SUL MURO DEL BELVEDERE SI IMPONE SEAN QUINN
L’arrivo sul muro del Belvedere di Longiano è dominato con una gran prova di forza da Sean Quinn (EF Education – EasyPost); l’americano dopo aver agganciato il drappello di testa con Mauro Schmid (Soudal Quick Step), va tutto solo a prendersi la vittoria di tappa proprio sullo svizzero che diventa il nuovo leader della classifica generale.
Alla seconda tappa della Settimana Internazionale Coppi e Bartali 2023 dopo circa venti chilometri la fuga riesce a formarsi grazie ad un allungo di Veljko Stojinic e Marco Murgano (Team Corratec), James Fouché (Black Spoke), Florian Lipowitz (Bora-Hansgrohe) ed Emanuele Ansaloni (Team Technipes #inEmiliaRomagna). Il drappello di testa raggiunge un vantaggio massimo di 6’ nei primi quaranta chilometri di gara. Il vantaggio si manterrà costante fino ai meno settanta dal traguardo. All’imbocco del primo dei tre passaggi previsti del GPM di Roncofreddo la fuga inizia a perdere sia minuti preziosi sia il primo uomo, ovvero Murgano. Allo scollinamento il gruppo transita con 4’:30” di ritardo. Al secondo passaggio alzano bandiera bianca Fouché ed Ansaloni, in testa restano Lipowitz e Stojnic con 2’ di vantaggio. La terza ascesa determina un netto cambio di ritmo nel gruppo che fa esplodere la corsa, ad accendere la miccia sono Gianluca Brambilla (Q36.5 Pro Cycling), Mauro Schmid (Soudal Quick Step), Sean Quinn e James Shaw (EF Education EasyPost), e Thomas Gloag (Jumbo Visma) con Walter Calzoni (Q36.5 Pro Cycling Team) che si riporta sotto poco dopo. Il gruppo insegue tirato da Domenico Pozzovivo (Israel – Premier Tech) a 30”. I due uomini della fuga iniziale perdono per primi contatto dopo un nuovo allungo di Brambilla che guadagna subito 18” e si presenta tutto solo ai piedi dell’ultima fatica, il muro del Belvedere. L’italiano viene raggiunto da Schmid e da Calzoni e dopo qualche decina di metri anche da Sean Quinn che rilancia subito l’azione. Lo statunitense si invola così verso la sua prima vittoria da professionista battendo in una volata ristretta Schmid e Calzoni. Chiudono la top five Shaw in quarta posizione e Brambilla in quinta posizione, quest’ultimo con un ritardo di 3 secondi da Quinn. Nella top ten finale si segnala anche il decimo posto di Pozzovivo. Dopo il crollo, per molti versi preventivato, di Remi Cavagna, Schmid è ora primo in classifica generale davanti a Quinn a 2 secondi di ritardo e Calzoni a 8 secondi di ritardo. Domani è in programma la terza tappa da Forlì a Forlì di 140 km con il circuito centrale del Monte Cavallo da ripetere tre volte e con la predetta salita che presenta pendenze interessanti ed anche dei tratti in sterrato. L’ultima insidia altimetrica i ciclisti la affronteranno a circa 25 km dalla conclusione, con la ripida salitella di Tessello, anch’essa in sterrato. I big di classifica dovranno tenere gli occhi aperti perché in tappe come queste le sorprese sono dietro l’angolo.
Antonio Scarfone

Sean Quinn vince sul Muro del Belvedere (foto: SprintCyclingAgency/GS Emilia)
L’ACUTO DI REMCO A LA MOLINA. ROGLIC, BATTUTO NEGLI ULTIMI 250 METRI, RESTA LEADER.
Antipasto di Giro d’Italia alla Volta a Catalunya. Negli ultimi chilometri della terza frazione – lunga 180 chilometri e 600 metri, 4mila metri di dislivello e tre Gran Premi della Montagna tra Olost e La Molina – è sfida aperta tra Remco Evenepoel e Primoz Roglic (Jumbo-Visma). con il campione del mondo in carica che ai -250 metri dal traguardo stacca lo sloveno e trionfa a braccia alzate con 2” su Roglic. Per la somma dei piazzamenti quest’ultimo resta al comando della classifica, pur avendo lo stesso tempo del belga.
Sono in 7 ad andar in fuga. C’è ancora Simone Petilli (Intermarché-Circus-Wanty), al qual fa compagnia Filippo Zana (Jayco-AlUla). Insieme a loro da registrare la presenza di Richard Carapaz (EF Education-EasyPost), che vuole rialzarla testa dopo la crisi di ieri, Maxim Van Gils (Lotto Dstny), Guillaume Martin (Cofidis), Niklas Eg (Uno-X Pro Cycling Team) e Jefferson Alveiro Cepeda (Caja Rural-Seguros). L’ecuadoriano, vincitore del Giro d’Italia nel 2019, deve rimontare a Roglic 3’36” e per diversi chilometri è virtualmente maglia bianco-verde di leader della generale.
