LA PRIMAVERA DA SOGNO DI NUYENS

aprile 3, 2011 by Redazione  
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Tutti guardavano Cancellara e, invece, sotto il naso di tutti, e dell’elvetico in primis, è scappato un Nuyens galvanizzato da una primavera stratosferica. Quest’anno la campagna del nord l’avevo già visto trionfare nella Dwars door Vlaanderen, sorta di Giro delle Fiandre in miniatura, ed ora è arrivato un successo ancor più prestigioso e monumentale. Poche briciole da beccare per gli italiani, con Ballan solo dodicesimo.

Il Giro delle Fiandre 2011 sarà ricordato tra gli appassionati di ciclismo per le innumerevoli emozioni che si sono succedute durante i 258 Km di corsa. Alla partenza dalla mitica piazza di Brugge un solo nome, quello di Cancellara, riecheggiava nell’aria come il possibile vincitore. E lui, Fabian, tanto aveva fatto capire di voler, con tutta la determinazione che è abituato a dare in questo tipo di corse, concedere il bis dopo la splendida e roboante vittoria di un anno fa. Ma spesso, si sa, i favori del pronostico vengono disattesi, e se questo accade in una corsa come il Fiandre, allora lo spettacolo è assicurato. A riuscirci è stato Nick Nuyens, già protagonista una decina di giorni fa a la Dwars door Vlaanderen, trionfando quest’oggi in uno sprint ridotto a tre su uno strepitoso Chavanel ed un inesauribile Cancellara.
Alla partenza, nella piazza del mercato, il sole, il clima mite e piacevole accolgono la numerosa folla ed i circa 200 ciclisti in gara. Si parte verso i primi muri, 18 quest’anno, 3 in più dell’edizione 2010, giusto per rendere ancor più dura e maestosa una corsa dal fascino leggendario. La classica fuga della prima ora parte intorno al chilometro 50, composta da 5 atleti: Van Dijk, Hunt, Hammond, Turgot e Docker. Il quintetto raggiungerà un vantaggio massimo di poco superiore ai 7’ con quattro muri, Tiengeberg, Nokeremberg, Rekelberg e Kaperfil percorsi in testa. Proprio su quest’ultimo vi è un contrattacco dal gruppo da parte di Tjallingii il quale si porta con sé altri 18 atleti. Tra di loro spicca la presenza di Boasson Hagen, Kroon e Marcato. L’azione non piace alla Leopard di Cancellara, ed è per questo che in circa una ventina di chilometri l’azione viene riassorbita dal gruppo dei migliori. In vista del Paterberg, sull’ Oude-Kwaremont è Sylvain Chavanel ad andarsene tutto solo. Si muove quindi la Quick Step di Tom Boonen, mentre in testa al gruppo i Garmin del trio Hushovd, Haussler, Farrar, e gli Omega di Gilbert iniziano ad innalzare ulteriormente l’andatura. Si entra nel vivo della corsa, con le squadre organizzate nell’intento di voler sfiancare il detentore Cancellara. A lanciare un primo serio affondo allo svizzero, sul Paterberg, è Gilbert che scollina in testa seguito da Boonen. Stassa azione del vallone sui 600 metri del Koppenberg, il muro più ripido della giornata posto ai meno 70 chilometri dal traguardo di Ninove. Gilbert pare essere il più forte sulle pendenze del Koppenberg, la sua azione frammenta il grosso del gruppo ormai ridotto ad una cinquantina di unità. Riescono a rimanere agganciati alla scia di Gilbert ancora una volta Boonen, Cancellara, Leukemans, Flecha ed un sorprendente Voeckler. Tra gli italiani appare più in palla Pozzato, con Ballan che invece insegue, un po’ in affanno, le ruote dei migliori. E’ la volta di Boom che grazie ad un progressione fatta sul 12° muro di giornata, l’Eikenberg, riesce a portarsi prima su Boaason Hagen e poi su Chavanel. Il gruppo è segnalato a poco più di 20”. Per la Leopard di Cancellara diventa necessario evitare ulteriori scatti dal gruppo dei migliori ed è così che grazie al prezioso lavoro di Posthuma il gruppo viaggia veloce in fila indiana sul tratto di pavè che precede il Molenberg. Proprio su questo muro nel 2010 andò in scena l’azione con cui Cancellara si tolse di ruota Boonen. Il piano pare possa ripetersi visti i pochi secondi di distacco tra gli uomini di testa ma invece è proprio Chavanel a forzare e così scongiurare