritiro sul Teide. Ho perso tre settimane di allenamento. Prima di quella frattura, avevo preso l’influenza a casa. È stato un peccato, perché avevo iniziato bene la stagione 2022 vincendo la mia prima gara dell’anno [Jaén Paraiso Interior]. Considerando quello che è successo in primavera, il mio Tour de France non è stato male l’anno scorso. Questa settimana mi è stato molto utile l’aiuto del Direttore Sportivo Giuseppe Martinelli, che ha una grande esperienza. Ho molti amici italiani e per questo mi fa molto piacere vincere qua”.
Alle spalle del kazako, che si era involato in solitaria sulle rampe dell’ultimo GPM di giornata, l’unica reazione è stata quella del sudafricano Louis Meintjes (Intermarchè Circus Wanty), che ha tentato senza successo l’inseguimento tagliando il traguardo dopo 40″, sufficienti a farlo salire sul secondo gradino del podio in classifica. Più o meno lo stesso si può dire per Vincenzo Albanese (EOLO-Kometa), che regolando gli inseguitori dopo 1’13” ha conquistato il terzo posto nella classifica finale.
La maglia giallorossa Fisher-Black si è comunque difesa con onore chiudendo 8° a 1’15”, una discreta prestazione che però lo ha fatto scivolare ai piedi del podio finale a pari tempo con Albanese.
Fuori dalla TopTen di giornata, invece, sono finiti due dei nomi molto gettonati prima della competizione, Damiano Caruso (11° di tappa e 10° nella generale) e Diego Ulissi (13° al traguardo e 12° in classifica).
Chiusa questa competizione l’attenzione degli appassionati si sposta verso le Ardenne dove sono previste nell’ordine Amstel, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi. Per quanto riguarda l’Italia il prossimo appuntamento ha la data del 17 aprile, giorno d’avvio del Tour of the Alps. Successivamente il 25 aprile prenderà il via il Tour de Romandie, ultima corsa a tappe di un certo rilievo prima del Giro d’Italia, che scatterà il 6 maggio da Fossacesia Marina.

Mario Prato

Lutsenko allattacco sulle strade di Sicilia (Getty Images Sport)

Lutsenko all'attacco sulle strade di Sicilia (Getty Images Sport)

GIRO DI SICILIA, EROICO SUTTER A TERMINI IMERESE

aprile 13, 2023 by Redazione  
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Con una galoppata solitaria negli ultimi 10 km di gara l’elvetico Joel Suter, unico reduce della fuga di giornata, si è imposto sul traguardo di Termini Imerese. Seconda piazza per Fiorelli davanti a Viviani, terzo. Caduta nel finale per Damiano Caruso.

Enna-Termini Imerese… ovvero il vincitore che non ti aspetti. Joel Suter, elvetico ventiquattrenne del Tudor Pro Cycling Team, ha fatto il botto. Andato in fuga con altri cinque coraggiosi fin dalle prime battute di gara, ai meno 10, quando il plotone aveva già a vista il gruppetto dei battistrada, ha salutato la compagnia tenendo testa da solo al sopraggiungere del gruppo. Il traguardo in cima allo strappo della città siciliana ha messo fine alla sua impresa, consegnandogli la vittoria con un vantaggio di 4” sulle prime avanguardie del gruppo, guidato da Filippo Fiorelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè) che ha preceduto nell’ordine Elia Viviani in maglia azzurra della nazionale italiana, Giosuè Epis (Zalf Euromobil Désirée Fior), Vincenzo Albanese (Vincenzo EOLO-Kometa), Luc Wirtgen (Tudor Pro Cycling), Niccolò Bonifazio (Intermarché – Circus – Wanty), Nikiforos Arvanitou (Sofer Savini Due OMZ), Kevin Colleoni (Team Jayco AlUla) e Diego Ulissi (UAE Team Emirates) a chiudere la TopTen. Finn Fisher-Black (UAE Team Emirates) ha chiuso in 21a posizione conservando la maglia giallo-rossa di leader della classifica generale. Da segnalare nelle fasi finali la scivolata in un tornante di Damiano Caruso (Bahrain – Victorious), al momento del capitombolo nelle prime posizioni del gruppo: nessun problema per lui che ha chiuso 54°, senza perdere le ruote del gruppo dei migliori.
Joel Sutter alla sua prima vittoria da professionista ha così commentato: “È molto bello vincere. Era il mio obiettivo ma a metà gara la situazione sembrava complicata. Tuttavia, lo scenario è diventato favorevole verso la fine. Ho deciso di andare da solo perché non sono abbastanza veloce. È la mia prima vittoria da professionista su strada ed è molto importante per la mia squadra”.
Detto dell’avvincente finale, grazie alla “cronometro” dello svizzero che ha emulato il suo connazionale Fabian Cancellara, Deus ex Machina del team svizzero, non possiamo non nominare i coraggiosi che insieme a lui hanno animato la quasi totalità della tappa, ovvero Pierelis Belletta (Biesse-Carrera), Michele Berasi (General Store-Essegibi-F.lli Curia), Roberto Carlos González (Mg.K Vis-Colors for Peace), Giacomo Garavaglia (Work Service-Vitalcare-Dynatek) e Edoardo Faresin (Zalf Euromobil Désirée Fior), figlio d’arte avendo il padre Gianni corso tra i professionisti dal 1988 al 2004, periodo nel quale il corridore veneto vinse – tra le altre corse – il Giro di Lombardia del 1995 e il campionato nazionale nel 1997.
Domani con l’arrivo a Giarre si concluderà questa edizione della corsa a tappe siciliana. L’ultima frazione prevede 3 GPM di categoria superiore: la salita di Floresta (complessivi 40 km al 3% medio con tratti al 7%), quella dell’Etna (fino alla località Due Monti, quasi 18 km al 6%) e quella di Scorciavacca (10 km al 6.4%). L’arrivo dopo 216 km sarà in leggera salita, al 2% circa.