A una cinquantina di chilometri dall’arrivo il gruppo dei fuggitivi affronta la prima asperità di giornata, il Coll de la Creueta, 19,9 km al 4,3% di media. Il plotone con il leader della classifica Roglic lascia fare, mentre davanti si staccano prima Cepeda e poi anche Petilli e Martin. Restano in fuga in 4: Carapaz, Zana, Van Gils ed Eg. Il gruppo della maglia bianco-verde intanto recupera terreno, trainato dalle squadre dei primi due della generale, la Jumbo-Visma e la Soudal-Quick Step. Ai -9 km e mezzo dalla vetta del Coll de la Creueta il danese Eg è al gancio. Dal gruppo inseguitore perde terreno Geraint Thomas (Ineos Grenadiers).
Si stacca Zana e poi Carapaz. In testa rimangono Van Gils e Martin, ma l’ecuadoriano rientra poco dopo. Scollinano i fuggitivi mentre Petilli e Zana proseguono assieme ma non riescono a riagguantare i tre, i quali si dirigono verso l’ultima salita di La Molina (12,1 km al 4,3%). I due corridori di casa nostra vengono risucchiati dal gruppo, ancora trainato da Lotto e Soudal. Quindi tocca a Martin essere ripreso. Ma Van Gils non ci sta e scatta ai -9 km, mentre Carapaz torna nella pancia del gruppo maglia bianco-verde, composto da una trentina di persone. L’azione del belga, però durerà pochissimo.
Il gruppo è compatto ai – 8 con Remco e Primoz che si marcano stretti. I loro volti sono due maschere.
Ai -4,6 fiammata di Evenepoel con Roglic che risponde, mentre Giulio Ciccone (Trek – Segafredo), vincitore ieri a Vallter, non riesce a tenere il ritmo. Il gruppo è frantumato mentre continua l’azione dei due, con lo sloveno che cerca di resistere al forcing dell’iridato e non gli dà mai il cambio.
Nel corso dell’ultimo chilometro Evenepoel continua ad alzarsi sui pedali mentre Roglic resta alla sua ruota. Ai 250 metri è previsto un tornante dove Remco rompe gli indugi, scatta e conquista tappa e leadership della generale grazie ai secondi di abbuono presi. In terza posizione conclude un comunque bravo Ciccone, giunto a 13” dal campione del mondo. Come detto, la somma dei piazzamenti permette a Roglic di mantenere la maglia bianco-verde di leader della classifica generale. Ciccone a 19” conserva il terzo posto seguito da Mikel Landa (Bahrain – Victorius) e Joao Almeida (UAE Team Emirates), mentre Simone Petilli conquista la maglia bianco-rossa che contrassegna il primato tra gli scalatori, togliendola dalle spalle di Ciccone.
Domani quarta tappa da Llìvia a Sabadell per 188.2 Km con 3 GPM che non dovrebbero impedire l’arrivo in volata.
Vito Sansone

Evenepoel vince la seconda tappa di montagna del Giro di Catalogna ( foto David Ramos/Getty Images)
JASPER PHILIPSEN VINCE LA CLASSIC BRUGGE – DE PANNE
La Classic Brugge – De Panne, battuta da pioggia e vento, vede un quartetto giocarsi la vittoria. E’ Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) ad avere la meglio su Olav Kooij (Team Jumbo Visma) e ed Yves Lampaert (Team Soudal Quick Step).
La Classic Brugge -De Panne, emanazione diretta dei Tre Giorni di La Panne, vede alla partenza 16 squadre WT, alle quali si aggiungono 5 squadre Professional per un totale di 21 formazioni alla partenza. La corsa è tradizionalmente riservata ai velocisti e salvo qualche eccezione, tra cui Tim Merlier e pochi altri, è schierata alla partenza la maggior parte degli sprinter in circolazione, anche con diverse alternative in ciascuna squadra. Basti pensare che la BORA Hansgrohe porta in Belgio un terzetto di tutto rispetto formato da Sam Bennett, Jordi Meeus e Danny van Poppel. L’UAE Team non è da meno con Pascal Ackermann e Juan Sebastian Molano. Tra gli altri attesi protagonisti citiamo Olav Kooij (Team Jumbo Visma), Fabio Jakobsen (Team Soudal Quick Step), Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck), Arnaud Demare (Team Groupama FDJ) e Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla). Per quanto riguarda l’Italia, le possibilità di fare bene sono riposte in Alberto Dainese, anche se dovrà vedersela nella DSM proprio con l’australiano Sam Welsford, che in questa stagione conta già tre vittorie e diversi piazzamenti. Le condizioni meteo, unite ai tre passaggi del De Moeren, tratto caratteristico della Brugge – De Panne esposto a venti impetuosi, potrebbero riservare interessanti sviluppi sull’evoluzione della corsa. In cinque animavano la fuga di giornata, ovvero Jonas Rutsch (Team EF Education EasyPost), Mathis Le Berre (Team Arkea Samsic), Louis Bendixen (Uno-X Pro Cycling Team), Jens Reynders (Team Israel Premier Tech) e Milan Fretin (Team Flanders Baloise). Il vantaggio massimo dei cinque fuggitivi, dopo una quarantina di km dalla