il ricongiungimento. Dietro tutti si guardano o meglio tutti guardano Cancellara e nessuno forza più tanto. Ed è così che il vantaggio del francese aumenta fin oltre il minuto. E’ nel successivo tratto in pavè ad Haaghoek a 43 Km dall’arrivo, dopo allungo di Hushovd, che accade ciò che non ti aspetti: Boonen in prima persona risponde allo scatto del campione del mondo scaricando sul pavè un misto di forza e rabbia, ripensando forse alle edizioni 2008 e 2009 in cui Devolder, suo compagno alla Quick Step, andò a vincere con un’azione simile a quella odierna. E’ la goccia che fa traboccare l’effimero vaso custode della strategia di casa Quick Step. Il belga si porta dietro Pozzato e Cancellara. Si avvicina il 14° muro di giornata, il Leberg. E’ qui che è giunta l’ora che tutti aspettavano: l’affondo deciso e risolutore di Cancellara. Avviene. E sembra come al solito quello decisivo, Boonen non ce la fa, Pozzato neanche. Il treno svizzero è partito e sui suoi vagoni non è riuscito a “salire” nessuno. Il destino di Chavanel, ai meno 40 Km da Ninove, appare segnato ed aggravato ancor di più dagli ultimi quattro muri da affrontare. Riprendere Chavanel è un attimo, lo svizzero ed il francese ai meno 30 dal traguardo viaggiano con circa 40 secondi di vantaggio su Van Avermaet, Boom, Boasson Hagen e Leukemans che intanto hanno raggiunto Pozzato e Boonen. Là davanti Chavanel non dà nessun cambio a Cancellara e nostante ciò il loro vantaggio assume proporzioni importanti, superiore ad un minuto. Tra il Valkenberg ed il Tenbosse dietro al duo di testa rientrano intanto Gilbert, vittima di una foratura prima del Leberg, Hushovd e ben sette BMC con Ballan ed Hincapie. Sono gli uomini in rosso a riuscire ad organizzare un valido inseguimento in vista del leggendario Kapelmuur portando così gli inseguitori a soli 10” di distacco da Cancellara e Chavanel. Rientrano in gioco molti big, l’azione di Cancellara e Chavanel sta per essere annullata dalla riscossa di Gilbert che scollina in terza posizione seguito da un ritrovato Ballan. Seguono Nuyens, Flecha e Boonen. Resta l’ultimo muro di giornata il Bosberg ai meno 13,5 da Ninove. Sui 400 metri del Bosberg è Gilbert a provare, ancora una volta, l’azione solitaria. Nessuno riesce ad accodarsi al vallone, Cancellara mostra per la prima volta segni di cedimento, Ballan è l’ultimo a mollare scollinando in seconda posto. Gilbert riesce, ai meno 12, a guadagnare fino a 12”. Pochi troppo pochi per andare tutto solo nella pianura che lo dividono dl traguardo. Decide quindi di rialzarsi e così, su di lui, si riportano Cancellara, ripresosi da un attimo di crisi, il nostro Ballan, Leukemans, l’instancabile Chavanel e la sorpresa del giorno Scheirlinckx. Poco dopo si accodano ai sei uomini di testa Boonen, Flecha, Langeveld, Nuyens, Geraint Thomas ed Hincapie. Le forze sono al lumicino, si susseguono brevi azioni individuali. Ci prova prima Ballan, ai meno 6, ma subito Langeveld ricuce il buco per provare poi egli stesso a sorprendere tutti quando ormai mancano soli 4 km alla fine di un’ancora incertissimo Fiandre. I dodici ciclisti rimasti si frazionano di qualche metro, disgregandosi ancor di più quando a concedere un altro scatto, ai meno 3,5, è il redivivo Cancellara. Solo Chavanel e Nuyens, indubbiamente il meno affaticato dei due, riescono ad incollarsi alla sua ruota. I tre guadagnano qual tanto che basta da giocarsi la vittoria finale nell’ultimo chilometro con il solo Boonen che cerca disperatamente di riacciuffare i tre con una volata infinita. Ma sarà quarto. Cancellara si alza sui pedali, vuole il bis, lo cerca a tutti i costi, anche Chavanel sui pedali verso lo striscione di una corsa che ti consacra, stesso sforzo per Nuyens. E proprio Il belga a trionfare. Bravo Nuyens a condurre una gara attenta e poco dispendiosa di energie nei confronti degli immediati battuti. A marzo per Nick la Dwars door Vlaanderen, considerata il piccolo Giro delle Fiandre, oggi la Regina delle corse belghe. I sogni spesso possono avverarsi.