Mario Prato

La vittoria di Sutter a Termini Imerese (foto La Presse)

La vittoria di Sutter a Termini Imerese (foto La Presse)

DORIAN GODON VINCE LA FRECCIA DEL BRABANTE

aprile 13, 2023 by Redazione  
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Con un’azione combinata a circa 30 km dalla conclusione, Dorian Godon (Team AG2R Citroen) e Ben Healy (Team EF Education EasyPost) trovano il momento giusto per involarsi e giocarsi la vittoria. E’ il francese a prevalere sull’arrivo in leggera salita con punte al 5%

La Freccia del Brabante segna tradizionalmente il passaggio dal pavè alle cotes delle Ardenne. Sono 24 i tratti tra pavè e brevi salite sulle quali si esibiscono diverse tipologie di ciclisti. La fuga di giornata è stata caratterizzata dall’azione di quattro ciclisti: Johan Meens (Team Bingoal WB), Sander De Pestel (Team Flanders Baloise), Rory Townsend (Team Bolton Equities Black Spoke) e Tord Gudmestad (Uno-X Pro Cycling Team). Dopo 25 km il vantaggio del quartetto di testa era di 4 minuti e dopo 50 km era cresciuto ulteriormente a quasi 7 minuti. Le cattive condizioni meteo, con pioggia costante e frequenti raffiche di vento, già a metà percorso vedeva un gruppo piuttosto frastagliato. A 50 km dall’arrivo prima un’azione di Rémi Cavagna (Team Soudal Quick Step) e una seconda azione combinata di Andreas Kron (Team Lotto Dstny) e Ben Healy (Team EF Education EasyPost) rimescolava le carte in tavola in testa alla corsa, con la fuga che veniva ripresa formalmente a 47 km dalla conclusione. Gumestad era l’ultimo fuggitivo ad essere ripreso dal gruppetto di testa, che oltre a Cavagna, Kron e Healy comprendeva anche Dorian Godon (Team AG2R Citroen) e Lucas Eriksson (Tudor Pro Cycling Team). A circa 33 km dall’arrivo attaccavano Godon ed Healy. Era questa l’azione decisiva della corsa visto che la coppia riusciva nel giro di un paio di km a raggiungere un vantaggio di una cinquantina di secondi sul primo gruppo inseguitore, mentre il secondo gruppo all’inseguimento, più numeroso, aveva un minuto e 20 secondi di ritardo. Da quest’ultimo gruppo provavano ad uscire, Arnaud De Lie e Pascal Eenkhoorn, ma la coppia della Lotto Dstny veniva ripresa quasi subito. Godon staccava infine Healy sull’arrivo in salita ed andava a vincere con un secondo di vantaggio sull’irlandese. Benoit Cosnefroy (Team Ag2R Citroen) era terzo a 21 secondi di ritardo, mentre chiudevano la top five Cavagna in quarta posizione a 24 secondi di ritardo ed Axel Zingle (Team Cofidis) a 25 secondi di ritardo. Andrea Bagioli (Team Soudal Quick Step) era il primo italiano all’arrivo e giungeva in ottava posizione. Godon ottiene la prima vittoria stagionale e si candida ad essere una valida spalla di Cosnefroy nelle prossime corse nelle Ardenne.

Antonio Scarfone

Dorian Godon vince la Freccia del Brabante (foto: Luc Claessen/Getty Images)

Dorian Godon vince la Freccia del Brabante (foto: Luc Claessen/Getty Images)

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