partenza, sfiorava i 3 minuti. Il ritmo elevato imposto dalle squadre dei velocisti non lasciava scampo ai fuggitivi, che venivano raggiunti già a metà del percorso. Il vento e la pioggia scuotevano l’avanzata del gruppo che spesso si spezzettava in più tronconi, fino a trovare un proprio assestamento ad una quarantina di km dall’arrivo quando in testa alla corsa restavano circa venti ciclisti. Tra di loro, erano presenti quasi tutto i velocisti più attesi tra cui Philipsen, Jakobsen, Ackermann, Molano, Demare, Kooij e Groenewegen. Da segnalare anche la presenza di due italiani, ovvero Davide ballerini (Team Soudal Quick Step) e Simone Consonni (Team Cofidis). A poco meno di 20 km dalla conclusione una accelerazione improvvisa di Yves Lampaert (Team Soudal Quick Step), Philipsen, Kooij e Frederik Frison (Team Lotto Dstny) faceva breccia nel gruppo di testa. Il quartetto raggiungeva un vantaggio tra i 20 ed i 25 secondi mentre alle loro spalle la fatica si faceva sentire e tra gli uomini più attesi si sfilavano Demare e Groenewegen. La volata a quattro premiava Philipsen che riusciva a mettere la sua ruota davanti a quella di Kooij. Terzo era Lampaert mentre quarto Frison. Fabio Jakobsen chiudeva in quinta posizione, regolando il gruppetto degli immediati inseguitori. Il venticinquenne belga vince la prima corsa di un giorno del 2023 dopo ave vinto due tappe alla Tirreno-Adriatico.
Antonio Scarfone

Jasper Philipsen vince la Classic Brugge - De Panne (foto: Getty Images Sport)
LA SETTIMANA INTERNAZIONALE COPPI & BARTALI INAUGURATA DA UNA DOPPIETTA SOUDAL – QUICKSTEP
Il Wolfpack fa primo e secondo nella tappa di apertura della corsa italiana a Riccione piazzando Remi Cavagna e Mauro Schmid ai primi due posti. Il francese ha vinto grazie ad un assolo che gli ha permesso di avere 32” di gap sul gruppo, regolato dal compagno di squadra svizzero su Rick Pluimers (Tudor Pro Cycling Team).
Nomi importanti sono nella startlist della Settimana Internazionale Coppi & Bartali: oltre alla Soudal – Quickstep che ha in formazione anche atleti del calibro di Josef Cerny e James Knox, troviamo l’ucraino Mark Padun (EF Education – EasyPost), il tedesco Felix Engelhardt (Jayco – AlUla) fresco vincitore della Per Sempre Alfredo domenica scorsa, Elia Viviani (Ineos – Grenadiers), Alexander Riabuschenko (Astana – Qazaqstan) e Domenico Pozzovivo, al debutto in maglia Israel – Premier Tech.
La prima giornata non vede più le semitappe come accaduto in passato, ma una vera e propria frazione in linea di 161.8 km sulle colline tra Romagna e Marche, con Riccione sede sia di partenza, sia sede di arrivo. Nella prima parte si è passati da Tavullia (paese di Valentino Rossi) e per tre volte sulla salita di Mondaino affrontando il Circuito dei Borghi. Infine si è transitati da Montescudo due volte (GPM) e sul muro di Cà Menghi prima di tornare a Riccione.
La fuga ha visto protagonisti fin da subito il comasco Alessandro Fancellu (Eolo – Kometa), il belga Lennert Teugels (Bingoal Pauwels), il ligure Marco Murgano (Team Corratec), il colombiano Didier Merchan (GW Shimano – Sidermec) e il bolognese Gabriele Petrelli (Technipes – InEmiliaRomagna), i quali dopo 40 km hanno già un vantaggio superiore ai sei minuti. L’ultimo a desistere è stato Teugels, raggiunto da Remi Cavagna nei pressi del primo passaggio al GPM di Montescudo. Nella seconda tornata il transalpino della Soudal – Quickstep lascia la compagnia del belga e inizia la sua cavalcata solitaria fino all’arrivo di Riccione, dove taglia il traguardo con 32” sul plotone principale, regolato allo sprint da Mauro Schmid che regala così uno splendido uno-due al “Wolfpack”.
Cavagna ripartirà come Leader di Classifica domani nella Riccione – Longiano, tappa molto impegnativa e adatta a scalatori esplosivi grazie al circuito con la salita di Roncofreddo e il muro di 800 metri all’11% che termina in dirittura d’arrivo.
Andrea Giorgini

Remi Cavagna, il vincitore della prima tappa della Settimana Internazionale Coppi e Bartali (foto Bruno Bade/Getty Images)
IN CATALOGNA GIULIO CICCONE PER MEZZA RUOTA CONQUISTA IL TAPPONE DI VALLTER
All’ultima curva, gettando il cuore ma usando anche la testa dopo l’ultima curva, Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) si aggiudica la seconda tappa della Volta a Catalunya, 165,4 km da Matarò a Vallter, precedendo di mezza bici Primoz Roglic (Jumbo Visma) e il campione del mondo Remco Evenepoel (Soudal – Quick Step). Nella generale lo sloveno resta in testa con 6” su Evenepoel. Stesso distacco per Ciccone. Vittoria n.113 per i corridori italiani in questa corsa a tappe.