Antonio Scarfone

OSS, UN ALTRO LIQUIGAS DA TENERE SOTTOCCHIO

aprile 6, 2010 by Redazione  
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L’elvetico Cancellara fa sua la terza classica monumento dopo Parigi-Roubaix e Milano-Sanremo al termine di un duello con l’idolo di casa, Tom Boonen, iniziato quando al traguardo mancavano una quarantina di chilometri. Terzo al traguardo l’altro belga Philppe Gilbert. Deludente prova degli italiani, anche a causa dell’assenza del campione italiano Pozzato, in parte riscattata dalla brillante prestazione del giovane trentino della Liquigas Daniel Oss.


Ecco le pagelle sulle corsa fiamminga.

Foto copertina: Daniel Oss in azione nell’ultima edizione della Montepaschi Strade Bianche (www.danieloss.it)


FABIAN CANCELLARA.
Corre con autorevolezza tutta la gara sapendo che per vincere occorre isolare il suo principale avversario, Boonen, sulla carta più veloce del tre volte campione del mondo a cronometro in un eventuale arrivo allo sprint. Cancellara aspetta il Molenberg per fare il vuoto, risalendo di potenza un gruppetto del quale faceva parte anche il nostro Oss, trascinandosi a ruota un non del tutto convinto Boonen. Si forma così una coppia al comando nella quale, però, il più attivo è sicuramente il campione svizzero. Solo quando il margine di vantaggio sugli inseguitori diventa significativo Boonen decide di collaborare, anche se la sua pedalata appare da subito legnosa o quantomeno non così efficace come quella del compagno di fuga. Infatti, giunti sul muro di Grammont il belga ha dovuto inchinarsi di fronte alla potente e nel contempo elegante progressione di uno straripante e incontenibile Cancellara, che arriverà al traguardo con un vantaggio di oltre un minuto. VOTO: 10.

TOM BOONEN. Il più atteso alla vigilia. Con il suo secondo posto l’idolo di casa ha deluso i suoi connazionali, anche se interpreta una prova che, seppur corsa sempre nelle prime posizioni, risulta oscurata dalla prestazione fuori dal comune di Cancellara. Forse tatticamente criticabile la sua scelta di seguire quest’ultimo, accettando di collaborare con un atleta che oggi ha ricordato le gesta e la spavalderia di Merckx. VOTO: 8.

PHILIPPE GILBERT. Dopo lo strepitoso finale di stagione 2009, il portacolori della Lotto era intenzionato a far sua questa classica. Sempre presente in ogni fase della corsa, non si fa trovare nelle migliori posizioni nel momento decisivo per rispondere all’allungo di Cancellara. Suo il tentativo di riagganciare il duo di testa assieme a Millar (staccatosi nel finale) e di Leukemans. L’appuntamento è solo rimandato alla Doyenne. VOTO: 7,5.

DANIEL OSS. Il giovane trentino, 23 anni, dopo la splendida prestazione alla Classicissima – confermata, poi, dal quinto posto nella Gand-Wevelgem – si mette in evidenza anche nel Giro delle Fiandre. Dopo aver recuperato lo svantaggio accumulato nell’ascesa del Koppenberg, tenta un’azione nel tratto pianeggiante che precede lo strappo, che risulterà decisivo, del Molenberg. Infatti, non riesce a rispondere all’attacco di Cancellara il quale riuscirà a scollinare con un leggero vantaggio. Nel futuro saprà regalarci grandi soddisfazioni. Un altro nome da segnalare sul taccuino, dopo quello del suo compagno di squadra Sagan. VOTO: 7.


MATTI BRESCHEL.
La sfortuna è amica dell’atleta danese che, pur supportato da un evidente ottima condizione, è messo fuori gioco da una foratura e dall’inettitudine dei suoi meccanici i quali, sbagliando bicicletta, gli fanno perdere tempo prezioso, che non sarà più recuperato. Ciclista versatile, già vincitore della medaglia di bronzo ai Campionati del Mondo del 2008, potrà ben figurare anche nelle classiche valloni. Lo aspettiamo. VOTO: 7.