Piatto forte della tappa odiena le due salite previste nel finale, il Col de Coubet, GPM di 1a categoria coi suoi 10,3 km al 5,4%, ad anticipare l’ascesa finale verso il traguardo, posto a 2150 metri d’altitudine presso la stazione di sport invernali di Vallter 2000, al termine di una lunghissima salita di 15 km al 6,7%.
Tra quelli che hanno dovuto salutare anzitempo il Giro di Catalogna c’è lo sfortunatissimo Dario Cataldo (Trek-Segafredo), il quale nella caduta di ieri a 3 km dall’arrivo ha riportato la frattura della testa del femore sinistro e dell’acetabolo destro, due fratture del processo trasversale della colonna lombare, la frattura della clavicola sinistra e costole rotte multiple con pneumotorace bilaterale.
Vanno in fuga Simone Petilli (Intermarché-Circus-Wanty), Ewen Costiou (Arkéa-Samsic), Christopher Juul Jensen (Jayco AlUla), Simon Carr (EF Education-EasyPost) , Vadim Pronskiy (Astana Qazaqstan), Julen Amezqueta (Caja Rural-Seguros), Francisco Galván (Equipo Kern Pharma), Xabier Mikel Azparren (Euskaltel-Euskadi). Gli otto raggiungono un vantaggio di 3’ con il gruppo, guidato dalla Jumbo-Visma del leader della classifica generale Primoz Roglic, che per ora lascia fare.
In attesa del Col de Coubet, Petilli arriva per primo al traguardo volante di Olot. A circa 50 km dall’arrivo inizia la seconda ascesa di giornata, con una punta massima all’11%, ed è ancora Petilli a rendersi protagonista conquistando pure il Coubet e 10 punti che permettono al lecchese di balzare al comando della graduatoria degli scalatori.
Mentre il vantaggio sul gruppo Roglic inizia a diminuire, in discesa tenta l’allungo il danese Jensen, tentando una fuga nella fuga, ma il tentativo dura davvero poco. Sono nuovamente in otto a comporre la testa della corsa ai -25 km dal traguardo di Vallter. Dietro è ancora la Jumbo-Visma a tirare in testa al gruppo inseguitore. Ai -22,5 km timido tentativo di allungo di Carr, che si risolve in un nulla di fatto. Il vantaggio degli otto continua ad assottigliarsi, grazie al lavoro continuo dei compagni di squadra di Roglic. e ai ai -20 dal traguardo scende a 2’10” . Mancano 5 km all’ultima ed importante salita verso Vallter e nel gruppo principale si verifica una caduta, dopo una curva a gomito a sinistra. A terra terminano Fabio Felline (Astana) – finito prima contro la balaustra e poi contro il marciapiede – e il francese Kennis Ellisonde (Trek-Segafredo). Ad aver la peggio è quest’ultimo, che rimedia una brutta botta al polso ed è costretto al ritiro. Dopo l’abitato di Villalonga de Ter inizia la salita finale con i fuggitivi che mantengono ancora 1’40” sul gruppo. Prova ancora l’allungo Carr, seguito da Petilli che poi si stacca.
Quando la rampa si fa più dura si stacca il vincitore del Tour 2019 Egan Bernal (Ineos Granediers), che non è ancora al meglio dopo il malanno al ginocchio che lo ha tormentato negli scorsi mesi. Joao Almeida (UAE Team Emirates) fora e cerca con fatica di riaccodarsi al gruppo. Ai – 8 va in difficoltà anche Richard Carapaz (EF Education-EasyPost), mentre Carr viene risucchiato dal gruppo.
Ai -6,5 parte Esteban Chaves (EF Education-EasyPost), seguito da Sepp Kuss (Jumbo-Visma). La Bahrain Victorious si porta in testa al gruppo. Lo statunitense viene ripreso poco dopo, mentre Chaves va avanti con un rapporto molto duro e incrementa il vantaggio sul plotoncino dei migliori, sempre trainato dai Bahrain. Ai -2 attacca Mikel Landa (Bahrain Victorius), quindi Evenepoel con Ciccone. Chaves stringe i denti e all’ultimo chilometro mantiene una dozzina di secondi su Remco e gli altri migliori. Il campione del mondo riparte a tutta, con Ciccone e Roglic che rispondono presente. È una lotta di muscoli e di nervi. Chaves prova a resistere con la bocca spalancata, ma il ritmo del belga è inesauribile. Il colombiano viene raggiunto ai – 500 metri, poi a -350 parte la fucilata di Evenepoel, ma Roglic e soprattutto Ciccone non mollano e proprio dopo l’ultima curva Giulio vince di mezza bicicletta, precedendo lo sloveno e il belga, con il primo che conserva la maglia di leader della classifica generale, dove precede di 6 secondi Evenepoel e l’abruzzese.
Domani terza tappa da Olot a La Molina, ancora dura e piena di salite. A -126 km dall’arrivo inizia l’interminabile scalata al Coll de la Creueta (19.9 km al 4.3%). Una volta arrivati in cima i corridori dovranno affrontare una ventina di chilometri di discesa molto complessa, termina la quale quale iniziale l’ascesa finale verso La Molina, 12.1 km al 4.3%.
Vito Sansone

La volata ai 2135 metri di Vallter 2000, vinta magistralmente da Giulio Ciccone (foto David Ramos/Getty Images)
ACUTO DI ROGLIC NELLA PRIMA TAPPA DELLA VOLTA A CATALUNYA
Primoz batte Remco. Il primo round di uno dei duelli più avvincenti del ciclismo attuale, di scena al Giro di Catalogna 2023, va a Primoz Roglic (Jumbo Visma), che parte ai -250 metri dal traguardo e supera in volata Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep) aggiudicandosi la prima frazione, 164,6 chilometri in circuito attorno Sant Feliu de Guixols e un percorso ricco di asperità.
L’acuto dello sloveno arriva al termine di una tappa che ha visto in fuga cinque corridori: Rune Herregodts (Intermarché-Circus-Wanty), Alessandro De Marchi (Team Jayco-AlUla), Oscar Onley (Team DSM), Pau Miquel (EquipoKernPharma), JetseBol (Burgos-BH). Otteranno un vantaggio massimo di 4 minuti perchè il gruppo lascia fare e si mette a tirare per davvero solo all’inizio della prima salita di giornata, l’Alta de Ganga, a 60 km dall’arrivo. La testa della corsa scollina con 1’20” sul plotone e poi, mentre si procede verso l’Alt de Romanyà, iniziano a lavorare Jumbo-Visma, Israel – Premier Tech, UAE Emirates e Lotto per riprendere la fuga e tirare la volata ai loro uomini di punta. A 30 km dal traguardo il gruppo accorcia il distacco rispetto ai quattro davanti (nel frattempo Miquel ha, infatti, alzato bandiera bianca) ad una quarantina di secondi. Il forcing tra gli inseguitori aumenta e intanto il gruppetto di testa perde un altro pezzo: ai – 10 km dall’arrivo si sfila pure Bol.
Quando mancano 5 km al traguardo si verifica una caduta in mezzo al gruppo che coinvolge Dario Cataldo (Trek-Segafredo), Anthony Delaplace (Team Arkéa-Samsic), Michael Storer ( Groupama-FDJ) e Jose Joaquin Rojas (Movistar Team). Ad avere la peggio è proprio l’italiano, che è costretto al ritiro.
Intanto c’è il ricongiungimento ai -3 dall’arrivo. Ci si prepara al volatone. Ai -250 ecco lo spunto di Roglic che anticipa le velleità di Evenepoel andando a trionfare. Il campione del mondo in carica deve accontentarsi della piazza d’onore. Terzo è Ide Schelling (Bora-Hansgrohe) mente Giulio Ciccone ottiene un buon quinto posto. In classifica generale Roglic ha 4” di vantaggio su Remco e 6” su Schelling.
Domani la seconda frazione della Volta a Catalunya partirà da Matarò per arrivare dopo 166 km ai 2135 metri della stazione sciistica di Vallter dopo aver superato anche il Coll de Coubet (1a categoria).
Vito Sansone

Evenepoel alza il braccio, ma è Roglic a batterlo sul primo traguardo del Giro di Catalogna (Getty Images)
PER SEMPRE ALFREDO, VINCE ENGELHARDT IN VOLATA
Felix Engelhardt vince la classica in ricordo di Alfredo Martini. Battuti in volata Stewart e Foldager
Giornata piovigginosa sulle colline fiorentine care ad Alfredo Martini, alla cui gloriosa memoria questa corsa è intitolata.
La fuga del giorno evade intorno al chilometro numero 20, ed è composta da Michael Belleri (Biesse-Carrera), Marcel Camprubí (Q36), Giacomo Garavaglia (Work Service), Mattia Piccini (Gallina Ecotek Lucchini), Stefano Leali (General Store), Anthoni Silenzi (MG.K vis) e Aaron Van Der Beken (Bingoal Wb). I battistrada raggiungono un vantaggio massimo di 3 minuti e 30 secondi sul resto del gruppo, che lascia fare ma senza esagerare. Col passare dei chilometri sia il gruppetto di testa che il plotone alzano il ritmo: il primo effetto è lo sfilacciarsi uno ad uno di elementi dalla testa della corsa, con Van Der Breken ultimo a resistere al ritorno del gruppo, divenuto però inesorabile.
Si torna dunque a ranghi compatti quando al traguardo mancano circa 60 km: approfittando della situazione ci provano subito in contropiede Georg Steinhauser (EF Education Easypost) e Alexis Guerin (Bingoaol), i quali riescono a mettere fra loro e il plotone circa 30 secondi. Entrati nel circuito finale da percorrere due volte con l’ascesa al GPM di Collina i secondi diventano 60, e solo allora la Ineos Grenadiers inizia a gestire le operazioni di ricorsa che si concludono ai piedi della seconda e ultima ascesa, quando al traguardo di km ne mancano ormai solo 13.