LANCE ARMSTRONG
. Doveva essere una gara di preparazione in vista della Grand Boucle e così è stata. Bisogna, però, ammettere che l’americano si è più volte fatto vedere nelle prime posizioni del plotone, provando addirittura un timido allungo. Una volta scattato Cancellara, il texano conclude la prova nel gruppetto dei primi inseguitori regolati da Farrar (che merita un 6,5). Lo rivedremo, come ai vecchi tempi, solo a luglio. VOTO: 6.

Francesco Gandolfi

IL CICLONE CANCELLARA SPAZZA VIA IL TORNADO BOONEN

aprile 4, 2010 by Redazione  
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Il fuoriclasse svizzero vince in solitaria il 94° Giro delle Fiandre, staccando sul Muro di Grammont Tom Boonen, unico a resistere al primo tentativo dell’elvetico sul Molenberg. 3° posto per Gilbert, molto brillante ma poco attento al momento dello scatto di Cancellara. 4° e 5° i sorprendenti Leukemans e Farrar. Mai in lotta per la vittoria gli italiani, orfani di Pozzato, con Ballan fuori condizione e sacrificatosi per Hincapie.

Foto copertina: Cancellara all’attacco sul muro di Grammont (foto Bettini)

Dopo due edizioni che avevano lasciato l’amaro in bocca, con altrettanti successi di Stijn Devolder, certamente meritati, ma in gran parte frutto dell’esasperato marcamento a uomo tra i favoriti della vigilia, il Giro delle Fiandre 2010 ha ripagato gli appassionati delle delusioni degli anni passati, offrendo battaglia sin dai primi muri in programma, e in particolar modo nei 45 km conclusivi, teatro dell’atteso, splendido duello tra Tom Boonen e Fabian Cancellara, primo e secondo favorito della vigilia rispettivamente. Decisivi, in tal senso, i cambiamenti apportati al percorso, in particolar modo con l’eliminazione della salita dell’Eikenmolen, che nel 2008 e nel 2009 aveva lanciato le azioni vincenti di Devolder, e soprattutto lo spostamento da primo a decimo muro del Molenberg, passato da ascesa di riscaldamento a passaggio chiave della corsa a distanza di dodici mesi.
Che Cancellara, mago delle pietre ma fino ad oggi mai realmente competitivo al Giro delle Fiandre, avesse intenzioni bellicose per la gara odierna è risultato chiaro ben prima che i muri iniziassero ad accendere la corsa, allorché la Saxo Bank, con i fuggitivi della prima ora (Merlo, Rousseau, Van Leijen, Goesinnen, Garcia Acosta, Ignatiev, Bonnaire e Boucher) che avevano ormai acquisito 13’ di margine sul gruppo, ha deciso di prendere in mano le redini dell’inseguimento, sostituendosi in questo ruolo alla Quick Step di Boonen, tradizionalmente squadra faro al Nord. Gli uomini in bianco e nero hanno facilmente rintuzzato l’iniziativa degli otto battistrada, che con le prime asperità hanno iniziato a perdere pezzi, prima di dar fuoco alle polveri sin dall’Oude-Kwaremont, a poco meno di 85 km dal termine. È stato Stuart O’Grady ad alzare con decisione il ritmo, mettendo in fila un gruppo che è stato invece sbriciolato dalle progressioni inscenate poco dopo da Matti Breschel sul Paterberg e, soprattutto, sul Koppenberg, sul quale il solo Tom Boonen è stato in grado di accodarsi al campione danese.
Rialzatisi Breschel e Boonen, riassorbiti da un drappello di poche decine di unità comprendente tutti o quasi i grandi nomi, e ripresi i reduci della fuga del mattino, la corsa ha vissuto una fase di relativa calma, fino a quando la Saxo Bank non è tornata protagonista, questa volta in negativo: Cancellara ha forato a poco meno di 60 km dal traguardo, mentre poco dopo è toccato a Matti Breschel cambiare la bici (due volte) per un guaio meccanico. E se lo svizzero è riuscito a rientrare con relativa facilità, non altrettanto bravo e fortunato è stato il danese, che ha perso nell’operazione non meno di quaranta secondi, rimanendo così tagliato definitivamente fuori dalla lotta per il successo.