Sul GPM ci provano in diversi, ma l’unico in grado di fare la differenza proprio in vista dello scollinamento è Walter Calzoni (Q36.5 Pro Cycling), mettendo una manciata di secondi fra lui e il resto della corsa. Purtroppo però la fortuna non lo assiste nella tortuosa picchiata verso Sesto Fiorentino, e complice anche la strada umida finisce a terra dovendo salutare i sogni di gloria odierna. Stessa sorte pochi km più tardi capita a Brandon Rivera (Ineos Grenadiers), il primo a provare il contrattacco alle spalle del giovane lombardo della compagine nell’orbita di Vincenzo Nibali, ma anche lui finisce a sua volta a terra in discesa una volta ritrovatosi al comando della corsa.
Si arriva quindi alla volata a ranghi compatti sul traguardo di Sesto: il più veloce di tutti è Felix Engelhardt (Team Jayco-AlUla). Chiudono il podio Mark Stewart (Bolton Equities Spoke Pro Cycling) e l’azzurro Anders Foldager (Biesse Carrera).
Lorenzo Alessandri

Felix Engelhardt felice per la vittoria nella corsa intitolata ad Alfredo Martini (foto Team Jayco-AlUla)
VAN DER POEL E’ DI NUOVO IN FORMA E VA A PRENDERSI LA SANREMO IN CONTROPIEDE
marzo 18, 2023 by Redazione
Filed under 1) MILANO - SANREMO, News
Mathieu Van Der Poel, che era apparso in grave ritardo di condizione alla Strade Bianche e non aveva brillato neppure alla Tirreno-Adriatico, riesce con una frustata secca in contropiede a sorprendere Pogacar, Van Aert e un ottimo Ganna e a prendere una manciata di secondi, che gli saranno sufficienti per apporre il proprio nome nell’albo d’oro della Classicissima.
La Milano-Sanremo, la prima monumento della stagione, ha sempre il sapore della tradizione ed un fascino ineguagliabile nonostante il percorso, nel ciclismo moderno, possa apparire privo di significative insidie. In realtà, come ci ha insegnato la storia degli ultimi anni, l’elevatissimo chilometraggio, di poco inferiore ai 300 Km, al quale i corridori oggi non sono più abituati risulta essere un fattore non solo decisivo, ma anche un elemento in grado di modificare i classici valori in campo e quindi un fattore di incertezza che rende questa corsa altamente imprevedibile.
La salita del Poggio infatti, pur presentando pendenze estremamente dolci, negli ultimi anni è sempre stata determinante per portare sul traguardo di Via Roma un uomo solo oppure un drappello estremamente ridotto e questo proprio perché arriva dopo 285 chilometri di corsa.
Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), dopo aver rinunziato a partecipare alla Strade Bianche ed aver fatto man bassa alla Parigi-Nizza proprio in chiave Sanremo, ha fallito per la prima volta in questa stagione un vero dichiarato obiettivo. Va detto che una corsa come la Sanremo non presenta quelle caratteristiche che permettono allo sloveno di fare la differenza sugli avversari e si tratta quindi di una corsa difficile da vincere per lui, tuttavia come sappiamo il giovane capitano della UAE è non solo un grande campione, ma un corridore completo in grado di essere competitivo su tutti i terreni.
Wout Van Aert (Jumbo-Visma), era ovviamente uno dei favoriti per le proprie caratteristiche adatte alle classiche e per il proprio spunto veloce. Non è semplice togliersi di ruota uno come il belga sul Poggio e nella successiva discesa e portare sul traguardo il fortissimo uomo della Jumbo significa, almeno in teoria, condannarsi alla sconfitta.
Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), è stato invece sorprendente anche se forse, a livello puramente fisico, poteva anche andare a competere per il successo. Il piemontese è stato bravissimo nel riuscire a resistere alla accelerazione di Pogacar in salita e anche ad accelerare nel finale per andare a cogliere il secondo posto. Proprio guardando il guizzo finale per prendersi il secondo gradino del podio, si è avuta l’impressione che Ganna ne avesse abbastanza anche per rispondere all’accelerazione di Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck), anche se bisogna dire che Van Aert e Pogacar una volta capito che la corsa era persa non si sono dannati l’anima per le posizioni d’onore.
Tuttavia questo non è sufficiente a scalzare l’impressione di un Ganna in grado di resistere a Van der Poel perché l’accelerazione decisiva del vincitore della corsa di oggi ha colto tutti di sorpresa. Tutti tenevano d’occhio Pogacar e si aspettavano almeno una seconda sgasata sul modello del 2022 ed invece lo sloveno ha calato il ritmo e, proprio in un momento di apparente calma, Van der Poel ha dato la frustata. Il tempo che i suoi avversari, ivi compreso Ganna, hanno impiegato per pensare a come reagire è stato fatale.
La discesa non ha visto grosse modifiche visto che dietro ha preso in mano le redini Van Aert, che è un ottimo discesista ma anche Van der Poel non è da meno. Nessuno, però, ha preso troppi rischi. Il tratto pianeggiante finale dopo il ritorno sull’Aurelia ha giocato a favore del fuggitivo, visto che la presenza di un uomo veloce come Van Aert non era certo per gli altri due un incentivo a collaborare in un inseguimento.
Il laeder dell’Alpecin era apparso opaco sia alla Strade Bianche, corsa nella quale era rimasto mestamente fuori di giochi abbastanza presto, sia alla Tirreno-Adriatico.
Oggi, invece, dopo una lunghissima gara è stato perfetto sia nel portarsi sul drappello selezionato dalla scatto di Pogacar, sia a cogliere l’attimo per sorprendere tutti con una accelerata brutale e dare tutto per mantenere quei pochi secondi presi in cima al Poggio.
La cronaca della corsa, come spesso accade, non è ricca di episodi da raccontare.
Questo elemento può essere mal visto da coloro i quali sono più attenti alle esigenze televisive, visto che una gara di oltre 6 ore in cui le emozioni si concentrano negli ultimi 20 minuti può sembrare un prodotto televisivamente poco appetibile, tuttavia costoro non capiscono che le emozioni degli ultimi 20 minuti sono conseguenza proprio dell’elevato chilometraggio.
Del resto, gli appassionati di ciclismo sanno perfettamente che, in una corsa di 160 chilometri, su una salita come il Poggio è difficile anche staccare un velocista.
Ecco che allora la Sanremo è lì ogni anno ad ammonire i fautori dell’attuale tendenza a ridurre sempre più il chilometraggio delle tappe adducendo un maggiore spettacolo, mentre invece i fatti dimostrano un maggiore livellamento anche sui percorsi più esigenti, salvo qualche felice eccezione.
La fuga di giornata si è formata quasi subito grazie all’iniziativa di Mirko Maestri (Eolo-Kometa) e Alessandro Tonelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), ai quali si sono presto aggiunti Negasi Haylu Abreha (Q36.5 Pro Cycling Team), Alois Charrin (Tudor Pro Cycling Team), Alexandre Balmer (Team Jayco-AlUla), Jan Maas (Team Jayco-AlUla), Alexandr Riabushenko (Astana Qazaqstan), Samuele Rivi (Eolo-Kometa) e Samuele Zoccarato (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè).
Questi nove uomini non hanno mai avuto un vero via libera dal gruppo, dato che non è mai stato concesso loro un gran vantaggio, che si è sempre mantenuto nell’ordine dei 3 minuti.
In questa prima fase si possono quindi segnalare solo la scivolata di Pogacar, ancor prima del chilometro zero, e la caduta di Alaphilippe in cima al Turchino che ha costretto il francese a cambiare bicicletta, mentre peggio è andata lungo la discesa a Maciej Bodnar (TotalEnergies), che ha dovuto abbandonare la corsa.
Nella zona dei tre capi (Mele, Cervo e Berta) davanti rimangono in sei, mentre il gruppo comincia a perdere pezzi con uomini come Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team) che perdono contatto, mentre alcune cadute mettono fuori gioco Sam Bennett (Bora-hansgrohe), Jan Tratnik (Jumbo-Visma) e Michael Kwiatkowski (Ineos Grenadiers).
La fuga di giornata si esaurisce poco prima di attaccare la salita della Cipressa, sulla quale il gruppo inizia a procedere a ritmo blando finché in testa non arrivano gli UAE a dare la sveglia, mettendo in difficoltà alcuni corridori ma senza provocare vittime importanti.
Tutto rimandato al Poggio, che viene preso in testa dalla coppia Bahrain Fred Wright-Andrea Pasqualon, i quali hanno obiettivamente un ritmo non eccezionale, tanto che l’arrivo di Tim Wellens (UAE Team Emirates) a suonare la carica sembra raddoppiare la velocità del gruppo.
L’azione di Wellens porta via un drappello che prende qualche metro sul resto del gruppo, che si sfilaccia. Davanti rimangono Tadej Pogacar. Filippo Ganna, Mathieu van Der Poel, Wout Van Aert, Mads Pedersen (Trek – Segafredo), Soren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck) e Neilson Powless (EF Education-EasyPost). Il tempo per contarsi non c’è perché Pogacar prova con una delle sue accelerazioni a mettere in difficoltà gli avversari.
Il più lesto a rispondere è Ganna, al quale si accodano Van Aert e Van der Poel.
Nel momento nel quale Pogacar rallenta il ritmo parte in contropiede Van der Poel, che come già narrato prenderà un vantaggio che gli sarà sufficiente per andare tagliare in solitaria a braccia alzate lo storico traguardo di Via Roma.
Ancora una volta si è vista una gara molto emozionante accesasi sul Poggio che. però, non ci si stancherà mai di ribadirlo, è conseguenza dell’elevato chilometraggio che si deve affrontare in precedenza e questo è l’elemento caratteristico della Sanremo, come i muri per il giro delle Fiandre o il pavè per la Roubaix.