Forse anche per la perdita del suo miglior compagno di squadra, oltre che per l’ovvia necessità di staccare Tom Boonen prima del finale, alla luce della netta superiorità del belga allo sprint, Cancellara ha deciso di muoversi in prima persona già a 45 km dal traguardo, sulle rampe del Molenberg. Soltanto lo stesso Tornado Tom ha avuto la prontezza e la forza di accodarsi all’elvetico, mentre Philippe Gilbert, in seguito dimostratosi il terzo uomo più forte in gara, si è fatto colpevolmente cogliere impreparato nel momento chiave della corsa, e a poco sono valsi, nei chilometri successivi, i numerosi scatti prodotti dal vallone per ricucire il gap. Con ancora quattro muri e oltre 40 km da percorrere, non era scontato che Boonen accettasse di collaborare con lo svizzero, certamente avvantaggiato dalla possibilità di rendere quanto più dura possibile la corsa, ma il belga, forse anche eccedendo in coraggio, ha accettato di giocarsi la gara in una situazione tattica favorevole all’avversario, fornendogli peraltro una più che discreta collaborazione.
Scalati in relativa tranquillità il Berendries e il Tenbosse, con un margine lievitato nel frattempo fino a raggiungere e superare i 50’’ nei confronti di David Millar, evaso dal gruppetto degli inseguitori, cui si sono aggiunti Gilbert e Leukemans dopo il quartultimo muro, la coppia di testa è giunta a giocarsi la gara sulle ultime due asperità, Kapelmuur (Grammont) e Bosberg. Tutti, Boonen in primis, attendevano un attacco di Cancellara da un momento all’altro, ma l’essere preparato non è bastato al belga allorché il bernese, a 200 metri dalla vetta dell’ascesa simbolo del Fiandre, ha innestato il rapportino e ha iniziato a mulinare sui pedali a frequenze inverosimili su pendenze del 18-20%. Malgrado l’immediata replica tentata dal belga, Cancellara ha guadagnato una dozzina di secondi nelle poche centinaia di metri rimaste, secondi diventati una quarantina appena 3 km più tardi, ai piedi del Bosberg. L’ultimo muro è servito all’elvetico per sigillare la terza classica monumento in carriera, dopo Roubaix e Sanremo, portando il vantaggio oltre il minuto, prima di godersi la passerella degli ultimi 12 km, percorsi quasi in scioltezza. All’ultimo chilometro, il diretto di Berna ha avuto addirittura il tempo di mostrare alla telecamera una medaglia, di prendersi le congratulazioni dell’ammiraglia, e di sventolare la bandiera elvetica mentre tagliava il traguardo a velocità turistica, nella rivisitazione in chiave ciclistica dell’epilogo della 4 x 10 km di sci di fondo di Torino 2006.
Più o meno allo stesso passo, ma per motivi opposti, ha tagliato il traguardo Tom Boonen, 2° a 1’14’’, massimo distacco tra primo e secondo visto al Fiandre da quindici anni a questa parte (per trovarne uno maggiore bisogna risalire al minuto e 27’’ rifilati da Museeuw a Baldato nell’edizione 1995). Il gradino più basso del podio è andato a Philippe Gilbert, che, dopo aver staccato Millar con una decisa progressione sul Grammont, ha preceduto nettamente Bjorn Leukemans nello sprint a due. 5° un sorprendente Tyler Farrar, da cui mai ci saremmo aspettati una simile resistenza sui muri fiamminghi, capace di precedere un comunque encomiabile George Hincapie, che, a dispetto dei quasi 37 anni, ha colto l’ennesimo piazzamento nei dieci sul pavé.
Mai veramente competitivi gli italiani, privi dell’influenzato Pozzato, e di fatto anche di Alessandro Ballan, la cui condizione alquanto deficitaria ha spinto la BMC a puntare tutto su Hincapie. La speranza, per i nostri colori, è che i nostri due alfieri – specie Pozzato, che prima dei recenti problemi di febbre e dissenteria aveva dato prova di una condizione invidiabile – riescano ad essere al meglio tra una settimana, in occasione della Parigi – Roubaix, ultimo appuntamento della campagna del pavé. Anche se, con un Cancellara così, una condizione ottimale potrebbe non essere sufficiente.

Matteo Novarini

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