La Classicissima, prima monumento della stagione, apre la fase delle grandi classiche di primavera che, visti i protagonisti in campo, si annuncia tutta da seguire.
Benedetto Ciccarone

Van der Poel lanciato verso la vittoria nella Milano-Sanremo (foto Tim de Waele/Getty Images)
ALLA NOKERE KOERSE QUINTA SINFONIA DI MERLIER
Con una volata regale il campione nazionale belga coglie la quinta vittoria stagionale e il secondo successo, consecutivo, nella corsa belga.
La gara, fino agli ultimi chilometri, non ha regalato grandi emozioni. Se ne vanno dopo oltre 40 km Ludovic Robeet (Bingoal), Enekoitz Azparren (Euskaltel), Alex Colman (Flanders), Rory Townsend (Bolton), Jonas Geens (Tarteletto), Etienne Van Empel (Corratec) e Adam De Vos (Human Powered) e, a parte una caduta che causa il ritiro di Matthew Gibson (Human Powered), non si segnala nulla fino al terzultimo giro, quando diversi corridori in rapida successione provano a evadere dal gruppo, mentre davanti Van Empel prova a proseguire in solitario.
Nell’ultimo giro parte una fuga che sembra far saltare il banco. Ci sono Sep Vanmarcke (Israel), Laurence Pithie (Groupama), Florian Vermeersch (Alpecin) e Lindsay De Vylder (Flanders). Ben presto però il portacolori del Team Flanders deve arrendersi aduna foratura e davanti rimangono in tre col gruppo alle loro spalle che, complici diverse cadute, fatica ad organizzare l’inseguimento.
Ci pensa Tim Merlier (Soudal – Quick Step) che, con una volata lunghissima e impetuosa, si lancia verso il traguardo incontrastato. Solo Edward Theuns (Segafredo) riesce a tenere le sue ruote senza impensierirlo. Tutti gli altri, guidati da Milan Menten (Lotto) pagheranno 3” sotto lo striscione. A completare la top 5 Timo Kielich (Alpecin) e Lewis Askey (Groupama).
Andrea Mastrangelo
ARVID DE KLEIJN SPAZZA TUTTI VIA ALLA MILANO-TORINO!
Il velocista della Tudor Pro Cycling Arvid de Kleijn conquista la Milano Torino 2023 in volata dopo che la sua squadra ha tenuto la testa della corsa negli ultimi chilometri dove tra rotonde e spartitraffico è riuscito ad essere magistralmente piotato per piazzare la volata vincente, secondo Fernando Gaviria (Movistar), terzo Casper van Uden (Team Dsm).
Subito dopo il via la fuga buona è portata avanti da Stefan De Bod (EF Education-EasyPost), Johan Meens (Bingoal WB), Alessio Nieri (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Andrea Pietrobon (Eolo-Kometa), Alessandro Iacchi e Veljko Stojnić (Team Corratec), il gruppo lascia fare fino al chilometro venticinque di gara dove i fuggitivi avranno un vantaggio massimo di 3’:40”. Dietro ad iniziare a ricucire sono soprattutto tre squadre il Team DSM, il Team Jayco-AlUla e la Movistar che si portano in pratica a metà gara a 1’:40 dalla testa della corsa. Restano da percorrere circa poco meno di cento chilometri con vento in questo tratto della corsa favorevole al senso di marcia, condizione questa che farà registrare una media altissima. Il drappello dei sei inizia a pagare lo sforzo, infatti il primo ad alzare bandiera bianca è Pietrobon a causa di una foratura viene riassorbito dal gruppo. Gli ultimi 50 Km di corsa vedono il gruppo ormai a 1’ dai cinque al comando da cui si stacca anche Stojnić, i quattro rimasti al comando seppur con cambi regolari vedono ridursi il vantaggio a soli 25”. Destino segnato per la testa della corsa ed infatti il gruppo torna compatto a meno dodici chilometri dall’arrivo. In testa la velocità è tenuta altissima dagli uomini del Team Jayco-AlUla che lavorano per Dylan Groenewegen ma proprio il forte velocista tra i favoriti di quest’oggi è escluso dalla volata finale rimasto vittima di un contatto all’uscita di una delle tante rotonde dentro i cinque chilometri finali, il gruppo quindi si spezza e le squadre dei velocisti devono riorganizzarsi. In testa sono due le squadre che riescono ad essere meglio organizzate una è la Tudor Pro Cycling l’altra il Team DSM. Ai meno 300 metri dopo sono i Tudor Pro Cycling a riuscire a lanciare Arvid de Kleijn verso l’arrivo che va così a trionfare a braccia alzate, secondo Fernando Gaviria (Movistar) che non è riuscito a sopravanzare il neerlandese, terzo Casper van Uden (Team Dsm), quarto Itamar Einhorn (Israel Premier Tech), quinto Matteo Moschetti (Q 36.5 Pro Cycling Team).
Antonio Scarfone

Arvid de Kleijn vince la Milano Torino (Image credit: Tim de Waele/Getty Images)